Una fantastica scoperta

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Una fantastica scoperta
Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola
I libri per ragazzi scritti dai ragazzi. Racconti che rendono i bambini e i giovani scrittori protagonisti di
un’attività che coinvolge l’Italia e tanti altri Paesi europei ed extraeuropei in una fantastica avventura che
grazie alla scrittura determina di volta in volta un filo che accomuna, unisce, coinvolge l’attorno …
Bimed Edizioni
Il racconto viene pubblicato all’interno della Collana annuale della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola, un
format che guarda al racconto come a un “bene …” di fondamentale rilevanza per la formazione delle nuove
generazioni in grado di determinare relazioni, contaminazioni, confronto, interazione,
crescita comune e tanto altro ancora …
UNA FANTASTICA SCOPERTA
Partendo dall’incipit di Giulia Marengo e con il coordinamento dei propri docenti,
hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate:
Istituto Comprensivo di Cesa (CE) - gruppo classe IV C/D
Istituto Comprensivo “Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe IV B
Istituto Comprensivo di Pellezzano plesso Via Amendola Capezzano (SA) - classe V
Istituto Comprensivo di Borgaro Torinese (TO) scuola primaria - classe IV C
Istituto Comprensivo “Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe IV D
Istituto Comprensivo di Sant’Angelo a Cupolo plesso scuola primaria di Calvi
(BN) - classe IV A
Scuola Statale Italiana di Madrid - classe V C
Istituto Comprensivo Rovigo IV Scuola Primaria “A. Maini” Borsea (RO) - classe V
Direzione Didattica Statale II Circolo Mondovì (CN) - gruppo del plesso di via Cuneo
IV Circolo Didattico “M.Mari” Salerno - classe IV D
Editing a cura di: Isabella Carena
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Responsabile di redazione e per le
procedure
Alberto Fienga
Coordinamento organizzativo e
didattico
Ermelinda Garofano
Responsabile per l’impianto editoriale
Ermelinda Garofano
Revisione editoriale
Francesco Rossi, Shasa Buonino,
Ilaria Mascolo, Maria Cristina Folino
Gestione esecutiva del Format
Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo
Grafica di Copertina :
Bimed Station
Impaginazione
Tullio Rinaldi
Piattaforma escriba
UNISA, Dipartimento di Informatica
– Progetto Prof. Vittorio Scarano,
realizzazione Dott. Raffaele Spinelli
Gennaro Coppola, webmaster BIMED
Pubbliche Relazioni
Nicoletta Antoniello
Amministrazione
Rosanna Crupi, Annarita Cuozzo
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione commerciale
RINGRAZIAMENTI
I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/
Exposcuola 2014/15 si realizzano anche grazie al contributo erogato
in favore della Staffetta dai Comuni che finanziano l’azione intesa come
esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli
Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2015 citiamo:
Ambasciata d’Italia in Libano, Ascea, Atripalda, Bellosguardo, Borgaro Torinese,
Castelletto Monferrato, Favignana, Ivrea, Moncalieri, Montemiletto, Osasco,
Piaggine, Pinerolo, Saint-Vincent, Santena, Siano. La Staffetta di Scrittura riceve
un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione
dei Racconti 2015 dai Comuni di: Bellosguardo, Moncalieri, Pinerolo, Procida,
Salerno, e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti.
Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno
operato per il buon esito della Staffetta 2015 e che nella scuola, nelle istituzioni
e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed
annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e
tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per
la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up
dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e
agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa e a
Legambiente per l’autorevole apporto tecnico reso alla Staffetta.
Vivi ringraziamenti ad ALPEGA Fattoria Didattica che ci ha permesso di collegare
la scrittura al mondo della natura e all’educazione verso il nostro Attorno.
Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha
insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che
operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza
della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR25/09/20140090057P
del PROT SCA/GN/1047-2
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2015 viene stampata in parte su carta
riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di
autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della
tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire
alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso
la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro
di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero
e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2014/2015
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza
l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra
tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale
Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola.
La Staffetta 2014/15 riceve:
l’adesione del
Presidente della Repubblica
e
sua Medaglia di rappresentanza
Patrocini:
Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Ministero della Giustizia, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
PRESENTAZIONE
Con la Staffetta quest’anno tanti studenti hanno lavorato sul tema della volontà.
È un tema complesso che, però, ci ha permesso di interloquire con i ragazzi sulle
grandi questioni del nostro tempo. Lo abbiamo fatto con i bambini della primaria e
dell’infanzia e lo abbiamo fatto con i ragazzi delle medie e i giovani delle superiori.
È stato un viaggio bellissimo, per certi versi divertente, per altri, impegnativo…
Ma ciò che maggiormente colpisce è che la comunità della scuola italiana nel suo
insieme, ancora una volta, ha dato prova di straordinaria tenuta. Una tenuta di
qualità che accomuna la nostra scuola dalla primaria alla secondaria superiore.
Provare a organizzare un esercizio attorno alla volontà significa costringere le
nuove generazioni a indicare il proprio volere, la propria visione, quello che
“immagini …” ci sia davanti a te e quanto questa immaginazione accomuni l’individuo
al proprio contesto. Alla fine della giostra troviamo dei racconti strepitosi, ricchi di
fantasia, articolati in una dimensione letteraria molto variegata ma che nel suo
insieme dimostra il valore del nostro corpo docente che in ogni livello d’istruzione è
assolutamente capace di governare la narrazione e tutti i valori formativi che sono
insiti nel progetto e nella costruzione di un racconto. Un racconto, ricordiamolo,
che è il frutto di un confronto e di una scrittura di gruppo cioè, è frutto di un
esercizio in cui una squadra, o una classe se preferite, unita attorno a un obiettivo
riesce a dimensionare, con le parole, LA STORIA. Trasferite tutto questo nel sistema
Paese e avrete un modello, il modello da seguire per qualificare il nostro tempo
e i nostri spazi. Grazie alle maestre e ai maestri, in generale, ai docenti che si
sono sobbarcati le difficoltà che sono insite nella Staffetta di scrittura, grazie ai
dirigenti scolastici e agli scrittori, senza la loro “volontà” e la loro disponibilità non
avremmo lo start up della Staffetta che si giova della generosità che è nelle parole
di chi si dedica per professione alla scrittura e di chi de/tiene la responsabilità
della nostra irrinunciabile scuola. Grazie agli sponsor, grazie agli amministratori
comunali che investono sulla Staffetta e l’educational, grazie alla filiera dei
tecnici e grazie a quanti lontani dai riflettori giorno dopo giorno si dedicano a
questa straordinaria avventura di comunità. Un grazie particolare, all’On. Giorgio
Napolitano che, ancora una volta, ha voluto premiare la Staffetta con la Medaglia
di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, un encomio che ci
gratifica e ci ripaga del lavoro che consente a ognuno di noi, oltretutto, di sentire
l’orgoglio del cammino che ci tiene insieme e tiene insieme il passato, il presente e
il futuro del mondo di cui siamo parte.
Andrea Iovino
L’imprescindibile per l’innovazione è nella scrittura
È il terzo anno che in partnership con Bimed promuoviamo sul territorio nazionale
la Staffetta di Scrittura Creativa e di Legalità che, oramai, ha valicato i confini
nazionali coinvolgendo gli studenti di Paesi che vanno dall’America Latina al Medio
Oriente e all’Europa. Per noi che abbiamo come mission quella di affermare i valori
aggiunti della cultura digitale resta, quest’azione, un’opportunità imperdibile per
la disseminazione di ciò che grazie all’innovazione cambierà in meglio la vita del
contesto planetario. Grazie alla Staffetta le nuove tecnologie si vanno affermando
sempre di più nella scuola italiana e anche nella didattica si determinano
cambiamenti dei metodi di apprendimento e di insegnamento. L’interazione tra
cultura digitale e Staffetta consente, inoltre, di incidere positivamente sullo sviluppo
del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione,
danno modo ai giovani di comprendere appieno i linguaggi e le determinanti
positive dell’innovazione tecnologica.
L’idea di organizzare attorno alla Staffetta la strategia di ingresso organico
dell’informatica nella scuola è, tra l’altro, una modalità di relazione unica tra
il contesto degli adulti e gli studenti che sono, oggi, nativi digitali di seconda
generazione, dunque, entità che hanno dentro se stessi gli strumenti per
poter governare la relazione con gli “oggetti…” che sono parte integrante
dell’innovazione che utilizziamo giornalmente.
Certipass è sempre più impegnata in favore della diffusione della cultura digitale
e continua a operare in linea con le Raccomandazioni Comunitarie che indicano
nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la possibilità
evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter raccontare a una comunità
così vasta, com’è quella di Bimed, delle grandi opportunità che derivano dalla
cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti
informatici, è di per sé una occasione imperdibile.
Ci è apparso doveroso partecipare anche quest’anno con slancio alla Staffetta
Bimed proprio perché siamo certi che attraverso la scrittura potremo determinare
una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne
tecnologie e a un’idea di digitale in grado di affermare il valore del confronto,
della contaminazione, dell’incontro e della sussidiarietà.
I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica insieme ai giovani che
scrivono, loro, una parte del racconto; la possibilità, poi, di vivere e condividere
grazie al web con tanti altri studenti la storia che evolve grazie al contributo della
scuola è una dimensione unica e… felice.
Il libro che avete tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere,
dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro
collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione
tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante
di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento
tecnologico.
Il Presidente
Domenico PONTRANDOLFO
INCIPIT
Giulia Marengo
Una fantastica scoperta
L’estate è proprio una bella stagione. In primo luogo
perché ci sono le vacanze ed è possibile giocare con gli
amici anche quando viene sera, visto che fuori è ancora
chiaro fino all’ora di andare a dormire. E poi perché in
estate fa caldo, e si può uscire sempre con le maniche corte.
A volte, però, fa anche troppo caldo. Il sole splende e
splende, alto nel cielo, e la maglietta si appiccica alla
pelle. In quei giorni vorresti solo poterti tuffare fra le onde
del mare, o almeno nelle acque fresche della piscina
dove sei andato con la scuola a imparare a nuotare.
A Marco piacerebbe molto andare a sguazzare, ma
purtroppo la mamma è andata al lavoro, e la sorella
maggiore, Susi, è chiusa nella sua stanza a chiacchierare
al telefono con l’amica del cuore.
Così Marco rimane seduto sul tappeto del soggiorno, a
giocherellare annoiato con il suo Nintendo DS. Il caldo è
eccessivo perfino per accendere la televisione.
Quando il primo sassolino colpisce il vetro socchiuso della
finestra, Marco sobbalza. Posa il videogioco e si avvicina
a esaminare che cosa sia rimbalzato sul pavimento, con
un ticchettio sordo.
È una pietruzza bianca, di quelle che ricoprono il vialetto
d’ingresso della villetta a schiera dei suoi genitori.
Un secondo sassolino colpisce il vetro, e da basso
proviene un sussurro.
«Psssst! Marco!»
Il ragazzo lascia cadere la pietruzza sul tappeto e
spalanca la finestra. Sotto di lui spunta una testolina
bionda, piena di riccioli. È quella della sua amica Annina,
che tiene il viso voltato all’insù e gli sorride furba.
Marco aggrotta la fronte. «Ma sei matta? Se rompi la
finestra mia mamma non mi fa più uscire fino a Natale!»
esclama contrariato.
Annina non smette di sorridere: «Che ci fai in casa? Vieni
giù, devo farti vedere una cosa».
Saltella su e giù, e Marco riesce a vedere che ha le
ginocchia tutte sbucciate. Annina è sua amica perché
si arrampica sugli alberi come una scimmia, e riesce a
correre ancora più veloce di lui.
Durante l’estate, i due bambini sono inseparabili.
Se Annina lo sta chiamando, sicuramente c’è di mezzo
qualcosa di divertente. Nella fretta di raggiungere l’amica,
Marco si attarda solo qualche istante per infilare la testa
nella stanza della sorella e gridarle che sta uscendo a
giocare.
«Fai attenzione se attraversi la strada» gli urla dietro Susi,
ma lui sta già scendendo le scale di corsa.
In un attimo è al fianco di Annina.
«Cosa succede?»
«Vedrai!» risponde lei.
Gli afferra un braccio, impaziente, e lo trascina lungo la
strada.
Il paesino in cui vivono è molto piccolo, poco più di una
frazione annegata in mezzo alla campagna. La strada che
porta in città passa poco distante, con la sua colonna di
auto che transita lentamente. Ma i due bambini si allontanano in direzione della collina che sorge alle spalle del
centro abitato, dove un boschetto di pioppi è il rifugio
preferito dei loro giochi scatenati. Una volta entrati nel
bosco, una dolce frescura li avvolge, e l’ombra regala
un po’ di sollievo ai corpi accaldati. Marco inciampa in
un ramo caduto da uno degli alberi, e Annina si volta di
scatto verso di lui.
«Shhht!» gli intima portando un dito alle labbra «Devi fare
silenzio» bisbiglia «sennò si spaventano».
Marco è sempre più curioso. Che cos’avrà trovato la sua
amica in mezzo al bosco?
La sua domanda trova risposta quando la bambina,
scostati i rami di un piccolo cespuglio, gli fa cenno di
avvicinarsi a guardare. Sulla riva di uno stagno, che
è appena più grande di una pozzanghera, quattro
anatroccoli stanno stretti l’uno all’altro e pigolano piano.
CAPITOLO PRIMO
Una squadra vincente
Marco, stupito, osserva gli anatroccoli che continuano a
pigolare noncuranti dei visitatori.
Annina, curiosa e vulcanica come sempre, inizia a tirar
fuori dal suo cervello mille idee e gli pone tante domande.
«Dov’è la mamma? Perché sono in questa piccola
pozzanghera? Perché li ha lasciati incustoditi? Come
faranno a procurarsi del cibo? Marco, Marco, secondo
te avranno un nome? Tornerà la mamma? Dove andranno
senza una casa?»
Marco annega nelle innumerevoli parole che Annina pronuncia a raffica. Tenta di dar risposte, ma è esausto.
Per zittire la frenetica Annina, le dà uno scossone, facendola finire sull’erba tenera, e le dice che probabilmente la
mamma anatra sarà andata a cercar cibo.
Annina inizia a fare tante supposizioni: «Forse le uova sono
state depositate e covate non sulla riva dello stagnetto».
Marco ribadisce: «Allora chi le ha riportate fin qui?
Capitolo primo
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Basta con le domande, risolviamo questa situazione
problematica... Adesso si fa a modo mio: diamo un nome
ai quattro anatroccoli. Partendo da quelli posizionati al
centro, li chiameremo Cip, Ciop, mentre Jerry è il primo
da sinistra e l’ultimo, proprio perché è il più piccolo, lo
chiameremo Minutino!»
I due amici cominciano a danzare saltando ed esultando
per la tanta gioia di aver donato i nomi a quei piccoli e
indifesi animali. Si guardano e la loro intesa è talmente
forte che hanno la sensazione di pensare le stesse cose.
Infatti non vedono l’ora di condividere quella meravigliosa
scoperta con altri compagni!
Mentre pensano di portare in salvo i quattro anatroccoli,
uno scricchiolio li spaventa. Si girano intorno ed ecco
che arriva mamma anatra che stringe tra il becco un
anatroccolo piccolo piccolo.
Annina, come suo solito entusiasta, saltella e dice ad alta
voce: «Maia è il nome di mamma anatra e Frizzy è il nome
del piccolo!»
Sono trascorse delle ore e il bosco perde quella luce che
rende tutto luminoso e splendente. Infatti, i due giovani
Una squadra vincente
amici scoprono che il bosco, man mano che perde luminosità, diventa cupo e incute paura.
Senza perdere tempo, decidono di portare in salvo la
famiglia degli anatroccoli.
Marco prende tre anatroccoli e li poggia sulle braccia,
Annina prende con sé due anatroccoli e lascia che mamma
anatra li segua. A metà del percorso, Marco si accorge di
non avere più tra le braccia il piccolo Frizzy. Spaventato,
avvisa Annina che, senza perder tempo, ritorna sul sentiero percorso, sperando invano di ritrovarlo adagiato su
di una fresca zolla. Mamma anatra ha capito la terribile
notizia e inizia a starnazzare. Annina vede una volpe che
passeggia spensieratamente tra quella rigogliosa natura,
con la giovane preda tra i denti. I due compagni seguono
l’astuta volpe e Marco pensa che stavolta nemmeno la
vulcanica capacità di Annina potrà salvare Frizzy.
Ma a un tratto Annina si dimena e lascia la famiglia
dei piccoli animali e il suo amico, si reca alla casetta
sull’albero (solo Marco sa di quel rifugio) e si arrampica
come solo una scimmia sa fare. Arrivata in cima, cerca
e trova nella sua panca un frutto che emana uno strano
Capitolo primo
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odore e che le ha dato il suo papà biologo, da usare in
caso di necessità. Corre giù da Marco, che è nascosto
dietro il tronco di una grande quercia in attesa che
l’amica arrivi, e lascia cadere il frutto a terra, poco
distante dalla volpe. L’intenso odore che emana quel
frutto lascia l’animale privo di sensi, che così si accascia
a terra svenuto e in pochi secondi Frizzy è libero. Marco,
coraggiosamente, recupera la piccola preda e mamma
Maia, e poi tutti scappano via senza mai fermarsi, fino
alla casa di Annina, impauriti da un possibile risveglio
della volpe.
I due amici nascondono gli anatroccoli nella rimessa,
dove ci sono le bici e altri giochi di Annina.
Il giorno seguente Marco dà appuntamento ad Asia e
Antonio dietro la rimessa di Annina. I quattro compagni,
silenziosamente, si allontanano dalla casa e vanno nel
grande giardino. Mentre raccontano l’avventura ai
compagni, Asia dice di aver trovato uno strano uovo. I
ragazzini cercano di capire a chi appartenga e, quando
l’uovo sta per schiudersi, pensano a un anatroccolo, ma
nasce un bellissimo pettirosso.
Una squadra vincente
Antonio esclama: «Ah! Un’altra bocca da sfamare!»
Asia e Annina inveiscono: «Sei il solito brontolone! Noi
siamo una grande squadra: nessuno e niente ci fermerà!»
A questo punto si dividono i compiti per sfamare e far
giocare la famiglia di anatroccoli.
I piccoli trascorrono tutto il mese di luglio in casa non
potendo andare né al mare né in piscina, poiché i genitori
lavorano.
Finalmente i genitori di Annina e Marco organizzano di
andare in vacanza insieme e i bambini devono trovare
una soluzione per portare con loro anche il pettirosso
e gli amici anatroccoli: il primo resta affidato ad Asia e
Antonio, mentre gli altri partono con Marco e Annina. I
ragazzi nascondono gli anatroccoli negli zaini, nei quali
Marco fa dei fori per farli respirare.
Il giorno della partenza inizia tra i rimproveri e i richiami
dei genitori che esortano i figli a sbrigarsi e si domandano
perché gli zaini siano gonfi e tanto pesanti.
Arrivati in aeroporto al check-in non ci sono problemi
ma, presso il metal detector, si avvicina ai bambini una
vecchietta brutta e strana che ruba gli zaini e scappa.
Capitolo primo
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I piccoli scoppiano in un tormentato pianto. I genitori li
consolano promettendo che all’arrivo compreranno loro
degli zaini nuovi, ma i due amici sono preoccupati per il
loro contenuto e non possono dirlo!
Mentre vanno alla toilette, per lavare il viso e ricomporsi
dopo il pianto, una bellissima ragazza chiede loro: «Siete
voi Marco e Annina?»
Con il viso lacrimante annuiscono.
La bella giovane li avvisa dicendo che una signora
ha lasciato lì gli zaini per loro. È inutile porle domande,
perché la misteriosa ragazza sparisce all’improvviso.
A quel punto, Marco e Annina sorridono e pensano:
“Sembra proprio una fata venuta in nostro aiuto”.
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Una squadra vincente
CAPITOLO secondo
La scoperta di mondi fantastici
Marco e Annina cominciano a guardarsi sbalorditi e a
porsi mille domande.
«Perché è comparsa questa ragazza? Perché la vecchietta ha rubato i nostri zaini?» dice Annina.
«Certo che il tutto sembra molto strano» ribatte Marco
«forse davvero è una fata che, sotto le sembianze di una
ragazza, è venuta per premiarci, perché abbiamo fatto
una buona azione, salvando gli anatroccoli! Mah, intanto
controlliamo gli zaini per accertarci che stiano tutti bene...»
Aprono gli zaini e vedono che gli anatroccoli sono allegri
e felici, così, con gli zaini in spalla, tornano dai loro genitori.
«Ciao! C’era una coda in bagno... ah... abbiamo anche
ritrovato gli zaini» dice Annina.
«Meno male! Andiamo, l’aereo tra poco parte!» risponde il papà.
Così si avviano tutti all’imbarco.
Durante il volo, Marco e Annina pensano alla bellissima
ragazza: sperano di poterla incontrare nuovamente e di
Capitolo secondo
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scoprire chi è lei, chi è la vecchietta e chi sono quegli
anatroccoli.
Dopo cinque ore di viaggio, l’aereo giunge a destinazione:
le Hawaii, in particolare la straordinaria isola di Kauai.
Scesi dall’aereo e recuperati i bagagli, tutti si avviano
verso l’uscita per prendere un taxi che li porterà in albergo,
ma tra l’immensa folla di turisti Marco intravede il volto
della fata. Chiama subito Annina e insieme decidono che
devono allontanarsi un istante dai loro genitori per seguirla.
«Ma ci vuole una scusa» osserva Marco.
Alla stazione dei taxi, Annina ha un’idea: chiedono ai
genitori il permesso di fare una prima escursione sull’isola.
«Va bene, ma vi accompagna tua sorella, Marco! Ci
vediamo in albergo più tardi».
I tre si avviano: Marco e Annina cercano tra la gente la
loro fata, mentre Susi, cuffie nelle orecchie e cellulare in
mano, non bada a loro.
Si allontanano dall’aeroporto e si avviano lungo un viale,
su un’altura da cui si può vedere il mare. È un paesaggio
meraviglioso: il mare blu con onde strepitose, altissime.
Marco si arrampica su una roccia per vedere meglio:
La scoperta di mondi fantastici
una fantasmagoria di colori! L’arancione del cielo, il blu
dell’acqua, il verde della vegetazione fittissima. Aiuta
anche Annina a salire. Restano a bocca aperta e non
riescono a parlare tanta è l’emozione nell’immergersi in
quello spettacolo naturale.
Susi decide di fermarsi lì e dice ai bambini di rimanere
nei paraggi.
Perfetto! I due si guardano un istante e ripartono per la
loro missione: trovare la fata.
Camminano lungo un sentiero alberato, fino all’orlo di un
burrone. Si spaventano, ma notano che c’è un ponte di
legno traballante e, dall’altra parte, la bella ragazza
che ha, però, un aspetto diverso. La fata li invita a oltrepassare il ponte. Marco e Annina, non senza paura, lo
fanno e si trovano di fronte alla fata. All’aeroporto era
con i jeans, una maglietta rossa, le scarpe da ginnastica,
i capelli lunghi rossi legati con un fiocco e un cappellino
blu. Ora ha un abito lungo con tanti veli che vanno dal
verde all’azzurro, i capelli rossi lisci sciolti che le coprono
le spalle e intensi occhi blu.
La ragazza, in silenzio, li conduce in una grotta luminoCapitolo secondo
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sissima dall’atmosfera incredibile: ci sono tanti uccelli e
animali mai visti, tutti di colori vivacissimi, e poi tante altre
fate, tutte bellissime, che chiacchierano amichevolmente
tra loro.
Li fa sedere su una pietra rosa luccicante e comincia a
raccontare ciò che è successo.
«Mi chiamo Mirabella, sono una delle fate buone che
fanno parte di un clan, il villaggio Soleterra. Capirete in
seguito il senso di questo nome strano, bambini... Purtroppo
non siamo le sole fate al mondo. Esistono altri clan di
fate buone, ma anche di fate cattive. La vecchina che
vi ha rubato gli zaini è in realtà una fata cattiva che si
chiama Romualda e che appartiene al clan Oscuraterra.
Gli scopi dei clan sono diversi, ovviamente. Mentre il clan
Soleterra cerca di diffondere nel mondo l’amore, l’amicizia
e la solidarietà, il clan Oscuraterra tenta di infondere
nell’animo umano l’odio, la cattiveria e il disprezzo per le
persone deboli.
«Ma non è tutto. Romualda ha un superpotere: trasformare
gli esseri umani in animali per poi mangiarseli, approfittando
della loro disperazione… Tante volte sono riuscita a
La scoperta di mondi fantastici
impedirlo, ma purtroppo tante volte no, soprattutto per
l’abilità di Romualda a nascondersi nei suoi vari regni
sotterranei. Ora però gli anatroccoli sono al sicuro con
voi: in verità sono una mamma, Aminia, con i suoi bambini,
Babo, Babu, Hasani, Kobbi e Fifi; sono stati rapiti in Africa,
in un villaggio chiamato Baloum in Camerun. Bambini, ora
volete visitare il regno di Soleterra?»
Annina a Marco sono senza parole e, tenendosi per
mano, fanno cenno di sì con la testa, così, seguendo la
fata, attraversano dei cunicoli argentati fino a trovarsi in
un mondo eccezionale.
Il nome Soleterra ha un senso: il Sole fa parte della Terra,
è tutta un’armonia di cose, alberi, fiori, animali, bambini,
bambine, donne, uomini che ballano e cantano soavemente. Al centro vi è il Pozzo Incantato, da dove tutti
prendono la loro acqua magica.
Mirabella li porta poi in una casetta immersa tra alberi
frondosi e colmi di fiori lilla. Marco e Annina si sdraiano su
dei letti morbidi e, stanchissimi, ma anche felici e commossi,
si addormentano.
Al risveglio, non sanno quanto tempo sia passato; escono
Capitolo secondo
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dalla loro casetta e rimangono stupiti nel vedere che c’è
una festa e che tutti hanno in mano delle coppe. In esse
vi è l’acqua del Pozzo Incantato. L’acqua si trasforma in
quello di cui ognuno desidera nutrirsi.
Mirabella offre loro due coppe. Nella coppa di Annina c’è
del succo d’arancia, in quella di Marco un cappuccino.
Dopo aver bevuto, Mirabella dice loro: «Bambini, una fata
ha visto qualcuno aggirarsi per la Montagna Mostruosa.
Probabilmente lì si nasconde Romualda. Bisogna cercarla
e fare in modo di annullare l’incantesimo che ha colpito
Aminia e i suoi figli».
Così si recano alla Montagna Mostruosa. Il sentiero è
impervio e oscuro, finché arrivano davanti a una grotta
ed entrano. La grotta ha una volta altissima e le pareti
annerite e sporche. Ci sono molte figure di pietra con
occhi orrendi e zanne affilatissime.
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La scoperta di mondi fantastici
CAPITOLO TERZO
Comincia l’avventura
I due ragazzi si fermano, intimoriti. Perfino la vulcanica
Annina resta immobile, fissando a bocca aperta le terribili figure.
Marco per un attimo ha la sensazione di trovarsi in uno
dei suoi videogiochi preferiti, il Monster Attack, ma ben
presto, mentre un brivido freddo gli corre lungo la schiena,
comprende che è tutto reale intorno a loro. Reale e
spaventoso.
Vorrebbe parlare, ma dalla gola non gli esce alcun
suono, allora tende la mano fino a toccare quella della
sua amica.
Il tocco improvviso coglie Annina di sorpresa che,
terrorizzata, lancia un urlo. Fulminea, dalla volta altissima,
una nube nera si lancia verso di loro… In un attimo Marco
e Annina sono circondati dalla frenesia di mille e mille ali
nere che battono l’aria, dirette verso l’apertura della
grotta. D’istinto, per evitare l’impatto contro i piccoli corpi
che sembrano essere dappertutto, si lanciano verso un
cunicolo laterale, la cui entrata sembra custodita da due
Capitolo terzo
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statue di pietra ancora più spaventose delle altre. Ma
niente appare loro più terribile di quell’orda di pipistrelli
risvegliata dall’urlo di Annina.
Purtroppo la sensazione di sollievo dura una frazione di
secondo perché Marco, correndo, va a sbattere contro
una barriera invisibile e Annina, incapace di fermarsi, gli
arriva addosso urlando.
«Co… cos’è successo?» balbetta Marco massaggiandosi
la fronte arrossata.
«C’è uno sbarramento qui. Posso toccarlo» gli risponde
Annina mentre fa scorrere la mano sull’ostacolo,
trasparente come l’aria ma duro al tatto.
Marco la imita e commenta, stupito: «Ehi, proprio come in
Super Mario contro Megatronic! È il mio gioco preferito!»
Annina lo guarda pensosa: «E ora che facciamo?»
Un’espressione contrariata appare sul suo faccino ma
dura un attimo. La bambina sta già infilando le mani in
tutti gli anfratti della roccia, alla ricerca di qualcosa che
possa aprire la porta invisibile.
Marco la lascia fare ma non la imita; si siede sulla base
di una delle orride statue tenendosi la fronte fra le mani,
Comincia l’avventura
pensieroso.
“Questo non è un videogioco, è tutto vero!” riflette confuso “Vero e tremendamente pericoloso”.
Guarda la statua di fronte a sé: gli occhi si sono ormai
abituati al buio e la minacciosa espressione del volto
di pietra lo fa sentire piccolo, spaventato. Abbassa lo
sguardo fino ai piedi della statua, trovandoli più rassicuranti, e gli sembra di scorgere delle lettere incise sul dorso
del piede sinistro.
«Annina, vieni a vedere!»
In un baleno l’amica è al suo fianco e insieme ripuliscono
dalla polvere le lettere incise nella pietra finché diventano leggibili: sciabrinda cartaronga eridanto pui.
I due si guardano perplessi.
«Ma che significa?» chiede Marco.
Annina si rialza e, portando le braccia in avanti scimmiottando uno zombie, declama: «Sciabrinda cartaronga
eridanto pui!»
Un CLICCHETE CRACK… GNEEK… si ode alle sue spalle.
Annina balza verso Marco, si nasconde dietro e poi tira
fuori il naso per sbirciare.
Capitolo terzo
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La statua all’altro lato è sempre lì, ma ora ha la bocca
aperta e tre file di denti aguzzi sono ben visibili, oltre alle
zanne che prima sporgevano dalle labbra chiuse.
I due si guardano sbalorditi poi, veloce come una scimmia, Annina si arrampica sul mostro di pietra e, prima che
Marco possa fermarla, lei ha già infilato la mano nella
bocca spalancata.
«Ahi!» esclama, mentre il polso urta contro l’ultima fila
di denti appuntiti. Subito però rassicura l’amico mentre
scende: «Tranquillo, è solo un graffio!»
«Macché tranquillo! Fammi vedere» sbotta Marco.
Senza parlare Annina gli mostra il polso rigato di sangue
e apre la mano: al suo interno luccica un bellissimo medaglione bianco con al centro una grande pietra gialla che
brilla di luce propria.
«Wow! Chissà perché era nascosto lì...»
Marco ha la testa piena di domande e si è stancato
di tutto quel buio e di tutti quei misteri. «Torniamo a
Soleterra, sono stanco. Questo posto è pieno di insidie e
ora abbiamo bisogno di riposare».
«Hai ragione» Annina ha il visetto tirato «mi fa male la mano
Comincia l’avventura
e credo che anche Aminia e i suoi anatroccoli abbiano
bisogno di riposo. Sono da troppo tempo negli zaini».
I bambini si avviano verso l’imboccatura della grotta
socchiudendo gli occhi, accecati dalla luce del giorno.
Ripercorrono l’oscuro sentiero a ritroso fino al villaggio
Soleterra, dove Mirabella li accoglie premurosamente,
pensierosa nel vedere le espressioni stanche sul viso dei
ragazzi. Avrebbe tante domande da porre loro, ma preferisce portarli nell’accogliente casetta che già li aveva
ospitati e porge loro due coppe colme di acqua magica.
Questa volta in quella di Annina l’acqua si trasforma in
pollo e patatine mentre Marco già divora un megahamburger con senape, ketchup e maionese. Aminia e i
suoi anatroccoli intanto beccano gocce d’acqua che si
trasformano in semi e pesciolini.
La fata, paziente, attende che finiscano di mangiare, poi
li guarda sorridendo: «Vedo che siete molto stanchi e vi
lascerò riposare, ma prima raccontatemi della Montagna
Mostruosa».
Un fiume di parole esce dalle bocche dei due amici:
impetuosamente descrivono la grotta, l’orda di pipistrelli,
Capitolo terzo
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i mostri di pietra, il ritrovamento del medaglione…
Mirabella guarda l’oggetto luccicante: «Ma questo è
il Sacro Amuleto che ha il potere di proteggere chi lo
indossa dagli incantesimi oscuri! Con questo al collo
Romualda non ha potere. Brilla perché contiene Magia
Bianca e si illumina come un piccolo sole nel pericolo».
Marco la guarda stupito, poi esclama: «Questa sì che è
una buona notizia! Ma quel posto è tremendo… Bisognerà
tornarci per il bene di Aminia ma ti assicuro che non ne
ho affatto voglia. Ma quanto tempo è trascorso? I nostri
genitori saranno preoccupati».
Annina quasi piange a quel pensiero.
«Ora riposate, il tempo a Soleterra non è uguale a quello
del mondo reale» la rassicura la fata.
Le palpebre si fanno pesanti… i bambini piombano in un
sonno popolato da mostri e animali feroci.
Al risveglio Mirabella li attende sorridente, vestita come
Indiana Jones: «Vengo con voi, è troppo pericoloso».
Porge loro borracce colme d’acqua magica: «Avremo
bisogno di rifocillarci, vi pare?»
Marco sorride, intanto pensa ai rischi che li attendono.
Comincia l’avventura
CAPITOLO QUARTO
Un tuffo nella realtà
I bambini sono pronti per proseguire la loro missione: gli
anatroccoli stanno bene, hanno mangiato e bevuto, vengono rimessi negli zaini con l’amuleto e l’acqua.
Marco esita, appare pensieroso: sono successi tantissimi
eventi ed è trascorso sicuramente molto tempo da quando
hanno lasciato i genitori ai taxi e Susi seduta su una roccia
ad ascoltare la sua adorata musica con le cuffiette.
Improvvisamente Marco scoppia a piangere: «Mamma e
papà saranno preoccupati. A dire il vero mi manca perfino Susi: non avrei mai pensato di sentire la mancanza di
mia sorella!»
«Non voglio tornare nella Montagna Mostruosa!»
esclama Annina.
Mirabella è decisamente contrariata: «Volete mollare
tutto? Abbiamo una missione importante! Non se ne parla!»
I bambini sono inconsolabili, il desiderio di tornare tra le
braccia dei genitori è incontenibile.
Mirabella, di fronte a tanta disperazione, si commuove:
Capitolo quarto
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«I vostri genitori a quest’ora saranno all’hotel e io vi
condurrò da loro. Qual è il suo nome?»
Annina estrae da una tasca un biglietto: l’hotel si chiama
Soleterra… come il clan delle fate buone.
I tre si incamminano e raggiungono il ponte traballante:
Marco propone di mettere alla prova il potere dell’amuleto,
ma Mirabella sostiene decisa: «Non ci serve, la magia più
grande sono l’intelligenza e la volontà».
Annina, sospettosa, sussurra a Marco: «Certo che detto
da una fata suona strano!»
I bambini e Mirabella ce la fanno e, avvicinandosi alla
roccia, vedono Susi con le sue cuffiette.
«Già qui?» esclama Susi togliendosi le cuffiette «È solo
passata una mezzoretta, si stava così bene! Chi è
questa tizia?»
«Sono Mirabella, una fat… mmm, la guida turistica del
luogo. Vi condurrò dai vostri genitori».
Susi si accorge che dagli zaini provengono dei pigolii; è
sbigottita e i bambini si vedono costretti a svelarle il loro
segreto. Appena vede gli anatroccoli si commuove.
Un tuffo nella realtà
Poco dopo, nei pressi della roccia dove era seduta Susi,
Marco inciampa e i bambini vedono qualcosa spuntare
dal terreno: «È un libro! Cosa ci fa sepolto qui?»
Scavano, lo recuperano e sulla copertina si legge Libro
di incantesimi e segreti; all’interno c’è un’etichetta con
scritto Romualda.
Sicuramente è il libro di Romualda: la prima formula elencata è “Zic-zac-zu/ adesso un emù/ diventerai tu”. Annina vorrebbe provare l’incantesimo ma viene bloccata da
Marco.
I quattro ragazzi si dirigono all’hotel con gli zaini in spalla. Arrivano dai genitori e presentano Mirabella come la
guida turistica che li condurrà nelle escursioni.
I bambini, su consiglio di Mirabella, si fanno coraggio e
mostrano gli anatroccoli ai genitori che si infuriano: «Cosa
avete combinato? Ci potevano arrestare all’aeroporto,
per colpa vostra potevamo perdere il volo e un mucchio
di soldi! Vi terremo in punizione per tutta la vacanza. Dobbiamo portare allo zoo questi animaletti!»
«Impossibile» proseguono timidamente Marco e Annina
Capitolo quarto
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«in realtà sono dei bambini con la loro mamma».
I genitori, allibiti, sbraitano: «Questa proprio non la
beviamo! Per chi ci avete preso! Non siamo nati ieri!»
A un tratto delle lacrime spuntano dagli occhi degli
anatroccoli. I genitori sono strabiliati.
«Visto che è tutto vero?» esclamano i bambini e si mettono
a raccontare tutta la loro incredibile avventura.
Marco e Annina, ritrovato il calore dell’affetto dei genitori,
prendono il computer e fanno una videochiamata ad
Asia e Antonio per informarsi sul pettirosso. Asia e Antonio
sembrano non stare nella pelle: «Il pettirosso è molto
strano: mangia con le zampette, guarda la tv e ride!»
«Noi abbiamo la spiegazione» replicano Marco e Annina
che hanno capito al volo «abbiamo scoperto un mondo
fantastico con un clan di fate buone e uno di fate cattive il
cui capo è una fata di nome Romualda, che ha il potere di
trasformare le persone in animali per poi mangiarseli. I nostri
anatroccoli e il pettirosso hanno subìto il sortilegio...»
Mirabella, che stava ascoltando, interviene: «C’è qualcosa che ancora non sapete. Il pettirosso è il papà degli
anatroccoli. Vi chiederete come sia possibile: ebbene,
Un tuffo nella realtà
Romualda, nella trasformazione, ha inavvertitamente girato
la pagina del libro con le formule magiche, pronunciando
così la formula sbagliata».
Asia e Antonio, costernati, raccontano che le stranezze
non sono finite: «Siamo andati nel bosco e abbiamo
rivisto la volpe da vicino: aveva il naso adunco e le
rughe. L’abbiamo seguita fino alla sua tana e abbiamo
sbirciato dentro. C’erano ampolle, ampolline, ampollette,
ampollone e alcune foto degli anatroccoli. Siamo tornati
alla tana il giorno successivo e non c’era più nulla, nessuna
traccia della volpe… solo, inspiegabilmente, un adesivo
del check-in dell’aeroporto».
Nel sentire ciò Mirabella esclama: «Già... la volpe era
Romualda in una delle sue trasformazioni! Ho notato
che sullo zaino di Annina non c’è più l’adesivo messo
all’aeroporto. La volpe è sparita perché ora Romualda è
alla Montagna Mostruosa».
Mentre parla, Mirabella freme: «Perché saltelli in continuazione?»
Mirabella, un po’ imbarazzata, risponde: «Devo fare un
bisognino».
Capitolo quarto
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«Non immaginavo che anche le fate facessero la pipì!»
nota Annina, nuovamente sospettosa.
Mirabella abbassa gli occhi e aggiunge: «Credo che sia
ora di svelarvi uno dei miei segreti. Quando avevo la
vostra età, Romualda mi ha trasformata in una tartaruga.
Grazie all’aiuto di due bambini come voi sono riuscita a
sfuggire alle sue fauci e mi sono unita ad altre persone che
avevano vissuto la stessa terribile esperienza: abbiamo
fondato il clan Soleterra per impedire a Romualda di
nuocere ancora, ma abbiamo bisogno di aiuto».
Tutti si sentono proiettati in una vicenda incredibile: «Non
si può far finta di niente. Dedicheremo questa vacanza a
fermare Romualda».
«Basterà aspettare la magia: abbiamo l’acqua magica e
l’amuleto» afferma indispettita Susi, che vede svanire la
tintarella al sole delle Hawaii.
«No!» ribatte decisa Mirabella «Faremo noi il vero
miracolo, con la nostra volontà e studiando il libro che
avete trovato».
«Se lo dice una fata… non ci resta che metterci al lavoro!
Non sarà un caso che il nostro hotel si chiami Soleterra».
Un tuffo nella realtà
CAPITOLO QUINTO
Vacanze: cambio programma
L’hotel Soleterra è immerso nel verde e si affaccia direttamente sul mare a poca distanza dal punto più animato
della straordinaria isola Kauai.
Marco, Annina e Susi, presi dalle tantissime emozioni, solo
ora volgono lo sguardo alle meraviglie di quel luogo. La
struttura dell’hotel è circolare, come d’altronde lo sono il
sole e la terra. I loro genitori li hanno attesi lì, nella grande
hall, una sala che sembra un oceano nella sua immensità
e nella varietà del blu dominante.
Tutti sanno dell’incantesimo subìto dalla famiglia del
Beloun in Camerun e del segreto di Mirabella. Si salutano
con la promessa di rivedersi dopo qualche ora.
È pomeriggio inoltrato e tutti hanno bisogno di farsi una
doccia e rilassarsi. Si avviano così alle camere dove
alloggeranno per tutto il periodo delle ferie.
«Saranno ferie all’insegna dell’avventura!» afferma Annina,
la più intraprendente e coraggiosa del gruppo.
Capitolo quinto
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«Perché non gestire il tempo in modo diverso?» reclama
Susi che appare senz’altro più accondiscendente di
prima ma non del tutto restia a rinunciare alle bellezze
della spiaggia, alla trasparenza delle acque del Pacifico
e alla brezza leggera che rende più piacevole il caldo
sole dell’isola e trasmette tanta serenità.
«Troveremo senz’altro una soluzione» interviene la sua
mamma che, come tutte le mamme del mondo, vuole
vedere felice sua figlia.
È dolce e sensibile la mamma di Marco e Susi e davvero
molto bella. Si chiama Rosalba e ha trentasei anni. È
un’insegnante di scuola primaria, ama il suo lavoro e
i suoi alunni. Ha due grandi occhi azzurri che risaltano
sul suo piccolo viso rotondo. È alta e magra, elegante
anche adesso che indossa un semplice vestito di cotone
con fiori di tanti colori e avanza, insieme agli altri, con
estrema grazia.
Percorre insieme a tutta la comitiva il viale pieno
di piante tropicali che li condurrà alle camere e che
fiancheggia la piscina.
Gli anatroccoli, che trovano adesso dimora in un cesto
Vacanze: cambio programma
portato da Marco, appena vedono la piscina spiegano
le ali, pronti a lanciarsi in volo e a tuffarsi nell’acqua
fresca e trasparente.
«Fermi! Non è posto per voi» dice Marco «vi prometto che
troveremo un lago dove potrete liberamente sguazzare».
Arrivano finalmente alle camere. Marco poggia il cesto
degli anatroccoli su un tavolo del terrazzo; spira una
leggera brezza marina che lascia rinfrescare un po’ gli
anatroccoli. Mangiano semini e pesciolini che vengono
fuori dalle gocce dell’acqua magica che Marco porge loro.
Al villaggio Soleterra, nel frattempo, Mirabella fa partecipe tutti quelli del clan che Marco e Annina, con i loro
genitori, desiderano dare il loro aiuto per sconfiggere
Romualda ed eliminare i suoi malefici poteri.
«Ci chiameranno se e quando avranno bisogno di aiuto»
dice Mirabella, rivolgendosi a tutti.
«Il bene vincerà sul male» afferma uno del gruppo.
«Le armi saranno l’intelligenza e la volontà!» conclude
Mirabella, che ha fatto di queste parole il suo motto.
Intanto all’hotel la mamma di Marco ha quasi finito di
disfare le valigie con l’aiuto del papà.
Capitolo quinto
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È molto buono e disponibile il papà di Marco. Ama la
moglie e adora i suoi figli. È geologo e dedica il tempo
libero a loro. È alto, magro, brizzolato; non molto bello,
ma sempre elegante e soprattutto sorridente. Si chiama
Domenico, ha quarant’anni ma ne dimostra di più.
Sono ormai le venti e il papà di Marco con la sua famiglia
raggiunge la grande sala; anche Mirabella è giunta.
Gli anatroccoli, ormai rifocillati, dormono nel cesto che
Marco poggia su uno dei tanti tavolini situati nella
sala. I genitori di Annina, invece, sono al banco della
reception e sfogliano i vari dépliant che mostrano le
bellezze naturali dell’isola. Sono due persone puntuali,
dinamiche e altruiste; il papà è proprio come sua figlia
Annina. Si chiama Giovanni ed è biologo. La mamma
Vanessa è casalinga. Sono molto diversi l’uno dall’altra
fisicamente: alto e bruno lui, bassa e bionda lei. Un
sentimento in comune li rende simili e in perfetta armonia
tra di loro: l’amore per la loro figlia Annina.
Mentre osservano i dépliant vengono colpiti da
un’immagine che raffigura un laghetto pieno di anatre: Anas
Wyvillian, indica la scritta sotto. Chiedono informazioni al
Vacanze: cambio programma
direttore dell’hotel.
«Si trovano in vari posti dell’isola» riferisce il direttore «il
laghetto più vicino che le accoglie è a pochi chilometri;
è un laghetto artificiale».
Decidono che l’indomani andranno in quel posto e vi
porteranno i loro anatroccoli.
La mattina seguente, tutti arrivano presto e si ritrovano
presso il lago alle prime luci dell’alba. Le Anas Wyvillian
sono già sveglie e beccano semi, foglie e insetti nelle
acque del lago.
Gli anatroccoli spiegano le ali e leggermente si adagiano
sullo specchio d’acqua.
Marco, Annina e tutti gli altri prendono posto, chi su una
sdraio, chi su una coperta adagiata per terra, chi su
sedioline. C’è lì intorno tutta la tranquillità per sfogliare il
libro degli incantesimi che Marco ha sempre tenuto con sé
aspettando il momento opportuno per leggerlo. Lo apre
e, mentre lo sfoglia, quasi a metà libro, vede sulla pagina
a sinistra un elenco di cose strane: becco di pappagallo,
zampe di rospo, occhi di coccodrillo; sulla pagina a destra
il disegno del medaglione, delle parole che sembrano
Capitolo quinto
49
anagrammi e delle piante. Tutti si avvicinano a Marco
vedendo apparire sul suo viso stupore e meraviglia.
«Sono le piante in pericolo di estinzione che crescono
su quest’isola» afferma il papà di Annina, il biologo.
«La Brighamia insignis» aggiunge indicando la prima,
«una campanula che cresce solo su quest’isola e la
Munroidendron racemosum».
Tutti nello stesso istante hanno lo stesso pensiero: con i
fiori delle piante si otterrà probabilmente l’antidoto e con
la soluzione degli anagrammi la formula magica con la
quale si potrà sciogliere l’incantesimo.
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Vacanze: cambio programma
CAPITOLO SESTO
The Garden Island
Il papà di Marco, geologo di professione, sospira guardando il panorama: l’isola è veramente da sogno, con le
spiagge di sabbia bianchissima, le valli e le cime ricoperte
di un verde intensissimo, i crateri vulcanici, le spettacolari
cascate d’acqua; questo luogo è un autentico paradiso
terrestre. Non a caso, qui sono stati ambientati alcuni tra i
film più famosi nella storia cinematografica: Indiana Jones ,
King Kong e Jurassic Park.
L’isola è così verde e lussureggiante da guadagnarsi il
soprannome di Isola Giardino.
Improvvisamente il geologo interrompe i suoi romantici
pensieri e corre verso la borsa della moglie da cui
estrae un dépliant dell’isola e legge a voce alta: «Gran
parte dell’interno è occupato da montagne ricoperte di
foreste attraversate da magnifici sentieri; nella parte nord
dell’isola si trova quella che è la principale attrazione,
la Napali Coast, imponente per le sue scogliere a picco
Capitolo sesto
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sul mare, ricoperte da una fitta vegetazione e bagnate
da cascate che fuoriescono dalla roccia in posizioni
impossibili...» poi prosegue «sono sicuro che a Napali
Coast troveremo le nostre piante perché crescono solo
su sporgenze rocciose, ma ho bisogno di fare delle
ricerche per individuare la zona e soprattutto l’esatta
altitudine della Brighamia insignis e della Munroidendron
racemosum!»
In pochi secondi le sedioline, le sedie a sdraio, le coperte
e, cosa più importante, il libro degli incantesimi, vengono
riposti per ritornare in fretta all’hotel.
Mamma Rosalba commenta: «Fortuna audaces iuvat... la
fortuna aiuta gli audaci...» come ha letto in un libro di
storia romana.
Gli anatroccoli ritrovano dimora nel cesto e la loro mamma
Aminia sembra speranzosa: crede che queste due famiglie,
con intelligenza, volontà e coraggio raggiungeranno
l’obiettivo finale di annullare l’incantesimo che ha
trasformato la sua famiglia in anatroccoli. Una lacrima
spunta nei suoi occhi mentre pensa a suo marito, il padre
The Garden Island
dei suoi figli, lontano da loro.
I minuti, che servono a colmare i pochi chilometri tra il
laghetto artificiale e l’hotel, sembrano ore. Arrivati alla
reception, il biologo e il geologo, con aria professionale,
pongono varie domande al portiere di turno su Napali
Coast e la sua vegetazione.
Le informazioni risultano da subito importanti: «La
Brighamia insignis, che chiamiamo Ōlulu o Alula, si trova
a un’altezza sul livello del mare fino a 480 metri, fiorisce
da agosto a novembre. Ha grappoli di fiori gialli, divisi in
gruppi da tre a otto. Il profumo è paragonabile a quello
della lonicera. I petali sono fusi in un tubo lungo da 7 a
14 cm contenente numerosi semi. Ma cosa più importante
è una pianta che si trova solo sulla scogliera Napali».
“La mia intuizione è esatta” pensa il biologo.
«La Munroidendron racemosum» continua il portiere «è
una pianta in via di estinzione che cresce da 390 a 1.300
metri. Questi alberi in fiore perdono la maggior parte delle
loro foglie durante la stagione estiva. I piccoli fiori dal
colore giallo pallido pendono in lunghi grappoli sciolti.
Capitolo sesto
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Ma» conclude l’uomo aggiustandosi il cappello «l’unico
modo per poter esplorare l’imponente e impervia scogliera
e ammirare queste piante è in elicottero».
Rosalba e Vanessa cercano subito di contattare telefonicamente l’agenzia dei voli ma il portiere le richiama: «Fino
a domani nessun elicottero si alzerà in volo per il luau,
tipica festa locale rallegrata da spettacoli di hula».
Le due famiglie, con il loro prezioso cesto, tornano desolate nelle loro camere.
«Occupiamo queste ore studiando il libro e i suoi
anagrammi» propone Marco ad Annina «solo con la loro
soluzione troveremo la formula magica con cui sciogliere
l’incantesimo».
Sistemati gli anatroccoli sul terrazzo, i due bambini si
sdraiano a terra e sfogliano il libro fino alla pagina degli
anagrammi: carceri maternita sono le parole che leggono
in alto a destra vicino al medaglione, mentre sotto le
figure delle due piante è scritto lame inetto nana patine.
Ai bambini subito saltano in mente esempi come il famoso
gioco di parole remo-more.
«Bravi, bambini!» interviene la mamma, maestra elementare,
The Garden Island
che seduta lì vicino ascolta i due «L’anagramma consiste
proprio nel trovare, con le stesse lettere di una parola,
altre parole di significato diverso. Iniziate da carceri e
provate a mischiare le lettere diversamente».
«… Ricerca! Evviva!» gridano Marco e Annina richiamando
l’attenzione degli altri componenti della comitiva.
«Bene, continuiamo con maternita, ma... questa parola
non segue la regola di prima: la seconda sillaba diventa
la prima... ter... terminata!» intuisce Annina.
«Sì! Ricerca terminata» esultano.
«Non ancora! C’è da decifrare il secondo anagramma
che fa da cornice alle piante raffigurate» dice il biologo.
«La parola lame può diventare mela o male» interrompe
Vanessa «così da patine viene fuori piante».
«Male, piante che cosa vuol dire?» dice Susi.
«La soluzione è nell’anagramma di inetto nana! Proviamo
a formare tante parole» incoraggia Rosalba.
Dopo alcuni minuti e vari fogli riempiti con parole...
«Ecco la soluzione!» esulta il geologo «Male annientato
piante: il male può essere annientato solo dalla Brighamia
insignis e dalla Munroidendron racemosum!»
Capitolo sesto
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«Perfetto!» esclama Marco «Le nostre intuizioni erano
giuste: non ci resta che andare a prendere queste piante,
allora!»
«Sì, ma quali parti delle piante ci serviranno? I fiori, le
foglie o le radici? Forse è il momento di chiedere aiuto a
Mirabella e a tutto il club delle fate buone» esorta Annina.
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The Garden Island
CAPITOLO SETTIMO
Divertimento e avventura
I due amici si precipitano a telefonare a Mirabella, ma non
risponde nessuno. Allora decidono di andare a cercarla al
villaggio Soleterra.
Quando arrivano al ponte di corda e passano nel mondo
magico, vanno direttamente a casa sua, dove una vicina curiosa
e un po’ pettegola dice loro: «Mirabella non c’è! È andata via
da un sacco di tempo! Ha lasciato un biglietto sulla porta».
Annina prende il biglietto e legge ad alta voce: «Se mi volete
parlare / in biblioteca dovete andare, / mi troverete vicino al
terzo scaffale / a caccia di informazioni per sconfiggere il male».
Allora si recano in biblioteca e trovano la loro amica indaffarata a sfogliare antichi e polverosi volumi di botanica. La
salutano e le dicono: «Abbiamo scoperto la formula dell’antidoto! Sappiamo che servono due piante in via di estinzione,
che crescono sulle impervie scogliere di quest’isola. Abbiamo
bisogno di sapere quale parte della pianta dobbiamo usare».
La fata li guarda sbalordita e poi risponde: «Fantastico! Ora
sappiamo tutto quello che ci occorre per liberare la famiglia
Capitolo settimo
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di Aminia dall’orribile maleficio di Romualda!»
Poi esclama: «I fiori… servono i fiori!»
Marco e Annina scoppiano in un grido di gioia e la
abbracciano; in seguito i tre amici si danno appuntamento
al tramonto, sulla spiaggia, per partecipare alla festa luau.
Nel frattempo i genitori dei ragazzi sono andati a comprare
dei vestiti tradizionali hawaiani: camicie con stampe di fiori e
colori sgargianti per gli uomini, gonne leggere e variopinte per
le donne. Susi invece è andata a fare surf e ha conosciuto
James, un ragazzo hawaiano che la accompagnerà alla festa.
Al tramonto, il gruppo di amici si dirige verso la spiaggia, dove
incontra Mirabella e James. L’amico di Susi inizia a raccontare
l’origine della festa luau: «Nelle antiche isole Hawaii le donne
non potevano mangiare insieme agli uomini, a causa di alcune
credenze religiose. Alle donne era inoltre vietato cibarsi di alcune particolari prelibatezze. Tutto questo ebbe fine quando
il re Kamehameha II, nel 1819, abolì queste usanze religiose,
mangiando lui stesso in compagnia delle donne e ponendo
fine a ogni tabù. Quel momento segnò la nascita della festa
luau, durante la quale si mangia un piatto a base di tenere
foglie di taro, un frutto tropicale simile a una patata, e pollo
Divertimento e avventura
arrostito nel latte di cocco. La principale attrattiva della festa
moderna però è la cottura, sotto la sabbia, del maiale kalua».
Nel frattempo la comitiva arriva sulla spiaggia e vede un
palco sul quale c’è un gruppo di musicisti e di ballerini, che
si preparano per lo spettacolo. I musicisti suonano degli
strumenti caratteristici, come l’ukelele: una piccola chitarra a
quattro, sei o otto corde. Con la loro musica allegra e vivace
accompagnano i ballerini nelle danze tradizionali, soprattutto
nella famosa hula. Indossano i tipici vestiti hawaiani colorati e
svolazzanti. Vicino al palco c’è un tiki, cioè un grande totem di
legno con forme umanoidi, che rappresenta uno spirito.
All’improvviso quattro bellissime ragazze si avvicinano e li
ricevono con allegria. Poi mettono loro attorno al collo dei lei,
cioè delle collane di fiori per le donne e di perline per gli uomini.
A quel punto la mamma di Annina propone: «Adesso divertiamoci! Ci ritroveremo davanti al bar a mezzanotte. Dobbiamo,
però, ritornare all’hotel abbastanza presto, perché domani
avremo una giornata lunga e avventurosa».
La serata passa rapidamente, perché tutti si divertono un
sacco: ballano scatenati l’hula e mangiano le prelibatezze
della festa.
Capitolo settimo
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60
La mattina dopo le due famiglie e la fata si ritrovano nell’atrio
dell’hotel puntuali ed emozionatissime. Discutono animatamente
per scegliere chi andrà in elicottero. Alla fine decidono per
Marco, Annina e il suo papà, il biologo, Susi, James e Mirabella.
Arrivati all’eliporto, salgono su un bellissimo elicottero giallo.
Susi ha un po’ di paura e ne approfitta per abbracciare James,
mentre gli altri sono allegri ed eccitati. Parlano tutti contemporaneamente, finché il rumore assordante delle eliche non li
ammutolisce.
L’elicottero si alza in volo, passa sopra l’hotel e Annina esclama:
«Guardate! Laggiù ci sono le nostre mamme! Che belle! Sembrano le regine della spiaggia».
Poi sorvolano la città, il vulcano, la foresta e infine arrivano
sopra le scogliere. Sono imponenti, rocciose e sembrano
inaccessibili, ma sono anche meravigliose e ricoperte da un
tappeto di fiori gialli illuminato dal sole.
Mirabella e i due ragazzini sono stupiti da tanta bellezza.
Il papà di Annina chiede al pilota di abbassarsi il più possibile
vicino alla scogliera per osservarli meglio. Poi gli propone
di farsi calare sulle rocce, ma James lo avverte che è troppo
pericoloso e che è meglio raggiungerle in un altro modo, forse
Divertimento e avventura
dal mare o dalla costa.
Sulla strada del ritorno, James dice: «Edward, il mio migliore
amico, e io potremmo scalare la scogliera e prendere alcuni
fiori. Questo è il nostro territorio e noi lo conosciamo molto
bene! Non dovremmo avere grossi problemi!»
Questa sembra a tutti un’ottima idea. Organizzano la scalata
per quello stesso pomeriggio.
Detto fatto, mentre i due ragazzi si arrampicano sulle rocce,
Mirabella, Marco, Annina e suo padre aspettano su una barca
un po’ preoccupati e con il naso rivolto all’insù a osservare la
difficile missione.
James ed Edward procedono lentamente e con molta cautela,
ma riescono a raggiungere la loro destinazione e a raccogliere
alcuni fiori di Brighamia insignis e di Munroidendron racemosum.
Poi si lasciano scivolare giù lungo la corda di sicurezza e
ritornano sulla barca tra l’entusiasmo dei loro amici.
Mirabella prende in mano i fiori, li ammira stupita, li annusa e li
mette delicatamente in un cestino.
Domenico, appassionato di botanica, spiega: «La Brighamia,
comunemente detta cavolo su un bastone, è una pianta
perenne, ma di vita corta. Presenta grappoli di fiori gialli,
Capitolo settimo
61
a gruppi da tre a otto, che stanno in mezzo alle foglie.
La Munroidendron è un genere di pianta floreale, che vive solo
nelle isole Hawaii. È monospecifico, cioè ha una sola specie
ed è una pianta molto rara…»
Annina lo interrompe dicendo: «Papà… stai parlando con un
vocabolario troppo difficile!» Scoppiano a ridere e tornano
all’albergo per cominciare a lavorare sull’antidoto.
62
Divertimento e avventura
CAPITOLO OTTAVO
La forza della volontà
Tornati all’albergo, Marco, Annina e Mirabella cercano nel
libro di Romualda la formula dell’antidoto che farà ritornare
umani Aminia e i suoi figli. Ma… un libro di incantesimi malefici di
una fata cattiva che si rispetti può essere facile da consultare?
Certo che no! Infatti i tre aprono il libro e un altro ostacolo li
aspetta: devono risolvere un indovinello per poter trovare la
pagina dell’antidoto.
«Oh no!» grida Annina infuriata «Prima l’anagramma… ora
l’indovinello… quali altre diavolerie nasconderà questo libro
prima che possiamo arrivare alla formula?»
Dopo un momento di generale sconforto, Mirabella ricorda ai
bambini che è la volontà la cosa che non deve mai venir meno
se vogliono uscirne vincitori e aiutare Aminia e la sua famiglia,
quindi, anche se un po’ arrabbiati, i due si mettono subito al
lavoro per risolvere l’indovinello.
Sta scritto così:
Capitolo ottavo
63
Se alla pagina dell’antidoto volete arrivare
i numeri di questo indovinello dovete trovare!
Un rombo di vento,
due grandi spaventi
e trenta suoni assordanti!
64
Marco e Annina chiamano a raccolta le loro famiglie e tutti
insieme si arrovellano per risolvere l’enigma. Dopo un po’ di
tempo…
«Certo! 1230!» grida Marco esultante «1 è il rombo del vento,
2 gli spaventi e 30 i suoni assordanti! In fondo era piuttosto
semplice!»
Subito sfogliano il libro e arrivano a pagina 1230, ma la perfidia di Romualda non ha fine: quella pagina è strappata. Ora
Annina è proprio nera!
«Lo sapevo! Lo sapevo che quel libro non ci avrebbe reso le
cose tanto facili! Stupido libro… GRRR!» grida Annina.
«E adesso cosa facciamo?» dice il papà di Marco.
Mirabella si accorge che proprio in fondo alla pagina c’è una
scritta quasi illeggibile e lo dice agli altri: «Alcoce auq alcoce
al e al gipana cimoriraprà!»
La forza della volontà
«Un altro anagramma! E basta! Non se ne può più!» sbuffa il
papà di Annina.
Ma non hanno alternative: se vogliono preparare l’antidoto,
devono risolvere anche questo anagramma.
Ormai sono diventati bravissimi e in pochissimo tempo trovano
la soluzione: eccola qua, eccola là/ e la pagina ricomparirà.
La pagina si ricompone e finalmente si possono leggere gli ingredienti: tre petali di Brighamia, due petali di Munroidendron,
due grammi di polvere di ali di fata, dieci gocce di acqua
del pozzo incantato e una lacrima di sirena! Con la pozione
si bagnerà il sacro amuleto, che dovrà poi essere gettato nel
cratere del Mauna Loa.
«Beh! Facile no?... Dove la troviamo una sirenaaaaaa!» grida
ancora più forte Annina.
«A Soleterra le sirene ci sono... poche e difficili da vedere, ma...
esistono!»
Così Annina, sperando di trovare la bellissima creatura, con
Marco e Mirabella si incammina verso Soleterra.
Giunti nel mondo fantastico, raggiungono una spiaggia splendida
con coste alte e rocciose, ricca di palme e con un mare limpidissimo che manda bagliori così lucenti da sembrare diamanti.
Capitolo ottavo
65
66
I tre stanno camminando lentamente sulla battigia e scrutando
le acque, quando a Marco sembra di vedere una macchia
scura, là, in fondo, vicino a uno scoglio. Chiama Mirabella e
Annina e indica un punto tra le onde. Non credono ai loro
occhi: quello che vedono è proprio una sirena!
Increduli ma felici, si tuffano nell’acqua per raggiungere la
bellissima creatura e Marco, troppo tardi, si ricorda che non
sa nuotare e sta rischiando di annegare. La sirena si stacca
dallo scoglio e, con due battiti di pinna, lo raggiunge e lo
porta in salvo a riva.
«Grazie! Grazie!» dice Marco ancora tremante per il pericolo
scampato.
La sirena lo guarda con dolcezza e scivola in acqua ma
Annina la rincorre, le spiega velocemente quello che ha fatto
Romualda e le chiede una lacrima.
«L’unico modo per farmi piangere è quello di farmi ridere a
crepapelle!» risponde la sirena.
«A questo ci penso io» dice Marco ormai ripresosi del tutto
dallo spavento.
«Ascolta questa barzelletta: un dottore chiede a un paziente
cosa mangia a colazione. Il paziente risponde: “Polenta!” e il
La forza della volontà
dottore ribatte: “E a pranzo?” Risponde ancora il paziente:
“Polenta!” Il dottore: “E a cena?” Paziente: “Polenta!” Allora il
dottore un po’ preoccupato chiede: “E… come va la digestione?” Il paziente tranquillamente risponde: “Eh! La digestione è
un po’… lenta!”»
«Ah, ah, ah, ah!» ride la sirena, così tanto che comincia a piangere e Annina raccoglie in una boccettina una lacrima; infine,
sempre ridendo, la sirena li saluta e lentamente si immerge nelle
acque. I due bambini e la fata si recano allora nel villaggio
per preparare, finalmente, la pozione. Mirabella con una scrollatina recupera la polvere di ali di fata, poi raccoglie le dieci
gocce d’acqua dal pozzo incantato. Mescola il tutto e versa
la pozione sull’amuleto magico.
«Ora dobbiamo subito andare in cima al vulcano e gettare
l’amuleto nel cratere!» esclama Mirabella.
I tre tornano all’albergo, avvisano i genitori che la pozione
è fatta, prendono lo zaino con gli anatroccoli e corrono
all’elicottero giallo; salgono a bordo, decollano e scendono
proprio vicino alla bocca del cratere.
Marco prende l’amuleto magico e lo getta nella cavità.
I tre aspettano… aspettano… ma non succede nulla. Stanno
Capitolo ottavo
67
per urlare dalla delusione quando si accorgono che dal vulcano esce un fumo, bianco come la neve più candida, che
si sta espandendo intorno. Lo zaino si strappa e riprendono
corpo Aminia e i suoi figli.
Tutti si sentono più forti e coraggiosi: il fumo, caricato del
potere dell’amuleto e della pozione, ha fornito loro uno scudo
perenne per proteggerli da Romualda.
Annina ha la prontezza di prendere la boccettina e di aprirla:
deve conservare un po’ di fumo magico per far trasformare il
papà pettirosso.
68
La forza della volontà
CAPITOLO NONO
La ballata
Babo, Babu, Hasani, Kobbi e Fifi possono abbracciare la loro
mamma Aminia che finalmente può stringerli fra le braccia e
non più proteggerli solo con le ali, e lo fa con una tenerezza
infinita. Sembra quasi volerli soffocare di baci tra lacrime di gioia.
La commozione ammutolisce tutti i presenti e le lacrime parlano
per loro.
All’improvviso, a rovinare quel magico e bellissimo momento, un
fulmine viola squarcia il fumo bianco.
Domenico, il papà geologo di Marco, guarda esterrefatto ciò
che sta accadendo. Nessun libro ha mai raccontato nulla di
simile. Ne è quasi contento. Forse questa avventurosa vacanza
gli porterà una fama mondiale...
In un attimo, però, il fumo diventa una nebbia scura che avvolge e nasconde tutto e tutti. Mirabella non ha dubbi: è opera
della perfida Romualda!
Marco, Annina e tutti gli altri iniziano a correre il più velocemente possibile verso Soleterra per cercare un rifugio.
Mirabella conosce un passaggio segreto, ma nessuno riesce a
Capitolo nono
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70
seguirla. Il fumo nero nasconde tutto! Alla spiaggia si fermano
per riprendere fiato. Nessuno parla. Il silenzio è rotto solo dal
rumore delle onde che ritmicamente si infrangono sulla riva.
La grande paura è passata, ma l’inquietudine rimane. Che fine
ha fatto Mirabella? Dov’è Romualda? Nessuno osa nominarla.
Tutti però pensano a lei.
Solo adesso notano che il tiki della festa luau è ancora lì, accanto a loro. Aminia lo fissa incuriosita: la sera prima era ancora una papera e non aveva partecipato alla festa hawaiana.
Un movimento improvviso. Un battito di ciglia di una delle
figure umanoidi del totem di legno non le sfugge. Non dice
nulla. Sente però che è giunto il suo momento. Tocca a lei
sconfiggere la perfida Romualda, ma non sa proprio da che
parte incominciare. In quel momento però la coglie un ricordo
inaspettato: il suo caro nonno che la incoraggiava a superare
le difficoltà con dolcezza e fermezza.
«Non arrenderti mai se vuoi veder realizzati i tuoi sogni, combatti le avversità con la volontà: le paure si sbricioleranno e
tu ne uscirai più forte».
Allora prende per mano i suoi figli, intona una triste cantilena
e inizia una danza lenta tipica del suo villaggio in Camerun.
La ballata
«Il faut vaincre la méchante sorcière
qui menace la planète entière.
Main dans la main faisons une chaîne
pour battre le mal chantons cette rengaine:
ce que la force de volonté peut faire
c’est vraiment extraordinaire!»
Sentendola, tutti si uniscono ai suoi movimenti.
Passano pochi secondi e il totem inizia a dimenarsi. Lancia
schizzi di lava e saette, dall’interno fuoriescono urla stridule,
poi i suoi movimenti causano un terremoto che scuote con
violenza la terra.
La Montagna Mostruosa si disintegra in mille pezzi e con lei
il clan Oscuraterra. Contemporaneamente le onde del mare
iniziano a ritirarsi e al largo si forma inspiegabilmente un’onda
enorme. James ed Edward non perdono tempo: prendono le
tavole da surf e iniziano a cavalcarla con una bravura straordinaria.
D’un tratto il muro d’acqua si abbatte sulla spiaggia travolgendo ogni cosa.
Sembra veramente la fine di tutto!
Capitolo nono
71
72
Aminia e i suoi piccoli ex anatroccoli, Marco, Susi, Annina e i
loro genitori cercano disperatamente di nuotare, ma la forza
dell’acqua li prende, li porta in alto, poi in basso, li capovolge,
li scrolla, li sposta di lato… Si sentono come panni nella
centrifuga di una lavatrice!
La disperazione comincia ad avere il sopravvento. Non ce la
fanno più. Tutte le loro fatiche non sono servite a nulla.
Romualda ha vinto.
Nel frattempo i surfisti, saldamente incollati alle loro tavole, riescono a sfruttare l’onda e raggiungono Soleterra. Raccontano
alle fate l’accaduto. Non c’è più tempo. Ci vuole una magia!
Mirabella raccoglie tutte le sue forze, si rannicchia nel Pozzo
Incantato, poi mostra la sua vera natura di fata: spiega al
vento le sue ali di madreperla e si alza in volo nel cielo scuro,
su quell’acqua vorticosa in cui si trovano i suoi amici. Sparge
nell’aria alcune gocce d’acqua magica, che trasforma ciò
che ognuno desidera in realtà, e le ultime lacrime di sirena
che ha conservato. Come d’incanto i naufraghi si ritrovano nel
villaggio Soleterra.
Sono sfiniti, se la sono vista proprio brutta, ma sono tutti sani e salvi!
Mirabella li sazia con l’acqua magica, le mamme e i papà
La ballata
abbracciano i loro figli, ancora increduli di essere vivi. Che
terribile avventura! E che pericolo hanno corso!
«Ma… il totem?» esclama Susi che ora più che mai teme l’ira
di Romualda.
«Eccolo lì, incastrato nel pozz…» Marco non riesce a finire la frase.
Al contatto con l’acqua magica, la scultura di legno diventa
davanti a loro volpe, tartaruga, pettirosso, anatroccolo,
vecchietta, anatra. Improvvisamente, però, si calma e resta
immobile. Nessun rumore proviene dall’interno, né fuoriescono
lava e fulmini. Poi, di colpo comincia a emettere dalla bocca
un fumo bianco che lo avvolge.
Di nuovo nessuno osa parlare. Tutti indietreggiano terrorizzati.
Le emozioni di quella giornata sono state veramente troppe!
In pochi minuti il fumo si dirada: il totem è sparito.
Sul bordo del pozzo c’è un piccolo bozzolo candido come
la neve.
Capitolo nono
73
CAPITOLO DECIMO
Il potere della buona volontà
Tutti guardano quel bozzolo vicino al pozzo: sono sorpresi, a
dire il vero, pietrificati nel vederlo.
Nessuno vuole toccarlo o aprirlo né osa immaginare cosa
possa accadere ancora.
Lo riguardano una seconda volta, finché Aminia, timorosa, fa
un passo avanti e intravede una piccola e stretta spaccatura
dall’interno della quale le sembra di percepire una voce tremante.
Atterrita, fa un passo indietro chiedendosi di chi possa essere
quella voce.
Edward fa notare: «È un suono dolce, incerto…»
Ma di nuovo, proprio in quel preciso istante, la voce lieve
ripete: «Sono io, Romualda, sono io, credetemi!»
È realmente la perfida Romualda che li implora e, addirittura,
chiede aiuto.
Nessuno riesce a spiegarsi come ciò sia possibili finché non è
proprio lei a svelare il mistero: «Tutte noi fate, buone o cattive,
abbiamo origine da un piccolo e semplice bozzolo. Ora mi
viene offerta la possibilità di rigenerarmi e redimermi, insomma...
Capitolo decimo
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76
di cambiar vita! Vi sembrerà incredibile, ma sono io ad aver
bisogno di voi! La vostra forza di volontà ha stravolto tutte
le leggi del male su cui era costruito il regno Oscuraterra. La
vostra caparbietà, l’amore, l’amicizia e la solidarietà, che
vi hanno sostenuti e uniti, non potevano che distruggere la
Montagna Mostruosa e annullare ogni forma di maleficio.
Anch’io, a mia volta, ne sono stata vittima. Io… io sono la
sorella di Mirabella, ma siamo state divise alla nascita. Nostra
madre apparteneva al regno di Oscuraterra, mentre mio
padre a quello Soleterra. Sono cresciuta con mia madre e il
suo odio e la rivalità tra i miei genitori hanno nutrito la mia
sete di vendetta, il mio rancore, procurandomi una malvagità
profonda. Ma voi avete dimostrato come tutto ciò…»
Romualda comincia a piangere e quelle lacrime mostrano
anch’esse un potere incredibile: il bozzolo si apre come
d’incanto e emerge una immagine accecante e radiosa.
Nessuno dei presenti poteva immaginare d’aver combattuto
con ogni forza contro quella che ai loro occhi appare, ora,
come la più bella e la più dolce tra le fate.
La rigenerazione è avvenuta.
Il vero pentimento e la realizzazione di un’opera di buona
Il potere della buona volontà
volontà ne sono le condizioni necessarie.
Aminia, come tutti, è stravolta e singhiozza silenziosamente,
interrompendo quel momento.
Marco le chiede: «Cosa c’è ? Ce l’abbiamo fatta! Non è incredibile?»
«No» replica lei «mio marito è ancora vittima dei malefici di
questa maga, strega, fata… non so più come definirla; tuttora
è imprigionato nel corpo di un pettirosso!»
La interrompe Romualda: «La seconda condizione perché io
possa sopravvivere e mantenere queste sembianze è che io
realizzi un’opera di buona volontà. Sarò proprio io a restituire
a tuo marito il suo aspetto!»
Un nuovo tremendo terremoto scuote la terra e tutte le fate
imprigionate, ora libere di mostrarsi in tutta la loro bellezza,
straordinariamente accorrono e circondano Romualda chiamandola ora Romubella.
«Sì, perché ora, come le sembianze, anche il nome diventa
degno di una fata buona. Ma non c’è più tempo da perdere... Il
viaggio straordinario deve concludersi, bisogna assolutamente
tornare in Italia e liberare papà pettirosso!» dice Romubella.
Quelle parole confortano Aminia che afferra i figli e tutti
insieme, rapidamente, ritornano in albergo. Non sanno ancora
Capitolo decimo
77
78
cosa succederà e come organizzarsi ma sono certi che, questa
volta, Romubella li aiuterà.
Presto fatte le valigie, sono tutti in aeroporto.
Il primo volo disponibile riporterà tutti a casa ma quel sole,
quel mare, l’incredibile avventura, Edward e James rimarranno
nel cuore di tutti… di Susi in particolare.
Emozionatissima, infatti, saluta i due amici con la promessa di
rivedersi al più presto, magari l’estate successiva: il loro aiuto
è stato a dir poco prezioso!
Ma Romubella non c’è! Quando li raggiungerà? Dov’è finita?
Non c’è più tempo per pensare, è ora di partire e Aminia è
nuovamente sconfortata: «Parole, parole ma Romubella se è
veramente cambiata, perché ora non è qui con noi?»
I figli con Annina a Marco la consolano durante tutto il volo
ma invano.
Il viaggio sembra durare una eternità e, finalmente giunti a
casa, il pensiero di tutti è correre da Asia e Antonio, dove li
attende il povero pettirosso.
Romubella li sorprende nuovamente: è già lì che li aspetta.
Aminia non riesce a trattenersi dal chiederle, stupita, come
abbia fatto a trovarsi lì e prima di loro.
Il potere della buona volontà
«Nulla è impossibile a una fata che voglia redimersi! Sono qui
per te, per riparare le mie malefatte, come promesso. Devi
credermi!»
Ci sono tutti: Aminia, i suoi figli, Annina e Marco con i loro
genitori e non sanno cosa aspettarsi, finché, all’improvviso,
tutte le fate buone appaiono e si prendono per mano e con
Romubella aleggiano circondando la gabbia.
Avviano una danza e intonano un canto:
«Il bene vince sempre, il male è perdente
la buona volontà tutto potrà
e la malvagità con la sua oscurità
si disperderà!»
E le lacrime di commozione di Romubella, unite a quelle ancora
conservate della sirena, annullano il maleficio e il pettirosso
torna a essere il padre affettuoso che era e può baciare i suoi cari.
Tutti esultano e felici si stringono in abbracci festanti.
La famiglia è finalmente riunita.
Marco e Annina sono orgogliosi e commossi, come anche
Romubella, che è riuscita a riscattarsi.
Capitolo decimo
79
Ora rimarrà per sempre una fata buona con quella sua straordinaria nuova bellezza.
Per tutti l’avventura è stata un’esperienza indimenticabile e
l’insegnamento che ne hanno tratto lo è altrettanto: il male
crea caos e disordine, ma non bisogna sottomettersi a esso,
anzi, piuttosto è necessario opporvisi con tutte le proprie
forze, sostenuti sempre dalla volontà buona.
80
Il potere della buona volontà
Una squadra vincente
La scoperta di mondi fantastici
Comincia l’avventura
Un tuffo nella realtà
Vacanze: cambio programma
The Garden Island
Divertimento e avventura
La forza della volontà
La ballata
Il potere della buona volontà
APPENDICE
1. Una squadra vincente
Istituto Comprensivo di Cesa (CE) - gruppo classe IV C/D
Dirigente Scolastico
Pietro Corvino
Docente referente della Staffetta
Carmela De Rosa
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Carmela De Rosa
Gli studenti/scrittori:
IV C - Barone Lorenzo, Bencivenga Letizia, Bortone Cesario, Bortone Salvatore,
D’Ambrosio Raffaele, D’Errico Michele, Di Grazia Giuseppe Maria, Esposito Cesario,
Guarino Nicola, Iamicella Giada, Macallè Luisa, Mangiacapre Salvatore, Oliva
Lorenzo, Pera Iolanda, Rea Antonio, Riflettivo Fabio, Scarano Asia, Verde Lisa.
IV D - Ben Abdallah Sonia, Bencivenga Raffaele, Borzacchiello Antonio, Cerrato
Angelica, D’Orazio Simona, Di Luise Antonietta, Falcone Emilia, Ferriero Cesario,
Ferriero Rosa, Fioretto Antonio, Gentile Agnese, Libraro Gabriele, Mangiacapre
Daniele, Oliva Costanza, Oliva Luigi, Omero Luigi, Raia Fatima, Tammaro Sara,
Vassallo Beatrice, Vitale Elvira.
Il disegno è stato realizzato da tutta la classe
APPENDICE
2. La scoperta di mondi fantastici
Istituto Comprensivo “Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe IV B
Dirigente Scolastico
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta
Angela Marrone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Giovanna Paola Di Caprio
Gli studenti/scrittori della classe IV B
Mattia Adamo, Ludovica Alesio, Martina Arzillo, Bruno Bortone, Sara Cacciapuoti,
Antonio Cecere, Piofrancesco D’Alesio, Francesca Pia D’Angelo, Domenico Dello
Iacono, Chiara Di Lella, Annalaura Di Pascale, Gaia Carla Di Pascale, Alessio
Gaetano Farinaro, Nicola Paolo Farinaro, Camilla Ferrandino, Diletta Fierro, Ya Ting
He, Vincenzo Illiano, Roberta Pagliuca, Carmine Pisciotta, Flavia Sabatini, Timoty
Serluca, Alessia Rebecca Tamburrino. Il disegno è stato realizzato da Ya Ting He
Hanno scritto dell’esperienza: “...Due settimane fa, la Maestra Gianpaola, la nostra maestra di Italiano, ci ha
proposto di scrivere parte di un libro, il Secondo Capitolo della Staffetta di
Scrittura Creativa. Inizialmente eravamo un po' spaventati/e, ma quando abbiamo iniziato il lavoro,
ci siamo entusiasmati/e. Per noi questa esperienza ha significato molto, perché
abbiamo potuto esprimere le nostre idee, la nostra fantasia e collaborare tra noi. E
poi ci siamo divertiti/e tantissimo!”
APPENDICE
3. Comincia l’avventura
Istituto Comprensivo di Pellezzano plesso Via Amendola Capezzano (SA) – classe V
Dirigente Scolastico
Giovanna Nazzari
Docente referente della Staffetta
Maria Trivigno
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Maria Trivigno
Gli studenti/scrittori della classe V
Samuele Bisogno, Christian Borsa, Matteo Bove, Caterina D’Urso, Gianmarco Donesi,
Alessia Lina Ferrara, Kristinka Kubath, Domenico Pierro, Alessio Pulvani, Gianni Romeo,
Federico Sortino, Alessio Scognamiglio, Massimiliano Tysarovskyy, Alessandra Viola ,
Vincenzo Vitolo.
Il disegno stato realizzato da Samuele Bisogno
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Stamattina, guardando i miei alunni che, col capo chino sui quaderni o col viso
pensoso rivolto verso punti imprecisati, svolgevano il compito assegnatogli, mi sono
persa nel ricordo delle espressioni vivaci, decise di alcuni, più riflessive di altri che solo
pochi giorni fa accompagnavano il fuoco d’artificio di idee del primo brain storming
su come impostare il capitolo che stavamo per scrivere…ed è stato un attimo: non mi
sono accorta dello scivolone che il pensiero faceva allontanandosi dalla correzione
delle verifiche, portandomi a riflettere che i “puffetti trotterellanti” che conobbi in prima si
sono decisamente trasformati in “superpuffi giganti”, alcuni dei quali alti quasi quanto me
(e non sarò altissima ma nemmeno viaggio rasoterra!). ho scoperto che la Staffetta ci ha
accompagnato per gran parte di questo percorso, aiutando i miei “puffi in crescita”
a scoprire nuove magie della nostra splendida lingua, a provarsi sperimentando,
a definirsi. Il tutto mentre si comprendeva sempre meglio la bellezza e l’arricchimento
della relazione non solo col vicino ma anche e soprattutto col lontano, ingrandendo e
cementando quel magico rapporto che lega un insegnante e i suoi alunni, specialmente
quando insieme cooperano a creare qualcosa: loro gli atleti, io il coach ( nonché
massaggiatore, cheerleader, addetto stampa...) Ringrazio la Bimed per avere permesso
questa splendida avventura, i genitori dei miei alunni che hanno saputo apprezzare
l’opportunità offertaci da questa Associazione di Enti Locali per l’educational e la
cultura che nasce ed opera proprio nel nostro territorio ma, principalmente, ringrazio i
miei alunni, quei “miracoli” che amo così come sono e con cui sto condividendo tanto”.
APPENDICE
4. Un tuffo nella realtà
Istituto Comprensivo di Borgaro Torinese (TO) scuola primaria - classe IV C
Dirigente Scolastico
Liliana Bodini
Docente referente della Staffetta
Patrizia Ferri
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Elena Maria Armand
Gli studenti/scrittori della classe IV C
Mattia Accardi, Gabriele Alfonzo, Lorenzo Allera, Alessandra Bertino, Federico
Bissoli, Gabriel Buda, Daniel Coccifero, Alessia Gagliardi, Noemi Illiano, Giorgia
Martinelli, Gaia Medici, Oscar Monsolino, Cristian Pappalardo, Fabrizio Puzzutiello,
Eleonora Rossini, Samuele Scardino, Clarissa Taliente, Daniela Tasca, Francesco
Turchio, Marianna Vallone, Alice Vittorio, Edoardo Zambito
Il disegno è stato realizzato da: tutta la classe
Hanno scritto dell’esperienza:
“. . . La Staffetta è un percorso di lettura e scrittura che ci accompagna per tutto
l’anno.
Abbiamo scritto il capitolo in gruppi cooperativi: prima abbiamo condiviso la
traccia prendendo le idee di tutti e mettendole in sequenza sulla lim, poi ogni
gruppo ha elaborato una sequenza della storia che, infine, gli altri gruppi hanno
migliorato e completato. Insieme abbiamo assemblato alla lim tutto il capitolo
inserendo le frasi di collegamento tra le sequenze.
È un’esperienza unica che solo chi partecipa alla Staffetta può comprendere:
attendere il capitolo, scrivere utilizzando gli spunti ricevuti, rinunciare a uno
sviluppo perché la storia ha preso una rotta diversa dal previsto, lasciare alla
squadra successiva la possibilità di procedere, leggere il seguito della storia.
L’aspetto più entusiasmante è partecipare a una comunità di scuole e di bambini
come noi che credono nella forza creativa dello scrivere”.
APPENDICE
5. Vacanze: cambio programma
Istituto Comprensivo “Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe IV D
Dirigente scolastico:
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta:
Angela Marrone
Docente responsabile del capitolo
Giustina Coviello
Gli studenti / scrittori della classe IV D
Abbagnano Emmanuele, Barbato Manuela, Buanne Giulia, Burgan Adriano,
Cantone Guido Maria, Cervo Olga, Ciocchi Francesco, Cristofaro Giustino,
D’angelo Pasqua Daniela, De Quattro Giuseppe, De Santis Antonia, Delle Puca
Davide, Fidentea Marco, Iavazzo Emanuele, Nugnes Luciano, Oliva Lorenzo,
Ottica Maria, Pavia Damiano, Pellecchia Ciro, Puca Romina, Raniello Aurora, Serra
Elio, Solla Nicolas, Solla Serena, Tambaro Raffaele, Venosa Manuel
Il disegno è stato realizzato da: tutti gli alunni.
Hanno scritto dell’esperienza:
“...La partecipazione alla “Staffetta Scrittura Creativa” è stata un’esperienza
nuova, positiva e stimolante. Ha permesso agli alunni di sentirsi protagonisti e
artefici di una loro invenzione. Tutti hanno dato il loro contributo per la stesura
del capitolo. Sono stati attenti all’ascolto della lettura dei capitoli precedenti e
motivati ad una ricerca di carattere scientifico-geografico. Hanno proposto idee
sullo sviluppo della trama, descritto luoghi e persone e organizzato dialoghi,
arricchendo così le loro capacità linguistiche.
È stato un bellissimo gioco”.
APPENDICE
6.The Garden Island
Istituto Comprensivo di Sant’Angelo a Cupolo plesso scuola primaria di Calvi (BN) – classe IV A
Dirigente Scolastico
Maria Luisa Fusco
Docente referente della Staffetta
Maria Stella Meoli
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Maria Stella Meoli
Gli studenti/scrittori della classe IV A
Giovanni Antonaccio , Carmen Belmonte , Anastasia De Nisco , Matteo Del Prete,
Claudio Di Salvo, Federica Micco ,Giada Mogavero, Chiara Pignone, Gennaro
Russo,Giorgia Serino , Elena Rachele Sordillo, Francesco Faustino Zampetti, Alessia
Zullo e con la partecipazione straordinaria di Morena
Il disegno è stato realizzato da: Giovanni Antonaccio e Francesco Zampetti.
Hanno scritto dell’esperienza:
“In un’epoca in cui sembra che solo le immagini possano raccontare emozioni, torniamo a riscoprire il potere della parola”
“Le parole si raccolgono qua e là”
“Prima di scriverle le storie si raccontano”.
Chi scrive in ogni frase si deve fare quattro domande:
1. Che cosa sto cercando di dire?
2. Con quali parole lo esprimerò?
3. Quale immagine o modo di dire lo renderà più chiaro?
4. Potrei dirlo più brevemente?
APPENDICE
7. Divertimento e avventura
Scuola Statale Italiana di Madrid - classe V C
Dirigente Scolastico
Cosimo Guarino
Docente referente della Staffetta
Marco Madaro
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Giuliana Collesei
Gli studenti/scrittori della classe V C
Marina Anton Piolanti, Assia Avogadro Di Vigliano, Mauro Barrachina Torres,
Lorena Bejar Schillaci, Martina Bermejo Mendez, Dante Bertucci, Allegra Cassinelli,
Matteo Cerioni Serret, Marta Concato Iraizoz, Chiara Dozza Lopez, Henar Duque
Escudero, Ana Entrena Bufalà, Daniela Fernandez Folgado, Jorge Fernandez
Iruzubieta, Sebastian Galvez Villarruel, Paolo Giacomo Guillen, Maria Jorro Linares,
Giovanni Maserati, Miguel Muñoz Moreno, Simone Pallassini, Christian Panisello,
Candela Piccioni Frias, Daniel Quirante Grao, Marco Rodriguez Serafin, Luca Scotti
Il disegno è stato realizzato da Ana Entrena Bufalà e Martina Bermejo Mendez.
Hanno scritto dell’esperienza:
“...All’inizio non eravamo molto entusiasti, perché questa storia, con qualche
ingrediente magico, ci sembrava una cosa da piccoli e ci annoiava un po’.
Scrivere il settimo capitolo però è stata un’esperienza molto bella, perché abbiamo
lavorato su una parte della storia molto concreta e interessante.
Come ogni anno, noi facciamo questo lavoro, tutti insieme, con la Lavagna
Interattiva: raccogliamo le idee, scriviamo il testo sulla lavagna, lo rileggiamo molte
volte e lo correggiamo”.
APPENDICE
8. La forza della volontà
Istituto Comprensivo Rovigo IV Scuola Primaria “A. Maini” Borsea (RO) – classe V
Dirigente Scolastico
Paola Malengo
Docente referente della Staffetta
Maria Enrica Samiolo
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Cristina Magri
Gli studenti/scrittori della classe V
Asemota Kelvin, Astolfi Chiara, Borgato Angela, Bregolato Sara, Campisi
Sebastiano, Galuppi Tommaso, Giordani Agnese, Malagugini Martino, Masin
Michele, Mergola Andrea, Merlin Thomas, Mudu Alessia, Nordine Zaynab, Onoho
Ebuka, Pellegrini Francesca, Pellielo Luca, Ruzzante Tommaso, Saladino Lorenzo,
Sasso Dennis, Secondi Alessandro, Trombini Anna, Vanzan Matteo, Zabata Wiam.
Il disegno è stato realizzato da Zabata Wiam
Hanno scritto dell’esperienza:
“...L’esperienza è stata molto bella; agli alunni è piaciuto molto lavorare a gruppi
ed inventare insieme anagrammi, indovinelli e barzellette e fare ricerche sulle isole
Hawai. È stato interessante anche guidare le loro discussioni e i loro scambi di
opinioni su come la storia avrebbe potuto proseguire. Sicuramente questa è una
modalità di lavoro che utilizzeremo ancora durante i lavori in classe. Sono molto
curiosi di leggere i prossimi capitoli per sapere come andrà a finire la storia”.
APPENDICE
9. La ballata
Direzione Didattica Statale II Circolo Mondovì (CN) - gruppo classe III/IV
Dirigente Scolastico
Vilma Peirone
Docente referente della Staffetta
Anna Bertazzoli
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Anna Bertazzoli
Gli studenti/scrittori: del gruppo classe III/IV
Hanno partecipato alla staffetta tutti i 46 alunni del plesso di via Cuneo in un
grande lavoro di gruppo
Il disegno è stato realizzato da Oscar Basso
Hanno scritto dell’esperienza:
“...È questa la nostra prima esperienza di staffetta creativa e il risultato ottenuto
è stato importante in quanto l’attività decisamente stimolante ha richiesto la
partecipazione attiva di tutti i bambini. Grande e straordinario il loro coinvolgimento:
inizialmente è stato interessato un gruppo di alunni di classi diverse che hanno però
“contagiato” i loro compagni. Così la staffetta è diventata uno strumento didattico
interdisciplinare di plesso che ha valorizzato l’aspetto emozionale e creativo dei
bambini ed ha permesso a noi insegnanti di perseguire numerosi obiettivi formativi,
quali stimolare l’interesse alla lettura ed alla scrittura, motivare all’apprendimento,
rafforzare l’autostima, potenziare l’ascolto attivo e le capacità comunicative
ed espressive. Scrivere il nostro capitolo è stato un gioco divertente e creativo.
Dall’incipit in poi si è notata una crescente motivazione e ridotta al minimo la
presenza passiva, grande era l’attesa per l’uscita dei nuovi capitoli, alcuni alunni si
interrogavano sui possibili sviluppi della vicenda… Si è fatta esperienza concreta
dell’importanza della pianificazione e della collaborazione per raggiungere uno
scopo comune, con discussioni e confronti costruttivi.
Il mettersi in gioco ciascuno con le proprie caratteristiche, competenze ed
esperienze, ha trasformato la staffetta in un compito autentico, un’attività reale
sicuramente importante per il processo di costruzione del proprio sapere.
Grazie alla tutor Isabella per i suoi preziosi suggerimenti e per la sua disponibilità”.
APPENDICE
10. Il potere della buona volontà
IV Circolo Didattico “M. Mari” Salerno - classe IV D
Dirigente Scolastico
Liliana Dell’Isola
Docente referente della Staffetta
Giuseppina Pucciarelli
Docente responsabile dell’azione formativa
Mariarita Di Gilio
Gli studenti scrittori della classe IV D
Aliberti Emilio, Antinolfi Marina, Bolognese Alessandra, Cammarota Francesco,
Casola Annapaola, Citro Aldo, Coppola Alessandro, D’Amico Giulia, De Santis
Alessia, De Sio Giulia, Di Mauro Francesco, Ferro Luciana, Ginepro Gabriele,
Landolfo Francesca, Lanzara Fabiana, Lanzara Marisa, Margiotta Domenico,
Napoli Lorenzo, Pandolfo Francesco Pio, Proto Maurizio, Renna Gian Maria, Rosiello
Costantino, Taiano Martina, Tierno Alessandra, Troisi Federica, Volpe Miryam.
Il disegno è stato realizzato da Luciana Ferro
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Ci sentiamo protagonisti, è stato avvincente ed emozionante”.
NOTE
INDICE
Incipit di GIULIA MARENGO......................................................................... pag 17
Cap. 1 Una squadra vincente ...........................................................................» 21
Cap. 2 La scoperta di mondi fantastici ........................................................» 27
Cap. 3 Comincia l’avventura ............................................................................» 33
Cap. 4 Un tuffo nella realtà ...............................................................................» 39
Cap. 5 Vacanze: cambio programma .............................................................» 45
Cap. 6 The Garden Island ...................................................................................» 51
Cap. 7 Divertimento e avventura ....................................................................» 57
Cap. 8 La forza della volontà… .....................................................................» 63
Cap. 9 La ballata ...................................................................................................» 69
Cap.10 Il potere della buona volontà ..........................................................» 75
Appendici ..................................................................................................................» 83
Finito di stampare nel mese di aprile 2015
dalla Tipografia Gutenberg di Fisciano (SA), Italy
ISBN 978-88-6908-084-5