L`amicizia non cambia, anche ai tempi di Facebook
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L`amicizia non cambia, anche ai tempi di Facebook
Daniele Romanini Istituto E. Mattei – Fiorenzuola d'Arda – Classe 4aA Liceo Scientifico Redazione “Carpe Diem” L'amicizia non cambia, anche ai tempi di Facebook Non c'è dubbio: amicizia live batte nettamente amicizia Facebook (almeno secondo i 55 studenti dell'Istituto Mattei di Fiorenzuola, ai quali abbiamo chiesto di rispondere ad alcune brevi domande relative al rapporto tra amicizia e nuove tecnologie), anche se basta aprire la home page di questo social network, diffusissimo soprattutto tra i giovani, per avere l'impressione del contrario. La maggior parte delle persone iscritte ha un numero di amici che supera i 500 o, addirittura, i 1000. Sempre più rari sono gli utenti che ne hanno meno di 200. Ci si pone quindi una domanda: il numero di amici che un ragazzo ha su Facebook rispecchia la realtà oppure si inviano e si accettano richieste di amicizia senza andare troppo per il sottile, senza neanche leggere il nome o guardare l'immagine-profilo dell'utente? La stragrande maggioranza (90 %) dei giovani intervistati non conosce personalmente tutti gli amici Facebook. Solo 5 (su 50) dichiarano di conoscerli tutti. Bisogna sottolineare che Facebook usa i termini “amico” e “amicizia” in modo non propriamente corretto, anzi equivoco e fuorviante, banalizzandoli. Ma di questo i ragazzi sembrano ben consapevoli: attraverso i vari social networks – ci hanno detto - si possono stabilire contatti virtuali, utili eventualmente a iniziare un rapporto o a mantenerlo più facilmente in caso di lontananza, contatti che in nessun modo possono completamente sostituire la vita vera, vissuta insieme. Quando abbiamo chiesto loro di definire l'amicizia, i giovani del Mattei hanno risposto che amicizia è fiducia, rispetto reciproco, aiuto nei momenti di difficoltà, condivisione di frammenti di vita, belli o brutti che siano. Amico è <<una persona che c'è, sulla quale puoi contare in ogni momento, che sa tenderti la mano e sa capirti in ogni situazione>>. I giovani d'oggi credono molto nel valore dell'amicizia: tanti ne hanno sottolineato l'importanza e, purtroppo, anche la rarità. Pensano che un'amicizia sincera sia sempre più difficile da trovare, ma comunque cercano il vero amico fra chi sta loro vicino ogni giorno. E' possibile dunque avere un’ amicizia vera on-line? Tra i 55 ragazzi che abbiamo interpellato solo 10 hanno risposto che “Sì, talvolta è possibile”, più di metà sono stati i “no” decisi, mentre gli altri hanno specificato che il social network può servire a mantenere i contatti o a favorire un incontro che, per diventare poi vera amicizia, deve essere comunque coltivato “dal vivo”. Sembrano dunque ben coscienti, i teenager, dell'importanza del rapporto umano che sta alla base di ogni relazione. L'amicizia virtuale può essere un supporto, ma non un'alternativa all'amicizia reale. L'amico on-line o lo è anche in carne ed ossa, oppure resta un'entità alla quale guardare sempre (o quasi) con un po' di sospetto. E' più facile rimanere delusi da un'amicizia virtuale perché noi cerchiamo istintivamente, in un rapporto, verità e trasparenza, elementi che possono emergere interamente solo quando si ha un contatto completo e diretto con una persona. Non si può pretendere di conoscere qualcuno unicamente attraverso parole dattiloscritte. Inoltre confessare segreti e vicende personali a chi sta al di là di uno schermo e con cui si ha solo un rapporto on-line non è saggio, perché è più facile essere traditi e il non tradirsi è, come hanno detto gli intervistati, un altro aspetto fondamentale di un rapporto di amicizia. I nostri interlocutori sono tutti giovani che navigano sul web, più del 90 % è iscritto a Facebook e lo utilizza, in media, dalla mezz'ora alle due ore al giorno. Dunque hanno familiarità con le nuove tecnologie e comunicano attraverso di esse. Circa il 70 % di loro ha effettuato l'iscrizione fra i quattordici e i sedici anni. Le due motivazioni principali di questa scelta sono la curiosità (32 intervistati su 50) e il desiderio di far parte di un gruppo al quale già appartengono altri amici in carne ed ossa (28 su 50). Certo, la curiosità (come aspirazione ad esplorare qualcosa di nuovo, di sconosciuto) e il fare ciò che fanno altri amici per sentirsi parte del gruppo stanno alla base di moltissime esperienze adolescenziali, non tutte positive. Ma dal nostro sondaggio i ragazzi appaiono notevolmente consapevoli dei pericoli che si nascondono dietro i social networks. Coloro che affermano che non ci sono rischi nell'amicizia su Facebook, aggiungono però subito che è necessario “prendere le dovute precauzioni”; tra gli altri interpellati (soprattutto ragazze, come è forse intuibile) il 23,6 % ritiene che il rischio maggiore sia imbattersi in un profilo falso, il 21,8 % che dietro il contatto on-line ci siano cattive intenzioni e il 12,7 % parla di “amicizia fasulla”. “Prendere precauzioni” : pensiero che in un'amicizia vera non dovrebbe nemmeno esistere. Tutti i ragazzi provano una giusta diffidenza nei confronti di chi incontrano solo via web, perché una chat, proprio a causa della sua struttura, può facilmente nascondere la verità di una persona. In una conversazione virtuale mancano sia l'intonazione della voce che la mimica facciale, elementi da non sottovalutare in uno scambio umano di pensieri ed emozioni, senza i quali è molto più facile nascondersi dietro una maschera “digitale”. Se il 90 % è iscritto indicando dati reali, il 10 % dichiara di aver utilizzato dati inventati, il che, se da una parte può essere spiegato come un atteggiamento di estrema prudenza, dall'altro lato può nascondere il rischio di crearsi un rifugio on-line, in cui, non essendo costretti a incontrare le persone faccia a faccia, è facile costruirsi un mondo ideale senza mettere in gioco più di tanto la verità di sé stessi, in una sorta di atteggiamento vile nel quale uno schermo e una tastiera ci fanno come da corazza. L'estrema facilità con cui, seduti al computer, si possono raggiungere persone al momento lontanissime, rende più semplice la comunicazione, ma, d'altro canto, <<si scontra con alcuni limiti tipici della comunicazione digitale: la parzialità dell'interazione, la tendenza a comunicare solo alcune parti del proprio mondo interiore, il rischio di cadere in una sorta di costruzione dell'immagine di sé, che può indulgere all'autocompiacimento>> [discorso di Papa Benedetto XVI, 24 gennaio 2011], pericoli che sono tanto più frequenti quanto maggiore è il tempo passato quotidianamente davanti a Facebook. Nel nostro campione sono solo 5 i giovani che dichiarano di trascorrere ben quattro-cinque ore al giorno sul social network, tempo sicuramente eccessivo, sottratto alla vita reale. Tutti, per natura, hanno bisogno di amici: ne sono, in senso positivo, dipendenti. Ma passare molto tempo su Facebook può creare un'amicizia in un certo senso malata, perché manca delle caratteristiche di un rapporto concreto. Anche se Facebook è utilizzato dal 91 % del nostro campione, non è comunque uno strumento necessario per stringere un'amicizia. Il non essere iscritto al social network non è, per fortuna, avvertito come una stranezza, anzi, il 14,6 % dei nostri intervistati ritiene che chi non lo utilizza sia da considerarsi più intelligente degli altri, perché non si lascia sopraffare da un mondo virtuale che può anche creare una vera e propria dipendenza. Purtroppo c'è una piccola parte degli interpellati che giudica “escluso” o “diverso” un coetaneo non utente di Facebook. Questo conferma la teoria che a volte è facile crearsi un mondo virtuale chiuso a tutta la realtà. I giovani del terzo millennio, comunque, per la stragrande maggioranza, vivono l'amicizia come la vivevano i loro genitori o i loro nonni. Significativa nella sua semplicità è la definizione che ci ha dato uno dei ragazzi: “Amico è qualcuno con cui si esce a fare una passeggiata quando si è un po' giù di morale”. L'amicizia, anche nel nostro mondo tanto evoluto, non ha bisogno delle tecnologie più avanzate per esistere e per essere coltivata, come ci hanno confermato le interviste fatte ai giovani studenti del Mattei, che ci si sono presentati (pur con le dovute eccezioni che devono far riflettere) come un popolo di internauti capace di utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione con l'intelligenza di chi usa uno strumento, senza lasciarsene sopraffare. Il contatto Facebook può tranquillamente aiutare e supportare l'amicizia vera (anche perché questo social network è diventato ormai parte integrante del nostro modo di vivere, tanto che non è possibile ignorarlo), ma, almeno per quanto riguarda il nostro campione, non giunge in alcun modo a soppiantarla.