F. 1 - TARTANA Monografia.2.2 H.V.

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F. 1 - TARTANA Monografia.2.2 H.V.
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MODELLI NAVALI STATICI
di Simone Matera
TARTANA PESCHERECCIA
Premessa:
Il modellismo navale statico ha una storia antica, lo dimostrano i
molti ritrovamenti in tombe; (museo del Cairo), famose le navi di Nemi,
quelle vichinghe di Oslo, ecc.
Il modellismo navale, tratta, o dovrebbe trattare, la ricostruzione fedele in
scala del soggetto vero, o è un modello per “test” in vasche di prova
idrodinamica o, ancora, come avveniva anche in tempi trascorsi, quando il
modello era costruito prima, con ogni particolare, anche in grande scala,
per dimostrare meglio al finanziatore, come sarebbe riuscito quello vero (e
convincerlo a finanziare). Alle volte erano veri e propri capolavori e pezzi
unici, (è possibile vederne uno, molto grande, al museo navale di Parigi, al
museo navale di Lisbona , Oslo, ecc.
Pertanto un vero modello in scala, con tutti i particolari che le varie
scale di riproduzione impongono, è da ritenersi quel modello che è
realizzato secondo il disegno ricavato dal vero. Inoltre se gli originali sono ancora attivi e visitabili, allora,
costruendo il modello, si rivive in ogni momento, un pezzo di storia che il natante ha vissuto!
Originali esistenti e luoghi nei quali ho potuto fare questa esperienza.
Kutty Sark: Adesso lo puoi ancora vedere, ed è visitabile, perché è "in ormeggio" a Greenwich (Londra).
Intrepid (portaerei): nave da guerra statunitense trasformata in museo galleggiante, ancorata in un ramo
dell’Hudson a N.York…ci entri dentro….immensa!.
Wasa – Voi potrete vedere e salirci all’interno del vero, il Museo esistente nel porto di
Stocolma, lo ha tutto al lui dedicato. Riportato a terra negli anni 50, dopo il suo naufragio
avvenuto nel 1628 in occasione del suo viaggio inaugurale, è il più emozionante!
Mayflower: esiste la riproduzione vera e navigante, in grandezza naturale visitabile a
Plymouth (Boston), con l’equipaggio in costumi dell’epoca e con strumenti di navigazione
dell’epoca.
La S.S. Jeremiah O’Brien è l’ultima nave classe Liberty (2a guerra mondiale) rimasta
intatta ed operativa. Sarete affascinati dal suo bel motore a vapore a triplice espansione.
Questo esemplare è visitabile in un molo a S. Francisco.
Constitution. “Old Ironsides": è una fregata tre alberi in legno, ormeggiata a Boston in
un proprio bacino, è ancora un vascello in servizio attivo della US Navy. E’ la più vecchia
nave al mondo ancora galleggiante e navigante (1997). Restaurata nel 1996 alla
perfezione. È ultravisitabile.
Normandie: è stato un transatlantico francese di 80.000 tonnellate, costruito dai Chantiers de Penhoët a
Saint-Nazaire. Considerato da molti come il più bel transatlantico mai costruito, era anche, al momento del
suo varo nel 1932, il più grande.
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Esiste una ricostruzione fedelissima, di parte di esso, situata all’interno degli ex bunker tedeschi di SaintNazaire (Fr). Nella sua sala di prima classe abbiamo bevuto il Te,! E’ anche simulata la partenza del
transatlantico, ed alla fine della visita, si partecipa ad un vero sbarco d’emergenza su scialuppe di
salvataggio …….“veramente un’esperienza da non perdere”.
Espadon: sommergibile francese, galleggiante e visitabile, situato nei famosi ex bunker tedeschi di SaintNazaire. Dislocato di fronte alla riproduzione del Normandie.
Fram, nave polare: la nave polare "Fram" ebbe una parte fondamentale della storia delle esplorazioni
polari. La nave era, all'epoca, l'imbarcazione in legno più grande al Mondo, è visitabile al Frammuseet di
Oslo.
RRS Discovery: è un tre alberi utilizzato in diverse spedizioni in Antartide, anche dallo
sfortunato capitano Robert Falcon Scott. Attualmente è ancorata in un molo, presso il
museo navale della città scozzese di Dundee.
Unicorno: fregata inglese. Disalberata, galleggia nel bacino del porto scozzese di Dundee,
è visitabile ed è adibita a museo.
North Carr: battello faro-sirena, visitabile, ancorato nel bacino del porto scozzese di
Dundee vicino all’Unicorno, è visitabile.
Aurora: incrociatore russo, carico di storia e simbolo di un’Era, nel 1908 prestò aiuto ai
terremotati di Messina.. E’ visitabile. Divenuto un museo galleggiante, è una delle principali
attrattive e meta turisticha di San Pietroburgo.
Sommergibile della classe “u-boot 9”?: esposto nel Deutches Museum di Monaco di
Baviera che è il più grande e antico museo della scienza del mondo. Il sommergibile è, didatticamente
interamente, sezionato per tutta la sua lunghezza, si può così, facilmente vedere dall’esterno ogni suo
particolare. Cosa impossibile per i sommergibili esposti interi.
Enrico Toti: sottomarino da caccia antisomm. E’ visitabile, esposto, purtroppo intero, all’interno del Museo
della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano, è visitabile.
Ebe nave-scuola 1891: la goletta, in pieno assetto di navigazione con le vele spiegate, è una delle navi più
grandi con velatura esposta; é conservata, nel museo della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci a
Milano. E’ visitabile.
MAS, motoscafo silurante antisommergibili, visitabile presso il Vittoriale di Gardone Riviera.
Tartana peschereccia; capolavoro di riproduzione modellistica didattica di una celebre barca da pesca
dell’alto adriatico, esposto al
Museo Navale di Venezia.
L’utilità delle visite alle imbarcazioni vere di cui sopra, è stata quella, oltre all’emozione di vivere il
momento con l’originale, di poter reperire in loco disegni e piani di costruzione ripresi dal vero, spesso
anche di cantiere, essendo sicuri, così, di non avere un piano “rimaneggiato” e spesso distorto da ditte
commerciali. Si possono, anche, acquistare interessanti volumi riferentisi all’originale visitato in loco, come i
seguenti esempi:
“The Swedish Warship Wasa; - El Wasa navìo de guerra; - Mayflower Plimoth Plantation ( Plymout
Massachussets); - The tug boat book; - Scale model Tugs & trawlers;- The tug book; -Modelli navali di O.
Curti; - Vecchie barche adriatiche di M. Marzari. ecc.
TARTANA PESCHERECCIA
Dopo questa non breve premessa, è d’obblico parlare della Tartana. Perchè la tartana?
Intanto perché è un modello storico della tradizione di pesca della nostra laguna Veneta.
L’importante museo navale di Venezia ne ospita una riproduzione del 1870, capolavoro d’arte
modellistica didattica di un certo B.N. di Chioggia.
Il modello, riproduce una tartana peschereccia in ogni suo particolare, con la parte destra senza fasciame
per poter meglio ed in modo didattico, studiarne l’interno!
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Fedele esempio d’imbarcazione scomparsa ai primi anni del 1900. Da non confondere con la
Tartana da guerra e la Tartana (barca).
La tartana peschereccia, in uso a Chioggia fino ai primi del 900, era simile al noto Bragozzo a
fondo piatto. Era munita di due alberi attrezzati con “vele al terzo”. Era la più grande barca da pesca
dell’Adriatico e poteva raggiungere i 20 metri di lunghezza, con un rapporto lunghezza larghezza attorno a
3,5.
Di costruzione molto robusta, affrontava sicuramente il mare aperto, dato che i marinai chioggiotti
sapevano condurre con maestria questo tipo d’imbarcazione, da loro costruito con intelligenza e dal frutto
delle loro lunghe esperienze in mare.
Lo scafo con la prua rotonda e slanciata, la poppa tozza e sagomata per poter navigare anche in
acque basse, potendo sollevare il pesante timone “calumo”, in legno di olmo, le conferiscono una linea
filante ed elegante.
Alberatura
La tartana peschereccia era armata con due alberi di larice e vele “al terzo”. L’albero di prua era
inclinato in avanti, mentre quello a poppa era ortogonale alla coperta. Le due vele erano alzate a sinistra
degli alberi. Sartiole erano a paranco doppio incappellato, questo, all’albero ed alla murata, le stesse
sartiole fungevano da sartie. Paranchi tripli servivano alla manovra delle antenne sopportanti le vele. Le
antenne restavano accostate all’albero mediante un “rosario a trozze”, facilitando lo scorrere verticale
dell’antenna stessa sull’albero. La manovra dell’antenna era eseguita tramite una drizza ( “mante”), fissata
ad un terzo dell’antenna, (ecco il perché della vela al terzo), passando dalla testa d’albero, era fissata ad un
robusto paranco triplo, atto a sollevare ed ammainare la pesante vela. Paranchi semplici, dalla testa
d’albero, erano usati per il sollevamento delle reti.
La parte bassa delle vele (“da terra”) era legata a un’ “antennella” che nella parte a prua era fissata
ad un paranco doppio legato al paramezzale della coperta ai piedi dell’albero.
Presso lo stesso Museo di Venezia ho avuto la possibilità di attingere dati ed informazioni dal testo
di Mario Marzari. Il testo è completo di ogni particolare che va dai disegni in 6 tavole, di una precisione mai
vista. La documentazione, ricca di particolari è rara nei disegni di ditte di modellismo commerciale. Il Libro,
contiene anche un utile glossario di termini marinari veneti, notizie storiche, tabelle di dati e foto del modello
esposto al museo di Venezia. Quanto sopra aiuta a realizzare un bel modello storico in ogni suo particolare.
Il modello costruito e riprodotto nelle foto
Il modello, è lungo 40 cm, e corrisponde alla scala di
1:50, mantenendo il rapporto lunghezza / larghezza di 3,5. Il
modello è stato da me realizzato e costruito secondo i piani di
costruzione del volume di cui sopra Vecchie barche adriatiche
di M. Marzari
.
Lo scafo è stato costruito con il metodo del “doppio fasciame”,
con l’esterno in listelli di palissandro da 2 x 4mm. Le “cinte”
sono in legno di rosa, gli alberi e le antenne, di legno di
Caratteris tiche del modello
Sc afo
Lunghezz a
Larghezz a
Altezz a
Alberatura
Albero a poppa
Antennella superiore
Antennella inf eriore
Albero a prua
Antennella superiore
Antennella inf eriore
Dimensioni
40 cm.
11.5 cm.
50 c m.
30 cm.
33 cm.
23 c m.
21 cm.
24 cm.
17 cm.
mogano, la coperta, con il paramezzale, in listelli larice di
Slavonia da 3mm., i paranchi sono stati costruiti con legno di
bosso. Le parti metalliche in ottone.
Non si sono adottate le pitture dell’epoca, ma si è
preferito lasciare lo scafo in palissandro nel suo bel colore, con
finitura a “gommalacca” e lucidato a spazzola.
Sartiame: ho preferito ricorrere ai negozi di forniture per
calzature dove è possibile scegliere gomitoli di refe d’ogni tipo
già paraffinati in nodo che in opera, le manovre rimangono rigide
e, col tempo, non si vedono quei “pilucchi” che appaiono in certe
sartie impolverate.
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Vele: è stata usata una stoffa molto leggera tipo “pelle d’uovo” di cotone. La velatura è stata riprodotta
imitando i teli con cuciture, 22 teli verticali per la vela di poppa e 16 teli per quella di prua. Lungo i bordi
delle vele è sto incollato un refe “gradile” e attraverso lo stesso, la parte alta e bassa della vela è stata
fissata alle antenne.
I disegni ed i colori delle vele sono stati desunti da un quadro del pittore Naccari, esistente al 2°
piano del museo navale di Pegli (Genova).
La bella prua, rotonda, robusta, alta e slanciata.
La poppa tozza, progettata per sostenere il
pesante e robusto timone “calumo”, caratteristica
di queste imbarcazioni.
Particolare del robusto timone “CALUMO”
Notare i lunghi “agugliotti” che permettevano di
sollevare il pesante e robusto timone durante la
navigazione in acque basse.
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Particolare dell’antennella inferiore di poppa con un
paranco doppio detto “carcabasso”.
Altro particolare della Tartana peschereccia, il
boccaporto di forma trapezia. A prua del
boccaporto è visibile il robusto paranco triplo della
vela di prua, in posizione di “vela alta”
A destra e nella foto sotto, paranchi tripli e doppi
in funzione di sartie a colonna. L’albero di
trinchetto è inclinato in avanti per facilitare le
operazioni di pesca. Ai piedi dell’albero è sistemato
un robusto palo, fissato ai pamamezzali di coperta
e di chiglia. con funzione di “bitta”.
Fra la “bitta” e l’albero, esiste una traversa detta
“soggiero”; aveva la funzione di arrestare il
pescato nella parte prodiera dell’imbarcazione.
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Particolare dell’antennella inferiore di prua con un
paranco doppio detto “carcabasso”. Si nota la “bitta” di
ormeggio ed il “sogiero”, per trattenere il pescato a prua
durante le operazioni di svuotamento delle reti.
Particolari degli ancoraggi delle “sartiole”
dell’albero di maestra, assicurate ai golfari della
murata.
Questo modello, pure nella sua semplicità, fa parte delle costruzioni storiche importanti, per la grande
messe di notizie storiche e costruttive alle quali si può accedere.
Auguro ai neomodellisti e non, un buon lavoro da fare senza “fretta”.
Per qualsiasi quesito sull’argomento, chi è interessato può scrivere e
formulare domande nel “Forum” di www.hobbyvari.it
S. donato Mil - Novembre 2008
Simone Matera