Serena Cagnetta, giovane terlizzese a Los Angeles per studiare

Serena Cagnetta, giovane terlizzese a Los Angeles per studiare recitazione | TerlizziViva.net - Notizie in te
Scritto da La Redazione
Mercoledì 04 Giugno 2014 16:26
Terlizzi, tra i suoi giovani talenti, annovera Serena Cagnetta che a soli 26 anni studia
recitazione presso il prestigioso The Lee Strasberg Theatre and Film Institute a Los
Angeles. L'abbiamo intervistata per conoscere questa giovane e promettente attrice. Una
Passione nata sin da tenera età che è giunta al suo coronamento negli States.
Chi è Serena Cagnetta?
Sono nata a Terlizzi 26 anni fa in una bellissima famiglia. Ho una sorella più grande ed una più
piccola. Dopo il diploma presso il Liceo Linguistico a Terlizzi e dopo aver conseguito la laurea
come Interprete e Traduttrice presso la Scuola per Mediatori Linguistici Carlo Bo per le lingue
inglese e tedesco, a 21 anni parto per Londra dove lavoro per 2 anni come Sales & Marketing
Manager per un’azienda italiana e per un anno a Milano come Sales Account per Coca Cola.
Insomma, cerco di mettere un po’ di soldi da parte lavorando per 3 anni per poter pagare gli
studi di recitazione negli USA e, nel frattempo, perfeziono la conoscenza della lingua inglese a
Londra.
Quando nasce la passione per la recitazione?
Sin da piccola sono sempre stata affascinata dal mondo teatrale e cinematografico. Volevo
essere in ogni film che vedevo in tv con i miei genitori il sabato sera davanti ad una pizza
gigante. Imitavo tutti i personaggi che vedevo in tv ed al cinema ed ero sempre pronta a recitare
una poesia o raccontare storie ad ogni riunione familare. Ero il giullare della famiglia
insomma…Ma allo stesso tempo la scuola non offriva corsi di recitazione e purtroppo a Terlizzi
20 anni fa non c’erano laboratori teatrali o un cinema o un teatro funzionante.
Come hai iniziato a coltivare questa passione?
A 14 anni convinco mio padre ad iscrivermi ad un corso di recitazione teatrale e
cinematografica e dizione a Bari tenuto dalla regista e attrice Paola Martelli ( allieva di Fersen e
docente del Piccolo Teatro di Milano), dal soprano Daniela Cera e da OZ Film con la
supervisione degli attori Dino Abbrescia e Sergio Rubini. Da lì è nata una forte collaborazione
con Paola Martelli con cui è nata la compagnia teatrale A Più Voci e con cui ho lavorato fino a
Dicembre 2013 senza mai fermarmi, pochi giorni prima di partire per Los Angeles e studiare
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Mercoledì 04 Giugno 2014 16:26
presso il prestigioso The Lee Strasberg Theatre and Film Institute.
Quali le emozioni della tua prima esperienza sul palcoscenico?
Ricordo esattamente la mia prima esperienza sul palcoscenico. Avevo 14 anni ed ero la
protagonista dello spettacolo conclusivo del laboratorio di recitazione scritto e diretto da Paola
Martelli presso il Teatro Abeliano di Bari. Ero una Giulietta con capelli cortissimi che viaggia nel
mondo fantastico dei libri prima di incontrare Romeo. E’ così difficile spiegare le sensazioni
contrastanti che ho provato per la prima volta l’istante prima di salire sul palco. Ero
nervosissima, terrorizzata ma allo stesso tempo sicura di me stessa. Il cuore mi batteva in gola
ed avevo paura non riuscissi più a parlare. Ma all’alzarsi del sipario ero un’altra persona.
Un’attrice. Da quel momento non ho più smesso anche grazie al supporto del pubblico e la
soddisfazione che ne derivava. Non potevo più fermarmi!
Come nasce il desiderio della scuola Americana?
Ho sempre sognato di studiare recitazione ed avere un training di un certo tipo in una
prestigiosa scuola qui negli States ma allo stesso tempo richiede molti sforzi economici e
allontana dalla famiglia. Sono sempre stata affascinata dalla recitazione di grandi attori come
Marylin Monroe, Marlon Brando, Robert De Niro, Al Pacino, Dustin Hoffman e tante altre stelle
del cinema americano. E sono tutti accumulati non solo da un grande talento ma anche da una
forte esperienza di studio con Lee Strasberg, legendario insegnate di recitazione e direttore del
prestigioso Actors Studio di New York e del The Lee Strasberg Theatre and Film Institute di
New York e Los Angeles. Alla sua morte negli anni ’80 sua moglie Anna Strasberg ha assunto
la direzione del Lee Strasberg Institute. Strasberg è il creatore del famoso “Method Acting”, una
tecnica di recitazione che induce l’attore a creare in se stesso pensieri ed emozioni del
personaggio su cui lavora in modo da creare una performance reale e credibile. Nel momento in
cui mi son detta “E’ arrivato il tempo di partire per gli States!” ho fatto domanda al The Lee
Strasberg Institute, ho sostenuto dei colloqui e selezioni sulla base del materiale inviato e sono
stata accettata. Un’emozione incredibile! Ovviamente ho scelto la sede di Hollywood a Los
Angeles. Mi son detta “Se devo darmi una possibilità a questo punto scelgo il top!”
Che esperienze stai facendo a Los Angeles?
Sto lavorando a diversi cortometraggi e web series e ci sono molti progetti in cantiere. Aspetto
risposte entro fine anno su progetti ambiziosi per festival internazionali. Nel frattempo mi sto
cimentando nella scrittura del mio primo cortometraggio che voglio girare qui a Los Angeles.
Per fortuna ho molti amici registi qui quindi il supporto tecnico non mi manca.
Spiegaci cosa si fa in una tua giornata tipo americana?
La mattina mi sveglio molto presto e prima di una sana ed abbondante colazione faccio degli
esercizi di meditazione, yoga e controllo della respirazione. La voce ed il corpo sono lo
strumento principale dell’attore e bisogna averne molta cura mantenendoli sani ed equilibrati.
Gli orari delle lezioni variano ogni 3 mesi in base a quali classi ci si registra ma solitamente
sono a scuola tra lezioni e prove con i vari scene partners circa 10 ore al giorno se non di più.
Richiede molto studio, concentrazione e tantissimo impegno e dedizione. Nei weekend se non
sono impegnata con prove o riprese mi godo l’Oceano Pacifico con gli amici tra Malibu, Santa
Monica e Santa Barbara o gite fuori porta.
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Che progetti hai per il futuro?
Continuare a fare quello che ho sempre fatto: recitare! Teatro e cinema tra l’Europa e gli USA. Il
bello della vita è che il futuro non si può prevedere e quindi è difficile far progetti per il futuro
perché tutto può cambiare in un istante. Il segreto sta nel godersi il presente, attimo dopo attimo
e cercare di migliorarsi ed imparare dalle persone che ci circondano. Sulla base di ciò che si
prova in un determinato istante e ciò o chi ci circonda possono nascere grandi progetti futuri o
no. Cogliere l’attimo è essenziale.
La nostalgia di casa e degli affetti cari come si concilia con la grande passione?
La mia famiglia mi supporta tantissimo sebbene sia l’unica in tutta la grande famiglia con
ambizioni di questo tipo. Se non fosse stato per loro tutto questo non sarebbe stato possibile.
Famiglia ed amici di sempre mancano tantissimo tutti i giorni ma se si vuole inseguire un sogno
e realizzarlo bisogna essere forti e perseveranti.
Il talento più grande che ti è stato riconosciuto?
La spontaneità, allegria, sincerità e, a quanto pare, simpatia. Anche se su quest’ultima ho dei
dubbi….Non capisco perché gli Americani mi reputano così simpatica e si divertono così tanto
in mia compagnia!
3/3