Una fantastica scoperta
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Una fantastica scoperta
Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola I libri per ragazzi scritti dai ragazzi. Racconti che rendono i bambini e i giovani scrittori protagonisti di un’attività che coinvolge l’Italia e tanti altri Paesi europei ed extraeuropei in una fantastica avventura che grazie alla scrittura determina di volta in volta un filo che accomuna, unisce, coinvolge l’attorno … Bimed Edizioni Il racconto viene pubblicato all’interno della Collana annuale della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola, un format che guarda al racconto come a un “bene …” di fondamentale rilevanza per la formazione delle nuove generazioni in grado di determinare relazioni, contaminazioni, confronto, interazione, crescita comune e tanto altro ancora … UNA FANTASTICA SCOPERTA Partendo dall’incipit di Giulia Marengo e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate: Istituto Comprensivo di Cesa (CE) - gruppo classe IV C/D Istituto Comprensivo “Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe IV B Istituto Comprensivo di Pellezzano plesso Via Amendola Capezzano (SA) - classe V Istituto Comprensivo di Borgaro Torinese (TO) scuola primaria - classe IV C Istituto Comprensivo “Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe IV D Istituto Comprensivo di Sant’Angelo a Cupolo plesso scuola primaria di Calvi (BN) - classe IV A Scuola Statale Italiana di Madrid - classe V C Istituto Comprensivo Rovigo IV Scuola Primaria “A. Maini” Borsea (RO) - classe V Direzione Didattica Statale II Circolo Mondovì (CN) - gruppo del plesso di via Cuneo IV Circolo Didattico “M.Mari” Salerno - classe IV D Editing a cura di: Isabella Carena Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero Direzione e progetto scientifico Andrea Iovino Responsabile di redazione e per le procedure Alberto Fienga Coordinamento organizzativo e didattico Ermelinda Garofano Responsabile per l’impianto editoriale Ermelinda Garofano Revisione editoriale Francesco Rossi, Shasa Buonino, Ilaria Mascolo, Maria Cristina Folino Gestione esecutiva del Format Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo Grafica di Copertina : Bimed Station Impaginazione Tullio Rinaldi Piattaforma escriba UNISA, Dipartimento di Informatica – Progetto Prof. Vittorio Scarano, realizzazione Dott. Raffaele Spinelli Gennaro Coppola, webmaster BIMED Pubbliche Relazioni Nicoletta Antoniello Amministrazione Rosanna Crupi, Annarita Cuozzo I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione commerciale RINGRAZIAMENTI I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ Exposcuola 2014/15 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore della Staffetta dai Comuni che finanziano l’azione intesa come esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2015 citiamo: Ambasciata d’Italia in Libano, Ascea, Atripalda, Bellosguardo, Borgaro Torinese, Castelletto Monferrato, Favignana, Ivrea, Moncalieri, Montemiletto, Osasco, Piaggine, Pinerolo, Saint-Vincent, Santena, Siano. La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione dei Racconti 2015 dai Comuni di: Bellosguardo, Moncalieri, Pinerolo, Procida, Salerno, e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti. Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il buon esito della Staffetta 2015 e che nella scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa e a Legambiente per l’autorevole apporto tecnico reso alla Staffetta. Vivi ringraziamenti ad ALPEGA Fattoria Didattica che ci ha permesso di collegare la scrittura al mondo della natura e all’educazione verso il nostro Attorno. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR25/09/20140090057P del PROT SCA/GN/1047-2 By Bimed Edizioni Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura) Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected] La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2015 viene stampata in parte su carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi… Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero e riciclo di materiali di scarto. La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola 2014/2015 Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola. La Staffetta 2014/15 riceve: l’adesione del Presidente della Repubblica e sua Medaglia di rappresentanza Patrocini: Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Giustizia, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. PRESENTAZIONE Con la Staffetta quest’anno tanti studenti hanno lavorato sul tema della volontà. È un tema complesso che, però, ci ha permesso di interloquire con i ragazzi sulle grandi questioni del nostro tempo. Lo abbiamo fatto con i bambini della primaria e dell’infanzia e lo abbiamo fatto con i ragazzi delle medie e i giovani delle superiori. È stato un viaggio bellissimo, per certi versi divertente, per altri, impegnativo… Ma ciò che maggiormente colpisce è che la comunità della scuola italiana nel suo insieme, ancora una volta, ha dato prova di straordinaria tenuta. Una tenuta di qualità che accomuna la nostra scuola dalla primaria alla secondaria superiore. Provare a organizzare un esercizio attorno alla volontà significa costringere le nuove generazioni a indicare il proprio volere, la propria visione, quello che “immagini …” ci sia davanti a te e quanto questa immaginazione accomuni l’individuo al proprio contesto. Alla fine della giostra troviamo dei racconti strepitosi, ricchi di fantasia, articolati in una dimensione letteraria molto variegata ma che nel suo insieme dimostra il valore del nostro corpo docente che in ogni livello d’istruzione è assolutamente capace di governare la narrazione e tutti i valori formativi che sono insiti nel progetto e nella costruzione di un racconto. Un racconto, ricordiamolo, che è il frutto di un confronto e di una scrittura di gruppo cioè, è frutto di un esercizio in cui una squadra, o una classe se preferite, unita attorno a un obiettivo riesce a dimensionare, con le parole, LA STORIA. Trasferite tutto questo nel sistema Paese e avrete un modello, il modello da seguire per qualificare il nostro tempo e i nostri spazi. Grazie alle maestre e ai maestri, in generale, ai docenti che si sono sobbarcati le difficoltà che sono insite nella Staffetta di scrittura, grazie ai dirigenti scolastici e agli scrittori, senza la loro “volontà” e la loro disponibilità non avremmo lo start up della Staffetta che si giova della generosità che è nelle parole di chi si dedica per professione alla scrittura e di chi de/tiene la responsabilità della nostra irrinunciabile scuola. Grazie agli sponsor, grazie agli amministratori comunali che investono sulla Staffetta e l’educational, grazie alla filiera dei tecnici e grazie a quanti lontani dai riflettori giorno dopo giorno si dedicano a questa straordinaria avventura di comunità. Un grazie particolare, all’On. Giorgio Napolitano che, ancora una volta, ha voluto premiare la Staffetta con la Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, un encomio che ci gratifica e ci ripaga del lavoro che consente a ognuno di noi, oltretutto, di sentire l’orgoglio del cammino che ci tiene insieme e tiene insieme il passato, il presente e il futuro del mondo di cui siamo parte. Andrea Iovino L’imprescindibile per l’innovazione è nella scrittura È il terzo anno che in partnership con Bimed promuoviamo sul territorio nazionale la Staffetta di Scrittura Creativa e di Legalità che, oramai, ha valicato i confini nazionali coinvolgendo gli studenti di Paesi che vanno dall’America Latina al Medio Oriente e all’Europa. Per noi che abbiamo come mission quella di affermare i valori aggiunti della cultura digitale resta, quest’azione, un’opportunità imperdibile per la disseminazione di ciò che grazie all’innovazione cambierà in meglio la vita del contesto planetario. Grazie alla Staffetta le nuove tecnologie si vanno affermando sempre di più nella scuola italiana e anche nella didattica si determinano cambiamenti dei metodi di apprendimento e di insegnamento. L’interazione tra cultura digitale e Staffetta consente, inoltre, di incidere positivamente sullo sviluppo del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, danno modo ai giovani di comprendere appieno i linguaggi e le determinanti positive dell’innovazione tecnologica. L’idea di organizzare attorno alla Staffetta la strategia di ingresso organico dell’informatica nella scuola è, tra l’altro, una modalità di relazione unica tra il contesto degli adulti e gli studenti che sono, oggi, nativi digitali di seconda generazione, dunque, entità che hanno dentro se stessi gli strumenti per poter governare la relazione con gli “oggetti…” che sono parte integrante dell’innovazione che utilizziamo giornalmente. Certipass è sempre più impegnata in favore della diffusione della cultura digitale e continua a operare in linea con le Raccomandazioni Comunitarie che indicano nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la possibilità evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter raccontare a una comunità così vasta, com’è quella di Bimed, delle grandi opportunità che derivano dalla cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Ci è apparso doveroso partecipare anche quest’anno con slancio alla Staffetta Bimed proprio perché siamo certi che attraverso la scrittura potremo determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di affermare il valore del confronto, della contaminazione, dell’incontro e della sussidiarietà. I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica insieme ai giovani che scrivono, loro, una parte del racconto; la possibilità, poi, di vivere e condividere grazie al web con tanti altri studenti la storia che evolve grazie al contributo della scuola è una dimensione unica e… felice. Il libro che avete tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere, dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico. Il Presidente Domenico PONTRANDOLFO INCIPIT Giulia Marengo Una fantastica scoperta L’estate è proprio una bella stagione. In primo luogo perché ci sono le vacanze ed è possibile giocare con gli amici anche quando viene sera, visto che fuori è ancora chiaro fino all’ora di andare a dormire. E poi perché in estate fa caldo, e si può uscire sempre con le maniche corte. A volte, però, fa anche troppo caldo. Il sole splende e splende, alto nel cielo, e la maglietta si appiccica alla pelle. In quei giorni vorresti solo poterti tuffare fra le onde del mare, o almeno nelle acque fresche della piscina dove sei andato con la scuola a imparare a nuotare. A Marco piacerebbe molto andare a sguazzare, ma purtroppo la mamma è andata al lavoro, e la sorella maggiore, Susi, è chiusa nella sua stanza a chiacchierare al telefono con l’amica del cuore. Così Marco rimane seduto sul tappeto del soggiorno, a giocherellare annoiato con il suo Nintendo DS. Il caldo è eccessivo perfino per accendere la televisione. Quando il primo sassolino colpisce il vetro socchiuso della finestra, Marco sobbalza. Posa il videogioco e si avvicina a esaminare che cosa sia rimbalzato sul pavimento, con un ticchettio sordo. È una pietruzza bianca, di quelle che ricoprono il vialetto d’ingresso della villetta a schiera dei suoi genitori. Un secondo sassolino colpisce il vetro, e da basso proviene un sussurro. «Psssst! Marco!» Il ragazzo lascia cadere la pietruzza sul tappeto e spalanca la finestra. Sotto di lui spunta una testolina bionda, piena di riccioli. È quella della sua amica Annina, che tiene il viso voltato all’insù e gli sorride furba. Marco aggrotta la fronte. «Ma sei matta? Se rompi la finestra mia mamma non mi fa più uscire fino a Natale!» esclama contrariato. Annina non smette di sorridere: «Che ci fai in casa? Vieni giù, devo farti vedere una cosa». Saltella su e giù, e Marco riesce a vedere che ha le ginocchia tutte sbucciate. Annina è sua amica perché si arrampica sugli alberi come una scimmia, e riesce a correre ancora più veloce di lui. Durante l’estate, i due bambini sono inseparabili. Se Annina lo sta chiamando, sicuramente c’è di mezzo qualcosa di divertente. Nella fretta di raggiungere l’amica, Marco si attarda solo qualche istante per infilare la testa nella stanza della sorella e gridarle che sta uscendo a giocare. «Fai attenzione se attraversi la strada» gli urla dietro Susi, ma lui sta già scendendo le scale di corsa. In un attimo è al fianco di Annina. «Cosa succede?» «Vedrai!» risponde lei. Gli afferra un braccio, impaziente, e lo trascina lungo la strada. Il paesino in cui vivono è molto piccolo, poco più di una frazione annegata in mezzo alla campagna. La strada che porta in città passa poco distante, con la sua colonna di auto che transita lentamente. Ma i due bambini si allontanano in direzione della collina che sorge alle spalle del centro abitato, dove un boschetto di pioppi è il rifugio preferito dei loro giochi scatenati. Una volta entrati nel bosco, una dolce frescura li avvolge, e l’ombra regala un po’ di sollievo ai corpi accaldati. Marco inciampa in un ramo caduto da uno degli alberi, e Annina si volta di scatto verso di lui. «Shhht!» gli intima portando un dito alle labbra «Devi fare silenzio» bisbiglia «sennò si spaventano». Marco è sempre più curioso. Che cos’avrà trovato la sua amica in mezzo al bosco? La sua domanda trova risposta quando la bambina, scostati i rami di un piccolo cespuglio, gli fa cenno di avvicinarsi a guardare. Sulla riva di uno stagno, che è appena più grande di una pozzanghera, quattro anatroccoli stanno stretti l’uno all’altro e pigolano piano. CAPITOLO PRIMO Una squadra vincente Marco, stupito, osserva gli anatroccoli che continuano a pigolare noncuranti dei visitatori. Annina, curiosa e vulcanica come sempre, inizia a tirar fuori dal suo cervello mille idee e gli pone tante domande. «Dov’è la mamma? Perché sono in questa piccola pozzanghera? Perché li ha lasciati incustoditi? Come faranno a procurarsi del cibo? Marco, Marco, secondo te avranno un nome? Tornerà la mamma? Dove andranno senza una casa?» Marco annega nelle innumerevoli parole che Annina pronuncia a raffica. Tenta di dar risposte, ma è esausto. Per zittire la frenetica Annina, le dà uno scossone, facendola finire sull’erba tenera, e le dice che probabilmente la mamma anatra sarà andata a cercar cibo. Annina inizia a fare tante supposizioni: «Forse le uova sono state depositate e covate non sulla riva dello stagnetto». Marco ribadisce: «Allora chi le ha riportate fin qui? Capitolo primo 21 22 Basta con le domande, risolviamo questa situazione problematica... Adesso si fa a modo mio: diamo un nome ai quattro anatroccoli. Partendo da quelli posizionati al centro, li chiameremo Cip, Ciop, mentre Jerry è il primo da sinistra e l’ultimo, proprio perché è il più piccolo, lo chiameremo Minutino!» I due amici cominciano a danzare saltando ed esultando per la tanta gioia di aver donato i nomi a quei piccoli e indifesi animali. Si guardano e la loro intesa è talmente forte che hanno la sensazione di pensare le stesse cose. Infatti non vedono l’ora di condividere quella meravigliosa scoperta con altri compagni! Mentre pensano di portare in salvo i quattro anatroccoli, uno scricchiolio li spaventa. Si girano intorno ed ecco che arriva mamma anatra che stringe tra il becco un anatroccolo piccolo piccolo. Annina, come suo solito entusiasta, saltella e dice ad alta voce: «Maia è il nome di mamma anatra e Frizzy è il nome del piccolo!» Sono trascorse delle ore e il bosco perde quella luce che rende tutto luminoso e splendente. Infatti, i due giovani Una squadra vincente amici scoprono che il bosco, man mano che perde luminosità, diventa cupo e incute paura. Senza perdere tempo, decidono di portare in salvo la famiglia degli anatroccoli. Marco prende tre anatroccoli e li poggia sulle braccia, Annina prende con sé due anatroccoli e lascia che mamma anatra li segua. A metà del percorso, Marco si accorge di non avere più tra le braccia il piccolo Frizzy. Spaventato, avvisa Annina che, senza perder tempo, ritorna sul sentiero percorso, sperando invano di ritrovarlo adagiato su di una fresca zolla. Mamma anatra ha capito la terribile notizia e inizia a starnazzare. Annina vede una volpe che passeggia spensieratamente tra quella rigogliosa natura, con la giovane preda tra i denti. I due compagni seguono l’astuta volpe e Marco pensa che stavolta nemmeno la vulcanica capacità di Annina potrà salvare Frizzy. Ma a un tratto Annina si dimena e lascia la famiglia dei piccoli animali e il suo amico, si reca alla casetta sull’albero (solo Marco sa di quel rifugio) e si arrampica come solo una scimmia sa fare. Arrivata in cima, cerca e trova nella sua panca un frutto che emana uno strano Capitolo primo 23 24 odore e che le ha dato il suo papà biologo, da usare in caso di necessità. Corre giù da Marco, che è nascosto dietro il tronco di una grande quercia in attesa che l’amica arrivi, e lascia cadere il frutto a terra, poco distante dalla volpe. L’intenso odore che emana quel frutto lascia l’animale privo di sensi, che così si accascia a terra svenuto e in pochi secondi Frizzy è libero. Marco, coraggiosamente, recupera la piccola preda e mamma Maia, e poi tutti scappano via senza mai fermarsi, fino alla casa di Annina, impauriti da un possibile risveglio della volpe. I due amici nascondono gli anatroccoli nella rimessa, dove ci sono le bici e altri giochi di Annina. Il giorno seguente Marco dà appuntamento ad Asia e Antonio dietro la rimessa di Annina. I quattro compagni, silenziosamente, si allontanano dalla casa e vanno nel grande giardino. Mentre raccontano l’avventura ai compagni, Asia dice di aver trovato uno strano uovo. I ragazzini cercano di capire a chi appartenga e, quando l’uovo sta per schiudersi, pensano a un anatroccolo, ma nasce un bellissimo pettirosso. Una squadra vincente Antonio esclama: «Ah! Un’altra bocca da sfamare!» Asia e Annina inveiscono: «Sei il solito brontolone! Noi siamo una grande squadra: nessuno e niente ci fermerà!» A questo punto si dividono i compiti per sfamare e far giocare la famiglia di anatroccoli. I piccoli trascorrono tutto il mese di luglio in casa non potendo andare né al mare né in piscina, poiché i genitori lavorano. Finalmente i genitori di Annina e Marco organizzano di andare in vacanza insieme e i bambini devono trovare una soluzione per portare con loro anche il pettirosso e gli amici anatroccoli: il primo resta affidato ad Asia e Antonio, mentre gli altri partono con Marco e Annina. I ragazzi nascondono gli anatroccoli negli zaini, nei quali Marco fa dei fori per farli respirare. Il giorno della partenza inizia tra i rimproveri e i richiami dei genitori che esortano i figli a sbrigarsi e si domandano perché gli zaini siano gonfi e tanto pesanti. Arrivati in aeroporto al check-in non ci sono problemi ma, presso il metal detector, si avvicina ai bambini una vecchietta brutta e strana che ruba gli zaini e scappa. Capitolo primo 25 I piccoli scoppiano in un tormentato pianto. I genitori li consolano promettendo che all’arrivo compreranno loro degli zaini nuovi, ma i due amici sono preoccupati per il loro contenuto e non possono dirlo! Mentre vanno alla toilette, per lavare il viso e ricomporsi dopo il pianto, una bellissima ragazza chiede loro: «Siete voi Marco e Annina?» Con il viso lacrimante annuiscono. La bella giovane li avvisa dicendo che una signora ha lasciato lì gli zaini per loro. È inutile porle domande, perché la misteriosa ragazza sparisce all’improvviso. A quel punto, Marco e Annina sorridono e pensano: “Sembra proprio una fata venuta in nostro aiuto”. 26 Una squadra vincente CAPITOLO secondo La scoperta di mondi fantastici Marco e Annina cominciano a guardarsi sbalorditi e a porsi mille domande. «Perché è comparsa questa ragazza? Perché la vecchietta ha rubato i nostri zaini?» dice Annina. «Certo che il tutto sembra molto strano» ribatte Marco «forse davvero è una fata che, sotto le sembianze di una ragazza, è venuta per premiarci, perché abbiamo fatto una buona azione, salvando gli anatroccoli! Mah, intanto controlliamo gli zaini per accertarci che stiano tutti bene...» Aprono gli zaini e vedono che gli anatroccoli sono allegri e felici, così, con gli zaini in spalla, tornano dai loro genitori. «Ciao! C’era una coda in bagno... ah... abbiamo anche ritrovato gli zaini» dice Annina. «Meno male! Andiamo, l’aereo tra poco parte!» risponde il papà. Così si avviano tutti all’imbarco. Durante il volo, Marco e Annina pensano alla bellissima ragazza: sperano di poterla incontrare nuovamente e di Capitolo secondo 27 28 scoprire chi è lei, chi è la vecchietta e chi sono quegli anatroccoli. Dopo cinque ore di viaggio, l’aereo giunge a destinazione: le Hawaii, in particolare la straordinaria isola di Kauai. Scesi dall’aereo e recuperati i bagagli, tutti si avviano verso l’uscita per prendere un taxi che li porterà in albergo, ma tra l’immensa folla di turisti Marco intravede il volto della fata. Chiama subito Annina e insieme decidono che devono allontanarsi un istante dai loro genitori per seguirla. «Ma ci vuole una scusa» osserva Marco. Alla stazione dei taxi, Annina ha un’idea: chiedono ai genitori il permesso di fare una prima escursione sull’isola. «Va bene, ma vi accompagna tua sorella, Marco! Ci vediamo in albergo più tardi». I tre si avviano: Marco e Annina cercano tra la gente la loro fata, mentre Susi, cuffie nelle orecchie e cellulare in mano, non bada a loro. Si allontanano dall’aeroporto e si avviano lungo un viale, su un’altura da cui si può vedere il mare. È un paesaggio meraviglioso: il mare blu con onde strepitose, altissime. Marco si arrampica su una roccia per vedere meglio: La scoperta di mondi fantastici una fantasmagoria di colori! L’arancione del cielo, il blu dell’acqua, il verde della vegetazione fittissima. Aiuta anche Annina a salire. Restano a bocca aperta e non riescono a parlare tanta è l’emozione nell’immergersi in quello spettacolo naturale. Susi decide di fermarsi lì e dice ai bambini di rimanere nei paraggi. Perfetto! I due si guardano un istante e ripartono per la loro missione: trovare la fata. Camminano lungo un sentiero alberato, fino all’orlo di un burrone. Si spaventano, ma notano che c’è un ponte di legno traballante e, dall’altra parte, la bella ragazza che ha, però, un aspetto diverso. La fata li invita a oltrepassare il ponte. Marco e Annina, non senza paura, lo fanno e si trovano di fronte alla fata. All’aeroporto era con i jeans, una maglietta rossa, le scarpe da ginnastica, i capelli lunghi rossi legati con un fiocco e un cappellino blu. Ora ha un abito lungo con tanti veli che vanno dal verde all’azzurro, i capelli rossi lisci sciolti che le coprono le spalle e intensi occhi blu. La ragazza, in silenzio, li conduce in una grotta luminoCapitolo secondo 29 30 sissima dall’atmosfera incredibile: ci sono tanti uccelli e animali mai visti, tutti di colori vivacissimi, e poi tante altre fate, tutte bellissime, che chiacchierano amichevolmente tra loro. Li fa sedere su una pietra rosa luccicante e comincia a raccontare ciò che è successo. «Mi chiamo Mirabella, sono una delle fate buone che fanno parte di un clan, il villaggio Soleterra. Capirete in seguito il senso di questo nome strano, bambini... Purtroppo non siamo le sole fate al mondo. Esistono altri clan di fate buone, ma anche di fate cattive. La vecchina che vi ha rubato gli zaini è in realtà una fata cattiva che si chiama Romualda e che appartiene al clan Oscuraterra. Gli scopi dei clan sono diversi, ovviamente. Mentre il clan Soleterra cerca di diffondere nel mondo l’amore, l’amicizia e la solidarietà, il clan Oscuraterra tenta di infondere nell’animo umano l’odio, la cattiveria e il disprezzo per le persone deboli. «Ma non è tutto. Romualda ha un superpotere: trasformare gli esseri umani in animali per poi mangiarseli, approfittando della loro disperazione… Tante volte sono riuscita a La scoperta di mondi fantastici impedirlo, ma purtroppo tante volte no, soprattutto per l’abilità di Romualda a nascondersi nei suoi vari regni sotterranei. Ora però gli anatroccoli sono al sicuro con voi: in verità sono una mamma, Aminia, con i suoi bambini, Babo, Babu, Hasani, Kobbi e Fifi; sono stati rapiti in Africa, in un villaggio chiamato Baloum in Camerun. Bambini, ora volete visitare il regno di Soleterra?» Annina a Marco sono senza parole e, tenendosi per mano, fanno cenno di sì con la testa, così, seguendo la fata, attraversano dei cunicoli argentati fino a trovarsi in un mondo eccezionale. Il nome Soleterra ha un senso: il Sole fa parte della Terra, è tutta un’armonia di cose, alberi, fiori, animali, bambini, bambine, donne, uomini che ballano e cantano soavemente. Al centro vi è il Pozzo Incantato, da dove tutti prendono la loro acqua magica. Mirabella li porta poi in una casetta immersa tra alberi frondosi e colmi di fiori lilla. Marco e Annina si sdraiano su dei letti morbidi e, stanchissimi, ma anche felici e commossi, si addormentano. Al risveglio, non sanno quanto tempo sia passato; escono Capitolo secondo 31 dalla loro casetta e rimangono stupiti nel vedere che c’è una festa e che tutti hanno in mano delle coppe. In esse vi è l’acqua del Pozzo Incantato. L’acqua si trasforma in quello di cui ognuno desidera nutrirsi. Mirabella offre loro due coppe. Nella coppa di Annina c’è del succo d’arancia, in quella di Marco un cappuccino. Dopo aver bevuto, Mirabella dice loro: «Bambini, una fata ha visto qualcuno aggirarsi per la Montagna Mostruosa. Probabilmente lì si nasconde Romualda. Bisogna cercarla e fare in modo di annullare l’incantesimo che ha colpito Aminia e i suoi figli». Così si recano alla Montagna Mostruosa. Il sentiero è impervio e oscuro, finché arrivano davanti a una grotta ed entrano. La grotta ha una volta altissima e le pareti annerite e sporche. Ci sono molte figure di pietra con occhi orrendi e zanne affilatissime. 32 La scoperta di mondi fantastici CAPITOLO TERZO Comincia l’avventura I due ragazzi si fermano, intimoriti. Perfino la vulcanica Annina resta immobile, fissando a bocca aperta le terribili figure. Marco per un attimo ha la sensazione di trovarsi in uno dei suoi videogiochi preferiti, il Monster Attack, ma ben presto, mentre un brivido freddo gli corre lungo la schiena, comprende che è tutto reale intorno a loro. Reale e spaventoso. Vorrebbe parlare, ma dalla gola non gli esce alcun suono, allora tende la mano fino a toccare quella della sua amica. Il tocco improvviso coglie Annina di sorpresa che, terrorizzata, lancia un urlo. Fulminea, dalla volta altissima, una nube nera si lancia verso di loro… In un attimo Marco e Annina sono circondati dalla frenesia di mille e mille ali nere che battono l’aria, dirette verso l’apertura della grotta. D’istinto, per evitare l’impatto contro i piccoli corpi che sembrano essere dappertutto, si lanciano verso un cunicolo laterale, la cui entrata sembra custodita da due Capitolo terzo 33 34 statue di pietra ancora più spaventose delle altre. Ma niente appare loro più terribile di quell’orda di pipistrelli risvegliata dall’urlo di Annina. Purtroppo la sensazione di sollievo dura una frazione di secondo perché Marco, correndo, va a sbattere contro una barriera invisibile e Annina, incapace di fermarsi, gli arriva addosso urlando. «Co… cos’è successo?» balbetta Marco massaggiandosi la fronte arrossata. «C’è uno sbarramento qui. Posso toccarlo» gli risponde Annina mentre fa scorrere la mano sull’ostacolo, trasparente come l’aria ma duro al tatto. Marco la imita e commenta, stupito: «Ehi, proprio come in Super Mario contro Megatronic! È il mio gioco preferito!» Annina lo guarda pensosa: «E ora che facciamo?» Un’espressione contrariata appare sul suo faccino ma dura un attimo. La bambina sta già infilando le mani in tutti gli anfratti della roccia, alla ricerca di qualcosa che possa aprire la porta invisibile. Marco la lascia fare ma non la imita; si siede sulla base di una delle orride statue tenendosi la fronte fra le mani, Comincia l’avventura pensieroso. “Questo non è un videogioco, è tutto vero!” riflette confuso “Vero e tremendamente pericoloso”. Guarda la statua di fronte a sé: gli occhi si sono ormai abituati al buio e la minacciosa espressione del volto di pietra lo fa sentire piccolo, spaventato. Abbassa lo sguardo fino ai piedi della statua, trovandoli più rassicuranti, e gli sembra di scorgere delle lettere incise sul dorso del piede sinistro. «Annina, vieni a vedere!» In un baleno l’amica è al suo fianco e insieme ripuliscono dalla polvere le lettere incise nella pietra finché diventano leggibili: sciabrinda cartaronga eridanto pui. I due si guardano perplessi. «Ma che significa?» chiede Marco. Annina si rialza e, portando le braccia in avanti scimmiottando uno zombie, declama: «Sciabrinda cartaronga eridanto pui!» Un CLICCHETE CRACK… GNEEK… si ode alle sue spalle. Annina balza verso Marco, si nasconde dietro e poi tira fuori il naso per sbirciare. Capitolo terzo 35 36 La statua all’altro lato è sempre lì, ma ora ha la bocca aperta e tre file di denti aguzzi sono ben visibili, oltre alle zanne che prima sporgevano dalle labbra chiuse. I due si guardano sbalorditi poi, veloce come una scimmia, Annina si arrampica sul mostro di pietra e, prima che Marco possa fermarla, lei ha già infilato la mano nella bocca spalancata. «Ahi!» esclama, mentre il polso urta contro l’ultima fila di denti appuntiti. Subito però rassicura l’amico mentre scende: «Tranquillo, è solo un graffio!» «Macché tranquillo! Fammi vedere» sbotta Marco. Senza parlare Annina gli mostra il polso rigato di sangue e apre la mano: al suo interno luccica un bellissimo medaglione bianco con al centro una grande pietra gialla che brilla di luce propria. «Wow! Chissà perché era nascosto lì...» Marco ha la testa piena di domande e si è stancato di tutto quel buio e di tutti quei misteri. «Torniamo a Soleterra, sono stanco. Questo posto è pieno di insidie e ora abbiamo bisogno di riposare». «Hai ragione» Annina ha il visetto tirato «mi fa male la mano Comincia l’avventura e credo che anche Aminia e i suoi anatroccoli abbiano bisogno di riposo. Sono da troppo tempo negli zaini». I bambini si avviano verso l’imboccatura della grotta socchiudendo gli occhi, accecati dalla luce del giorno. Ripercorrono l’oscuro sentiero a ritroso fino al villaggio Soleterra, dove Mirabella li accoglie premurosamente, pensierosa nel vedere le espressioni stanche sul viso dei ragazzi. Avrebbe tante domande da porre loro, ma preferisce portarli nell’accogliente casetta che già li aveva ospitati e porge loro due coppe colme di acqua magica. Questa volta in quella di Annina l’acqua si trasforma in pollo e patatine mentre Marco già divora un megahamburger con senape, ketchup e maionese. Aminia e i suoi anatroccoli intanto beccano gocce d’acqua che si trasformano in semi e pesciolini. La fata, paziente, attende che finiscano di mangiare, poi li guarda sorridendo: «Vedo che siete molto stanchi e vi lascerò riposare, ma prima raccontatemi della Montagna Mostruosa». Un fiume di parole esce dalle bocche dei due amici: impetuosamente descrivono la grotta, l’orda di pipistrelli, Capitolo terzo 37 38 i mostri di pietra, il ritrovamento del medaglione… Mirabella guarda l’oggetto luccicante: «Ma questo è il Sacro Amuleto che ha il potere di proteggere chi lo indossa dagli incantesimi oscuri! Con questo al collo Romualda non ha potere. Brilla perché contiene Magia Bianca e si illumina come un piccolo sole nel pericolo». Marco la guarda stupito, poi esclama: «Questa sì che è una buona notizia! Ma quel posto è tremendo… Bisognerà tornarci per il bene di Aminia ma ti assicuro che non ne ho affatto voglia. Ma quanto tempo è trascorso? I nostri genitori saranno preoccupati». Annina quasi piange a quel pensiero. «Ora riposate, il tempo a Soleterra non è uguale a quello del mondo reale» la rassicura la fata. Le palpebre si fanno pesanti… i bambini piombano in un sonno popolato da mostri e animali feroci. Al risveglio Mirabella li attende sorridente, vestita come Indiana Jones: «Vengo con voi, è troppo pericoloso». Porge loro borracce colme d’acqua magica: «Avremo bisogno di rifocillarci, vi pare?» Marco sorride, intanto pensa ai rischi che li attendono. Comincia l’avventura CAPITOLO QUARTO Un tuffo nella realtà I bambini sono pronti per proseguire la loro missione: gli anatroccoli stanno bene, hanno mangiato e bevuto, vengono rimessi negli zaini con l’amuleto e l’acqua. Marco esita, appare pensieroso: sono successi tantissimi eventi ed è trascorso sicuramente molto tempo da quando hanno lasciato i genitori ai taxi e Susi seduta su una roccia ad ascoltare la sua adorata musica con le cuffiette. Improvvisamente Marco scoppia a piangere: «Mamma e papà saranno preoccupati. A dire il vero mi manca perfino Susi: non avrei mai pensato di sentire la mancanza di mia sorella!» «Non voglio tornare nella Montagna Mostruosa!» esclama Annina. Mirabella è decisamente contrariata: «Volete mollare tutto? Abbiamo una missione importante! Non se ne parla!» I bambini sono inconsolabili, il desiderio di tornare tra le braccia dei genitori è incontenibile. Mirabella, di fronte a tanta disperazione, si commuove: Capitolo quarto 39 40 «I vostri genitori a quest’ora saranno all’hotel e io vi condurrò da loro. Qual è il suo nome?» Annina estrae da una tasca un biglietto: l’hotel si chiama Soleterra… come il clan delle fate buone. I tre si incamminano e raggiungono il ponte traballante: Marco propone di mettere alla prova il potere dell’amuleto, ma Mirabella sostiene decisa: «Non ci serve, la magia più grande sono l’intelligenza e la volontà». Annina, sospettosa, sussurra a Marco: «Certo che detto da una fata suona strano!» I bambini e Mirabella ce la fanno e, avvicinandosi alla roccia, vedono Susi con le sue cuffiette. «Già qui?» esclama Susi togliendosi le cuffiette «È solo passata una mezzoretta, si stava così bene! Chi è questa tizia?» «Sono Mirabella, una fat… mmm, la guida turistica del luogo. Vi condurrò dai vostri genitori». Susi si accorge che dagli zaini provengono dei pigolii; è sbigottita e i bambini si vedono costretti a svelarle il loro segreto. Appena vede gli anatroccoli si commuove. Un tuffo nella realtà Poco dopo, nei pressi della roccia dove era seduta Susi, Marco inciampa e i bambini vedono qualcosa spuntare dal terreno: «È un libro! Cosa ci fa sepolto qui?» Scavano, lo recuperano e sulla copertina si legge Libro di incantesimi e segreti; all’interno c’è un’etichetta con scritto Romualda. Sicuramente è il libro di Romualda: la prima formula elencata è “Zic-zac-zu/ adesso un emù/ diventerai tu”. Annina vorrebbe provare l’incantesimo ma viene bloccata da Marco. I quattro ragazzi si dirigono all’hotel con gli zaini in spalla. Arrivano dai genitori e presentano Mirabella come la guida turistica che li condurrà nelle escursioni. I bambini, su consiglio di Mirabella, si fanno coraggio e mostrano gli anatroccoli ai genitori che si infuriano: «Cosa avete combinato? Ci potevano arrestare all’aeroporto, per colpa vostra potevamo perdere il volo e un mucchio di soldi! Vi terremo in punizione per tutta la vacanza. Dobbiamo portare allo zoo questi animaletti!» «Impossibile» proseguono timidamente Marco e Annina Capitolo quarto 41 42 «in realtà sono dei bambini con la loro mamma». I genitori, allibiti, sbraitano: «Questa proprio non la beviamo! Per chi ci avete preso! Non siamo nati ieri!» A un tratto delle lacrime spuntano dagli occhi degli anatroccoli. I genitori sono strabiliati. «Visto che è tutto vero?» esclamano i bambini e si mettono a raccontare tutta la loro incredibile avventura. Marco e Annina, ritrovato il calore dell’affetto dei genitori, prendono il computer e fanno una videochiamata ad Asia e Antonio per informarsi sul pettirosso. Asia e Antonio sembrano non stare nella pelle: «Il pettirosso è molto strano: mangia con le zampette, guarda la tv e ride!» «Noi abbiamo la spiegazione» replicano Marco e Annina che hanno capito al volo «abbiamo scoperto un mondo fantastico con un clan di fate buone e uno di fate cattive il cui capo è una fata di nome Romualda, che ha il potere di trasformare le persone in animali per poi mangiarseli. I nostri anatroccoli e il pettirosso hanno subìto il sortilegio...» Mirabella, che stava ascoltando, interviene: «C’è qualcosa che ancora non sapete. Il pettirosso è il papà degli anatroccoli. Vi chiederete come sia possibile: ebbene, Un tuffo nella realtà Romualda, nella trasformazione, ha inavvertitamente girato la pagina del libro con le formule magiche, pronunciando così la formula sbagliata». Asia e Antonio, costernati, raccontano che le stranezze non sono finite: «Siamo andati nel bosco e abbiamo rivisto la volpe da vicino: aveva il naso adunco e le rughe. L’abbiamo seguita fino alla sua tana e abbiamo sbirciato dentro. C’erano ampolle, ampolline, ampollette, ampollone e alcune foto degli anatroccoli. Siamo tornati alla tana il giorno successivo e non c’era più nulla, nessuna traccia della volpe… solo, inspiegabilmente, un adesivo del check-in dell’aeroporto». Nel sentire ciò Mirabella esclama: «Già... la volpe era Romualda in una delle sue trasformazioni! Ho notato che sullo zaino di Annina non c’è più l’adesivo messo all’aeroporto. La volpe è sparita perché ora Romualda è alla Montagna Mostruosa». Mentre parla, Mirabella freme: «Perché saltelli in continuazione?» Mirabella, un po’ imbarazzata, risponde: «Devo fare un bisognino». Capitolo quarto 43 44 «Non immaginavo che anche le fate facessero la pipì!» nota Annina, nuovamente sospettosa. Mirabella abbassa gli occhi e aggiunge: «Credo che sia ora di svelarvi uno dei miei segreti. Quando avevo la vostra età, Romualda mi ha trasformata in una tartaruga. Grazie all’aiuto di due bambini come voi sono riuscita a sfuggire alle sue fauci e mi sono unita ad altre persone che avevano vissuto la stessa terribile esperienza: abbiamo fondato il clan Soleterra per impedire a Romualda di nuocere ancora, ma abbiamo bisogno di aiuto». Tutti si sentono proiettati in una vicenda incredibile: «Non si può far finta di niente. Dedicheremo questa vacanza a fermare Romualda». «Basterà aspettare la magia: abbiamo l’acqua magica e l’amuleto» afferma indispettita Susi, che vede svanire la tintarella al sole delle Hawaii. «No!» ribatte decisa Mirabella «Faremo noi il vero miracolo, con la nostra volontà e studiando il libro che avete trovato». «Se lo dice una fata… non ci resta che metterci al lavoro! Non sarà un caso che il nostro hotel si chiami Soleterra». Un tuffo nella realtà CAPITOLO QUINTO Vacanze: cambio programma L’hotel Soleterra è immerso nel verde e si affaccia direttamente sul mare a poca distanza dal punto più animato della straordinaria isola Kauai. Marco, Annina e Susi, presi dalle tantissime emozioni, solo ora volgono lo sguardo alle meraviglie di quel luogo. La struttura dell’hotel è circolare, come d’altronde lo sono il sole e la terra. I loro genitori li hanno attesi lì, nella grande hall, una sala che sembra un oceano nella sua immensità e nella varietà del blu dominante. Tutti sanno dell’incantesimo subìto dalla famiglia del Beloun in Camerun e del segreto di Mirabella. Si salutano con la promessa di rivedersi dopo qualche ora. È pomeriggio inoltrato e tutti hanno bisogno di farsi una doccia e rilassarsi. Si avviano così alle camere dove alloggeranno per tutto il periodo delle ferie. «Saranno ferie all’insegna dell’avventura!» afferma Annina, la più intraprendente e coraggiosa del gruppo. Capitolo quinto 45 46 «Perché non gestire il tempo in modo diverso?» reclama Susi che appare senz’altro più accondiscendente di prima ma non del tutto restia a rinunciare alle bellezze della spiaggia, alla trasparenza delle acque del Pacifico e alla brezza leggera che rende più piacevole il caldo sole dell’isola e trasmette tanta serenità. «Troveremo senz’altro una soluzione» interviene la sua mamma che, come tutte le mamme del mondo, vuole vedere felice sua figlia. È dolce e sensibile la mamma di Marco e Susi e davvero molto bella. Si chiama Rosalba e ha trentasei anni. È un’insegnante di scuola primaria, ama il suo lavoro e i suoi alunni. Ha due grandi occhi azzurri che risaltano sul suo piccolo viso rotondo. È alta e magra, elegante anche adesso che indossa un semplice vestito di cotone con fiori di tanti colori e avanza, insieme agli altri, con estrema grazia. Percorre insieme a tutta la comitiva il viale pieno di piante tropicali che li condurrà alle camere e che fiancheggia la piscina. Gli anatroccoli, che trovano adesso dimora in un cesto Vacanze: cambio programma portato da Marco, appena vedono la piscina spiegano le ali, pronti a lanciarsi in volo e a tuffarsi nell’acqua fresca e trasparente. «Fermi! Non è posto per voi» dice Marco «vi prometto che troveremo un lago dove potrete liberamente sguazzare». Arrivano finalmente alle camere. Marco poggia il cesto degli anatroccoli su un tavolo del terrazzo; spira una leggera brezza marina che lascia rinfrescare un po’ gli anatroccoli. Mangiano semini e pesciolini che vengono fuori dalle gocce dell’acqua magica che Marco porge loro. Al villaggio Soleterra, nel frattempo, Mirabella fa partecipe tutti quelli del clan che Marco e Annina, con i loro genitori, desiderano dare il loro aiuto per sconfiggere Romualda ed eliminare i suoi malefici poteri. «Ci chiameranno se e quando avranno bisogno di aiuto» dice Mirabella, rivolgendosi a tutti. «Il bene vincerà sul male» afferma uno del gruppo. «Le armi saranno l’intelligenza e la volontà!» conclude Mirabella, che ha fatto di queste parole il suo motto. Intanto all’hotel la mamma di Marco ha quasi finito di disfare le valigie con l’aiuto del papà. Capitolo quinto 47 48 È molto buono e disponibile il papà di Marco. Ama la moglie e adora i suoi figli. È geologo e dedica il tempo libero a loro. È alto, magro, brizzolato; non molto bello, ma sempre elegante e soprattutto sorridente. Si chiama Domenico, ha quarant’anni ma ne dimostra di più. Sono ormai le venti e il papà di Marco con la sua famiglia raggiunge la grande sala; anche Mirabella è giunta. Gli anatroccoli, ormai rifocillati, dormono nel cesto che Marco poggia su uno dei tanti tavolini situati nella sala. I genitori di Annina, invece, sono al banco della reception e sfogliano i vari dépliant che mostrano le bellezze naturali dell’isola. Sono due persone puntuali, dinamiche e altruiste; il papà è proprio come sua figlia Annina. Si chiama Giovanni ed è biologo. La mamma Vanessa è casalinga. Sono molto diversi l’uno dall’altra fisicamente: alto e bruno lui, bassa e bionda lei. Un sentimento in comune li rende simili e in perfetta armonia tra di loro: l’amore per la loro figlia Annina. Mentre osservano i dépliant vengono colpiti da un’immagine che raffigura un laghetto pieno di anatre: Anas Wyvillian, indica la scritta sotto. Chiedono informazioni al Vacanze: cambio programma direttore dell’hotel. «Si trovano in vari posti dell’isola» riferisce il direttore «il laghetto più vicino che le accoglie è a pochi chilometri; è un laghetto artificiale». Decidono che l’indomani andranno in quel posto e vi porteranno i loro anatroccoli. La mattina seguente, tutti arrivano presto e si ritrovano presso il lago alle prime luci dell’alba. Le Anas Wyvillian sono già sveglie e beccano semi, foglie e insetti nelle acque del lago. Gli anatroccoli spiegano le ali e leggermente si adagiano sullo specchio d’acqua. Marco, Annina e tutti gli altri prendono posto, chi su una sdraio, chi su una coperta adagiata per terra, chi su sedioline. C’è lì intorno tutta la tranquillità per sfogliare il libro degli incantesimi che Marco ha sempre tenuto con sé aspettando il momento opportuno per leggerlo. Lo apre e, mentre lo sfoglia, quasi a metà libro, vede sulla pagina a sinistra un elenco di cose strane: becco di pappagallo, zampe di rospo, occhi di coccodrillo; sulla pagina a destra il disegno del medaglione, delle parole che sembrano Capitolo quinto 49 anagrammi e delle piante. Tutti si avvicinano a Marco vedendo apparire sul suo viso stupore e meraviglia. «Sono le piante in pericolo di estinzione che crescono su quest’isola» afferma il papà di Annina, il biologo. «La Brighamia insignis» aggiunge indicando la prima, «una campanula che cresce solo su quest’isola e la Munroidendron racemosum». Tutti nello stesso istante hanno lo stesso pensiero: con i fiori delle piante si otterrà probabilmente l’antidoto e con la soluzione degli anagrammi la formula magica con la quale si potrà sciogliere l’incantesimo. 50 Vacanze: cambio programma CAPITOLO SESTO The Garden Island Il papà di Marco, geologo di professione, sospira guardando il panorama: l’isola è veramente da sogno, con le spiagge di sabbia bianchissima, le valli e le cime ricoperte di un verde intensissimo, i crateri vulcanici, le spettacolari cascate d’acqua; questo luogo è un autentico paradiso terrestre. Non a caso, qui sono stati ambientati alcuni tra i film più famosi nella storia cinematografica: Indiana Jones , King Kong e Jurassic Park. L’isola è così verde e lussureggiante da guadagnarsi il soprannome di Isola Giardino. Improvvisamente il geologo interrompe i suoi romantici pensieri e corre verso la borsa della moglie da cui estrae un dépliant dell’isola e legge a voce alta: «Gran parte dell’interno è occupato da montagne ricoperte di foreste attraversate da magnifici sentieri; nella parte nord dell’isola si trova quella che è la principale attrazione, la Napali Coast, imponente per le sue scogliere a picco Capitolo sesto 51 52 sul mare, ricoperte da una fitta vegetazione e bagnate da cascate che fuoriescono dalla roccia in posizioni impossibili...» poi prosegue «sono sicuro che a Napali Coast troveremo le nostre piante perché crescono solo su sporgenze rocciose, ma ho bisogno di fare delle ricerche per individuare la zona e soprattutto l’esatta altitudine della Brighamia insignis e della Munroidendron racemosum!» In pochi secondi le sedioline, le sedie a sdraio, le coperte e, cosa più importante, il libro degli incantesimi, vengono riposti per ritornare in fretta all’hotel. Mamma Rosalba commenta: «Fortuna audaces iuvat... la fortuna aiuta gli audaci...» come ha letto in un libro di storia romana. Gli anatroccoli ritrovano dimora nel cesto e la loro mamma Aminia sembra speranzosa: crede che queste due famiglie, con intelligenza, volontà e coraggio raggiungeranno l’obiettivo finale di annullare l’incantesimo che ha trasformato la sua famiglia in anatroccoli. Una lacrima spunta nei suoi occhi mentre pensa a suo marito, il padre The Garden Island dei suoi figli, lontano da loro. I minuti, che servono a colmare i pochi chilometri tra il laghetto artificiale e l’hotel, sembrano ore. Arrivati alla reception, il biologo e il geologo, con aria professionale, pongono varie domande al portiere di turno su Napali Coast e la sua vegetazione. Le informazioni risultano da subito importanti: «La Brighamia insignis, che chiamiamo Ōlulu o Alula, si trova a un’altezza sul livello del mare fino a 480 metri, fiorisce da agosto a novembre. Ha grappoli di fiori gialli, divisi in gruppi da tre a otto. Il profumo è paragonabile a quello della lonicera. I petali sono fusi in un tubo lungo da 7 a 14 cm contenente numerosi semi. Ma cosa più importante è una pianta che si trova solo sulla scogliera Napali». “La mia intuizione è esatta” pensa il biologo. «La Munroidendron racemosum» continua il portiere «è una pianta in via di estinzione che cresce da 390 a 1.300 metri. Questi alberi in fiore perdono la maggior parte delle loro foglie durante la stagione estiva. I piccoli fiori dal colore giallo pallido pendono in lunghi grappoli sciolti. Capitolo sesto 53 54 Ma» conclude l’uomo aggiustandosi il cappello «l’unico modo per poter esplorare l’imponente e impervia scogliera e ammirare queste piante è in elicottero». Rosalba e Vanessa cercano subito di contattare telefonicamente l’agenzia dei voli ma il portiere le richiama: «Fino a domani nessun elicottero si alzerà in volo per il luau, tipica festa locale rallegrata da spettacoli di hula». Le due famiglie, con il loro prezioso cesto, tornano desolate nelle loro camere. «Occupiamo queste ore studiando il libro e i suoi anagrammi» propone Marco ad Annina «solo con la loro soluzione troveremo la formula magica con cui sciogliere l’incantesimo». Sistemati gli anatroccoli sul terrazzo, i due bambini si sdraiano a terra e sfogliano il libro fino alla pagina degli anagrammi: carceri maternita sono le parole che leggono in alto a destra vicino al medaglione, mentre sotto le figure delle due piante è scritto lame inetto nana patine. Ai bambini subito saltano in mente esempi come il famoso gioco di parole remo-more. «Bravi, bambini!» interviene la mamma, maestra elementare, The Garden Island che seduta lì vicino ascolta i due «L’anagramma consiste proprio nel trovare, con le stesse lettere di una parola, altre parole di significato diverso. Iniziate da carceri e provate a mischiare le lettere diversamente». «… Ricerca! Evviva!» gridano Marco e Annina richiamando l’attenzione degli altri componenti della comitiva. «Bene, continuiamo con maternita, ma... questa parola non segue la regola di prima: la seconda sillaba diventa la prima... ter... terminata!» intuisce Annina. «Sì! Ricerca terminata» esultano. «Non ancora! C’è da decifrare il secondo anagramma che fa da cornice alle piante raffigurate» dice il biologo. «La parola lame può diventare mela o male» interrompe Vanessa «così da patine viene fuori piante». «Male, piante che cosa vuol dire?» dice Susi. «La soluzione è nell’anagramma di inetto nana! Proviamo a formare tante parole» incoraggia Rosalba. Dopo alcuni minuti e vari fogli riempiti con parole... «Ecco la soluzione!» esulta il geologo «Male annientato piante: il male può essere annientato solo dalla Brighamia insignis e dalla Munroidendron racemosum!» Capitolo sesto 55 «Perfetto!» esclama Marco «Le nostre intuizioni erano giuste: non ci resta che andare a prendere queste piante, allora!» «Sì, ma quali parti delle piante ci serviranno? I fiori, le foglie o le radici? Forse è il momento di chiedere aiuto a Mirabella e a tutto il club delle fate buone» esorta Annina. 56 The Garden Island CAPITOLO SETTIMO Divertimento e avventura I due amici si precipitano a telefonare a Mirabella, ma non risponde nessuno. Allora decidono di andare a cercarla al villaggio Soleterra. Quando arrivano al ponte di corda e passano nel mondo magico, vanno direttamente a casa sua, dove una vicina curiosa e un po’ pettegola dice loro: «Mirabella non c’è! È andata via da un sacco di tempo! Ha lasciato un biglietto sulla porta». Annina prende il biglietto e legge ad alta voce: «Se mi volete parlare / in biblioteca dovete andare, / mi troverete vicino al terzo scaffale / a caccia di informazioni per sconfiggere il male». Allora si recano in biblioteca e trovano la loro amica indaffarata a sfogliare antichi e polverosi volumi di botanica. La salutano e le dicono: «Abbiamo scoperto la formula dell’antidoto! Sappiamo che servono due piante in via di estinzione, che crescono sulle impervie scogliere di quest’isola. Abbiamo bisogno di sapere quale parte della pianta dobbiamo usare». La fata li guarda sbalordita e poi risponde: «Fantastico! Ora sappiamo tutto quello che ci occorre per liberare la famiglia Capitolo settimo 57 58 di Aminia dall’orribile maleficio di Romualda!» Poi esclama: «I fiori… servono i fiori!» Marco e Annina scoppiano in un grido di gioia e la abbracciano; in seguito i tre amici si danno appuntamento al tramonto, sulla spiaggia, per partecipare alla festa luau. Nel frattempo i genitori dei ragazzi sono andati a comprare dei vestiti tradizionali hawaiani: camicie con stampe di fiori e colori sgargianti per gli uomini, gonne leggere e variopinte per le donne. Susi invece è andata a fare surf e ha conosciuto James, un ragazzo hawaiano che la accompagnerà alla festa. Al tramonto, il gruppo di amici si dirige verso la spiaggia, dove incontra Mirabella e James. L’amico di Susi inizia a raccontare l’origine della festa luau: «Nelle antiche isole Hawaii le donne non potevano mangiare insieme agli uomini, a causa di alcune credenze religiose. Alle donne era inoltre vietato cibarsi di alcune particolari prelibatezze. Tutto questo ebbe fine quando il re Kamehameha II, nel 1819, abolì queste usanze religiose, mangiando lui stesso in compagnia delle donne e ponendo fine a ogni tabù. Quel momento segnò la nascita della festa luau, durante la quale si mangia un piatto a base di tenere foglie di taro, un frutto tropicale simile a una patata, e pollo Divertimento e avventura arrostito nel latte di cocco. La principale attrattiva della festa moderna però è la cottura, sotto la sabbia, del maiale kalua». Nel frattempo la comitiva arriva sulla spiaggia e vede un palco sul quale c’è un gruppo di musicisti e di ballerini, che si preparano per lo spettacolo. I musicisti suonano degli strumenti caratteristici, come l’ukelele: una piccola chitarra a quattro, sei o otto corde. Con la loro musica allegra e vivace accompagnano i ballerini nelle danze tradizionali, soprattutto nella famosa hula. Indossano i tipici vestiti hawaiani colorati e svolazzanti. Vicino al palco c’è un tiki, cioè un grande totem di legno con forme umanoidi, che rappresenta uno spirito. All’improvviso quattro bellissime ragazze si avvicinano e li ricevono con allegria. Poi mettono loro attorno al collo dei lei, cioè delle collane di fiori per le donne e di perline per gli uomini. A quel punto la mamma di Annina propone: «Adesso divertiamoci! Ci ritroveremo davanti al bar a mezzanotte. Dobbiamo, però, ritornare all’hotel abbastanza presto, perché domani avremo una giornata lunga e avventurosa». La serata passa rapidamente, perché tutti si divertono un sacco: ballano scatenati l’hula e mangiano le prelibatezze della festa. Capitolo settimo 59 60 La mattina dopo le due famiglie e la fata si ritrovano nell’atrio dell’hotel puntuali ed emozionatissime. Discutono animatamente per scegliere chi andrà in elicottero. Alla fine decidono per Marco, Annina e il suo papà, il biologo, Susi, James e Mirabella. Arrivati all’eliporto, salgono su un bellissimo elicottero giallo. Susi ha un po’ di paura e ne approfitta per abbracciare James, mentre gli altri sono allegri ed eccitati. Parlano tutti contemporaneamente, finché il rumore assordante delle eliche non li ammutolisce. L’elicottero si alza in volo, passa sopra l’hotel e Annina esclama: «Guardate! Laggiù ci sono le nostre mamme! Che belle! Sembrano le regine della spiaggia». Poi sorvolano la città, il vulcano, la foresta e infine arrivano sopra le scogliere. Sono imponenti, rocciose e sembrano inaccessibili, ma sono anche meravigliose e ricoperte da un tappeto di fiori gialli illuminato dal sole. Mirabella e i due ragazzini sono stupiti da tanta bellezza. Il papà di Annina chiede al pilota di abbassarsi il più possibile vicino alla scogliera per osservarli meglio. Poi gli propone di farsi calare sulle rocce, ma James lo avverte che è troppo pericoloso e che è meglio raggiungerle in un altro modo, forse Divertimento e avventura dal mare o dalla costa. Sulla strada del ritorno, James dice: «Edward, il mio migliore amico, e io potremmo scalare la scogliera e prendere alcuni fiori. Questo è il nostro territorio e noi lo conosciamo molto bene! Non dovremmo avere grossi problemi!» Questa sembra a tutti un’ottima idea. Organizzano la scalata per quello stesso pomeriggio. Detto fatto, mentre i due ragazzi si arrampicano sulle rocce, Mirabella, Marco, Annina e suo padre aspettano su una barca un po’ preoccupati e con il naso rivolto all’insù a osservare la difficile missione. James ed Edward procedono lentamente e con molta cautela, ma riescono a raggiungere la loro destinazione e a raccogliere alcuni fiori di Brighamia insignis e di Munroidendron racemosum. Poi si lasciano scivolare giù lungo la corda di sicurezza e ritornano sulla barca tra l’entusiasmo dei loro amici. Mirabella prende in mano i fiori, li ammira stupita, li annusa e li mette delicatamente in un cestino. Domenico, appassionato di botanica, spiega: «La Brighamia, comunemente detta cavolo su un bastone, è una pianta perenne, ma di vita corta. Presenta grappoli di fiori gialli, Capitolo settimo 61 a gruppi da tre a otto, che stanno in mezzo alle foglie. La Munroidendron è un genere di pianta floreale, che vive solo nelle isole Hawaii. È monospecifico, cioè ha una sola specie ed è una pianta molto rara…» Annina lo interrompe dicendo: «Papà… stai parlando con un vocabolario troppo difficile!» Scoppiano a ridere e tornano all’albergo per cominciare a lavorare sull’antidoto. 62 Divertimento e avventura CAPITOLO OTTAVO La forza della volontà Tornati all’albergo, Marco, Annina e Mirabella cercano nel libro di Romualda la formula dell’antidoto che farà ritornare umani Aminia e i suoi figli. Ma… un libro di incantesimi malefici di una fata cattiva che si rispetti può essere facile da consultare? Certo che no! Infatti i tre aprono il libro e un altro ostacolo li aspetta: devono risolvere un indovinello per poter trovare la pagina dell’antidoto. «Oh no!» grida Annina infuriata «Prima l’anagramma… ora l’indovinello… quali altre diavolerie nasconderà questo libro prima che possiamo arrivare alla formula?» Dopo un momento di generale sconforto, Mirabella ricorda ai bambini che è la volontà la cosa che non deve mai venir meno se vogliono uscirne vincitori e aiutare Aminia e la sua famiglia, quindi, anche se un po’ arrabbiati, i due si mettono subito al lavoro per risolvere l’indovinello. Sta scritto così: Capitolo ottavo 63 Se alla pagina dell’antidoto volete arrivare i numeri di questo indovinello dovete trovare! Un rombo di vento, due grandi spaventi e trenta suoni assordanti! 64 Marco e Annina chiamano a raccolta le loro famiglie e tutti insieme si arrovellano per risolvere l’enigma. Dopo un po’ di tempo… «Certo! 1230!» grida Marco esultante «1 è il rombo del vento, 2 gli spaventi e 30 i suoni assordanti! In fondo era piuttosto semplice!» Subito sfogliano il libro e arrivano a pagina 1230, ma la perfidia di Romualda non ha fine: quella pagina è strappata. Ora Annina è proprio nera! «Lo sapevo! Lo sapevo che quel libro non ci avrebbe reso le cose tanto facili! Stupido libro… GRRR!» grida Annina. «E adesso cosa facciamo?» dice il papà di Marco. Mirabella si accorge che proprio in fondo alla pagina c’è una scritta quasi illeggibile e lo dice agli altri: «Alcoce auq alcoce al e al gipana cimoriraprà!» La forza della volontà «Un altro anagramma! E basta! Non se ne può più!» sbuffa il papà di Annina. Ma non hanno alternative: se vogliono preparare l’antidoto, devono risolvere anche questo anagramma. Ormai sono diventati bravissimi e in pochissimo tempo trovano la soluzione: eccola qua, eccola là/ e la pagina ricomparirà. La pagina si ricompone e finalmente si possono leggere gli ingredienti: tre petali di Brighamia, due petali di Munroidendron, due grammi di polvere di ali di fata, dieci gocce di acqua del pozzo incantato e una lacrima di sirena! Con la pozione si bagnerà il sacro amuleto, che dovrà poi essere gettato nel cratere del Mauna Loa. «Beh! Facile no?... Dove la troviamo una sirenaaaaaa!» grida ancora più forte Annina. «A Soleterra le sirene ci sono... poche e difficili da vedere, ma... esistono!» Così Annina, sperando di trovare la bellissima creatura, con Marco e Mirabella si incammina verso Soleterra. Giunti nel mondo fantastico, raggiungono una spiaggia splendida con coste alte e rocciose, ricca di palme e con un mare limpidissimo che manda bagliori così lucenti da sembrare diamanti. Capitolo ottavo 65 66 I tre stanno camminando lentamente sulla battigia e scrutando le acque, quando a Marco sembra di vedere una macchia scura, là, in fondo, vicino a uno scoglio. Chiama Mirabella e Annina e indica un punto tra le onde. Non credono ai loro occhi: quello che vedono è proprio una sirena! Increduli ma felici, si tuffano nell’acqua per raggiungere la bellissima creatura e Marco, troppo tardi, si ricorda che non sa nuotare e sta rischiando di annegare. La sirena si stacca dallo scoglio e, con due battiti di pinna, lo raggiunge e lo porta in salvo a riva. «Grazie! Grazie!» dice Marco ancora tremante per il pericolo scampato. La sirena lo guarda con dolcezza e scivola in acqua ma Annina la rincorre, le spiega velocemente quello che ha fatto Romualda e le chiede una lacrima. «L’unico modo per farmi piangere è quello di farmi ridere a crepapelle!» risponde la sirena. «A questo ci penso io» dice Marco ormai ripresosi del tutto dallo spavento. «Ascolta questa barzelletta: un dottore chiede a un paziente cosa mangia a colazione. Il paziente risponde: “Polenta!” e il La forza della volontà dottore ribatte: “E a pranzo?” Risponde ancora il paziente: “Polenta!” Il dottore: “E a cena?” Paziente: “Polenta!” Allora il dottore un po’ preoccupato chiede: “E… come va la digestione?” Il paziente tranquillamente risponde: “Eh! La digestione è un po’… lenta!”» «Ah, ah, ah, ah!» ride la sirena, così tanto che comincia a piangere e Annina raccoglie in una boccettina una lacrima; infine, sempre ridendo, la sirena li saluta e lentamente si immerge nelle acque. I due bambini e la fata si recano allora nel villaggio per preparare, finalmente, la pozione. Mirabella con una scrollatina recupera la polvere di ali di fata, poi raccoglie le dieci gocce d’acqua dal pozzo incantato. Mescola il tutto e versa la pozione sull’amuleto magico. «Ora dobbiamo subito andare in cima al vulcano e gettare l’amuleto nel cratere!» esclama Mirabella. I tre tornano all’albergo, avvisano i genitori che la pozione è fatta, prendono lo zaino con gli anatroccoli e corrono all’elicottero giallo; salgono a bordo, decollano e scendono proprio vicino alla bocca del cratere. Marco prende l’amuleto magico e lo getta nella cavità. I tre aspettano… aspettano… ma non succede nulla. Stanno Capitolo ottavo 67 per urlare dalla delusione quando si accorgono che dal vulcano esce un fumo, bianco come la neve più candida, che si sta espandendo intorno. Lo zaino si strappa e riprendono corpo Aminia e i suoi figli. Tutti si sentono più forti e coraggiosi: il fumo, caricato del potere dell’amuleto e della pozione, ha fornito loro uno scudo perenne per proteggerli da Romualda. Annina ha la prontezza di prendere la boccettina e di aprirla: deve conservare un po’ di fumo magico per far trasformare il papà pettirosso. 68 La forza della volontà CAPITOLO NONO La ballata Babo, Babu, Hasani, Kobbi e Fifi possono abbracciare la loro mamma Aminia che finalmente può stringerli fra le braccia e non più proteggerli solo con le ali, e lo fa con una tenerezza infinita. Sembra quasi volerli soffocare di baci tra lacrime di gioia. La commozione ammutolisce tutti i presenti e le lacrime parlano per loro. All’improvviso, a rovinare quel magico e bellissimo momento, un fulmine viola squarcia il fumo bianco. Domenico, il papà geologo di Marco, guarda esterrefatto ciò che sta accadendo. Nessun libro ha mai raccontato nulla di simile. Ne è quasi contento. Forse questa avventurosa vacanza gli porterà una fama mondiale... In un attimo, però, il fumo diventa una nebbia scura che avvolge e nasconde tutto e tutti. Mirabella non ha dubbi: è opera della perfida Romualda! Marco, Annina e tutti gli altri iniziano a correre il più velocemente possibile verso Soleterra per cercare un rifugio. Mirabella conosce un passaggio segreto, ma nessuno riesce a Capitolo nono 69 70 seguirla. Il fumo nero nasconde tutto! Alla spiaggia si fermano per riprendere fiato. Nessuno parla. Il silenzio è rotto solo dal rumore delle onde che ritmicamente si infrangono sulla riva. La grande paura è passata, ma l’inquietudine rimane. Che fine ha fatto Mirabella? Dov’è Romualda? Nessuno osa nominarla. Tutti però pensano a lei. Solo adesso notano che il tiki della festa luau è ancora lì, accanto a loro. Aminia lo fissa incuriosita: la sera prima era ancora una papera e non aveva partecipato alla festa hawaiana. Un movimento improvviso. Un battito di ciglia di una delle figure umanoidi del totem di legno non le sfugge. Non dice nulla. Sente però che è giunto il suo momento. Tocca a lei sconfiggere la perfida Romualda, ma non sa proprio da che parte incominciare. In quel momento però la coglie un ricordo inaspettato: il suo caro nonno che la incoraggiava a superare le difficoltà con dolcezza e fermezza. «Non arrenderti mai se vuoi veder realizzati i tuoi sogni, combatti le avversità con la volontà: le paure si sbricioleranno e tu ne uscirai più forte». Allora prende per mano i suoi figli, intona una triste cantilena e inizia una danza lenta tipica del suo villaggio in Camerun. La ballata «Il faut vaincre la méchante sorcière qui menace la planète entière. Main dans la main faisons une chaîne pour battre le mal chantons cette rengaine: ce que la force de volonté peut faire c’est vraiment extraordinaire!» Sentendola, tutti si uniscono ai suoi movimenti. Passano pochi secondi e il totem inizia a dimenarsi. Lancia schizzi di lava e saette, dall’interno fuoriescono urla stridule, poi i suoi movimenti causano un terremoto che scuote con violenza la terra. La Montagna Mostruosa si disintegra in mille pezzi e con lei il clan Oscuraterra. Contemporaneamente le onde del mare iniziano a ritirarsi e al largo si forma inspiegabilmente un’onda enorme. James ed Edward non perdono tempo: prendono le tavole da surf e iniziano a cavalcarla con una bravura straordinaria. D’un tratto il muro d’acqua si abbatte sulla spiaggia travolgendo ogni cosa. Sembra veramente la fine di tutto! Capitolo nono 71 72 Aminia e i suoi piccoli ex anatroccoli, Marco, Susi, Annina e i loro genitori cercano disperatamente di nuotare, ma la forza dell’acqua li prende, li porta in alto, poi in basso, li capovolge, li scrolla, li sposta di lato… Si sentono come panni nella centrifuga di una lavatrice! La disperazione comincia ad avere il sopravvento. Non ce la fanno più. Tutte le loro fatiche non sono servite a nulla. Romualda ha vinto. Nel frattempo i surfisti, saldamente incollati alle loro tavole, riescono a sfruttare l’onda e raggiungono Soleterra. Raccontano alle fate l’accaduto. Non c’è più tempo. Ci vuole una magia! Mirabella raccoglie tutte le sue forze, si rannicchia nel Pozzo Incantato, poi mostra la sua vera natura di fata: spiega al vento le sue ali di madreperla e si alza in volo nel cielo scuro, su quell’acqua vorticosa in cui si trovano i suoi amici. Sparge nell’aria alcune gocce d’acqua magica, che trasforma ciò che ognuno desidera in realtà, e le ultime lacrime di sirena che ha conservato. Come d’incanto i naufraghi si ritrovano nel villaggio Soleterra. Sono sfiniti, se la sono vista proprio brutta, ma sono tutti sani e salvi! Mirabella li sazia con l’acqua magica, le mamme e i papà La ballata abbracciano i loro figli, ancora increduli di essere vivi. Che terribile avventura! E che pericolo hanno corso! «Ma… il totem?» esclama Susi che ora più che mai teme l’ira di Romualda. «Eccolo lì, incastrato nel pozz…» Marco non riesce a finire la frase. Al contatto con l’acqua magica, la scultura di legno diventa davanti a loro volpe, tartaruga, pettirosso, anatroccolo, vecchietta, anatra. Improvvisamente, però, si calma e resta immobile. Nessun rumore proviene dall’interno, né fuoriescono lava e fulmini. Poi, di colpo comincia a emettere dalla bocca un fumo bianco che lo avvolge. Di nuovo nessuno osa parlare. Tutti indietreggiano terrorizzati. Le emozioni di quella giornata sono state veramente troppe! In pochi minuti il fumo si dirada: il totem è sparito. Sul bordo del pozzo c’è un piccolo bozzolo candido come la neve. Capitolo nono 73 CAPITOLO DECIMO Il potere della buona volontà Tutti guardano quel bozzolo vicino al pozzo: sono sorpresi, a dire il vero, pietrificati nel vederlo. Nessuno vuole toccarlo o aprirlo né osa immaginare cosa possa accadere ancora. Lo riguardano una seconda volta, finché Aminia, timorosa, fa un passo avanti e intravede una piccola e stretta spaccatura dall’interno della quale le sembra di percepire una voce tremante. Atterrita, fa un passo indietro chiedendosi di chi possa essere quella voce. Edward fa notare: «È un suono dolce, incerto…» Ma di nuovo, proprio in quel preciso istante, la voce lieve ripete: «Sono io, Romualda, sono io, credetemi!» È realmente la perfida Romualda che li implora e, addirittura, chiede aiuto. Nessuno riesce a spiegarsi come ciò sia possibili finché non è proprio lei a svelare il mistero: «Tutte noi fate, buone o cattive, abbiamo origine da un piccolo e semplice bozzolo. Ora mi viene offerta la possibilità di rigenerarmi e redimermi, insomma... Capitolo decimo 75 76 di cambiar vita! Vi sembrerà incredibile, ma sono io ad aver bisogno di voi! La vostra forza di volontà ha stravolto tutte le leggi del male su cui era costruito il regno Oscuraterra. La vostra caparbietà, l’amore, l’amicizia e la solidarietà, che vi hanno sostenuti e uniti, non potevano che distruggere la Montagna Mostruosa e annullare ogni forma di maleficio. Anch’io, a mia volta, ne sono stata vittima. Io… io sono la sorella di Mirabella, ma siamo state divise alla nascita. Nostra madre apparteneva al regno di Oscuraterra, mentre mio padre a quello Soleterra. Sono cresciuta con mia madre e il suo odio e la rivalità tra i miei genitori hanno nutrito la mia sete di vendetta, il mio rancore, procurandomi una malvagità profonda. Ma voi avete dimostrato come tutto ciò…» Romualda comincia a piangere e quelle lacrime mostrano anch’esse un potere incredibile: il bozzolo si apre come d’incanto e emerge una immagine accecante e radiosa. Nessuno dei presenti poteva immaginare d’aver combattuto con ogni forza contro quella che ai loro occhi appare, ora, come la più bella e la più dolce tra le fate. La rigenerazione è avvenuta. Il vero pentimento e la realizzazione di un’opera di buona Il potere della buona volontà volontà ne sono le condizioni necessarie. Aminia, come tutti, è stravolta e singhiozza silenziosamente, interrompendo quel momento. Marco le chiede: «Cosa c’è ? Ce l’abbiamo fatta! Non è incredibile?» «No» replica lei «mio marito è ancora vittima dei malefici di questa maga, strega, fata… non so più come definirla; tuttora è imprigionato nel corpo di un pettirosso!» La interrompe Romualda: «La seconda condizione perché io possa sopravvivere e mantenere queste sembianze è che io realizzi un’opera di buona volontà. Sarò proprio io a restituire a tuo marito il suo aspetto!» Un nuovo tremendo terremoto scuote la terra e tutte le fate imprigionate, ora libere di mostrarsi in tutta la loro bellezza, straordinariamente accorrono e circondano Romualda chiamandola ora Romubella. «Sì, perché ora, come le sembianze, anche il nome diventa degno di una fata buona. Ma non c’è più tempo da perdere... Il viaggio straordinario deve concludersi, bisogna assolutamente tornare in Italia e liberare papà pettirosso!» dice Romubella. Quelle parole confortano Aminia che afferra i figli e tutti insieme, rapidamente, ritornano in albergo. Non sanno ancora Capitolo decimo 77 78 cosa succederà e come organizzarsi ma sono certi che, questa volta, Romubella li aiuterà. Presto fatte le valigie, sono tutti in aeroporto. Il primo volo disponibile riporterà tutti a casa ma quel sole, quel mare, l’incredibile avventura, Edward e James rimarranno nel cuore di tutti… di Susi in particolare. Emozionatissima, infatti, saluta i due amici con la promessa di rivedersi al più presto, magari l’estate successiva: il loro aiuto è stato a dir poco prezioso! Ma Romubella non c’è! Quando li raggiungerà? Dov’è finita? Non c’è più tempo per pensare, è ora di partire e Aminia è nuovamente sconfortata: «Parole, parole ma Romubella se è veramente cambiata, perché ora non è qui con noi?» I figli con Annina a Marco la consolano durante tutto il volo ma invano. Il viaggio sembra durare una eternità e, finalmente giunti a casa, il pensiero di tutti è correre da Asia e Antonio, dove li attende il povero pettirosso. Romubella li sorprende nuovamente: è già lì che li aspetta. Aminia non riesce a trattenersi dal chiederle, stupita, come abbia fatto a trovarsi lì e prima di loro. Il potere della buona volontà «Nulla è impossibile a una fata che voglia redimersi! Sono qui per te, per riparare le mie malefatte, come promesso. Devi credermi!» Ci sono tutti: Aminia, i suoi figli, Annina e Marco con i loro genitori e non sanno cosa aspettarsi, finché, all’improvviso, tutte le fate buone appaiono e si prendono per mano e con Romubella aleggiano circondando la gabbia. Avviano una danza e intonano un canto: «Il bene vince sempre, il male è perdente la buona volontà tutto potrà e la malvagità con la sua oscurità si disperderà!» E le lacrime di commozione di Romubella, unite a quelle ancora conservate della sirena, annullano il maleficio e il pettirosso torna a essere il padre affettuoso che era e può baciare i suoi cari. Tutti esultano e felici si stringono in abbracci festanti. La famiglia è finalmente riunita. Marco e Annina sono orgogliosi e commossi, come anche Romubella, che è riuscita a riscattarsi. Capitolo decimo 79 Ora rimarrà per sempre una fata buona con quella sua straordinaria nuova bellezza. Per tutti l’avventura è stata un’esperienza indimenticabile e l’insegnamento che ne hanno tratto lo è altrettanto: il male crea caos e disordine, ma non bisogna sottomettersi a esso, anzi, piuttosto è necessario opporvisi con tutte le proprie forze, sostenuti sempre dalla volontà buona. 80 Il potere della buona volontà Una squadra vincente La scoperta di mondi fantastici Comincia l’avventura Un tuffo nella realtà Vacanze: cambio programma The Garden Island Divertimento e avventura La forza della volontà La ballata Il potere della buona volontà APPENDICE 1. Una squadra vincente Istituto Comprensivo di Cesa (CE) - gruppo classe IV C/D Dirigente Scolastico Pietro Corvino Docente referente della Staffetta Carmela De Rosa Docente responsabile dell’Azione Formativa Carmela De Rosa Gli studenti/scrittori: IV C - Barone Lorenzo, Bencivenga Letizia, Bortone Cesario, Bortone Salvatore, D’Ambrosio Raffaele, D’Errico Michele, Di Grazia Giuseppe Maria, Esposito Cesario, Guarino Nicola, Iamicella Giada, Macallè Luisa, Mangiacapre Salvatore, Oliva Lorenzo, Pera Iolanda, Rea Antonio, Riflettivo Fabio, Scarano Asia, Verde Lisa. IV D - Ben Abdallah Sonia, Bencivenga Raffaele, Borzacchiello Antonio, Cerrato Angelica, D’Orazio Simona, Di Luise Antonietta, Falcone Emilia, Ferriero Cesario, Ferriero Rosa, Fioretto Antonio, Gentile Agnese, Libraro Gabriele, Mangiacapre Daniele, Oliva Costanza, Oliva Luigi, Omero Luigi, Raia Fatima, Tammaro Sara, Vassallo Beatrice, Vitale Elvira. Il disegno è stato realizzato da tutta la classe APPENDICE 2. La scoperta di mondi fantastici Istituto Comprensivo “Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe IV B Dirigente Scolastico Cecilia Amodio Docente referente della Staffetta Angela Marrone Docente responsabile dell’Azione Formativa Giovanna Paola Di Caprio Gli studenti/scrittori della classe IV B Mattia Adamo, Ludovica Alesio, Martina Arzillo, Bruno Bortone, Sara Cacciapuoti, Antonio Cecere, Piofrancesco D’Alesio, Francesca Pia D’Angelo, Domenico Dello Iacono, Chiara Di Lella, Annalaura Di Pascale, Gaia Carla Di Pascale, Alessio Gaetano Farinaro, Nicola Paolo Farinaro, Camilla Ferrandino, Diletta Fierro, Ya Ting He, Vincenzo Illiano, Roberta Pagliuca, Carmine Pisciotta, Flavia Sabatini, Timoty Serluca, Alessia Rebecca Tamburrino. Il disegno è stato realizzato da Ya Ting He Hanno scritto dell’esperienza: “...Due settimane fa, la Maestra Gianpaola, la nostra maestra di Italiano, ci ha proposto di scrivere parte di un libro, il Secondo Capitolo della Staffetta di Scrittura Creativa. Inizialmente eravamo un po' spaventati/e, ma quando abbiamo iniziato il lavoro, ci siamo entusiasmati/e. Per noi questa esperienza ha significato molto, perché abbiamo potuto esprimere le nostre idee, la nostra fantasia e collaborare tra noi. E poi ci siamo divertiti/e tantissimo!” APPENDICE 3. Comincia l’avventura Istituto Comprensivo di Pellezzano plesso Via Amendola Capezzano (SA) – classe V Dirigente Scolastico Giovanna Nazzari Docente referente della Staffetta Maria Trivigno Docente responsabile dell’Azione Formativa Maria Trivigno Gli studenti/scrittori della classe V Samuele Bisogno, Christian Borsa, Matteo Bove, Caterina D’Urso, Gianmarco Donesi, Alessia Lina Ferrara, Kristinka Kubath, Domenico Pierro, Alessio Pulvani, Gianni Romeo, Federico Sortino, Alessio Scognamiglio, Massimiliano Tysarovskyy, Alessandra Viola , Vincenzo Vitolo. Il disegno stato realizzato da Samuele Bisogno Hanno scritto dell’esperienza: “...Stamattina, guardando i miei alunni che, col capo chino sui quaderni o col viso pensoso rivolto verso punti imprecisati, svolgevano il compito assegnatogli, mi sono persa nel ricordo delle espressioni vivaci, decise di alcuni, più riflessive di altri che solo pochi giorni fa accompagnavano il fuoco d’artificio di idee del primo brain storming su come impostare il capitolo che stavamo per scrivere…ed è stato un attimo: non mi sono accorta dello scivolone che il pensiero faceva allontanandosi dalla correzione delle verifiche, portandomi a riflettere che i “puffetti trotterellanti” che conobbi in prima si sono decisamente trasformati in “superpuffi giganti”, alcuni dei quali alti quasi quanto me (e non sarò altissima ma nemmeno viaggio rasoterra!). ho scoperto che la Staffetta ci ha accompagnato per gran parte di questo percorso, aiutando i miei “puffi in crescita” a scoprire nuove magie della nostra splendida lingua, a provarsi sperimentando, a definirsi. Il tutto mentre si comprendeva sempre meglio la bellezza e l’arricchimento della relazione non solo col vicino ma anche e soprattutto col lontano, ingrandendo e cementando quel magico rapporto che lega un insegnante e i suoi alunni, specialmente quando insieme cooperano a creare qualcosa: loro gli atleti, io il coach ( nonché massaggiatore, cheerleader, addetto stampa...) Ringrazio la Bimed per avere permesso questa splendida avventura, i genitori dei miei alunni che hanno saputo apprezzare l’opportunità offertaci da questa Associazione di Enti Locali per l’educational e la cultura che nasce ed opera proprio nel nostro territorio ma, principalmente, ringrazio i miei alunni, quei “miracoli” che amo così come sono e con cui sto condividendo tanto”. APPENDICE 4. Un tuffo nella realtà Istituto Comprensivo di Borgaro Torinese (TO) scuola primaria - classe IV C Dirigente Scolastico Liliana Bodini Docente referente della Staffetta Patrizia Ferri Docente responsabile dell’Azione Formativa Elena Maria Armand Gli studenti/scrittori della classe IV C Mattia Accardi, Gabriele Alfonzo, Lorenzo Allera, Alessandra Bertino, Federico Bissoli, Gabriel Buda, Daniel Coccifero, Alessia Gagliardi, Noemi Illiano, Giorgia Martinelli, Gaia Medici, Oscar Monsolino, Cristian Pappalardo, Fabrizio Puzzutiello, Eleonora Rossini, Samuele Scardino, Clarissa Taliente, Daniela Tasca, Francesco Turchio, Marianna Vallone, Alice Vittorio, Edoardo Zambito Il disegno è stato realizzato da: tutta la classe Hanno scritto dell’esperienza: “. . . La Staffetta è un percorso di lettura e scrittura che ci accompagna per tutto l’anno. Abbiamo scritto il capitolo in gruppi cooperativi: prima abbiamo condiviso la traccia prendendo le idee di tutti e mettendole in sequenza sulla lim, poi ogni gruppo ha elaborato una sequenza della storia che, infine, gli altri gruppi hanno migliorato e completato. Insieme abbiamo assemblato alla lim tutto il capitolo inserendo le frasi di collegamento tra le sequenze. È un’esperienza unica che solo chi partecipa alla Staffetta può comprendere: attendere il capitolo, scrivere utilizzando gli spunti ricevuti, rinunciare a uno sviluppo perché la storia ha preso una rotta diversa dal previsto, lasciare alla squadra successiva la possibilità di procedere, leggere il seguito della storia. L’aspetto più entusiasmante è partecipare a una comunità di scuole e di bambini come noi che credono nella forza creativa dello scrivere”. APPENDICE 5. Vacanze: cambio programma Istituto Comprensivo “Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe IV D Dirigente scolastico: Cecilia Amodio Docente referente della Staffetta: Angela Marrone Docente responsabile del capitolo Giustina Coviello Gli studenti / scrittori della classe IV D Abbagnano Emmanuele, Barbato Manuela, Buanne Giulia, Burgan Adriano, Cantone Guido Maria, Cervo Olga, Ciocchi Francesco, Cristofaro Giustino, D’angelo Pasqua Daniela, De Quattro Giuseppe, De Santis Antonia, Delle Puca Davide, Fidentea Marco, Iavazzo Emanuele, Nugnes Luciano, Oliva Lorenzo, Ottica Maria, Pavia Damiano, Pellecchia Ciro, Puca Romina, Raniello Aurora, Serra Elio, Solla Nicolas, Solla Serena, Tambaro Raffaele, Venosa Manuel Il disegno è stato realizzato da: tutti gli alunni. Hanno scritto dell’esperienza: “...La partecipazione alla “Staffetta Scrittura Creativa” è stata un’esperienza nuova, positiva e stimolante. Ha permesso agli alunni di sentirsi protagonisti e artefici di una loro invenzione. Tutti hanno dato il loro contributo per la stesura del capitolo. Sono stati attenti all’ascolto della lettura dei capitoli precedenti e motivati ad una ricerca di carattere scientifico-geografico. Hanno proposto idee sullo sviluppo della trama, descritto luoghi e persone e organizzato dialoghi, arricchendo così le loro capacità linguistiche. È stato un bellissimo gioco”. APPENDICE 6.The Garden Island Istituto Comprensivo di Sant’Angelo a Cupolo plesso scuola primaria di Calvi (BN) – classe IV A Dirigente Scolastico Maria Luisa Fusco Docente referente della Staffetta Maria Stella Meoli Docente responsabile dell’Azione Formativa Maria Stella Meoli Gli studenti/scrittori della classe IV A Giovanni Antonaccio , Carmen Belmonte , Anastasia De Nisco , Matteo Del Prete, Claudio Di Salvo, Federica Micco ,Giada Mogavero, Chiara Pignone, Gennaro Russo,Giorgia Serino , Elena Rachele Sordillo, Francesco Faustino Zampetti, Alessia Zullo e con la partecipazione straordinaria di Morena Il disegno è stato realizzato da: Giovanni Antonaccio e Francesco Zampetti. Hanno scritto dell’esperienza: “In un’epoca in cui sembra che solo le immagini possano raccontare emozioni, torniamo a riscoprire il potere della parola” “Le parole si raccolgono qua e là” “Prima di scriverle le storie si raccontano”. Chi scrive in ogni frase si deve fare quattro domande: 1. Che cosa sto cercando di dire? 2. Con quali parole lo esprimerò? 3. Quale immagine o modo di dire lo renderà più chiaro? 4. Potrei dirlo più brevemente? APPENDICE 7. Divertimento e avventura Scuola Statale Italiana di Madrid - classe V C Dirigente Scolastico Cosimo Guarino Docente referente della Staffetta Marco Madaro Docente responsabile dell’Azione Formativa Giuliana Collesei Gli studenti/scrittori della classe V C Marina Anton Piolanti, Assia Avogadro Di Vigliano, Mauro Barrachina Torres, Lorena Bejar Schillaci, Martina Bermejo Mendez, Dante Bertucci, Allegra Cassinelli, Matteo Cerioni Serret, Marta Concato Iraizoz, Chiara Dozza Lopez, Henar Duque Escudero, Ana Entrena Bufalà, Daniela Fernandez Folgado, Jorge Fernandez Iruzubieta, Sebastian Galvez Villarruel, Paolo Giacomo Guillen, Maria Jorro Linares, Giovanni Maserati, Miguel Muñoz Moreno, Simone Pallassini, Christian Panisello, Candela Piccioni Frias, Daniel Quirante Grao, Marco Rodriguez Serafin, Luca Scotti Il disegno è stato realizzato da Ana Entrena Bufalà e Martina Bermejo Mendez. Hanno scritto dell’esperienza: “...All’inizio non eravamo molto entusiasti, perché questa storia, con qualche ingrediente magico, ci sembrava una cosa da piccoli e ci annoiava un po’. Scrivere il settimo capitolo però è stata un’esperienza molto bella, perché abbiamo lavorato su una parte della storia molto concreta e interessante. Come ogni anno, noi facciamo questo lavoro, tutti insieme, con la Lavagna Interattiva: raccogliamo le idee, scriviamo il testo sulla lavagna, lo rileggiamo molte volte e lo correggiamo”. APPENDICE 8. La forza della volontà Istituto Comprensivo Rovigo IV Scuola Primaria “A. Maini” Borsea (RO) – classe V Dirigente Scolastico Paola Malengo Docente referente della Staffetta Maria Enrica Samiolo Docente responsabile dell’Azione Formativa Cristina Magri Gli studenti/scrittori della classe V Asemota Kelvin, Astolfi Chiara, Borgato Angela, Bregolato Sara, Campisi Sebastiano, Galuppi Tommaso, Giordani Agnese, Malagugini Martino, Masin Michele, Mergola Andrea, Merlin Thomas, Mudu Alessia, Nordine Zaynab, Onoho Ebuka, Pellegrini Francesca, Pellielo Luca, Ruzzante Tommaso, Saladino Lorenzo, Sasso Dennis, Secondi Alessandro, Trombini Anna, Vanzan Matteo, Zabata Wiam. Il disegno è stato realizzato da Zabata Wiam Hanno scritto dell’esperienza: “...L’esperienza è stata molto bella; agli alunni è piaciuto molto lavorare a gruppi ed inventare insieme anagrammi, indovinelli e barzellette e fare ricerche sulle isole Hawai. È stato interessante anche guidare le loro discussioni e i loro scambi di opinioni su come la storia avrebbe potuto proseguire. Sicuramente questa è una modalità di lavoro che utilizzeremo ancora durante i lavori in classe. Sono molto curiosi di leggere i prossimi capitoli per sapere come andrà a finire la storia”. APPENDICE 9. La ballata Direzione Didattica Statale II Circolo Mondovì (CN) - gruppo classe III/IV Dirigente Scolastico Vilma Peirone Docente referente della Staffetta Anna Bertazzoli Docente responsabile dell’Azione Formativa Anna Bertazzoli Gli studenti/scrittori: del gruppo classe III/IV Hanno partecipato alla staffetta tutti i 46 alunni del plesso di via Cuneo in un grande lavoro di gruppo Il disegno è stato realizzato da Oscar Basso Hanno scritto dell’esperienza: “...È questa la nostra prima esperienza di staffetta creativa e il risultato ottenuto è stato importante in quanto l’attività decisamente stimolante ha richiesto la partecipazione attiva di tutti i bambini. Grande e straordinario il loro coinvolgimento: inizialmente è stato interessato un gruppo di alunni di classi diverse che hanno però “contagiato” i loro compagni. Così la staffetta è diventata uno strumento didattico interdisciplinare di plesso che ha valorizzato l’aspetto emozionale e creativo dei bambini ed ha permesso a noi insegnanti di perseguire numerosi obiettivi formativi, quali stimolare l’interesse alla lettura ed alla scrittura, motivare all’apprendimento, rafforzare l’autostima, potenziare l’ascolto attivo e le capacità comunicative ed espressive. Scrivere il nostro capitolo è stato un gioco divertente e creativo. Dall’incipit in poi si è notata una crescente motivazione e ridotta al minimo la presenza passiva, grande era l’attesa per l’uscita dei nuovi capitoli, alcuni alunni si interrogavano sui possibili sviluppi della vicenda… Si è fatta esperienza concreta dell’importanza della pianificazione e della collaborazione per raggiungere uno scopo comune, con discussioni e confronti costruttivi. Il mettersi in gioco ciascuno con le proprie caratteristiche, competenze ed esperienze, ha trasformato la staffetta in un compito autentico, un’attività reale sicuramente importante per il processo di costruzione del proprio sapere. Grazie alla tutor Isabella per i suoi preziosi suggerimenti e per la sua disponibilità”. APPENDICE 10. Il potere della buona volontà IV Circolo Didattico “M. Mari” Salerno - classe IV D Dirigente Scolastico Liliana Dell’Isola Docente referente della Staffetta Giuseppina Pucciarelli Docente responsabile dell’azione formativa Mariarita Di Gilio Gli studenti scrittori della classe IV D Aliberti Emilio, Antinolfi Marina, Bolognese Alessandra, Cammarota Francesco, Casola Annapaola, Citro Aldo, Coppola Alessandro, D’Amico Giulia, De Santis Alessia, De Sio Giulia, Di Mauro Francesco, Ferro Luciana, Ginepro Gabriele, Landolfo Francesca, Lanzara Fabiana, Lanzara Marisa, Margiotta Domenico, Napoli Lorenzo, Pandolfo Francesco Pio, Proto Maurizio, Renna Gian Maria, Rosiello Costantino, Taiano Martina, Tierno Alessandra, Troisi Federica, Volpe Miryam. Il disegno è stato realizzato da Luciana Ferro Hanno scritto dell’esperienza: “...Ci sentiamo protagonisti, è stato avvincente ed emozionante”. NOTE INDICE Incipit di GIULIA MARENGO......................................................................... pag 17 Cap. 1 Una squadra vincente ...........................................................................» 21 Cap. 2 La scoperta di mondi fantastici ........................................................» 27 Cap. 3 Comincia l’avventura ............................................................................» 33 Cap. 4 Un tuffo nella realtà ...............................................................................» 39 Cap. 5 Vacanze: cambio programma .............................................................» 45 Cap. 6 The Garden Island ...................................................................................» 51 Cap. 7 Divertimento e avventura ....................................................................» 57 Cap. 8 La forza della volontà… .....................................................................» 63 Cap. 9 La ballata ...................................................................................................» 69 Cap.10 Il potere della buona volontà ..........................................................» 75 Appendici ..................................................................................................................» 83 Finito di stampare nel mese di aprile 2015 dalla Tipografia Gutenberg di Fisciano (SA), Italy ISBN 978-88-6908-084-5