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COMMENTI&OPINIONI
Corriere del Ticino
GIOVEDÌ 8 MAGGIO 2014
❚❘❙ DALLA PRIMA PAGINA
GIANNI RIGHINETTI
Il retrogusto
amarognolo
delle imposte
vorrebbero più federalista e meno piagnone, più concreto e meno spendaccione, predica bene
ma razzola male. E questo da
molti anni. Le occasioni per aggiustare la rotta, piuttosto che
limitarsi ad amministrare conti
pubblici allegri a livello di preventivo, migliorati a consuntivo
grazie alle entrate extra garantite dallo strabordante gettito fiscale, ci sono state per diversi
anni. Ma non sono state colte.
Chiedere oggi di mettere un freno ai disavanzi, stabilendo la
regola di un deficit massimo del
4% delle entrate correnti a preventivo, non è una mossa credibile. Non lo è perché l’esperienza insegna che la riduzione della spesa non è mai gradita dai
politici. Dalle manifestazioni
pro-Officine di Bellinzona è
passato diverso tempo, ma il Ticino è sempre più il Cantone del
«giù le mani da tutto». Ad ogni
accenno di risparmio, per non
scomodare l’illusoria revisione
dei compiti, si levano barricate
e veti incrociati. Maestro in questa operazione è il Gran Consiglio, dove i parlamentari di manica larga abbondano, specie
negli anni che portano alle elezioni, come quello che ci apprestiamo a vivere. E, spesso, sono
gli stessi che si inalberano (a
parole) chiedendo un taglio della spesa, ma guardandosi bene
dall’indicare dove e cosa fare.
Il Parlamento, con l’intento di
addolcire la pillola del moltiplicatore d’imposta, si è inventato
il meccanismo della maggioranza qualificata. Per fare leva sulle
imposte occorrerà pertanto l’avallo dei 2/3 dei membri del Legislativo. Una soluzione che è
costata l’opposizione dei socialisti, il solo partito che era pronto
a sottoscrivere il progetto di
Laura Sadis nella versione che
aveva superato lo scoglio governativo.
Oggi si sprecano parole sul fatto
che con questo airbag la strada
per aumentare il prelievo fiscale
risulterà più impervia. C’è chi
dice che, con gli equilibri politici
attuali, giungere a questa soluzione sarà «praticamente impossibile», anche perché ogni
decisione sarà passibile di referendum. Ma, contrariamente a
diversi Cantoni considerati particolarmente virtuosi e un esempio da seguire, da noi non esiste
il referendum obbligatorio.
L’unico aspetto positivo è che, se
il 18 maggio saremo chiamati
alle urne, sarà perché il Governo
e la maggioranza dei partiti hanno voluto inserire tutto nella Costituzione cantonale. Anche
questa è una misura sproporzionata, ma permetterà ai ticinesi
di opporsi, senza che vi fosse la
necessità di lanciare un referendum ad hoc.
Questo mezzo è davvero un grimaldello per aumentare le imposte, mentre dire sì nell’urna
finirà per cancellare dal quaderno degli appunti dei politici il
concetto di riduzione delle uscite. Affermare che quello sul tavolo, con la trovata della maggioranza qualificata, è stato trasformato in un freno alla spesa
mascherato, è una mezza bugia
che non rende onore a chi se ne
fa portavoce. Ma qui non servono magie o prestigiatori. Se davvero si voleva frenare la spesa
l’occasione c’era in tempi passati e anche recenti. Per contro
oggi Consiglio di Stato e Parlamento non propongono scelte
vere e coraggiose. Ma solo una
pietanza indigesta che, nella migliore delle ipotesi, oltre a legalizzare i deficit, lascia in bocca il
retrogusto amarognolo delle
imposte.
CENT’ANNI FA
L’OPINIONE ❚❘❙ MAURIZIO AGUSTONI*
La sinistra vuole abolire l’esercito
D
urante lo scorso mese di settembre i fautori di una Svizzera disarmata (e quindi inerme) hanno combattuto la loro (fallimentare) campagna per l’abolizione del servizio
miliare con lo slogan: «Non tutti hanno tempo per giocare alla guerra». Il popolo svizzero – con una maggioranza del 73% – ha ricordato agli avversari dell’esercito che la
guerra non è un gioco e che la politica di
sicurezza deve essere seria e credibile. Il
Gruppo per una Svizzera senza esercito, i
socialisti, i comunisti e i verdi, dopo aver
clamorosamente mancato il bersaglio grosso
(l’esercito) hanno quindi spostato i loro mirini contro una preda apparentemente più
facile da abbattere: le Forze Aeree. Il 18 maggio saremo quindi chiamati ad esprimerci
sulla Legge federale sul fondo per l’acquisto
dell’aereo da combattimento Gripen. Come
noto la Svizzera dispone attualmente di 86
aerei da combattimento: 32 F/A-18 e 54 F-5
Tiger. Gli F-5 Tiger, entrati in servizio nel
1978, sono oramai obsoleti e non garantiscono più un efficace adempimento dei compiti
di polizia aerea. L’Assemblea federale ha
quindi deciso di sostituire i 54 F-5 Tiger con
22 Gripen. La sostituzione degli F-5 Tiger
sarà finanziata interamente attingendo al
budget dell’esercito (in ragione del 6% su 10
anni); nessun altro settore dello Stato sarà
toccato da risparmi o contenimenti della
spesa. Inoltre lo Stato svedese – a fronte
dell’acquisto dei Gripen E – si è impegnato a
effettuare investimenti in Svizzera per un
valore di 2,5 miliardi di franchi, di cui circa
125 milioni in Ticino. Lo «zoccolo duro» degli avversari alla sostituzione degli F-5 Tiger
coincide quasi esattamente con gli avversari
dell’esercito tout court. Niente di cui sorprendersi: impedire la sostituzione degli F-5 Tiger
significa azzoppare fatalmente le forze aeree
8 Maggio 1914
Morte improvvisa – Stamane a Cadempino, il magnano Canonica Marco
di anni 70, di Lamone, uscito da una
casa di Cadempino e giunto vicino al
passaggio a livello della ferrovia, venne
fulminato da una paralisi cardiaca.
Trasportato in una vicina cappelletta,
venne chiamato da Lugano il dr. Galli il
quale non ebbe che a constatare il decesso del povero vecchio.
Tranvie luganesi – Questo servizio
pubblico trasportò nel mese di aprile
scorso viaggiatori 147.377, bagagli
tonn. 701 con un introito totale di fr.
18.005,05. Nel corrispondente mese
del 1913 si avevano viaggiatori trasportati 208.624, bagagli tonn. 681 con incasso di fr. 18.507,90. Nel mese scorso
si ebbe quindi una minor entrata di fr.
502,85.
Nel commercio – La Ditta Fratelli Rimoldi ha l’onore di invitare la cittadinanza tutta a voler visitare nelle vetrine dei propri negozi prospicienti in
viale Carlo Cattaneo, sabato e domenica 9 e 10 corr., il mobiglio che lunedì
prossimo verrà spedito a Berna per figurare in quella Esposizione.
Ospedale italiano – Movimento ammalati nel mese di aprile 1914: Degenti
del mese precedente 45; ammessi nel
mese 47; totale ammalati curati nel
mese 92; usciti 49 (guariti 35, migliorati 11, decessi 3). Giornate di degenza
1350 (uomini 749, donne 426, bambini
175). Visite e medicazioni gratuite
all’ambulanza 810. Oblazioni pervenute nel mese: signora Anna Consolo
Kramer, a mezzo Conte Marazzi R.
Console d’Italia, fr. 51.70 – S.L. fr 5 –
Bettosini Gaetano fr. 2. L’amministrazione e la Direzione dell’Istituto esprimono i più sentiti ringraziamenti.
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svizzere. E nel XXI secolo un esercito senza
forze aeree è inutilizzabile. Chi vuole abolire
l’esercito svizzero (o lo vuole smembrare)
sostiene che la Svizzera debba affidare la
propria sicurezza agli Stati vicini o a organizzazioni militari sovranazionali. Personalmente ritengo che questo approccio svuoti in modo importante la nostra sovranità e,
in definitiva, la nostra democrazia. A funzionari stranieri verrebbero in effetti delegate importanti scelte di politica di sicurezza
che attualmente richiedono l’avallo del popolo svizzero. Qualcuno sostiene inoltre che
non abbiamo bisogno di un esercito (e a
fortiori di forze aeree) perché all’orizzonte
non si intravedrebbero minacce per la sicurezza della Svizzera. Questa visione, a cavallo tra l’utopia e l’ingenuità, è profondamente miope: nessuno è in grado di prevedere
cosa accadrà in Europa e nel mondo tra
10-15 anni. Crogiolarsi nell’illusione di una
pace eterna può forse essere consolatorio,
ma è tutt’altro che responsabile. Inoltre agli
aerei da combattimento sono affidati importanti compiti di polizia aerea che devono
essere garantiti anche in tempo di pace. Altri
ritengono che il Gripen non sia la miglior
scelta, o che costi troppo. Personalmente non
ho le competenze tecniche per avventurarmi
in questo tipo di disquisizioni. Quel che è
certo è che gli esperti incaricati dalla Confederazione hanno concluso che il Gripen E è
l’aereo giusto per la Svizzera: adempie pienamente le nostre necessità operative e presenta il miglior rapporto tra qualità e prezzo. Scartati questi inconsistenti pretesti la
questione è quindi sempre la stessa: la Svizzera deve avere una forza di difesa autonoma e credibile? Personalmente ne sono convinto e per questo motivo il prossimo 18
maggio voterò «sì» all’acquisto del Gripen
* vicepresidente PPD
L’OPINIONE ❚❘❙ IGNAZIO CASSIS*
Salario minimo: veleno e non medicina
Al cinema – Al cinema Odéon Théatre
«Senza Famiglia», capolavoro teatrale,
imponente dramma in un prologo e 5
parti. In questo film gli interpreti s’investono della loro parte, frementi d’emozione e di vita nel bel romanzo di
Ettore Malot. Prezzi soliti: i ragazzi pagano la metà. Chiedere il programma
dettagliato alla cassa. Data la sua lunghezza questo film verrà proiettato
due volte domenica 10 corr.
Tratta delle bianche – In occasione
dell’assemblea generale della Società
svizzera contro la tratta delle bianche il
prof. Zürcher di Zurigo presentò un
rapporto sulle ultime disposizioni del
nuovo codice penale. Il minimo della
pena è di un anno, il massimo di 15
anni. È esclusa la sospensione condizionale della pena e sono fissate delle
multe per i casi minori.
C
iò che a prima vista potrebbe sembrare una medicina (anche vitale), in realtà si rivela essere un veleno (anche mortale) per gli stessi
individui che intende favorire: per questo
mi oppongo a una soluzione – il salario
minimo unico di 4.000 franchi – che mostra
tutta una serie di pericolose controindicazioni.
In effetti, un salario minimo così alto – il
più alto al mondo – non solo imporrà a
molte grosse aziende di valutare seriamente
il ricorso a processi di automazione (sostituzione dei lavoratori con delle macchine) o
alla delocalizzazione, ma soprattutto costringerà molte piccole e medie attività – il
fulcro del nostro tessuto economico – a diminuire il personale, se non addirittura a
chiudere i battenti perché incapaci di pagare – anche per le professioni non o poco
qualificate – tali salari.
E a poco servirà avere dei salari minimi
elevati se, in definitiva, mancherà la cosa
più importante: il lavoro.
Un lavoro al quale, per giunta, sarà sem-
pre più difficile accedere. Un salario di
4.000 franchi, infatti, sarà una vera e propria calamita per i lavoratori dei Paesi vicini, i quali vedranno nella Svizzera un
vero e proprio eldorado, portando a un
ulteriore aumento della pressione sul mercato del lavoro ticinese e di conseguenza
rendendo ancora più difficile l’inserimento
o il reinserimento professionale di giovani,
donne e lavoratori poco qualificati o con
poca esperienza, ai quali – per uno stipendio così alto – saranno sempre preferiti
profili capaci di fornire maggiori e migliori
garanzie.
D’altronde neanche i test clinici hanno mostrato risultati confortanti. L’esperienza del
salario minimo in Francia ha infatti mostrato che lo strumento del salario – oltre ad
essere una barriera all’entrata per i giovani
in cerca del primo impiego – causa un aumento del tasso di disoccupazione e della
precarizzazione dei lavoratori non qualificati, come anche un livellamento dei salari
verso il basso.
* consigliere nazionale PLR
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In tandem per scovare la droga
❚❘❙ Per l’attività di controllo contro gli stupefacenti nei quartieri della città la
polizia comunale di Losanna si è dotata di uno speciale tandem elettrico
per l’agente e per il suo compagno di lavoro, il cane antidroga «Whisk». C’è
chi pedala e chi si riposa in attesa di entrare in azione.
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