numero 28 - Febbraio 2013
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numero 28 - Febbraio 2013
Sintomi numero 28 - Febbraio 2013 Liceo Scientifico Niccolò Copernico, Prato La sezione Speciale dell'Agorà! È un peccato che le persone che sanno come far funzionare il paese siano troppo occupate a guidare taxi o a tagliare capelli. George Burns La sconosciuta storia di William D. Porter Il verdetto di Sanremo La decadente storia di Pistorius Novità: il crucipuzzle E molto altro ancora... Indice: L’EDITORIALE: Pag.3 di Immacolata Ranucci CRONACA E ATTUALITÀ: Pag.4 Caro Presidente - Stefano Ciapini Pag.5 Guerra di talenti - Ilaria Martini Pag.6 Un mito che cade - Sofia Pecchioli Pag.7 Mamme a 5,8,9 anni - Luisa Liu Pag.8 Frammenti di notizie da... leggere - Luisa Liu SATIRA: Pag.8 La Vignetta - Stefano Ciapini LE RUBRICHE: FILOSOFIA-PSICOLOGIA: Pag.9 Materia Grigia - Cosimo Carmagnini CURIOSITÀ: Pag.9 L'usurpatore Yorkista - Martina Zini Pag.10 La nave più pazza del mondo - Federico Borrelli Pag.11 Bloody Mary - Federica Brunelli LIBRI: Pag.12 Bianca come il latte rossa come il sangue - Valentina Saccomando Pag.13 Canto di Natale - Sara Bichicchi MANGA: Pag.14 Mangamania, piccola classifica - Nadia Tashina Siddique LA NOSTRA SCUOLA: Pag.15 Di razza umana - Silvia Mazzei Pag.16 Gli autori visti dal banco - Nadia Tashina Siddique SPECIALE AGORÀ: Pag.16 Le origini dell'universo - Stefano Ciapini Pag.17 La shoah - Ervisa Prroni Pag.17 La danza - Nadia Tashina Siddique Pag.18 Musica e comicità - isabella Giusti Pag.18 I meccanismi dell'economia - Gabriele Conti Pag.19 L'arte della fotografia - Sara Relli Pag.19 Gay e lesbiche - Jessica Ricotta ENIGMISTICA: Pag.20 Crucipuzzle Manzoniano - a cura della prof. Eva Sabatini e della II Al Pag.21 Cruciverba - Federico Borrelli Editoriale Mancano poco più di ventiquattro ore alla stampa di questo numero di Sintomi e ho ancora un editoriale da scrivere. Intanto la tv accesa mi infila in testa nomi numeri e percentuali… Ma partiamo con ordine. Febbraio è stato un mese tanto pieno che racchiuderne i risultati in una sola pagina richiede uno sforzo di sintesi (e omissione) non indifferente. Il mese si è aperto con l’Agorà (che beeeella l’Agorà!) che, dopo tanta fatica per essere organizzata, si è anche presa la libertà di finire in soli quattro giorni. Ben riuscita, piena di forum interessanti e divertenti, incoronata dal finale a “sorpresa” con la presenza di Max Tortora, è stata proprio una bella Agorà, e per questo ringraziamo tutti coloro che veramente si sono fatti in quattro per metterla in piedi. Qualche giorno dopo l’Agorà una notizia improvvisa ma forse non imprevedibile: le dimissioni di Benedetto XVI. Visto come poco convincente fin dall’inizio, come una persona chiusa, calcolatrice, un teologo, un Papa di passaggio, si è ritrovato sulle labbra un latino mal compreso perfino dai cardinali nel momento dell’annuncio delle dimissioni. Tutto il Mondo si allarma e si sconvolge per questo gesto rivoluzionario. Lo sfortunato Ratzinger non avrà neanche nell’ultimo giorno di pontificato tutte le telecamere su di sé; eppure lui stesso ha scelto il 28 Febbraio. È difficile pensare che un gesto così importante non sia stato calcolato fin nei minimi particolari, e fatto sta che si ritroverà a dover dividere la scena con un panorama politico, per quanto riguarda l’Italia, tanto prepotente quanto preoccupante. Passiamo alla Res Publica. Devo ammettere che avevo l’idea di lasciare questa pagina bianca, una pagina di silenzio in memoria di quella che fu la speranza di un futuro per l’Italia. Prospettiva che minuto dopo minuto si allontana man mano che sento ipotesi campate per aria essere pronunciate da giornalisti e politici nei salotti televisivi. I giornali e i tg continuano a ripetere una parola: ingovernabilità. Manca una maggioranza convincente che possa imporsi, manca la fiducia da parte dello stesso popolo votante. La novità “Grillo” ha ritrovato consensi, molti; il centrodestra continua a raccogliere voti ma per ora sembra essere in vantaggio il centrosinistra. Vantaggio quasi inesistente, nonostante in Toscana ad esempio si sia affermato in modo definitivo grazie a quello che chiamano “effetto Renzi”. Ebbene, queste elezioni mi lasciano con la rafforzata convinzione che le apparenze dovrebbero contare un po’ di più, soprattutto per un paese sull’orlo del baratro, o che almeno dovrebbe esserci un po’ meno ipocrisia in proposito. Il modo in cui un Paese si presenta agli altri, sul piano politico-economico internazionale, conta tanto quanto l’immagine di un partito e dei suoi candidati di fronte al popolo che li dovrà eleggere. E forse è proprio qui il problema. La verità è che questo senso di precarietà è l’unico a non essere precario. Ancora niente è stato deciso e ufficializzato in modo definitivo. Ancora non si sa chi governerà l’Italia nei prossimi anni, o mesi. Molti già ipotizzano un ritorno ai seggi molto rapido. Si parla di accordi, inciuci, sotterfugi e possibili collaborazioni instabili. Nel programma “Agorà”, su Rai Tre, un giornalista de “Il fatto quotidiano” ipotizza e analizza un accordo tra il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle per raggiungere la maggioranza al Senato di 158 seggi, necessaria a governare, oppure un possibile intreccio di sguardi complici tra centrodestra e centrosinistra che porterebbe ad un rafforzamento del partito di Grillo (che, singolarmente, ha ottenuto la più alta percentuale di voti) e un ritorno alle urne nel giro di un anno. È amaramente divertente notare come l’esuberanza e l’arroganza che i candidati sfoggiavano nei giorni precedenti al 24 Febbraio si siano appiattite per mostrare delle belle facce condiscendenti e preoccupate. Sono costretta a chiudere questo editoriale disordinato prima di conoscere il risultato di queste elezioni 2013, e non sono sicura che ciò mi dispiaccia. Voglio solo sperare di poter scrivere il mese prossimo qualche parola più incoraggiante. Immacolata Ranucci 3 Cronaca e attualità Caro Presidente di Stefano Ciapini Salve cari lettori! Scrivo questo articolo quando ancora non si conosce il risultato delle elezioni politiche di Febbraio, ma voi che leggete probabilmente saprete già la risposta. Mentre scrivo la gente attorno a me ha "versato lacrime e sangue" e si chiede se dovrà esultare o disperarsi a seconda di chi guiderà il paese nei prossimi cinque anni, mentre aleggia intanto nell'aria il sentimento di qualcuno che rifiuta, esasperato, la politica; non ne può più, tanto che arriva a voler scacciare dal palco dell'Ariston Maurizio Crozza che voleva solo fare un po' di sana satira politica. Il rifiuto di un argomento politico in genere proviene da quei "riempiti" di politica, come si è detto, che spuntano sovente come funghi, da un lato comprensibilissimi, tuttavia un altro bel problema sta in chi evita tutto ciò che riguarda la politica per principio, perché disinteressati a tutto ciò che riguardi il governo, dicono "non me ne frega un tubo", mai hanno provato a capirci qualcosa e così non ne conoscono il minimo ABC. Ora, io non conosco chi sia il neo-Premier ma partendo da questo argomento vorrei rivolgermi a lui. Caro Presidente, la politica è l'ambito che, come lei sa, riguarda la guida di un paese e la sua rappresentanza, quindi si può dire che chi non se ne vuole interessare sia un autolesionista, non esagero, infatti lesiona il proprio futuro, non si interessa a ciò che gli è prossimo accadere, probabilmente va a votare persone a seconda di come tira il vento, di ciò che sente dire dai suoi simili per strada, perché il candidato fa ridere, perché presenta proposte "fighe", perchè appaga desideri che so, calcistici o di altra natura... se ne vedono di tutte. Caro Presidente per far ripartire l'Italia (mi auguro che sia questo che vuole, deve essere questo) bisogna riunificare i cittadini all'insegna di un sentimento di vicinanza nei confronti dei partiti al governo, si comincia "riformando" la massa dei disinteressati a capire la politica, a seguirla, insegnando loro 4 che è un bene, non un male... se si resta così non si può crescere. Non vorrei rincarare troppo la dose caro Presidente, ma vorrei citare il filosofo Immanuel Kant quando dice: "La mia libertà finisce dove comincia la tua"; ecco, questa massima mostra grande senso civico e rispetto dell'altra persona, di fatto tuttavia i disinteressati ostacolano con il loro fare le altre persone che vorrebbero un sistema funzionante per il meglio, per esempio, come ho già detto, buttando il loro voto a caso e mettendo in pericolo la Nazione. Si, in pericolo, perché può non succedere nulla come può succedere che venga eletto dalla maggior parte della popolazione, quella disinteressata, qualcuno che mini all'integrità della costituzione e quindi della Repubblica. Repubblica Presidente, da "Res Publica", latino, significa "cosa pubblica", quindi di tutti, che fa parte della nostra vita, di noi, un ente che ci rappresenta e che noi costituiamo, ci tutela, ha come compito di amministrarci la vita... ecco, caro Premier, faccia in modo che questa non sia ciò solo in teoria ma che sia messo in pratica, basta con gli abusi di potere, bisogna cessarli per riunificare spiritualmente il popolo italiano all'insegna della fiducia nella politica, per poter poi ripartire. Si può dire che la politica sia un nostro importante organo vitale. Ignorando la Politica si ignora la Repubblica, quindi si ignora noi stessi, una parte di noi che gettiamo al vento come -scusate il fortissimo paragone- le prostitute gettano al vento il loro sacro prezioso corpo. Dove finirebbe il Popolo Sovrano se tutti gli Italiani divenissero improvvisamente disinteressati? La nostra meravigliosa Repubblica Democratica fondata sul lavoro si trasformerebbe nel peggiore dei casi in Repubblica Oligarchica finta come i soldi del Monopoli fondata sul lavoro (forzato). Ma insomma Signor Presidente! Mica possiamo permettere che accada! Si avvicini al popolo, lo renda fiero di questo Paese, certamente si sentirebbe appagato, non se ne pentirebbe, avrebbe fatto quello che manca all'Italia, avrebbe rivitalizzato il cuore dell'Italia, il popolo!! Lei mi dirà "E' facile parlare!" Come fare a unificare, innamorare, rendere fieri gli Italiani, anche quei disinteressati ? Innanzitutto investire sulla scuola, è chiaro come il sole che i soldi ci sono, vedi F35 cacciabombardieri, non prendiamoci in giro! Il dottor De Paoli durante l'Agorà ci faceva notare come Corea e paesi scandinavi hanno alcune fra le migliori scuole, e nel primo caso si è visto lo sviluppo incredibile dell'economia e di grandi aziende come Samsung ed LG Electronics, nell'altro caso uno dei Pil più alti, e quindi un gran tenore di vita. Poi deve dare economicamente una mano alle nostre famiglie che sono sul lastrico, che non riescono a sfamare i figli e a mandarli all'università, e andare ad intaccare invece i patrimoni dei ricchi, senza esagerare da nessuna delle due parti, non sarebbe equo e costituzionale. Dia una botta agli evasori, faccia sborsare loro fino al più piccolo centesimo che hanno rubato a noi onesti; lotta la Mafia, perché un paese con ai vertici la criminalità organizzata non è un paese, per molti, per i giusti, è una prigione, e non di certo di quelle con la televisione e tanti comfort, ma una stanza murata senza porta con un piccolo finestrino che da' su una discarica, per farla breve caro Presidente un inferno. Poi altre cose potrebbe fare, come stanziare un budget decoroso per aiutare gli Aquilani e gli Emiliani, che sono stati, specialmente i primi, abbandonati... magari se poi ce n'è la possibilità tuteli la nostra Terra potenziando le fonti rinnovabili: di Pianeta ce n'è solo uno, tanto per far chiaro l'elementare. Insomma queste sono alcune, per me le più importanti, cose che dovrebbe fare per riacquistare la fiducia degli Italiani e per avvicinare alla Politica il popolo, anche i disinteressati, così poi potrebbe far ripartire l'Italia, anzi, fatto quel che le ho detto guardi un po', sarà già belle che ripartita... E Allora ci insegni ad amare la Politica, ci insegni ad amare la Res Publica, ci insegni ad amare l'Italia! Guerra di talenti di Ilaria Martini Già da qualche giorno si è concluso il festival di Sanremo. Anche quest’anno non sono mancate le contestazioni, come quella a Crozza in seguito alla parodia di Berlusconi, e i numerosissimi ospiti a rendere le serate ancor più piacevoli. Però, a differenziare questo Sanremo dalle altre edizioni è stato l’omaggio al musicista Giuseppe Verdi, in occasione del bicentenario della sua nascita. Infatti, per onorare questo celebre musicista, “Sanremo” si è aperto sulle note di “Va' pensiero”, eseguito dal coro dell'arena di Verona; riportando l’attenzione sulla musica, la quale dovrebbe essere protagonista in un festival di talenti musicali, e che, invece, in questi ultimi anni è passata quasi in secondo piano. Ammetto che questa edizione mi è piaciuta più delle precedenti. Fabio Fazio e Luciana Littizzetto sono stati grandiosi nel presentarla e anche le canzoni mi sono sembrate orecchiabili. Riconosco di non essere riuscita subito ad apprezzarle tutte, anzi alcune sentendole una prima volta mi sono sembrate piuttosto noiose e banali e solo dopo averle riascoltate per la seconda o terza volta sono riuscita veramente a gradirle. I temi affrontati nelle canzoni sono più o meno ricorrenti, alcuni più profondi, altri più leggeri e divertenti. Grandi emozioni mi hanno trasmesso le canzoni “Il postino” di Renzo Rubini, che trattava dell’amore gay, per niente diverso da quello tra uomo e donna e non certamente meno intenso, e “Il tempo che sarà” di Chiara, la quale, con quella sua voce potente e al contempo sublime e quel testo meraviglioso e ricco di antitesi, è riuscita comunque a mettere in mostra un talento incredibile, pur non avendo vinto. Al solo pensiero de “La canzone mononota” di Elio e le Storie tese e al loro look dell’ultima serata mi vien da ridere. Con la loro buffissima coreografia hanno mostrato grande abilità nell’intrattenere il pubblico oltre a grandi capacità musicali, non certamente sottovalutate dalla giuria, che l’ultimo giorno, al momento dei tre finalisti, ha dato loro il punteggio più alto. Per non parlare de “la prima volta” di Simone Cristicchi! Quando l’ho sentita in un primo momento, senza badare 5 alle parole e giudicando solo dal ritmo, mi è sembrata quasi una canzone buffa, di quelle allegre sue solite, poi, però, ascoltando le prime parole: “La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto mi ero distratto solo un secondo, l'attimo dopo ero già sepolto”, ho capito che mi sbagliavo. In realtà i suoi testi sono molto più profondi e meno banali di quanto possano sembrare se ci si limita a sentirli di sfuggita, e lo dimostrano le parole: “non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio, e nemmeno l’inferno. Sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento dove si impara ad amare la vita in ogni singolo momento”. Bellissima è anche la canzone “Se si potesse non morire” dei Modà, molto poetica nelle sue descrizioni di un’amena natura, spesso sottovalutata e in realtà tanto semplice quanto sorprendente, e di un mondo ideale, privo di sofferenze, dove magari si potrebbe non morire. Questa canzone si è contesa a lungo la vittoria con “L’essenziale” di Mengoni, infine cedendogliela. Come tutti gli anni non è mancato il dibattito sul verdetto finale di “Sanremo”. Fazio ha voluto reintrodurre la Giuria di Qualità, al fine di controbilanciare il peso del televoto, così da evitare le preferenze verso i cantanti lanciati dai talent (come nel caso delle vittorie di Marco Carta, Valerio Scanu e Emma Marrone), ma, malgrado le sue buone intenzioni, il dibattito persiste, per via della vittoria di due ex X Factor. Protagonisti di un interessante dibattito sono i due finalisti Mengoni e i Modà, tra i quali è stato un vero testa a testa per quanto riguarda il televoto: giovedì il primo aveva, appunto, il 25% dei voti, mentre i Modà il 20%; percentuali che si sono invertite nella finale. C’è chi parla di “voto anti-Modà”, come lo si può notare nella quinta serata: tra le 21 e 1 7 e le 23 e 33 i Modà erano in testa al televoto (25% rispetto al 20,72% di Mengoni) e dalle 00:1 6 alle 00:52 Marco è balzato al 44,1 8% rispetto ai 33,90% della band. Al di là di queste solite, ricorrenti critiche verso chi vince, penso che Mengoni si sia meritato la vittoria che ha avuto, pur non negando la presenza di altre canzoni altrettanto belle che avrebbero potuto aspirare alla vittoria di un Sanremo. La sua è una canzone ricca di dolcezza e carica di sentimento, che affronta un tema neanche tanto insolito, ma in cui lascia trasparire un gran romanticismo, reso ancora più intenso dalla piacevole melodia che ne accompagna le parole. Comunque, oltre al premio dato al vincitore, ci sono stati altri numerosissimi premi distribuiti ad altri partecipanti come riconoscimento del proprio talento. L’importante è che i cantanti si rendano conto che la sfida non finisce con il festival e che la vera vittoria la si raggiunge nel momento in cui riusciamo a dare il meglio di sé nell’esprimere ciascuno il proprio talento. Un mito che cade di Sofia Pecchioli “Posso confermare che una donna è stata uccisa fosse un ladro, entrato quella sera in casa per con un’arma da fuoco nella casa di Oscar rubare. Dapprima non c'è stata nessuna accusa, Pistorius. Un uomo di 26 anni è stato arrestato. poi questa è stata ufficializzata. Pistorius ha L’incidente è avvenuto verso le tre di mattina raccontato ai giudici che Reeva l'aveva del 14 febbraio. Abbiamo ricevuto una chiamato proponendogli una cena tranquilla, telefonata e siamo andati sul posto. La alle 22 del 13 febbraio erano insieme, lei faceva telefonata non è stata fatta dall’uomo tenuto yoga e lui guardava la tv. Ha inoltre sostenuto di in custodia ma da un’altra persona. Al momento avere una pistola sotto il letto, perchè aveva è stata aperta un’inchiesta sull’accaduto”. Con subito violenza e minacce. Era buio, era solo, ha queste parole un portavoce della polizia ha sentito un rumore forte provenire dal bagno, e riportato ciò che è accaduto, un omicidio che convinto che ci fosse un intruso, non avendo le ha tolto la vita a Reeva Steenkamp, fidanzata di protesi si è sentito vulnerabile e così ha sparato Oscar Pistorius. Inizialmente Pistorius ha sulla porta del bagno, dopo aver esploso alcuni dichiarato di averle sparato perchè pensava che colpi attraverso il vetro della porta, si è trovato 6 davanti lei, la sua fidanzata. Ha tentato di rianimarla. Questa è ovviamente la storia che ha raccontato l'atleta. Sarà vero o no? Sicuramente ci sono moltissimi punti che non tornano, per esempio quando lui è andato verso il bagno, non ha cercato di chiamarla? Non sapeva che c'era lei in bagno? Beh, ci sono troppe cose che non tornano, tutto sembra incolpare Oscar. Ancora non si hanno notizie certe sulla conclusione del processo, ma se all'inizio sembrava che il gesto di Pistorius fosse stato un errore, adesso l'accusa e gli stessi giudici non sono d'accordo con questa prima versione, perchè ci sono molti punti oscuri, ancora da chiarire. Oscar vive un dramma fin dalla nascita, da piccolo ha dovuto ricorrere all'uso delle protesi e all'amputazione delle gambe, ha continuato a vivere e a seguire le sue passioni nonostante tutti gli ostacoli che si è trovato davanti, ha scelto di correre e ha corso, ha continuato la sua vita, ha avuto molte persone che lo hanno aiutato. Si, la sua vita non è stata facile, però cosa lo avrà spinto a uccidere la sua ragazza, una delle persone che probabilmente lo amava di più? Di nuovo un uomo ha ucciso una donna, non è il primo caso e nemmeno sarà l'ultimo purtroppo, perchè tutta questa violenza? Cos'è che porta l'uomo a uccidere? Beh qualunque motivazione non sarà mai abbastanza. Con questo dramma, cade un mito dello sport, da cui molte persone avevano preso spunto e si erano ispirate, andando avanti grazie al suo esempio, adesso niente ha più senso. Lui, un ragazzo di 26 anni, aveva commosso con la sua storia moltissime persone, insegnando che non bisogna mai arrendersi, ma adesso dopo ciò che ha fatto il punto di vista è cambiato, non è più l'uomo che tutti ammiravano. Mamme a 5, 8, 9 anni di Luisa Liu “Parto a 9 anni”. Con questa espressione non intendo “io parto a 9 anni”, bensì “il parto a 9 anni”. Mi riferisco a un caso recente accaduto precisamente il 27.01.13 in Messico: la protagonista della vicenda è Dafne, una bambina di appena 9 anni, che, rimasta incinta all'età di 8 anni, dopo i regolari 9 mesi, ha partorito una bambina. Probabilmente vi chiederete anche voi chi sia il padre… circola voce che sia il suo fidanzato, sedicenne o diciassettenne, ma dati statistici rivelano l’inestistenza di questo. Sarebbe invece il patrigno artefice di questi luridi gesti: padre della figlia della figliastra. I test del Dna confermeranno che le indiscrezioni, purtroppo, non sono solo sospetti infondati, bensì verità. Ma la verità non si sofferma qui, va ben oltre: la madre della giovane è una prostituta, che ha costretto la figlia a imboccare la sua medesima strada. Questo rientrerebbe nella “normalità”? “Tale madre tale figlia”? E’ stata una scelta? Una scelta senza alternative, direi. Una scelta non volontaria, non libera. Eppure non è la prima volta che accade una situazione del genere: Hunduras, stuprata dal patrigno, diviene madre a soli 8 anni. Non si tratta neppure del parto più prematuro registrato: come forse già sapete Lina Medina è stata la mamma più giovane, partorendo a soli 5 anni. In tempi nemmeno troppo remoti troviamo altre prove, che testimoniano il perenne susseguirsi di vicende analoghe: nel 2004 una bimba di 8 anni, costretta a prostituirsi dalla madre, rimane incinta di un trentaduenne; inoltre le analisi cliniche rivelano che è stata obbligata ad avere rapporti sessuali fino al sesto mese di gravidanza. E la lista potrebbe andare all’infinito, ma ci sarà un fine? Certamente, come tutte la cose che hanno un inizio e una fine, ci sarà pur qualcuno che metterà punto a questa lista. Basta un punto. Non tre puntini... Etica? Morale? Non voglio inoltrarmi oltre, in quanto questa tematica è ormai fin troppo (poco) discusso. Poi c'è stata da poco la festa di San Valentino, che, come presumo tutti (non) sappiano, è la giornata contro “la violenza verso le donne”. Quindi, così come S. Valentino non è esclusivamente fatto di cioccolatini e rose, l'uomo non è fatto solamente di ossa e carne, ma possiede anche un cuore. Il cuore che purtroppo trapela solo a San Valentino. 7 Frammenti di notizie da... leggere di Luisa Liu “Un problema che spesso affligge molti adolescenti è il non essere capiti. Per questo esistono gli amici. Talvolta, però, questi non bastano. Per questo circolano sigarette, alcolici,...”. Questo è ciò che afferma l'uomo giustificando l'uso e il consumo di bevande super-alcoliche e di sostanze stupefacenti da parte del figlio. Mi è venuto da chiedergli: ma non esistono anche i genitori oltre agli amici fino a prova contraria? Dove sono i genitori? Dove’ finito lui medesimo? Per di più inoltrando ulteriormente nella questione ho scoperto che il figlio è un bambino di soli 3 anni, che fumava già dall’età di 2 anni, in seguito a un incidente stradale. All’inizio fumava di nascosto rubando pacchetti di sigarette dal padre, poi iniziò anche a bere una quantità esorbitante di birra, raggiungendo una stima di 4 bicchieri giornalieri. Probabilmente non è tagliente quanto la storia di Ardi, il piccolo indonesiano dell’Isola di Sumatra, che all’età di due anni fumava due pacchetti al giorno, e sbatteva la testa contro il muro se veniva privato delle sue confezioni di sigarette. Tuttavia si tratta pur sempre di una realtà che, almeno a primo impatto, ci lascia piuttosto scioccati. Il medesimo problema iniziale, il non essere capiti, si manifesta in molteplici altri modi. Un esempio degno di essere citato è il volere ad ogni costo un iPhone e/o un iPad, che sono diventati requisiti necessari per integrarsi più facilmente, elementi cardini tanto indispensabili che molti ragazzi ‘si vendono’ e/o vendono i propri organi (non donabili) pur di per poter ottenere ciò che ardentemente desiderano. “Tanto i miei genitori non me lo compreranno mai.”. Questo è stato il contenuto della loro affermazioneL una giustificazione motivata? Accettabile? Non direi. Questo è tutto ciò che è rimasto dei valori etici? Questi sarebbero gesti di ribellione? Dovrebbero preannunciare una sorte di rivoluzione? Ѐ forse parte integrante del naturale evolversi della tecnologia e dell'uomo? Non oso rispondermi. Per di più questo elenco è solo un frammento parziale di ciò che ci attornia. Non oso continuare. (Se ci fosse qualche folle, che per pura follia, volesse sapere di piùL è semplice! Apra il libro, sfogli i giornaliL e legga, legga. Perché è leggendo che si impara. O semplicemente accenda la TV ed la ascolti, senza però affidarsi totalmente a quest'ultima. Perché ormai sta diventando sempre più portavoce dell'ignoranza. Non servono esempi, basta pensare alla politica… a proposito che ne sarà dell’Italia, già gravemente versata nella crisi? Non oso immaginare.) La Vignetta 8 di Stefano Ciapini Rubriche Materia Grigia FILOSOFIA-PSICOLOGIA di Cosimo Carmagnini Viviamo in una condizione di costante amato lentamente sfaldarsi sotto i vostri occhi, precarietà. Sebbene il nostro primario istinto piuttosto che vivere una sola vita, ma come si sia quello di sopravvivere, la nostra primaria deve? consapevolezza è che, prima o poi, tutto finirà. « You only live once, but if you do it right, once Non vivremo per sempre, che ci piaccia o is enough. » diceva la famosa Mae West. Attenzione, però: ciò non significa affatto meno. Molte persone tendono ad evitare di lasciarsi vivere la propria vita all'insegna della travolgere da questa triste verità; altre si perdizione o dell'auto-distruzione. Significa lasciano avvolgere da essa a tal punto da vivere creare o percepire, in questa costante e in un'incessante attesa della fine, trascurando onnipresente precarietà, l'infinito. una verità ancora più importante: come spesso Non vi capita mai di provarla? Quella sensazione accade durante un viaggio, non sono né la d'immensità al contempo terrificante ma meravigliosa? Un libro, un film, una canzone, partenza né l'arrivo a contare, bensì il tragitto. La maggior parte di noi presenta un un'opera d'arte, una fotografia, una storia atteggiamento che si colloca perlopiù a metà d'amore, un'amicizia, un rapporto sessuale, il strada tra i due precedentemente descritti, ma mare, la natura, il cielo, lo spazio: per ognuno è la maggior parte di noi tende anche ad differente. « Ora lo vedo: il momento in cui sai attribuire alla sopravvivenza un'importanza di non essere una storia triste. Sei vivo, e ti alzi fondamentale in quella che è la nostra vita. Ma in piedi, e vedi la luce dei palazzi, e tutto quello è davvero questa la cosa giusta da fare? È vero: che ti fa stare a bocca aperta. E senti quella fisicamente parlando, siamo animali a tutti gli canzone, su quella strada, insieme alle persone effetti. Ma è questo un buon motivo per a cui vuoi più bene al mondo. E in questo permettere al nostro istinto naturale di momento, te lo giuro, noi siamo infinito. » (Charlie di "Noi siamo infinito") prendere il sopravvento? Riflettete: preferireste davvero sopravvivere Trovate l'infinito, e lasciate che vi travolga, e per l'eternità, osservando tutto ciò che avete dategli tutti voi stessi. L'usurpatore Yorkista CURIOSITÀ di Martina Zini La conferma del ritrovamento dello scheletro altri figli. L’ erede, detto il “Principe nero” morì del re usurpatore Riccardo III è stata data prima del padre, così alla morte di Edoardo III all’inizio del mese di febbraio. Lo scheletro di divenne re Riccardo II, figlio del Principe nero. uno dei grandi condottieri dell’Inghilterra è Dopo vari scontri Riccardo II venne deposto e stato rinvenuto sotto un parcheggio inglese. prese il trono Enrico di Bolingbroke, figlio di Ma chi era Riccardo III? E, soprattutto, perché Giovanni di Gaunt. Da questo momento si un re ha avuto una sepoltura così spoglia? chiarirono i due schieramenti legati al trono: i Tutto è iniziato, o meglio finito, con la Guerra Lancaster, regnanti, e gli York, eredi in delle due rose. Edoardo III Plantageneto, re mancanza di prole lancasteriana. Cosa c’entra in d’Inghilterra, ebbe vari figli, la maggior parte tutto questo Riccardo III? In seguito alla presa maschi. La linea di successione al trono del trono da parte degli York e la morte di prevedeva Edoardo, duca di Cornovaglia e Edoardo IV, Riccardo di Gloucester, fratello del principe del Galles, Giovanni di Gaunt, duca di re defunto, venne scelto come reggente di Lancaster, Edmondo di Langley, duca di York e Edoardo V. Il giovane re e il fratello 9 scomparvero nella Torre di Londra. Nessuno seppe chi, fra i loro oppositori, fosse stato a toglierli di scena. Lo zio prese ben presto il trono, diventando Riccardo III. Si susseguirono varie battaglie con protagonisti York (Riccardo III, discendente yorkista) e Lancaster (Enrico Tudor, discendente lancasteriano). Durante l’ultima battaglia, il celeberrimo scontro di Bosworth Field (22 agosto 1485), Riccardo III, detto l’”usurpatore”, rimase appiedato e venne ucciso da un gallese sul campo di battaglia. Il corpo di Riccardo III venne abbandonato a Bosworth e poi sepolto nella chiesa di Greyfriars a Leicester. La chiesa venne tuttavia demolita durante il XVI secolo negli anni della Riforma protestante e del corpo del re tiranno shakespeariano si persero le tracce, fino all’agosto del 2012. Durante l’estate, infatti, l'Università di Leicester e il Leicester City Council, in collaborazione con la Richard III Society hanno unito le forze per iniziare una ricerca dei resti di re Riccardo, l’ultimo Plantageneto. Guidati dal University of Leicester Archaeological Services (ULAS), gli esperti proposero di individuare il sito della Greyfriars Church e scoprire se i suoi resti vi fossero ancora sepolti. In parallelo, lo storico britannico John Ashdown-Hill ha rintracciato la linea di sangue materna di Riccardo III, sopravvissuta fino al XXI secolo. Una donna di origini inglesi emigrata in Canada dopo la seconda guerra mondiale, Joy Ibsen, è stata identificata come una nipote di 16° generazione del re. Anche se Ibsen è deceduta nel 2008, suo figlio Michael ha potuto fornire un campione di DNA. Dagli scavi riemergono delle spoglie: un uomo con una scoliosi avanzata e dei traumi sul cranio. Confrontando i DNA è stato confermato che i resti rinvenuti fossero quelli reali. Il corpo regale sarà sepolto nella cattedrale di Leicester nel 2014, dopo altre analisi. Il dramma ha così trovato un insolito lieto fine, senza il “felici e contenti”. La nave più pazza del mondo di Federico Borrelli Ad oggi, passato poco più di un anno, si trovano ancora immagini che prendono in giro l’Italia e gli italiani come popolo per il disastro della Costa Concordia. Molte di queste sono state create da americani. Il popolo di Apple e McDonald’s probabilmente ci vede come buffoni o incapaci, e si può dire che abbiano anche ragione fino ad un certo punto, ma c’è una storia che probabilmente le nuove generazioni non conoscono: l’incredibile storia della USS William D. Porter! Si parla, l’avrete capito, di una nave: intitolata a un grande commodoro e varata nel ’42, la Porter fu subito proposta assieme ad altre per fare da scorta alla USS Iowa, col duro compito di portare il presidente Roosevelt ad una serie di incontri con Stalin e Churchill presso Il Cairo e Teheran. La convinzione iniziale che fosse destinata a grandi cose iniziò però subito a vacillare quando, alla partenza della missione, l’equipaggio scordò di issare l’ancora 10 e la nave, partita con motori “avanti tutta”, distrusse un’intera banchina del porto e rischiò di affondare una fregata alla fonda poco distante. Dopo le dovute scuse, e salutato il porto di Norfolk tra spari e grida ingiuriose, la nave si ricongiunse col gruppo di scorta e in men che non si dica giunse con le altre in vista le coste iraniane. Ed ecco che la Porter si fece notare ancora. Infatti, dal ponte della nave cadde in mare una bomba di profondità, che ovviamente esplose mandando nel panico le altre navi che partirono con manovre evasive di ogni tipo, temendo si trattasse di un attentato nemico al presidente Roosevelt. Chiarito il malinteso, le navi si rimisero in formazione e fu ordinata una prova di tiro coi cannoni per dimostrare l’efficienza degli equipaggi: furono dunque lanciati palloni bersaglio, colpiti sia dalla Iowa che dalla Porter. L’equipaggio di quest’ultima, però, volle cimentarsi anche in alcune simulazioni di lancio siluri; d’altronde, cosa poteva andare storto? E fu così che le prime due prove filarono lisce... ma non la terza: durante questa prova un siluro fu effettivamente armato e partì. Il bersaglio? La Iowa, ovviamente. La situazione fu aggravata dal silenzio radio imposto. Si tentò dunque con le segnalazioni luminose, ma nella frenesia del momento e nello stupore generale si ottennero solo interpretazioni sbagliate mentre il missile continuava la sua corsa subacquea verso il presidente. Alla fine, sulla Porter si decise di rompere il silenzio e con un messaggio in codice si riuscì ad avvertire la Iowa, salvando l’equipaggio e il presidente da morte certa. A questo punto non si poteva che pensare ad un attentato e l’intero equipaggio della nave fu arrestato e mandato in servizio, si può quasi dire in esilio, nelle Aleutine, poco a sud-ovest dell’Alaska. Per un anno non si ebbero più notizie di disastri dalla Porter che, anzi, aveva prestato un servizio antiaereo e antisommergibile piuttosto buono, perciò si decise di riassegnarla alle battaglie in pieno svolgimento nelle Filippine. Ma poteva la nave lasciare l’Alaska senza farle un regalino? Evidentemente no. E fu così che alla partenza, durante le normali procedure di controllo dei cannoni e delle mitragliatrici partì una raffica che colpì in pieno una delle residenze degli ufficiali di stanza nella base, dove per l’appunto era in corso un ricevimento; fortunatamente e incredibilmente non ci furono morti e alla nave fu permesso di continuare il suo viaggio verso, si sperava, la sua morte. Inaspettatamente, però, nelle Filippine svolse un servizio di grande qualità, che le fruttò ben quattro medaglie. Ma la sua fama ormai la precedeva e il nome infangato era ben lungi dall’essere ristabilito. Soprattutto per ciò che accadde successivamente, quando dalle Filippine fu assegnata al supporto antiaereo durante la battaglia di Okinawa, che fu la sua ultima missione. Fin dall’arrivo si capì che non sarebbe andata bene, quando affondò una nave alleata nel tentativo di abbattere un caccia nemico. Dopo questo ennesimo piccolo errore, tutto sembrò andare per il meglio e la nave aggiunse vari kamikaze alla sua conta dei veicoli abbattuti. Ma come ho già detto, si capiva che non sarebbe finita bene, e infatti successe l’incredibile: un kamikaze abbattuto non esplose in aria, ma sotto la nave, affondandola. Si, avete capito bene, la USS William D. Porter fu l’unica nave nella storia ad essere affondata da un aereo affondato. Ed è così che finalmente finisce la storia di questa nave disgraziata e del suo equipaggio. O forse no: si vocifera infatti che gli uomini della Porter riuscirono anche a distruggere le piccole imbarcazioni d’emergenza prima di giungere sulla terraferma sani e salvi. Ora, letta questa storia, la domanda sorge spontanea: ha lo Zio Sam il diritto di deriderci? Non so che ne pensiate voi, ma io non ne sarei così sicuro. Bloody Mary di Federica Brunelli Vodka, succo di pomodoro e spezie piccanti od aromi come la salsa Worcestershire, il tabasco, il consommé (o, in alternativa, il dado da cucina), il cren, il sedano, il sale, il pepe nero, il pepe di Caienna e il succo di limone. Quest’introduzione ricordante in modo disarmante una lista della spesa è la ricetta per creare un cocktail che parecchi sono soliti prendere come prova. Il nome accattivante, la leggenda sanguinaria dietro e, perché no, una bevuta in discoteca o al pub con gli amici! Bloody Mary, per nostra fortuna (o sfortuna?) non è soltanto il nome di un drink, ma si porta dietro una leggenda riconducibile all’antico folklore. Mary Stewart aveva solo quattordici anni quando si ammalò di tifo. Ne aveva sempre solo quattordici quando suo padre, medico americano, la seppellì. Parliamo della famosa Bloody Mary, la tipa che puoi invocare durante le feste di paura, e il soggetto principale di Paranormal Activity 3. Mary si ammalò di tifo a quattordici anni, suo padre la seppellì subito, sebbene fosse ancora viva, solo addormentata. Disse a tutti che era morta ma la madre, sconvolta dal dolore, le legò uno spago al polso, collegato ad un campanello appeso alla porta di casa, in modo da sentirla se si fosse risvegliata. Il padre somministrò della morfina alla donna, in modo che non potesse sentire gli scampanellii disperati di Mary. La mattina trovarono la 11 campanella per terra e si precipitarono a disseppellire il cadavere, ma Mary era morta davvero stavolta, assiderata, con le mani coperte di sangue e le unghie attaccate al coperchio della bara che aveva cercato invano di sollevare. Questa è, ovviamente, una leggenda popolare tra le più note, di cui vi sono pervenute più versioni così come i vari modi per richiamare lo spirito. Si dice che per farla apparire, a mezzanotte, dopo aver acceso delle candele ed aver scritto con il rossetto sullo specchio (per simulare il sangue o comunque per rendere horror l' atmosfera) l' Ave Maria al contrario bisogna girare tre volte su se stessi e invocare tre volte il suo nome. Altri racconti molto simili usano nomi diversi per il personaggio come Mary Worth, Mary Worthington, e Hell Mary. E sebbene Halloween sia passato, perché non cimentarsi con queste prove terrificanti durante le nottate con gli amici? Ma state attenti: non si scherza con gli spiriti. Bianca come il latte, rossa come il sangue LIBRI di Valentina Saccomando Il libro che vi propongo questo mese s’intitola “Bianca come il latte, rossa come il sangue” ed è il primo romanzo di Alessandro D’avenia. Il protagonista è Leo, ha sedici anni e può sembrare un ragazzo come tanti: ama chiacchierare con gli amici, giocare a calcetto, correre in motorino (un “Bat-cinquantino” senza freni) e adora il suo iPod. In realtà vive una vita molto difficile, ha un pessimo rapporto con i genitori e va male a scuola; le uniche persone con cui si sfoga e si trova bene sono i suoi migliori amici: Silvia, che lo aiuta in ogni situazione e gli sta sempre vicino, e Niko. Per Leo ogni cosa, ogni emozione è un colore. “Il bianco è un colore che non sopporta, perché non ha confini... non è niente, come il silenzio, un niente senza parole e senza musica”; il rosso invece è il colore del sangue e dell’amore, ed è la tinta dei capelli di Beatrice, la ragazza che ama. Un giorno arriva in classe un nuovo supplente di filosofia e all’inizio tutti credono che sia un professore come tutti gli altri; con il passare dei giorni però gli studenti, compreso Leo, capiscono che è diverso perché incoraggia i ragazzi a cercare dentro di sé i propri sogni e a vivere per realizzarli. Dopo un’accurata riflessione, il protagonista si rende conto che il suo sogno è l’amore per Beatrice, e decide di combattere per conquistarla. I giorni passano e 12 lui cerca di saperne sempre più su questa ragazza, ma dal momento in cui si accorge che Beatrice non viene più a scuola e s’informa su cosa sia successo, scopre che è malata di leucemia e che è ricoverata in ospedale. Quando viene dimessa, il protagonista, insieme a Silvia, si reca tutti i giorni a trovarla per non farla sentire sola e lei gli confida i suoi sentimenti e i suoi sogni che sono andati distrutti, poiché tutti i tentativi di guarigione sono stati inutili e non c’è più speranza di salvezza; Leo non sopporta di vedere “il suo sogno” infelice e perciò le fa vivere i giorni più belli della sua vita. Alla fine, attraverso il dolore per questa grave perdita, l’adolescente diventa adulto: infatti, capisce che il suo vero amore è Silvia, riesce a riconquistare la fiducia degli amici e a risaldare il rapporto con i genitori. Questo romanzo mi è piaciuto molto, non solo per la trama avvincente e lo stile scorrevole, ma anche per il messaggio che ci vuole comunicare. Ecco la citazione di una frase del libro: “Una cosa però l’ho capita, grazie a Beatrice: non posso permettermi di buttare nemmeno un giorno della mia vita”. “Credevo di avere tutto e non avevo niente, al contrario di Beatrice, che non aveva niente e lei sì che aveva tutto”. Canto di Natale - Titolo: Canto di Natale. - Autore: Charles Dickens. di Sara Bichicchi - Anno di pubblicazione: 1843 (prima pubblicazione). - Genere: Fantastico. - Ambientazione: l’ambientazione varia spesso nel corso del romanzo e la vicenda si svolge in molteplici luoghi, come la casa di Scrooge, il suo ufficio, la città ed i posti dove lo conducono gli Spiriti (la casa di Bob Cratchit, quella del nipote, la campagna dove Scrooge è cresciuto, un cimitero ...). Tutta la vicenda si svolge tra la sera della vigilia di Natale e la mattina del ventisei dicembre. - Personaggi: Ebenezer Scrooge - è un vecchio avido e avaro, con il solo interesse del guadagno. Fino a sette anni prima aveva un socio in affari, Jacob Marley, ed insieme conducevano la ditta “Scrooge e Marley”. Scrooge è il protagonista della vicenda ed è un personaggio dinamico, perché all’inizio del romanzo è avido e avaro, ma nel corso degli avvenimenti “si evolve” e diventa generoso e magnanimo. Il fantasma di Jacob Marley - Marley era il socio in affari di Scrooge e, a causa delle azioni che ha compiuto in vita, il suo fantasma è costretto a portare una pesante catena ed a vagare tra gli uomini, senza poter interferire. Il fantasma dei Natali passati - è uno spirito che mostra le immagini di avvenimenti passati. Ha le dimensioni di un bambino, i capelli bianchi, ma nemmeno una ruga sul viso, le braccia muscolose e un fascio di luce si sprigiona dalla sua testa. Indossa una tunica bianca, legata in vita da una cintura e porta sotto un braccio un grosso spegnimoccolo. Il fantasma del Natale presente - è lo spirito del Natale corrente e ogni anno “nasce” un nuovo spirito. E’ un fantasma di natura schietta, gentile e generosa e ha le dimensioni di un gigante. Il fantasma dei Natali futuri - è uno spirito che mostra le immagini di avvenimenti che potrebbero verificarsi in futuro. A differenza degli altri due fantasmi, ha un aspetto lugubre e inquietante ed è ricoperto quasi completamente da un mantello nero. I tre spiriti ed il fantasma di Marley svolgono il ruolo di aiutanti positivi (aiutano Scrooge a redimersi). Bob Cratchit - è l’impiegato di Scrooge. Ha una famiglia numerosa da sfamare con un misero stipendio ed il minore dei suoi figli, Tim (soprannominato Tiny Tim), ha delle malformazioni fisiche. Fred - è il figlio della sorella di Scrooge, quindi suo nipote. A differenza dello zio, è un giovane allegro e generoso. - Trama: La sera della vigilia di Natale, Scrooge rientra nella sua abitazione, deciso, come ogni anno, a non festeggiare il Natale, perché ritiene che sia solo una sciocchezza e una perdita di tempo, ma, quando arriva davanti alla porta di casa, al posto del batacchio vede il volto di Marley, morto da sette anni. Dopo lo spavento iniziale, Scrooge si convince di aver avuto un’allucinazione, ma è costretto a ricredersi quando il fantasma di Marley, avvolto da pesanti catene, appare in casa sua. Il fantasma mostra a Scrooge le catene, spiegandogli che sono la conseguenza delle azioni che ha compiuto quando era in vita e gli rivela che, se non cambierà, dopo la morte, lui dovrà portare una catena ancora più pesante; tuttavia gli dice anche che avrà un’ultima possibilità di redimersi e gli annuncia che riceverà la visita di tre spiriti, uno ogni notte, che arriveranno all’una in punto. Quella notte, proprio come annunciato da Marley, Scrooge riceve la visita del primo spirito: il fantasma dei Natali passati. 13 Il fantasma mostra a Scrooge alcune immagini del giorno di Natale del suo passato, dalla sua infanzia all’età adulta e risveglia in lui alcune emozioni che non provava da molto tempo. Il secondo spirito che Scrooge incontra è il fantasma del Natale presente, il quale lo porta prima nella casa di Bob Cratchit (impiegato di Scrooge), poi in quella di suo nipote ed in alcuni luoghi sperduti (la capanna di una famiglia di minatori, un faro su un promontorio, una nave) e gli mostra come tutti, nonostante la povertà, accolgono il Natale con gioia e felicità. Mentre sono nella casa di Bob (le immagini che il fantasma mostra a Scrooge in realtà sono solo ombre, perciò non possono né vederli né sentirli), Scrooge nota che il figlio minore di quest’ultimo, Tiny Tim, è di salute cagionevole e, quando chiede allo spirito se il bambino sopravviverà, egli gli risponde che, se la situazione non cambierà, Tiny Tim morirà. Dopo che anche il secondo fantasma è sparito, Scrooge incontra l’ultimo dei tre spiriti, il fantasma dei Natali futuri, che gli mostra come sarà la sua morte, cioè solitaria e senza nessuno che senta la sua mancanza, se non diventerà una persona migliore. Dopo la visita dell’ultimo spirito, Scrooge si risveglia nel suo letto. Con grande stupore scopre che è ancora il giorno di Natale e capisce che gli è stata data una possibilità di rimediare ai suoi errori e cambiare il futuro che l’ultimo spirito gli ha mostrato, così mette da parte l’avarizia e l’avidità, compra un enorme tacchino per Bob Cratchit, accetta l’invito di Fred ad andare a festeggiare il Natale con lui e la sua famiglia, che aveva sempre rifiutato negli anni precedenti ed il giorno successivo aumenta lo stipendio di Bob, aiuta economicamente la sua famiglia (Tiny Tim non muore) e da allora diventa un uomo generoso e magnanimo. - Scopo del romanzo: Anche se non segue la struttura tipica della fiaba (inizio con la classica formula “C’era una volta ...” e conclusione con “ ... e vissero tutti felici e contenti”) e, a differenza di quest’ultima, non è rivolto esclusivamente ad un pubblico di bambini, il romanzo ha chiaramente uno scopo educativo e vuole insegnare che anche le persone peggiori, come Scrooge, possono cambiare e redimersi, se viene data loro una seconda possibilità. Mangamania, piccola classifica MANGA di Nadia Tashina Siddique Settimana scorsa vi avevo lasciato con una nominato da nessuno), ma possono essere domanda: il vostro personaggio preferito. personaggi come Usui (protagonista maschile di Bene, le risposte sono state varie, ma il primo Kaichou wa maid-sama, un anime shojo che, per posto se lo aggiudica il piccolo grande quanto bello, non è molto conosciuto). Prima di alchimista d'acciaio Edward Elric (con quattro mettere il punto finale a questo articolo vorrei, voti)*. anche questo mese, ringraziare tutti coloro che E' stato interessante come a questa domanda , mi hanno risposto e lasciarvi con un'altra specialmente le persone particolarmente domanda: dei tre manga più venduti di Shonen appassionate di manga, si siano dimostrate Jump (che sarebbero: Naruto, One Piece e alquanto titubanti nel scegliere, infatti alcuni Bleach) quale preferite? hanno detto più di un nome. Inoltre è stato *Per chi fosse interessato gli altri personaggi, sfatato il mito secondo il quale i maschi non che hanno ricevuto un voto ciascuno sono stati: seguono anime shojo dal momento che sono Trafalgar Law (One Piece); Minato (Naruto); Ryuk stati menzionati dei personaggi di "Nana" da (Death Note); Tebaldo (RomeoXJuliet); il alcuni ragazzi. Per finire credo che questo colonello Armstrong (FMA); Kakashi (Naruto); il sondaggio sia una chiara dimostrazione che, Professor Onizuka (GTO); [letteralmente] "il non necessariamente, il personaggio preferito corvo di Deadman Wonderland"; Giroro appartiene a una serie estremamente popolare (Keroro); Heiji (Conan); L (Death Note); Aizen come Dragon ball (che tra l'altro non è stato (Bleach); Lelouche (Code Geass) e altri. 14 La Nostra Scuola Di razza umana di Silvia Mazzei In un periodo animato dal Festival di Sanremo, dal Papa e dal suo tanto discusso “gran rifiuto”, da Pistorius che ha dismesso i panni del supereroe, da tribune politiche che infiammano più le critiche che i cuori, dalla pioggia di meteoriti e da quant’altro, anch’io ho la mia piccola avventura da raccontare. Con la mia classe abbiamo partecipato ad un progetto che ha contribuito ad allargare i miei orizzonti, chissà magari troppo egocentrici. “Di razza umana” è una mostra interattiva ed itinerante che ha fatto tappa in provincia di Prato dal 6 al 21 febbraio, promossa da Unicoop Firenze con il sostegno della Regione Toscana e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Montemurlo. Una mostra che si propone come strumento per superare il razzismo, sperimentando in prima persona le contraddizioni della globalizzazione, in un viaggio attraverso gli stereotipi ed i pregiudizi che giustificano le discriminazioni razziali e l’esclusione. In due anni la mostra ha girato 23 città toscane, coinvolgendo oltre 17mila ragazzi e per la tappa montemurlese sono stati coinvolti oltre 780 alunni. Lo scopo è quello di far riflettere sulla diversità, sugli inganni della percezione, sulle nuove tipologie migratorie e sui meccanismi economici implicitamente nascosti, stimolando la riflessione e la consapevolezza attraverso piccole esperienze che fanno comprendere ai partecipanti come ci si sente quando si vestono i panni degli altri. La mostra prende il titolo da un episodio realmente accaduto. Nel 1933 Albert Einstein si trasferì in America a causa delle persecuzioni antisemite che già imperversavano in Germania e in Europa. Allo sbarco negli Stati Uniti, come tutti gli emigrati, ricevette un modulo da compilare. Fra le molte domande cui bisognava rispondere ce n’era una che chiedeva: “Razza di appartenenza? ”E lui scrisse “Umana”. Come si combatte il pregiudizio razzista? Come si combatte un’opinione ritenuta scontata e incontrovertibile? Secondo Einstein è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. Abbiamo seguito la mostra, suddivisa in due percorsi “La Storia e le Storie” e “Viaggio tra i Pregiudizi”, divisi in due gruppi per facilitare l’interazione e l’immedesimazione con la realtà proposta. Con il primo percorso abbiamo visto un video che presentava l’evoluzione della globalizzazione economica, dalle scoperte geografiche ad oggi, seguendo anche il passaggio dall’idea di razza al razzismo, con introduzione di concetti chiave come colonialismo, neocolonialismo, debito estero, le relative conseguenze (divario socioeconomico, degrado ambientale, nascita e inasprimento dei conflitti) e come queste causino i diversi flussi migratori internazionali. Alla fine ci sono stati proposti giochi-test per verificare la presa di coscienza degli argomenti trattati. Il secondo percorso era una simulazione che ci ha proiettato in un futuro immaginario ma molto realistico, nei panni di immigrati che giungono in un nuovo Paese. Abbiamo dovuto affrontare il problema dei documenti, del visto d’ingresso e del riconoscimento delle professionalità acquisite e subire lo sfruttamento lavorativo, gli atteggiamenti discriminatori in una lingua sconosciuta che sembrava dell’Europa dell’est. La donna alla dogana ci ha strappato con disprezzo il passaporto dalle mani e ci ha urlato addosso parole incomprensibili. Un poliziotto ci ha preso le impronte digitali ed ha perquisito noi ed i nostri zaini. Alcuni di noi, senza il visto sul proprio passaporto, sono stati chiusi in una gabbia per venti minuti, altri si sono trovati a svolgere compiti e lavori dei quali non capivano nemmeno la finalità ed il risultato; alcuni dovevano apparecchiare una tavola dove mancavano le posate e venivano accusati di furto, altri dovevano costruire circuiti elettrici e montare e smontare valvole …, io dovevo 15 dividere un contenitore pieno di semini per colore e forma, tutto ciò mentre due poliziotti urlavano minacce sconosciute. Il disprezzo che ci sentivamo versato addosso, l’etichetta di “diversi” che ci era stata appiccicata senza un briciolo di comprensione, l’impotenza di fronte a quella situazione nonostante sapessimo di essere di fronte ad una simulazione, ci hanno fatto riflettere su come si possono sentire perduti ed abbandonati gli immigrati. Il razzismo l’abbiamo “disimparato” così: calandoci nei panni di un emigrante italiano, che arriva in un Paese straniero nella spesso purtroppo infruttuosa ricerca di un nuovo futuro. Gli autori, visti dal banco... di Nadia Tashina Siddique "Era turbato da incubi continui e allucinazioni, era convinto che un folletto gli mettesse in disordine le carte e che un mago lo perseguitasse con maligni incantesimi" E dopo aver letto una frase del genere mentre studiavi nel libro di testo, automaticamente non ti viene neanche per sbaglio l'idea di prendere questo scrittore sul serio. Parlo di Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata; un opera la cui stessa esistenza esemplifica la folle incoerenza dell'autore, basta pensare al proemio (dove annuncia che tratterà del valore dei cavalieri e della SANTA guerra e non dei loro amori) e confrontarlo con qualsiasi passo presente in qualsivoglia libro di testo e vedere non solo la componente amorosa (Clorinda e Trancredi, Erminia, Armida, ecc.), ma addirittura una componente erotica. Potremmo giustificarlo definendolo come diversamente sano a livello cerebrale, cosa che effettivamente non sarebbe sbagliata, ma non possiamo dire che la sua non fosse un'epoca ricca di ispirazione e creatività. La creazione artistica e letteraria era elevatissima e ne è esempio il celeberrimo drammaturgo (e anche poeta) inglese William Shakespeare le cui opere sono talmente belle che persino oggi riusciamo a commuoverci con le sue tragedie, conosciute in tutto il mondo, come Romeo e Giulietta, Amleto, Macbeth, ecc. Certo qualcuno che non lo apprezza particolarmente, come si fa mi chiedo io, potrebbe dire "e che ci vuole a scopiazzare a destra e manca?!" (detta alla studentesca), io prontamente rispondo "che male c'è?". Nel senso che allora era di "moda" fare così, cioè emulare gli altri, specialmente i classici, ma basta pensare ai petrarchisti in Italia, le loro poesie non sono per lo più ripresi dai sonetti di Petrarca? Possiamo vederlo come copiare, oppure seguire la corrente. Speciale Agorà Le origini dell'universo di Stefano Ciapini Il secondo giorno di Agorà si è tenuto un qualcosa prima di quello che conosciamo, in interessantissimo forum sulle origini pratica è impossibile tutt'ora conoscere le origini dell'universo. Evoluzione dell'universo in cui il Dottor che cercano di capire al CERN, Roberto Spighi, Fisico Nucleare dove recentemente è stato delle divisone di Bologna, che scovato il Bosone di Higgs, la lavora al progetto "Atlas" al LHC rinomata Particella di Dio. Dopo CERN di Ginevra, ha spiegato una breve introduzione alla storia approfonditamente quelle che di coloro che hanno studiato in furono le cause, finora conosciute, alle basi della formazione dell'universo come lo passato l'evoluzione dell'universo siamo passati conosciamo oggi. In realtà il Dottore in fisica, ex a parlare degli studi di Ginevra in un forum copernicano, preferisce parlare di "Evoluzione" molto apprezzato e ben realizzato. dell'universo, dal momento che c'è sempre un 16 La Shoah di Ervisa Prroni Sabato 2 febbraio è stato nostro ospite Daniel Vogelmann, fondatore della Casa Editrice Giuntina, che ha raccontato la storia di suo padre Schulim, ebreo italiano che nel 1944 fu deportato ad Auschwitz insieme alla moglie Annette e alla figlia Sissel. I tre non avranno più occasione di rincontrarsi in quanto le due moriranno nel campo di concentramento, mentre Schulim avrà la fortuna di far parte della lista di Schindler essendo tipografo di professione e quindi sopravvivrà. Daniel ripete più volte che quello della deportazione era un argomento che difficilmente riusciva a trattare con suo padre il quale, ritrovandosi solo, era ritornato a Firenze con l’intento di dimenticare il passato e di riprendere la sua vita da lì dove l’aveva lasciata anche se essa non era più la stessa. Daniel parla anche della sua infanzia, caratterizzata dalla curiosità di sapere che incontrava il silenzio del padre e soprattutto dalla mancanza della sorella, mai conosciuta, Sissel che “rimaneva sempre una bambina di 8 anni mentre lui cresceva” e che “era di una bellezza incredibile”. La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alle testimonianze del gruppo di sei ragazzi delle quinte che insieme alla professoressa Chiaramonte hanno partecipato al “Treno della Memoria 2013” e che hanno potuto vedere con i loro occhi quel poco che è rimasto ad Auschwitz. Quello che li ha colpito è l’interminabile distesa di neve che “sembra voler coprire le catastrofi dei campi e le sofferenze intatte nella memoria” (Dalila). Inoltre, la professoressa si sofferma su “quanto feroci possiamo essere” e sull’“impossibilità di identificarsi nelle vittime”, mentre Gianmarco ribadisce quello che era l’intento del Nazismo: “togliere l’umanità e mettere addosso la vergogna”. Chiara F. racconta di una condizione di “blackout totale e di sconvolgimento una volta trovati davanti a quell’orrore” e invita a “riflettere e a cambiare visione su pregiudizi attuali che ognuno di noi può evitare andando oltre le apparenze”. Infine, tutti hanno voluto sottolineare quella che è anche la finalità del “Treno della Memoria”, cioè l’importanza della testimonianza che deve essere portata avanti anche (e soprattutto) perché con il passare degli anni verranno a mancare i superstiti e anche le loro testimonianze dirette. La danza di Nadia Tashina Siddique Martedì 4, dalle 8.30 alle 10.30 in palestra grande. Ciò che si leggeva nel programma: "danze di carattere con la professoressa Eva Sabatini". Cosa farà, si chiedono alcuni studenti, "forse balla" dicono altro studenti pensando al forum che la professoressa ha tenuto l' anno precedente. Il ballo, come possiamo ben intuire, c'era, ma lei non era sola, c'erano altre ragazze con lei e tra quelle ragazze ero presente anche io. Il cuore mi batteva forte, non avevo mai fatto danze di carattere, pensavo che mi sarei immobillzata, ma non è stato così. La professoressa ha saputo non solo mettere a suo agio chi era sin dal principio in prima fila a ballare, ma anche coinvolgere tutti coloro che erano venuti in questo forum semplicemente per vedere. Due ore di passi vari, di musiche diverse, di paesi diversi. È stato letteralmente effettuato il giro dell'Europa tra note e passi guidati dalla professoressa Eva Sabatini. Sicuramente uno dei forum migliori di tutta l'Agorà 2013. 17 Musica e comicità di Isabella Giusti Lunedi. Giorno odiato da tutti per sketch che suscitano l’ilarità del pubblico. Dopo antonomasia, giorno insopportabile in quanto ogni canzone, il violinista scompare, lasciando rappresenta l’inizio d’una ennesima settimana la scena al suo fedele compagno Aldo. di scuola. Ma questo, questo non è certo un Quest’ultimo occupa una decina di minuti lunedì come tutti gli altri… perché oggi c’è suonando qualche nota slegata al pianoforte e Agorà. Agorà! Finalmente è iniziato questo contemporaneamente facendo gesti convulsi o progetto di cui noi matricole sentiamo parlare saltellando di qua e di là sul panchetto. sin dal primo giorno di scuola. E oggi, Diciamocelo, è bravo davvero: la coordinazione finalmente, potremo sperimentarlo a fondo. E’ pianoforte/mimo è eccellente. Ed ecco che già ricreazione quando con sguardo critico rientra l’altro, armato di violino, e la musica scorro il programma del giorno. Tutti e tre i ricomincia. Via via che si va avanti con la forum della seconda fascia oraria mi sembrano performance, si tratta sempre più di alternare più o meno interessanti. Ma quella frase agli strumenti delle scene mimate. La vera “Performance del Duo Baldo” cattura proprio la specialità dei due, a mio parere, rientrava mia attenzione. Sembra divertente, perché non proprio nel saper far ridere un centinaio di provare? E così eccomi in aula magna, insieme ragazzi col solo gesticolare delle mani e dei ad un centinaio di altri ragazzi che come me piedi e con i loro sguardi: non credo d’aver mai hanno voglia di divertirsi un po’ con quello che udito, in tutta la loro rappresentazione, una sembra prospettarsi un forum leggero e sola parola. Il violinista parlava solo quando simpatico. Contrariamente a ciò che si poteva diceva che tutte quelle canzoni le dedicava a pensare dal nome, sembra che questo “Duo noi. Per il resto, fra i due l’intesa si creava Baldo” sia piuttosto famoso, conosciuto in tramite le espressioni del viso, con le occhiate parecchi teatri. Forse è per questo che si fanno un po’ truci, e con quello che penso sia stato un un po’ desiderare, dato che arrivano in ritardo. faticoso e lungo allenamento. Una cosa è sicura: Mezz’ora di attesa, ma ne è valsa la pena. Eccoli, un forum così non ce lo dimenticheremo alla entrano. Due uomini alti, in giacca, cravatta e svelta. Anche se è durato poco, anche se camicia bianca. Uno regge sotto braccio un tremendamente particolareggiato. E’ stato violino, l’altro si sistema al pianoforte. E quello in cui più ho sentito una differenza improvvisamente, cominciano a suonare. La rispetto agli altri. Ed è proprio questa diversità musica è di quella classica, ma comunque a renderlo speciale agli occhi di noi adolescenti. movimentata, allegra e, soprattutto, mai Come dire… l’aggettivo giusto per loro era noiosa: alle note i due alternano frequenti originali. I meccanismi dell'economia di Gabriele Conti Martedì 5 Febbraio, terza e penultima giornata paesi dell'eurozona. Come si può facilmente della nostra cara e amata agorà, abbiamo avuto notare, il primo motivo che ci ha ridotto in la fortuna di assistere ad un incontro col questo stato di recessione economica, non è da professore Giulio Zanella, docente di economia imputare a influenze estere, bensì alla all'università di Bologna. La discussione verteva sciagurata gestione delle finanze pubbliche da sulle varie cause delle crisi economiche che parte dei nostri politici negli ultimi 20 anni hanno colpito il mondo e in particolare l'Italia circa, senza distinzione tra destra e sinistra nell'ultimo decennio, rintracciabili in tre filoni quindi, che hanno chiesto prestiti ad altri stati distinti, ovvero la diminuzione della e speso quelle risorse per i più svariati motivi produttività nel nostro paese rispetto alle altre senza preoccuparsi di far crescere l'economia, potenze europee, il tracollo finanziario facendo così lievitare il debito pubblico internazionale dovuto ai mutui subprime e allo italiano, rassicurati dal fatto che sarebbe stato scoppio del debito pubblico della Grecia e altri un problema delle proverbiali “generazioni 18 future”. Altro punto interessante toccato è stata la spiegazione di come l'essere entrati a far parte della moneta unica europea ci abbia agevolato con i tassi di interesse da versare alle potenze internazionali che ci avevano fatto credito. Al termine del dibattito, il professore ha risposto ad alcune domande poste dagli studenti, come risolvere il problema della disoccupazione. L'ospite ci ha infine invitato ad iscriverci alla facoltà di economia e finanza dell'università di Bologna, nel caso in cui fossimo intenzionati a perseguire quell'indirizzo di studi, affermandone la superiorità rispetto a quella di Firenze sul piano organizzativo, tanto che ha confessato di essere sempre andato malissimo a matematica durante la scuola superiore, ma grazie ai professori incontrati nella cittadina bolognese, è riuscito ad apprezzare questa disciplina fondamentale per chi vuole intraprendere questo tipo di carriera. L'arte della fotografia di Sara Relli Martedì 5 febbraio nella palestra piccola della lontano da Saigon, corre nuda per strada sotto scuola si è tenuto un interessante forum un bombardamento al napalm, immortalata da sull’arte della fotografia con il gruppo del Blitz. Nick Ut. E poi la foto molto discussa di Robert Il Blitz è appunto un’associazione formatasi Capa, simbolo della guerra civile spagnola con il nell’aprile del 2010 proprio a Prato con lo scopo miliziano che cade a terra, ancora con il suo di insegnare e fare interessare i giovani a fucile in mano. Guerra, mafia, questioni questo tipo di arte. Non comune, infatti, è umanitarie: immagine dopo immagine ci è l’interesse per la fotografia, se ovviamente con stato così fatto capire il termine fotografia non si intendono le quanto la fotografia sia fotografie occasionali da mettere su facebook. importante per risvegliare Durante il forum si è parlato soprattutto di l’opinione pubblica, per per fotografi e reporter di guerra: sono state sensibilizzare, mostrare celebri fotografie e si è discusso di denunciare o anche solo per altrettanto celebri fotografi. Sono state far star bene. Perché si può proiettate alcune delle fotografie ‘leggermente fare una grande fotografia fuori fuoco’ come scrive Capa nel suo libro, anche ad un concerto, come dello sbarco in Normandia, poi dei ribelli siriani ci è stato spiegato alla fine e di altri conflitti. E’ stata allora la volta della del forum, meglio se di guerra in Vietnam e di Kim Phuk che, non gruppi come i Metallica. Gay e lesbiche “Babbo naturale. . e babbo frizzante” di Jessica Ricotta Nella settimana dal 2 al 6 febbraio, la nostra di Prato “Gay e Lesbiche”. Hanno trattato di scuola ha organizzato una serie di forum con questo tema vari membri dell’associazione, tantissimi ospiti riguardanti argomenti come il maestro Emanuele Bresci; lui interessantissimi e attività extra molto principalmente, ha discusso sul fatto che divertenti alle quali hanno partecipato molti l’omosessualità è ancora un argomento non studenti: l’Agorà. Anche quest’anno, accettato in Italia, ma non solo per il fatto dei naturalmente, ne è uscita una splendida agorà matrimoni, ma anche per la Chiesa. Ha parlato e tutto questo grazie a coloro che si sono dati di com’è ingiusto che nel nostro paese una tantissimo da fare per farla riuscire al meglio coppia gay non possa uscire allo scoperto senza possibile.. e così è stato. Grazie a tutto il subito essere attaccata da offese o da violenze; comitato. di com’è ingiusto vengano ancora disprezzati Tra tutti questi forum, c’è n’è stato uno che mi da tutto e tutti e di com’è ingiusto che, ancora, ha particolarmente interessato: l’associazione non possono avere il diritto di affidamento. Un 19 dibattito singolare e curioso al quale hanno assistito e sono stati coinvolti molti studenti. Personalmente, è stata una discussione avvincente; non avevo mai visto ad un forum così tanti studenti presi per quest’argomento. Alla fine, gli ospiti hanno parlato anche di notizie assolutamente nuove per me.. notizie che approvo in tutto e per tutto. Non vedo il motivo di discriminare questo tipo di persone. Non capisco il motivo del perché vengano, ancora oggi, offese brutalmente. Come siamo riusciti, nel bene o nel male, ad arrivare a non “distinguere” persone di razza o di colore diverso, dovremmo riuscire a non discriminare neanche loro. Non hanno niente di diverso di una persona come noi. Nella settimana appena passata, Rai Uno ha trasmesso il programma più seguito dagli italiani: il Festival di Sanremo. Durante la prima puntata, la Rai ha voluto lasciare qualche minuto libero ad una coppia gay, che attraverso dei cartelloni, ha fatto capire a tutti i telespettatori il loro vero ed unico bisogno. Il bisogno di potersi sposare tranquillamente qui in Italia. Alla fine del loro discorso, i ragazzi hanno annunciato anche che andranno a sposarsi.. a New York, ma andranno a sposarsi. Si sposeranno perché si amano l’un l’altro. Amano persone del loro stesso sesso, ma amano anche loro. Come tutti noi. Enigmistica Crucipuzzle Manzoniano a cura della professoressa Eva Sabatini e della II° Al; battuto da Tahsina Siddique Nadia Le parole possono essere trovate sia verticalmente, che orizzontalemente che obliquamente. Il nome del rapitore di Lucia mandato dall'Innominato è _____________________ Parole da trovare: 1 - Adda 2- Agnese 3- Attilio 4- Bravi 5- Bartolo 20 6- Como 7- Dio 8- Don Abbondio 9- Don Ferrante 10- Don Rodrigo 11 - Egidio 16- Guerra 12- Ferrer 17- Lodovico 13- Gertrude 18-Lucia 14- Grida 19- Monza 15- Griso 20- Noci 21 -Oste 22- Pane 23- Peste 24- Renzo 25- Tonio Cruciverba di Federico Borrelli Orizzontali: 1. Del 1492 è quella dell’America; 8. Capitale delle Fiji; 12. Frana di neve farinosa; 13. L’incantesimo della saga di Harry Potter che deriva dal verbo latino “torturare”; 14. Privo di sensi; 16. Il buono di Ceausescu; 18. Tra Mi e Sol; 19. Deriva da una causa; 23. Simbolo chimico del Laurenzio; 26. Uccelli di grande taglia con collo e zampe lunghe; 27. Famoso romanzo di Stephen King del 1986; 28. Lo stadio che ospita le partite del Valencia; 32. Assassin’s Creed; 33. Edificio attrezzato per la macellazione; 35. Technical Data Management Division; 37. Intelligence Radar Reporting; 38. Data Manipulation Logic; 39. Non credono in alcuna divinità; 40. Sam che fu il prof. Alan Grant in Jurassic Park; 43. Il nome slavo corrispondente all’italiano Giorgio; 44. Gli estremi del team; 46. Davide, terzino del Newcastle; 49. Dispari in Zack; 50. Lo Iannone delle moto; 51. Abbreviazione che indicava la lira italiana; 53. Serie di moto Aprilia; 55. Instant Messaging; 57. Civilmente e socialmente libero o autonomo; 61. Chi lo fa, vince, secondo il motto del SAS; 63. Frutti chiamati anche noci di acagiù; 64. Motore di ricerca di Microsoft nato da Live Search; 65. Ago ricurvo che si usa per pescare; 66. Certified Computer Examiner; 67. Il centro dell’esca; 69. Il primo numero perfetto; 70. Con “Pal”, servizio di pagamento online; 71. Squadra di Football American di New York; Verticali: 1. Interpretava Ted in Scrubs (Iniz.); 2. Città del nord della Francia; 3. Oviesse; 4. Edith famosissima cantante francese; 5. Sulle targhe è En; 6. La tv di stato; 7. Senza capo o senza inizio; 8. Attici di lusso; 9. Unione Calcio; 10. Proprio di Hanoi; 11. Aosta per l’ACI; 12. Proprio delle sensazioni atte a influenzare l’inconscio o a modificare il comportamento; 15. Metà della metà; 17. Colpire inavvertitamente; 20. Formazione innovazione lavoro; 21. Torino; 22. Organization for Economic Cooperation and Development; 24. Sigla che identifica il fuso orario di riferimento della terra; 25. Automobile prodotta dalla Ariel; 29. Electronic Arts; 30. Deviazione Standard; 31. La cantante del gruppo metal Sirenia; 34. Con Isotta, protagonista di un celebre mito d’amore; 36. In destra e in demone; 39. L’inizio di Arzachena; 41. Articolo singolare femminile; 42. Dispari in lana; 45. Il maestro di Daniel-san; 47. Particolare antidoto ricavato fino al XIX secolo dalla carne della vipera; 48. Convertiplano creato dall’unione di Bell e Boeing utilizzato per il trasporto di truppe militari; 52. Lettore dei sacri testi islamici; 54. Il nome di Redding; 56. Umido in Inghilterra; 58. Con Cl forma il comune sale da cucina; 59. Cirillico per SSSR; 60. Forma eufonica di “a” davanti a vocale; 62. Super Nintendo Entertainment System; 65. E’ sintetizzato da @; 68. Carl di GTA: San Andreas; 21 Sintomi Come sempre, l'appuntamento mensile non è mancato, grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questo numero. Nel caso vogliate consigliare, criticare o esprimere apprezzamento per il nostro impegno, o se siete interessati a fare parte della redazione, mandate una mail alla direzione. A presto con il numero di Marzo! Direttrice: Immacolata Ranucci IV Fs Vice-direttrice: Ilaria Martini IV Fs Hanno contribuito: [email protected] [email protected] Cosimo Carmagnini VI Bl Ervisa Prroni VI Bs Fabrizio Taricone III As Federica Brunelli III Is Federico Borrelli IV Fs Gabriele Conti IV Fs Isabella Giusti I Ds Luisa Liu IV Fs Jessica Ricotta III Cl Martina Zini III Is Nadia Tahsina Siddique IV Ls Sara Bichicchi I As Sara Relli III Al Silvia Mazzei III Ds Sofia Pecchioli IV Fs Stefano Ciapini III Is Valentina Saccomando II Ds Vincenzo De Feudis IV Fs La classe II Al e la prof. Eva Sabatini