Esiste solo l`uno, solo l`uno esiste l`uno solamente, senza il due?

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Esiste solo l`uno, solo l`uno esiste l`uno solamente, senza il due?
Esiste solo l'uno, solo l'uno esiste
l'uno solamente, senza il due?1
Il tema della relazione in generale e nello specifico quello della relazione di coppia è stato affrontato da
tantissime artiste donne (Nan Goldin, Tracey Emin, Joan Jonas, Pipilotti Rist, Louise Bourgeois, Jenny
Holzer etc…) ma Alessia non tratta l’amore fisico, bensì quello spirituale e sceglie una mela per
interrogarlo.
Partendo dal Simposio platonico, l’artista, novella Zeus, separa il frutto in due metà, nate come parte di un
uno, fatte della stessa anima. Le accetta in un processo che prevede una sintesi gestuale e temporale. Un
taglio secco, ripreso dalla telecamera, a sfiorare i luoghi della coscienza e della storia di chi guarda. Ripete
questa accettazione con tantissime mele. Prima le osserva da lontano, a lungo, come Zeus, poi le separa,
inconsapevole della traiettoria e delle forme che assumeranno. (E’ il video Accettazione visibile in mostra da
un piccolo foro).
Continuerà a guardarle, seguendo la loro ricerca continua dell’altra metà. Alcune si accontenteranno della
metà che troveranno facilmente e senza sforzo, gioiranno di questa comoda sicurezza. Altre vagheranno in
continuazione, lanciandosi con entusiasmo in nuovi incontri, per poi uscirne ammaccate, o deluse, o
disilluse, o rinforzate, oppure, nel migliore dei casi, felici, volteranno pagina. Altre metà continueranno a
scalfirsi da sé, ostinandosi in legami impossibili, indurendosi talvolta o consumandosi viepiù. Sono poche le
metà che s’incontreranno e riconosceranno la loro comune origine, ma - forse - è per quelle poche che si
crede ancora nell’amore.
E’ l’immaginazione a scendere in campo per ricostruire l’episodio divino raccontato nel Simposio di Platone
da Diotima a Socrate, in cui viene narrata la nascita di Eros. Un concepimento fatto di pochi istanti, di un
desiderio e di una parentesi del sonno: l’incontro fra una Penia (Povertà) che vaga in cerca di quella bellezza
a lei mancante, che la nutra. Di una Penia amante che si avvicina all’amato ebbro (Poros, Ingegno) e lo
conquista. Perché c’è sempre una parte che ama e una parte amata, che per un attimo abbandona avidità ed
astuzia, e l’amore si realizza nel compimento di questa conquista.
Potremmo dire che Alessia cerca di capire come dopo la separazione della stessa anima in due metà distinte,
l’Eros possa sussistere, resistere o meglio esistere per tenerle legate, pur nella distanza.
Qui entra in campo la questione della specularità delle due metà. Nella celebre opera lirica Carmen di Bizet,
la relazione fra Carmen e Josè è una relazione speculare competitiva ed erotica, vissuta fra il piacere
dell’onnipotenza e l’angoscia dell’impotenza, nel tentativo reciproco di dominare l’altro e trionfare su di lui.
Per Josè conquistare Carmen è percepito come prova di grandiosità e onnipotenza, non conquistarla come
prova di miseria e impotenza. Lei è la donna più desiderata della città. Carmen è amata come estensione
narcisistica del sé2. Anche Carmen ha una personalità narcisistica che la costringe a percepire le persone
come prede da derubare o da utilizzare all’interno del suo progetto di vita zingaresca, fondata sullo
sfruttamento dei “Payllos” (dei non zingari)3. Così la relazione dei due singoli individui estende il suo potere
d’azione a due sistemi di valori interiorizzati: quello zingaresco e quello contadino. L’incoercibile tendenza
a competere con tutti accomuna i due protagonisti. Si tratta di due metà speculari, che investono nell’altro
per colmare una personale mancanza4.
La letteratura ci dimostra che tutti i più grandi amori (Dante e Beatrice, Laura e Petrarca, Romeo e Giulietta
etc…) sono tutti amori pensati, che vivono a livello cerebrale, più che fisico, o sono amori impossibili.
L’unione vera si attua forse fra due metà che possono donarsi la medesima natura spirituale, caratteriale,
forse lo stesso approccio alla vita.
Per sperimentare tale unione Alessia impasta una metà mela di terracotta, la unisce ad una metà mela
organica (è la fase documentata nel video Manipolazione), e le cuoce in forno, rispettando i tempi di cottura
della prima metà. La cottura come un processo di evoluzione, di sviluppo da stadio a stadio, oppure come
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da Alcesti di Mariangela Gualtieri, corsivo mio.
J. Sandler, Note psicoanalitiche sull’amore, in D. N. Stern, M. Ammaniti, Psicoanalisi dell’amore, Laterza, Bari, 1993.
3 S. Lombardo, L’amore di Carmen, in “Rivista di psicologia dell’Arte”, Nuova Serie, XVII, 7, 1996, p. 46
4 Cfr. S. Freud, Introduzione al narcisimo, in “Opere”, VII Vol. Bollati Boringhieri, 1967-80 e cfr. H. Kohut, Pensieri sul
narcisismo e sulla rabbia narcisistica, 1972, trad. in La ricerca del Sé, Boringhieri, Torino, 1993.
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atto contro natura, dal momento che prevede l’intervento dell’uomo e segue solo i tempi della mela di
terracotta? Sono diversi stecchini di legno ad unire le due metà: si tratta di un legame forzato o di una forza
indispensabile e necessaria, espressione di un desiderio insopprimibile e mai consumato: l’Eros appunto?
Quel desiderio di bellezza, che l’amore non deve mai smettere e non può mai cessare di difendere e
ricercare. Eros come cavaliere della bellezza. Una forza non ben identificata ed identificabile, ma l’unica
capace di renderci compartecipi ad uno stato del divino, di superare la distanza tra uomini e dèi, essendo lui
a mezza via fra gli uni e gli altri.
L’eros come legame, come forza, come necessità perché il desiderio nasce laddove si avverte una mancanza,
l’eros come proiezione di un proprio ideale che si trova nell’altro. Come protezione, forse. Protesi.
Ecco, protesi. Lungi dall’amore platonico nel suo cammino verso una virtuosa bellezza, l’essere umano
d’oggi, probabilmente frustrato e ferito dalle numerose sofferenze d’amore, cerca un amore artificiale, da
ritrovare in una voce elettronica, in una bambola gonfiabile, in un cervello programmabile.
In Her, ultimo film di Spike Jonze, il protagonista in fase di divorzio, si lega romanticamente ad un
software, un sistema operativo parlante che sfrutta l'intelligenza artificiale, progettato per adattarsi ed
evolversi, addirittura oltre i limiti dell’umano, da stancarsene ed abbandonarlo, creando nuovamente un altro
vuoto.
Allora forse l’unione fra quelle due metà della mela, è l’unione fra due individui di diversa natura, fra cui, al
di là del rapporto fisico, si sviluppa una forma di dipendenza e di necessità, che può anche inserirsi in un
processo di elevazione interiore e spirituale?
E qui Socrate sarebbe concorde poiché il fine sommo dell’unione è l’evoluzione del Sé, tramite e grazie la
metà mancante.
Rimane il problema della temporalità, che Platone non affronta nel suo Simposio. L’altra metà potrebbe
essere anche temporanea e destinata ad essere cambiata, seguendo il ritmo evolutivo del nostro essere?
Nei lavori di Alessia le tempistiche sono dettate dal tempo del taglio (un istante che dura financo una vita
intera), dal tempo della manipolazione (che corrisponde probabilmente al tempo della nostra educazione alla
vita e quindi alle emozioni) e da quello della cottura (che è al fase più critica e soggettiva).
I lavori fotografici e video in mostra fanno parte di un unico progetto portato avanti a NYC, la grande mela
per definizione, e perfezionato per questa mostra che vuole far entrare lo spettatore come nella pancia di
Giona, ovvero dentro di sé, i propri fantasmi e vie di fuga, per proiettarlo all’interno di una pellicola
cinematografica, della quale si adottano chiaramente i procedimenti, a partire da un sonoro distinto dal
visivo (l’audio del taglio che non segue l’immagine video) e proseguire nel montaggio del processo della
manipolazione che ricorda il montaggio veloce e narrativo del cinema muto.
I grandi interrogativi su questa forza rimangono. Forse l’amore esiste solo come risonanza fra la mia metà e
la tua metà, in un uno che pare due.
Elena Abbiatici