AM Underground N.4 Gennaio

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AM Underground N.4 Gennaio
Liceo Linguistico, Sociopsicopedagogico, delle Scienze Umane e Musicale
“Alessandro Manzoni” di Varese.
Anno scolastico 2013/2014
wait, what’s in here?
La redazione e l’editoriale
Brand New Eyes
Keep Calm and Dream On!
Il Diario di Bridget Jones
Everybody Loves Music
Piccolo Grande Amore
Ciak... si gira!
Let’s Read, Let’s Dream!
Dear Diary
Scusate Se Mi Intrometto
La Posta Del Cuore
Le Domande Essenziali Irrisolvibili
Horroroscopo
pag. 3
pag. 4
pag. 7
pag. 8
pag. 9
pag. 11
pag. 11
pag. 13
pag. 15
pag. 17
pag. 19
pag. 20
pag. 22
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la redazione:
Monica Lucioni aka LaLucions
Irene Scavello aka shiveredbones
Alessandra Pelozzi aka dandelion
Chiara Caliolo aka Tali
Chiara Ricci aka Picci
Denise Dengo aka Deny
Denys Guante aka Lucia Bonbon
Barbara Talarico aka Babi
Gloria Longhini aka Glo
Holly
Houda Latrech aka Nour
LaDidoné
Letizia Giamporcaro aka Tita
Ludovica Motta aka Vica
Mel
EDITORIALE:
Buonsalve cuccioli di Manzoni, ben ritrovati in
questa verdeggiante isola di felicità che è l’A.M.
Underground! Tutti gli indigeni del luogo (ovvero i fantastici componenti della redazione) vi
augurano uno scoppiettante 2014! Quest’anno
abbiamo proprio iniziato col botto, o col crollo,
direi. Che sottilissima ironia halfy, le mie congratulazioni. Le congratulazioni sono d’obbligo
ai sopravvissuti al crollo del soffitto, direi!
*Lucions emula alla perfezione il saluto militare* Non capisco come mai non mi abbiano ancora dato il grado di generale supremo, viste le
mie palesi capacità. Perché ti spaventeresti alla
vista di un piccolo ragno sul muro? Allora, chiariamoci subito, i militari non sono addestrati
per missioni così estreme come togliere i ragni
dal muro, per quello ci sono i corpi speciali dei
Marines e le mamme.
Poveri piccini, se pensi alle loro grandi potenzialità, sono molto sottovalutati. Alla fine lo
diceva anche Hagrid, “seguite i ragni”. Perdona
se mi permetto di dissentire, ma io mi schiero
totalmente dalla parte di Ronald. “perché non
poteva essere seguite le farfalle?”. Le farfalle
sono estremamente più gradevoli e millemila
volte meno pelose.
Voglio dire, se io mi devo torturare e farmi la
ceretta, anche i ragni potrebbero avere la buona creanza di farsela. Ma anche inutili, vivono
solo un giorno, poi schiattano. In più potresti
prendertela anche con gli esseri umani di sesso
maschile, a loro la ceretta non viene mai imposta.
Quanto sei venale, la bellezza della farfalle è
fine a se stessa, suvvia. Anche De Andrè cantava
delle rose che vivono solo un giorno, non cogli il
senso poetico della cosa. E tanto per la cronaca
aspetta che io diventi generale supremo, e poi
vedremo se la ceretta non sarà imposta ai maschi. Queste future normative mi ispirano molto.
A ognuno il suo, alla fine.
Di cosa dovevamo parlare stavolta..?
Niente di che, solo augurare un anno pieno di
unicorni e arcobaleni di zucchero filato a tutti
quanti. (Comunque, per continuare la cronaca,
qui i nonni della Scav la chiamano e poi le mettono giù il telefono in faccia.) Che teneri, simpaticissimi nonni. Ho capito da chi ho preso.
Questo spiegherebbe molte cose, ma credo che
non sia il momento adatto per una trattazione
filosofico - scientifica sui caratteri genetici; limitiamoci ad augurare buona lettura a tutti questi
pulcini.
Ah, e proseguendo la cronaca prima di salutarvi,
volevo dire che per quel che mi riguarda l’anno
è iniziato bene; è dall’inizio dell’editoriale che
mangio le gocciole pucciandole nel latte.
E io rosico dall’altra parte della Provincia,
mangiando le mie stesse mani.
I rene, non dare esempi di cannibalismo ai lettori minorenni.
Scusa Halfy, mi limiterò ad augurare buona
lettura al popolo manzoniano.
Brava ragazza, così ci si comporta in pubblico.
Dunque, manzoniani e manzoniane, buona brillante e scintillante lettura!
E buon anno nuovo!
LaLucions & shiveredbones
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brand new eyes
19/12/2013 Libere le Pussy Riot in vista dei giochi invernali di Sochi.
Le Pussy Riot sono un gruppo punk-rock russo che, agendo sotto rigoroso anonimato, è politicamente impegnato e noto per il sostegno al movimento femminista. Per nascondere la propria
identità le Pussy Riot utilizzano dei balaclava colorati, indossati nelle esibizioni e nelle interviste;
inoltre, utilizzano sempre degli pseudonimi, al fine di tutelare la loro identità.
Il gruppo è composto da circa 10 artiste, oltre a una quindicina di persone che si occupano degli
aspetti tecnici, della ripresa e dell’editing dei video.
La loro ispirazione maggiore è un particolare sottogenere del punk-rock, il “riot girrrl”, nato negli
anni novanta. Affermano che quello che hanno in comune è l’impudenza, i testi basati su argomenti politici e l’importanza, per tutte, della tematica del femminismo.
Il 21 febbraio 2012, con l’intenzione di mettere in atto una protesta contro la rielezione di Vladimir Putin, tre artiste del gruppo si sono introdotte nella Cattedrale di Cristo Salvatore, simbolo
della Chiesa ortodossa russa a Mosca; hanno cercato di mettere in scena una canzone particolare
(concepita come una sorta di preghiera punk, con un’invocazione a Theotókos - in russo, la Beata
Vergine Maria - affinché “mandi via Putin”), ma in meno di un minuto sono state scortate fuori
dalle guardie presenti. Le riprese della performance sono state poi usate per creare un video clip
della performance.
Il 3 marzo 2012 le autorità russe avevano arrestato due dei presunti membri appartenenti al
gruppo, Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova, accusate di teppismo. Il 16 marzo era stata
arrestata un’altra donna, Ekaterina Samutsevitch. Dopo essere state sottoposte a numerosi interrogatori, le tre donne non hanno mai rivelato i nomi delle altre componenti del gruppo coinvolte
nell’azione di protesta.
Il processo è iniziato a Mosca il 30 luglio 2012, dove le rioters vennero accusate di “teppismo premeditato realizzato da un gruppo organizzato di persone motivate da odio o ostilità verso la religione o un gruppo sociale”, ovvero i cristiani ortodossi.
Il 17 agosto 2012 il tribunale di Mosca aveva condannato i tre membri del gruppo a due anni di prigione, senza la condizionale. La sentenza ha scatenato proteste e manifestazioni in tutto il mondo.
Le giovani donne avevano chiesto di scontare la pena a Mosca, dove ciascuna aveva un figlio piccolo, ma pochi giorni dopo erano state trasferite segretamente in due colonie penali diverse, nelle
zone dei gulag.
Altre due componenti della band russa erano ricercate dalla polizia, ma avevano fatto in tempo a
fuggire dal Paese. La sentenza era considerata infame e troppo severa dalla maggioranza degli osservatori internazionali. Per gli Stati Uniti e per l’UE si trattava di una condanna eccessiva. Persino
la Chiesa ortodossa russa aveva esortato le autorità a mostrare clemenza verso le Pussy Riot, senza
mettere in dubbio la legittimità della sentenza della corte.
Il giudice del caso aveva negato che la sentenza fosse stata emessa a causa di un ordine venuto
“dall’alto” come reazione alla protesta anti-Putin, ma più a causa della blasfemia dietro al gesto del
gruppo. La maggioranza dell’opinione pubblica riteneva comunque che la condanna delle Pussy
Riot fosse politicamente motivata, che non rispettasse né la legge, né il buon senso.
“Qualunque sia il verdetto, noi stiamo vincendo insieme a voi, perché abbiamo imparato come essere arrabbiati e a dirlo politicamente”, aveva affermato Nadezhda, mente della band. “La nostra
detenzione è un segno chiaro e distinto che la libertà è stata sottratta a tutti noi”.
Il 19 dicembre 2013 viene approvata all’unanimità dalla Duma di Stato (camera bassa
dell’Assemblea Federale), nonostante la contrarietà del presidente, l’amnistia per Maria Alyokhina
e Nadezhda Tolokonnikova. Apparentemente, il 20° anniversario della Costituzione russa e l’arrivo
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dei giochi invernali di Sochi hanno permesso la scarcerazione di altre 25 mila persone in tutta la
nazione, ovviamente avvenuta grazie al sostegno nazionale e internazionale di milioni di persone
che hanno manifestato a favore delle detenute. Entrambe le donne sono state scarcerate il 23
dicembre, circa 2 mesi e mezzo in anticipo rispetto quanto stabilito dalla sentenza.
Con questa “enorme grazia”, Putin ha calmato le acque di chi era pronto a sfidarlo, specialmente
nel campo dei diritti umani.
Come detto appena scarcerate, in conferenza stampa a Mosca le Pussy Riot hanno annunciato:
“Vogliamo continuare a fare ciò per cui siamo finite in prigione. Vogliamo come prima cosa cacciare il presidente russo Vladimir Putin”. Il condono concesso alle Pussy Riot è stato subito contestato come trovata pubblicitaria, che puntava a migliorare l’immagine della Russia in vista delle
Olimpiadi invernali. “Sono il progetto preferito di Putin”, hanno detto i due membri del gruppo
intervistati.
Le due Pussy Riot hanno inoltre annunciato i loro progetti: “Se vogliamo che esista una società e
non una massa indefinita di persone, dobbiamo ricordarci che è necessario svegliare l’interesse”,
ha detto la Nadezhda, che si è anche espressa a favore del Magnitsky Act (legge americana secondo cui i russi che hanno commesso crimini che violano i diritti umani non possono entrare negli
USA). Maria, invece, ha commentato la legge Dima Yakovlev (che ha interrotto le adozioni di bambini russi dagli Stati Uniti) come “una delle parti più tristi della nostra storia”.
Nadezhda e Maria hanno come obiettivo una rivoluzione tutta loro, che aiuti la popolazione russa
ad esorcizzarsi e staccarsi dalle leggi e dagli sbagli commessi dal governo nel passato. Il loro sogno
è un cambiamento radicale, non solo nella costituzione, ma nella mentalità della società.
8/01/2014 La sede della Corte europea per i Diritti Umani di Strasburgo ammonisce
l’Italia.
Parte tutto da una coppia di coniugi milanesi sposati nel ’99, che avevano semplicemente richiesto
all’anagrafe di poter registrare il cognome materno per la loro neonata, richiesta che era stata
negata. Da quel momento i due hanno deciso di battersi, arrivando addirittura a fare ricorso alla
Corte europea dei diritti umani, che ha stabilito ufficialmente come i genitori abbiano ogni diritto
di registrare i loro figli con il cognome materno.
I giudici della Corte di Strasburgo hanno riconosciuto la discriminazione tra coniugi e il non-rispetto della vita familiare da parte dello Stato italiano, sostenendo che “l’inesistenza di una deroga a
questa regola nel momento dell’iscrizione all’anagrafe di un nuovo nato è eccessivamente rigida e
discriminatoria verso le donne”.
Esaminando la sentenza, i giudici della Corte si sono anche resi conto che la possibilità (che era
stata aggiunta nel 2000) di aggiungere al nome paterno quello materno non è sufficiente a garantire l’eguaglianza tra i coniugi. Riguardo a queste norme europee, ignorate dal parlamento italiano,
a Maggio l’associazione ‘Equity Italia’ aveva lanciato la campagna “Nel cognome della madre” a
sostegno della scelta dei cognomi.
Nella sentenza della Corte europea per i diritti umani, che sarà definitiva tra 3 mesi, i giudici hanno riscontrato un’inadempienza rispetto ad un articolo chiaro e preciso, indicando che il nostro
Paese “deve adottare riforme” legislative per rimediare alla violazione.
A questo proposito, il premier Letta ha scritto sul suo profilo Twitter: “La Corte di Strasburgo ha
ragione. Adeguare in Italia le norme sul cognome dei nuovi nati è un obbligo.”. Una grande vittoria
per tutte le mamme.
8/01/2014 La “questione cannabis” spacca la politica.
Non più dannosa di sostanze legali come alcool e fumo? Corridoio che porta dritto alle droghe
pesanti? Ce n’è per tutti. La scienza si divide tra chi ne trova solo effetti dannosi e chi invece promuove quelli terapeutici. La Cannabis torna al centro della cronaca e, dopo tanti anni di studi, non
c’è ancora un giudizio universale e coerente da parte degli esperti.
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A far scoccare la scintilla è stato il senatore Luigi Manconi, presidente della commissione parlamentare per i diritti umani, che ha presentato una bozza di disegno di legge riguardo la coltivazione e la vendita della Cannabis e dei suoi simili.
Il disegno prevede la non-punibilità della coltivazione di Marijuana per uso personale e della cessione di piccoli quantitativi dei derivati della Cannabis, finalizzata però solo al consumo personale.
“In questo modo si potrà ristabilire un solco chiaro tra comportamenti inoffensivi legati al consumo personale di sostanze che non fanno male gravemente alla salute, non più di quanto faccia
l’abuso di tabacco e di alcool, e il traffico di sostanze stupefacenti”, ha dichiarato il senatore.
Dopo la presentazione del disegno di legge, però, i pareri hanno diviso non solo il parlamento, ma
gli stessi partiti in due, com’è sempre stato: c’è chi dice sì e chi dice no.
La Cannabis (di cui oggi almeno un adolescente su cinque fa uso) è al centro del dibattito politico
per le proposte di liberalizzazione.
Tutt’altro che innocua, ha vasti effetti nocivi, come si può leggere sul documento ‘La nostra salute’,
nel passaggio dedicato alle droghe, pubblicato sul sito del ministero della Salute: “Spesso sono
considerate droghe innocue. Ma i derivati della cannabis (marijuana e hashish) hanno un’ampia
gamma di effetti nocivi. Danneggiano l’apparato respiratorio e quello immunitario, rendendo più
fragile quindi l’organismo di chi ne fa uso alle aggressioni di agenti esterni. Causano l’aumento
del battito cardiaco (tachicardie) e mal di testa. Queste sostanze influiscono sulla memoria e sulla
capacità di concentrazione, riducendo la coordinazione e la prontezza dei riflessi. L’assunzione in
dosi elevate può generare paranoie e manie di persecuzione. Se consumata per lunghi periodi, la
cannabis può dar luogo a quella che è definita sindrome amotivazionale, un disturbo caratterizzato
da distrazione, apatia, riduzione delle attività, incapacità di gestire nuovi problemi, compromissione del giudizio e delle abilità comunicative».
shiveredbones.
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KEEP CALM AND CARRY ON
Buon anno, lettori meravigliosi! Finalmente (si fa per dire) siamo tornati a scuola.
Io so che a ognuno di voi la separazione forzata dalla scuola durante le vacanze natalizie é costata
moltissimo (soprattutto in regali, panettoni e pandori). In ogni caso ora le vacanze sono finite e,
pur avendo ancora più voglia di prima di ricominciarle e stare ancora in quell’adorabile clima che
sa di tempo libero e assoluta libertà, é bene ricordare che un nuovo anno é iniziato.
Quindi, non disperiamo e cerchiamo di goderci quello che Gennaio ha da offrire (aspettando le
prossime vacanze).
Questo mese vorrei parlarvi di qualcosa che mi ha intrattenuto durante le vacanze e mi ha permesso di trascorrere dei magici momenti. Sto parlando di... Walt Disney!
Non della persona in sé, che comunque meriterebbe un articolo di tre pagine, ma di ciò che ha
creato per tutti noi. I 22 premi Oscar che Walt ha vinto non basteranno mai a definire la sua grandezza, perché i film di animazione della Disney non sono dei semplici cartoni.
É riduttivo definirli così. Le creazioni di Walt Disney sono molto di più.
Sono cresciuta guardandoli e continuo a farlo, ogni volta che li rivedo.
Chiunque creda che siano da bambini, dovrebbe ricredersi. Le fiabe sono forse da bambini?
Il significato che è nascosto dietro a ogni simbolo, a ogni personaggio, é forse comprensibile dai
più piccoli? No. Perché i bambini vedono quello in cui credono, la magia e la fantasia che popola
quel mondo, ma gli adulti possono andare oltre quella magia per coglierne l’aspetto più riflessivo e
introspettivo.
Ecco perché sono film per tutti, che non invecchiano mai e saranno sempre attuali.
Si può sempre cogliere qualche dettaglio in più, qualche insegnamento che non si aveva afferrato
in precedenza. I cartoni della Disney sono delle storie che, nella loro diversità, nella loro unicità,
hanno sempre qualcosa da trasmettere. Ognuno di noi si può rispecchiare nei personaggi, affrontando mille avventure e scoprendo mondi inesplorati.
Ci sono così tanti film d’animazione e ognuno é speciale a modo suo. Siano storie di principesse,
bambini o animali, il fascino é sempre presente. É insito nelle scene, nei fotogrammi che le rappresentano.
Sin dal primo “classico Disney”, Biancaneve, uscito nel 1937, il mondo dell’animazione é cambiato
e un po’ ha cambiato anche il nostro. Perché non si può non restare estasiati di fronte a un mondo
talmente meraviglioso trasportato sullo schermo, di fronte a storie che prendono vita attraverso la
forza delle immagini e delle parole. Provate a pensare come sarebbe stata la vostra infanzia senza
ciò che ha fatto Disney. Forse non sarebbe cambiata di molto, ma, di sicuro, sarebbe stata meno
allegra e spensierata. Sarebbe stata meno “fantastica”, nel vero senso della parola.
Perché é nel mondo di Walt, interamente dedicato e popolato dalla fantasia, che i sogni si realizzano e la luce che li vivifica riesce a illuminare il buio della quotidianità.
Le storie della Disney sono le stesse che possiamo trovare in molti libri di fiabe, eppure sono diverse. I dettagli più macabri e tristi delle versioni originali sono stati riadattati e modificati per
rendere le storie a lieto fine. Non è stata una scelta casuale, al contrario.
Ogni film della Disney vuole mostrarci come sia sempre possibile giungere al lieto fine, nonostante
il percorso possa essere difficile e ostacolato da insidie. Guardando ogni cartone della Disney, vi
renderete conto di come sia sempre possibile essere felici, perché è questa la ricompensa maggiore
nella vita e la si può ottenere solo dopo aver affrontato gli ostacoli.
Per questo, sono un ottimo modello da seguire e perseguire.
Basta scegliere quello che più ci attira, in base alla fiaba da cui é tratto o ai personaggi che lo popolano, e la magia é assicurata.
Che cosa aspettate a prendere il telecomando e digitare play, facendovi trasportare nel magico
mondo della vostra infanzia?
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mancare quest’occasione. Sia esso il paese delle meraviglie o l’isola che non c’è, troverete il posto
perfetto anche per voi. “Potete immaginare, creare e costruire il luogo più meraviglioso della
terra ma occorreranno sempre le persone perché il sogno diventi realtà”
(Walt Disney)
Keep calm and Disney on!
Glo
IL DIARIO DI BRIDGET JONES
Buon giorno alunni del Manzoni! L’A.M. Underground è tornato dopo settimane di astinenza per
allietare le vostre giornate! Sarete contenti, spero.
Questo mese é stato un mese importante: al cinema c’erano molti film candidati all’Oscar.
Però oggi non parlerò di uno di questi ma bensì di “I Sogni Segreti di Walter Mitty”.
Un film fantastico.
Scenografie pazzesche e attori che hanno saputo sorprendere.
Ebbene sì: Ben Stiller, l’attore di film come “Una Notte al Museo” e “Ti Presento i Miei”, che non
sono possono dirsi convenzionalmente seri e maturi, si é dimostrato un interprete davvero valido e
capace.
La storia é tratta dall’omonimo (per il titolo inglese naturalmente) libro “The Secret Life of Walter
Mitty” e la versione cinematografica in questione é un remake della pellicola del 1947 con protagonista Danny Caye, intitolato “I Sogni Proibiti”.
Lo ripeto: Stiller in questo film ha fatto davvero un buon lavoro, sicuramente come attore, ma soprattutto se si considera che ha curato anche la regia.
Walter Mitty è un uomo che non aveva mai fatto nulla degno di nota e nulla di eccezionale nella
sua vita, ma c’era questa cosa, che ogni tanto gli capitava. Ogni tanto si incantava: si fissava su una
cosa per un periodo di tempo e, senza accorgersene, finiva in un mondo tutto suo dove immaginava di compiere imprese straordinarie e assurde.
La storia di Walter Mitty è la storia di un editore fotografico di una rivista, “Life”, arrivata ormai
all’ultimo numero di pubblicazione prima della definitiva chiusura. Quando nell’ufficio di Walter
arrivano i negativi di alcuni scatti realizzati da un famoso fotografo (interpretato da Sean Penn) e il
nostro protagonista si accorge che ne manca uno, parte per uno straordinario viaggio in posti pazzeschi alla ricerca del fotografo che gli avrebbe dato quell’ultima foto, che sarebbe servita proprio
per la copertina del magazine.
Non vi anticipo nient’altro, perché non voglio rovinarvi il finale e tutta la magia che tanti momenti
del film perderebbero se venissero raccontati a parole e non vissuti con Wanter.
Questa é davvero una delle pellicole più belle che io abbia mai visto, la consiglio vivamente.
É coinvolgente, fresca e inaspettata.
ATTORI:
Ben Stiller - Walter Mitty
Sean Penn - Sean O’Connell
Kristen Wiig - Cheryl Melhoff
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REGISTA: Ben Stiller
GENERE: avventura - commedia
FRASI:
Sean O’Connell: “Perchè le cose belle non attirano mai l’attenzione.”
Cheryl Melhoff “La vita è avere coraggio e affrontare l’ignoto.”
VOTO: cinque stelle.
EVERYBODY LOVES MUSIC
SOME MUSIC FOR 2014!
Buon anno carissimi studenti del Manzoni! Speriamo che abbiate passato un gioioso Natale e vi
auguriamo che questo 2014 sia un anno pieno di cose meravigliose. Ci dispiace non aver potuto
farvi scoprire qualche talento lo scorso mese.
In questo articolo però vi consiglieremo qualche cantante da ascoltare per iniziare l’anno con un
po’ di buona musica.
Ognuna di noi, a seconda dei suoi gusti musicali, vi introdurrà degli artisti che per iniziare il 2014
con una marcia in più.
Vica: Il cantante che vi voglio consigliare é già molto famoso, il suo nome è Mashall Mathers, ma
tutti lo conoscerete come Eminem.
Slim (Alter Ego di Marshall) è un produttore discografico, attore e rapper americano, uno dei più
popolari ormai da una ventina d’anni. Iniziò a comporre canzoni all’età di soli 13 anni, vendendo
poi in tutta la sua carriera più di 200 milioni di dischi, ricevendo più di 180 riconoscimenti, un
premio Nobel per la sua energia retorica e il prestigiosissimo premio “Global Icon”, diventando
così il terzo artista nel mondo ad aver ottenuto tale riconoscimento, dopo i Queen e Bon Jovi.
Eminem nei suoi testi racchiude problemi di attualità, l’amore per la famiglia (soprattutto quello
per la figlia Hailie) e parodie riguardanti attori e cantanti americani.
Ispirandosi poi a persone come Big Daddy e Jay-Z, produce nel 2002 il suo quarto album, vincitore
di 8 dischi di platino, 2 d’oro e un Grammy Awards: “The Eminem Show”, considerato il suo lavoro
migliore insieme all’album “The Marshall Mathers LP”.
Credo sia uno dei rapper migliori al mondo e spero rimarrà in scena per molto tempo ancora, visti
i milioni di fan (tra cui la sottoscritta) che ancora lo seguono; Bene io ho finito, vi consiglio di ascoltarlo e per darvi una dritta vi suggerisco io qualche suo lavoro.
- Album: “The Eminem Show” (Consiglio ‘Sing For The Moment’)
- Singolo: “Stan” feat. Dido
- Album: “Recovery”
(Consiglio ‘No Love’)
-Singolo: “Berzerk”
Tali e Tita: Noi vi vorremmo suggerire un po’ di rock e crediamo che i Linkin Park siano dei
grandi artisti, anche loro molti conosciuti soprattutto dagli amanti di questo genere.
I Linkin Park nascono a Los Angeles nel 1996. La band é composta da sei membri: Chester Bennington, la voce del gruppo, Mike Shinoda, Phoenix, Joe Hahn, Brad Delson e Rob Bourdon.
Il loro genere è un misto di alternative rock, alternative metal, new metal e anche rap rock.
Il loro album d’esordio è ‘’Hybrid Theory’’, che ha venduto oltre 10 milioni di copie. A questo album ne sono seguiti altri quattro, tra cui ‘’Meteora’’ e ‘’Living Things’’.
L’ultimo lavoro si intitola ‘’Recharged’’ e si tratta di un album di remix. Un sesto album dovrebbe
essere pubblicato nel 2014.
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I Linkin Park hanno ricevuto moltissimi premi tra cui due Grammy Awards, piu’ volte il titolo
come ‘’Miglior gruppo rock’’ e altri numerosi riconoscimenti per i loro singoli.
Gli album sono anche stati considerati diverse volte disco d’oro e di platino.
Se non li avete mai ascoltati, ecco alcuni nostri consigli:
- “Numb’’, ‘’From The Inside’’ e “Breaking The Habit’’ da “Meteora’’
- “One Step Closer’’ e “Pushing Me Away’’ da “Hybrid Theory’’
- “Burn It Down’’ da “Living Things’’
- “What I’ve Done’’ da “Minutes to Midnight’’
Picci: Il cantante che vi voglio presentare io si chiama Mike Rosenberg, meglio conosciuto come
Passenger,ed è un cantautore britannico. Prima di pubblicare diversi album da solista ha fondato il
gruppo “Passenger”, di cui ha mantenuto il nome anche una volta scioltosi nel 2007.
Nel 2013 il suo ultimo singolo “Let Her Go’’ ha raggiunto la cima delle classifiche in diversi Paesi
europei. Nel 2012 ha collaborato con Ed Sheeran, svolgendo il ruolo di opening act durante il tour
statunitense del cantante. A differenza delle prime canzoni, che avevano uno stile più vicino al
genere folk, le ultime, come ad esempio “Let Her Go” e “The Wrong Direction”, si possono definire
canzoni pop.
Spesso i brani trattano delle sofferenze causate dall’amore, come in particolare sottolinea la canzone “The Wrong Direction”: il primo taglio è il più profondo ma gli altri continuano a fare male e
così impari a costruire il tuo cuore con la plastica.
Spero che possiate incominciare ad ascoltare molte delle sue canzoni e ad innamorarvene come è
successo a me.
Queste sono le nostre proposte, alla prossima per nuovi cantanti e nuovi consigli! Al prossimo
mese!
Baci
Picci, Tali, Tita e Vica
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PICCOLO GRANDE AMORE
Se ne stava seduto lì, a gambe incrociate su quella fredda panchina in granito, e non se ne accorgeva.
Lui stacanovista di pensieri.
Lui e i suoi occhi blu, profondi come il mare e i capelli ramati, le labbra tagliate dal freddo e quelle
lentiggini che la natura, pittrice dispettosa, aveva spruzzato sulla pelle d’avorio levigato.
Un dipinto troppo bello per non perdersi a guardarlo, in ogni suo più piccolo dettaglio.
L’armonia viene spezzata da una voce gracchiante, sposta lo sguardo, lui, ed è bello come un tramonto sul mare.
Se ne sta lì, permette soltanto al sole di accarezzargli il viso e non si accorge che il mondo ora gira
solo per lui, che il cielo grigio d’inverno è geloso del suo limpido blu e le stelle impallidiscono davanti al suo riso.
I nostri sguardi si incrociano, un contrasto di chiaroscuro che esplode in qualcosa di meraviglioso:
nasce un sorriso.
I respiri condensati si mescolano.
Le mani si sfiorano.
Un brivido attraversa la spina dorsale.
I corpi si avvicinano.. per poi prendere binari opposti.
Un amore consumato in fretta, giusto per quei tre minuti di ritardo del treno.
Dandelion.
CIAK... SI GIRA!
Ciao ragazzi! In questo freddoloso mese di Gennaio, reduci dalle interminabili, rilassanti e soprattutto “povere di compiti” (ovviamente sono ironica) vacanze natalizie, per continuare il nostro
viaggio alla scoperta delle culture più diverse e affascinanti che condividono con noi lo stesso pianeta, vi vorrei mostrare una tradizione molto particolare che però si è trasformata in ben altro.
Voglio parlarvi di una terra asiatica ricca di storia e costumi: la Thailandia.
Facciamo un brevissimo excursus storico: negli anni ottanta del secolo scorso (abbastanza recentemente) una minoranza etnica originaria del Myanmar, i Kayan Lahwy, chiamati anche Padaung, a
causa del rigoroso regime militare birmano, migrano nel nord della Thailandia in cerca di rifugio e
asilo politico. Con l’emigrazione, queste tribù portarono con sé tutta una serie di riti, usi, costumi
e valori propri della loro cultura, come è normale che sia. Tra le loro numerose tradizioni ve ne era
una in particolare che definisce anche il nome con cui le donne Padaung venivano e vengono tuttora chiamate: “long neck” ovvero “collo lungo” o anche “donne giraffa”.
In pratica, dall’età di circa cinque anni, le bambine potevano chiedere alla madre che le venisse
messa una sorta di collana di ottone. Ogni anno poi veniva aggiunta una collana, fino ad una massimo di venticinque, per un totale di circa venti chili. Naturalmente, tutto questo peso provocava
delle modifiche ai corpi delle donne. Al contrario di quello che sembrava, non era il collo ad allungarsi ma erano le clavicole ad abbassarsi e le prime costole a schiacciarsi. Questa pratica che a noi
pare strana (la bellezza della diversità!) aveva in realtà origini antichissime e significative.
Secondo alcune fonti, i tubi di ottone potevano proteggere il collo delle donne dagli attacchi delle
tigri. Secondo altri documenti invece i “colli lunghi” avevano il fine di far “imbruttire” le ragazze in
modo che non potessero essere catturate dai commercianti di schiavi. Infine, secondo un’ultima
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teoria, completamente opposta, la lunghezza esagerata del collo era sinonimo di estrema bellezza.
Ma perché ho parlato al passato? Già, perché in realtà di passato si deve parlare.
Velocemente, dopo l’emigrazione, questa tribù è divenuta una vera e propria attrattiva turistica.
Molto concretamente succede che il Governo thailandese, oltre a non riconoscere la cittadinanza a
questi rifugiati, li obbliga a restare chiusi all’interno di alcuni piccoli villaggi nel nord. Per loro vige
è una vera e propria legge che vieta il pernottamento nelle cittadine più estese. Verrebbero arrestati. Tutto questo perché, molti tour operator e vari enti locali vendono dei veri e propri “pachetti”
che comprendono la visita di qualche ora in questi villaggi. I turisti poco informati pagano per
entrare in contatto questa particolare etnia, ma in verità non si accorgono della grande “recita” a
cui stanno assistendo.
Molte testimonianze di giornalisti e missionari che vivono in quei luoghi da moltissimo tempo,
ma anche interviste rivolte a turisti, spiegano come ciò che si vede pagando, oltre ad essere molto,
sia una completa sceneggiata. Le “donne giraffa”, mentre i turisti gironzolano intorno scattando
foto a qualsiasi cosa, sono costrette a sedere al telaio e a vendere manufatti di vario genere (spesso
nemmeno artigianali ma importati). Ogni oggetto comprato, ogni click fotografico è un incentivo a
questo tipo di turismo e un guadagno anche, e soprattutto, per il Governo.
Gli organizzatori di questo squallido turismo pensano bene, ovviamente, di non intrattenere per
troppo tempo i viaggiatori a con i Padaung. Il rischio sarebbe troppo alto. La cultura dei viaggiatori
potrebbe integrarsi con la tradizione delle “donne giraffa” e snaturalizzare la loro usanza, più di
quanto, in realtà, già non lo sia.
Nonostante alcuni tentino di uscire dalla Thailandia, trasferirsi altrove, il Governo difficilmente
permette loro di partire. E indovinate perché? Beh, la perdita di una “risorsa turistica” così proficua non sarebbe cosa da poco. Persino il portavoce regionale dell’Alto commissariato dell’ONU li
ha definiti dei veri e propri “zoo umani”. Lo zoo non è altro che una condizione di cattività, di isolamento forzato, di boicottaggio della natura. Dalle testimonianze sembra quasi che visitare questi
villaggi sarebbe un po’ come entrare appunto in uno zoo, guardare dall’esterno la tristezza da cui
questa etnia (nonostante riesca a sopravvivere) è afflitta. E come in tutti gli zoo, la regola principale è. “Severamente vietato entrare nelle gabbie!”.
L’unico modo che le donne Padaung hanno di “reagire” è togliersi gli anelli dal collo. A quel punto
sono più di interesse. I Padaung anno cercato rifugio, vengono usati in virtù della loro tradizione e
l’unica via di liberazione è rinunciare a ciò che sono. Un po’ paradossale, non credete?
LaDidonè
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LET’S READ, LET’S DREAM
Ben tornati miei cari, assidui lettori del Manzoni!
Anche per quest’anno siamo riusciti a sopravvivere ad abominevoli pranzi natalizi e agli attacchi di
cammelli di pastasfoglia impazziti; allora eccoci di nuovo qui pronti a parlare di un altro libro.
Il libro di cui ho deciso di parlarvi questo mese è, ancora una volta, un libro per bambini, o meglio,
un libro considerato da sempre “per bambini”.
Si tratta de “I ragazzi della via Pàl”, un classico della letteratua per l’infanzia, scritto dall’ungherese
Ferenc Molnàr e ambietato nelle strade della Budapest del 1889.
I protagonisti del racconto sono un gruppo di ragazzini di scuola media, uniti da una comune e
grande passione per le battaglie. Si potrebbe però dire che la vera protagonista della storia sia
proprio la via Pal, il tanto amato luogo di incontri, di giochi e di battaglie a colpi di sabbia; infatti è
propio in via Pàl che i ragazzi si sentono davvero liberi.
Sarebbero disposti a sacrificare la loro stessa vita pur di difendere il loro amato “campo di battaglia”, la loro patria, un quadrato di terra miracolosamente scampato all’espansione urbana.
Nel gruppo di ragazzi si distingue sin dal principio, nonostante il suo grado nell’esercito sia solo
quello di soldato semplice, il piccolo Nemecsek, un biondino troppo magro e troppo esile per guadagnarsi una promozione come tutti i suoi compagni.
Quello che però i suoi compagni non riescono a vedere, accecati dalla superficialità e dalle apparenze, é il gran coraggio che riempie il piccolo cuore di Nemecsek.
E sarà proprio questo grande coraggio a permettere che un terribile tradimento venga scoperto e
che la più grande battaglia abbia inizio.
Ovviamente le battaglie dei ragazzi della via Pàl non sono senza motivo, al contrario sono mosse
dalla presenza di un nemico da sconfiggere: la banda delle Camice Rosse, quartier generale ai giardini pubblici, capitanata dal famigerato Cecco Ats, che minaccia i ragazzi con la loro arroganza e
vuol tentare di volersi impossessare del loro campo.
Quello che all’inizio potrebbe sembrare il semplice racconto di un gioco di ragazzini, nasconde, in
una profondità non troppo difficile da raggiungere, un’ immensa sensibilità; é difficile rimanere insensibili di fronte alle avventure del piccolo Nemecsek, così come è difficile non sorridere leggendo
di questi ragazzini disposti a tutto pur di proteggere il loro bisogno di giocare.
Purtroppo, però, le Camice Rosse non sono l’unica minaccia che si aggira per le strade della capitale ungherese; qualcosa di molto più grosso, di molto più pericoloso ha puntato gli occhi sulla via
Pàl.
Non si tratta di un libro con una morale nascosta, si tratta di un libro dove la morale sta scritta lì,
a caratteri cubitali: “SIAMO RAGAZZI. ABBIAMO BISOGNO DEI NOSTRI SPAZI DOVE GIOCARE”.
È proprio questo l’obiettivo dell’autore, che vuole indirizzare la sua opera ad un pubblico eterogeneo, ad adulti e ai bambini, consapevole del fatto che sarebbe stato letto da occhi diversi, da cuori
diversi e da menti diverse. La ragione per cui si tratta di un romanzo da leggere almeno due volte
nella vita, è proprio questa: la prima volta ci diverte, la seconda invece ci insegna.
L’amicizia è una tematica fondamentale all’interno del racconto, prima fra tutti quella tra Nemecsek e Boka, il soldato semplice e il capo della banda della via Pàl; anche la fiducia assume un ruolo
di importanza primaria e lo sa bene il giovane Geréb.
Il mio consiglio per ognuno di voi è quello di indossare un berretto verde e rosso proprio come
quello utilizzato dalla banda della via Pàl e di immergervi nel gioco.
Sono sicura che non ve ne pentirete!
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“Boka, con gli occhi fissi sul suo banco, sentì per la prima volta nel suo animo di
ragazzo, nascere la sensazione incerta di quello che è la vita, della quale, sia allegri
che tristi noi siamo, sempre nella lotta, gli umili servitori!”
[I ragazzi della via Pàl, Ferenc Molnàr]
Babi
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DEAR DIARY
CH. 4
Si può immaginare come si senta la terra, fredda dopo il primo gelo d’ inverno, secca e inanimata,
convinta di non riuscire più a riprendersi dopo che il vento gelido d’autunno ha spazzato via tutte
le foglie, dopo che i rami secchi si sono spezzati e i nidi svuotati.
Ecco, era paragonabile a questo la sensazione che provavo senza di lui.
In piena estate vivevo con il gelo della sua perdita. E mentre fuori sudavo dal caldo, dentro avevo
brividi di freddo.
Ma poi anche la terra, con stupore inaspettato, rinasce dal gelo.
E anche per me, tutto si era ribaltato e il ghiaccio che avvolgeva il mio cuore si era sciolto. E io mi
sentivo così, proprio come si sente la terra quando viene la primavera.
Ormai ci sentivamo ogni giorno, ogni sera aspettavo quell’ora con impazienza e poi tutto ricominciava, la speranza, la vita, l’affetto.
Perché Razan, oltre ad essere il ragazzo che mi piaceva, era l’unico che si avvicinava all’essere il
mio migliore amico. Certo, non era presente quanto gli altri ma sapevo che per qualunque cosa di
cui avessi avuto bisogno, a differenza di tutti loro, ci sarebbe stato.
Perché lui era quello che non condividevo con la cerchia di amici. Quello che mi tenevo solo per
me.
La sua sola voce che chiamava il mio nome aveva la capacità di annullare ogni mio pensiero sensato.
Odiavo essere così dipendente da lui, ma ero arrivata a un punto di non ritorno. Dovevo scegliere
se dimenticare quelle sue parole laceranti e ricominciare o continuare ad affondare nel mio rancore. La scelta fu immediata, non potevo permettermi di rifiutare ciò che più desideravo dalla vita,
per quanto potesse essere sbagliato.
Perché il mio Robin Hood era tutt’altro che un bravo ragazzo. E noi eravamo l’uno il contrario
dell’altra, in tutto. Eravamo la dimostrazione della teoria che gli opposti si attraggono, almeno nel
mio caso.
Quel lunedì mi svegliai sorridendo. Sapevo che non potevo paragonare il mio amore alla sua amicizia, ma ero sicura che contasse pur qualcosa che fosse stato lui il primo a farsi sentire, dopo tutte
le mie esitazioni, dopo tutti i miei rancori e il mio volerlo a costo di ogni sofferenza.
Ma, a pensarci, era sempre stato lui a iniziare. Tutte le volte. Il primo ad abbracciarmi quando ne
avevo bisogno, il primo a parlare dopo aver litigato, il primo a cercare di fare pace.
E naturalmente quello di noi due che non si era innamorato.
Appoggiai la testa sul banco, mi sentivo persa.
«Nour!»
Dal tono capii che non si trattava della prima volta che venivo chiamata.
Alzai di scatto la testa, guardando in giro per la classe disorientata, mentre la prof continuava a
spiegare, finché non notai Marika intenta a indicarmi il cellulare nella borsa.
«Prendilo se ti serve, sai la password!» le sussurrai come risposta.
Scosse la testa e mi fece cenno di controllare i messaggi.
Chi poteva avermi scritto a quell’ora del mattino, se tutte le persone che conoscevo o erano ancora
a letto o a scuola? Chi se non lui? Il suo nome apparve sul display come un regalo a sorpresa.
‘Esci’ diceva semplicemente. Stavo per chiedergli altre spiegazioni, quando mi ricordai dell’anno
scorso, dei messaggi in cui mi invitava a seguirlo fuori dalla classe, vagando per i corridoi come
due anime in pena. Sorrisi, quasi aspettandomi che mi facesse i soliti segnali dalla porta.
Chiesi il permesso di uscire dalla classe e mi precipitai subito fuori. Tra le sue braccia.
«Ehi, ehi calma, ti sarò anche mancato ma non esagerare! Non mi sciupare, che sono così bello.»
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«Idiota!» dissi, liberandomi dalla sua presa.
«Nour! E ho già detto tutto.» fu la sua unica risposta, mentre lo divoravo con lo sguardo.
Ridevamo come se non fossero passati più di quattro mesi dall’ultima volta in cui c’eravamo visti.
Come se dovessimo semplicemente uscire per una delle nostre interminabili passeggiate per la
scuola, fregandocene di appunti o robe inutili come prestare attenzione alle lezioni.
Non sapevo cosa dire. Era sempre così. Mi preparavo discorsi su discorsi e poi lo vedevo e ammutolivo, tutta la mia loquacità mi abbandonava, lasciandomi persa nel suo sguardo.
C’era sempre chi lodava gli occhi azzurri, gli occhi verdi, ma mai nessuno si soffermava su quanto
potessero racchiudere dei semplici occhi nocciola. Io ci vedevo il bosco, le foglie d’autunno, un
terremoto, una valanga. Perché noi due eravamo due vulcani in eruzione, due catastrofi naturali
indomate, ma insieme ci annullavamo e ci scatenavamo allo stesso tempo.
Mi stavo perdendo ancora.
«Che ci fai qui?»
«Un giro, volevo salutare»
«Ti siamo mancati vero? La tua bella classe!»
«Chissenefrega di quelli della classe!»
«Grazie!»
«Tu sì però.»
«Anche tu, tanto.»
«Ehi non cominciare con le cose sdolcinate adesso!»
«Uff..» Sbuffai, sorridendo. «Certo che non cambi mai!»
«Non sono più bello?» Rispose, fingendosi offeso.
«Certo, diventi più bello ogni giorno che passa guarda! »
Appoggiò il suo braccio sulle mie spalle.
«Non è che devi tornare in classe?»
«E lasciarti in compagnia di tutte le ragazze del liceo, stai scherzando?»
«Ti aspetto all’uscita.»
«Questo cambia le cose. Allora a dopo Razan».
Mi porse la guancia e io gli diedi un rapido bacio sentendomi arrossire fino alla punta delle orecchie. Meno male che la mia pelle appena scura riusciva a nascondere la mia faccia paonazza.
Tornai in classe, la mente che volava più di prima e, anche se mi costringevo a seguire almeno un
pochino le spiegazioni, finivo continuamente a contare e ricontare le ore, i minuti che mi sparavano dalla fine delle lezioni, dal vedere lui. Ero esaltata. Non riuscivo a pensare ad altro.
«Come se prima ne fossi stata in grado» Era Priya stavolta.
Evidentemente stavo elaborando i miei pensieri ad alta voce. Mi riscossi e la guardai sorridendo:
«Certo che penso ad altro! A cosa li attribuisci allora ‘sti bei voti?» Le sventolai sotto il naso il mio
fresco fresco nove e mezzo in inglese.
«Secchiona!»
Mi limitai a sollevare un sopracciglio, in modo ironico e a scoppiare a ridere.
Sembrava che tutto si stesse aggiustando. Come se pian piano stessi riuscendo a incastrare tutti i
pezzi della mia vita in un unico puzzle. Senza perderne nessuno per strada.
Come qualunque altra cosa, alla fine il momento di uscire da scuola finalmente arrivò.
Mi precipitai di corsa giù dalle scale, superai l’atrio e mi fiondai fuori dalla porta. Cercai con lo
sguardo, setacciai il cortile, sicura di trovare la sua figura familiare. E poi lo vidi, appoggiato come
era suo solito contro la colonna dell’edificio di fronte al cancello. Accerchiato ovviamente da una
decina di ragazze. Tutto il mio entusiasmo scemò. Non che non me l’aspettassi, ma tutto ad un
tratto mi sentii meno importante di tutte le altre. Sospirai e mi diressi con passo strascicato verso il
marciapiede per raggiungere le mie amiche qualche metro più avanti.
Capivo da me di non poter pretendere che lui tra tutte dovesse passare del tempo proprio con me.
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«Dove vai?» mi chiamò.
L’avevo sperato. «Verso qualunque strada che mi porti a casa, ricordi?»
«Certo baby, allora andiamo»
Era una nostra vecchia battuta. Serviva davvero poco per ricordare i vecchi tempi.
Lasciò il suo fan club e si affiancò a me.
«Con calma, che c’è tempo.»
«Dovrò pur riuscire a trovare il modo di stare al tuo passo, spilungone.»
Ridevamo di nuovo. Ci prendevamo sempre in giro in quel modo. Una battuta tirava l’altra e la
sottile ironia che ci accomunava non riusciva mai a farci arrabbiare più di tanto con l’altra persona.
Bhè, quasi mai.
Sorridevo ancora mentre lo salutavo dal vetro del pullman, sorridevo ancora quando un’ora dopo
scendevo e correvo a perdifiato per la discesa che separava la fermata da casa mia.
Ripensavo a tutte le stupidaggini che ci eravamo detti quel giorno, a quanto fossimo diversi eppure
uguali.
Era davvero una delle persone più stupide che avessi mai conosciuto e contemporaneamente una
delle migliori.
Il punto era che lui per me non era mai stato tanto concreto. Potevo averlo di fianco e non credere
che fosse vero, continuare a voltarmi per vedere se lui restava ancora e non si dissolveva come un
sogno.
“Menomale che l’amore è cieco” mi dissi. “Se no, nessuno si sarebbe innamorato di lui”. Nemmeno
io? No, io per forza.
Nour.
SCUSATE SE M’INTROMETTO
Buonhola gente del Manzoni, al microfono è la vostra affezionata commentatrice di corse illegali di
paguri che vi parla! Accidenti, è dall’anno scorso che non ci facciamo una chiacchierata, io e voi!
Mi ero ripromessa che non avrei fatto questa battuta, ma era irresistibile. D’accordo, stendiamo un
piumino pietoso e procediamo.
Bhe, signori, “anno nuovo vita nuova” dicono i vecchi saggi dalle barbe bianche e scintillanti; e
infatti non sono saggi mica per niente, se la sono guadagnata la barba, perché la sanno lunga!
(capita? La barba è lunga, e loro sono saggi, quindi “la sanno lunga”!)
Infatti, visto che io conosco le mie giraffe maculate e so che voi siete un pubblico colto e pretenzioso, quest’anno ho deciso di introdurre un’enorme e strabiliante modifica in questo nostro angolo
di paradiso (che sarebbe il mio articolo); sono andata davanti alla suprema corte della burocrazia
lucionsiana, composta da io, me e me medesima, e ho depositato la richiesta per un ufficiale cambio di procedura, che mi ha permesso di poter introdurre la sopracitata incredibile modifica senza
incorrere nella prigionia a tempo indeterminato.
Bene, siete tutti pronti per la svolta epocale del 2014?
Va bene, ecco qui.
Gente mordente, scusate se mi inserisco nelle vostre pulciose vite, ma qualcuno lo deve pur fare.
Allora? Incredibile vero?
No, lo so che è da tre anni che disturbo le vostre esistenze, non è quello il cambiamento epocale.
Su, date un po’ di grappa rinfrancante al criceto che fa girare il neuronicino!
Ecco, ecco, ho visto la luce della comprensione accendersi nei vostri occhi come non succede mai
nelle ore di matematica. “Scusate se mi inserisco”. Addio “scusate se mi intrometto” e benvenuto
“scusate se mi inserisco”. Questa notizia non ha appena sconvolto la vostra giornata? Lo so, dovevo
dirvi di sedervi prima di comunicare una cosa del genere, ma avevo fiducia nella vostra capacità di
gestire le emozioni forti.
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Bene, visto che la matematica non è un’opinione (nel mio caso forse un po’ lo è, ma ai fini della mia
dimostrazione sorvoliamo su questo punto), verifichiamolo subito: siamo a fine Gennaio, quindi,
ora, mettetevi tutti una mano sul cuore e alzate la mano se già avete abbandonato almeno uno dei
vostri propositi.
Non fate i timidi, su quelle mani. Tu, sì proprio tu, che leggi in questo momento, non mentire a te
stesso, lo sai che la tua manina deve scattare in alto. Ecco, adesso va meglio.
Visto? È inutile fingere, la cruda realtà è una sola: è matematicamente impossibile mantenere i
propositi del primo dell’anno. Stanno appuntando un assioma su questa storia.
Ad ogni modo le cose non sono totalmente e irrimediabilmente tragiche come potrebbero sembrare, qualcuno riesce (beato lui) a rispettare i suoi propositi; ovviamente mai tutti, non è umanamente possibile.
Ci terrei a sottolineare che nessuno dovrebbe colpirsi ripetutamente con oggetti potenzialmente
pericolosi perché ha abbandonato alcuni dei suoi propositi; infatti, secondo un raffinato studio
dell’università dei canguri himalayani, il primo giorno dell’anno ci sentiamo piuttosto ottimisti, un
po’ sognatori e decisamente troppo poco concreti e tendiamo, perciò, a stilare una lista di propositi
più lunga delle nostre possibilità umane, o di complessità livello 6924839 alla decima. Dunque,
abbandonare qualcuno dei propositi per l’anno nuovo è in realtà un buon modo per riuscire a portarne a termine almeno uno, concentrando tutte le nostre energie su quello.
Perciò complimenti abbandonatori di propositi, siete degli ottimi strateghi.
A tutti questi fanciulli e damigelle però, insieme a tutti quelli che ormai hanno direttamente
smesso di stilare una lista di propositi perché tanto non li mantengono, vorrei dire una cosa: non
scoraggiatevi piccoli paguri, non gettate la spugna. Magari iniziate con la modalità “principiante”,
scegliete un solo proposito, non troppo astroscientifico, e cercate di portarlo avanti. La cosa bella
dei propositi per l’anno nuovo è proprio l’elemento sfida, a mio parere. Obbiettivamente sappiamo
che alcuni dei punti che scegliamo sono di improbabilissima realizzazione, ma ci fa bene tentare
lo stesso di concretizzarli, perché ponendoci un obbiettivo impiegheremo tutte le nostre forze per
cercare di raggiungerlo e anche se poi non ci arriviamo, saremo comunque migliorati nel tentativo.
Espresso questo alto pensiero filosofico, mi sembra il momento adatto per elencarvi i più comuni
esempi di propositi con cui mentiamo spudoratamente a noi stessi (perché in cuor nostro sappiamo che stiamo facendo promesse da marinai ubriachi).
1. Da quest’anno inizierò ad andare in palestra.
2. Da quest’anno mi metterò a dieta (rido incontrollatamente già solo con questi due).
3. Da quest’anno smetterò di procrastinare.
4. Da quest’anno starò meno tempo al computer.
5. Da quest’anno mangerò meno cibo spazzatura.
6. Da quest’anno cercherò di non essere più in ritardo.
7. Da quest’anno *inserite la vostra, quella che sapete di ripetervi ogni anno e poi di ignorare*.
Naturalmente tutti questi punti sono ripescati direttamente dal buco nero delle mie liste di propositi passate, non credo ci siano dubbi al riguardo.
Bene pulcini bagnati, è giunto il momento di salutarvi, il mese prossimo non fatevi disorientare
troppo dal cambio di titolo, mi raccomando. No, ho fiducia nelle vostre conoscenze di spionaggio
estremo.
A presto stelle del mattino!
Ah, dimenticavo di dire una cosa molto divertente: il 2014 sarà anche l’anno della mia maturità,
che meraviglia. *suoni di balena lamentosa in sottofondo*
Lucions
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LA POSTA DEL CUORE
Ciao ragazzi! Innanzi tutto buon 2014! Che sia per voi un anno speciale, pieno di parole dolci e di
felicità. Alzatevi tutte le mattine pensando che là fuori c’è sicuramente qualcuno capace di amarvi
incondizionatamente! Non permettete a niente e a nessuno di rovinarvi quest’anno. E siccome
vogliamo cominciarlo in modo positivo, dopo la conclusione così così del 2013, oggi vi racconto la
storia di Paolo e Sara.
Tutto è cominciato nel 2010, era l’inizio dell’estate e Paolo stava passando un brutto momento,
aveva voglia di uscire e trovare una ragazza con cui crescere. E così, grazie ad un’amica, dopo
qualche giorno Paolo aveva un nuovo numero sul suo cellulare e un nuovo nome nella sua fantasia: Sara. Lunghi capelli biondi, occhi verdi pieni di curiosità, un viso d’angioletto. Bellissima!
Semplice come l’alba, timida, altruista (forse troppo, ammette Paolo), fragile come una foglia al
vento. Ama la famiglia e le tradizioni e non sopporta di dare nell’occhio, lei vorrebbe solo passare
inosservata. Tanti erano, e probabilmente sarebbero tuttora, gli ammiratori di Sara. «Ci volle coraggio» ricorda Paolo «Era bellissima! E avevo paura che non mi avrebbe risposto e, invece, mi
sorprese!».
Tra i due ci fu subito sintonia, lui la faceva ridere, la faceva sognare scrivendo le frasi più romantiche; la faceva sentire bene, nonostante fosse solo per messaggio.
«Paolo mi appariva come un ragazzo maturo, intelligente e soprattutto dolcissimo. La prima
volta che mi ha scritto il mio cuore a preso a battere fortissimo, come fosse già consapevole del
fatto che sarebbe nato qualcosa di un unico, come il nostro amore» mi dice Sara, con gli occhi che
brillano, come solo quelli delle persone che amano sanno essere.
Dopo qualche giorno però lei parti con la madre e Paolo si accorse di essere triste, che Sara gli
mancava, che voleva vederla, che aveva paura che tutto finisse prima di cominciare. Ma, fortunatamente, Sara tornò e per la prima volta poterono incontrarsi.
Era una giornata di sole; lei, accompagnata dalla migliore amica, s’incamminò sul lungo lago e
lui, finito l’allenamento, la raggiunse con un amico davanti a un chiosco. Inizialmente fu molto
imbarazzante, com’era prevedibile, ma durò poco. Quei pochi minuti passati insieme bastarono a
entrambi per capire quanto l’altro fosse incredibile. «Mi ha colpito il suo splendido sorriso e un
bacio sulla guancia» ricorda Sara «Era il nostro inizio!»
Tutto andò bene per un po’ di tempo. Lui la riempiva di messaggi d’amore e lei ricambiava dandole
il suo. Poi un giorno tutto cambiò. Sara lo accuso di essere falso, di usare parole di altri e gli disse
di non scriverle più. Era finita, pensò Paolo.
L’estate passò e lei cominciò ad uscire con un altro ragazzo, proprio quello con cui Paolo si era
confidato.
Seguì l’inverno e arrivò San Valentino. «Non so perché lo feci, ma quel giorno le scrissi» racconta
Paolo, «Io lo vidi come un segno del destino, non poteva essere un caso. Non avremmo più dovuto
lasciarci, noi due dovevamo stare insieme.» mi riferisce lei. «Gli scrissi per il suo compleanno
(Marzo) e da quel giorno imparammo a conoscerci davvero».
Molti equivoci vennero chiariti. Entrambi si desideravano e quell’inconveniente rafforzò il loro
legame. Il loro amore è più forte di tutti i problemi e le difficoltà che hanno e dovranno affrontare,
e dopo quasi tre anni sono ancora felicemente insieme pronti a tutto per difendere quello li lega.
È impressionante quanto può rendere felici l’amore.
Spero di avervi trasmesso al meno un millesimo dell’amore che vivono perché è davvero immenso.
E voi? Come sono le vostre storie? Spero di leggerle presto.
scrivetemi ([email protected])
Mel
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LE DOMANDE ESISTENZIALI IRRISOLVIBILI
“Perché non si trova mai il tempo? Perché il tempo è sempre così veloce, proprio
quando vorresti fermarlo? Perché non si può ricominciare tutto da capo?”
Queste erano le domande che mi frullavano nella mente, mentre ascoltavo “Exogenesis symphony
part 3- Redeption” dei Muse, che dice così : “Let’s start over again Why can’t we start it over again Just let us start it over again And we’ll be good
This time we’ll get it, get it right It’s our last chance to forgive ourselves”
“Ricominciamo da capo Perchè non possiamo ricominciare da capo? Diamoci la possibilità di ricominciare da capo! E saremo buoni Questa volta faremo, faremo le cose giuste E’ la nostra ultima possibilità di perdonare noi stessi”
Chi non vorrebbe tornare indietro nel tempo? Poter rivivere i momenti felici, quelli folli, le esperienze che capitano una volta nella vita, poter affrontare meglio gli avvenimenti improvvisi ma
soprattutto per rimediare: per evitare di perdere amicizie, per tacere parole offensive, per abbandonare quelli che ci hanno fatto male, per non innamorarsi della persona sbagliata, per non far soffrire quelli a cui abbiamo fatto un torto, insomma per “redimerci” come allude il titolo della canzone, così da poter più facilmente perdonare noi stessi ed annullare il senso di colpa che ci lacera e
ci distrugge lentamente.
Sarebbe bello poter tornare indietro per avere un’altra possibilità, per essere migliori. Dovrebbero
inventare una macchina del tempo, come il TARDIS del Dottore, protagonista della serie televisiva
inglese “Doctor Who”.
Il Dottore è un “Signore del Tempo”, cioè un alieno che viaggia nel TARDIS, una macchina del
tempo a forma di cabina blu, più piccola all’esterno ma immensamente grande all’interno. Con
questa macchina potremmo tutti tornare nel passato e trasformare la nostra vita; ma sarebbe realmente migliore? Beh probabilmente sì, ma non sarebbe più il nostro mondo. Noi non saremmo più
gli stessi, poiché gli errori ci fanno crescere. Innanzitutto perché “sbagliando si impara”, come dice
il proverbio, che forse è una frase un po’ trita, ma assolutamente vera.
Inoltre quando si capisce di aver sbagliato, quando una persona si pente è poi in grado di fare una
critica costruttiva a se stesso, si rivaluta, si migliora. E poi, capendo che da quell’errore si è cresciuti, é inevitabile perdonarsi.
• “If Practice makes perfect, and nobody’s perfect, then why practice?”
“Se la pratica rende perfetti, e nessuno è perfetto, allora perché praticare?”
Caro amico sconosciuto, come tu stesso hai detto nessuno é perfetto, dopotutto siamo esseri
umani. Sappiamo che probabilmente non riusciremo a raggiungere la perfezione, ma comunque non smettiamo di tentare, perché vorrebbe dire arrendersi, autodistruggersi. E non è nella nostra
natura desiderare di sparire (intendo come umanità), perché noi ci adattiamo e vogliamo sopravvivere per sempre.
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• “If the universe is expanding, what is it expanding into?”
“Se l’universo si sta espandendo, in cosa si sta espandendo?”
A primo acchito risponderei nel nulla. Ma come fa qualcosa a espandersi nel nulla senza annullarsi? Probabilmente c’è qualcos’altro al di là dell’universo, qualcosa che nessuno conosce e che sta
lasciando posto a noi. È comunque qualcosa che non potremmo mai conoscere perchè l’universo
per noi è infinito, per noi, minuscoli esseri umani, solo piccole briciole rispetto a tutto ciò che ci
circonda. Quindi, per ora, dovresti rinunciare a capirlo, perchè prima di capire in cosa si sta espandendo ne dovresti trovare i limiti. O no? Ora sono alquanto confusa dai miei stessi ragionamenti.
• “Why do donuts have holes?”
“Perché le ciambelle hanno il buco?”
E perché la crostata ha le strisce di frolla, perché il sole sorge, perché i fiori sono profumati, perché
i gatti graffiano, perché non posso diventare un panda?
Perché siamo nati così e basta e se fossero diverse non sarebbero ciambelle! Ma caro amico dubbioso essendomi fatta io stessa questa domanda in pomeriggi vuoti e in notti insonni, ho chiesto al
miglior consigliere dell’uomo contemporaneo: Internet.
In realtà c’è un dibattito: alcuni si ricollegano a ragioni pratiche e affermano che è così per far si
che la cottura sia omogenea, e non rimanga cruda. Altri invece si rifanno a fonti storiche, le quali
riportano che questo dolce, molto antico, veniva fatto con il buco al centro perché così era più
facilmente trasportabile, inserendolo insieme a tanti altri in lunghi bastoni, per essere poi portati
ai mercati. La mia opinione è che solo una questione estetica, le ciambelle sono deliziose, passo
e chiudo!
• “If Barbie is so popular, then why do you have to buy her friends?”
“Se Barbie è così popolare, allora perché gli devi comprare gli amici?”
Barbie ha solo qualità esterne: é bionda, giovane, magra, proporzionata, bella, ben vestita, ricca,
professionale (principessa, cantante, ballerina, veterinaria, pop-star, cuoca, baby-sitter, dottoressa) a volte anche magica (diventa una fata, una sirena).
Ma nonostante tutto questo è vuota dentro e l’amicizia vera è un contatto tra anime affini. L’anima
di Barbie non esiste, nessuno le è affine, nessuno le è realmente amico. Infine bisogna dire che è
un giocattolo, ecco perché non ha amici, ma la spiegazione di prima è assolutamente più originale,
non è vero?
• “How did the headless horseman know where he was going?”
“Come fa il Cavaliere Senzatesta a sapere dove sta andando?”
In realtà non ne ho la minima idea! Mi sono detta “se non vede, avrà sviluppato gli altri sensi per
orientarsi!”.
Ma quali altri sensi?! Il poveretto non solo non ha gli occhi ma non ha il naso e le orecchie! Cosa
gli rimane? Ah sì il tatto, sì, in effetti è molto utile a uno che non riesce ad orientarsi, del tipo
“dove sto andando? Aspetta che controllo cos’ho attorno a me”, cavalca, cavalca, cavalca e ... BUM!
Finisce contro un albero.
Quindi ipotizzo che avrà imparato i percorsi a memoria per evitare incidenti. Lui sì che ha una vita
difficile. Probabilmente il Cavaliere, se potesse tornare indietro, starebbe più attento, sarebbe più
responsabile.
Quando si dice “avere la testa sulle spalle”.
Lucia BonBon
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BUON ANNO MANZONIANI!
HORROROSCOPO
Come non iniziare al meglio il 2014 se non leggendo l’unico e magnifico HORROSCOPO!
Ho deciso di ritornare al tradizionale oroscopo, avendo visto che ci sono stati un po’ di problemi di
comprensione circa quello cinese (effettivamente è complicato e, sinceramente, anch’io ho impiegato un po’ di tempo per capirci qualcosa).
Il segno che senza alcun dubbio parte avvantaggiato in questo nuovo anno è… (rullo di tamburi)
PESCI
(20-2/20-3)
Cielo generoso di avventure in amore
Amore
Gli astri vi regalano splendide energie,
accrescono il vostro fascino e il vostro potere di seduzione.
Questo mese potrebbe essere indimenticabile per molti di voi.
Lavoro
L’attività lavorativa è in un buon momento,
anche se va comunque supportato con abilità.
Non sottovalutate una nuova proposta:
più avanti vi accorgerete meglio della sua validità.
Giorni sì: 22, 24, 25 Gennaio
Giorni no: 26, 28 Gennaio
Ariete
Toro
(21-3/20-4)
(21-4/20-5)
AAA Prudenza cercasi:
Sarete al centro dell’attenzione.
niente colpi di testa!
Amore: Marte potrebbe spAmore: Ci sono ottimi transiti
ingervi in situazioni complesse. planetari per la vita di coppia.
Se siete in coppia, attenti a non Oltre ai veri guizzi di passione
ferire l’amor proprio del partcon la persona amata, saprete
ner: cercate di non agire solo
instaurare una nuova e forte
badando al vostro piacere.
intesa.
Lavoro: Parecchi di voi potreb- Lavoro: Si prevedono buone
bero sentirsi molto affaticati: il soddisfazioni sul lavoro per
contrasto di Marte (vitalità) può molti di voi. Lo stimolante inportare un calo di tono. Prima di flusso di Mercurio vi indurrà ad
prendere decisioni importanti, agire e a stabilire contatti nuovi
valutate bene ogni dettaglio.
e proficui.
Gemelli
(21-5/21-6)
Superlucidi:approfittatene!
Amore: L’eccellente transito di
Venere vi regala giornate emozionanti: accanto alla persona
amata vi sentirete al settimo
cielo. Siete single? Potrebbe esserci un incontro magico.
Lavoro: Tutta la sfera professionale sarà protetta e favorita
dal cielo della settimana: raccoglierete i frutti del vostro
impegno.
22
Cancro
(22-6/22-7)
Meglio tenere un profilo basso.
Leone
(23-7/23-8)
Attenti alle gaffe!
Amore: Vi punge e vi stuzzica
Venere nel settimo campo. Vi
spinge a volere di più sul piano
affettivo, a migliorare lo stato
della vostra relazione sentimentale. Belle novità per i single.
Lavoro: Costruttivi e pratici
come raramente vi accade,
potrete raccogliere i frutti del
vostro impegno. Dovrete solo
mantenere un comportamento
controllato e obiettivo.
Amore: Sarà un periodo di ricerca della tranquillità affettiva
sotto tutte le forme. Acquisteranno importanza le piccole cose,
le abitudini condivise dal partner, certi rituali di coppia.
Lavoro: Non prendete iniziative troppo bizzarre, potrebbero
non essere capite e disturbare
il buon andamento dei vostri
affari, soprattutto se avete
un’attività commerciale.
Bilancia
(23-9/22-10)
“In mille faccende affaccendati.”
Amore: Se avete una vita di
coppia ben strutturata, non
lasciate che piccole incomprensioni creino tensioni inutili. Nel
caso, chiarite ciò che vi disturba
o v’infastidisce.
Lavoro: Settimana eccellente
per quanto riguarda il lavoro:
potrete realizzare alcuni progetti, portare a termine altri piani
in programma da tempo.
Vergine
(24-8/22-9)
Farete scintille.
Amore: Il gioco della seduzione
deve essere sottile, coinvolgente,
basato sugli sguardi e su qualche fuga strategica. Venere vi è
favorevole e quindi non dovrete
faticare tanto.
Lavoro: Avrete consensi e
riconoscimenti e, come se non
bastasse, si aggiungerà anche
una bella dose di divertimento.
Vi sentirete ben provvisti di
energie e ben decisi a spenderle
utilmente!
Scorpione
Sagittario
(23-10/22-11) (23-11/21-12)
Seducenti e ricercati come non
Tante idee vincent-i
mai.
Amore: Con Venere positiva, Amore: Le stelle vi amano.
qualche sprazzo d’azzurro ci
Questa settimana sarà robussarà per voi e per le vostre
tamente felice per quanti di voi
relazioni sentimentali. Puntate hanno una storia d’amore in
sulle affinità della persona che corso. Neppure i single, covolete conquistare.
munque, potranno lamentarsi.
Lavoro: Se avete un’attività au- Lavoro: Le stelle consentitonoma, avrete voglia di comp- ranno alla maggior parte di
iere “grandi manovre”. Ma forse voi di avere una marcia in più
non avrete chiari gli obiettivi da per quanto riguarda l’attività
raggiungere. Nel vostro cielo c’è professionale. E’ il momento di
confusione.
pensare a progetti ambiziosi.
Capricorno
(22-12/20-1)
Traguardo in vista: siete i primi.
Acquario
(21-1/19-2)
Pieni di grinta e d’inventiva!
Amore: Sarete vincenti su tutta
la linea, qualunque sia la vostra
condizione sentimentale. La vita
di coppia vi darà grandi gioie.
Chi è single vivrà un periodo di
splendide conquiste.
Lavoro: Periodo favorevole.
Riorganizzate meglio il vostro
lavoro: ci sono buone opportunità per farlo. Mettete in cantiere un progetto importante che
darà frutti abbastanza presto.
Amore: Chi tra voi desidera vivere, più o meno segretamente,
un’avventura o una situazione
nuova, più eccitante del consueto, avrà occasioni propizie
per farlo.
Lavoro: Mercurio rappresenta
una bella opportunità sul piano
professionale. Quanti tra voi
sono autonomi nella professione potranno concludere affari
molto interessanti e anche redditizi.
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