Tartana peschereccia

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Tartana peschereccia
Tartana peschereccia
Simone Matera
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Schede Culturali____
MODELLI NAVALI STATICI
Premessa:
Il modellismo navale statico ha una storia antica, lo dimostrano i molti
ritrovamenti in tombe; (museo del Cairo), famose le navi di Nemi, quelle vichinghe
di Oslo, ecc.
Il modellismo navale, tratta, o dovrebbe trattare, la ricostruzione fedele in scala
del soggetto vero, o un modello “test” per vasche di prova idrodinamica o,
ancora, come avveniva anche in tempi trascorsi, quando il modello era costruito
prima, con ogni particolare, anche in grande scala, per dimostrare meglio al
finanziatore, come sarebbe riuscito quello vero (e convincerlo a finanziare). Alle
volte erano veri e propri capolavori e pezzi unici, (è possibile vederne uno, molto
grande, al museo navale di Parigi, al museo navale di Lisbona , Oslo, ecc.
Pertanto un vero modello in scala, con tutti i particolari che le varie scale di
riproduzione impongono, è da ritenersi quel modello che è realizzato secondo il
disegno ricavato dal vero. Inoltre se gli originali sono ancora attivi e visitabili,
allora, costruendo il modello, si rivive in ogni momento, un pezzo di storia che
l’originale ha vissuto!
Esempi nei quali ho fatto questa esperienza.
Wasa – lo puoi vedere e salirci dentro nel museo del porto di Stoccolma, museo
appositamente costruito e tutto al lui dedicato, è il più emozionante.
Kutty Sark: Adesso lo puoi ancora vedere, ed è visitabile, perché è "in ormeggio"
a Greenwich (Londra).
Intrepid (portaerei): nave da guerra statunitense trasformata in museo
galleggiante in un ramo dell’Hudson a N.York…ci entri dentro….immensa!.
Mayflower: esiste la riproduzione vera e navigante, in grandezza naturale
visitabile a Plymouth
(Boston), con l’equipaggio in costumi dell’epoca e con strumenti di navigazione
dell’epoca.
La S.S. Jeremiah O’Brien è l’ultima nave classe Liberty (2a guerra mondiale)
rimasta intatta ed operativa, Sarete affascinati dal suo bel motore a vapore a
triplice espansione. Questo esemplare è visitabile in un molo a S. Francisco.
Constitution. “Old Ironsides": è una fregata tre alberi in legno, ormeggiata a
Boston in un proprio bacino, è ancora un vascello in servizio attivo della US Navy..
E’ la più vecchia nave al mondo ancora galleggiante e navigante (1997).
Restaurata nel 1996 alla perfezione. È ultravisitabile.
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Normandie: è stato un transatlantico francese di 80.000 tonnellate, costruito dai
Chantiers de Penhoët a Saint-Nazaire. Considerato da molti come il più bel
transatlantico mai costruito, era anche, al momento del suo varo nel 1932, il più
grande.
Esiste una ricostruzione fedelissima, di parte di esso, situata all’interno degli ex
bunker tedeschi di Saint-Nazaire (Fr). Nella sua sala di prima classe abbiamo
bevuto il Te,! E’ anche simulata la partenza del transatlantico, ed alla fine della
visita, si partecipa ad un vero sbarco d’emergenza su scialuppe di salvataggio
…….“veramente un’esperienza da non perdere”.
Espadon: sommergibile francese, galleggiante e visitabile, situato nei famosi ex
bunker tedeschi di Saint-Nazaire. Dislocato di fronte alla riproduzione del
Normandie.
Fram, nave polare: la nave polare "Fram" è parte fondamentale della storia delle
esplorazioni polari. La nave era, all'epoca, l'imbarcazione in legno più grande al
Mondo, è visitabile al Frammuseet di Oslo.
RRS Discovery: è un tre alberi utilizzata in diverse spedizioni in Antartide, anche
dallo sfortunato capitano Robert Falcon Scott. Attualmente è ancorata in un molo,
presso il museo navale della città scozzese di Dundee.
Unicorno: fregata inglese. Galleggia nel bacino del porto scozzese di Dundee, è
visitabile ed è adibita a museo.
North Carr: battello faro-sirena, visitabile, ancorato nel bacino del porto
scozzese di Dundee è visitabile.
Aurora: incrociatore russo, carico di storia e simbolo di un’Era, nel 1908 prestò
aiuto ai terremotati di Messina.. E’ visitabile. Divenuto un museo galleggiante, è
una delle principali mete turistiche di San Pietroburgo.
Sommergibile della classe “u-boot 9”?: presso il Deutches Museum di Monaco di
Baviera che è il più grande e antico museo della scienza del mondo. Il
sommergibile è, didatticamente interamente, sezionato per tutta la sua lunghezza,
si può così, facilmente vedere dall’esterno ogni suo particolare. Cosa impossibile
per i sommergibili esposti interi.
Enrico Toti: sottomarino da caccia antisomm. E’ visitabile, esposto, purtroppo
intero, all’interno del Museo della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci a
Milano.
Ebe nave-scuola 1891: la goletta, in pieno assetto di navigazione con le vele
spiegate, è una delle navi più grandi con velatura esposta, e conservata, nel
museo della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano.
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MAS, motoscafo silurante antisommergibili, visitabile presso il Vittoriale di
Gardone Riviera.
Tartana peschereccia; capolavoro di riproduzione modellistica didattica di una
celebre barca da pesca dell’alto adriatico, esposto al Museo Navale di Venezia.
L’utilità delle visite alle imbarcazioni vere di cui sopra, è stata quella, oltre
all’emozione di vivere il momento con l’originale, di poter reperire in loco disegni
e piani di costruzione ripresi dall’originale, spesso anche di cantiere, essendo
sicuri, così, di non avere un piano “rimaneggiato” e spesso distorto da ditte
commerciali. Si possono, anche, acquistare interessanti volumi riferentisi
all’originale visitato in loco, come i seguenti esempi:
“The Swedish Warship Wasa; - El Wasa navìo de guerra; - Mayflower Plimoth
Plantation ( Plymout Massachussets); - The tug boat book; - Scale model Tugs &
trawlers;- The tug book; -Modelli navali di O. Curti; - Vecchie barche adriatiche di
M. Marzari. ecc.
TARTANA PESCHERECCIA
Dopo questa non breve premessa, è d’obbligo parlare della Tartana. Perchè la
tartana?
Intanto perché è un modello storico della tradizione di pesca della nostra laguna
Veneta.
L’importante museo navale di Venezia ne ospita una riproduzione del 1870,
capolavoro d’arte modellistica didattica di un certo B.N. di Chioggia.
Il modello, riproduce una tartana peschereccia in ogni suo particolare, con la
parte destra senza fasciame per poter meglio ed in modo didattico, studiare
l’interno!
Fedele esempio d’imbarcazione scomparsa ai primi anni del 1900. Da non
confondere con la Tartana da guerra e la Tartana (barca).
La tartana peschereccia, in uso a Chioggia fino ai primi del 900, era simile al
noto Bragozzo a fondo piatto. Era munita di due alberi attrezzati con “vele al
terzo”. Era la più grande barca da pesca dell’Adriatico e poteva raggiungere i 20
metri di lunghezza, con un rapporto lunghezza larghezza attorno a 3,5.
Di costruzione molto robusta, affrontava sicuramente il mare aperto, dato che i
marinai chioggiotti sapevano condurre con maestria questo tipo d’imbarcazione,
da loro costruito con intelligenza e dal frutto delle loro lunghe esperienze in mare.
Lo scafo con la prua rotonda e slanciata, la poppa tozza e sagomata per poter
navigare anche in acque basse, potendo sollevare il pesante timone “calumo”, in
legno di olmo, le conferiscono una linea filante ed elegante.
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Alberatura
La tartana peschereccia era armata con due alberi di larice e vele “al terzo”.
L’albero di prua era inclinato in avanti, mentre quello a poppa era ortogonale alla
coperta. Le due vele erano alzate a sinistra degli alberi. Sartiole a paranco doppio
incappellato, questo, all’albero ed alla murata, le stesse sartiole fungevano da
sartie. Paranchi tripli servivano alla manovra delle antenne sopportanti le vele, le
antenne restavano accostate all’albero mediante un “rosario a trozze”, facilitando
lo scorrere verticale dell’antenna stessa sull’albero. La manovra dell’ antenna era
eseguita tramite una drizza ( “mante”), fissata ad un terzo dell’antenna, (ecco il
perché della vela al terzo), passando dalla testa d’albero, era fissata ad un
robusto paranco triplo, atto a sollevare ed ammainare la pesante vela. Paranchi
semplici, dalla testa d’albero erano usati per il sollevamento delle reti.
La parte bassa delle vele (“da terra”) era legata a un’ “antennella” che nella
parte a prua era fissata ad un paranco doppio legato al paramezzale della coperta
ai piedi dell’albero.
Presso lo stesso Museo di Venezia ho avuto la possibilità di attingere dati ed
informazioni dal testo di Mario Marzari. Il testo è completo di ogni particolare che
va dai disegni in 6 tavole, di una precisione mai vista. La documentazione ricca di
particolari è rara nei disegni di ditte di modellismo commerciale. Il Libro, contiene
anche un utile glossario di termini marinari veneti, notizie storiche, tabelle di dati
e foto del modello esposto al museo di Venezia. Quanto sopra aiuta a realizzare
un bel modello storico in ogni suo particolare.
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Il modello costruito e riprodotto nelle foto
Il modello, è lungo 40 cm, e corrisponde alla scala di 1:50, mantenendo il
rapporto lunghezza / larghezza di 3,5. Il modello è stato da me realizzato e
costruito secondo i piani di costruzione del volume di cui sopra Vecchie barche
adriatiche di M. Marzari
.
Lo scafo è stato costruito con il metodo del “doppio fasciame”, con l’esterno in
listelli di palissandro da 2 mm. Le “cinte” sono in legno di rosa, gli alberi e le
antenne di legno di mogano, la coperta, con il paramezzale, in listelli larice di
Slavonia da 3mm., i paranchi sono stati costruiti con legno di bosso. Le parti
metalliche in ottone.
Non si sono adottate le pitture dell’epoca, ma si è preferito lasciare lo scafo in
palissandro nel suo bel colore, con finitura a “gommalacca” e lucidato a
spazzola.
Sartiame: ho preferito ricorrere ai
Caratteris tiche del modello
Dimensioni
negozi di forniture per calzature dove è
Sc afo
possibile scegliere gomitoli di refe di
Lunghezz a
40 cm.
ogni tipo già paraffinati in nodo che in
Larghezz a
11.5 cm.
opera, le manovre rimangono rigide e,
Altezz a
50 c m.
col tempo, non si vedono quei
“pilucchi” che appaiono in certe sartie
Alberatura
impolverate.
Albero a poppa
30 cm.
Antennella superiore
Antennella inf eriore
Albero a prua
Antennella superiore
Antennella inf eriore
33 cm.
23 c m.
21 cm.
24 cm.
17 cm.
Vele: è stata usata una stoffa molto
leggera tipo “pelle d’uovo” di cotone.
La velatura è stata riprodotta imitando
con cuciture, 22 teli verticali per la vela
di poppa e 16 teli per quella di prua.
Lungo i bordi delle vele è sto incollato un refe “gradile” e attraverso lo stesso, la
parte alta e bassa della vela è stata fissata alle antenne.
I disegni ed i colori delle vele sono stati desunti da un quadro del pittore
Naccari, esistente al 2° piano del museo navale di Pegli (Genova).
La bella prua, rotonda, robusta, alta e slanciata.
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La poppa tozza, progettata per sostenere il pesante e robusto timone “calumo”,
caratteristica di queste imbarcazioni.
Particolare del robusto timone “CALUMO”
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Notare i lunghi “agugliotti”
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Particolare dell’antennella inferiore di poppa con un paranco doppio detto
“carcabasso”.
Altro particolare della Tartana peschereccia, il boccaporto di forma trapezia. A
prua del boccaporto è visibile il robusto paranco triplo della vela di prua, in
posizione di “vela alta”
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Paranchi tripli e doppi in funzione di sartie a colonna. L’albero di trinchetto è
inclinato in avanti per facilitare le operazioni di pesca. Ai piedi dell’albero è
sistemato un robusto palo, fissato ai pamamezzali di coperta e di chiglia. con
funzione di “bitta”.
Fra la “bitta” e l’albero, esiste una traversa detta “soggiero”, aveva la funzione di
arrestare il pescato nella parte prodiera dell’imbarcazione.
Particolare dell’antennella inferiore di prua con un paranco doppio detto
“carcabasso”. Si nota la “bitta” di ormeggio ed il “sogiero” , per trattenere il
pescato a prua durante le operazioni di svuotamento delle reti.
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Particolari degli ancoraggi delle “sartiole” dell’albero di maestra, assicurate ai
golfari della murata.
Questo modello, pure nella sua semplicità, fa parte delle costruzioni storiche
importanti, per la grande messe di notizie storiche e costruttive alle quali si può
accedere.
Auguro ai neomodellisti e non, un buon lavoro da fare senza “fretta”.
Per eventuali informazioni sono a disposizione su [email protected]
S. Donato Mil. Novembre 2008
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