L`animatore socio culturale

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L`animatore socio culturale
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L’ANIMATORE SOCIO - CULTURALE
(a cura della Dr.ssa Susanna Gallo)
L’animatore socio – culturale è un professionista che, attraverso attività ludico-espressive, stimola la
partecipazione attiva degli individui in un contesto sociale.
L’animatore è un operatore la cui mansione è finalizzata a promuovere i processi di attivazione del
potenziale ludico, culturale, espressivo, relazionali individuale o di gruppo.
A partire dagli anni ‘80, è emersa sempre di più una domanda di professionalità nel campo
dell’animazione, collegata all’esigenza di un uso creativo del tempo libero, della partecipazione, del
ripristino di ruoli sociali significativi.
Possiamo affermare che l’animatore deve essere capace di promuovere lo sviluppo delle potenzialità di
crescita personale e/o di integrazione sociale attraverso appropriati progetti educativi, con
caratteristiche di continuità, realizzati attraverso metodi centrati sull’uso del rapporto interpersonale e
delle esperienze di vita e in gruppo, sulla base di un precisa intenzionalità, anche in interazione col
sistema familiare, la scuola e le altre agenzie di socializzazione sul territorio.
L’animatore sociale lavora a diretto contatto con le persone realizzando attività ricreative, artistiche e
motorie.
Si occupa degli aspetti organizzativi, cura la programmazione delle attività e l'allestimento degli spazi e
reperisce il materiale necessario allo svolgimento delle iniziative.
Le attività, che vengono proposte , cercano di offrire occasioni di crescita personale e culturale e
hanno come obiettivo la gestione del tempo libero, la socializzazione l’integrazione tra le persone.
L’animatore può gestire direttamente le attività o coinvolgere altre figure professionali su interventi
specifici per realizzare laboratori creativi, attività motorie, uscite e spettacoli, attività educative,
iniziative legate ad eventi particolari o stagionali, danze e balli.
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AMBIENTE DI LAVORO
Non esiste un ambiente di lavoro tipico ma piuttosto diversi ambiti possibili a cui fare riferimento dopo
aver capito con quali utenti ci si sente più a proprio agio (adulti, anziani, diversamente abili, bambini,
adolescenti, ecc). Generalmente gli animatori sono liberi professionisti con un rapporto di
collaborazione dalla durata variabile in base alla attività da realizzare.
REQUISITI PERSONALI NECESSARI
A livello di istruzione, per fare l’animatore socio -culturale è necessario avere un diploma di scuola
media superiore.
Può sembrare poi, che per fare l’animatore basti essere dotati di un buona dose di simpatia, voglia di
giocare, attitudine teatrale, facilità a socializzare e far socializzare.
In realtà in questa professione nulla può essere lasciato all'improvvisazione . L'animatore deve sì
possedere buone doti creative, espressive e comunicative, ma queste devono essere sviluppate ed
orientate, al fine di essere in grado di lavorare in équipe, di progettare gli interventi facendo attenzione
alla globalità delle persone, sapendo dare le giuste risposte a diverse fasce di utenza ed altrettanto
diverse situazioni, di stimolare alla partecipazione e al protagonismo tutte i partecipanti, nessuno
escluso.
L’animatore ha conoscenze di programmazione educativa (articolazione di un progetto, con obiettivi,
fasi e metodi) e di gestione delle iniziative di animazione. Nel caso si occupi di animazione presso
campi gioco internazionali è necessaria la conoscenza di una lingua straniera e della cultura del posto.
L'animatore sociale utilizza, come strumento di lavoro, il contatto con le persone. Utilizza tecniche di
animazione, conosce e propone giochi, attività espressive, manuali, danze, allestisce spettacoli, ateliers
ricreativi ed artistici.
Conoscenze teoriche essenziali per l’animatore sono: conoscenze teoriche di psicologia, di pedagogia,
di sociologia, co n particolare riferimento agli aspetti cognitivi e di interazione tra le persone.
E' indispensabile la conoscenza specifica delle problematiche legate alle diverse fasi della vita per poter
dialogare efficacemente con bambini, adolescenti e con persone anziane.
Oltre però ad essere una persona con buone conoscenze tecniche ed organizzative, deve essere anche
elastica e risoluta, con una buona capacità di problem - solving; ha una personalità dinamica e creativa
ma con doti di pazienza, disponibilità, autocontrollo e di sensibilità rispetto ai bisogni delle persone.
Ha buone capacità di comunicazione ma anche di ascolto ed è in grado di favorire le dinamiche di
gruppo, le relazioni interpersonali.
E’ in grado di gestire gli eventuali conflitti.
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CENNI SU TECNICHE DI ANIMAZIONE
Fondamentalmente per programmare un lavoro di animazione di cui tenere conto , è il tempo che
abbiamo a disposizione, sia nel senso della durata dei singoli interventi, sia nel senso del tempo
organizzativo dei singoli interventi.
In un soggiorno dobbiamo considerare e sfruttare due linee temporali:
1) L’intera durata del soggiorno (15gg);
2) Le fasce di animazione quotidiana;
Questo ci permette di operare su due livelli ed essere maggiormente efficaci nell’intervento.
L’intera durata del soggiorno :
Considerare 15 giorni di lavoro insieme ai ragazzi ci permette di programmare una serata di festa finale
costruita e poi vissuta dai ragazzi stessi, chiamati a scegliere un laboratorio (circa due incontri a
settimana), un’attività di loro interesse, in cui creeranno un prodotto finale da condividere nella festa
insieme agli altri partecipanti il soggiorno.
Durante questi laboratori, condotti dagli operatori del soggiorno, l’imperativo non è insegnare, ma
assolutamente far fare, scegliere insieme e creare un “prodotto”, visibile e condivisibile
Le fasce di animazione quotidiana :
L’animazione quotidiana è composta da:
1) Laboratori
2) Animazione serale
3) Attività culturali
4) Momenti vuoti
Partendo dal basso, diciamo subito che ogni buon animatore deve avere pronti dei giochi, delle attività
di facile realizzazione da utilizzare in momenti “di emergenza” quali possono essere l’attesa di una gita
ritardata o un campo sportivo non più utilizzabile.
Inseriamo volutamente le attività culturali tra quelle di anima zione perché il progetto di base, la finalità
di ogni operatore-animatore socio culturale, è quella di coinvolgere il ragazzo, farlo partecipare, anche
e soprattutto a quei momenti che per definizione ludici non sono.
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Dunque si possono preparare i ragazzi ad una gita, proponendo giochi, creando canzoni sulla specifica
meta, raccontando aneddoti interessanti o costruendo insieme il percorso, attraverso il Gioco Viaggio.
L’animazione serale è un appuntamento quotidiano durante il quale l’equipe ed i ragazzi “tirano un pò
le somme” della giornata, programmano la successiva e si ritrovano ad essere GRUPPO.
L’animazione serale è uno strumento importantissimo per la riuscita del soggiorno, va usata e sfruttata
per CREARE il senso di appartenenza alla squadra, CREARE il senso di appartenenza al grande
gruppo.
Se ben pilotata, permette di INTEGRARE tutti i ragazzi, nessuno escluso, rispettando le personalità e
valorizzando le qualità di ciascuno.
L’animazione serale in questo senso segue una parabola così concepita:
Ø Giochi iniziali di “partecipa zione e movimentazione ”:
Sono quei giochi che mirano a ridicolizzarsi l’un l’altro e mettere tutti sullo stesso piano, a nudo delle
inibizioni e del controllo, sono quei giochi che insegnano a giocare a cui tutti ad iniziare dagli
operatori, partecipano.
Ø Giochi che stimolano la SANA competizione tra i piccoli gruppi:
Mettere in atto ad esempio una serata a premi con giochi a punti per ogni singola squadra aiuta a
stimolare l’unione e la conoscenza dei componenti la squadra stessa; dà molte informazioni
all’operatore sui ragazzi della propria squadra ed amalgama il gruppo.
Ø Giochi di divertimento:
A questo punto si può passare ad una serata di puro divertimento, che aiuti a non focalizzare troppo sui
piccoli gruppi ma tiene l’occhio aperto al gruppo intero, come una gara di barzellette mimate o una
caccia al tesoro con finale coinvolgente tutte le squadre.
Ø Talk show e aggreganti del grande gruppo:
Ora i ragazzi si sentono certamente a loro agio, possiamo dunque sederci e riflettere su argomenti da
loro suggeriti o giocare ai “Tornisti”, forse meno educativo del talk show ma comunque nella direzione
di mettere in luce i leader naturali del soggiorno.
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Ø Giochi pensati sulle necessità/qualità evidenziate dai ragazzi:
A questo punto il gruppo del soggiorno ha la sua identità e l’equipe può decidere delle attività
specifiche che integrino i ragazzi rimasti un pò al margine e rispondano alle necessità che il gruppo
di ragazzi ha fin allora mostrato.
Ø Grande festa finale:
Questo è un momento fondamentale del soggiorno. Saper concludere l’esperienza è più difficile che
viverla!Il gruppo dei ragazzi e l’equipe si salutano, portano con loro un giornalino, una foto o anche
solo l’emozione dei una rappresentazione teatrale e di un applauso, e questo è il momento in cui si
dà il senso a 15 giorni di lavoro.
Ovviamente a tutto ciò si affianca l’animazione sportiva, composta dalla pratica dello sport del
luogo ad esempio, creazione e partecipazione a tornei e sfide, nonché creazioni di grandi giochi con
allestimento ad esempio di piccole olimpiadi o giochi senza frontiere.
CONSIGLIO
Nella scelta dei giochi VALUTATE sempre che tipo di ragazzi avete di fronte, e cercate sempre di
SCEGLIERE giochi che vi piacciono, in cui vi muovete bene, perché non c’è miglior aggregante del
VOSTRO ENTUSIASMO nel fare ciò che state per fare.
Esistono molti libri e siti di giochi e di animazione, da cui potrete attingere a creare il vostro archivio
personale.
Oltre ai vari manuali tecnici, comunque, un buon riferimento bibliografico consultabile è:
Ø “L'animatore socioculturale. Formazione e autoformazione. Metodi e tecniche”
di Limbos Edouard, Editore: Armando
Ø Tra le fonti consultabili vi sono i vari centri giovani tra cui il:
“Centro Informazione e Documentazione Giovani del Comune di Torino”
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