gabbia prosa_13_14.indd - Teatro Comunale di Monfalcone
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CTB Teatro Stabile di Brescia Teatro de Gli Incamminati presentano Franco Branciaroli e Tommaso Cardarelli in SERVO DI SCENA di Ronald Harwood traduzione Masolino D’Amico regia Franco Branciaroli scene e costumi Margherita Palli luci Gigi Saccomandi con (in ordine di apparizione) Norman Tommaso Cardarelli Milady Lisa Galantini Madge Melania Giglio Sir Ronald Franco Branciaroli Irene Valentina Violo Geoffrey Thornton Daniele Griggio Mr. Oxenby Giorgio Lanza Servo di scena è uno dei più celebri testi teatrali di Ronald Harwood, che curò anche l’adattamento cinematografico dell’omonimo film di culto del 1983 di Peter Yates, interpretato da Albert Finney (premiato al Festival di Berlino) e Tom Courtenay (cinque candidature agli Oscar). Ed è, naturalmente, un testo ritagliato ad hoc sulla figura di un attore di grande carisma. Servo di scena è un appassionato omaggio al teatro e alla sua gente, nonché una perfetta ricostruzione d’epoca che fa da cornice agli ultimi successi di un grande attore, ormai al tramonto, il quale deve la sua sopravvivenza alle cure e alle attenzioni costanti del suo umile servo di scena. Scritta in un linguaggio affascinante, tipico dello stile della commedia inglese, affronta con tono ironico le rocambolesche vicende di una precaria compagnia di provincia, fra camerini e palcoscenico, quale sublime metafora della vita del teatro di ogni tempo. Così la storia: è il 1940 e, pur devastata dai bombardamenti nazisti, Londra riesce a conservare l’aplomb che l’ha sempre contraddistinta. Come racconta Evelyn Waugh, il grande testimone di quegli anni, la vita procede meglio che può: pub e ristoranti restano aperti finché una bomba non li distrugge, i circoli e i club non variano nemmeno gli orari di apertura e di chiusura. Anche il teatro continua a vivere a dispetto della stupidità che sembra sul punto di conquistare il mondo. E Shakespeare diviene non solo poeta di un intero popolo ma anche il suo profeta, e il teatro il suo tempio. Servo di scena racconta la storia di una di queste compagnie eroiche e spericolate e del suo vecchio capocomico, un non meglio identificato “Sir”, attore shakespeariano un tempo osannato dalle folle e dalla critica. Colpito da malore proprio alla vigilia della prima del Re Lear, Sir sembra sul punto di dare forfait: sarebbe la prima volta nella sua onorata, lunghissima carriera. Ma Norman, il suo fedele servo di scena, da perfetto inglese non concepisce che non si possa andare in scena. Magari morti, ma gli spettatori hanno pagato il biglietto e hanno perciò diritto allo spettacolo. Sir è messo male: non solo ha dimenticato quasi tutte le battute del testo ma perfino quale testo deve essere rappresentato. Comincia a vestirsi da Otello, poi si mette a recitare il Macbeth. Infine sembra rimettersi in carreggiata ma sono troppe le cose che non vanno. Se la prende con la moglie, Milady, una Cordelia decisamente troppo grassa. Se la prende perfino con l’ennesimo bombardamento nazista, che scambia per l’effetto “temporale” giunto però troppo presto. Dopo numerosi, esilaranti contrattempi, Sir si sente di nuovo male e, al termine dello spettacolo, mentre gli altri attori (compresa sua moglie, Milady) se ne vanno a casa, solo il buon Norman lo assiste. Sir, sentendo di essere in punto di morte, gli consegna la propria autobiografia, una specie di testamento spirituale in cui ringrazia tutti i membri della sua compagnia, lodandoli uno per uno, dal primo all’ultimo, tranne – guarda caso – proprio il suo servo di scena. Chissà perché si è dimenticato proprio di lui. Omaggio all’Inghilterra e a Shakespeare, Servo di scena è soprattutto un inno al teatro, alla sua capacità di resistere in tempi difficili, alla sua insostituibilità. Nella figura del servo Norman trapela la ragione profonda della sua forza: il teatro è invincibile perché non ha padroni, non cerca ricompense, è invincibile perché la ragione profonda della sua esistenza sta nella sua gratuità. Perciò sa pronunciare le parole più importanti e profonde con ironia e senza perdere il sorriso. STRUMENTI DI VISIONE Dalla rassegna stampa TEATRO Nella scena di Margherita Palli che divide in due COMUNALE orizzontalmente lo spazio scenico, vediamo in alto da dietro, reso evanescente dai chiaroscuri DI MONFALCONE di Gigi Saccomandi, il palco del Lear dove gli PROSA 2013-2014 PROGRAMMA Lunedì 17, martedì 18 marzo ore 20.45 Da tempo Servo di scena mancava dalle scene italiane. Viene ripreso da Franco Branciaroli che sulla sapida traduzione di Masolino D’Amico e dentro le eloquenti scene multi-livello di Margherita Palli fa rivivere anche come regista i vizi e le tenerezze del teatro inglese colto in un momento avventuroso. È meravigliosa questa recita di Branciaroli che, ignorando Kean, si affida ai silenzi e alla spossatezza. Tutto l’opposto di Tommaso Cardarelli, che dà a Norman una stridula, incontenibile fluvialità. Entrambi efficacissimi e applauditissimi, su sponde opposte. Con loro gli ottimi Lisa Galantini, Melania Giglio, Daniele Griggio e Giorgio Lanza. (Osvaldo Guerrieri, La Stampa, 30 gennaio 2012) [...] La regia di Franco Branciaroli fa sentire tutto l’antico, muffito odore di un palcoscenico che più non esiste e più che sul patetico volge al tragicomico, con forti ed efficaci coloriture. E tesse il suo Ronald con una trama miracolosa di sottigliezze, di mascherate angosce, di assurde gelosie. Ancora una volta, la sua una interpretazione in cui la luce dell’intelligenza è tutt’uno con il possesso dei mezzi espressivi. (Domenico Rigotti, Avvenire, 1 dicembre 2012) Parte da qui un elogio, mascherato di humour ma clamoroso e ardente, della sciamannata vita dell’attore. Dei suoi vizi. Della sua grandezza. Dell’insana capacità di soggiogare corpi, menti e cuori esercitata senza morale, al di là della coscienza. Branciaroli alterna battute infernali e attoniti silenzi, sprofonda con il personaggio in abissi sonori dai quali riemerge per rendersi sublimemente patetico, ridicolo, indifeso. [...] Vincono, su tutto e su tutti, il diabolico fascino del teatro e della sua sciagurata bellezza. (Rita Sala, Il Messaggero, 23 novembre 2012) SERVO DI SCENA STRUMENTI DI VISIONE E Comune di Monfalcone Servizio Attività Culturali - U. O. Attività Teatrali ed Espositive con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Assessorato alla Cultura Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia programmazione stagione di prosa Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia Roberta Sodomaco Assessore alla Cultura Paola Benes Dirigente del Servizio Giovanna D’Agostini informazioni [email protected] www.facebook.com/teatromonfalcone www.teatromonfalcone.it TEATRO COMUNALE DI MONFALCONE PROSA 2013-2014 PROGRAMMA attori recitano di spalle facendo anche funzionare le povere macchine sceniche, mentre sotto c’è il camerino di Sir Ronald. Costumi, bottiglie, parrucche, citazioni di un teatro all’antica tra ciaffi e vocazione, odi e dedizione assoluta… È qui che Franco Branciaroli crea il suo Ronald mostrandocene la confusione mentale in esilaranti sedute di trucco: un’interpretazione di grande bravura, misurata, che mette in luce la grandezza e la miseria di un attore. Una corda tesa su di un diapason elevato. (Maria Grazia Gregori, l’Unità, 7 dicembre 2011)