Le piante contro il dolore
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Le piante contro il dolore
Le piante contro il dolore (Bruno Brigo) Le articolazioni sono strutture dotate di un meccanismo complesso. Messe continuamente a dura prova dal movimento incessante. Con il tempo la cartilagine di rivestimento si usura progressivamente. Compaiono artrite o artrosi con dolori che si fanno sempre più insistenti con il passare degli anni. Bisogna dunque intervenire possibilmente prima che si instauri un danno irreparabile. La fitoterapia dispone di alcune piante medicinale che svolgono un’azione protettiva, antinfiammatoria, analgesica ed antireumatica. L’azione antinfiammatoria e antalgica è meno rapida nei confronti dei FANS, farmaci ad azione antinfiammatoria appartenenti a diverse categorie di principi attivi. L’effetto dei FANS sull’infiammazione e sul dolore è molto rapido, ma il loro uso prolungato o ripetuto comporta il rischio di fenomeni collaterali anche gravi e soprattutto comporta un danno a livello della cartilagine articolare. Per questo motivo è preferibile scegliere un trattamento antinfiammatorio che sfrutti le proprietà antinfiammatorie delle piante medicinali che svolgono anche un’azione protettiva sulla cartilagine dovuta alla molteplicità dei principi attivi contenuti (Olmaria, Artiglio del diavolo, Boswellia, Uncaria). Le piante medicinali contro il dolore muscolo scheletrico Artiglio del diavolio (Harpagophytum procumbens) Questa pianta cresce nel sud dell’Africa, nel deserto del Kalahari, dove è nota come ‘artiglio del diavolo’. Viene utilizzata la radice che si presenta come un grosso tubercolo da cui si dipartono radici secondarie più affilate. Gli Africani conoscono le proprietà da lungo tempo, anche se in Occidente l’attività antireumatica è stata scoperta solo negli anni 1960. Attualmente viene considerata in fitoterapia come la pianta antireumatica per eccellenza. In effetti l’arpago vanta numerose azioni favorevoli per le articolazioni, in quanto è antinfiammatoria, analgesica e previene l’usura della cartilagine, di cui anzi rinforza la trama elastica. L’efficacia della pianta si deve alla ricchezza in principi attivi noti come iridoidi. Particolare attenzione deve essere rivolta alla qualità dei preparati disponibili in commercio. Solitamente vengono consigliate preparazioni in capsule o sotto forma di tintura madre. Olmaria o regina dei prati (Spiraea ulmaria) Grazie a questa pianta un chimico ha scoperto la formula dell’aspirina. L’olmaria, infatti, contiene dei derivati salicilati che attenuano l’infiammazione e calmano le sensazioni dolorose. Dal momento che l’olmaria possiede anche un’azione leggermente diuretica, essa contribuisce a eliminare le scorie e in particolarev i cristalli di acido urico che accumulandosi nelle articolazioni dei pazienti che soffrono di artrite e di artrosi. L’olmaria si può utilizzare sotto forma di infuso, nella misura di 50 grammi di estremità fiorite per un litro d’acqua bollente, lasciando in infusione per 10 minuti. Possono essere utilizzati anche dei cataplasmi caldi con i fiori trattati con infusione che vengono messi su una garza e quindi applicati sull’articolazione dolorosa. Sono disponibili inoltre preparati in capsula o sotto forma di tintura madre. Frassino (Fraxinus excelsior) E’ un albero maestoso che può raggiungere i 35 metri di altezza. Secondo il racconto dell’Iliade il giavellotto di Achielle era in frassino. Il mito germanico celebrava il frassino come albero magico su cui poggiava il tetto del mondo. In passato era noto come ‘china d’Europa perché veniva utilizzato nel trattamento della febbre, prima dell’avvento della china. L’effetto principale del frassino sul dolore articolare è dovuto all’accelerata eliminazione di scorie e all’attenuazione del processo infiammatorio. Si può utilizzare come infuso nella misura di 40 grammi per un litro di acqua bollente, da lasciare in infusione per 10 minuti. Ippocastano (Aesculus hippocastanum) Un tempo la tradizione popolare consigliava di tenere in tasca qualche marrone d’India per prevenire i dolori reumatici della stagione invernale. Solo di recente si è evidenziato che gli estratti di ippocastano preservano dall’usura la cartilagine articolare e prevengono l’infiammazione e le deformità del processo artrosico. Se ne consiglia l’uso sotto forma di compresse o di tintura madre. Boswellia (Boswellia serrata) Albero che cresce in India e Cina, di cui si utilizza la resina per le proprietà nei confronti di reumatismo infiammatorio e affezioni intestinali. L’attività dlella pianta medicinale è dovuta agli acidi boswellici che bloccano l’infiammazione e proteggono la cartilagine dalla distruzioni del colagene. Viene utilizzata nel trattamento delle tendiniti e dei reumatismi infiammatori. In commercio sono disponibili preparati in capsule. La boswellia viene preferita agli antinfiammatori e ai cortisonici per l’azione protettiva sulla cartilagine. Uncaria (Uncaria tomentosa) Rampicante legnoso e spinoso, originario delle regioni sud tropicali e del centro America. Il nome popolare ‘unghia di gatto’ deriva dalla forma delle spine. In fitoterapia la parte usta è la corteccia della radice o del fusto. L’Uncaria viene utilizzata nel trattamento dei processi infiammatori delle articolazioni associati ad uno stato di debilitazione, come l’artroite e la fibromialgia. I preparati complessi fitoterapici per il dolore muscolo scheletrico Molti preparati disponibili in commercio presentano l’associazione di piante medicinali e sostanze diverse che agiscono sui diversi aspetti dell’infiammazione, del dolore e dell’usura articolare. Viene proposta, qui di seguito, un esempio di tali formulazioni: Glucosamina solfato (protegge la cartilagine articolare) Boswellia serrata (azione antinfiammatoria e antireumatica) Spiraea ulmaria (azione antinfiammatoria, analgesica) Harpagophytum procumebens (azione antireumatica) Withania somnifera (azione antinfiammatoria articolare) Balsamodendron mukul (azione antinfiammatoria articolare)