l`evoluzione del patrimonio abitativo italiano

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l`evoluzione del patrimonio abitativo italiano
N°145 – 01/12/2015
L’EVOLUZIONE DEL PATRIMONIO ABITATIVO ITALIANO: QUARANT’ANNI DI ABITAZIONI
ATTRAVERSO I CENSIMENTI ISTAT – TECNOBORSA
LE NUOVE LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DEGLI IMMOBILI IN GARANZIA DELLE
ESPOSIZIONI CREDITIZIE - ABI
COMPRAVENDITE E LOCAZIONI

Andamento del mercato immobiliare nel III trimestre 2015 – Agenzia delle Entrate

49° Rapporto Censis: la questione abitativa dopo la grande crisi – Censis

Il mercato verso la stabilizzazione nel 2016 – Moody's
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Mercato degli affitti in ripresa: la domanda torna a crescere – Casa.it
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L’indagine sui bilanci delle famiglie italiane nel 2014 – Banca d’Italia
MUTUI

Moneta e banche – Banca d’Italia

La domanda di mutui: novembre 2015 – Crif
L’EVOLUZIONE DEL PATRIMONIO ABITATIVO ITALIANO: QUARANT’ANNI DI ABITAZIONI
ATTRAVERSO I CENSIMENTI ISTAT
I Quaderni di Tecnoborsa tornano sul tema dei Censimenti Istat e, a distanza di circa un
decennio, rielabora un nuovo confronto attraverso i Censimenti che si sono succeduti dal 1971 al
2011. Nell’arco dei quarant’anni intercorsi tra gli ultimi cinque Censimenti generali della
popolazione e delle abitazioni la casa degli italiani ha subito trasformazioni radicali, corrispondenti
alle mutate esigenze di un vivere moderno. C’è da sottolineare che, rispetto alle passate
rilevazioni, nel 2011 l’Istat non ha più preso in esame alcuni aspetti quali la condizione abitativa
degli stranieri residenti in Italia e la cura degli italiani per le proprie case. Pertanto, questo nuovo
confronto si incentra in particolare sulle dimensioni delle abitazioni occupate da almeno una
persona residente – ovvero le classi di superficie, la superficie media, il numero e la superficie
media delle stanze – sul livello di affollamento – cioè il numero medio di occupanti per stanza sia
totale che per titolo di occupazione – e, infine, su cucina, cucinino o angolo cottura delle abitazioni;
inoltre, l’analisi è stata condotta a livello nazionale e a livello di macroaree Istat.
Comunicato Stampa
http://www.tecnoborsa.com/evoluzione-patrimonio-abitativo-italiano-censimenti-istattecnoborsa
LE NUOVE LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DEGLI IMMOBILI IN GARANZIA DELLE
ESPOSIZIONI CREDITIZIE
Con un mercato dei mutui che viaggia a +94,3%, in termini di nuove erogazioni, nel periodo
gennaio-ottobre 2015, rispetto allo stesso arco temporale del 2014, qualità ed efficienza delle
perizie immobiliari diventano fondamentali: le nuove Linee Guida per le valutazioni degli immobili in
garanzia delle esposizioni creditizie sono improntate a requisiti di massima trasparenza, certezza
ed economicità. Presentate nel corso della giornata formativa “Le valutazioni immobiliari in un
contesto di integrazione europea”, le Linee Guida pongono all’avanguardia in Europa il mercato
italiano del credito ipotecario – rendendolo ancora più efficiente, dinamico e integrato – grazie al
lavoro svolto da Abi, Assovib, Collegio Nazionale degli Agrotecnici, Collegio Nazionale dei Periti
Agrari, Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, Consiglio
Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori, Consiglio Nazionale degli
Ingegneri, Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, Consiglio Nazionale Geometri e Tecnoborsa.
Comunicato Stampa
http://www.tecnoborsa.com/abi-italia-avanguardia-europa-perizie-immobiliari-linee-guida
COMPRAVENDITE E LOCAZIONI
ANDAMENTO DEL MERCATO IMMOBILIARE NEL III TRIMESTRE 2015 – AGENZIA DELLE ENTRATE
Nel III trimestre 2015 il mercato immobiliare italiano, dopo il buon risultato del precedente
trimestre, consolida in modo significativo la ripresa, registrando un tasso di crescita tendenziale,
riferito al totale delle compravendite, pari all’8,8%, con un volume complessivo di scambi che
raggiunge le 225.257 Ntn. Il numero di transazioni dal I trimestre 2014 e le rispettive variazioni
tendenziali mostrano rialzi in tutti i settori, come avvenuto già nel IV trimestre del 2014, dove però
c’era stato anche un effetto fiscale. Il settore residenziale in particolare, nel III trimestre 2015, con
105.104 Ntn fa segnare con un +10,8% il rialzo maggiore: si tratta, in assoluto, di oltre 10 mila
abitazioni compravendute in più rispetto al III trimestre del 2014. Analogamente, gli scambi di
cantine, box e posti auto, in larga parte pertinenze delle abitazioni, crescono in questo trimestre del
9%, con 80.178 Ntn. Il terziario (1.913 Ntn) e il produttivo (2.058 Ntn) mostrano le variazioni più
contenute, rispettivamente +0,9% e +2,2%, ma tornano a crescere dopo due trimestri di perdite
pesanti. Il comparto dei negozi, degli alberghi e degli altri edifici commerciali (5.829 Ntn), pur
mantenendosi su ritmi di crescita sostenuti (+7,4%), mostra una decelerazione del tasso di
incremento rispetto al trimestre precedente. Infine, nella categoria “altro”, in cui confluiscono gli
immobili non diversamente classificabili, le compravendite (30.175 Ntn), sono aumentate di poco
più di tre punti percentuali.
49° RAPPORTO CENSIS: LA QUESTIONE ABITATIVA DOPO LA GRANDE CRISI – CENSIS
Se tra il 2004 e il 2007 nel mercato immobiliare si era superata la soglia delle 800.000
compravendite l'anno, con la crisi si è scesi prima a 600.000 (triennio 2009-2011), per poi
attestarsi negli ultimi quattro anni poco sopra le 400.000 abitazioni scambiate. Se si confrontano i
volumi di compravendite delle abitazioni nelle grandi aree urbane del 2007 con quelli del 2014 si
vede come nelle cinture metropolitane il mercato si è praticamente dimezzato. Di contro, nei
capoluoghi il calo dei volumi di scambio in termini percentuali è in genere assai più contenuto,
attestandosi nella maggioranza dei casi tra il 20% e il 30%. Intanto, di anno in anno cresce il
numero dei provvedimenti di sfratto (aumentati del 76% dal 2007), riferibili ormai in 9 casi su 10
alla morosità dell'inquilino.
IL MERCATO VERSO LA STABILIZZAZIONE NEL 2016 – MOODY'S
Secondo Moody's il mercato immobiliare italiano nel 2016 resterà stabile, mentre una ripresa più
sostenuta è da rinviare agli anni futuri, questo grazie ai tassi di interesse sui mutui casa ai minimi
storici, alla propensione delle banche di tornare a concedere mutui, ai prezzi bassi degli immobili
(calati del 19% dal 2008 ad oggi) e alle condizioni macroeconomiche lievemente in ripresa.
Tuttavia, i bassi livelli di incremento della popolazione e i livelli elevati di disoccupazione
potrebbero ostacolare la domanda di abitazioni sul lungo periodo.
MERCATO DEGLI AFFITTI IN RIPRESA: LA DOMANDA TORNA A CRESCERE – CASA.IT
Da novembre 2014 a oggi l’offerta di appartamenti in affitto in Italia è cresciuta del 5,4%, seppure
in minore misura rispetto al passato quando si registravano incrementi a doppia cifra: il tasso
tendenziale annuo della domanda a novembre 2015 è aumentato del 3,7% a fronte di una crescita
del 5,4% dell’offerta; la richiesta di affitti cresce anche a seguito della debolezza della domanda di
acquisto di abitazioni; inoltre, tale crescita è stata più accentuata nella prima parte dell’anno
rispetto al periodo attuale, forte anche del fenomeno ciclico delle case-vacanza. Invece, i canoni di
locazione sono ancora in discesa (-3,2% anno) ma tendenti alla stabilità; è in crescita – non solo a
Milano grazie all’Expo – il segmento degli affitti brevi che ha rivitalizzato il settore con un aumento
a tripla cifra (+118% annuo), delle case in offerta. Il calo della domanda delle famiglie
potenzialmente interessate ad acquistare una casa negli ultimi anni ha, di fatto, favorito un
aumento della domanda delle abitazioni in affitto (+3,7% annuo) e vivacizzato un mercato che
sembrava languire da tempo, soprattutto nelle città di media grandezza e nelle periferie delle
principali aree metropolitane. Questo è quanto emerge dall’analisi condotta nel periodo compreso
tra novembre 2014 e novembre 2015. Molte famiglie in affitto hanno, inoltre, preferito cambiare
zona a fronte di un canone più basso, altre maggiormente colpite dalla crisi hanno scelto di
trasferirsi nell’hinterland lasciando molti immobili del centro-città a lungo sfitti per le richieste di
canoni considerati troppo elevati dal mercato. Dalla difficoltà di affittare in centro questi
appartamenti per lunghi periodi è partita l’offerta alternativa degli affitti brevi che hanno permesso
al mercato di assorbire oltre l’80% della richiesta. Tuttavia, la discesa dei prezzi di vendita in
rapporto agli affitti ha, di fatto, tenuto stabile il rendimento delle case nei centri storici e nelle aree
di pregio (4,1% lordo annuo), mentre in periferia i rendimenti hanno superato il 5% annuo (sempre
al lordo di tasse e spese). Per quanto riguarda il rapporto tra le richieste e le offerte si evidenzia
che la differenza media fra il canone richiesto dai proprietari e quello atteso dai conduttori è di circa
il 6,5%. A Milano e a Roma il divario è rispettivamente del 5,5% e del 7,7%, mentre Bari (con il
4,3%) è il capoluogo che registra il minor gap. Per quanto riguarda le principali aree metropolitane i
canoni si stanno lentamente stabilizzando, anche se a livello di media nazionale si registra ancora
un calo annuo del 3,2%. Bologna si distingue tra le grandi città che negli ultimi 12 mesi hanno
mostrato i segnali più evidenti di risalita dei canoni e, a fine ottobre, vi è stato registrato un
aumento di 2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nella prima parte
del 2015 la crescita dell’offerta è stata più accentuata rispetto ai mesi autunnali, anche se si tratta
di un fenomeno ciclico dovuto all’incremento delle case-vacanze. Il trend dei primi sei mesi
dell’anno indicava una crescita media mensile dell’offerta superiore all’1%, mentre a partire da
settembre la tendenza ha invece rallentato la sua velocità restando sotto l’1%. La domanda ha
seguito un percorso incerto mostrando una notevole vivacità nei mesi estivi o tardo primaverili,
mentre nei mesi invernali e in quelli autunnali si sta dimostrando stagnante rispetto al 2014. Come
detto in apertura, un fenomeno particolare che funge da traino per il mercato, specie delle grandi
città come Milano e Roma, è sicuramente quello degli affitti brevi, ovvero quel segmento di
mercato composto da una domanda che cerca appartamenti in affitto per periodi – nel 90% dei
casi mai superiori alla settimana – e di un’offerta che gravita nelle zone cittadine centrali e
semicentrali.
L’INDAGINE SUI BILANCI DELLE FAMIGLIE ITALIANE NEL 2014 – BANCA D’ITALIA
Nel 2014 le famiglie italiane disponevano in media di una ricchezza netta, costituita dalla somma
delle attività reali e delle attività finanziarie al netto delle passività finanziarie, di 218.000 euro; al
contempo, data la forte asimmetria della distribuzione, il valore mediano (cioè il valore che separa
il 50% delle famiglie più povere dal 50% delle più ricche), era notevolmente inferiore a quello
medio e pari a 138.000 euro. La ricchezza netta detenuta dal 30% delle famiglie italiane più
povere, in media pari a circa 7.000 euro, rappresenta meno dell’1% della ricchezza complessiva
rilevata dall’IBF; il 30% delle famiglie più abbienti, con una ricchezza netta media attorno ai
540.000 euro, ne detiene invece circa il 75%. Per il 5% più ricco la ricchezza netta media è di circa
1.300.000 euro e rappresenta il 30% del patrimonio complessivo. La distribuzione della ricchezza
netta familiare è determinata essenzialmente da quella delle attività reali, costituite da immobili,
aziende e oggetti di valore. In particolare, il valore degli immobili rappresenta oltre i quattro quinti
della ricchezza delle famiglie ed è preponderante in tutti i ventesimi della ricchezza, tranne che in
quelli più bassi. Nel quinto più povero le attività reali sono solo di circa 3.000 euro in media per
famiglia e il loro valore cresce progressivamente all’aumentare della classe di ricchezza, fino a
circa 850.000 euro in media tra le famiglie dell’ultimo decimo di ricchezza netta; queste famiglie
detengono anche la metà del complesso delle attività finanziarie, in media pari a 125.000 euro. Al
contrario, le classi centrali della distribuzione posseggono valori di ricchezza finanziaria compresi
tra 10.000 e 20.000 euro. Il valore medio delle passività finanziarie non è particolarmente difforme
tra famiglie appartenenti a fasce diverse di ricchezza netta e risulta compreso tra i 5.000 e i 20.000
euro in media per famiglia. Tra il 2012 e il 2014 la ricchezza netta familiare media è scesa in
termini reali dell’11%, mentre la mediana è diminuita solo del 3%. La diversa dinamica riflette la
forte caduta della ricchezza netta delle famiglie più abbienti e nel quinto più alto è diminuita del
15%; questa diminuzione è sostanzialmente legata al calo del valore del patrimonio immobiliare,
che riflette in misura ampia il peggioramento delle valutazioni unitarie. Per contro, il valore del
patrimonio netto delle famiglie al di sotto della mediana della ricchezza è aumentato di circa il 4%,
prevalentemente a causa della riduzione delle passività finanziarie (circa l’11%), dovuta sia alla
riduzione dell’esposizione degli indebitati sia alla loro minor quota. Ne è derivata una forte
riduzione della disuguaglianza: l’indice di Gini della ricchezza netta familiare è diminuito di 3 punti,
rispetto al 64% del 2012. Negli ultimi venti anni i divari di ricchezza tra i più giovani e i più anziani,
che riflettono anche il naturale processo di accumulazione dei risparmi lungo il ciclo di vita, si sono
progressivamente ampliati: in termini reali, la ricchezza media delle famiglie con capofamiglia tra i
18 e i 34 anni è meno della metà di quella registrata nel 1995, mentre quella delle famiglie con
capofamiglia di almeno 65 anni è aumentata di circa il 60%: il rapporto tra quest’ultima e quella dei
più giovani è passato da meno dell’unità a oltre 3.
MUTUI
MONETA E BANCHE – BANCA D’ITALIA
A ottobre sono scesi i tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per
l’acquisto di abitazioni e, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,87% (2,92% nel
mese precedente). I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a
1 milione di euro sono risultati pari al 2,86% (2,82% nel mese precedente) e quelli sui nuovi prestiti
di importo superiore a tale soglia all’1,34% (1,26% a settembre). I tassi passivi sul complesso dei
depositi in essere sono stati pari allo 0,54% (0,56% nel mese precedente). Infine, i tassi di
variazione sui dodici mesi dei prestiti al settore privato sono pari al -0,5%, alle famiglie allo 0,6% e
al -1,3% alle società non finanziarie (a settembre erano rispettivamente -0,5%, 0,4% e -0,9%).
LA DOMANDA DI MUTUI: NOVEMBRE 2015 – CRIF
Anche nel mese di novembre appena concluso la domanda di mutui ipotecari da parte delle
famiglie italiane ha fatto registrare una crescita sostenuta (+42,4%) rispetto al corrispondente
mese del 2014, che a sua volta aveva fatto segnare un +21,1% rispetto all’anno precedente.
Prendendo in considerazione l’aggregato dei primi 11 mesi dell’anno in corso, l’incremento risulta
ancora più marcato, pari a +55,1%, sostenuto anche dalle richieste di surroga e sostituzione
stimolate dalla contrazione degli spread offerti dagli istituti di credito e da un’offerta decisamente
appetibile. L’ultimo aggiornamento del Barometro Crif riporta anche il dato relativo all’importo
medio dei mutui richiesti, che nel mese di novembre si è mantenuto debole, attestandosi su
121.050 euro e confermando un trend in ininterrotta discesa dopo i picchi del 2010. A livello
aggregato, nei primi 11 mesi dell’anno l’importo medio è stato pari a 122.167 euro, in calo del 1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando l’importo medio era pari a 124.242
euro) e del -11,5% rispetto al 2008, quando la crisi economica non si era ancora manifestata. La
contrazione dell’importo medio richiesto è riconducibile sia al calo del prezzo degli immobili oggetto
di garanzia ipotecaria sia all’atteggiamento prudenziale degli italiani, che in questa fase tendono a
prediligere piani di indebitamento che gravino il meno possibile sul bilancio familiare. La
contrazione dell’importo medio dei mutui trova riscontro anche nella distribuzione della domanda in
funzione dell’importo richiesto, con la classe prevalente nei primi 11 mesi del 2015 che si conferma
essere quella compresa tra i 100.000 e i 150.000 euro, con una quota del 30,3% del totale (in
aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al 2014), seguita da quella al di sotto dei 75.000 euro, con
il 26,7%. Parallelamente, si consolida il trend relativo alla durata dei mutui richiesti, con la classe
compresa tra i 15 e i 20 anni che risulta essere la preferita dagli italiani, con una quota pari al
24,1% del totale, seguita da quella compresa tra i 25 e i 30 anni con una quota pari al 21,1%: nel
complesso, ormai da alcuni anni gli italiani stanno sistematicamente privilegiando piani di rimborso
più lunghi. Infine, in relazione alla distribuzione della domanda in funzione dell’età dei richiedenti,
quasi 2 mutui su 3 vengono richiesti da soggetti di età inferiore ai 44 anni e, nello specifico, la
fascia compresa fra i 35 e i 44 anni si conferma essere quella prevalente, con una quota pari al
37,3% del totale, seguita da quella tra i 25 e i 34 anni (24,6%).
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Italia Oggi
Il mercato delle case torna in segno positivo
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Stop al calo di agenzie in franchising
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Il Sole 24 Ore/Casa24Plus
La crisi della seconda casa
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Corriere della Sera
Una famiglia romana su due compra casa con l’agenzia immobiliare
Indagine Tecnoborsa 2015 – Intermediazione e Valutazione Roma
Data: 7/12/2015
QuotidianoCasa.it
I giovani sedotti dal mattone
Dati Anima-Gfk risparmio
Data: 7/12/2015
Gli italiani? Impauriti e senza idee
La foto del Censis di un Paese fermo
Data: 5/12/2015
Il Giornale
La nuova pagella energetica per gli alloggi in locazione
Entrata in vigore dell’Ape
Data: 4/12/2015
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Aste: non si risolve il problema dei prezzi troppo bassi
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La Gazzetta del Mezzogiorno