Scheda informativa 2015-16 - Master in Lingua, letteratura e civiltà
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Scheda informativa 2015-16 - Master in Lingua, letteratura e civiltà
2 Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana LINGUA, LETTERATURA E CIVILTÀ ITALIANA PIANO DEI CORSI Laurea Magistrale OBIETTIVI E CONTENUTI Conoscere e gustare l’intreccio Ha scritto Yves Bonnefoy che l’arte italiana è delle arti e della letteratura l’«arrière-pays», il retroterra di qualsiasi esperienza e memoria del bello; e Osip Mandelštam generato dalla civiltà italiana osservò che per leggere Dante occorre avere uno sguardo volto al futuro. Questo è l’ambito della civiltà italiana: la memoria di una perfezione condivisa, l’esercizio di un pensiero capace di abbrac- ciare gli «universali» della condizione umana. Questa universalità non è somma di digressioni all’infinito: è, al contrario, come scrisse Jorge Luis Borges della Divina Commedia, capacità di racchiudere tutta una vita in un verso. Comprendere il vissuto della storia, gli universali del pensiero, stringerli in sintesi, offrirli come una ‘prospettiva’: arte, filosofia, poesia, spiritualità chiamate a dar forma all’essenziale. In questa prospettiva, il Master in Lingua, letteratura e civiltà italiana realizza quanto Gianfranco Folena disegnò storicamente nel suo saggio L’italiano in Europa (1983): una lingua di civiltà delle arti, capace di unire creazione e ragioni civili del ‘patrimonio dell’umanità’. Per questo sono stati chiamati ad insegnare docenti che, dalla Svizzera, dall’Italia, dalla Francia, dalla Germania, incarnino essi stessi – nel loro percorso di ricerca – questa parabola, sempre viva, di una «lingua dolce e sapida, fatta di suoni di solidarietà» (O. Mandelštam, 1933). Approfondire il legame fra la civiltà italiana e quella europea Il Master individua diversi sbocchi, oltre alla possibilità di proseguire con un dottorato di ricerca: l’insegnamento dell’italiano, della sua lingua e civiltà, nelle scuole della Svizzera, e non solo; la formazione bibliografica e archivistica per le Biblioteche e gli Archivi; la conoscenza dei modi e delle forme della conservazione dei manufatti artistici e del patrimonio per la gestione dei Musei e del lascito della «memoria collettiva». Dopo il primo anno di Master, il terzo e quarto semestre prevedono anche insegnamenti specifici per conseguire competenze orientate agli ambiti professionali individuati. Una tesi di ricerca nell’area prescelta completerà il biennio formativo. Guardare alla storia con la precisione scientifica e la capacità critica necessarie a progettare un futuro migliore per una comunità culturale Nel processo di formazione di una coscienza della comune civiltà europea, che attende l’esercizio di responsabilità dei giovani del XXI secolo, questo Master si presenta come il maturo convergere a sintesi di larghissime esperienze di insegnamento e il coerente articolarsi di paradigmi di lettura critica per disporre, dal presente, di “cornici d’avvenire”. PRIMO SEMESTRE Crediti obbligatori (21 ECTS) Lingua (3 ETCS) Storia della lingua italiana Letteratura (18 ECTS) Letteratura Medievale e Umanistica Letteratura del Rinascimento Letteratura dell’età dei Lumi SECONDO SEMESTRE Crediti obbligatori (24 ECTS) Lingua e letteratura (9 ECTS) Grammatica e atti di linguaggio Argomentazione Retorica e stilistica Letteratura (15 ECTS) Letteratura dell’età barocca Letteratura del secondo Ottocento e del Novecento Letterature comparate Ermeneutica e storia della critica TERZO SEMESTRE Crediti obbligatori (18 ECTS) Lingua e Letteratura (12 ECTS) Costruzione di testi Letteratura e libri di testo Letterature regionali e tradizioni europee Storia dei generi letterari Storia del libro (6 ECTS) Storia del libro e bibliografia Principi di biblioteconomia digitale 3 6 3 3 3 3 3 Letteratura dell’età romantica Letterature comparate Crediti a scelta (12 ECTS offerti) Arti / Storia / Civiltà Storia dell’arte medievale Storia dell’arte moderna Il testo in scena Storia, cultura, mentalità 3 3 3 3 3 3 Crediti a scelta (15 ECTS offerti) Arti / Storia / Civiltà Storia delle forme Storia della spiritualità Letteratura filosofica latina (condiviso con BLLCI) Analisi del prodotto cinematografico Dottrine politiche 3 3 3 3 3 3 6 3 3 3 3 3 3 3 3 QUARTO SEMESTRE Tesi Totale ECTS Il piano di studi può essere soggetto a cambiamenti. Crediti a scelta (15 ECTS offerti in corsi; 3/6 di stage/biennalizzazione) Biennalizzazione esame del prof. relatore 3-6 Stage opzionale (III o IV semestre) 6 presso istituzione partner Arti / Storia / Civiltà (15 ECTS) Storia delle rappresentazioni dello spazio (Geografia storica) 3 Storia dell’arte e museologia 3 Didattica dell’italiano L2 3 Ascolto e silenzio tra musica, letteratura, comunicazione 3 Archivi digitali 3 30 120 Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana LINGUA, LETTERATURA E CIVILTÀ ITALIANA Laurea Magistrale Tema annuale: Esilio, migrazione, diaspora Molte vie, d’esilio e di rinascita, sono qui proposte: tante che pare non ci sia più un “altrove”. Eppure, nel tempo presente, l’accoglienza del migrante è avara, ma non cancella le parole che Dietrich Bonhoeffer ebbe a scrivere negli anni più cupi del nazismo: «Se un villaggio non ne vuole sapere, allora passiamo al prossimo». Esilio e profezia sono lo stesso cammino, oltre il “qui” del presente. PRIMO SEMESTRE Silvia Albesano Storia della lingua italiana «Io vengo ascrive questa mia lettera…». L’«italiano popolare» o «dei semicolti»: elementi per un’altra storia della lingua Tra il 1915 e il 1918, il linguista austriaco Leo Spitzer (1887-1960), in quegli anni censore militare, ha raccolto un nutrito corpus di lettere di prigionieri di guerra italiani, poi pubblicato in Lettere di prigionieri di guerra (1921; tr. it. 1976). Così facendo, oltre a rendere noti documenti di altissimo valore storico e umano, Spitzer ha inaugurato un campo di studi tuttora molto vitale. Al centro dell’interesse è l’italiano di coloro che, spesso dotati di uno scarso grado di istruzione, si accostano alla scrittura incalzati da eventi e urgenze particolari (la guerra, l’emigrazione, la lontananza forzata dai propri cari o dal proprio luogo d’origine), mossi soprattutto da esigenze comunicative; o di chi, per esempio, a quel pubblico di illetterati si rivolge per impartire precetti e insegnamenti. Per la storia della lingua italiana è un argomento cruciale, perché coinvolge alcuni temi portanti quali la dialettica tra oralità e scrittura, tra lingua e dialetto, tra localismo e sovraregionalità. Oggetto del corso sarà la lettura di un campione significativo di testi in «italiano popolare» dal Cinque al Novecento, con l’intento di isolarne i tratti linguistici peculiari e discriminare quali di essi siano legati a precise contingenze storiche e sociali e quali invece si ripropongano senza soluzione di continuità. 4 Corrado Bologna – Mira Mocan Letteratura medievale e umanistica «In exitu Israël de Aegypto». L’esilio fra allegoria e biografia nella letteratura del Medioevo Il tema dell’esilio come allegoria della condizione umana percorre gran parte della letteratura medioevale, a partire dall’esperienza della regio dissimilitudinis esplorata nelle Confessiones di Sant’Agostino, fino all’esperienza somma di Dante, exul immeritus e «altissimo poeta» del ritorno alla patria celeste. Nella prima parte il corso ripercorrerà alcune tappe salienti nell’evoluzione del tema a partire dalle sue radici bibliche e dai commenti medioevali ai testi veterotestamentarii, quindi attraverso l’analisi di testi poetici in volgare che affrontano l’esperienza dell’esilio e della migrazione (ad esempio gli echi letterari e culturali della «diaspora dei trovatori» o la «ballatetta» di Guido Cavalcanti). La seconda parte del corso sarà dedicata specificamente all’esilio dantesco e alla sua rielaborazione poetica fra De vulgari eloquentia e Commedia. Stefano Prandi Letteratura del Rinascimento L’esilio della parola: Tasso, Campanella e la “poetica della reclusione” La prigione, proprio a partire da Tasso e Campanella, si afferma come uno dei luoghi letterari per eccellenza, uno scenario capace di enfatizzare in modo inedito i tormenti e le rivendicazioni dell’io. Se il mito dell’esilio, da Dante al Petrarca, aveva costituito una via per costruire la mitografia del proprio personaggio autoriale, nel segno di una separatezza ed eccezionalità rispetto ad uno sfondo di mediocre conformismo, con la rappresentazione della propria reclusione Tasso e Campanella tendono a sovrapporre realtà biografica e invenzione poetica come non era mai accaduto nella precedente storia letteraria, provocando una sorta di cortocircuito che costituisce una svolta decisiva all’interno della codificazione del genere lirico. I due autori, malgrado la sostanziale diversità delle rispettive poetiche (Campanella rimprovererà al Tasso, in un sonetto giovanile, l’eccessivo edonismo linguistico), condividono la fondazione di uno stile caratterizzato dall’espressione impetuosa del lamento e della protesta, che trova come unico termine di paragone della tradizione la poesia dei Salmi. Essi sono inoltre accomunati da un’identica preoccupazione per la dimensione metapoetica, e più precisamente per il controllo dei dispositivi che regolano l’interpretazione testuale: non a caso le loro raccolte presentano sistematicamente “argomenti” ai singoli componimenti e, soprattutto – caso assai raro nella lirica rinascimentale –, un autocommento. Il corso si propone, attraverso l’analisi di un campione significativo di testi tratti dalle Rime e della Scelta di poesie filosofiche, di individuare gli stilemi e le tematiche principali di questa “poetica della reclusione”. Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana Sara Garau Letteratura dell’età dei Lumi Migrare e conoscere. Letterati e avventurieri del Settecento «Una storia intiera, e magnifica, e peculiare all’Italia sarebbe a fare degli Italiani fuor d’Italia» (Cesare Balbo, Della Storia d’Italia dalle origini fino ai nostri giorni. Sommario [1846-47]). Tra Sette- e Ottocento, nell’Italia post-rivoluzionaria e napoleonica, si fa ingente il fenomeno dell’esilio politico, che prelude a quell’«istituzione» (Carlo Cattaneo, Ugo Foscolo e l’Italia [1860]) che sono gli esili risorgimentali, da Foscolo a Mazzini, Garibaldi e molti altri. Il Settecento è tuttavia costellato anche da un diverso tipo di migrazione, che precede quello appena menzionato, e a cui si rivolge specificamente l’interesse del corso: si tratta di quegli spostamenti che non sono dettati da motivazioni politiche, e che nemmeno vanno annoverati entro l’esperienza odeporica settecentesca più propria, intesa come confronto temporaneo con l’alterità. Interessano qui piuttosto quelle parabole esistenziali di letterati e ‘avventurieri’ che per motivi professionali (si pensi a Metastasio e a Goldoni, ma anche a una figura come Giuseppe Baretti), a volte anche più ‘romanzeschi’ (come nel caso, ad esempio, di Giacomo Casanova) vanno a compiersi fuori d’Italia, in un confronto più duraturo con lingue e culture altre. Carlo Ossola Letteratura dell’età romantica «La reggia e il triste esilio». Il mito di Napoleone nella letteratura romantica Dall’ode A Bonaparte liberatore di Ugo Foscolo, al Cinque maggio di Alessandro Manzoni a Guerra e pace di Lev Tolstoj, il mito di Napoleone ha attraversato tutta la letteratura europea dell’Ottocento, soprattutto nelle opere di Stendhal, La Chartreuse de Parme e la Vie de Napoléon (nonché i Mémoires sur Napoléon), destando ammirazione e pentimenti sin dalla Sinfonia Eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grand’uomo di Beethoven. In tutti rimase lo stupore di un’avventura che non avrebbe avuto eguali: «Né sa quando una simile / Orma di piè mortale / La sua cruenta polvere / A calpestar verrà.» Piero Boitani Letterature comparate L’esilio dalla Bibbia ai moderni L’esilio, la diaspora, la migrazione sono condizioni materiali e spirituali a un tempo. Questo corso, che riguarda la letteratura e non la storia, intende esplorare soprattutto la dimensione spirituale. Il punto di partenza sarà naturalmente la Bibbia, in particolare i Libri dell’Esodo, di Isaia, di Ezechiele e dei Salmi. Come mai la migrazione di Israele in Egitto (Giuseppe, i fratelli, Giacobbe) è vissuta come esilio? Nella storia e nella letteratura di Israele si verificano poi un esilio vero e proprio, a Babilonia, e una diaspora dopo la distruzione del Tempio da parte di Tito nel 70 d.C. Quale importanza hanno per la letteratura d’Occidente e come sono riformulati i temi biblici nella letteratura successiva? Esistono, si sa, altre forme di esilio: Filottete, nel dramma di Sofocle, vive nell’isolamento imposto dai greci; Ovidio, dal Mar Nero, scrive i Tristia e le epistole Ex Ponto; la migrazione da Troia di Enea e dei suoi nell’Eneide punta alla fondazione di 6 un nuovo mondo, quello di Roma. Tra Medioevo e Rinascimento i modelli biblici e quelli classici si intrecciano, per esempio in Dante, Villon e Du Bellay. Gli echi giungono sino al Foscolo, ma intanto si sviluppa un tema nuovo, quello dell’esilio volontario (perché solo con l’esilio si conquistano appieno le proprie radici identitarie e culturali): è il caso degli espatriati americani a Parigi negli Anni Venti del XX secolo, di Joyce a Trieste, e di Stephen Daedalus del Ritratto dell’artista da giovane di Joyce. Infine, lo sradicamento completo diviene dimensione esistenziale, come nella Terra desolata di T.S. Eliot e in Camus. Gerhard Wolf Storia dell’arte medievale Immagini e artefatti migranti tra lo spazio e il tempo (IV - XIV secolo) Le immagini sono mobili o migrano sotto vari profili. Si può trattare di motivi e forme trasmesse attraverso il tempo e lo spazio, si pensi alla sopravvivenza di divinità pagane nella pittura medievale oppure alla diffusione di copie di un’immagine miracolosa e di formule iconografiche tra Bisanzio, il Mediterraneo e l’Italia. Tali migrazioni sono legate a loro volta in vari modi a realtà sociali, politiche o religiose. Le immagini migrano con e tra individui, gruppi e popoli, viaggiano con veicoli e velocità diversi; infatti lo studioso Aby Warburg ha coniato il termine di ‘veicoli di immagini’ («Bilderfahrzeuge») per mettere in luce tali dinamiche, in rapporto anche alle differenti tecniche e media artistici. Il seminario si concentra sulle migrazioni di immagini e artefatti in un’ottica comparativa e trasversale (considerando città come Roma, Venezia, Palermo, Pisa, Assisi, Padova, Genova e Siena). Una particolare attenzione sarà dedicata a rituali e leggende intorno a immagini considerate antiche o arrivate da lontano: icone e statue che si muovono in processioni e diventano il centro di rituali politico-religiosi; cicli di affreschi, rilievi e sculture che articolano e condizionano scambi sociali e interculturali; immagini e artefatti che contribuiscono alla nascita e promozione di una cultura visiva interregionale condivisa o alle distinzioni e gli intrecci tra le culture. Se a volte immagini e artefatti si trovano apparentemente in esilio, l’esilio è anche al centro di tanti episodi nelle storie raffigurate sulle pareti di chiese e palazzi medievali. Partendo dallo studio delle migrazioni in tali prospettive, il seminario si apre a un orizzonte più ampio, cioè quello dello spazio e del tempo stesso, articolati attraverso l’urbanistica, i monumenti antichi e nuovi con le loro statue, pitture, etc.: spazi in cui immagini e artefatti si collocano e spazi che rappresentano, in un complesso gioco tra stabilità e movimento / mobilità. Carla Mazzarelli Storia dell’arte moderna L’esilio di Lorenzo Lotto «Per capire bene il Cinquecento, conoscere Lotto è importante quanto conoscere Tiziano». Così scriveva Bernard Berenson nel 1895. Allo studioso si deve la riscoperta della vicenda artistica del pittore “inquieto” del Rinascimento, la cui personalità rimasta a lungo ai margini della storiografia, era destinata a diventare una delle più indagate dalla critica moderna. La scelta di un percorso di allontanamento e di emarginazione da Venezia, dominata da Tiziano, condusse Lotto a lavorare in territori ‘periferici’ e in terraferma, dalle Marche a Bergamo e Brescia, ad 8 Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana Ancona sino alla morte, «senza fidel governo et molto inquieto nella mente», come Oblato nella Basilica della Santa Casa di Loreto. I dipinti allegorici e la ritrattistica, i rapporti con la committenza e le iconografie sacre: il corso si propone di ritessere la trama del peregrinare ramingo di Lotto, rileggendone le opere, attraverso anche lo scandaglio dei nuovi documenti e delle più recenti interpretazioni della critica, nell’intento di comprendere la portata innovativa del suo esilio artistico. Basato sullo studio di testi religiosi e letterari scelti principalmente, ma non soltanto, in campo italiano, il corso sarà costruito sul confronto delle immagini dell’esilio antico con le loro metamorfosi medievali, in primo luogo quella ambivalente di Ulisse: eroe errante pre-cristiano ma anche sacrilega. SECONDO SEMESTRE Stefano Tomassini Il testo in scena «Un ebreo marginale»: attualità della Passione. Il corso affronta testi performativi liturgici, teatrali, coreografici, musicali e cinematografici sul racconto evangelico quale archetipo dell’esilio e della diaspora in terra. La figura e la vita di Cristo è storia esemplare non solo del dramma sacro ma anche, nel più recente disegno esegetico di John P. Meier, di ogni migrazione e condanna alla marginalità della storia: la «salute del Mondo» grazie alla «desolazione di un corpo». Dal modello delle sacre rappresentazioni medievali e quattrocentesche alla tragedia sacra barocca di Francesco Pona, Il Christo Passo (1629); dalla Passione di Gesù Cristo azione sacra (post-oratorio e pre-melodramma) di Pietro Metastasio (1730) all’evento filmico di Pier Paolo Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo, 1954) o al progetto speciale di Virgilio Sieni per Biennale Danza di Venezia (Vangelo secondo Matteo. 27 quadri coreografici, 2014), fino alle versioni, tra nuovo umanesimo e ibridazione musicale, delle passioni bachiane offerte da John Neumeier (Matthäus Passion, 1981), Alain Platel (Pitié!, 2008), e Laurent Chétouane (Bach/Passion/Johannes, 2014): sarà il problema di questo «corpo ai margini», in tutta la sua Theatralische Sendung, a interrogare l’attualità dei suoi esilî e dei suoi ritorni. François Dupuigrenet-Desroussilles Storia, cultura, mentalità Esuli e banditi nel Medioevo. Situazioni di bando e di rifugio in un paese straniero erano frequenti durante il medio evo – si pensi solo all’«essilio» di Dante –, e i pauperes erano condannati in tempi di carestia a un’erranza forzata attraverso le campagne, massa fluttuante di vagabondi che si spostavano su grandi distanze in cerca di elemosine. Ma per i medievali l’esilio era anzitutto una immagine della fugacità della vita, dell’idea che l’uomo è uno straniero sulla terra: nell’inno mariale Salve regina, cantato ogni giorno da monaci cluniacensi e cistercensi durante la liturgia delle ore, sono evocati i «figli di Eva in esilio» (exules filii Evae). Per questo i nomadi della società medievale erano controllati ma non temuti. Anzi, sulla scia dei pellegrini che bazzicavano da secoli le strade che portavano a Gerusalemme, a Roma o a San Giacomo di Compostela, dal Duecento in poi francescani e domenicani, imposero un modello di nomadismo religioso molto simile a quello che esaltavano nello stesso periodo i romanzi di cavalleria con la figura del cavaliere errante. Antonella Anedda Letteratura del secondo Ottocento e Novecento «Se c’è qualcosa di buono nell’esilio è che insegna l’umiltà. Si può perfino arrivare a dire che quella dell’esilio è la più alta lezione di umiltà, la lezione definitiva» (Iosif Brodskij, Dall’esilio). L’esilio nella letteratura del Novecento italiano coincide spesso con una condizione non solo concreta e fisica come nel caso di Carlo Levi, ma con una ‘diaspora’ mentale come quella in cui si trovarono, soprattutto negli anni del Fascismo e della guerra, tre poeti di ‘confine’ come Umberto Saba, Eugenio Montale, Giacomo Noventa. Il corso si propone di rileggere e ripercorrere i territori di questi autori anche attraverso la diversità dei loro spazi, con uno sguardo particolare all’esilio dalla lingua ufficiale – con la scelta del dialetto veneziano – di Noventa. Giacomo Jori Letteratura del secondo Ottocento e Novecento Il corso avrà per oggetto la raccolta di poesie di Furio Jesi, L’esilio, Roma, Silva, 1970. Di tale volume, configurato come un ‘poema’ in dieci sezioni, si studierà la genesi e si seguirà il filo ‘narrativo’. Capitolo assai poco noto dell’opera di Furio Jesi, il libro sarà letto nell’ambito del suo laboratorio di studioso e del quadro storico, letterario, culturale di secondo Novecento. Alla ricerca dei «luoghi comuni» che articolano quell’esperienza di “esilio”: «Nei confronti dei ritmi e degli stilemi tradizionali, l’atteggiamento del poeta “in esilio” non è solo di parodia: egli si permette di usare i luoghi comuni di una tradizione composta di echi, brandelli e parole-chiave della poesia degli ultimi centocinquant’anni (o di proporne di nuovi per imitazione e “simpatia”), al fine di entrare in contatto con l’unica poesia moralmente lecita durante l’“esilio”: la poesia che è nella voce umana recitante secondo un determinato rituale e secondo una cadenza rituale, alcuni luoghi comuni». Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana Giacomo Jori Ermeneutica e storia della critica «Las ínsulas extrañas». Letture europee del Barocco Il corso intende illustrare, con la lettura e l’attenta analisi di pagine esemplari di maestri della critica letteraria e artistica, italiani ed europei, la parabola concettuale e storica della categoria ermeneutica del Barocco. Si mostreranno i ‘punti di fuga’ di una nozione che ha consentito, nel XX secolo, di percorrere province disertate della letteratura e dell’arte di Antico Regime. Piero Boitani Letterature comparate Per il descrittivo consultare pagina 6. Marco Maggi Letteratura dell’età barocca Emblemi e imprese nella letteratura del Seicento Sciami di immagini migrano in età barocca da raccolte e trattati di emblemi e imprese verso i testi letterari. Dopo i preludi degli Eroici furori di Giordano Bruno (1585) e della Virginia di Ercole Tasso (1593), opere nelle quali la contemplazione filosofica o erotica è imbastita sull’ordito e la trama di parole e icone concettose, l’Adone (1623) sarà il vasto collettore nel quale Giambattista Marino travasa l’immenso repertorio della letteratura delle immagini, a partire dai «fitti gruppi d’imprese» (Praz) delle prime stanze del canto IV. Ma nella stessa misura in cui è attratta dalla «scuola del silenzio» (Fumaroli) dell’emblematica, la letteratura del Seicento manifesta una lucida coscienza delle tensioni generate nel proprio campo da tali sconfinamenti, come testimoniano le parodie inscenate nello stesso Adone (canto XX: Gli spettacoli) o nel «realismo emblematico» (Raimondi) dell’Osteria del maltempo di Antonio Mirandola (1639). Migrazioni, diaspore ed esilî escono qui fuor di metafora, per rivelare il fuori-scena accuratamente rimosso nelle rigide codificazioni dei trattati d’imprese. Nel doppio anniversario cervantino (1615, pubblicazione della seconda parte del Quijote; 1616, morte dell’autore), il corso ruoterà intorno a un centro invisibile, lo scudo vuoto del Cavaliere dalla Trista Figura: «… e affinché meglio mi si addica questo nome, quando se ne darà l’occasione, voglio far dipingere sul mio scudo una tristissima figura. – Non è il caso di sciupar tempo e danari – disse Sancio –; tutto quello che occorre è che la signoria vostra scopra la sua e volga il viso a quelli che la guardano, perché senz’altro, e senza bisogno di altre immagini e di scudo, la chiamino quello dalla Trista Figura» (I, XIX). 10 Claudia Caffi - Johanna Miecznikowski Grammatica e atti di linguaggio Il linguaggio e le dimore: pragmatica interculturale. Dalle grandi migrazioni indoeuropee a quelle attuali, i parlanti delle lingue del mondo sono in viaggio, spesso fuori luogo, un po’ stranieri. La lingua, intrinsecamente legata alle culture, alle forme di civilizzazione e dell’agire sociale, alle esperienze del mondo, è l’interna dimora di ciascuno. Se si fa discorso, dialogo con qualcun altro, alla ricerca di una condivisione, l’esilio viene meno. Pragmatica e esilio sono in questo senso complementari: se c’è l’una non c’è l’altro. L’uscita dalla prigione dell’io richiede adattamento, sforzo di comprensione, sintonizzazione. La nozione di ‘cortesia’, da alcuni decenni molto discussa in pragmatica, riunendo dimensioni eterogenee dello scambio dialogico, si presta al confronto fra i diversi modi di stare al mondo. Il corso partirà con l’illustrare le categorie fondamentali della pragmatica classica: la deissi, la performatività, l’atto linguistico. Verranno poi presentate alcune nozioni di base dell’etnolinguistica e dell’antropologia del linguaggio nei loro rapporti con la pragmatica. Lo sguardo etnografico consentirà in particolare di rivedere aspetti troppo dogmatici della teoria degli atti linguistici introducendo il problema della diversità culturale e delle sue ripercussioni sia sui metodi sia sulle teorie. Il tema della variazione intertecnica dell’agire linguistico verrà affrontato in prospettiva pragmatica a partire dalla nozione di cortesia (Brown-Levinson 1987) e dalle critiche all’etnocentrismo che ad essa sono state portate. Verranno discussi alcuni problemi chiave della pragmatica interculturale. Il corso sarà così articolato: − L’approccio pragmatico al linguaggio. Deissi, performatività, atti linguistici. − Il concetto di ‘faccia’. La pragmatica come costruzione discorsiva dell’identità. − Elementi di etnolinguistica e di antropologia del linguaggio. − Variazione interculturale dell’agire linguistico. − La conversazione in situazione plurilingue e interculturale: contesti plurilingui ed esolingui, commutazione di codice. Annick Paternoster Retorica e stilistica I galatei dell’Ottocento: la cortesia storica tra le buone maniere e l’affetto Nell’Ottocento, con la fine dell’Antico Regime, il codice delle buone maniere subisce una trasformazione profonda, segnalata dalla presenza di oltre 400 titoli sul mercato libraio. Per una selezione rappresentava dei galatei ottocenteschi, facendo riferimento alla pragmatica della (s)cortesia e alla pragmatica storica, analizzeremo le varie definizioni del concetto della cortesia, le strutture linguistiche e gli aggettivi pertinenti ad essa (“gentile”, “affettuoso”, “cerimonioso”, “civile”, ecc). Si presenteranno tre tipi di galateo: a. La cortesia ragionevole del Nuovo Galateo (Melchiorre Gioia), il galateo che conobbe più fortuna dell’Ottocento; b. I galatei morali che definiscono il nuovo cittadino nel periodo risorgimentale; 12 Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana c. I galatei borghesi e i libri di etichetta, che escono alla fine del secolo (la Marchesa Colombi, Matilde Serao…) I tre modelli proposti saranno esaminati sia nel contesto dei cambiamenti sociali e istituzionali che accompagnano la nascita della nuova Nazione, sia rispetto alle correnti letterarie e filosofiche che, dalla fine del Settecento, annunciano un nuovo modo di concepire l’individuo, la ragione e i sentimenti. Andrea Rocci Argomentazione Il corso si articola in quattro parti o capitoli. Le prime due sono di carattere storico, la terza è di natura teorica, mentre la parte conclusiva è dedicata all’applicazione ai testi. La prima parte del corso riprende i tratti fondamentali dell’evoluzione della retorica classica mettendo a fuoco la nozione aristotelica di entimema e alcune sue rielaborazioni antiche e medievali (Quintiliano, Averroè). La seconda parte si concentra invece sull’eredità della Topica aristotelica mettendo a fuoco il contributo allo studio dei processi argomentativi offerto dalle elaborazioni della Topica entro la filosofia e la logica tardo-antica e medievale (Severino Boezio, Abelardo, Pietro Ispano, Buridano e Rodolfo Agricola). A conclusione dei due capitoli storici ci si soffermerà a considerare la questione del valore educativo dell’argomentazione e, in particolare, della Topica nel quadro più ampio delle artes sermocinales del Trivio. L’occasione ci sarà offerta dalla riflessione di Giovanni di Salisbury nel Metalogicon. La terza parte è dedicata all’attualità delle nozioni di entimema e topos nella teoria dell’argomentazione contemporanea e si incaricherà di mostrare come gli approcci contemporanei agli schemi argomentativi e al rapporto tra inferenza argomentativa e processi interpretativi siano debitori di queste due tradizioni. L’ultima parte del corso è dedicata all’analisi di alcuni passi eminentemente argomentativi della Divina Commedia. Si mostrerà come il valore esegetico degli strumenti dell’analisi argomentativa risieda, modestamente, proprio nel loro compito specifico, ossia illuminare l’impegno di un testo a rendere ragione di una presa di posizione. Victor Stoichita Storia delle forme La maschera e il volto Il corso si propone di studiare le figure dell’“Altro” e quelle della differenza umana, attraverso la rappresentazione del volto, con un accento speciale sulle rappresentazioni figurative del ‘500 e ‘600 e sulla “viseità” postmoderna. Benedetta Papasogli Storia della spiritualità Spiritualità della nostalgia Molto prima che esistesse la parola “nostalgia” (termine medico del XVII secolo), il salmo 136 Super flumina Babylonis con i suoi innumerevoli commenti aveva esplorato questo “sentiment inconnu” nel suo riferimento a una patria, più che perduta, non ancora conosciuta: oggetto non tanto di memoria quanto di speranza. Il corso si propone di partire dall’analisi di alcuni commenti o riscritture per giungere a interrogare in una dimensione più ampia l’intreccio di memoria e speranza nella tradizione spirituale cristiana, con particolare attenzione a testi spirituali e mistici coevi della moderna scoperta della “nostalgia” affettiva e poetica. Raffaele De Berti Analisi del prodotto cinematografico Il corso è organizzato in due parti. Nella prima si intende fornire agli studenti le conoscenze di base dell’analisi del film in rapporto anche al contesto storico del cinema, sia dal punto di vista più strettamente tecnico (inquadratura, montaggio, rapporto suono/immagine), sia da quello dell’uso di diverse prospettive metodologiche per l’interpretazione dei film (tematico, psicanalitico, iconologico, culturologico ecc.). Questa prima parte verrà completata da una panoramica sui problemi legati ai contesti produttivi e di consumo del cinema contemporaneo, anche in relazione con altri media. Nella seconda parte ci si confronterà con la rappresentazione del tema dell’immigrazione nel cinema italiano contemporaneo analizzando alcuni casi esemplari come Saimir (F. Munzi, 2005) e Io sono Li (A. Segre, 2011). Maurizio Viroli Dottrine politiche Il corso propone un’introduzione ai principali concetti della teoria politica attuale, mostrandone da un lato la continuità con quelli proposti dai principali autori del passato - pensatori e filosofi, uomini di scienza e di azione; dall´altro lato, illustrando i cambiamenti e le specificità dei paradigmi di base (quali ad esempio democrazia vs. dittatura). Alcune tematiche d’attualità serviranno ad esemplificare i principi e i concetti illustrati, ad esempio quelle concernenti le relazioni con paesi economicamente emergenti, la legittimità dell’intervento dello Stato o l´efficacia delle istituzioni pubbliche. Guido Milanese Letteratura filosofica latina (condiviso con BLLCI) Per il descrittivo si prega di riferirsi al sito. Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana TERZO SEMESTRE Linda Bisello Letteratura e libri di testo Il canone attraverso il quale viene tràdita una letteratura non è composto soltanto dai classici che ne sono la struttura portante, il modello e la memoria, bensì anche - ad ogni generazione - dai libri di testo che di quei classici disegnano un percorso antologico, dando voce più distinta ad alcuni generi e autori e mettendo ai margini altri. La letteratura italiana ha il privilegio di avere, tra gli autori di celebri “libri di testo”, alcuni dei suoi stessi classici: dal Leopardi della Crestomazia della prosa e della poesia, al De Sanctis, al Carducci e al Pascoli, e in tempi più recenti a Italo Calvino che nel 1969 pubblicò una delle antologie più belle per la nuova scuola media italiana: La Lettura, ponendo l’accento sul ‘compito’ del lettore e sottolineando l’importanza di un concetto che si diramerà sino al Lector in fabula (1979) di Umberto Eco. Fabio Pusterla Letterature regionali e tradizioni europee Il non voluto esilio. Prigionieri, esclusi e devianti nella poesia contemporanea da Umberto Saba a Giorgio Orelli «[…] me al largo / sospinge ancora il non domato spirito, / e della vita il doloroso amore.» (Umberto Saba). Il corso si prefigge di seguire, in un itinerario di lettura e di analisi attraverso la poesia italiana del Novecento, l’emergenza delle figure del disagio e della marginalità, nelle varie forme del prigioniero (reale, come quello ritratto da Vittorio Sereni in Diario d’Algeria, e metaforico, già presente nella Bufera di Montale, in un testo come Il sogno del prigioniero), del deviante (cui sono dolorosamente orientate le figure poetiche di Dino Campana, Amelia Rosselli, Alda Merini e Salvatore Toma) e dell’escluso (che potrà oscillare tra l’immagine del vinto che appare per esempio nei Frammenti lirici di Clemente Rebora, colorandosi poi delle cangianti tinte dell’emarginazione sociale in molti autori successivi, da Cesare Pavese a Elio Pagliarani, da Sandro Penna a Pier Paolo Pasolini, e quella dell’anziano, sempre più allontanato dalla vita produttiva, ritratto da Virgilio Giotti e da molti poeti novecenteschi, e centrale nell’opera di Giorgio Orelli). La parola poetica diventa, lungo questo percorso, strumento di precisione per scandagliare le molteplici lingue dell’esilio (che si farà ora reale e fisico, ora psichico, sociale, simbolico), un esilio che sembra acuirsi quanto più ci addentriamo nello svolgersi del secolo e ci avviciniamo alla nostra complessa e inquieta condizione presente. Così la figura dell’esilio, in dialogo con i grandi modelli poetici europei (da Baudelaire a Eliot, da Milosz a Celan, a Bonnefoy e a Jaccottet) diventa anche esilio della parola poetica, cifra stessa di un’impresa letteraria che, allontanandosi dal centro che la scaccia, cerca ai margini della semiosfera la propria verità e le ragioni del proprio esistere controcorrente; ritrovando forse, proprio nelle peregrinazioni imposte dall’esilio, l’antichissimo emblema del miglior fabbro Arnaut Daniel: Ieu sui Arnautz qu’amas l’aura / e chatz la lebre ab lo bou / e nadi contra suberna. 14 Ilaria Gallinaro Storia dei generi letterari Esiliarsi. Dal Deserto dei Tartari di Buzzati al Conte di Montecristo di Calvino «Pensò a una prigione, pensò a una reggia abbandonata»: è la fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari, così come la vede la prima volta il protagonista del romanzo. L’astrarsi dal mondo in un luogo che è carcere ma anche luogo privilegiato è sospeso da Buzzati sul crinale incerto che separa costrizione e scelta, destino e consapevolezza. Lo stesso concetto propone Calvino non solo nella trilogia dei Nostri antenati, dove l’idea dell’esilio come scelta o condanna è fondamentale per comprendere la vita sugli alberi del barone rampante, la separazione delle due parti dell’anima nel visconte dimezzato e infine l’inconcepibile divisione dell’anima dal corpo nel cavaliere inesistente, ma anche nei due simmetrici racconti Il conte di Montecristo e Un re in ascolto. Due architetture perfettamente sovrapponibili, per dire ancora una volta la necessità di separarsi dal reale, in una prigione o in una reggia, per decifrarlo o per disegnare, sopra o accanto alla carta del mondo, una mappa della propria interiorità. Johanna Miecznikowski Costruzione di testi Il corso intende aiutare gli studenti ad affinare le proprie capacità di scrittura. Sul piano teorico si svilupperà l’approccio pragmatico al discorso introdotto nel corso “Grammatica e atti di linguaggio”, anche in direzione della ricerca empirica sui processi di scrittura. Particolare attenzione sarà dedicata alle particolarità del linguaggio scritto, alla literacy e alla nozione di genere. Nella parte pratica del corso si applicheranno queste categorie in esercizi sia di analisi sia di scrittura. Sarà messo a fuoco, in particolare, il genere della recensione accademica. Dopo l’analisi di recensioni di vario genere ciascun partecipante recensirà un saggio recente di linguistica. Si avrà così modo di esercitare le tecniche utili alle varie fasi di redazione, dalla documentazione e la pianificazione del proprio testo (mappe concettuali e scalette) alla stesura (scelte linguistiche e impaginazione) e la rilettura autocritica e collaborativa (usando Word o un editor di documenti pdf). François Dupuigrenet-Desroussiles Storia del libro e bibliografia Migrazioni e diaspora nel mondo del libro a stampa pre-industriale: il caso italiano (XV-XVIII sec.) La diffusione europea dell’arte tipografica fu dovuta alla migrazione di decine di stampatori tedeschi che tra il 1460 e il 1480 crearono officine, durature o non, dal Baltico al Mediterraneo. Durante i tre primi secoli della stampa, anteriori ai cambiamenti profondi portati dall’industrializzazione del processo di produzione e di distribuzione del libro, l’Europa tipografica ha conosciuto numerose migrazioni e diaspore, le une dovute alla circolazione costante di personale e materiale lungo reti specifiche del libro – formazione di apprendisti all’estero come il futuro grande libraio lionese Guillaume Rouille presso i Giolito a Venezia, partecipazione di librai ita- Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana liani alle fiere di Francoforte, Lione o Medina del Campo, invio di modelli iconografici (disegni, stampe ecc.) tra Germania, Francia e Italia –, le altre dovute alle conseguenze sul mondo del libro dei conflitti politici e religiosi che non mancarono durante questo periodo – diaspora in Italia, a titolo definitivo o provvisorio di stampatori ebrei cacciati dalla Spagna dopo il 1492 (caso dei Soncino), rifugio di stampatori riformati italiani in Svizzera (l’ex-domenicano Pietro Perna a Basilea), invio di libri francesi in Italia durante le guerre di religione, per esempio. Studieremo dunque la geografia specifica di queste migrazioni, esili e diaspore tra Quattrocento e Settecento, che ci fornirà un ottimo strumento di presentazione dinamica del libro antico a partire dai fondi della biblioteca Cantonale e della biblioteca Salita dei Frati. Johanna Miecznikowski - Vincenzo Todisco - Sabine Christopher Didattica dell’italiano L2 Il corso introduce alla ricerca scientifica sull’insegnamento dell’italiano come seconda lingua. Dopo essersi sviluppata, nel Novecento, in stretto rapporto con la linguistica e con la linguistica applicata, la Didattica delle lingue seconde è oggi un campo di ricerca interdisciplinare. Essa integra le prospettive linguistica e psicologico-cognitiva con una riflessione sui contesti socioculturali, politici e istituzionali in cui si imparano e insegnano le lingue; interroga criticamente la prassi educativa e si mette al servizio di attori istituzionali e insegnanti. Prima parte: Introduzione (docente: Johanna Miecznikowski) 1) L’apprendimento/insegnamento dell’italiano L2 in Svizzera, in Italia e nel mondo 2) Linguistica applicata e Glottodidattica – L’apprendimento/insegnamento come oggetto di studio: acquisizione dell’italiano L2; interventi educativi di insegnanti, istituzioni, autori ed editori; processi comunicativi e sociali nelle istituzioni scolastiche. – Cenni storici sugli approcci all’insegnamento delle L2: dal metodo grammaticale-traduttivo al quadro europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue e gli approcci contemporanei. Seconda parte: Fattori fondamentali dell’interazione glottodidattica (docente: Johanna Miecznikowski) 3) Competenza linguistica Acquisizione del linguaggio e delle L2. Fattori linguistici, cognitivi e emotivi. Il concetto di interlingua. Induzione, deduzione e riflessione metalinguistica in classe 4) Competenza comunicativa e dimensione socio-culturale Le (quattro+) abilità linguistiche. La variazione diafasica, diastratica e diatopica. Glottodidattica e civiltà. 16 Terza parte: ricerche ed esperienze specifiche in ambito svizzero 5) Didattica del plurilinguismo (docente: Vincenzo Todisco) 6) Misure didattiche extracurriculari per la promozione delle competenze d’italiano in Svizzera: Italiano subito e Capito? (docente: Sabine Christopher) Ricciarda Barbiano di Belgiojoso Ascolto e silenzio tra musica, letteratura, comunicazione Paradossalmente la musica spesso evoca il silenzio, e secondo molteplici accezioni: a partire dall’ascolto di brani che sono stati determinanti nell’evoluzione della storia della musica, durante il corso vengono sviluppate relazioni e confronti con altre discipline e arti. Considerando tradizioni occidentali ed extra-occidentali, i temi trattati spaziano dal movimento inudibile della Musica delle Sfere al silenzio inteso come mezzo per esplorare una dimensione spirituale e mistica o come il riflesso di uno stato mentale introspettivo, oppure presenza udibile che controbilancia il rumore, o elemento che ci rende consapevoli dei suoni dell’ambiente che ci circonda. Musiche che indagano zone limitrofe tra suono, rumore e silenzio svelano orizzonti percettivi inaspettati fino a rendere udibile ciò che generalmente non lo sarebbe, e d’altro canto la pausa può essere per l’interprete strumento privilegiato per intensificare la comunicazione con gli ascoltatori. Ancora, la presenza o assenza di musiche o suoni ambientali nelle colonne sonore dei film determina il nostro modo di partecipare a quanto rappresentato sullo schermo. Paul Gabriele Weston Principi di biblioteconomia digitale La biblioteca digitale costituirà l’argomento principale del corso. Facendo riferimento ad un certo numero di realizzazioni esemplari, se ne esamineranno modelli, funzioni e servizi, i criteri di allestimento e le buone pratiche per la scelta dei materiali, la loro descrizione e indicizzazione, il monitoraggio dell’utenza finalizzato all’individuazione delle strategie utili ad incrementarne visibilità e identità. Previo accordo con la Direzione della Biblioteca Universitaria, qualche lezione si terrà nei locali della stessa. Nell’ambito del tema scelto per l’anno accademico 2015-2016 “Esilio, diaspora, migrazioni”, alcuni incontri saranno dedicati ad esaminare la figura di Antonio Panizzi, nato a Brescello nel 1797, dal 1822 esule prima a Lugano e Ginevra e poi in Inghilterra, amico di letterati e patrioti, promotore della lingua e della cultura italiana all’estero. Assunto in qualità di Assistant Librarian (1831-37) presso il British Museum, fu nominato successivamente Keeper of Printed Books (1837-56) e infine Principal Librarian (1856-66). Il suo contributo allo sviluppo della biblioteca del British Museum, scorporata dall’istituzione museale nel 1973 e trasformata nella British Library, gli valse il titolo di cavaliere, che gli fu concesso dalla Regina Vittoria nel 1869. 18 Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana Cristoph Frank Storia dell’arte e museologia Per il descrittivo si prega di riferirsi al sito. Franco Farinelli Storia delle rappresentazioni dello spazio (Geografia storica) Per il descrittivo si prega di riferirsi al sito. Theo Mäeusli Archivi digitali Le aziende mediatiche, grazie alle tecnologie digitali, trasformano i loro archivi da un peso patrimoniale in una risorsa di produzione, spostando gli archivi dalla posizione di fine di un processo al centro dei flussi produttivi. Sempre più si osserva come gli archivi, soprattutto, ma non solo quelli delle radiotelevisioni di servizio pubblico, possono assumere un ruolo importante nella ricostruzione della memoria sociale di un territorio. Come “museo del XX e XXI secolo” gli archivi possono così fornire ai produttori multimediali un ulteriore legittimità come servizio pubblico. Tematiche principali: 1. Archivio dei media come asset management: introduzione, definizione e problematiche. Presentazione dell´esempio aziendale SSR SRG idée suisse: video, radio, musica e scritto. 2. Regole e standard dell´archiviazione audiovisiva: essenza e metadati, standard internazionali di qualità; dall´analogico al digitale. 3. Sviluppo dei supporti. Problemi di degrado e della tecnica obsoleta. 4. Sicurezza tecnica e di gestione; la problematica dei diritti. 5. Progettualità nella digitalizzazione degli archivi: return of investment; la memoria fisica; il processo di documentazione; i sistemi di retrival; il collegamento con il flusso produttivo; la nuova professionalità del media manager. 6. Metadati: dal “legacy al multimediale; l´importanza dei modelli dei dati; sistemi d´indicizzazione automatica. 7. Criteri e processi di selezione. 8. Flusso dal NEWS room ai sistemi d´archiviazione e alla piattaforma multimedia; digitalizzazione di massa; centro di documentazione tv e documentazione scritta; memoria di massa robotizzata (visita alle teche RSI). 9. La banca dati dei media svizzeri (SMD): una rete tra i grandi editori svizzeri tedeschi e francesi. 10. Valorizzazione e fruizione esterna dei contenuti d´archivio: teoria e pratiche regionali, nazionali e internazionali. Modelli di business, diritti ed etica. Sviluppi futuri. INFORMAZIONI GENERALI TITOLO DI STUDIO CONSEGUITO ALLA FINE DEL PROGRAMMA: Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana REQUISITI DI AMMISSIONE Sono ammessi: 1. Studenti che hanno ottenuto un diploma di Bachelor in area umanistica con un numero adeguato di crediti nelle diverse discipline dell’italianistica (almeno 60 su 180). Potranno essere ammessi al Master coloro che discutono la prova finale di laurea triennale (Bachelor) entro la fine del corrente anno. 2. Studenti che hanno ottenuto una laurea quadriennale in area umanistica, previa valutazione degli studi pregressi ed eventuale colloquio con il direttore del Master. Essi potranno conseguire il Master con 60 crediti di studio più complemento della tesi. La direzione del Master si riserva la possibilità di integrare il piano di studi con alcuni corsi fondamentali ove non siano presenti nel curriculum universitario del candidato. BORSE DI STUDIO Per l’anno accademico 2015-16 l’USI mette a concorso 5 borse di studio destinate a studenti iscritti al Master in Lingua, letteratura e civiltà italiana. La borsa copre la tassa annuale ed è rinnovabile per il secondo anno. Per il bando dettagliato riferirsi al sito. Per i descrittivi dei corsi consultate il sito: www.mlci.usi.ch Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana