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A cura di AdnKronos
08/03/2016 - Campania: un mld di euro per start up in
prossimi 7 anni
Napoli, 8 mar. (Labitalia) - "La Regione Campania sta per
mettere in campo gli strumenti a sostegno delle start up.
Abbiamo risorse importanti, circa un miliardo di euro per i prossimi sette
anni. Dobbiamo però concentrarle, investirle in strumenti che siano più
efficaci e snelli e che vadano a segno, cioè raggiungano in tempi certi il
destinatario finale. Le start up sono fonti intelligenti per quanto riescono a
mettere in circolo: promuovono innovazione dentro i contenitori che sono
in grado di fare leva sul territorio, ed è così che si crea lavoro". Lo ha detto
Valeria Fascione, assessore alle Start Up della Regione Campania, nel corso
del convegno 'Ecosistema start up e sviluppo del venture capital', promosso
dell'Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli, in
collaborazione con la commissione Finanza straordinaria dell’Ordine dei
dottori commercialisti ed esperti contabili Napoli e con il patrocinio di
Camera di commercio Napoli, Unione Industriali Napoli, Confcommercio,
Asign e Aiga. "Creare nuove opportunità di lavoro per i giovani
commercialisti -ha sottolineato Matteo De Lise, presidente Ugdcec- è
possibile: lo sviluppo delle start up darà la possibilità di offrire sul mercato
prodotti e servizi totalmente innovativi. Il nostro progetto è capofila in
Italia: dare gli strumenti a un giovane commercialista per poter essere
partner di un imprenditore che punta a rafforzarsi sul mercato è la miglior
tutela sindacale possibile". "Incoraggiare i giovani -ha invece evidenziato
Vincenzo Moretta, presidente Odcec Napoli- in un momento così difficile è
un dovere da parte nostra: abbiamo l’obbligo di investire su di loro e
credere nelle buone idee di chi ha scelto di restare nella nostra città". "In
Campania abbiamo circa 350 start up -ha affermato Liliana Speranza,
consigliere Odcec e delegato commissione Finanza straordinaria- e a livello
nazionale i dati evidenziano un aumento di circa 500 unità soltanto
nell’ultimo trimestre del 2015. Il ruolo dei commercialisti è fondamentale
perché ci sono vantaggi da utilizzare: incentivi fiscali, crownfunding e
anche un fondo di garanzia". Infine, Pierluigi Di Micco e Maria Caputo,
consigliere e segretario Ugdcec, hanno rimarcato come l’appuntamento sia
"la parte conclusiva di un lavoro che stiamo portando avanti da tempo: è
fondamentale la collaborazione di tutti i professionisti che possono essere
gli attori principali delle nuove imprese: quella di specialist delle start up
d’impresa è una figura nuova che vogliamo valorizzare". L’appuntamento ha
aperto un corso che si articolerà in 6 incontri per la formazione dei dottori
commercialisti, esperti contabili ed un corso di accreditamento per avvocati.
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08/03/2016 - Fino a 80mila euro per allestire un 'food
truck' per il cibo di strada
Roma, 8 mar. (Labitalia) - Dall'ordine al mezzo finito passano
settimane, ma l'attesa non è l'unico limite. Per qualsiasi
progetto ci vogliono dai 20 ai 40 mila euro di investimento, ma per i
progetti più estrosi e frutto di inventiva magari commissionati a
professionisti di lungo corso si possono raggiungere (e in certi casi
superare) anche gli 80 mila euro. E' quanto costa mettere su un 'food
truck', il furgoncino attrezzato per la vendita del cibo di strada e a fare la
stima è l'Associazione Streetfood. Proprio dai 'food truck' riparte da marzo
il tour del 2016 dell'Associazione, con un progetto che prende il nome
significativo di '4Wheels', un marchio che richiama il cibo su ruote ma gli
organizzatori sono sempre 'quelli con la tendina'. Sotto il marchio
'4Wheels', infatti, saranno ben due per ora gli eventi in programma, ad
Arezzo in Toscana, dall’8 al 10 aprile e a Chioggia, in Veneto, dal 13 al 15
maggio. "Abbiamo coinvolto tre truck già nel nostro primo evento nel 2010
a Marciano (Ar) - afferma il presidente dell’associazione, Massimiliano
Ricciarini - e già da allora avevamo chiaro in mente come questo settore si
sarebbe sviluppato e oggi abbiamo la conoscenza e i giusti mezzi per poter
allargare questo mondo anche a questo genere di operatori di strada". Si
tratta, infatti, di un modo di interpretare in chiave moderna il cibo di
strada, pur non perdendone i valori essenziali che sono poi quelli raccolti
dal decalogo del cibo di strada che l’associazione porta avanti e con il quale
seleziona i propri partner. “L'Associazione Streetfood ha iniziato per prima
in Italia nell'organizzazione di eventi itineranti lungo lo Stivale e nel 2010
dovette andare a cercare con la proverbiale lanterna chi faceva cucina di
strada su gazebo o su foodtruck che ancora erano concepiti con meccaniche
e attrezzature obsolete - sottolinea Ricciarini - e con il tempo l'Associazione
ha lanciato una vera e propria tendenza incentivando così domanda e
offerta: emulazione da parte di un sempre maggior numero di neo
organizzatori di eventi e proliferare di un sempre maggior numero di
operatori del settore”. Nascono così anche nuove realtà di costruttori di
mezzi su ruote per la somministrazione di cibi e bevande, quelli che oggi
con neologismo britannico o americano siamo soliti chiamare 'food trucks'.
Chi ha sempre costruito mezzi di vecchia concezione si è convertito e si è
ingegnato nella progettazione di mezzi con più cura per l'immagine e il
design. Altri sono andati addirittura a modificare la struttura esistente di
vecchi mezzi delle varie marche: dall'Ape Piaggio o il Porter, al furgone
cabinato su base Ducato o Iveco o Mercedes ma anche il Citroen HY o il
mitico pulmino Volkswagen T1 o T2, quello che negli anni '70 veniva
decorato con fiori e preso di mira dagli hippies di tutto il mondo e la lista
potrebbe proseguire quasi all'infinito perché l'inventiva e la creatività si
sprecano. “Come per tutte le attività imprenditoriali, il rischio è quello di
non sapersi presentare bene pur avendo un'immagine accattivante sottolinea Ricciarini - o di non riuscire a vendere perché chi investe grosse
cifre in questi food trucks pensa di recuperare nel breve termine caricando
sul prezzo di vendita del panino o del cartoccio. Il cliente trovandosi al
cospetto di un panino di ridotte dimensioni e a un prezzo che si aggira o
supera gli 8 euro non ci pensa due volte e magari ripiega sul ristorante”.
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I relatori previsti sono 28, provenienti da tutta Italia. Data
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Per quanto riguarda i costi di un tradizionale gazebo per il cibo di strada, si
prevede un investimento medio dai 5mila agli 8-10mila euro tra furgone di
appoggio, struttura e attrezzature professionali per la cucina, frigoriferi,
piani di appoggio, pulizia, lavamani, illuminazione, grafica promozionale. A
questi costi si devono aggiungere quelli dell'espletamento delle procedure
burocratiche e di acquisizione della licenza e del requisito attraverso corsi
professionalizzanti: a pagamento pure quelli. Per tutto ciò si deve
preventivare una cifra dalle 300 o anche 500 euro in su. Ma è meglio il
gazebo o il food trucks? Lavorare su gazebo presenta molte difficoltà nella
cura dell'immagine e tempo per montarlo e allestirlo di tutto punto e quindi
'sbaraccarare' alla fine dell'evento. Due aspetti positivi sono rappresentati
dal fatto che certi tipi di cotture come la carne su brace (arrosticini o asado
argentino o bombette pugliesi per esempio) non possono essere fatti dentro
un abitacolo. Altro vantaggio è quello di lavorare allo stesso piano del
cliente e quindi di riuscire a farlo assistere alle varie fasi di preparazione
del cibo e della sua cottura. Lo svantaggio del mezzo attrezzato è quindi
quello della ridotta vicinanza cliente-venditore e di non poter fare molti
prodotti all'interno dell'abitacolo o di non riuscire a far vedere al cliente le
fasi di preparazione. I vantaggi del truck sono maggior pulizia e più alto
impatto grazie al design e all'immagine più curata, quindi semplicità di
manovra e di rapidità di piazzamento e inizio attività. Senaf
Codice abbonamento:
08/03/2016 - Poletti: "L'Italia che riparte ha bisogno
della forza e passione delle donne"
Roma, 8 mar. (Labitalia) - "L’Italia che riparte ha bisogno
della forza, dell’intelligenza e della passione delle sue donne.
Buon 8 marzo a tutte". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un
videomessaggio in occasione della Festa Internazionale delle Donne. "Buon
8 marzo a tutte le donne italiane. Il modo giusto per dare un valore a
questa giornata ed evitare che sia solo un rito vuoto -sottolinea il ministroè lavorare ogni giorno, con costanza e coerenza, perché tutti quei fenomeni
di discriminazione, esclusione e violenza, che continuano purtroppo a
colpire le donne, vengano finalmente sconfitti ed eliminati. Per chi come me
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08/03/2016 - Calderone: "Riconsiderare norma su
dimissioni online"
Roma, 8 mar. (Labitalia) - "Riconsiderare la portata della
norma attenuandone gli effetti soprattutto per il caso di
abbandono del posto di lavoro; le cui conseguenze, stante la situazione
attuale, sono destinate a ricadere sulle aziende e sulle casse dello Stato". E'
quanto chiede la presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei
consulenti del lavoro, Marina Calderone, a nome dei 28mila iscritti all'albo
di categoria, in una lettera inviata al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti,
in merito alla nuova disciplina sulle dimissioni online, pubblicata sul
quotidiano 'Italia Oggi'. "Il 12 marzo prossimo - ricorda - entrerà in vigore
la nuova disciplina sulle dimissioni online dei lavoratori. La finalità che si
prefigge questa misura, prevista dal decreto legislativo 151/2015 attuativo
della riforma del Jobs act, è quella di contrastare il fenomeno delle
dimissioni in bianco. Pratica, quest’ultima, non solo da sempre condannata
dai consulenti del lavoro e totalmente estranea all’operato della categoria,
ma anche monitorata ove possibile attraverso sondaggi". Data
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08/03/2016 - Lazio: Coldiretti incontra soci, confronto
su viticoltura, latte e Psr
Roma, 8 mar. (Labitalia) - “La cancellazione di Imu e Irap che
pesavano come macigni sulle nostre aziende, l'introduzione del libro unico
dei controlli ispettivi a carico dei viticoltori, la fine del massimo ribasso
negli appalti per le mense scolastiche, nostra proposta raccolta da Raffaele
Cantone, capo dell'Autorità nazionale anticorruzione. Bastano questi pochi
esempi a dare la dimensione dei risultati di un intenso anno di attività
speso al servizio dell’agricoltura”. Lo ha affermato David Granieri,
presidente della Coldiretti del Lazio, che a Velletri ha aperto il ciclo di
incontri che vedranno i dirigenti regionali confrontarsi in tutte le province
con la base degli associati. Al suo fianco, al tavolo di presidenza, i
presidenti delle federazioni provinciali di Frosinone (Vinicio Savone), Latina
(Carlo Crocetti), Viterbo (Mauro Pacifici) e Andrea Baldanza, capo di
gabinetto del governatore Nicola Zingaretti. “Non siamo ancora soddisfatti:
questo territorio - ha aggiunto Granieri - ospita una produzione olivicola di
eccellenza non ancora valorizzata. Ecco perché presto presenteremo il
progetto per ottenere una Igp (Indicazione geografica protetta) regionale.
Questo per dire che la nostra azione sindacale non si ferma e proseguirà fin
quando ogni pezzo di ogni filiera agricola non avrà ottenuto il
riconoscimento della dignità e condizioni di equità”. “Abbiamo voluto
questo ciclo di incontri - ha detto Roberto Scano, direttore della Coldiretti
di Roma - per rinsaldare il legame tra i vertici e la base degli associati e
guardare con fiducia alle sfide vecchie e nuove. Ripartiamo da Velletri per
ragionare sui nuovi scenari e dare continuità alle nostre battaglie storiche.
Vogliamo giocare un ruolo da protagonisti nella riforma dei Consorzi di
bonifica, nel rilancio dei Consorzi agrari, nel Psr, ma vogliamo anche
chiudere la partita per riconoscere un congruo valore al latte prodotto nelle
nostre stalle, la vertenza che oggi è per noi la madre di tutte le battaglie”.
Proprio il latte è stato il punto più forte dell’intervento di Andrea Baldanza.
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ha una responsabilità di Governo, questo impegno vale ancora di più".
Anche per questo, aggiunge Poletti, "mi fa piacere dirvi che tra quattro
giorni, a partire dal 12 marzo, in Italia entrerà in vigore la regola secondo
cui, per comunicare le dimissioni di un lavoratore, non basterà più una
lettera firmata non si sa quando". Finalmente, rileva il ministro del Lavoro,
"si chiuderà, in modo definitivo, l’indecente pratica delle dimissioni in
bianco, che hanno colpito in passato tante donne, solo perché c’era il
rischio che potessero diventare mamme. Un evento, questo, che persone le
quali non riesco nemmeno a definire 'imprenditori' considerano un grave
intralcio al proprio mestiere". Dal 12 marzo, sottolinea Poletti, "non si potrà
più fare e l’Italia sarà un paese un po’ migliore. Ma non basta combattere
comportamenti odiosi. Infatti, con il Jobs Act e la Legge di Stabilità
abbiamo migliorato, sia per le lavoratrici autonome, che per le dipendenti,
la possibilità di avere permessi per le cure parentali e per conciliare meglio
la maternità col lavoro e abbiamo inoltre introdotto il bonus bebè e i
voucher per le baby-sitter". Per Poletti, "resta ancora tanto da fare, ma
abbiamo fatto passi importanti, perché siamo convinti che le donne hanno
tutto il diritto di sentirsi ed essere protagoniste della propria vita e avere
pari opportunità per realizzarsi nel mondo del lavoro".
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08/03/2016 - Manpower, assunzioni stabili in II
trimestre 2016, +6% in un anno
Milano, 8 mar. (Labitalia) - Cautela. Questo l'atteggiamento
che, secondo i risultati dell’indagine trimestrale di ManpowerGroup Meos
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08/03/2016 - Colap: Jobs act lavoro autonomo va
migliorato
Roma, 8 mar. (Labitalia) - L’obiettivo del Jobs Act del lavoro
autonomo deve essere "una iniezione di competitività per il
lavoro autonomo che riesca a incentivare l’apertura di nuove partite Iva
(incidendo sulla occupabilità) e maggiore accesso ai servizi professionali
offerti dai lavoratori a partita Iva (contributo al Pil). Il testo in tal senso
dovrebbe essere migliorato". Così la presidente del Colap, Emiliana
Alessandrucci, che ieri ha partecipato, con una delegazione
dell'associazione, a un convegno per discutere del Jobs Act del lavoro
autonomo in discussione al Senato, con il responsabile economia e lavoro
del Pd, Filippo Taddei, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
Tommaso Nannicini "Come già detto in più occasioni -spiega la notasebbene il Colap apprezzi e riconosca grande valore a quanto proposto nel
testo collegato, non può non evidenziare l’esigenza di implementare
provvedimenti capaci di incidere sulla competitività delle professioni". "In
tema di tutele dobbiamo stare attenti -incalza Alessandrucci- a non
trasferire 'tout court' modelli dal lavoro dipendente al lavoro autonomo, in
quanto le stesse misure, per ovvie ragioni, risulterebbero inefficaci. Si
pensi, per fare un esempio lampante, ai congedi parentali". "Un lavoratore
autonomo - dice - non può certo permettersi di assentarsi per lungo tempo,
in quanto ne verrebbero meno l’affidabilità e la continuità della prestazione
con conseguente perdita di clienti, per conciliare meglio, pensare a
indennità che permettono di lavorare e avere supporti per sostenere costi
derivanti dalle esigenze di cura e poi è inutile produrre tutele se non
riusciamo a liberare il mercato dove lavorare: prima il mercato, poi le
tutele, l’inverso sarebbe fallimentare". "Abbiamo presentato un documento
sulla competitività -spiega ancora Alessandrucci- con proposte concrete:
deducibilità per il cittadino dei costi dei servizi professionali alla persona;
accessi agevolati alla professione con aliquote previdenziali ridotte;
aliquote sostenibili nel presente e nel futuro, fisco equo e sostenibile;
sinergie tra associazioni e centri per l’impiego; il ruolo delle associazioni
nei processi formali di individuazione e validazione delle competenze".
L’incontro, conclude Alessandrucci soddisfatta, "è stato utile, e questo
approccio al confronto siamo sicuri che renderà migliore il provvedimento".
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“Siamo pronti - ha annunciato il capo di gabinetto del presidente Zingaretti
- a condividere un percorso di equità e legalità a partire dal latte. Siamo
pronti a impegnarci in un progetto per varare un disciplinare di produzione
serio e rigoroso grazie al quale chi beve latte venduto come romano o
laziale possa avere la certezza di bere realmente solo e soltanto latte
romano o laziale". "Orientiamo il nuovo Psr al recupero della integrità delle
nostre filiere produttive, all'esaltazione della distintività del nostro
agroalimentare, offrendo ai consumatori la garanzia che ciò che comprano,
perché venduto come prodotto locale, arrivi da Roma e dal Lazio e non da
altrove”, ha concluso. Data
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(Manpower Employment Outlook Survey), i datori di lavoro italiani
riferiscono a proposito delle intenzioni di assunzione nel secondo trimestre
2016. Solo il 6% degli intervistati ha in programma un incremento del
numero dei dipendenti, mentre l’87% dichiara di non voler apportare alcuna
variazione al proprio organico. Le prospettive di assunzione restano, quindi,
relativamente stabili rispetto al trimestre precedente (che segnava un indice
di +1%), mentre migliorano di 6 punti percentuali rispetto allo scorso
anno. “Un miglioramento di 6 punti percentuali rispetto allo scorso anno
indica un aumento di fiducia dei datori di lavoro italiani. Tuttavia,
analizzando i risultati della nostra indagine, la cautela è d'obbligo", ha
commentato Stefano Scabbio, presidente Area Mediterranea ed Europa
Orientale ManpowerGroup. "Il primo passo - ha sottolineato - è avere piena
consapevolezza del cambiamento al quale stiamo assistendo: le aziende
devono trovare modi nuovi di sviluppare o far apprendere competenze ai
propri dipendenti, che, come quelle digitali ad esempio, siano rispondenti e
aggiornate rispetto alle esigenze del contesto lavorativo odierno. In questo
modo, anche la capacità competitiva dell’azienda sul mercato ne sarà
rafforzata. Un’importanza sempre maggiore acquisteranno in questo
scenario di continua evoluzione le soft skills, che faranno davvero la
differenza in un mondo in cui molte mansioni e molti ruoli verranno
sostituiti da robot”. I datori di lavoro di due regioni su quattro - Nord-Est e
Sud/Isole - prevedono un leggero aumento del proprio organico nel periodo
aprile-giugno, segnalando una previsione netta sull’occupazione pari a
+2%. Tuttavia, i datori di lavoro segnalano piani di assunzione incerti sia
nel Centro Italia che nel Nord-Ovest, dove le previsioni si attestano a -1%.
Rispetto al trimestre scorso, le prospettive di assunzione peggiorano in tre
regioni su quattro. I datori di lavoro del Centro Italia riferiscono un calo di
4 punti percentuali, mentre le previsioni sono negative di 2 punti
percentuali sia nel Nord-Est che nel Nord-Ovest. I datori di lavoro del
Sud/Isole dichiarano un modesto miglioramento di 8 punti percentuali
rispetto al trimestre precedente. Rispetto al secondo trimestre del 2015, le
intenzioni di assunzione migliorano in tutte e quattro le regioni. L’aumento
più significativo, di 10 punti percentuali, è segnalato nel Sud/Isole. Le
previsioni sono inoltre più forti di 8 e 7 punti percentuali nel Nord-Ovest e
in Italia centrale, rispettivamente, mentre i datori di lavoro nel Nord-Est
riferiscono un miglioramento di 2 punti percentuali. Si prevede che nel
prossimo trimestre il numero dei dipendenti crescerà in quattro dei 10
settori industriali. I mercati del lavoro più forti saranno quelli del settore
commercio all’ingrosso e al dettaglio e ristoranti e alberghi, dove i datori di
lavoro riportano previsioni nette sull’occupazione pari a +8% e +7%,
rispettivamente. Le previsioni ottimistiche da parte dei datori di lavoro del
segmento retail sono determinate da una forte variazione dei consumi, che
ha portato all'incremento del volume delle vendite di alcuni operatori. Tra
questi, Mondo Convenienza, azienda italiana specializzata nella Grande
distribuzione organizzata di mobili e complementi d'arredo che, nei
prossimi mesi, prevede di incrementare il proprio organico con nuove di
risorse da inserire ai diversi livelli della forza vendita. Piccoli aumenti del
numero di occupati sono previsti anche dai datori di lavoro nei settori di
agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca, i quali riferiscono una prospettiva
pari a +4%. Tuttavia, è previsto un calo degli organici in quattro settori. Le
prospettive di assunzione indicano -5% sia nel settore delle costruzioni che
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08/03/2016 - Mecspe, meccanica e subfornitura danno
occupazione
Roma, 8 mar. (Labitalia) - Segnali positivi arrivano dalle
imprese della meccanica e della subfornitura, punto di riferimento per
l’industria manifatturiera italiana, che hanno visto chiudersi il 2015 con
fatturati in crescita (per il 50,7%), ordinativi adeguati (69,7%) e una
crescente soddisfazione (il 63,5% degli imprenditori è ampiamente
soddisfatto). Anche sul fronte dell’occupazione, si registrano importanti
risultati: nel 2015 quasi 5 imprese su 10 hanno aumentato il proprio
personale e per l’anno in corso è circa un terzo (32,6%) a prospettare
nuove assunzioni. Tradotto in numeri, considerando i nuovi ingressi e le
uscite, per ogni 1.000 aziende si creeranno circa 580 posti di lavoro in più
in questo anno. Questo quanto emerge dall’Osservatorio Mecspe realizzato
da Senaf in occasione di Mecspe, la fiera internazionale delle tecnologie per
l’innovazione (a Fiere di Parma dal 17 al 19 marzo) che - con quasi 1.600
espositori presenti nei 10 saloni tematici, 24 unità dimostrative e isole di
lavorazione, 6 piazze d’eccellenza e 72 convegni tecnici - sarà l’occasione
per trovare soluzioni e processi che ottimizzino la propria produzione e
incontrare partner con cui sviluppare concrete occasioni di business.
Guardando più nel dettaglio alla situazione occupazionale italiana nel
comparto meccanica e subfornitura, si vede come, nel 2015, il numero di
addetti è aumentato per il 47,4%, mentre si è mantenuto complessivamente
stabile per il 43,4%; solo un 9,2% ha dovuto ridurre il personale. Per il
2016, se il 64,2% dichiara di voler mantenere stabile il numero di addetti, il
32,6% prospetta incrementi e solo un 3,2% prevede riduzioni. Tra gli
strumenti a disposizione degli imprenditori e che facilitano le assunzioni,
c’è il Jobs Act, che è stato un accelerante per il 65,6% delle aziende. “I
numeri emersi dall’Osservatorio Mecspe - afferma Emilio Bianchi, direttore
di Senaf - non fanno che confermare che ci troviamo di fronte a un
comparto in forte ripresa e che mette al centro il capitale umano. Nel Jobs
Act le imprese hanno trovato un strumento efficace per trovare nuove
risorse, e le quasi 580 assunzioni ogni mille imprese ne sono una concreta
testimonianza. Eppure, questo non è sufficiente. Per essere competitivi e
avere successo, bisogna avere, oggi più che mai, personale formato:
investire in formazione costa, ma porta a performance migliori”. Tornando
ai dati dell’Osservatorio Mecspe, si vede come nel 2015, il 27,7% ha
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in quello minerario ed estrattivo, mentre i datori di lavoro del settore
manifatturiero e dei trasporti e comunicazioni indicano una prospettiva pari
a -4%. Rispetto al trimestre precedente, le prospettive peggiorano in cinque
dei 10 settori industriali. I cali di maggiore rilievo di 5 punti percentuali
sono segnalati nel settore finanziario, assicurativo, immobiliare, dei servizi
alle aziende e minerario ed estrattivo. Per il prossimo trimestre, i datori di
lavoro di tre delle quattro categorie, definite nell’indagine in base alla
dimensione aziendale, prevedono un aumento del numero di lavoratori.
L’andamento occupazionale più sostenuto è quello previsto dalle grandi
aziende (con 250 o più dipendenti), con una previsione netta
sull’occupazione pari a +9%, mentre le previsioni si attestano su +3% e
+2% per le piccole (10-49 dipendenti) e medie aziende (50-249
dipendenti), rispettivamente. Tuttavia, i datori di lavoro delle micro-aziende
(meno di 10 dipendenti) riferiscono una previsione incerta pari a -1%. Data
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Senaf
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08/03/2016 - Il report, in Italia il 29% dei manager è
donna
Roma, 8 mar. (Labitalia) - Per il report annuale Grant
Thornton le donne in posizioni manageriali nel mondo salgono al 24%
mentre l’Italia con il 29% di rappresentanti femminili tra i dirigenti di
azienda è tra i primi 10 paesi. Inoltre, un business su tre a livello mondiale
(33%) non ha donne in posizioni di leadership, e l'Italia segna il passo per
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dedicato alla formazione dei propri dipendenti 'fino a 10 ore all’anno', ben il
26,6% 'tra le 11 e le 20' e il 34,6% 'oltre le 21 ore', mentre solo l’11,2%
non ha fornito formazione. Per il 2016, quasi nove imprenditori su dieci
(88,1%) investiranno nell’aggiornamento dei propri dipendenti, e quasi uno
su cinque (19,3%) aumenterà il budget dedicato rispetto all’anno
precedente. Ma quali sono gli strumenti che le imprese utilizzano per la
ricerca di operai e tecnici specializzati? Il 48,3% si affida alle 'agenzie di
ricerca del personale'. ma anche la scuola è un punto di riferimento
importante e in particolare gli 'istituti tecnici' (47,1%) e gli 'istituti/scuole
professionali' (30,8%). In misura nettamente minore le aziende scelgono di
pubblicare 'inserzioni' (15,7%), ricorrere agli 'uffici di collocamento' (7,6%)
e monitorare i propri competitor attingendo dal loro bacino dipendenti
(9,3%). Per assecondare invece i flussi incostanti di lavoro e sopperire ai
vincoli previsti dalle assunzioni sono sempre le 'agenzie interinali' i primi
interlocutori delle imprese (45,3%) mentre il 12,2% sceglie 'prestatori
d’opera occasionali'. Una quota alta (35,3%), invece, preferisce non
assumere. I profili più ricercati dalle imprese della meccanica e della
subfornitura, da inserire nell’organico come dipendenti, sono quelli di
conduttori di impianti e macchinari (30%) e operai specializzati (27,7%). Il
60% delle imprese del comparto richiede in generale esperienza specifica e
sul fronte dell’istruzione e il 76,3% gradisce il titolo di studio, con
particolare preferenza per il diploma (38,2%) e per una qualifica
professionale (22,5%). Se per il 44,8% il sesso del candidato è
indifferente, il 46,1% preferisce comunque il genere maschile. Per quanto
riguarda l’età, il 41% non ha preferenza, il 33% si orienta verso gli under
29 e il 26% oltre i 29. Secondo i dati Excelsior-Unioncamere elaborati da
Senaf, in Italia, nel primo trimestre 2016, si prevedono 146.270 assunzioni
di dipendenti, anche se questo non significa un incremento di occupazione
sul territorio perché non considera le cessazioni di rapporti lavorativi. Di
queste, il 19,5%, pari a 28.500, riguardano l’industria, con contratti che
saranno a tempo determinato per il 48,6% e a tempo indeterminato a tutele
crescenti per il 41,5%. Nello specifico: le industrie meccaniche ed
elettroniche prevedono di assumere, in questi tre mesi dell’anno, 8.490
operatori (29,8% del totale industria); le industrie metallurgiche e dei
prodotti in metallo 4.300 (15,1%); le industrie alimentari, delle bevande e
del tabacco 4.080 (14,3%); le industrie chimico-farmaceutiche, della
plastica e della gomma 3.240 (11,4%); le industrie tessili,
dell'abbigliamento e calzature 2.920 (10,2%); le industrie della carta,
cartotecnica e stampa 1.160 (4,1%); le industrie del legno e del mobile
1.090 (3,8%); le industrie della lavorazione dei minerali non metalliferi ed
estrattive 830 (2,9%); le altre industrie 2.390 (8,4%).