27 Relazione agronomica - Comune di Sant`Agata de` Goti

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27 Relazione agronomica - Comune di Sant`Agata de` Goti
REGIONE CAMPANIA
COMUNE DI SANT’AGATA DE’ GOTI
(Provincia di Benevento)
PARCO PROGETTI REGIONALE
DELIBERA G.R.C. N° 1041 DEL 01.08.2006 – AREA GENERALE DI COORDINAMENTO
N° 1 ISTITUZIONE DEL PARCO PROGETTI REGIONALE PER IL SOSTEGNO
ALL’ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DI SVILUPPO DELLA REGIONE CAMPANIA
E DELLA POLITICA DI COESIONE 2000/2006 – 2007/2013
INTERVENTI DI SISTEMAZIONE E REGIMAZIONE IDRAULICA
DELL’ALVEO E DEI VERSANTI DEL VALLONE MARTORANO IN
SANT’AGATA DE’ GOTI FINALIZZATI A LIMITARE I FENOMENI
DI EROSIONE E A PREVENIRE I MOVIMENTI FRANOSI
PROGETTO ESECUTIVO
Importo progetto € 2.770.739,00
TAVOLA N°
TITOLO
RELAZIONE AGRONOMICA
CARTA DELLA VEGETAZIONE
CARTA DELL’USO DEL SUOLO
27
IL R.U.P.
Arch. Iadevaia Maria Rosaria
IL PROGETTISTA
Dott. Ing. Ciro MAGLIOCCA
FINANZIAMENTI COMUNITARI
..SISTEMAZIONE
IDRAULICOFORESTALEE TUTELADELLERISORSE
NATURALI"
PROGETTO PBR LA SISTEMAZIONE E REGIMAZIONE IDRAULICA E
FORESTALE
DELL'ALVEO
E
DEI
VERSANTI
DEL
VALLONE
MARTORANO IN SANT'AGATA DE' GOTI FINALIZZATI A LIMITARE I
FENOMENI DI EROSIONEE A PREVENIREI MOVIMENTI FRANOSI
PREMESSA
n sottoscritto Dott. Agr. Pietro Biele, iscritto all'Ordine dei Dottori
Agronomi e Forestalidella Provincia di Beneventoal n" 777, avendoricel.uto
I'incarico per attuazionedi un "progetto per la sistemazionee regimazione
idraulica e forestale dell'alveo e dei versanti del Vallone Martorano in
Sant'Agatade' Goti finalizzatia limitare i fenomenidi erosionee a prevenirei
movimenti franosi" (Finanziamenti comunitari "Sistemazione idraulico
forestalee tutela delle risorse naturale", tipologia d'intervento'.Realizzazione
di opereper la regimazionedelle acqueed il consolidamentodei versanti).
Dopo opportuni sopralluoghidella zona oggettod'intervento,esponecon la
presentei risultati delle indagini vegetazionalie fbunistiche.
CARATTERISTICHE
PEDOCLIMATICHE
Il comunedi Sant'Agatade' Goti ricadesu areeinteressatesia da sedimenti
alluvionali recentidel Volturno sia su areeformatedall'azionedel livellamento
e di deposito dell'ignibrite campana.Le prime sono aree da pianeggiantea
debolmenteondulate (pendenza< l3o ), topograficamenterilevate rispetto alle
zone interessatedalle alluvioni recenti del Volturno. I suoli di quest'unitàsono
rappresentatida un'associazionedi suoli molto profondi, a tessiturada media a
moderatamentegtossolana,scheletro assente,moderatamentealcalini, molto
calcarei, con drenaggiorapido (Fluventic Ustochrepts)e da suoli profondi a
tessitura moderatamentefina, scheletro assente,moderatamentealcalini, molto
calcarei,con drenaggiolento (Vertic Ustochrepts).
Le aree interessateda igninbrite campana, investite soprattutto a colture
arboree specializzate (vigneti e frutteti), sono interessate da suoli molto
profondi a tessituramedia privi di scheletro,non calcarei, a Ph neutro, ben
drenati e con un grado di saturazione in basi molto elevato (Mollic
Ustivitrands).
L'individuazione delle caratteristicheclimaticheha comportatola ricerca e
l'utilizzo dei dati termopluviometrici relativi alle stazioni di rilevamento più
vicine al comunedi Sant'Agatade' Goti.
Sono state individuate due stazioni appartenential servizio idrografico del
Ministero LL.PP. e di cui vengono riponati in allegato i relativi diagrammi
termopluviometrici:
Telese(60 m.s.l.m.)e S.Agatade' Goti (150 m.s.l.m.).
I dati delle due stazioni indicano che il totale annuo di piovosità (medie
triennali) oscilla tra i 1200 mm. (S.Agata de' Goti) e i 1300 mm. (Telese),
confermando che la Campania e la regione meridionale con le più alte
precipitazioni.
La distribuzionedelle piogge risulta del 35.6 o/oin invemo,70.3o/oin estate,
34.4% in autunno e 16.7 in primavera (bacino del Voltumo). Le temperature
medie annue (riferite all'ultimo triennio) sono di 14.4"C (S.Agata de' Goti) e
di 13.5'C (Telese),oscillandodai7"C in Gennaioai22.6"C in Agosto.
Le precipitazioni nevose sono rare, frequenti sono invece le gelate tardive
che interessanosoprattuttole zone postealle quotepiù basse,nelle zone situate
lungo il fiume Volturno sono invece frequenti le nebbie mattutine in Primavera
ed in Autunno.
La classificazionedel clima è stata effettuataricorrendo al sistemadi C. W.
THORNTHVAITE.
Il ruolo svolto dal suolo come volano idrico è statodefinito come la riserva
utile del suolo o capacitàidrica disponibile (AWC), desuntain base a tabelle
che correlano la classi tessiturali con 1o sviluppo in profondità del suolo e/o
con valori medi di ritenzione idrica, riassumendo risulta che il clima è
essenzialmentedi tipo umido con moderata eccedenzaidnca in inverno ed una
concentrazioneestivadell'efficienzatermica compresatra il 48 e 5lo/o.
I suoli in vicinanza del Vallone Martorano, evidenzianonotevoli fenomeni
erosivi, dovuti essenzialmenteall'azione delle idrometeore, per cui essi
necessitanodi una serie di opere e di accorgimenti che nel loro insieme vanno a
costituire il corpo delle tecnichedi sistemazioneidraulico agrarie.
Tra queste tecniche rientra un'adeguatacoperturavegetale,costituita da
essenzearboree,arbustive ed erbacee,che vada a limitare l'azione battente
delle piogge e quelle di ruscellamentodelle acque.
ORDINAMENTI COLTURALI
Il territorio di Sant'Agatade' Goti si estendesu di una superficiedi 62.90
Km quadrati,ad un'altitudine compresatra i 40 e i 1.343m slrn.
Circa 2.512,5I Ha sono di Superficie Agricola Utllizzata (SAU), ed una
SuperficieAgricola Totale (SAT) di Ha 3.994,59.
La Superficie
Agricola Utllizzata è occupata da seminativi per una
superficie di Ha 922,04, da coltivazioni legnose per una superficie di Ha
1.443,96e da prati pascoli per una superficie di Ha 146,51.A tali superfici
dobbiamo aggiungerequelle investite a bosco (Ha I .047,69),ad arboricoltura
da legno (Ha37,61), ed altre superfici (Ha 183,40occupateda edifici, cortili,
stradepoderali,ecc.).
La maggior parte della SAU è destinataad oliveto (699,96Ha circa) con N.
1.130 aziendeimpegnate,seguonoi fruttiferi (437,69 Ha) con N. 540 aziende
impegnate, i vigneti (Ha 302,12) con N. 702 aziendeimpegnate, le foraggere
(Ha237,80)ed i cereali(Ha199,77 di cui Ha 60,08a frumento)conN.404
aziende impegnate mentre di gran lunga meno estesi sono gli agrumi e le
colture ortive (21.91Ha). Questeultime si sono drasticamenteridotte nel corso
degli anni: infatti, secondoi dati relativi all'ultimo censimentoad essi erano
destinatiben 141 Ha.
Per la zootecnia,notevole è statala riduzione negli ultimi anni degli ettari
destinati ai pratr permanenti e pascoli e alle colture foraggere awicendate, il
numero di aziendeche si dedicanoa tale settoresono attualmente653 di cui
141 all'allevamentobovino per un totale di N. 1.627 capi di cui 700 vaccheda
latte. Le aziende che allevano suini sono 203 con un numero di 932 capi
allevati, mentre quelle che allevano ovini sono 15 con un numero di capi
allevati di 1.861.Interessante
risultanoessereanchegli allevamenticaprini con
13 aziendeinteressateper un totale di 741 capi e avicoli con 566 aziendeed un
numerodi 10.793capi.
INDAGINE VEGETAZIONALE
Il rilevamento ha consentito di raccogliere i dati sulla vegetazione quali,
stazioni, substrato e composizione floristica. Il rilievo è stato effettuato a
partire dalla superficieminima, nella zona d'intervento, dove è stato rilevato
per ciascunaspecieil grado di abbondanzaedi associabilità,inoltre, sono stati
individuati I' associazionee I' aggruppamentofl oristico omogeneo.
Dal punto di vista fitoclimatico il territorio può essereinquadrato secondo
la classific azione del Pavari, nella zona del Lauretum sottozona calda
secondotipo, che presentasiccitàestiva.
corso degli
Questazona è caratterizzatada un'agricoltura intensiva che nel
anni ha portato alla distruzione del patrimonio vegetale spontaneo e quindi
paesaggistico,quasi tutte le siepi sono scomparseo sono state ridotte senza
tener conto della loro funzionenaturalistica,ecologicae paesaggistica.
possonotrovare
euindi i nuclei vegetazionali più appariscentidella zona si
lungo la fascia del Vallone Martorano.
La distribuzione della vegetazione forestale del territorio, conferma un
simile inquadramento con la presenza di specie tipiche della macchia
mediterranea:leccio, roverella,carpini, olivo, pioppi, robinie' ecc'
Il quadro climatico del comune di Sant'Agata de' Goti è favorevole alla
vegetazione forestale come del resto ditnostrano i
frequenti nuclei
vegetazionaliesistenti lungo la fascia del corso d'acqua, ncnché in tuito il
territorio circostante.
Tra le specie erbaceemaggiormente rappresentantie costituenti il cotico
erboso, sono da annoverare sia quelle a ciclo annuale che le perenni,
rappresentateprevalentemente da Graminacee e LegUminose, segUite dalle
Composite,dalle Liliacee,dalle Cruciferee dalle altre famiglie minori.
Tra le gtaminaceesono da annoverarei generi: Avena' Panicum, Sorghum
Festuca.Dactilis, Lolium, Phalaris, Bromus, Poa, mentre tra le legUminose,
queste ultime presenti in forma secondaria rispetto alle graminacee, si
rinvengono il genere Trifolium (subterraneum, pratensis e repens), Sulla
(Hedysaríum coronarium), Lupinella (ornobrychis viciaefolia), Lupino
(LupinusAlbus) e lotus comiculatus.
Tra le Liliacee predominail genereAsphodelusla cui presenzapuo essere
considerataun indice di degradodel cotico erboso e quindi di minore efficacia
nel contrastarei fenomenidi dissestoidrogeologicosuperficiale.
Tra le Composite si sono riscontrati i generi Anthemis, Calendula,
Chrysanthemum,mentre tra le Crucifere abbiamo i generi Brassica, Capsella,
Raphanuse Sinapis.
Tra le specie arbustive ivi presenti si annoveranoil perasto(Pirus piraster),
il prugnolo (Robus Spinosa), il biancospino(CrategusMonogina), ll rovo
(Robus Caestus),il viburno (Viburnum Lantana),I'edera (Hedera Helix) e la
canna(Arando Donax).
Il sottoboscoè ricco di muschi,pungitopi (CuscusAculeatus),sonopresenti
inoltre felci (Polipodyum Vulgare), asoaragi(Asparagus Officinalis), e funghi
(Armillaria, Amanita,Agaricus,Agrocybe).
La flora arborea è caratteizzata da una diversità biologica che dipende dai
pendii e dalla loro ubicazionesevicini o lontani dai corsi d'acqua.
Vicino a questi ultimi si trovano soprattutto i generi Salix, Populus e
Sambucus e Robinia che prediligono terreni umidi e tendenzialmentesciolti
tipici delle zone spondalidi fiumi e torrenti.
Man mano che ci si allontana dal Vallone prendono il soprawento le
popolazionidi Quercussp. quali la roverella ed il cerro, il genereAlnus, Acer,
Fraxinus, Sorbus, Ailantus, ed anche specie non autoctone, tra le specie
coltivateprevalgonoi fruttiferi, la vite e I'olivo.
Tutte le specie sia erbaceeche arboree spontanee,svolgono un ruolo di
primo piano e si può dire che la loro funzione di utilità nei confronti
dell'artropodofaunautile per l'agricoltura sia molto marcata.
Infatti esseoffrono:
o Fonti di cibo vegetaleper predatori e parassitoidi(i cosiddetti
insetti utili per I'agricoltura);
o Siti di rifugio e svernamentoper molti insetti utili;
o Accolgono predeed ospiti alternativi;
o Svolgono la funzione di piante nutrici sia per specieutili che per
speciedi particolareinteressefaunistico.
CRIT ERI DI UT TLIZZ AZIONE D ELLA C O PE RTURA VE GETAL E
E PRESCRIZIONI DI IMPIANTO E MANUTENZIONE
Tenuto conto delle caratteristichedell'area oggetto della sistemazione
idraulico forestale,determinatedai fattori abiotici (orografia, clima, suolo, e lo
specifico regime idraulico), biotici (vegetazione)ed antropici (uomo) le
essenzevegetali da utrhzzare nella copertura vegetale devono rispondere alle
seguentiindicazioni:
o Le specie vegetali da impegnare,cioè quelle già esistenti in
loco, devono offrire una grande capacità di resistenza, rJna crescita
rapida, una copertura diffirsa, una radicazione forte ed elevatarusticità,
soprattuttoper quanto riguarda le esigenzeedafiche;
o Particolare attenzione andrà posta per la salvaguardia della
vegetazionearboreaed arbustivapresentein loco e ad essasi dovrà fare
riferimento ancheper la scelta delle essenzeda adottare;
o La piantumazionedelle essenzeprescelte,dovrà essereeffettuata
utilizzando le specie presenti nell'area in oggetto e dovrà avvenire nel
rispetto dello specifico micro-clima ed alle diverse situazione
patologiche ed ecologiche che caratteizzano le diverse fasce che si
dipartonodai corsi d'acqua così come riportatoad esempionell'allegata
sezione;
o Annualmente si dovrà procedere ad interventi di manutenzione
sia del alveo dei corsi d'acqua che delle sponde onde favorire lo
sviluppodella flora piu rispondenteagli scopiprotettivi previsti.
Tali indicazioni consentiranno di dotare la zona interessatadi tutta una
serie di elementi naturali che negli ultimi decenni sono stati purtroppo ignorati
e sono ancoratutt'oggi sottovalutati.
E' davanti agli occhi di tutti lo stato di molte campagne,private di questi
elementi naturali e divenute anonime steppecolturali che trasmettonoun senso
di desolazionee di vuoto, nonchéproblemi ambientalidi erosionee di dissesto
idrogeologico.
Invece le stesse campagne con una minima percentuale di superficie
occupateda alberi, siepi, boschetti,macchiee radure,sono non solo più ricche
di vita animalee vegetale,ma anchepiu gradevoli e vivibili per I'uomo e sede
di attività produttivaecologicamente
più sostenibilenel tempo.
TIPOLOGIA DEGLI INTERVENTI
L'importanza complessiva delle zone limitrofe i corsi d,acqua, ed in
particolaredella loro funzionecome habitatper la faunae la flora selvatica,si è
evidenziatain questi ultimi anni quando I'agricoltura, con le sue tecniche di
coltivazione, ha fortemente impoverito e semplificato gli agroecosistemi
(frutteti specializzatie colture industriali).
Questofenomenoè stato accentuato,dall'opinione che la presenzadi siepi
ai margini dei campi coltivati possafavorire la diffusione di orsanismi nocivi
alle colture.
Le esperienzematuratein questi ultimi anni, dimostrano invece come una
corretta scelta delle specie vegetali da impiantare, possa invece favorire lo
sviluppo di insetti ed acari utili all'agricoltura.
Attualmente gli unici spazi naturali esistentisono quelli che delimitano i
fiumi ed i torrenti, che hanno assunto una fondamentale importanza per la
salvaguardiadella biodiversità.
ciò risulta particolarmente evidente in estate,quando in tali zone la
presenzadi acquae di vegetazionerappresentanovere e proprie "isole rifugio',
pcr la vita selvatica.
Attualmente esisteuna diffusa consapevol
ezza riguardoall'elevato valore
naturalistico delle aree prossime ai corsi d'acqua, ed è pertanto ineludibile
l'adozione di adeguateed appropriatemisure di gestionee conservazionedel
patrimoniobiologico contenutoin questearee.
con l'ipotesi progettualedi che trattasi,si migliora la qualità del paesaggio
e l'offerta del sistematerritorialepiù complessivo.
Il Vallone Martorano avrà la funzione di un corridoio verde a disturbo
antropico ridotto o nullo, al fine di mantenerela connessionetra areenaturali e
seminaturali rappresentandoun elemento fondamentale nella conservazione
della diversitàbiologica e nella tutela ambientale.
Il progetto proposto è rivolto non solo al recuperodelle aree in dissesto
idrogeologicoma anche al recuperosotto l'aspetto paesaggisticosulle sponde
del Vallone Martorano.
Esso rappresenterà un primo elemento per la costituzione di una rete
ecologicaa scalalocale.
Le spondedel fiume sarannointeressatedalle sistemazionj forestali mentre
I'alveo da quelle idrauliche.
Le prime consistono, dopo un'opportuna stabilizzazionedelle pendici, nel
ripristino della coperturavegetale,dove questaè assente,o nel migliorare la
preesistentevegetazionearbustiva.
A tale scopo saranno utilizzate preferibilmente specie autoctone locali
adattealla fascia fitoclimatica in cui la zonadi che trattasi appartiene.
Le seconde saranno opere di carattere prettamente di ingegneria
naturalistica consistenti nella risistemazione degli argini, realizzazione di
gabbionaterinverdite,palificate vive, palizzatein legnamecon talee e briglie.
Entrambi gli
interventi sia forestali che idraulicr sono comunque
complementari e strettamentelegati fra di loro.
In particolare si prevederanno:
Lungo le spondc dcl fiume sarà realizzata la messa a ciimora ili specie
arbustive autoctone per rivitali zzare areenude o interessateda eventi franosi.
per rinfoltire zone a bassa densità, dove la riva del fiume lo consente,per
creare,una coperturavegetaleche riduca l'erosione e consolidiil suolo.
La tecnica usata consisterànella messa a dimora di specie arbustive
autoctonein vasetto con una densitàdi n. 7 al metro quadro.
Prima della messaa dimora, sarannoeseguitele operazionidi preparazione
del suolo del fiume medianteI'allontanamentodella vegetazionespontaneae la
rimozionedi ostacolifisici.
La piantagionesarà quella a buche, scavateal momento della messa a
dimora,proporzionateal panedi terra della piantina.
Le cure colturali consisterannonella sostituzionedelle fallanze.sarchiaturediserbi,ripuliture e sfoltimenti.
Sono tutte quelle opereche prevedonoI'utilizzo di piante viventi e parti di
piante (talee, margotta, ecc.) come materiali da costruzione spesso in
associazionecon pietrame, legname ed altri materiali vari di origine naturale e
sintetica.
Essesono:
-
palificatevive;
-
rinverdimentodi palificate con messaa dimora di robustetalee
di specielegnose;
-
rinverdimentodi gabbionatecon messaa dimora di robustetalee
di specielegnose;
-
palizzatein legnamecon talee di specieautoctone;
-
ripristino della vegetazioneriparia nelle fascedenudate.
ELENCO DELLE PIANTE AUTOCTONE DA UTTLTZZARE NEGLI
INTERVENTI DI INGEGNERIA NATURALISTICA
E' auspicabile aumentarele specie presenti per favorire una maggiore
varietà floristica della coperturavegetale,in seguitocon le specieintrodotte,si
insedieranno gradualmente anche altre specie spontanee,considerate altrove
infestanti dal punto di vista agronomico, ma comunque positive per
l'alimentazione ed il rifugio della fauna selvatica e per la salvaguardiadella
biodiversitàin generale.
Specie arbustive: perastro (Pirus piraster), prugnolo (Prunus spinosa),
biancospino (CrataegusMonogyna) vibumo (ViburnumLantana).
specie arboree: acerocampestre(acer campestre),carpino (carpinusspp),
olivo (olea europea oleaster) lauro (laurus spp), salice bianco (salix alba),
olmo (ulus spp), frassino (fraxinus excelsior), tiglio selvatico (tilia cordata),
pioppo Qtopulusspp) e acacia(robinia pseudoacacia).
INDAGINI FAUNISTICHE
SPECIE PRESENTI E RELATIVE ESIGENZE ECOLOGICHE
Il Vallone Martorano costituisce,inoltre, un insieme di habitat unici per
una fauna estremamentericca e varia, sia acquaticache terrestre.
Le forme viventi occupanole diverse nicchie ecologicheed interagiscono
tra loro secondocomplessirapportitrofici.
Gli invertebrati(protozoi, insetti aracnidi,molluschi, ecc.) che annoverano
il maggior numero di specie, occupano importanti anelli nella catena
alimentaree di grande rmportanzaecologica.
Tra gli invertebratipiù tipici troviamo numerosespeciedi vermi, alcunedi
molluschi ed insetti.
Tra questi ultimi in particolare, oltre ai ben noti ditteri ritenuti molesti
(mosche zanzare), vi sono molte specie erbivore, dentritivore e predatrici
caratteristichedelle zone umide, tra esseriscontriamo la presenzasoprattuttodi
specie predatrici, di invertebrati e persino di girini, quali coleotteri e libellule,
che sono indici di una buona qualità dell'acqua e prima di diventare adulti
trascorronola loro vita larvale nutrendosi di larve ed adulti di altri insetti.
Sono inoltre presenti anche farfalle molto appariscenti e falene nemiche
dellecoltivazioniagraric.
Tra gli entomofagi presenti e quindi utili all'agricoltura sono stati
riscontrati Coleotteri coccinellidi (coccinella 7-punctata, hippodamia I3punctata) Imenotteri briconidi (aphidius spp, praon spp), Crisopidi, Silfidi e
Antocoridi.
I mammiferi presentiin questaareasono: il riccio (erinaceuseurepaeus),ll
toporagnod'acqua (Neomysfodiens),I'arvicola terrestre(Arvicola terrestris),
la faina (martesfoina),la volpe comune(vulpesvulpes),e la donnola(Mustella
nivelis).
Alcuni di questi come la volpe, la faina e la donnola rendono alla
vegetazione presente un grande servigio indiretto controllando il livello
numericodelle popolazionidei consumatoriprimari (topo, arvicole,ecc.).
La lepre (lepus europaeus) è pressochéubiquitaria si adatta molto bene a
tutti gli ambienti è un animale sedentarioche si spostadifficilmente dal luogo
in cui vive.
Sono inoltre presenti alcune specie di pipistrelli (chirotteri) che vivono
nelle aree boscate ed attualmente sono ancora in buon numero, grazie at'
numerosi rifugi che ancora possono occupare, come cavità di alberi piccole
grotte e sotterranei,tra questi va menzionatoil Rinolfo maggiore (Rhinolophus
ferrumequinum).
Tuttavia gli animali piu appariscentidell'area sono senz'altro gli uccelli
che contribuiscono ad abbellire il corso d'acqua e vi svolgono un ruolo
ecologico fondamentale,utllizzando il fiume come terreno di caccia e di pesca,
come corridoio di spostamento tra diversi luoghi naturali o, ancofa, come
rifugio nelle cavità dei vecchi alberi.
Quelli più diffusi sono i passeriformi,il merlo, la tortora, la gazza,l'upupa,
il colombaccio,la comacchia grlgia, tra i nottumi spiccanoil gufo, la civetta ed
il barbagianni.
I1 faggiano Qthasianuscolchicus) vive nel sottoboscoo anchenelle zone
più o meno coltivate ai margini dei campi. E' una specie stanziale o
parzialmenteerratica.
In ogni caso,importantissimoed incalcolabileè il beneficio che tali animali
anecano con la loro attività all'ecosistemadell'area. Il loro contributo,molto
spesso, sottovalutato o non considerato affatto, si traduce in termini di
controllo della entomofauna e dei piccoli mammiferi potenzialmentedannosi,
diffusione di semi e frutti di essenzevegetali.
Sulle spondedi questocorsod'acquasi trovanodi frequentei rettili come il
biacco (Col uber viridiflavus) e la biscia dal collare (Natrix natrix), il ramarro
(lacerta bilineata) nonché gli anfibi come il rospo comune (Bufo bufo) e la
rana verde (Rana esculenta), che costituiscono importanti indicatori ecologici
della qualitàe delle caratteristichedegli ecosistemiacquatici.
In particolare per le suddette specie sono determinanti alcuni fattori
ecologici quali la presenza di arbusti e di vegetazione acquatica,oltre che di
una fascia con vegetazionespontaneacircostantele spondedel fiume.
Non
risultano presenti specie rare e particolarmente minacciate,
probabilmenteperchégià estintea causadell'elevatapressioneantropicaa cui
è statasoggettal'area.
COMPATIBILITA'
DELLA
FAUNA
PRESENTE
CON
GLI
INTERVENTI DI INGEGNERIA NATURALISTICA
Gli
interventi di ingegneria naturalistica previsti nel progetto di
sistemazioneidraulico-forestalesono costituite da opere che hanno lo scopo
specifico di perveniread una riqualificazionedell'area del Vallone Martorano
nei
suoi diversi aspetti idrogeologico, naturalistico (flora fauna) e
paesaggistico.In particolareil ripristino della vegetazioneriparia nelle fasce
denudateimmediatamenteadiacenti al corso del Vallone Martorano con piante
arbustive o arboreo-arbustive consente di creare luoghi importanti per
f instaurarsi di una biocenosi (flora e fauna) più varia e per il mantenimento
degli equilibri naturali.
Altrettanto dicasi per le altre opere di ingegneria naturalistica (gabbionate
rinverdite, palificate vive, palizzate in legname con talee, ecc.) dove I'utrltzzo
di piante viventi o parti di piante permettono di svolgere una funzione di
rifusio e di nutrimento della fauna esistente.
Il Tecnico
Dott. Agr. Pietro Biele
t'\\