Da L`incontinente bianco di G. Covatta - Libro più web

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Da L`incontinente bianco di G. Covatta - Libro più web
Da L’incontinente bianco di G. Covatta
Il comico Giobbe Covatta è da anni impegnato a sostenere l’AMREF (Fondazione Africana per la Medicina e lo Sviluppo), una Onlus nata in Africa che, tra l’altro, in Kenia si
occupa di centri di assistenza per i chokora (in lingua swahili “rovistare tra i rifiuti”), i
bambini di strada che vivono nelle baraccopoli.
Covatta ha scelto la via dell’umorismo nero per mettere in risalto la tragica situazione
di molte zone dell’Africa, confrontando la realtà in cui vivono bambini italiani e coetanei africani. Leggi ed esegui gli esercizi.
Olivia
Sono le 7. Faccio colazione e men­
tre la mamma lava le tazze faccio il
bagno.
Guardo fuori, è una bellissima giorna­
ta di settembre: non piove.
Con lo scuolabus ci vuole un quarto
d’ora per arrivare a scuola.
Nel panierino della merenda, doppia
sorpresa: l’ovetto al cioccolato con
dentro un gioco.
Nel giardino della scuola c’è un albero che fa una bellissima ombra.
Sento che questo sarà il primo giorno di un bel periodo di studi.
Amria
Sono le 6. Ci metto un’ora e mezza
per andare a prendere l’acqua: il poz­
zo sta a 7 km di distanza, e intanto
faccio il bagno di sudore.
Guardo fuori: è da quattro anni che
non piove.
A piedi ci vuole più di un’ora per ar­
rivare a scuola.
Nel panierino della merenda, doppia
sorpresa: non ci sta niente né per
oggi né per domani.
L’ombra di un bellissimo albero è la nostra scuola.
Sento che questo primo giorno di scuola forse sarà anche l’ultimo, come capita al 50% dei miei coetanei.
© 2010 Mondadori Education - A. Albonetti e A. M. Dal Lauro Vivere la cittadinanza
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Nicolò
Era un giorno di vacanza e io, con la pa­
letta e il secchiello, facevo un castello di
sabbia.
A un tratto mi fa male la pancia, deve
essere l’indigestione. Papà mi porta all’o­
spedale.
Dopo 3 minuti siamo in macchina e il
clacson urla disperatamente.
È appendicite. Mamma si lamenta perché
in ospedale ci hanno fatto aspettare 20
minuti; il problema è che il medico sta
curando un altro bambino.
Quando mi sveglio è tutto finito.
Saluto il chirurgo. In ospedale ho lasciato qualcosa di me.
Muangi
Era un giorno come un altro e io, con la pala e il secchio, facevo una baracca di fango.
A un tratto mi fa male la pancia, deve essere la fame. Papà mi rimanda a lavorare.
Dopo 3 settimane andiamo all’ospedale. Urlo disperatamente a piedi.
È appendicite. Mamma è felice perché abbiamo trovato l’ospedale dopo solo 20 giorni.
Ma ora il problema è che il medico deve curare 20 000 persone.
Non mi sveglio più: è tutto finito.
Saluto San Pietro. In ospedale ci ho lasciato le penne.
(da G. Covatta, P. Catella, L’incontinente bianco, Zelig - Baldini&Castoldi, Milano 2002)
Esercizi
• Quali problemi della vita quotidiana in molte zone dell’Africa ha voluto mettere in evidenza Co­
vatta?
• Il libro da cui sono tratti i brani si apre con la dedica: «A quel bambino ogni 4 che non ce la fa ad
arrivare ai 5 anni, ma anche a quei 3 bambini ogni 4 che ce la fanno: perché l’Africa fa milioni di
morti ma soprattutto milioni di vivi e non si sa chi sta peggio!» Esponi la dedica con parole tue,
commentandola.
© 2010 Mondadori Education - A. Albonetti e A. M. Dal Lauro Vivere la cittadinanza
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