Ans Harp - Dadaismo – Ready Made

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Ans Harp - Dadaismo – Ready Made
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Ans Harp - Dadaismo – Ready Made - Castiglioni
L'arte è un frutto che cresce nell'uomo,
come un frutto su una pianta,
o un bambino nel ventre di sua madre.
Ans Harp
La sua fama è legata al superamento delle forme tradizionali dell‘arte figurativa, e alla
scoperta di forme nuove, che vanno dai collages ai papiers dèchirès, ai frammenti di
materiali vari uniti insieme.
La sua attività si colloca al centro di quella vasta corrente dell'arte moderna che, dal
cubismo al surrealismo, si pose come compito non di rappresentare la realtà ma di
inventare nuove realtà.
Tutta la sua arte è segnata dalla ricerca, attraverso la spontanea creatività
dell'artista, determinata dal caso, di una essenza spirituale della realtà, quale
essa è, al di là delle forme concrete in cui solitamente si manifesta; essenza
che non riusciamo a cogliere, al di fuori della creazione artistica, perché la
nostra percezione è abituata a muoversi soltanto nel mondo delle forme
concrete, perdendo la capacità di andare oltre il livello della realtà materiale.
DADA NE SIGNIFIE RIEN
Dada non vuol dire niente
Se uno lo crede futile e se uno non perde mica tempo con una parola che non vuol dire
niente…Il primo pensiero che si aggira per quelle teste è di tipo batteriologico: trovare la
sua origine etimologica, storica o psicologica, quanto meno. Si viene a sapere dai
giornali che i negri Krou chiamano la coda di una vacca sacra: DADA. Il cubo e la madre
in non so quale regione italiana: DADA. Un cavalluccio di legno, una balia, sissì in russo
e in rumeno: DADA. Esperti giornalisti ci vedono un’arte per neonati, altri santoni
Gesùchiamaaseipargoli del giorno, il ritorno a un primitivismo scarno e rumoroso,
rumoroso e monotono. Uno non costruisce la sensibilità su una parola; ogni costruzione
converge nella perfezione che tedia, idea stagnante di una palude dorata, relativo
prodotto umano. L’opera d’arte non deve essere la bellezza in sé; perché la bellezza è
morta; né allegra né triste , né chiara né oscura, rallegrare o maltrattare gli individualisti
servendo loro dolci delle sante aureole o i sudori di una corsa a schiena bassa
attraverso le atmosfere. Un’opera bella non è mai bella, per decreto, oggettivamente,
unanimemente. La critica è allora inutile, non esiste che in modo soggettivo, per
ciascuno e senza il minimo carattere di universalità . Uno crede di aver trovato una base
psichica comune al genere umano?
(…)Così nacque DADA da un bisogno d’indipendenza, di diffidenza verso la comunità.
Coloro che ci appartengono conservano la loro libertà. Noi non riconosciamo alcuna
teoria. Non ne possiamo più delle accademie cubiste e futuriste: laboratori di idee
formali. L’arte si fa forse per soldi e per lisciare il pelo dei nostri cari borghesi?
Ready-made
Il termine ready-made (traducibile come "instantaneo", "detto-fatto"...) è utilizzato per
descrivere un'opera d'arte ottenuta da oggetti per lo più appartenenti alla realtà
quotidiana, lontani dal sentimentalismo e dall'affezione, che possono essere modificati
(in questo caso si parla di ready-made rettificato) o meno.
Il ready-made dunque è un comune manufatto di uso quotidiano (un attaccapanni, uno
scolabottiglie, un orinatoio, ecc.) che assurge ad opera d'arte una volta prelevato
dall'artista e posto così com'è in una situazione diversa da quella di utilizzo, che gli
sarebbe propria (in questo caso un museo o una galleria d'arte).
Il valore aggiunto dell'artista è l'operazione di scelta, o anche di individuazione casuale
dell'oggetto, di acquisizione e di isolamento dell'oggetto.
Ciò che a quel punto rende l'oggetto comune e banale (si pensi alla latrina capovolta
che Duchamp intitolerà "Fontana") un'opera d'arte, è il riconoscimento da parte del
pubblico del ruolo dell'artista. L'idea di conferire dignità ad oggetti comuni fu inizialmente
un forte colpo nei confronti della distinzione tradizionale, comunemente accettata e
radicata, tra ciò che poteva definirsi arte e ciò che non lo era. Nonostante ai nostri tempi
questa pratica sia ampiamente accettata dalla comunità artistica, continua a destare
l'ostilità dei media e del pubblico.
Achille Castiglioni
OGGETTI READY-MADE
Mezzadro Sgabello 1957
Come un sedile da trattore può diventare un comodo sgabello se appoggiato ad una
balestra, anch’essa usata sul trattore ma nell’altro senso, per assorbire i sobbalzi.
La lampada da tavolo Snoopy è stata progettata da
Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1967 e messa in
produzione daFlos. Si tratta di un apparecchio illuminante
a luce diretta composto da una basse in marmo inclinata
sulla quale è fissato, mediante il portalampada, un disco
in vetro trasparente che sorregge un riflettore in alluminio
verniciato e forato nella parte superiore per favorire il
raffreddamento, la cui forma ricorda quella del celebre
personaggio di Charles M. Shultz.
Nonostante la dinamicità espressa dalla composizione, la
lampada risulta essere perfettamente bilanciata. Sulla
base è posizionato il dimmer per la regolazione
dell’intensità luminosa.
OGGETTI READY-MADE
Castiglioni ha sempre avuto una grande
considerazione per quegli oggetti in cui il
rapporto tra forma e funzione è risolto, dal
punto di vista costruttivo, in maniera
brillante ed è per questo che nei suoi lavori
ha spesso utilizzato parti di oggetti
esistenti indicandone però un uso diverso.
Spesso adottava parti di oggetti, che erano
per lui fonte di ammirazione, dei quali
manteneva intatta la forma, ma per i quali
sceglieva tempi e modi d’uso
completamente nuovi. Questi oggetti poi
evolvevano come esseri viventi: le
componenti prese a prestito venivano
costantemente aggiornate.
OGGETTI RE-DESIGN
Parliamo di re-design di un oggetto quando
assumiamo come punto di partenza nella
progettazione non un problema con le sue
possibili risoluzioni, ma un progetto
compiuto o addirittura un oggetto già
esistente.
Gli oggetti ridisegnati sono, per Castiglioni,
oggetti tradizionali da lui perfezionati o
aggiornati secondo gli sviluppi tecnologici e
le esigenze della vita moderna, con la
costante volontà di accrescere sempre di
più il valore del componente principale di
progettazione.