Fattori che influenzano il peso

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Fattori che influenzano il peso
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Fattori che influenzano il peso
Mi capita sovente, di effettuare oltre ad un’analisi puramente tecnica delle condizioni dei pazienti che
vengono in studio, anche un’anamnesi ovvero una raccolta di informazioni utili a capire le reali
motivazioni che spingono il paziente a voler iniziare un percorso nutrizionale differente da quello
inserito nello stile di vita che conduce.
Molte sono le persone che si rivolgono al nutrizionista perché affette da patologie quali diabete,
ipercolesterolemia, intolleranze alimentari… e ancor di più, mi sono reso conto, che a spingere le
persone ad affidarsi alle nostre competenze, nella maggioranza dei casi, è la voglia di dimagrire quindi
di perdere quel peso corporeo in eccesso che crea disagi e non permette di condurre una vita serena.
Dopo aver capito le motivazioni dei pazienti bisogna però capire bene quali sono i fattori che
influenzano il peso corporeo, soprattutto per quel che concerne i casi più complicati ovvero quei casi in
cui si ha difficoltà a perdere peso per svariati motivi (patologici, psicologici, ambientali ecc), e per quei
casi in cui si interpongono problemi diversi che rendono difficoltoso seguire un regime alimentare
salutare.
È necessario porre in considerazione che il peso viene influenzato non solo da ciò che mangiamo, ma da
diversi fattori; quello che cerco di spiegare, infatti, nel corso delle mie visite è che iniziare una dieta non
equivale a privazioni severe, al contrario per ottenere buoni risultati bisogna lavorare a 360 gradi
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tenendo in considerazione molteplici punti chiave quali corretto stile di vita alimentare, movimento,
idratazione, motivazione ecc.
Non a caso sono varie e disparate le domande che pongo durante un colloquio con il paziente, le quali
arrivano a riguardare anche il tipo di masticazione, le ore di sonno, il tipo di attività lavorativa svolta;
utili infine per poter soddisfare la classica domanda: “perché sono aumentata di peso? perchè non
dimagrisco?”. La risposta è sempre molto lunga e complessa, ma solitamente riesce ad essere molto
esaustiva.
Purtroppo nel 90% dei casi il fattore alla base sembra essere la predisposizione genetica, seguita da
fattori ambientali e comportamentali e/o personali. Secondo diversi studi, il rischio di sovrappeso o
obesità nelle famiglie “extralarge”, è 3 volte superiore rispetto alle popolazioni generali. Nel 1994 è
avvenuta una delle scoperte più importanti nel campo della nutrizione: la leptina, un ormone presente
nel tessuto adiposo e che ha diverse funzioni importanti.
Infatti, vari studi su topi ob/ob (ovvero topi modificati) presentavano una modificazione della leptina, e
perciò
sviluppavano: iperfagia,
diminuzione
della
sazietà, ipercolesterolemia, iperinsulinemia,
iperglicemia, aumento di glucocorticoidi e sterilità. La somministrazione di leptina nel topo, portava a
riduzione del peso corporeo. Tutti si chiederanno: “come faccio ad avere questa leptina?”.
Paradossalmente, mangiando di più ma in maniera corretta soprattutto a colazione.
Ecco sfatato il mito della “diete ipocaloriche e restrittive”. Di fatti, gli ormoni e le loro rispettive
ghiandole precursori, giocano un ruolo fondamentale nella difficile discesa del peso, ad esempio
problemi alla tiroide sono fortemente collegati a problemi di sovrappeso. Altri fattori genetici sono il
metabolismo e il suo setpoint. Visto che entrare in tali meccanismi sarebbe molto tecnico e complicato,
preferisco soffermarmi su altri tipi di fattori, più comuni e facilmente “correggibili”. Mi riferisco a fattori
ambientali e comportamentali.
Per quanto riguarda i primi, credo sia opinione abbastanza comune, affermare che ormai la nostra vita è
circondata da pubblicità e mass-media che mandano messaggi e consigli davvero deleteri per la salute
del nostro corpo. Come evitare che le pubblicità da noi tanto amate, con immagini di cibi dolci e
“raffinati” , ci persuadano, allontanandoci dall’ obiettivo “pancia piatta”?. E proprio grazie a quelle
immagini pubblicitarie, che purtroppo negli ultimi anni si è assistito ad un forte aumento del consumo
di cibi alimentari di scarsa qualità nutrizionale.
L’eccessivo consumo di cibi grassi e zuccherati è una delle cause principali dell’obesità. Cosa
preoccupante è quando queste pubblicità riescono a entrare anche nelle menti dei più piccoli, non a
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caso, negli ultimi anni è stato rivelato un forte aumento di obesità infantile. E come non parlare ormai
delle
innovazioni
tecnologiche,
che
hanno
portato
ad
un
innovazione
all’insegna
della
dematerializzazione, anteponendo in ogni situazione la comodità e la sedentarietà. Un capitolo a parte,
deve essere aperto per quanto riguarda i molteplici fattori comportamentali. A mio avviso, quelle stesse
pubblicità, riescono a manipolare le nostre menti, dimenticando spesso le sane abitudini.
E’ ovvio che scegliere fra un ora di corsa e un ora di riposo davanti al nostro telefilm preferito magari
sorseggiando una bibita e ingurgitando un gustoso panino con la Nutella, la seconda opzione è molto
più allettante. Ecco che allora proprio in quel momento, il nostro comportamento viene mutato, e
tendiamo a scegliere sempre la strada più facile. La parola “volontà” purtroppo non sempre fa parte
della nostra indole, ma il problema, a mio avviso, non è da ricondursi alla quantità di cibo che si mangia,
ma a come ci approcciamo con i cibi stessi.
Purtroppo la psicologia “del sovrappeso” è spesso ambigua e lunatica, ecco perché la motivazione
comportamentale è da sempre il primo tassello per il dimagrimento. Mi ritrovo spesso a dibattere con i
miei pazienti, sul ruolo dato al cibo soprattutto nei momenti di forte stress. Il cibo viene visto come un
antidoto o meglio ancora come una medicina risolutiva, in molte circostanze della vita.
Ecco perché, il ruolo primario di noi nutrizionisti, deve essere quello di invogliare e indirizzare la persona
verso una prospettiva mentale migliore, dando un input alla sua motivazione e solo dopo parlare di
“dieta”. Anche lo stress gioca un ruolo primario nell’aumento del peso. Ma sebbene, la vita spesso e
volentieri ci sottopone a momenti di stress inevitabili, dobbiamo cercare di non “calmarci” con il cibo,
ma ricordare quali sono i motivi che ci hanno spinto ad intraprendere un percorso nutrizionale.
D’altronde non è una barretta di cioccolato l’antidoto migliore per risolvere i problemi. La correlazione
fra lo stress e l’aumento di peso è stato ben studiato ed argomentato; infatti sembra essere coinvolto
l’ormone NPY il quale, mediante il suo recettore, stimola la proliferazione di nuovi adipociti. Nelle mie
visite, a tal proposito, si sente parlare sempre dell’ormone cortisolo; un ormone prodotto dal surrene,
coinvolto nella risposta allo stress, sia fisico che mentale, che porta ad un aumento di zuccheri nel
sangue, un incremento della pressione arteriosa ed un aumento della fame.
Anche il sesso sembra influenzare il peso, le donne infatti sembrano ingrassare più velocemente e
precocemente (15-18 anni) rispetto agli uomini, questo perché il tessuto adiposo è fondamentale per la
fertilità femminile. A livello farmacologico, ci sono molti farmaci, capaci di rendere più difficoltosa e
lenta la strada del dimagrimento: mi riferisco soprattutto ai cortisonici, antidepressivi, ansiolitici, tutti
farmaci “rallentanti” il metabolismo.
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Il peso corporeo è ovviamente anche influenzato dai determinati periodi della vita o del mese: è
scientificamente provato che durante la menopausa si tende ad ingrassare, oltre che in determinate
condizioni fisiologiche come la gravidanza, il ciclo mestruale e l’adolescenza. Quindi è sempre buona
norma, prima di somministrare qualsiasi tipo di regime dietetico, analizzare con cura tutti i vari aspetti
che possono influenzare il raggiungimento di uno stile di vita migliore.
Dott. D’Amico Tiziana
Biologa nutrizionista
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