Scheda informativa 2015-16 - Master in Lingua, letteratura e civiltà

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Scheda informativa 2015-16 - Master in Lingua, letteratura e civiltà
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Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
LINGUA, LETTERATURA E CIVILTÀ ITALIANA
PIANO DEI CORSI
Laurea Magistrale
OBIETTIVI E CONTENUTI
Conoscere e gustare l’intreccio
Ha scritto Yves Bonnefoy che l’arte italiana è
delle
arti e della letteratura
l’«arrière-pays», il retroterra di qualsiasi esperienza e memoria del bello; e Osip Mandelštam generato dalla civiltà italiana
osservò che per leggere Dante occorre avere uno
sguardo volto al futuro. Questo è l’ambito della civiltà italiana: la memoria di una perfezione
condivisa, l’esercizio di un pensiero capace di abbrac- ciare gli «universali» della condizione
umana. Questa universalità non è somma di digressioni all’infinito: è, al contrario, come scrisse
Jorge Luis Borges della Divina Commedia, capacità di racchiudere tutta una vita in un verso.
Comprendere il vissuto della storia, gli universali del pensiero, stringerli in sintesi, offrirli come
una ‘prospettiva’: arte, filosofia, poesia, spiritualità chiamate a dar forma all’essenziale.
In questa prospettiva, il Master in Lingua, letteratura
e civiltà italiana realizza quanto Gianfranco Folena
disegnò storicamente nel suo saggio L’italiano in
Europa (1983): una lingua di civiltà delle arti,
capace di unire creazione e ragioni civili del ‘patrimonio dell’umanità’. Per questo sono stati chiamati ad insegnare docenti che, dalla Svizzera,
dall’Italia, dalla Francia, dalla Germania, incarnino essi stessi – nel loro percorso di ricerca –
questa parabola, sempre viva, di una «lingua dolce e sapida, fatta di suoni di solidarietà»
(O. Mandelštam, 1933).
Approfondire il legame fra
la civiltà italiana e quella
europea
Il Master individua diversi sbocchi, oltre alla possibilità di proseguire con un dottorato di ricerca:
l’insegnamento dell’italiano, della sua lingua e civiltà, nelle scuole della Svizzera, e non solo; la
formazione bibliografica e archivistica per le Biblioteche e gli Archivi; la conoscenza dei modi
e delle forme della conservazione dei manufatti artistici e del patrimonio per la gestione dei
Musei e del lascito della «memoria collettiva». Dopo il primo anno di Master, il terzo e quarto
semestre prevedono anche insegnamenti specifici per conseguire competenze orientate agli
ambiti professionali individuati. Una tesi di ricerca nell’area prescelta completerà il biennio
formativo.
Guardare alla storia con la
precisione scientifica e la
capacità critica necessarie a
progettare un futuro migliore
per una comunità culturale
Nel processo di formazione di una coscienza della
comune civiltà europea, che attende l’esercizio di
responsabilità dei giovani del XXI secolo, questo
Master si presenta come il maturo convergere
a sintesi di larghissime esperienze di insegnamento e il coerente articolarsi di paradigmi di lettura critica per disporre, dal presente, di “cornici
d’avvenire”.
PRIMO SEMESTRE
Crediti obbligatori (21 ECTS)
Lingua (3 ETCS)
Storia della lingua italiana
Letteratura (18 ECTS)
Letteratura Medievale e Umanistica
Letteratura del Rinascimento
Letteratura dell’età dei Lumi
SECONDO SEMESTRE
Crediti obbligatori (24 ECTS)
Lingua e letteratura (9 ECTS)
Grammatica e atti di linguaggio
Argomentazione
Retorica e stilistica
Letteratura (15 ECTS)
Letteratura dell’età barocca
Letteratura del secondo Ottocento e del Novecento
Letterature comparate
Ermeneutica e storia della critica
TERZO SEMESTRE
Crediti obbligatori (18 ECTS)
Lingua e Letteratura (12 ECTS)
Costruzione di testi
Letteratura e libri di testo
Letterature regionali e tradizioni europee
Storia dei generi letterari
Storia del libro (6 ECTS)
Storia del libro e bibliografia
Principi di biblioteconomia digitale
3
6
3
3
3
3
3
Letteratura dell’età romantica
Letterature comparate
Crediti a scelta (12 ECTS offerti)
Arti / Storia / Civiltà
Storia dell’arte medievale
Storia dell’arte moderna
Il testo in scena
Storia, cultura, mentalità
3
3
3
3
3
3
Crediti a scelta (15 ECTS offerti)
Arti / Storia / Civiltà
Storia delle forme
Storia della spiritualità
Letteratura filosofica latina (condiviso con BLLCI)
Analisi del prodotto cinematografico
Dottrine politiche
3
3
3
3
3
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6
3
3
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3
3
3
3
QUARTO SEMESTRE
Tesi
Totale ECTS
Il piano di studi può essere soggetto a cambiamenti.
Crediti a scelta
(15 ECTS offerti in corsi; 3/6 di stage/biennalizzazione)
Biennalizzazione esame del prof. relatore
3-6
Stage opzionale (III o IV semestre)
6
presso istituzione partner
Arti / Storia / Civiltà (15 ECTS)
Storia delle rappresentazioni dello spazio
(Geografia storica)
3
Storia dell’arte e museologia
3
Didattica dell’italiano L2
3
Ascolto e silenzio tra musica, letteratura, comunicazione 3
Archivi digitali
3
30
120
Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
LINGUA, LETTERATURA E CIVILTÀ ITALIANA
Laurea Magistrale
Tema annuale: Esilio, migrazione, diaspora
Molte vie, d’esilio e di rinascita, sono qui proposte: tante che pare non ci sia più un “altrove”.
Eppure, nel tempo presente, l’accoglienza del migrante è avara, ma non cancella le parole che
Dietrich Bonhoeffer ebbe a scrivere negli anni più cupi del nazismo: «Se un villaggio non ne
vuole sapere, allora passiamo al prossimo». Esilio e profezia sono lo stesso cammino, oltre il
“qui” del presente.
PRIMO SEMESTRE
Silvia Albesano
Storia della lingua italiana
«Io vengo ascrive questa mia lettera…». L’«italiano popolare» o «dei semicolti»: elementi per
un’altra storia della lingua
Tra il 1915 e il 1918, il linguista austriaco Leo Spitzer (1887-1960), in quegli anni censore militare, ha raccolto un nutrito corpus di lettere di prigionieri di guerra italiani, poi pubblicato in
Lettere di prigionieri di guerra (1921; tr. it. 1976). Così facendo, oltre a rendere noti documenti
di altissimo valore storico e umano, Spitzer ha inaugurato un campo di studi tuttora molto
vitale. Al centro dell’interesse è l’italiano di coloro che, spesso dotati di uno scarso grado di
istruzione, si accostano alla scrittura incalzati da eventi e urgenze particolari (la guerra, l’emigrazione, la lontananza forzata dai propri cari o dal proprio luogo d’origine), mossi soprattutto da
esigenze comunicative; o di chi, per esempio, a quel pubblico di illetterati si rivolge per impartire precetti e insegnamenti. Per la storia della lingua italiana è un argomento cruciale, perché
coinvolge alcuni temi portanti quali la dialettica tra oralità e scrittura, tra lingua e dialetto, tra
localismo e sovraregionalità.
Oggetto del corso sarà la lettura di un campione significativo di testi in «italiano popolare» dal
Cinque al Novecento, con l’intento di isolarne i tratti linguistici peculiari e discriminare quali di
essi siano legati a precise contingenze storiche e sociali e quali invece si ripropongano senza
soluzione di continuità.
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Corrado Bologna – Mira Mocan
Letteratura medievale e umanistica
«In exitu Israël de Aegypto». L’esilio fra allegoria e biografia nella letteratura del Medioevo
Il tema dell’esilio come allegoria della condizione umana percorre gran parte della letteratura
medioevale, a partire dall’esperienza della regio dissimilitudinis esplorata nelle Confessiones
di Sant’Agostino, fino all’esperienza somma di Dante, exul immeritus e «altissimo poeta» del
ritorno alla patria celeste.
Nella prima parte il corso ripercorrerà alcune tappe salienti nell’evoluzione del tema a partire
dalle sue radici bibliche e dai commenti medioevali ai testi veterotestamentarii, quindi attraverso
l’analisi di testi poetici in volgare che affrontano l’esperienza dell’esilio e della migrazione (ad
esempio gli echi letterari e culturali della «diaspora dei trovatori» o la «ballatetta» di Guido
Cavalcanti).
La seconda parte del corso sarà dedicata specificamente all’esilio dantesco e alla sua rielaborazione poetica fra De vulgari eloquentia e Commedia.
Stefano Prandi
Letteratura del Rinascimento
L’esilio della parola: Tasso, Campanella e la “poetica della reclusione”
La prigione, proprio a partire da Tasso e Campanella, si afferma come uno dei luoghi letterari
per eccellenza, uno scenario capace di enfatizzare in modo inedito i tormenti e le rivendicazioni dell’io. Se il mito dell’esilio, da Dante al Petrarca, aveva costituito una via per costruire
la mitografia del proprio personaggio autoriale, nel segno di una separatezza ed eccezionalità
rispetto ad uno sfondo di mediocre conformismo, con la rappresentazione della propria reclusione Tasso e Campanella tendono a sovrapporre realtà biografica e invenzione poetica come
non era mai accaduto nella precedente storia letteraria, provocando una sorta di cortocircuito
che costituisce una svolta decisiva all’interno della codificazione del genere lirico. I due autori,
malgrado la sostanziale diversità delle rispettive poetiche (Campanella rimprovererà al Tasso,
in un sonetto giovanile, l’eccessivo edonismo linguistico), condividono la fondazione di uno
stile caratterizzato dall’espressione impetuosa del lamento e della protesta, che trova come
unico termine di paragone della tradizione la poesia dei Salmi. Essi sono inoltre accomunati da
un’identica preoccupazione per la dimensione metapoetica, e più precisamente per il controllo
dei dispositivi che regolano l’interpretazione testuale: non a caso le loro raccolte presentano
sistematicamente “argomenti” ai singoli componimenti e, soprattutto – caso assai raro nella
lirica rinascimentale –, un autocommento.
Il corso si propone, attraverso l’analisi di un campione significativo di testi tratti dalle Rime e
della Scelta di poesie filosofiche, di individuare gli stilemi e le tematiche principali di questa
“poetica della reclusione”.
Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
Sara Garau
Letteratura dell’età dei Lumi
Migrare e conoscere. Letterati e avventurieri del Settecento
«Una storia intiera, e magnifica, e peculiare all’Italia sarebbe a fare degli Italiani fuor d’Italia»
(Cesare Balbo, Della Storia d’Italia dalle origini fino ai nostri giorni. Sommario [1846-47]). Tra
Sette- e Ottocento, nell’Italia post-rivoluzionaria e napoleonica, si fa ingente il fenomeno dell’esilio politico, che prelude a quell’«istituzione» (Carlo Cattaneo, Ugo Foscolo e l’Italia [1860])
che sono gli esili risorgimentali, da Foscolo a Mazzini, Garibaldi e molti altri. Il Settecento è tuttavia costellato anche da un diverso tipo di migrazione, che precede quello appena menzionato,
e a cui si rivolge specificamente l’interesse del corso: si tratta di quegli spostamenti che non
sono dettati da motivazioni politiche, e che nemmeno vanno annoverati entro l’esperienza odeporica settecentesca più propria, intesa come confronto temporaneo con l’alterità. Interessano
qui piuttosto quelle parabole esistenziali di letterati e ‘avventurieri’ che per motivi professionali
(si pensi a Metastasio e a Goldoni, ma anche a una figura come Giuseppe Baretti), a volte anche
più ‘romanzeschi’ (come nel caso, ad esempio, di Giacomo Casanova) vanno a compiersi fuori
d’Italia, in un confronto più duraturo con lingue e culture altre.
Carlo Ossola
Letteratura dell’età romantica
«La reggia e il triste esilio». Il mito di Napoleone nella letteratura romantica
Dall’ode A Bonaparte liberatore di Ugo Foscolo, al Cinque maggio di Alessandro Manzoni a
Guerra e pace di Lev Tolstoj, il mito di Napoleone ha attraversato tutta la letteratura europea dell’Ottocento, soprattutto nelle opere di Stendhal, La Chartreuse de Parme e la Vie de
Napoléon (nonché i Mémoires sur Napoléon), destando ammirazione e pentimenti sin dalla
Sinfonia Eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grand’uomo di Beethoven. In tutti
rimase lo stupore di un’avventura che non avrebbe avuto eguali: «Né sa quando una simile /
Orma di piè mortale / La sua cruenta polvere / A calpestar verrà.»
Piero Boitani
Letterature comparate
L’esilio dalla Bibbia ai moderni
L’esilio, la diaspora, la migrazione sono condizioni materiali e spirituali a un tempo. Questo
corso, che riguarda la letteratura e non la storia, intende esplorare soprattutto la dimensione
spirituale. Il punto di partenza sarà naturalmente la Bibbia, in particolare i Libri dell’Esodo, di
Isaia, di Ezechiele e dei Salmi. Come mai la migrazione di Israele in Egitto (Giuseppe, i fratelli,
Giacobbe) è vissuta come esilio? Nella storia e nella letteratura di Israele si verificano poi un
esilio vero e proprio, a Babilonia, e una diaspora dopo la distruzione del Tempio da parte di Tito
nel 70 d.C. Quale importanza hanno per la letteratura d’Occidente e come sono riformulati i
temi biblici nella letteratura successiva? Esistono, si sa, altre forme di esilio: Filottete, nel dramma di Sofocle, vive nell’isolamento imposto dai greci; Ovidio, dal Mar Nero, scrive i Tristia e le
epistole Ex Ponto; la migrazione da Troia di Enea e dei suoi nell’Eneide punta alla fondazione di
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un nuovo mondo, quello di Roma. Tra Medioevo e Rinascimento i modelli biblici e quelli classici
si intrecciano, per esempio in Dante, Villon e Du Bellay. Gli echi giungono sino al Foscolo, ma
intanto si sviluppa un tema nuovo, quello dell’esilio volontario (perché solo con l’esilio si conquistano appieno le proprie radici identitarie e culturali): è il caso degli espatriati americani a Parigi
negli Anni Venti del XX secolo, di Joyce a Trieste, e di Stephen Daedalus del Ritratto dell’artista
da giovane di Joyce. Infine, lo sradicamento completo diviene dimensione esistenziale, come
nella Terra desolata di T.S. Eliot e in Camus.
Gerhard Wolf
Storia dell’arte medievale
Immagini e artefatti migranti tra lo spazio e il tempo (IV - XIV secolo)
Le immagini sono mobili o migrano sotto vari profili. Si può trattare di motivi e forme trasmesse
attraverso il tempo e lo spazio, si pensi alla sopravvivenza di divinità pagane nella pittura medievale oppure alla diffusione di copie di un’immagine miracolosa e di formule iconografiche tra
Bisanzio, il Mediterraneo e l’Italia. Tali migrazioni sono legate a loro volta in vari modi a realtà
sociali, politiche o religiose. Le immagini migrano con e tra individui, gruppi e popoli, viaggiano
con veicoli e velocità diversi; infatti lo studioso Aby Warburg ha coniato il termine di ‘veicoli di
immagini’ («Bilderfahrzeuge») per mettere in luce tali dinamiche, in rapporto anche alle differenti tecniche e media artistici. Il seminario si concentra sulle migrazioni di immagini e artefatti
in un’ottica comparativa e trasversale (considerando città come Roma, Venezia, Palermo, Pisa,
Assisi, Padova, Genova e Siena). Una particolare attenzione sarà dedicata a rituali e leggende
intorno a immagini considerate antiche o arrivate da lontano: icone e statue che si muovono in
processioni e diventano il centro di rituali politico-religiosi; cicli di affreschi, rilievi e sculture che
articolano e condizionano scambi sociali e interculturali; immagini e artefatti che contribuiscono
alla nascita e promozione di una cultura visiva interregionale condivisa o alle distinzioni e gli
intrecci tra le culture. Se a volte immagini e artefatti si trovano apparentemente in esilio, l’esilio
è anche al centro di tanti episodi nelle storie raffigurate sulle pareti di chiese e palazzi medievali.
Partendo dallo studio delle migrazioni in tali prospettive, il seminario si apre a un orizzonte più
ampio, cioè quello dello spazio e del tempo stesso, articolati attraverso l’urbanistica, i monumenti antichi e nuovi con le loro statue, pitture, etc.: spazi in cui immagini e artefatti si collocano e spazi che rappresentano, in un complesso gioco tra stabilità e movimento / mobilità.
Carla Mazzarelli
Storia dell’arte moderna
L’esilio di Lorenzo Lotto
«Per capire bene il Cinquecento, conoscere Lotto è importante quanto conoscere Tiziano». Così
scriveva Bernard Berenson nel 1895. Allo studioso si deve la riscoperta della vicenda artistica
del pittore “inquieto” del Rinascimento, la cui personalità rimasta a lungo ai margini della
storiografia, era destinata a diventare una delle più indagate dalla critica moderna. La scelta di
un percorso di allontanamento e di emarginazione da Venezia, dominata da Tiziano, condusse
Lotto a lavorare in territori ‘periferici’ e in terraferma, dalle Marche a Bergamo e Brescia, ad
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Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
Ancona sino alla morte, «senza fidel governo et molto inquieto nella mente», come Oblato
nella Basilica della Santa Casa di Loreto. I dipinti allegorici e la ritrattistica, i rapporti con la
committenza e le iconografie sacre: il corso si propone di ritessere la trama del peregrinare
ramingo di Lotto, rileggendone le opere, attraverso anche lo scandaglio dei nuovi documenti e
delle più recenti interpretazioni della critica, nell’intento di comprendere la portata innovativa
del suo esilio artistico.
Basato sullo studio di testi religiosi e letterari scelti principalmente, ma non soltanto, in campo
italiano, il corso sarà costruito sul confronto delle immagini dell’esilio antico con le loro metamorfosi medievali, in primo luogo quella ambivalente di Ulisse: eroe errante pre-cristiano ma
anche sacrilega.
SECONDO SEMESTRE
Stefano Tomassini
Il testo in scena
«Un ebreo marginale»: attualità della Passione.
Il corso affronta testi performativi liturgici, teatrali, coreografici, musicali e cinematografici sul
racconto evangelico quale archetipo dell’esilio e della diaspora in terra. La figura e la vita di
Cristo è storia esemplare non solo del dramma sacro ma anche, nel più recente disegno esegetico di John P. Meier, di ogni migrazione e condanna alla marginalità della storia: la «salute
del Mondo» grazie alla «desolazione di un corpo». Dal modello delle sacre rappresentazioni
medievali e quattrocentesche alla tragedia sacra barocca di Francesco Pona, Il Christo Passo
(1629); dalla Passione di Gesù Cristo azione sacra (post-oratorio e pre-melodramma) di Pietro
Metastasio (1730) all’evento filmico di Pier Paolo Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo, 1954) o
al progetto speciale di Virgilio Sieni per Biennale Danza di Venezia (Vangelo secondo Matteo.
27 quadri coreografici, 2014), fino alle versioni, tra nuovo umanesimo e ibridazione musicale,
delle passioni bachiane offerte da John Neumeier (Matthäus Passion, 1981), Alain Platel (Pitié!,
2008), e Laurent Chétouane (Bach/Passion/Johannes, 2014): sarà il problema di questo «corpo
ai margini», in tutta la sua Theatralische Sendung, a interrogare l’attualità dei suoi esilî e dei
suoi ritorni.
François Dupuigrenet-Desroussilles
Storia, cultura, mentalità
Esuli e banditi nel Medioevo.
Situazioni di bando e di rifugio in un paese straniero erano frequenti durante il medio evo – si
pensi solo all’«essilio» di Dante –, e i pauperes erano condannati in tempi di carestia a un’erranza forzata attraverso le campagne, massa fluttuante di vagabondi che si spostavano su grandi
distanze in cerca di elemosine. Ma per i medievali l’esilio era anzitutto una immagine della fugacità della vita, dell’idea che l’uomo è uno straniero sulla terra: nell’inno mariale Salve regina,
cantato ogni giorno da monaci cluniacensi e cistercensi durante la liturgia delle ore, sono evocati i «figli di Eva in esilio» (exules filii Evae). Per questo i nomadi della società medievale erano
controllati ma non temuti. Anzi, sulla scia dei pellegrini che bazzicavano da secoli le strade
che portavano a Gerusalemme, a Roma o a San Giacomo di Compostela, dal Duecento in poi
francescani e domenicani, imposero un modello di nomadismo religioso molto simile a quello
che esaltavano nello stesso periodo i romanzi di cavalleria con la figura del cavaliere errante.
Antonella Anedda
Letteratura del secondo Ottocento e Novecento
«Se c’è qualcosa di buono nell’esilio è che insegna l’umiltà. Si può perfino arrivare a dire che
quella dell’esilio è la più alta lezione di umiltà, la lezione definitiva» (Iosif Brodskij, Dall’esilio).
L’esilio nella letteratura del Novecento italiano coincide spesso con una condizione non solo
concreta e fisica come nel caso di Carlo Levi, ma con una ‘diaspora’ mentale come quella in
cui si trovarono, soprattutto negli anni del Fascismo e della guerra, tre poeti di ‘confine’ come
Umberto Saba, Eugenio Montale, Giacomo Noventa. Il corso si propone di rileggere e ripercorrere i territori di questi autori anche attraverso la diversità dei loro spazi, con uno sguardo
particolare all’esilio dalla lingua ufficiale – con la scelta del dialetto veneziano – di Noventa.
Giacomo Jori
Letteratura del secondo Ottocento e Novecento
Il corso avrà per oggetto la raccolta di poesie di Furio Jesi, L’esilio, Roma, Silva, 1970. Di tale
volume, configurato come un ‘poema’ in dieci sezioni, si studierà la genesi e si seguirà il filo
‘narrativo’. Capitolo assai poco noto dell’opera di Furio Jesi, il libro sarà letto nell’ambito del
suo laboratorio di studioso e del quadro storico, letterario, culturale di secondo Novecento. Alla
ricerca dei «luoghi comuni» che articolano quell’esperienza di “esilio”: «Nei confronti dei ritmi
e degli stilemi tradizionali, l’atteggiamento del poeta “in esilio” non è solo di parodia: egli si
permette di usare i luoghi comuni di una tradizione composta di echi, brandelli e parole-chiave
della poesia degli ultimi centocinquant’anni (o di proporne di nuovi per imitazione e “simpatia”), al fine di entrare in contatto con l’unica poesia moralmente lecita durante l’“esilio”: la
poesia che è nella voce umana recitante secondo un determinato rituale e secondo una cadenza rituale, alcuni luoghi comuni».
Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
Giacomo Jori
Ermeneutica e storia della critica
«Las ínsulas extrañas». Letture europee del Barocco
Il corso intende illustrare, con la lettura e l’attenta analisi di pagine esemplari di maestri della
critica letteraria e artistica, italiani ed europei, la parabola concettuale e storica della categoria
ermeneutica del Barocco. Si mostreranno i ‘punti di fuga’ di una nozione che ha consentito,
nel XX secolo, di percorrere province disertate della letteratura e dell’arte di Antico Regime.
Piero Boitani
Letterature comparate
Per il descrittivo consultare pagina 6.
Marco Maggi
Letteratura dell’età barocca
Emblemi e imprese nella letteratura del Seicento
Sciami di immagini migrano in età barocca da raccolte e trattati di emblemi e imprese verso
i testi letterari. Dopo i preludi degli Eroici furori di Giordano Bruno (1585) e della Virginia
di Ercole Tasso (1593), opere nelle quali la contemplazione filosofica o erotica è imbastita
sull’ordito e la trama di parole e icone concettose, l’Adone (1623) sarà il vasto collettore
nel quale Giambattista Marino travasa l’immenso repertorio della letteratura delle immagini,
a partire dai «fitti gruppi d’imprese» (Praz) delle prime stanze del canto IV. Ma nella stessa
misura in cui è attratta dalla «scuola del silenzio» (Fumaroli) dell’emblematica, la letteratura
del Seicento manifesta una lucida coscienza delle tensioni generate nel proprio campo da
tali sconfinamenti, come testimoniano le parodie inscenate nello stesso Adone (canto XX: Gli
spettacoli) o nel «realismo emblematico» (Raimondi) dell’Osteria del maltempo di Antonio
Mirandola (1639). Migrazioni, diaspore ed esilî escono qui fuor di metafora, per rivelare il
fuori-scena accuratamente rimosso nelle rigide codificazioni dei trattati d’imprese. Nel doppio
anniversario cervantino (1615, pubblicazione della seconda parte del Quijote; 1616, morte
dell’autore), il corso ruoterà intorno a un centro invisibile, lo scudo vuoto del Cavaliere dalla
Trista Figura: «… e affinché meglio mi si addica questo nome, quando se ne darà l’occasione,
voglio far dipingere sul mio scudo una tristissima figura. – Non è il caso di sciupar tempo
e danari – disse Sancio –; tutto quello che occorre è che la signoria vostra scopra la sua e
volga il viso a quelli che la guardano, perché senz’altro, e senza bisogno di altre immagini e
di scudo, la chiamino quello dalla Trista Figura» (I, XIX).
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Claudia Caffi - Johanna Miecznikowski
Grammatica e atti di linguaggio
Il linguaggio e le dimore: pragmatica interculturale.
Dalle grandi migrazioni indoeuropee a quelle attuali, i parlanti delle lingue del mondo sono in
viaggio, spesso fuori luogo, un po’ stranieri. La lingua, intrinsecamente legata alle culture, alle
forme di civilizzazione e dell’agire sociale, alle esperienze del mondo, è l’interna dimora di ciascuno. Se si fa discorso, dialogo con qualcun altro, alla ricerca di una condivisione, l’esilio viene
meno. Pragmatica e esilio sono in questo senso complementari: se c’è l’una non c’è l’altro.
L’uscita dalla prigione dell’io richiede adattamento, sforzo di comprensione, sintonizzazione.
La nozione di ‘cortesia’, da alcuni decenni molto discussa in pragmatica, riunendo dimensioni
eterogenee dello scambio dialogico, si presta al confronto fra i diversi modi di stare al mondo.
Il corso partirà con l’illustrare le categorie fondamentali della pragmatica classica: la deissi,
la performatività, l’atto linguistico. Verranno poi presentate alcune nozioni di base dell’etnolinguistica e dell’antropologia del linguaggio nei loro rapporti con la pragmatica. Lo sguardo
etnografico consentirà in particolare di rivedere aspetti troppo dogmatici della teoria degli atti
linguistici introducendo il problema della diversità culturale e delle sue ripercussioni sia sui
metodi sia sulle teorie. Il tema della variazione intertecnica dell’agire linguistico verrà affrontato
in prospettiva pragmatica a partire dalla nozione di cortesia (Brown-Levinson 1987) e dalle critiche all’etnocentrismo che ad essa sono state portate. Verranno discussi alcuni problemi chiave
della pragmatica interculturale.
Il corso sarà così articolato:
− L’approccio pragmatico al linguaggio. Deissi, performatività, atti linguistici.
− Il concetto di ‘faccia’. La pragmatica come costruzione discorsiva dell’identità.
− Elementi di etnolinguistica e di antropologia del linguaggio.
− Variazione interculturale dell’agire linguistico.
− La conversazione in situazione plurilingue e interculturale: contesti plurilingui ed esolingui,
commutazione di codice.
Annick Paternoster
Retorica e stilistica
I galatei dell’Ottocento: la cortesia storica tra le buone maniere e l’affetto
Nell’Ottocento, con la fine dell’Antico Regime, il codice delle buone maniere subisce una trasformazione profonda, segnalata dalla presenza di oltre 400 titoli sul mercato libraio. Per una
selezione rappresentava dei galatei ottocenteschi, facendo riferimento alla pragmatica della
(s)cortesia e alla pragmatica storica, analizzeremo le varie definizioni del concetto della cortesia,
le strutture linguistiche e gli aggettivi pertinenti ad essa (“gentile”, “affettuoso”, “cerimonioso”, “civile”, ecc). Si presenteranno tre tipi di galateo:
a. La cortesia ragionevole del Nuovo Galateo (Melchiorre Gioia), il galateo che conobbe più
fortuna dell’Ottocento;
b. I galatei morali che definiscono il nuovo cittadino nel periodo risorgimentale;
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Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
c. I galatei borghesi e i libri di etichetta, che escono alla fine del secolo (la Marchesa Colombi,
Matilde Serao…)
I tre modelli proposti saranno esaminati sia nel contesto dei cambiamenti sociali e istituzionali
che accompagnano la nascita della nuova Nazione, sia rispetto alle correnti letterarie e filosofiche che, dalla fine del Settecento, annunciano un nuovo modo di concepire l’individuo, la
ragione e i sentimenti.
Andrea Rocci
Argomentazione
Il corso si articola in quattro parti o capitoli. Le prime due sono di carattere storico, la terza è di
natura teorica, mentre la parte conclusiva è dedicata all’applicazione ai testi.
La prima parte del corso riprende i tratti fondamentali dell’evoluzione della retorica classica
mettendo a fuoco la nozione aristotelica di entimema e alcune sue rielaborazioni antiche e
medievali (Quintiliano, Averroè).
La seconda parte si concentra invece sull’eredità della Topica aristotelica mettendo a fuoco il
contributo allo studio dei processi argomentativi offerto dalle elaborazioni della Topica entro la
filosofia e la logica tardo-antica e medievale (Severino Boezio, Abelardo, Pietro Ispano, Buridano
e Rodolfo Agricola).
A conclusione dei due capitoli storici ci si soffermerà a considerare la questione del valore educativo dell’argomentazione e, in particolare, della Topica nel quadro più ampio delle artes sermocinales del Trivio. L’occasione ci sarà offerta dalla riflessione di Giovanni di Salisbury nel Metalogicon.
La terza parte è dedicata all’attualità delle nozioni di entimema e topos nella teoria dell’argomentazione contemporanea e si incaricherà di mostrare come gli approcci contemporanei agli
schemi argomentativi e al rapporto tra inferenza argomentativa e processi interpretativi siano
debitori di queste due tradizioni.
L’ultima parte del corso è dedicata all’analisi di alcuni passi eminentemente argomentativi della
Divina Commedia. Si mostrerà come il valore esegetico degli strumenti dell’analisi argomentativa risieda, modestamente, proprio nel loro compito specifico, ossia illuminare l’impegno di un
testo a rendere ragione di una presa di posizione.
Victor Stoichita
Storia delle forme
La maschera e il volto
Il corso si propone di studiare le figure dell’“Altro” e quelle della differenza umana, attraverso
la rappresentazione del volto, con un accento speciale sulle rappresentazioni figurative del ‘500
e ‘600 e sulla “viseità” postmoderna.
Benedetta Papasogli
Storia della spiritualità
Spiritualità della nostalgia
Molto prima che esistesse la parola “nostalgia” (termine medico del XVII secolo), il salmo 136
Super flumina Babylonis con i suoi innumerevoli commenti aveva esplorato questo “sentiment
inconnu” nel suo riferimento a una patria, più che perduta, non ancora conosciuta: oggetto
non tanto di memoria quanto di speranza. Il corso si propone di partire dall’analisi di alcuni
commenti o riscritture per giungere a interrogare in una dimensione più ampia l’intreccio di
memoria e speranza nella tradizione spirituale cristiana, con particolare attenzione a testi spirituali e mistici coevi della moderna scoperta della “nostalgia” affettiva e poetica.
Raffaele De Berti
Analisi del prodotto cinematografico
Il corso è organizzato in due parti. Nella prima si intende fornire agli studenti le conoscenze di
base dell’analisi del film in rapporto anche al contesto storico del cinema, sia dal punto di vista
più strettamente tecnico (inquadratura, montaggio, rapporto suono/immagine), sia da quello
dell’uso di diverse prospettive metodologiche per l’interpretazione dei film (tematico, psicanalitico, iconologico, culturologico ecc.).
Questa prima parte verrà completata da una panoramica sui problemi legati ai contesti produttivi e di consumo del cinema contemporaneo, anche in relazione con altri media.
Nella seconda parte ci si confronterà con la rappresentazione del tema dell’immigrazione nel
cinema italiano contemporaneo analizzando alcuni casi esemplari come Saimir (F. Munzi, 2005)
e Io sono Li (A. Segre, 2011).
Maurizio Viroli
Dottrine politiche
Il corso propone un’introduzione ai principali concetti della teoria politica attuale, mostrandone da un lato la continuità con quelli proposti dai principali autori del passato - pensatori e
filosofi, uomini di scienza e di azione; dall´altro lato, illustrando i cambiamenti e le specificità
dei paradigmi di base (quali ad esempio democrazia vs. dittatura). Alcune tematiche d’attualità
serviranno ad esemplificare i principi e i concetti illustrati, ad esempio quelle concernenti le relazioni con paesi economicamente emergenti, la legittimità dell’intervento dello Stato o l´efficacia
delle istituzioni pubbliche.
Guido Milanese
Letteratura filosofica latina (condiviso con BLLCI)
Per il descrittivo si prega di riferirsi al sito.
Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
TERZO SEMESTRE
Linda Bisello
Letteratura e libri di testo
Il canone attraverso il quale viene tràdita una letteratura non è composto soltanto dai classici
che ne sono la struttura portante, il modello e la memoria, bensì anche - ad ogni generazione
- dai libri di testo che di quei classici disegnano un percorso antologico, dando voce più distinta
ad alcuni generi e autori e mettendo ai margini altri. La letteratura italiana ha il privilegio di
avere, tra gli autori di celebri “libri di testo”, alcuni dei suoi stessi classici: dal Leopardi della
Crestomazia della prosa e della poesia, al De Sanctis, al Carducci e al Pascoli, e in tempi più
recenti a Italo Calvino che nel 1969 pubblicò una delle antologie più belle per la nuova scuola
media italiana: La Lettura, ponendo l’accento sul ‘compito’ del lettore e sottolineando l’importanza di un concetto che si diramerà sino al Lector in fabula (1979) di Umberto Eco.
Fabio Pusterla
Letterature regionali e tradizioni europee
Il non voluto esilio. Prigionieri, esclusi e devianti nella poesia contemporanea da Umberto Saba
a Giorgio Orelli
«[…] me al largo / sospinge ancora il non domato spirito, / e della vita il doloroso amore.»
(Umberto Saba).
Il corso si prefigge di seguire, in un itinerario di lettura e di analisi attraverso la poesia italiana
del Novecento, l’emergenza delle figure del disagio e della marginalità, nelle varie forme del
prigioniero (reale, come quello ritratto da Vittorio Sereni in Diario d’Algeria, e metaforico, già
presente nella Bufera di Montale, in un testo come Il sogno del prigioniero), del deviante (cui
sono dolorosamente orientate le figure poetiche di Dino Campana, Amelia Rosselli, Alda Merini
e Salvatore Toma) e dell’escluso (che potrà oscillare tra l’immagine del vinto che appare per
esempio nei Frammenti lirici di Clemente Rebora, colorandosi poi delle cangianti tinte dell’emarginazione sociale in molti autori successivi, da Cesare Pavese a Elio Pagliarani, da Sandro
Penna a Pier Paolo Pasolini, e quella dell’anziano, sempre più allontanato dalla vita produttiva,
ritratto da Virgilio Giotti e da molti poeti novecenteschi, e centrale nell’opera di Giorgio Orelli).
La parola poetica diventa, lungo questo percorso, strumento di precisione per scandagliare le
molteplici lingue dell’esilio (che si farà ora reale e fisico, ora psichico, sociale, simbolico), un
esilio che sembra acuirsi quanto più ci addentriamo nello svolgersi del secolo e ci avviciniamo
alla nostra complessa e inquieta condizione presente. Così la figura dell’esilio, in dialogo con
i grandi modelli poetici europei (da Baudelaire a Eliot, da Milosz a Celan, a Bonnefoy e a
Jaccottet) diventa anche esilio della parola poetica, cifra stessa di un’impresa letteraria che,
allontanandosi dal centro che la scaccia, cerca ai margini della semiosfera la propria verità e le
ragioni del proprio esistere controcorrente; ritrovando forse, proprio nelle peregrinazioni imposte dall’esilio, l’antichissimo emblema del miglior fabbro Arnaut Daniel: Ieu sui Arnautz qu’amas
l’aura / e chatz la lebre ab lo bou / e nadi contra suberna.
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Ilaria Gallinaro
Storia dei generi letterari
Esiliarsi. Dal Deserto dei Tartari di Buzzati al Conte di Montecristo di Calvino
«Pensò a una prigione, pensò a una reggia abbandonata»: è la fortezza Bastiani del Deserto
dei Tartari, così come la vede la prima volta il protagonista del romanzo. L’astrarsi dal mondo
in un luogo che è carcere ma anche luogo privilegiato è sospeso da Buzzati sul crinale incerto
che separa costrizione e scelta, destino e consapevolezza. Lo stesso concetto propone Calvino
non solo nella trilogia dei Nostri antenati, dove l’idea dell’esilio come scelta o condanna è fondamentale per comprendere la vita sugli alberi del barone rampante, la separazione delle due
parti dell’anima nel visconte dimezzato e infine l’inconcepibile divisione dell’anima dal corpo
nel cavaliere inesistente, ma anche nei due simmetrici racconti Il conte di Montecristo e Un re
in ascolto. Due architetture perfettamente sovrapponibili, per dire ancora una volta la necessità
di separarsi dal reale, in una prigione o in una reggia, per decifrarlo o per disegnare, sopra o
accanto alla carta del mondo, una mappa della propria interiorità.
Johanna Miecznikowski
Costruzione di testi
Il corso intende aiutare gli studenti ad affinare le proprie capacità di scrittura.
Sul piano teorico si svilupperà l’approccio pragmatico al discorso introdotto nel corso
“Grammatica e atti di linguaggio”, anche in direzione della ricerca empirica sui processi di
scrittura. Particolare attenzione sarà dedicata alle particolarità del linguaggio scritto, alla literacy
e alla nozione di genere.
Nella parte pratica del corso si applicheranno queste categorie in esercizi sia di analisi sia di scrittura. Sarà messo a fuoco, in particolare, il genere della recensione accademica. Dopo l’analisi
di recensioni di vario genere ciascun partecipante recensirà un saggio recente di linguistica. Si
avrà così modo di esercitare le tecniche utili alle varie fasi di redazione, dalla documentazione
e la pianificazione del proprio testo (mappe concettuali e scalette) alla stesura (scelte linguistiche e impaginazione) e la rilettura autocritica e collaborativa (usando Word o un editor di
documenti pdf).
François Dupuigrenet-Desroussiles
Storia del libro e bibliografia
Migrazioni e diaspora nel mondo del libro a stampa pre-industriale: il caso italiano (XV-XVIII sec.)
La diffusione europea dell’arte tipografica fu dovuta alla migrazione di decine di stampatori
tedeschi che tra il 1460 e il 1480 crearono officine, durature o non, dal Baltico al Mediterraneo.
Durante i tre primi secoli della stampa, anteriori ai cambiamenti profondi portati dall’industrializzazione del processo di produzione e di distribuzione del libro, l’Europa tipografica ha conosciuto numerose migrazioni e diaspore, le une dovute alla circolazione costante di personale
e materiale lungo reti specifiche del libro – formazione di apprendisti all’estero come il futuro
grande libraio lionese Guillaume Rouille presso i Giolito a Venezia, partecipazione di librai ita-
Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
liani alle fiere di Francoforte, Lione o Medina del Campo, invio di modelli iconografici (disegni,
stampe ecc.) tra Germania, Francia e Italia –, le altre dovute alle conseguenze sul mondo del
libro dei conflitti politici e religiosi che non mancarono durante questo periodo – diaspora in
Italia, a titolo definitivo o provvisorio di stampatori ebrei cacciati dalla Spagna dopo il 1492
(caso dei Soncino), rifugio di stampatori riformati italiani in Svizzera (l’ex-domenicano Pietro
Perna a Basilea), invio di libri francesi in Italia durante le guerre di religione, per esempio.
Studieremo dunque la geografia specifica di queste migrazioni, esili e diaspore tra Quattrocento
e Settecento, che ci fornirà un ottimo strumento di presentazione dinamica del libro antico a
partire dai fondi della biblioteca Cantonale e della biblioteca Salita dei Frati.
Johanna Miecznikowski - Vincenzo Todisco - Sabine Christopher
Didattica dell’italiano L2
Il corso introduce alla ricerca scientifica sull’insegnamento dell’italiano come seconda lingua.
Dopo essersi sviluppata, nel Novecento, in stretto rapporto con la linguistica e con la linguistica
applicata, la Didattica delle lingue seconde è oggi un campo di ricerca interdisciplinare. Essa
integra le prospettive linguistica e psicologico-cognitiva con una riflessione sui contesti socioculturali, politici e istituzionali in cui si imparano e insegnano le lingue; interroga criticamente
la prassi educativa e si mette al servizio di attori istituzionali e insegnanti.
Prima parte: Introduzione (docente: Johanna Miecznikowski)
1) L’apprendimento/insegnamento dell’italiano L2 in Svizzera, in Italia e nel mondo
2) Linguistica applicata e Glottodidattica
– L’apprendimento/insegnamento come oggetto di studio: acquisizione dell’italiano L2;
interventi educativi di insegnanti, istituzioni, autori ed editori; processi comunicativi e
sociali nelle istituzioni scolastiche.
– Cenni storici sugli approcci all’insegnamento delle L2: dal metodo grammaticale-traduttivo al quadro europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue e gli approcci
contemporanei.
Seconda parte: Fattori fondamentali dell’interazione glottodidattica
(docente: Johanna Miecznikowski)
3) Competenza linguistica
Acquisizione del linguaggio e delle L2. Fattori linguistici, cognitivi e emotivi. Il concetto di
interlingua.
Induzione, deduzione e riflessione metalinguistica in classe
4) Competenza comunicativa e dimensione socio-culturale
Le (quattro+) abilità linguistiche.
La variazione diafasica, diastratica e diatopica.
Glottodidattica e civiltà.
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Terza parte: ricerche ed esperienze specifiche in ambito svizzero
5) Didattica del plurilinguismo (docente: Vincenzo Todisco)
6) Misure didattiche extracurriculari per la promozione delle competenze d’italiano in Svizzera:
Italiano subito e Capito? (docente: Sabine Christopher)
Ricciarda Barbiano di Belgiojoso
Ascolto e silenzio tra musica, letteratura, comunicazione
Paradossalmente la musica spesso evoca il silenzio, e secondo molteplici accezioni: a partire
dall’ascolto di brani che sono stati determinanti nell’evoluzione della storia della musica, durante il corso vengono sviluppate relazioni e confronti con altre discipline e arti. Considerando
tradizioni occidentali ed extra-occidentali, i temi trattati spaziano dal movimento inudibile
della Musica delle Sfere al silenzio inteso come mezzo per esplorare una dimensione spirituale
e mistica o come il riflesso di uno stato mentale introspettivo, oppure presenza udibile che
controbilancia il rumore, o elemento che ci rende consapevoli dei suoni dell’ambiente che ci
circonda. Musiche che indagano zone limitrofe tra suono, rumore e silenzio svelano orizzonti
percettivi inaspettati fino a rendere udibile ciò che generalmente non lo sarebbe, e d’altro canto
la pausa può essere per l’interprete strumento privilegiato per intensificare la comunicazione
con gli ascoltatori. Ancora, la presenza o assenza di musiche o suoni ambientali nelle colonne
sonore dei film determina il nostro modo di partecipare a quanto rappresentato sullo schermo.
Paul Gabriele Weston
Principi di biblioteconomia digitale
La biblioteca digitale costituirà l’argomento principale del corso. Facendo riferimento ad un
certo numero di realizzazioni esemplari, se ne esamineranno modelli, funzioni e servizi, i criteri
di allestimento e le buone pratiche per la scelta dei materiali, la loro descrizione e indicizzazione, il monitoraggio dell’utenza finalizzato all’individuazione delle strategie utili ad incrementarne visibilità e identità.
Previo accordo con la Direzione della Biblioteca Universitaria, qualche lezione si terrà nei locali
della stessa.
Nell’ambito del tema scelto per l’anno accademico 2015-2016 “Esilio, diaspora, migrazioni”,
alcuni incontri saranno dedicati ad esaminare la figura di Antonio Panizzi, nato a Brescello nel
1797, dal 1822 esule prima a Lugano e Ginevra e poi in Inghilterra, amico di letterati e patrioti,
promotore della lingua e della cultura italiana all’estero. Assunto in qualità di Assistant Librarian
(1831-37) presso il British Museum, fu nominato successivamente Keeper of Printed Books
(1837-56) e infine Principal Librarian (1856-66). Il suo contributo allo sviluppo della biblioteca
del British Museum, scorporata dall’istituzione museale nel 1973 e trasformata nella British
Library, gli valse il titolo di cavaliere, che gli fu concesso dalla Regina Vittoria nel 1869.
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Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
Cristoph Frank
Storia dell’arte e museologia
Per il descrittivo si prega di riferirsi al sito.
Franco Farinelli
Storia delle rappresentazioni dello spazio (Geografia storica)
Per il descrittivo si prega di riferirsi al sito.
Theo Mäeusli
Archivi digitali
Le aziende mediatiche, grazie alle tecnologie digitali, trasformano i loro archivi da un peso
patrimoniale in una risorsa di produzione, spostando gli archivi dalla posizione di fine di un
processo al centro dei flussi produttivi. Sempre più si osserva come gli archivi, soprattutto, ma
non solo quelli delle radiotelevisioni di servizio pubblico, possono assumere un ruolo importante
nella ricostruzione della memoria sociale di un territorio. Come “museo del XX e XXI secolo”
gli archivi possono così fornire ai produttori multimediali un ulteriore legittimità come servizio
pubblico.
Tematiche principali:
1. Archivio dei media come asset management: introduzione, definizione e problematiche.
Presentazione dell´esempio aziendale SSR SRG idée suisse: video, radio, musica e scritto.
2. Regole e standard dell´archiviazione audiovisiva: essenza e metadati, standard internazionali di qualità; dall´analogico al digitale.
3. Sviluppo dei supporti. Problemi di degrado e della tecnica obsoleta.
4. Sicurezza tecnica e di gestione; la problematica dei diritti.
5. Progettualità nella digitalizzazione degli archivi: return of investment; la memoria fisica; il
processo di documentazione; i sistemi di retrival; il collegamento con il flusso produttivo;
la nuova professionalità del media manager.
6. Metadati: dal “legacy al multimediale; l´importanza dei modelli dei dati; sistemi d´indicizzazione
automatica.
7. Criteri e processi di selezione.
8. Flusso dal NEWS room ai sistemi d´archiviazione e alla piattaforma multimedia; digitalizzazione di massa; centro di documentazione tv e documentazione scritta; memoria di massa
robotizzata (visita alle teche RSI).
9. La banca dati dei media svizzeri (SMD): una rete tra i grandi editori svizzeri tedeschi e francesi.
10. Valorizzazione e fruizione esterna dei contenuti d´archivio: teoria e pratiche regionali,
nazionali e internazionali. Modelli di business, diritti ed etica. Sviluppi futuri.
INFORMAZIONI GENERALI
TITOLO DI STUDIO CONSEGUITO ALLA FINE DEL PROGRAMMA:
Master of Arts in Lingua, letteratura e civiltà italiana
REQUISITI DI AMMISSIONE
Sono ammessi:
1. Studenti che hanno ottenuto un diploma di Bachelor in area umanistica con un numero
adeguato di crediti nelle diverse discipline dell’italianistica (almeno 60 su 180). Potranno
essere ammessi al Master coloro che discutono la prova finale di laurea triennale (Bachelor)
entro la fine del corrente anno.
2. Studenti che hanno ottenuto una laurea quadriennale in area umanistica, previa valutazione
degli studi pregressi ed eventuale colloquio con il direttore del Master. Essi potranno conseguire il Master con 60 crediti di studio più complemento della tesi.
La direzione del Master si riserva la possibilità di integrare il piano di studi con alcuni corsi fondamentali ove non siano presenti nel curriculum universitario del candidato.
BORSE DI STUDIO
Per l’anno accademico 2015-16 l’USI mette a concorso 5 borse di studio destinate a studenti
iscritti al Master in Lingua, letteratura e civiltà italiana. La borsa copre la tassa annuale ed è rinnovabile per il secondo anno. Per il bando dettagliato riferirsi al sito.
Per i descrittivi dei corsi consultate il sito:
www.mlci.usi.ch
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