La “torre di Babele” avvolta nella celluloide
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La “torre di Babele” avvolta nella celluloide
IL CAFFÈ 24 luglio 2011 33 Il senso del Vip Olfatto Quel profumo dei “Brissago” GIUSEPPE ZOIS S i dice sigaro e si scrive Brissago. È un matrimonio che funziona, anche perché toscani e simili stanno avendo una seconda giovinezza. E del resto le origini del sigaro sulle rive del Verbano sono legate alla Giovane Italia, a Mazzini, ai moti patriottici, agli esuli che qui giunsero e portarono anche la fortuna di questa intuizione di successo e, prima ancora, di piacere. Gli insofferenti d’Austria fecero nascere dal glorioso Virginia la costellazione dei Brissago, dal sigaro classico a tutta l’evoluzione, Pedroni, toscani e toscanelli, “Blauband“. Non sono fumatore di sigari e simili, adoravo LA FABBRICA le “Parisiennes“, ma qualche Nel 1847 nasce la Blauband me lo son fatto. Mi fondazione della società intrigava quella pagliuzza anonima Fabbrica gialla che faceva da canna Tabacchi Brissago. Nel lungo l’anima marrone delle 1999 viene rilevata dal foglie di tabacco... il tiraggio Gruppo Dannemann garantito... Tenere il toscanello fra le labbra e farlo abilmente roteare da un capo all’altro della bocca fa tendenza e fa anche tanto maschio. Le nostre nonne, sentendo “odore“ di fumo di toscano, si lasciavano scappare “che bel profumo d’uomo!“; oggi invece madri, sorelle, mogli, amiche ti mandano quasi tutte a quel paese, con moccoli vari, per quella “puzza“ che impregna tende, abiti, tutto quanto... “Fuori“, ti intimano, ma in giardino o per strada la complicità e l’intimità non si accendono. Davidoff, uno che se ne intendeva, assicura che un sigaro, oltre che con la bocca, dovrebbe essere fumato “con la mano, gli occhi, lo spirito“. Ho un amico MARILYN MONROE VISTA Un filmino in bianco e nero, dura sei minuti e risale al 1946, quando Marilyn aveva 21 anni. Sarebbe lei nel filmino porno all'asta (a partire da 400mila franchi) il 7 agosto prossimo a Buenos Aires PIPPA MIDDLETON GUSTO Dopo le nozze di nozze di William & Kate spopola la super cognatina ora protagonista di un'opera in versione pasticcera: utilizzati 15mila pancakes per un suo mega ritratto, lato B incluso ANDREA MANDORLINI TATTO Ha scelto uno strano modo l’allenatore italiano del Verona calcio per far riappacificare i suoi tifosi coi rivali storici della Salernitana: si è unito al coro allo stadio dei supporters: “Terroni, terroni vi amo”. Il sensone architetto che, essendo del Locarnese, ha stretto un patto di fedeltà con i “Brissago“. Quando saltuariamente gli vien voglia di “farsi“ un sigaro, deve appartarsi in una stanzetta a fumare in solitudine, da clandestino in casa. A proposito di mascolinità da sigaro, Umberto Bossi l’ha accreditata bene con toscano, foulard verde e “celodurismo“ che dispensa da spiegazioni. Quando fu colpito dal coccolone, il “senatur“ italiano, timoniere del Carroccio, passò una lunga convalescenza proprio a Brissago e sicuramente si è fatto il gusto con i prodotti della rinomata fabbrica. I Brissago sono una storia, un mito, un legame affettivo, una cartolina. Chi fuma un “Blauband“ o qualche suo “fratello“ lo fa per piacere e non lo commenta: lo gusta! Per fortuna non c’è chi, come col vino, deve esaltarne sapori immaginati più che immaginari. Piace a chi... gli piace, per il gusto tutto suo, deciso, denso, irripetibile, ciascuno ci trova le sue virtù. Lo accendi e tiri - mi confessa un seguace del Pedroni - senti la sua essenza uscire dal gambo, appoggiarsi sulla lingua, mentre te la scalda e preme contro le guance. Lo spingi fuori sottoforma di fumo che, per un LA PRODUZIONE breve tratto, assume il con- Ai Virginia si aggiunse torno delle tue labbra, poi va più tardi la produzione dritto o vaporoso dove lo indi- dell'altra specialità della rizzi. In questa liturgia, rivedo Tabacchi: i toscani, il mio vecchio direttore in cler- fabbricati secondo le gyman, “don Fegato“ che, antiche ricette prima di accendere il suo Toscanello Brissago, lo portava all’orecchio e lo faceva rotolare tra i polpastrelli dell’indice e del pollice: quasi lo ascoltava, talora forse più di noi giornalisti. Un leggero fruscio, come di camminar di bimbo su foglie cadute dopo una leggera pioggia autunnale... Quando lo riteneva umido al punto giusto, si illuminava sotto gli occhiali: quella è infatti la promessa migliore che il “tizzo“ del tabacco arde bene e non avvampa o non stenta. KATY PERRY GOLA Più che gola è ingordigia quella manifestata dalla bella Katy che ha fatto incetta di nomination ai prossimi Mtv Awards 2011 in programma il prossimo 28 agosto. In lizza, tra l’altro, per il miglior video pop, la miglior collaborazione , la miglior regia, i migliori effetti speciali e il “biggie”, alias il video dell’anno. Udito Cinema Come da tradizione il Festival del film di Locarno ospita tutte le voci e le lingue del mondo La “torre di Babele” avvolta nella celluloide EZIO ROCCHI BALBI I l cinema è immagine, d’accordo, ma se prendiamo in considerazione i festival internazionali cinematografici è impossibile non rimanere affascinati dalla pluralità di suoni, musiche e soprattutto idiomi che si mescolano multiculturalmente non solo sul grande schermo, ma anche in tutti i luoghi della kermesse stessa. Se poi parliamo del Pardo, che dal 3 al 13 agosto fa tabula rasa di qualsiasi evento culturale nel Paese con la sua 64esima edizione, viene istintivo parlare di una vera e propria torre di Babele. Di celluloide, s’intende. La molteplicità di suoni del festival di Locarno già poggia sullo zoccolo duro iniziale del trilinguismo nazionale, se poi dovessimo elencare tutti gli idiomi rappresentati dalle pellicole, dai produttori, autori e attori vari di ogni singolo film, non basterebbe lo spazio di questo articolo. Un elenco interminabile di film e ospiti che spazieranno dalle proiezioni in Piazza Grande al concorso internazionale, dal “Fuori concorso” alla competizione riservata ai Cineasti del presente, fino ai Pardi di domani, ai Premi e Programmi, fino ad Open Doors (per tacere della retrospettiva dedicata a Vincente Minnelli). Ma la vera “colonna sonora” del festival - forse è inutile ricordarlo - è rappresentata più dagli ospiti, pubblico e protagonisti diversi, che dai vari sound track originali dei film. Sarà per quel clima informale che, da sempre, contraddistingue il Pardo; sarà per quell’eredità elvetica di neutralità che ha sempre permesso alla rassegna le scelte più coraggiose e anticonformiste, superando paura, censure e veri e propri veti che - in altri Paesi - soffocavano libertà culturali e d’espressione. Fatto sta che Locarno, per almeno una decina di giorni, si trasforma in una sorta di porto franco per i cinefili di tutto il mondo che, proprio per queIl Caffè/Renè Bossi sto imprinting multiculturale e multietnico del Pardo, si scambiano opinioni, commenti all’insegna della globalizzazione più totale. Insomma, il Festival ospita da sempre tutte le lingue, ma anche tutte le “voci” del mondo. Un piccolo appunto, se parliamo del senso dell’udito, meritano anche quei suoni, quelle voci, quelle musiche completamente inedite. È il caso delle 23 pellicole che, solo tra concorso internazionale e Cineasti del presente, verranno presentate a Locarno in prima mondiale. Non si dovrà attendere nessun suono, nessun rumore, dalla flotta di 50 biciclette elettriche disponibile gratuitamente per tutti gli accreditati. Biciclette alimentate da energie rinnovabili per spostarsi da un luogo di proiezione all’altro; un modo apprezzabile del Festival per limitare l’impatto ambientale dell’evento. Ma è anche l’unico caso in cui al Festival sta bene non “fare rumore”... [email protected] IL PARDO Dal 3 al 13 agosto va in scena a Locarno la 64esima edizione del Festival internazionale del film con 23 prime mondiali IN COMPETIZIONE Il Concorso internazionale proporrà venti lungometraggi, di cui 14 in prima mondiale. Nove prime mondiali tra le 14 opere prime o seconde della sezione Cineasti del presente. Parallelamente ai concorsi, una quindicina di film Fuori concorso, gli eventi in Piazza Grande e i cortometraggi dei Pardi di domani L’audio digitale Il sound spaziale in Piazza Grande I l suono, o meglio il sonoro, deve essere impeccabile in uno “sala cinematografica” come Piazza Grande; un immenso spazio open air capace di accogliere ogni sera fino a 8mila spettatori, ma anche il cuore e la vetrina del Festival. È vero che il suo schermo gigante, uno dei più grandi d’Europa, rende la piazza locarnese uno dei cinema all’aperto più belli al mondo, ma nella dotazione di straordinarie qualità tecniche di proiezione quello che è spaziale è proprio il “sound”. Una fonte purissima di suono analogico e digitale classificata “5.1”, e con l’imprimatur dei marchi più sofisticati come Dolby, Sdds e Dts. Come se fosse un enorme studio di mixaggio, infatti, il sistema audio è stato sviluppato specificatamente per la Piazza Grande, nel rispetto delle norme degli studi professionali. Quel tocco in più, insomma, percepible dalla prima all’ultima fila (e anche oltre ad esser sinceri) ad una cornice unica che riunisce ogni sera il variegato pubblico festivaliero per un grande evento cinematografico. Del resto il programma della Piazza vanta prestigiose produzioni, la maggior parte in prima visione, presentate dal regista e dal cast, e anche l’orecchio vuole la sua parte. e.r.b.