I seminterrati adibiti a residenza

Transcript

I seminterrati adibiti a residenza
I SEMINTERRATI ADIBITI A RESIDENZA: CONSIDERAZIONI IGIENICOSANITARIE E DISAMINA NORMATIVA
SEMI-BASEMENT USED AS DWELLINGS: HYGIENIC CONSIDERATIONS AND
ANALYSIS OF THE REGULATIONS
Parole chiave: Igiene edilizia, condizioni di vita, requisiti igienico-sanitari, seminterrati.
Key words: Building Hygiene, Living Conditions, Hygienic Requirements, Semi-basement.
Lorenzo Capasso *, Antonio Basti **, Antonio Savino***, Maria Elena Flacco *, Lamberto
Manzoli *, Daniela D’Alessandro ****.
* Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento, Università “G. d’Annunzio”,
Chieti.
** Dipartimento di Architettura, Università “G. d’Annunzio”, Chieti.
*** Servizio Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica, ASL Lanciano-Vasto-Chieti.
**** Dipartimento di Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale, Sapienza
Università di Roma.
Corrispondenza: Dr. Lorenzo Capasso, Dipartimento di Medicina e Scienze
dell’Invecchiamento, Università “G. d’Annunzio” Chieti, Via dei Vestini, 31 – 66100 Chieti. E-mail: [email protected]
1
I SEMINTERRATI ADIBITI A RESIDENZA: CONSIDERAZIONI IGIENICOSANITARIE E DISAMINA NORMATIVA
SEMI-BASEMENT USED AS DWELLINGS: HYGIENIC CONSIDERATIONS AND
ANALYSIS OF THE REGULATIONS
SUMMARY
Current housing shortage in Italy is forcing a growing number of individuals to use as living
environment spaces that were originally devoted to other purposes. Among such spaces, semibasement hold a particular relevance because of their specific characteristics. The authors
analyze the relatively scarce legislation about this topic at both national and regional level.
The local Building Codes of the ten most populous cities of Italy are also reviewed. On one
hand, further researches are needed to have a real estimation of population exposure to related
health risks, on the other the legislative gap should be filled.
INTRODUZIONE
L’insalubrità dei locali interrati e seminterrati è nota agli igienisti sin dal XIX secolo (1). Tali
ambienti si caratterizzano, infatti, sia per un elevato livello di umidità, che per scarsa
illuminazione ed aerazione naturale, senza contare gli effetti correlati alla presenza del radon.
L’esposizione ad umidità e muffe, in particolare in età infantile, è causa dello sviluppo di
patologie acute e croniche quali rinite allergica, asma bronchiale, eczemi ed infezioni
respiratorie (2, 3, 4, 5). Il radon è un gas nobile presente nella crosta terrestre, radioattivo e
cancerogeno per inalazione (Gruppo I secondo lo IARC di Lione) (6) e rappresenta la seconda
causa di tumore al polmone (7). Inoltre, non sono esclusivamente questi i fattori che
determinano effetti negativi sulla salute fisica degli occupanti; vi concorrono anche altre
caratteristiche microclimatiche e l’illuminazione (8, 9, 10). Più in generale, un ambiente
abitativo non idoneo ha pesanti ripercussioni sulla salute umana nella sua interezza, compresi
aspetti psichici e sociali (11, 12, 13).
L’Italia sta vivendo una fase di crisi abitativa, in particolare nei grandi agglomerati urbani
(14), che porta all’utilizzo residenziale di spazi normalmente non adibiti ad ambienti di vita
(15), con conseguenti inevitabili ricadute sulla salute degli occupanti. Il presente studio, alla
luce delle considerazioni appena esposte, si pone la finalità di approfondire gli strumenti
normativi e regolamentatori a disposizione degli operatori di Sanità Pubblica e dei progettisti,
ovvero di esaminare su quali criteri questi stessi strumenti si basano per la tutela della salute
pubblica.
MATERIALI E METODI
Le norme nazionali di riferimento in Igiene edilizia (16, 17) contengono, purtroppo,
scarsissimi elementi, ed è stato quindi necessario prendere in esame le norme edilizie
regionali. Si premette che data la vastità e la disomogeneità della produzione normativa
regionale, nonché la sua continua evoluzione, la disamina potrebbe non risultare esaustiva. In
ultima analisi si è deciso di esaminare i regolamenti edilizi comunali quali strumenti pratici
nelle mani del medico igienista e del progettista, per prendere decisioni in merito all’utilizzo
residenziale dei seminterrati. In particolare, sono stati analizzati i regolamenti comunali delle
dieci maggiori città italiane per numero di abitanti (18), ovvero: Roma (19), Milano (20),
Napoli (21), Torino (22), Palermo (23), Genova (24), Bologna (25), Firenze (26), Bari (27) e
Catania (28).
Si è deciso di analizzare i regolamenti edilizi di questi dieci comuni postulando che le
maggiori difficoltà abitative si riscontrino in centri urbani molto popolati; inoltre la
numerosità dei residenti permette di valutare la possibile esposizione al rischio di un
2
campione più ampio. E’ tuttavia da tenere presente che questa valutazione si estende ad una
frazione minoritaria della popolazione nazionale (meno del 15%) e, pertanto, va considerata
come uno studio preliminare, cui dovranno seguirne altri più approfonditi. Sono stati esclusi i
Regolamenti locali di Igiene non solo perché di più complesso reperimento, ma anche perché
si è ritenuto che la previsione di requisiti dei seminterrati fosse di maggior pertinenza dei
Regolamenti edilizi comunali.
RISULTATI DELLA REVISIONE E DISCUSSIONE
Il primo ed unico riferimento normativo di carattere nazionale relativo all’utilizzo dei
seminterrati risale al 1896, ovvero alle Istruzioni Ministeriali per la compilazione dei
regolamenti locali di Igiene del suolo e dell’abitato (29). Questo testo, all’articolo 58, recita:
“Nessun locale, che in tutto o in parte della sua altezza stia dentro terra, sarà adoperato per
abitazione permanente di una o più persone”. L’espressa negazione all’utilizzo di questi
locali è però parzialmente derogata al successivo articolo 59, che asserisce: “Potrà solo
essere, in via eccezionale, permessa la continuazione dell'abitabilità permanente in
sotterranei, dove era ammessa prima: se abbiano l'altezza di almeno 3 metri e per 1 metro
almeno sia fuori terra; se siano separati con un'intercapedine di m. 1,50 almeno dal terreno
del cortile o dalla strada; se abbiano aperture sufficienti per ventilazione e illuminazione
dirette degli ambienti; se, ancora, la falda acquea sotterranea disti in ogni tempo di 2 metri
almeno dalla luce dei muri di fondamento”. E’ interessante notare che i citati articoli sono i
primi due del capo 5 “Locali di abitazione”, proprio a voler sottolineare l’importanza di
escludere dall’abitabilità codesti ambienti.
Passando alle norme regionali, si nota che molte regioni hanno concesso l'utilizzo di detti
locali solo ai fini commerciali e terziari, in deroga all'articolo 65 del D. Lgs 81/2008 (30),
fattispecie peraltro già prevista, seppur con prescrizioni, dall’articolo 60 delle citate Istruzioni
Ministeriali (29). Alcune regioni hanno introdotto la possibilità di destinarli ad abitazioni,
imponendo o meno dei requisiti aggiuntivi (Tabella 1). Ad esempio la regione Sardegna ha
previsto che almeno 1,5 m siano fuori terra, che l'altezza minima non sia inferiore a 2,4 m e
che i rapporti aeroilluminanti non scendano al di sotto di 1/8 della superficie calpestabile (31),
mentre la Regione Sicilia ha imposto esclusivamente un requisito di altezza minima, ovvero
2,4 m (32).
L’analisi dei regolamenti edilizi comunali citati nei materiali e metodi ha permesso di
riscontrare una disomogeneità normativa parziale, sebbene in parte prevedibile. In particolare,
esclusivamente due dei dieci regolamenti (Roma e Firenze) prevedono esplicitamente
l’utilizzo ai fini abitativi dei seminterrati (19, 26). Non è chiara la situazione relativa al
Comune di Palermo, ove, all’articolo 56 del regolamento edilizio comunale (23), si fa
menzione esclusivamente delle nuove costruzioni, ed a quello di Genova, dove il loro utilizzo
è consentito esclusivamente in alcune aree cittadine (24). Il regolamento edilizio del Comune
di Roma prevede, all’articolo 38, di adibire a locali di abitazione i seminterrati, definiti come
“ semisottosuoli “, esclusivamente a condizione che detti locali posseggano un'altezza minima
di 3 m, di cui almeno metà fuori terra, un'intercapedine ventilata di almeno 0,5 m che li separi
dal terreno ed un vespaio di almeno 0,3 m al di sotto del pavimento; si impongono inoltre un
minimo di 1/8 di superficie aeroilluminante ed una ampiezza stradale antistante di almeno 10
m (19).
Il regolamento edilizio vigente nel Comune di Firenze (26) prevede, all’articolo 134/bis, i
seguenti requisiti per concedere l’abilità ai locali seminterrati: “(a) le parti contro terra
devono essere protette da scannafosso aerato ed ispezionabile di larghezza maggiore di 60
cm, di profondità maggiore di almeno 15 cm rispetto al piano di calpestio del locale, ove
possano sfociare le eventuali aperture aeranti del vespaio; (b) il piano di calpestio, ove non sia
presente un sottostante cantinato, deve essere isolato dal terreno mediante solaio o vespaio
adeguatamente aerato; (c) il locale deve rispondere a tutte le altre prescrizioni relative alle
caratteristiche fisiche previste del presente Regolamento in relazione allo specifico uso cui
deve essere adibito.” Al comma successivo si specifica infine che, in mancanza anche di solo
uno di questi requisiti, i locali seminterrati non possono essere abitabili.
3
Possiamo dunque asserire che nella maggior parte delle Regioni e dei Comuni analizzati la
situazione è aderente ai dettami delle Istruzioni Ministeriali del 1896 in termini di negazione
dell’utilizzo residenziale dei seminterrati. I casi che fanno eccezione si uniformano
parzialmente, alla medesima norma, nella previsione di presidi volti a garantire la salubrità di
questi ambienti (Tabella 1).
CONCLUSIONI
Il presente studio rappresenta un primo passo nell’affrontare il problema dei seminterrati
adibiti a residenza e vuole costituire una base di riferimento normativo sia per futuri
approfondimenti scientifici, sia per l’attività pratica degli operatori di Sanità Pubblica e dei
progettisti. Le difficoltà dello studio, già parzialmente evidenziate, non possono che
considerarsi un limite, ma ci permettono esse stesse di compiere alcune riflessioni.
Innanzitutto sulla scarsità del materiale normativo di carattere nazionale, sottolineando
comunque quanto fossero giuste ed estremamente moderne, almeno per quel che attiene
l'aspetto scientifico, le affermazioni contenute nelle Istruzioni Ministeriali del 1896 (29). La
scelta non analizzare i regolamenti locali di Igiene rappresenta, come già asserito, una carenza
del presente studio, ma ci dà la possibilità di rimarcare come esperienze positive, quale quella
del regolamento per l’edilizia bio-eco sostenibile portato avanti dalla ASL 11 di Empoli (ed
interessante ben 11 comuni), che ha fuso i dettami dei diversi regolamenti (33), siano da
considerare auspicabili e virtuose. Questi documenti evitano, infatti, contrasti od addirittura
contraddizioni fra i regolamenti stessi, e facendo riferimento ad un’area di maggiore
estensione territoriale rispetto al contesto comunale, semplificano l’opera degli operatori di
Sanità Pubblica, dei progettisti, delle amministrazioni stesse ed, in un’ultima analisi, dei
cittadini. La necessità di agire in questo senso è sottolineata anche dalla vetustà dei
regolamenti: solo il 25% dei Comuni italiani ha infatti in vigore regolamenti locali d’Igiene
approvati od aggiornati dopo il 1993 (34), ed alcuni risalgono addirittura alla loro prima
stesura, datata ben oltre un secolo (35).
L’emergere ed il riemergere di condizioni morbose legate alla qualità delle abitazioni,
ribadiscono ancora una volta la fondamentale importanza dell’ambiente domestico, quale
principale ambiente di vita (10, 11, 36, 37), e la necessità di prevedere requisiti stringenti in
materia di ambiente costruito, con particolare riferimento alle residenze (38, 39, 40, 41).
Proprio a questo scopo è necessario un approfondimento dello stato delle condizioni di vita
della popolazione italiana, anche per determinare delle particolari classi di rischio (immigrati,
anziani, disoccupati, ecc.); in questo ambito dimensionare il problema dell’utilizzo dei
seminterrati come residenze ha sicuramente una notevole importanza ed è auspicabile sia
oggetto di prossimi studi. Il tutto anche al fine di stimolare le Istituzioni non solo ad attivarsi
per migliorare le condizioni abitative della popolazione, ma anche a dotarsi di nuovi strumenti
normativi ed amministrativi in ambito di Igiene edilizia, che siano in linea con le acquisizioni
della letteratura scientifica internazionale (42) e che possano garantire la maggiore
omogeneità possibile nella tutela della Salute Pubblica.
RIASSUNTO
L’attuale contingenza abitativa spinge all’utilizzo come abitazioni di spazi non destinati a
residenze. Per le loro specifiche caratteristiche, fra questi spazi, hanno grossa rilevanza i
seminterrati, con importanti ripercussioni sulla salute degli occupanti. Gli autori, muovendo
dall’analisi della modesta produzione normativa sia a livello nazionale che regionale,
analizzano quali disparità si sono create nei regolamenti edilizi dei dieci maggiori comuni
italiani per numero di abitati. Il lavoro si conclude sottolineando la necessità di ulteriori studi
per avere una dimensione del problema, ed auspica nuove determinazioni normative ed
amministrative a tutela della Salute Pubblica.
4
BIBLIOGRAFIA
1) Capasso L., Schioppa F.S.150 anni di requisiti igienico-sanitari delle abitazioni in
Italia. Ann. Ig. 2012; 24(3): 207-16.
2) Jaakkola JJ, Hwang BF, Jaakkola MS. Home dampness and molds as determinants of
allergic rhinitis in childhood: a 6-year, population-based cohort study. Am J
Epidemiol. 2010 Aug 15;172(4):451-9.
3) Tham KW, Zuraimi MS, Koh D, Chew FT, Ooi PL. Associations between home
dampness and presence of molds with asthma and allergic symptoms among young
children in the tropics. Pediatr Allergy Immunol. 2007 Aug;18(5):418-24.
4) Antova T, Pattenden S, Brunekreef B, Heinrich J, Rudnai P, Forastiere F, et al.
Exposure to indoor mould and children’s respiratory health in the PATY study. J
Epidemiol Community Health. 2008;62(8):708–714.
5) Mendell MJ, Mirer AG, Cheung K, Tong M, Douwes J. Environ Health Perspect.
2011 Jun;119(6):748-56. Respiratory and allergic health effects of dampness, mold,
and dampness-related agents: a review of the epidemiologic evidence.
6) Agents Classified By The IARC Monographs, Volumes 1-106, uptade 7 November
2012
7) http://www.epa.gov/radon/aboutus.html
8) Dall’Aqua G. Igiene Ambientale. 1993, Torino, Edizioni Minerva Medica.
9) Signorelli C, D’Alessandro D, Capolongo S. Igiene Edilizia ed Ambientale. Roma:
Società Editrice Universo, 2007.
10) Goronosov MS. Bases physiologiques des normes d’hygiene applicables au
logement. Geneva: OMS, 1968.
11) Lowry S. “Housing” BMJ 1991 303(6806): 838–840.
12) Krieger J, Higgins DL. Housing and health: time again for public health action. Am J
Public Health, 2002 May; 92(5):758-68.
13) Hood E. Dwelling disparities: how poor housing leads to poor health. Environ Health
Perspect. 2005 May;113(5):A310-7.
14) D’Alessandro D, Raffo M. Adeguare le risposte ai nuovi problemi dell’abitare in una
società che cambia. Ann Ig 2011; 23(3): 267-74.
15) L. Capasso, M.E. Flacco, L. Manzoli, A. Basti “Analisi delle differenze fra i requisiti
igienico-sanitari dei sottotetti abitabili nelle diverse regioni italiane”. Ann Ig 2013: in
press.
16) Decreto Presidente della Repubblica 06/06/2001, n. 380 “Testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”
17) Decreto Ministero della Sanità del 05/07/1975 “Modificazioni delle Istruzioni
Ministeriali del 20 giugno 1896, relativi all’altezza minima ed ai requisiti igienicosanitari principali dei locali di abitazione”
18) www.comunitaliani.com
19) Regolamento Generale edilizio del Comune di Roma (testo coordinato ed
aggiornato), Delibera del 18/08/1934 numero 5261.
20) Regolamento Edilizio del Comune di Milano, Testo approvato dal Consiglio
Comunale il 20/07/1999.
21) Comune di Napoli, Assessorato all’edilizia: Regolamento Edilizio, Napoli, settembre
1999.
22) Regolamento Edilizio, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale in data
20 dicembre 2004, come modificato con deliberazione del Consiglio Comunale in
data 10 ottobre 2005.
23) Regolamento Edilizio – Comune di Palermo
24) Comune di Genova: Regolamento Edilizio
5
25) Regolamento Urbanistico Edilizio in attuazione della Legge regionale 24 marzo 2000
n. 20., approvato il 20/04/2009 con deliberazione n. 137/2009 PG 83079/2009.
26) Regolamento Edilizio 2009, Delibera del Consiglio Comunale n. 91 del 19/04/1999,
modificato con Delibera del Consiglio Comunale n. 86 del 26/10/2009.
27) Regolamento edilizio della città di Bari
28) Regolamento Edilizio del Comune di Catania
29) Istruzioni Ministeriali del 20/06/1896 “Compilazione dei regolamenti locali
sull’igiene del suolo e dell’abitato”.
30) Decreto Legislativo 09/04/2008 “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”.
31) Legge Regionale 21 novembre 2011, n. 21 2Modifiche e integrazioni alla legge
regionale n. 4 del 2009, alla legge regionale n. 19 del 2011, alla legge regionale n. 28
del 1998 e alla legge regionale n. 22 del 1984, ed altre norme di carattere
urbanistico.”
32) Legge Regionale n. 4 del 16 Aprile 2003 “Disposizioni programmatiche e finanziarie
per l’anno 2003”
33) Regolamento per l’edilizia bio-eco sostenibile, comuni di Capraia e Limite,
Castelfiorentino, Castelfranco di Sotto, Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli, Fucecchio,
Gambassi Terme, Montaione, Montespertoli, Montopoli, Valdarno, Montelupo
Fiorentino, San Miniato, Santa Croce sull’Arno,Vinci.
34) Signorelli C, Capolongo S, Carreri V, Fara GM. The adoption of local hygiene and
building regulations and their update in a sample of 338 Italian municipalities. Ann
Ig. 1999 Sep-Oct;11(5):397-403.
35) Regolamento Locale di Igiene, Chieti 1902
36) De Martino A. Linee-guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti
confinati. Ig San Pubbl 2001; 57(4): 407-14.
37) Lowry S. An introduction to housing and health. BMJ. 1989 Nov 18;299(6710):12612.
38) Health Principles of housing. Geneva: WHO, 1989.
39) Gubernskiĭ IuD, Kalinina NV, Orlova NS, Mel'nikova AI, Gaponova EB. Hygienic
bases of certification of residential objects. Gig Sanit. 2006 Jan-Feb;(1):27-30.
40) A. Baglioni, S. Piardi. Costruzioni e salute, F. Angeli, Milano, 1993
41) Jacobs DE, Kelly T, Sobolewski J. Linking public health, housing, and indoor
environmental policy: success and challenges at local and federal agencies in the
United States. Environ Health Prospect 2007; 115(6): 976-82.
42) Braubach M. Key challenges of housing and health from WHO perspective. Int J
Public Health. 2011 Dec;56(6):579-80.
6