pdf - Fondazione Internazionale Menarini

Transcript

pdf - Fondazione Internazionale Menarini
I più frequenti morsi da ragni
JAMES H. DIAZ, KIM EDWARD LEBLANC Louisiana State University School of Medicine, New Orleans, Louisiana
(Stati Uniti)
Esistono più di 30.000 specie di ragni, la maggior parte delle quali non è in grado di infliggere morsi significativi all’uomo, per la presenza di un apparato buccale troppo debole e di veleni poco potenti, oppure specifici per gli animali solitamente predati. Alcuni ragni sono tuttavia in grado di produrre veleni tossici che possono causare nell’uomo lesioni cutanee, malattie sistemiche e neurotossicità. Uno dei morsi più frequenti viene inflitto dal ragno
denominato “vedova nera” (specie Latrodectus). Un morso di vedova nera determina spasmi muscolari e rigidità,
che si sviluppano a livello della sede della lesione entro 30 minuti – 2 ore dal morso. Un altro morso frequente è
inflitto dal ragno Loxosceles reclusa (specie Loxosceles). Nella maggior parte dei casi i morsi di questo artropodo avvengono nelle prime ore del mattino, e sono inizialmente non dolorosi. Le lesioni solitamente progrediscono verso
una dermonecrosi ulcerante, che si sviluppa nella sede del morso. I morsi da ragni possono essere prevenuti con
l’adozione di alcune semplici misure. Una tempestiva identificazione della specie di ragno responsabile del morso
e l’impostazione di un trattamento specifico possono prevenire lo sviluppo delle complicanze più gravi. (Am Fam
Physician 2007; 75: 869-73. Copyright© 2007 American Academy of Family Physicians).
N
egli Stati Uniti le punture ed i morsi da artropodi sono frequenti, e riguarderebbero più di
50.000 casi per anno.1 Meno della metà di queste esposizioni è attribuibile a morsi di ragni.1 Un “morso
da artropodo” viene definito come una lesione cutanea
prodotta dagli elementi orali utilizzati dall’artropodo
per catturare e consumare le proprie prede, oppure per
procurarsi del sangue.1 Anche se i ragni non possono trasmettere patologie infettive, alcuni di essi producono
un veleno tossico che può causare lesioni cutanee, malattie sistemiche e neurotossicità. L’analisi epidemiologica dei morsi da ragni è resa complessa da diversi fattori di confondimento, come ad esempio: bias da ricostruzione dell’evento; l’ampia diagnostica differenziale
delle lesioni dermonecrotiche che possono ricordare lesioni da morsi da artropodi; il problema del rapporto tra
punture/morsi sospettati o effettivi; la mancata identificazione entomologica dell’artropodo responsabile2-7
(Tabella 1).
La Tabella A, disponibile online, descrive la diagnosi ed
il trattamento dei morsi da artropodi.
Vedova nera
Le cinque specie del ragno denominato “vedova nera”
presenti negli Stati Uniti comprendono Latrodectus bishopi, Latrodectus geometricus, Latrodectus hesperus, Latrodectus variolus e Latrodectus mactans (Figura 1). Le femmine sono più scure, maggiormente velenose e significativamente più grosse dei maschi (apertura delle zampe
30-40 mm, rispetto a 16-20 mm per i maschi). Anche i
maschi possono mordere, ma raramente infliggono morsi
gravemente velenosi.7,8 La maggior parte delle femmine
5 - giugno 2007 - Minuti
presenta un colorito grigio scuro o
zienti anziani con ipertensione e conero, ed a livello ventrale una macronaropatie andrebbero ricoverati in
chia di forma geometrica o “a clesospedale, e tenuti in osservazione,
sidra”, oppure chiazze o striature di
rispettivamente, per lo sviluppo di
color rosso o arancio. Le specie di
convulsioni, minacce di aborto, ischeLatrodectus sono più abbondanti e
mie miocardiche.10 Nei casi più gravi
la valutazione di laboratorio iniziale
attive durante i mesi più caldi deldeve comprendere un esame emol’anno.
cromocitometrico completo e l’anaLa tossicità sistemica dai morsi della
lisi delle urine (volti ad escludere la
vedova nera (condizione definita “latrodectismo”) è attribuibile alla α- Figura 1. Visione ventrale di una vedova nera di ge- presenza di peritonite e di infezioni
delle vie urinarie), nonché la deterlatrotossina, componente neurotos- nere femminile (Latrodectus mactans)
minazione dei livelli sierici di creasica del veleno di Latrodectus che determina una massiccia liberazione pre-sinaptica della tina fosfochinasi e di lattico deidrogenasi (volti a demaggior parte dei neurotrasmettitori, come acetilcolina, terminare la presenza di rabdomiolisi da spasmi e riginoradrenalina, dopamina e glutammato. I segni ed i sin- dità muscolari).
tomi dei morsi di Latrodectus e di Loxosceles sono messi a
Ragni Loxosceles
confronto in Tabella 2.8-18
In seguito a morsi da Latrodectus la cura locale della le- Le sei specie di ragni Loxosceles presenti negli Stati Uniti
sione deve comprendere un’accurata pulizia della ferita comprendono Loxosceles arizonica, Loxosceles deserta, Loxoe l’applicazione di ghiaccio. Altri trattamenti compren- sceles devia, Loxosceles laeta, Loxosceles rufescens e Loxosceles
dono la somministrazione topica o per via parenterale di reclusa (Figura 2). Le specie di Loxosceles sono più abbonanalgesici, di benzodiazepine per combattere gli spasmi danti e attive durante le ore notturne e nei mesi più caldi.7
e la rigidità muscolare, la profilassi antitetanica. La som- Tutti i ragni Loxosceles presenti negli Stati Uniti possono
ministrazione di un siero antiveleno è indicata in pa- infliggere all’uomo morsi che possono causare il cosidzienti che manifestano una grave tossicità regionale o si- detto “aracnidismo necrotico”, caratterizzato da ulcerastemica, nonché in pazienti con ipertensione incontrol- zioni dermonecrotiche a livello del sito del morso, prelata, convulsioni o arresto respiratorio.10,11 Un flacone di sumibilmente attribuibili a risposte autoimmunitarie
siero antiveleno, diluito in 100-250 mL di soluzione sa- da citochine e linfociti ed a citotossicità da parte di comlina, viene infuso per via endovenosa nell’arco di 2 ore; ponenti del veleno (in particolare la sfingomielinasi D).
in pazienti con spasmi muscolari persistenti la sommi- Tutti i ragni Loxosceles sono di colorito marrone, e spesso
nistrazione va ripetuta.10,11 In casi di grave avvelenamento, non presentano segni di identificazione tipici (con
in particolare se riguardano bambini, la somministra- l’eccezione della femmina marrone Loxosceles reclusa), e
zione dell’antiveleno può essere efficace nel far regredire vengono spesso descritti semplicemente come “ragni
i fenomeni del latrodectismo fino a 90 ore dopo il morso.12 marrone”.13,14 La Loxosceles reclusa di genere femminile è
I bambini sintomatici, le donne in gravidanza ed i pa- maggiormente velenosa ed ha in genere dimensioni mag6 - giugno 2007 - Minuti
giori rispetto ai ragni maschi (apertura delle zampe 2030 mm, rispetto a 10-35 mm dei maschi); le femmine
presentano inoltre delle chiazze tipiche di colorito marrone più scuro a livello della porzione cefalotoracica dorsale.13,14 Queste chiazze ricordano la forma di un violino o di un violoncello (con la base posta verso la testa
dell’animale), e sono circondate da 3 paia di occhi13-15 (Figura 2B).
La maggior parte dei morsi di Loxosceles a soggetti umani
avviene nelle prime ore del mattino; i morsi avvengono in sedi in cui le lenzuola, le coperte o altro trattengono il ragno femmina tra il tessuto e la cute della vittima; sedi frequentemente interessate sono le braccia, i
fianchi, oppure gli arti inferiori al di sotto di calze, calzini, pantaloni. La cura immediata della ferita deve comprendere un’accurata pulizia, l’applicazione di garze
fredde, l’elevazione e l’immobilizzazione dell’arto interessato, la somministrazione per via orale o per via parenterale di analgesici e anti-istaminici, la profilassi antitetanica.13-15 L’asportazione precoce delle lesioni causate dal morso e l’iniezione intralesionale di corticosteroidi possono estendere l’area di dermonecrosi, e sono
pertanto controindicate.13-15
La cura della ferita deve comprendere l’eliminazione dei
tessuti necrotici, una terapia antibiotica delle infezioni
secondarie, impostata sulla base dei risultati degli esami
colturali, l’asportazione tardiva delle escare.13-15 Se il trattamento è appropriato le lesioni vanno incontro a guarigione in un periodo compreso tra una e 8 settimane;
l’incidenza di formazione di significative cicatrici è pari
al 10-15%.13-16
In presenza di una dermonecrosi in espansione da loxoscelismo è stata consigliata l’ossigenoterapia iperbarica;
i risultati riguardanti gli outcome di questo trattamento
sono tuttavia contrastanti, e l’approccio non appare supportato da studi clinici controllati.17 In passato, per arrestare una dermonecrosi in fase di espansione (presumibilmente attribuibile a migrazione e degranulazione
leucocitaria, con rilascio di citochine) venivano somministrati per via orale farmaci inibitori dei microtubuli
leucocitari, come dapsone o colchicina.13-18 L’efficacia
di questo trattamento non è tuttavia supportata da studi
clinici. Il trattamento, inoltre, espone il paziente ad
un rischio significativo di tossicità.
7 - giugno 2007 - Minuti
Figura 2. Loxosceles reclusa
di colorito marrone. A) Visione dorsale. B) Osservare la
chiazza caratteristica a forma
di violino a livello del cefalotorace dorsale (indicata dalla
freccia)
A
Tarantole
Negli Stati Uniti la maggior parte delle tarantole vive
nei deserti del sud-ovest del paese, Mississippi, Arkansas. Nell’uomo l’avvelenamento da morso di tarantola
causa in genere lesioni lievi, con minima reazione infiammatoria circostante, assenza di dermonecrosi, assenza di gravi complicanze sistemiche.19 I morsi di tarantola sono invece spesso letali negli animali domestici,
ed in particolare nei cani.19 Il trattamento è di tipo conservativo e sintomatico, e comprende un’accurata pulizia della ferita, la profilassi antitetanica, l’innalzamento
e l’immobilizzazione dell’arto interessato, somministrazione di farmaci analgesici per via orale in base alle necessità.
Quattro generi di tarantola che vivono in America (cioè
Acanthoscurria, Brachypelma, Grammostola e Lasiodora) e
molte specie di tarantola presentano peli urticanti a livello dell’addome dorsale, che vengono utilizzati per irritare e rendere inoffensivo un animale aggressore. Questi peli possono penetrare attraverso la cute dell’uomo e
possono causare un grave prurito; i peli possono anche
alloggiarsi a livello della cornea, causando una cheratocongiuntivite da corpo estraneo o un’oftalmia nodosa,
che si manifesta come una lesione infiammatoria nodulare e granulomatosa a livello oculare.20-26 Qualsiasi paziente con una storia di contatto con tarantole e un sospetto di oftalmia nodosa deve essere immediatamente
indirizzato da un oftalmologo, per essere sottoposto ad
un esame corneale con lampada a fessura, ad un trattamento conservativo immediato, ed a cure di followup.20-26 Se non viene trattata l’oftalmia nodosa può condurre a cheratite, uveite anteriore o posteriore, corioretinite e cellulite orbitale.
Prevenzione e controllo
La maggior parte delle lesioni da morsi da ragni non
ha rilevanza medica; tali morsi avvengono in genere durante i mesi primaverili o estivi. I morsi da ragno possono essere prevenuti osservando alcune semplici precauzioni, come ad esempio indossare guanti, indumenti
a maniche lunghe e pantaloni lunghi infilati nelle
B
calze quando si eseguono attività come la raccolta di legna da ardere, la pulizia di cespugli, oppure altre attività all’aperto. Un’ulteriore protezione può derivare dall’applicazione sugli indumenti di piretroidi sintetici,
oppure dall’applicazione su aree non-mucose di sostanze
repellenti per gli insetti, contenenti N,N-dietil-m-toluamide. Le punture da ragni in ambienti domestici o
in altri ambienti chiusi possono essere prevenute con un
adeguato isolamento di tali luoghi, in particolare a livello di finestre e porte esterne, soffitte, cantine; con la
rimozione di ragnatele utilizzando scope o un aspirapolvere; con l’applicazione di insetticidi non tossici per
l’uomo, come piretroidi sintetici e piretrine naturali.
Occorre fare attenzione a tenere le tarantole ad un’adeguata distanza dagli occhi, indossando guanti e protezioni per gli occhi. I proprietari di tarantole o il personale che ha a che fare con questi ragni per motivi lavorativi devono indossare guanti, maschere chirurgiche e
protezioni per gli occhi quando lavora in contatto con
gli artropodi. Per l’eliminazione di ragni fastidiosi o pericolosi, di qualsiasi specie, occorre usare la precauzione
di uccidere gli animali da distanza, utilizzando spray; occorre inoltre cautela per evitare il contatto dello spray
con cute, occhi e vie respiratorie superiori. I pazienti devono essere informati del fatto che il metodo più sicuro per prevenire il morso di un ragno che si trova sulla
propria cute è di allontanare con gentilezza il ragno con
un dito; quando si schiaccia il ragno contro la cute si determina infatti per riflesso l’apertura dei cheliceri, con
apertura delle lame mascellari in posizione per il morso.
Gli Autori
Il Dr. Diaz è Professor e Direttore dello Environmental
and Occupational Health Sciences Program presso la Louisiana State University, School of Public Health, di New
Orleans, Louisiana (Stati Uniti). La Dr. Leblanc è Marie
Lahasky Professor e Direttore del Department of Family
Medicine, School of Medicine, Louisiana State University.
9 - giugno 2007 - Minuti
Note bibliografiche
1. Toewe CH II. Bug bites and stings. Am Fam Physician
1980;21(5):90-5
2. Isbister GK. Data collection in clinical toxinology: debunking
myths and developing diagnostic algorithms. J Toxicol Clin Toxicol 2002;40:231-7
3. Vetter RS, Bush SP. The diagnosis of brown recluse spider bite
is overused for dermonecrotic wounds of uncertain etiology. Ann
Emerg Med 2002;39:544-6
4. Vetter RS, Bush SP. Reports of presumptive brown recluse
spider bites reinforce improbable diagnosis in regions of North
America where the spider is not endemic. Clin Infect Dis
2002;35:442-5
5. Vetter RS, Cushing PE, Crawford RL, Royce LA. Diagnoses of
brown recluse spider bites (loxoscelism) greatly outnumber actual verifications of the spider in four western American states. Toxicon 2003;42:413-8
6. Swanson DL, Vetter RS. Bites of brown recluse spiders and suspected necrotic arachnidism. N Engl J Med 2005;352:700-7
7. Isbister GK, White J, Currie BJ, Bush SP, Vetter RS, Warrell
DA. Spider bites: addressing mythology and poor evidence [letter].
Am J Trop Med Hyg 2005;72:361-4; author reply 364-7
8. Maretic Z. Latrodectism: variations in clinical manifestations provoked by Latrodectus species of spiders. Toxicon
1983;21:457-6
9. Muller GJ. Black and brown widow spider bites in South Africa.
A series of 45 cases. S Afr Med J 1993;83: 399-405
10. Clark RF, Wethern-Kestner S, Vance MV, Gerkin R. Clinical
presentation and treatment of black widow spider envenomation:
a review of 163 cases. Ann Emerg Med 1992;21:782-7
11. Clark RF. The safety and efficacy of antivenin Latrodectus. J
Toxicol Clin Toxicol 2001;39:125-7
12. O’Malley GF, Dart RC, Kuffner EF. Successful treatment of lactrodectism with antivenin after 90 hours. N Engl J Med 1999;340:657
13. Wright SW, Wrenn KD, Murray L, Seger D. Clinical presen-
tation and outcome of brown recluse spider bite. Ann Emerg Med
1997;30:28-32
14. Rees R, Campbell D, Rieger E, King LE. The diagnosis and
treatment of brown recluse spider bites. Ann Emerg Med 1987;16:94515. Sams HH, Dunnick CA, Smith ML, King LE Jr. Necrotic arachnidism. J Am Acad Dermatol 2001;44:561-73
16. Diaz JH. The global epidemiology, syndromic classification,
management, and prevention of spider bites. Am J Trop Med Hyg
2004;71:239-50
17. Merchant ML, Hinton JF, Geren CR. Effect of hyperbaric oxygen on sphingomyelinase D activity of brown recluse spider (Loxosceles reclusa) venom as studied by 31P nuclear magnetic resonance
spectroscopy. Am J Trop Med Hyg 1997;56:335-8.
18. Vorse H, Seccareccio P, Woodruff K, Humphrey GB. Disseminated intravascular coagulopathy following fatal brown spider bite
(necrotic arachnidism). J Pediatr 1972;80:1035-7
19. Isbister GK, Seymour JE, Gray MR, Raven RJ. Bites by spiders of the family Theraphosidae in humans and canines. Toxicon
2003;41:519-24
20. Hered RW, Spaulding AG, Sanitato JJ, Wander AH. Ophthalmia nodosa caused by tarantula hairs. Ophthalmology 1988;95:16621. Rutzen AR, Weiss JS, Kachadoorian H. Tarantula hair ophthalmia nodosa. Am J Ophthalmol 1993;116:381-2
22. Hung JC, Pecker CO, Wild NJ. “Tarantula eyes.” Arch Dis
Child 1996;75:462-3
23. Blaikie AJ, Ellis J, Sanders R, MacEwen CJ. Eye disease associated with handling pet tarantulas: three case reports. BMJ
1997;314:152424. Belyea DA, Tuman DC, Ward TP, Babonis TR. The red eye revisited: ophthalmia nodosa due to tarantula hairs. South Med J
1998;91:565-7
25. Cooke JA, Roth VD, Miller FH. The urticating hairs of theraphosid spiders. Am Museum Novitates 1972;(2498): 1-43. Accessed July 17, 2006, at: http://digitallibrary. amnh.org/dspace/bitstream/2246/2705/1/N2498.pdf
26. de Haro L, Jouglard J. The dangers of pet tarantulas: experience of the Marseilles Poison Centre. J Toxicol Clin Toxicol
1998;36:51-3
11 - giugno 2007 - Minuti

Documenti analoghi

Italian spiders I ragni in Italia

Italian spiders I ragni in Italia With about 38 genera and 120 species, this family represents 9.6% of the total species of spiders known in Italy. Spiders are lively and small (2 to 9.5 mm) and are commonly called "jumping spiders...

Dettagli

Araneismo: il veleno dei ragni ei suoi effetti sull`uomo

Araneismo: il veleno dei ragni ei suoi effetti sull`uomo tredecimguttatus (Rossi, 1790) versione mediterranea della più famosa "vedova nera", della Famiglia dei Theridiidae) oppure necrotizzante-citotossica [come in Loxosceles rufescens (Dufour, 1820) de...

Dettagli

Segni e sintomi

Segni e sintomi ulteriori studi. Sono importanti l’educazione del paziente e uno stretto controllo della cura della ferita.

Dettagli