IL FONEMA È UN`ILLUSIONE?

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IL FONEMA È UN`ILLUSIONE?
IL FONEMA È UN'ILLUSIONE?
Mirko Grimaldi
Università di Lecce
RIASSUNTO
Il dibattito sull'ontologia del fonema ha visto generazioni di studiosi accapigliarsi su un'evidenza intuitiva: i parlanti
segmentano l'onda acustica continua in elementi discreti, per poi immediatamente ricomporli dando vita a segni linguistici. Da
qui l'idea della rappresentazione mentale (astratta) dei fonemi e il loro statuto di unità funzionale all'interno di un sistema
linguistico. Tuttavia sulla nozione di discretezza grava da sempre l'ombra dell'intrinseca manifestazione acustica dei segmenti
fonologici. Conseguenza di questo stato di cose è stata la profonda separazione tra fonetica e fonologia – che pare ormai
cronica nonostante i decennali richiami ad un'integrazione naturale – e il conseguente sviluppo di metodologie e teorie
differenti. Per esempio, il modello generativo ha sempre visto la fonologia come un sottosistema (non necessariamente
modulare) della mente/cervello, ma poi ha tralasciato di sviluppare il problema sollevato da una tale posizione (oppure lo ha
ritenuto epistemologicamente di secondo ordine): ciò ha impedito di cercare proprio nella fisiologia delle strutture cerebrali il
punto di unione fra il livello mentale delle rappresentazioni fonologiche e l'essenza fonetica che le compone. La provocazione
contenuta nel titolo dell'intervento vuole essere uno stimolo forte a riconsiderare ancora una volta il rapporto complesso fra
fonetica e fonologia all'interno dei risultati ottenuti nel campo interdisciplinare delle scienze cognitive (al cui sviluppo,
paradossalmente, ha contribuito anche il paradigma generativo). Dati concreti sulla microvariazione e sull'apprendimento di
una seconda lingua verranno inquadrati e discussi all'interno di alcuni risultati raggiunti nel campo della neurolinguistica e
della biologia. Si cercherà in sostanza di dimostrare che: 1) la rappresentazione mentale della forma fonologica è
essenzialmente fonetica; 2) che tale forma è costituita da immagini motorie proiettate sull'apparato fonatorio dall'attività
neurale; 3) che le immagini motorie sono convertite in segnale acustico; 4) e infine che nel processo di percezione il segnale
acustico decodificato dall'apparato uditivo viene riconvertito in immagini motorie dalla sinapsi neurale. Le immagini motorie
rappresenterebbero quindi l'elemento distintivo del fonema, ciò che costituisce la sua funzione oppositiva all'interno di una
lingua. Il risultato finale di questo processo genera quello che tradizionalmente viene definito fonema, ma la sua natura risulta
completamente diversa. Viene così annullato il divario fra approccio fonologico e approccio fonetico, e soprattutto viene
modulato meglio il rapporto col livello uditivo (tradizionalmente trascurato sia nel processo di analisi del segnale vocale che
nell'elaborazione dei modelli fonologici). L'idea del fonema come immagine motoria sinaptica verrà criticamente messa a
confronto con altri modelli fonologici e con alcune recenti teorie sull'evoluzione del linguaggio.
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Sessione (1): Linguistica, fonologia, fonetica