La dislessia e lo svulippo - Università degli Studi della Repubblica

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La dislessia e lo svulippo - Università degli Studi della Repubblica
LA DISLESSIA E LO SVILUPPO: COSA
CAMBIA E COSA RESTA.
Giacomo Stella, Claudia Nicoletti
Centro Regionaled Dis. Co.Li. Asl Città di Bologna
Università di Urbino
Convegno Internazionale “Imparare: questo è il problema”
San Marino 22-23 settembre 2000
1
Difficoltà scolastiche e Disturbi Specifici
dell’Apprendimento
Le difficoltà scolastiche si manifestano
genericamente come difficoltà a svolgere con
successo le attività richieste dall’insegnante. Queste
difficoltà possono essere riferite ad almeno 2 tipi di
problemi
Problemi di
origine
ambientale
Disturbi di
natura
endogena
2
Incidenza delle difficoltà scolastiche
bambini senza diffic.
15
con difficoltà
85
3
FATTORI AMBIENTALI
Difficoltà familiari
Rapporti con insegnanti
Problem. relazionali
Svantaggio culturale
4
FATTORI ENDOGENI
Disabilità che derivano
da una peculiare
organizzazione del
sistema
neuropsicologico,
determinando disturbi
permanenti nella
realizzazione di alcune
funzioni: lettura,
scrittura e calcolo.
5
I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO
1) Si manifestano in soggetti normodotati
2) sono di origine costituzionale, cioè fanno parte del corredo
genetico del soggetto
3) Non sono facilmente pronosticabili prima dell’età scolare
4) Accompagnano il soggetto nel corso del suo sviluppo
5) Non sono “guaribili”, ma le conseguenze funzionali si
modificano attraverso adeguate misure rieducative e didattiche
6) Spesso sono accompagnati da manifestazioni psicologiche e
relazionali disturbate (disturbi della condotta)
7) Spesso sono associati a disturbi dell’attenzione e
dell’iperattività
6
La diagnosi di Dislessia
Evolutiva
E’ ormai codificata e oggetto di consenso
7
La diagnosi è basata sul criterio
della discrepanza fra efficienza
cognitiva e abilità di lettura
deficit debole
media
8
Come diventa il dislessico
evolutivo da adulto ?
Compensati (45% ca.)
Recuperati (20% ca.)
Persistenti (35%ca.)
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Fonte: Littyinen ‘98
Come cambia il bambino
dislessico e cosa cambia nel
corso del suo sviluppo?
I due parametri che vengono presi in esame per lo studio
della lettura sono:
LA VELOCITÀ DELLA DECODIFICA
misurata in sill./sec
L’ACCURATEZZA DELLA DECODIFICA
misurata contando il numero di errori in rapporto
al numero di stimoli
10
Dati sulla storia naturale della DE
Andamento nella velocità di lettura nel corso della scuola dell’obbligo
in bb. Di lingua tedesca (Klicpera & Schabmann,1993)
11
Andamento degli errori di lettura nel corso della scolarità obbligatoria in bb.
Di lingua tedesca (Klicpera & Schabmann, 1993)
12
Cos’è un’abilità?
È la capacità di mettere in atto una serie di
azioni, spesso in sequenza fra di loro, in modo
rapido ed efficiente, per raggiungere uno scopo
con il minimo dispendio di risorse
13
Le caratteristiche per acquisire un’abilità
potrebbero essere così elencate :
1)predisposizione di partenza
2)esposizione ripetuta agli stimoli
3)a parità di condizioni, più frequente è
l’esercizio, cioè la ripetizione della
sequenza, più rapida è l’acquisizione
dell’abilità
14
Cos’è una disabilità?
È l’incapacità di costruirsi una routine di azioni che
rende facile raggiungere un determinato scopo
Da che cosa scaturisce ?
Dalla mancanza dei prerequisiti di
partenza che rendono inefficace
l’allenamento.
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Il nostro studio
I soggetti sono stati selezionati con i seguenti criteri:
-diagnosi di dislessia evolutiva secondo i criteri ICD-X
- diagnosi posta in 2^ o in 3^ elementare
- controlli annuali fino alla 3^ media
Il campione ottenuto è di 30 soggetti (23M, 7F)
16
Tempi di lettura del brano
6,00
SILL/SEC
5,00
4,00
DISL TOT (n=30)
NORM
3,00
2,00
1,00
0,00
2^ elem 3^ elem 4^ elem 5^ elem I media II media
III
media
CLASSE
17
Tempi di lettura delle parole
5,0
4,5
4,0
SILL/SEC
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
DISL TOT (n=30)
NORM
1,0
0,5
0,0
2^ elem
3^ elem
4^ elem
5^ elem
I media
II media
III media
CLASSE
18
Dislessici: tempi di lettura del brano
3,50
3,04
3,00
2,69
SILL/SEC
2,50
1,91 1,92 2,06
2,00
1,50
1,29
1,00
0,50
0,66 0,68
0,43
1,25
1,09
0,95
1,56 1,50
M-L (n=12)
SEVERI (n=18)
0,00
2^ elem 3^ elem
4^ elem 5^ elem
I media
II media III media
CLASSE
19
0,4
PROPORZIONE DI ERRORI NELLA
LETTURA DI PAROLE
0,35
0,3
0,25
0,2
NORMALI
DISL.TOT
0,15
0,1
0,05
0
2^ elem 3^ elem 4^ elem 5^ elem I media
II
media
III
media
20
PROPORZIONE DI ERRORI NELLA LETTURA
DI PAROLE
0,40
0,30
DISL.TOT
M-L
SEVERI
0,20
0,10
0,00
2^ elem 3^ elem 4^ elem 5^ elem I media II media
III
media
21
Confronto tra i due gruppi di dislessici nei tempi di
lettura del brano
3,50
3,04
VELOCITA'
3,00
2,50
2,00
1,50
1,50
1,29
1,00
0,50
0,66
0,43
0,68
M-L (n=12)
SEVERI (n=18)
0,00
2^ elem 3^ elem 4^ elem 5^ elem I media II media III media
P=0.487
P=0.000
22
Confronto tra i due gruppi di dislessici nei tempi di
lettura di parole
3,5
3,03
3,0
2,61
SILL/SEC
2,5
2,0
1,93
1,64
1,5
1,38
1,09
0,96
1,0
0,72
0,5
0,33
1,26 1,25
M-L (n=12)
SEVERI (n=18)
0,85
0,50
0,0
2^ elem 3^ elem 4^ elem 5^ elem I media II media III media
CLASSE
p=0.002
23
PROPORZIONE DI ERRORI NELLA LETTURA DEL
BRANO
ERRORI/STIMOLI
0,25
0,20
0,15
0,19
0,13
0,10
0,14
0,12
0,12
0,07
0,05
0,12
0,05
M-L
SEVERI
0,12
0,05
0,08
0,05
0,06
0,06
0,00
2^
elem
p=0.621
3^
4^
elem elem
5^
I
II
III
elem media media media
P=0.214
24
Valori medi nella velocità di lettura del brano
2^ elem 3^ elem 4^ elem 5^ elem I media II media III media
M-L (n=12) 0,66 1,29 1,91
1,92 2,06 2,69
3,04
SEVERI (n=18) 0,43 0,68 0,95
1,09 1,25 1,56
1,50
25
Confronto tra Tempi di lettura del brano fra dislessici severi e
dislessici medio-lievi
severi
sill/sec
Medio-lievi
3^ elem
0,5
0,86
0,87
0,65
0,34
0,98
0,5
0,62
0,75
0.42
N.S.
0,85
15.36
0,7
0,23
0.50
1,15
1,35
1,09
1,66
1,44
1,05
1,03
1,15
1,32
26
Suddivisione del gruppo sperimentale
del nostro studio N= 30 applicando il
criterio in 3^ elementare
disless. M-l
disless. Severi
12
18
27
Suddivisione del gruppo sperimentale
del nostro studio (N= 30) applicando
il criterio in 3^ media
disless. M-l
disless. Severi
13
17
28
Conclusioni
• La velocità di decodifica sembra essere un fattore
cruciale nello sviluppo delle capacità di lettura
• La correttezza non sembra essere un difetto
persistente e significativo
• In 2^elementare non è possibile fare previsioni
attendibili
• In 3^ elem. la velocità di lettura consente di
prevedere con un coeff. di stabilità vicino al 90%
il futuro del bambino dislessico
29
Conclusioni (continua)
• In 3^ elem è possibile stabilire il grado di
severità
• Questi dati non ci consentono di conoscere
la percentuale di dislessici severi sul totale
dei dislessici
• Non ci consentono nemmeno di sapere quali
altri fattori sono implicati nel disturbo
30
Conclusioni (continua)
• La nuova sfida è fare in modo che,
attraverso la rieducazione condotta il più
precocemente possibile, il numero maggiore
di bambini possa saltare dall’altra parte del
muro.
31
La rieducazione
Microprocessi
strutturali
allenabili
Macroprocessi
funzionali
sollecitabili
Educazione
Rieducazione
specialistica
Processi istruzionali
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La dislessia evolutiva
(criteri di inclusione)
• Lettura < 2 dev. St. rispetto alla media attesa per
l’età o per la classe frequentata
• intelligenza non verbale adeguata, no danni
neurologici o sensoriali
• opportunità scolastiche nella norma
• persistenza del disturbo nonostante interventi
rieducativi e scolastici
• conseguenze sul piano sociale e nella vita
quotidiana
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Quando si fa la rieducazione?
34