numero 28 - Febbraio 2013

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numero 28 - Febbraio 2013
Sintomi
numero 28 - Febbraio 2013
Liceo Scientifico Niccolò Copernico, Prato
La sezione Speciale
dell'Agorà!
È un peccato che le persone che sanno come far funzionare il
paese siano troppo occupate a guidare taxi o a tagliare capelli.
George Burns
La sconosciuta storia di
William D. Porter
Il verdetto
di
Sanremo
La decadente storia di Pistorius
Novità: il crucipuzzle
E molto altro ancora...
Indice:
L’EDITORIALE:
Pag.3 di Immacolata Ranucci
CRONACA E ATTUALITÀ:
Pag.4 Caro Presidente - Stefano Ciapini
Pag.5 Guerra di talenti - Ilaria Martini
Pag.6 Un mito che cade - Sofia Pecchioli
Pag.7 Mamme a 5,8,9 anni - Luisa Liu
Pag.8 Frammenti di notizie da... leggere - Luisa Liu
SATIRA:
Pag.8 La Vignetta - Stefano Ciapini
LE RUBRICHE:
FILOSOFIA-PSICOLOGIA:
Pag.9 Materia Grigia - Cosimo Carmagnini
CURIOSITÀ:
Pag.9 L'usurpatore Yorkista - Martina Zini
Pag.10 La nave più pazza del mondo - Federico Borrelli
Pag.11 Bloody Mary - Federica Brunelli
LIBRI:
Pag.12 Bianca come il latte rossa come il sangue - Valentina Saccomando
Pag.13 Canto di Natale - Sara Bichicchi
MANGA:
Pag.14 Mangamania, piccola classifica - Nadia Tashina Siddique
LA NOSTRA SCUOLA:
Pag.15 Di razza umana - Silvia Mazzei
Pag.16 Gli autori visti dal banco - Nadia Tashina Siddique
SPECIALE AGORÀ:
Pag.16 Le origini dell'universo - Stefano Ciapini
Pag.17 La shoah - Ervisa Prroni
Pag.17 La danza - Nadia Tashina Siddique
Pag.18 Musica e comicità - isabella Giusti
Pag.18 I meccanismi dell'economia - Gabriele Conti
Pag.19 L'arte della fotografia - Sara Relli
Pag.19 Gay e lesbiche - Jessica Ricotta
ENIGMISTICA:
Pag.20 Crucipuzzle Manzoniano - a cura della prof. Eva Sabatini e della II Al
Pag.21 Cruciverba - Federico Borrelli
Editoriale
Mancano poco più di ventiquattro ore alla
stampa di questo numero di Sintomi e ho
ancora un editoriale da scrivere. Intanto la tv
accesa mi infila in testa nomi numeri e
percentuali…
Ma partiamo con ordine. Febbraio è stato un
mese tanto pieno che racchiuderne i risultati in
una sola pagina richiede uno sforzo di sintesi (e
omissione) non indifferente.
Il mese si è aperto con l’Agorà (che beeeella
l’Agorà!) che, dopo tanta fatica per essere
organizzata, si è anche presa la libertà di finire
in soli quattro giorni. Ben riuscita, piena di
forum interessanti e divertenti, incoronata dal
finale a “sorpresa” con la presenza di Max
Tortora, è stata proprio una bella Agorà, e per
questo ringraziamo tutti coloro che veramente
si sono fatti in quattro per metterla in piedi.
Qualche giorno dopo l’Agorà una notizia
improvvisa ma forse non imprevedibile: le
dimissioni di Benedetto XVI. Visto come poco
convincente fin dall’inizio, come una persona
chiusa, calcolatrice, un teologo, un Papa di
passaggio, si è ritrovato sulle labbra un latino
mal compreso perfino dai cardinali nel
momento dell’annuncio delle dimissioni. Tutto
il Mondo si allarma e si sconvolge per questo
gesto rivoluzionario. Lo sfortunato Ratzinger
non avrà neanche nell’ultimo giorno di
pontificato tutte le telecamere su di sé; eppure
lui stesso ha scelto il 28 Febbraio. È difficile
pensare che un gesto così importante non sia
stato calcolato fin nei minimi particolari, e
fatto sta che si ritroverà a dover dividere la
scena con un panorama politico, per quanto
riguarda l’Italia, tanto prepotente quanto
preoccupante.
Passiamo alla Res Publica. Devo ammettere che
avevo l’idea di lasciare questa pagina bianca,
una pagina di silenzio in memoria di quella che
fu la speranza di un futuro per l’Italia.
Prospettiva che minuto dopo minuto si
allontana man mano che sento ipotesi campate
per aria essere pronunciate da giornalisti e
politici nei salotti televisivi. I giornali e i tg
continuano
a
ripetere
una
parola:
ingovernabilità. Manca una maggioranza
convincente che possa imporsi, manca la
fiducia da parte dello stesso popolo votante.
La novità “Grillo” ha ritrovato consensi, molti; il
centrodestra continua a raccogliere voti ma
per ora sembra essere in vantaggio il
centrosinistra. Vantaggio quasi inesistente,
nonostante in Toscana ad esempio si sia
affermato in modo definitivo grazie a quello
che chiamano “effetto Renzi”. Ebbene, queste
elezioni mi lasciano con la rafforzata
convinzione che le apparenze dovrebbero
contare un po’ di più, soprattutto per un paese
sull’orlo del baratro, o che almeno dovrebbe
esserci un po’ meno ipocrisia in proposito. Il
modo in cui un Paese si presenta agli altri, sul
piano politico-economico internazionale, conta
tanto quanto l’immagine di un partito e dei
suoi candidati di fronte al popolo che li dovrà
eleggere. E forse è proprio qui il problema.
La verità è che questo senso di precarietà è
l’unico a non essere precario. Ancora niente è
stato deciso e ufficializzato in modo definitivo.
Ancora non si sa chi governerà l’Italia nei
prossimi anni, o mesi. Molti già ipotizzano un
ritorno ai seggi molto rapido. Si parla di
accordi, inciuci, sotterfugi e possibili
collaborazioni instabili.
Nel programma
“Agorà”, su Rai Tre, un giornalista de “Il fatto
quotidiano” ipotizza e analizza un accordo tra il
centrosinistra e il Movimento 5 Stelle per
raggiungere la maggioranza al Senato di 158
seggi, necessaria a governare, oppure un
possibile intreccio di sguardi complici tra
centrodestra e centrosinistra che porterebbe
ad un rafforzamento del partito di Grillo (che,
singolarmente, ha ottenuto la più alta
percentuale di voti) e un ritorno alle urne nel
giro di un anno.
È amaramente divertente notare come
l’esuberanza e l’arroganza che i candidati
sfoggiavano nei giorni precedenti al 24
Febbraio si siano appiattite per mostrare delle
belle facce condiscendenti e preoccupate.
Sono costretta a chiudere questo editoriale
disordinato prima di conoscere il risultato di
queste elezioni 2013, e non sono sicura che ciò
mi dispiaccia. Voglio solo sperare di poter
scrivere il mese prossimo qualche parola più
incoraggiante.
Immacolata Ranucci
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Cronaca e attualità
Caro Presidente
di Stefano Ciapini
Salve cari lettori! Scrivo questo articolo
quando ancora non si conosce il risultato delle
elezioni politiche di Febbraio, ma voi che
leggete probabilmente saprete già la risposta.
Mentre scrivo la gente attorno a me ha
"versato lacrime e sangue" e si chiede se
dovrà esultare o disperarsi a seconda di chi
guiderà il paese nei prossimi cinque anni,
mentre aleggia intanto nell'aria il sentimento di
qualcuno che rifiuta, esasperato, la politica;
non ne può più, tanto che arriva a voler
scacciare dal palco dell'Ariston Maurizio
Crozza che voleva solo fare un po' di sana
satira politica. Il rifiuto di un argomento politico
in genere proviene da quei "riempiti" di
politica, come si è detto, che spuntano
sovente come funghi, da un lato
comprensibilissimi, tuttavia un altro bel
problema sta in chi evita tutto ciò che riguarda
la politica per principio, perché disinteressati a
tutto ciò che riguardi il governo, dicono "non
me ne frega un tubo", mai hanno provato a
capirci qualcosa e così non ne conoscono il
minimo ABC. Ora, io non conosco chi sia il
neo-Premier ma partendo da questo
argomento vorrei rivolgermi a lui. Caro
Presidente, la politica è l'ambito che, come lei
sa, riguarda la guida di un paese e la sua
rappresentanza, quindi si può dire che chi non
se ne vuole interessare sia un autolesionista,
non esagero, infatti lesiona il proprio futuro,
non si interessa a ciò che gli è prossimo
accadere, probabilmente va a votare persone
a seconda di come tira il vento, di ciò che
sente dire dai suoi simili per strada, perché il
candidato fa ridere, perché presenta proposte
"fighe", perchè appaga desideri che so,
calcistici o di altra natura... se ne vedono di
tutte. Caro Presidente per far ripartire l'Italia
(mi auguro che sia questo che vuole, deve
essere questo) bisogna riunificare i cittadini
all'insegna di un sentimento di vicinanza nei
confronti dei partiti al governo, si comincia
"riformando" la massa dei disinteressati a
capire la politica, a seguirla, insegnando loro
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che è un bene, non un male... se si resta così
non si può crescere. Non vorrei rincarare
troppo la dose caro Presidente, ma vorrei
citare il filosofo Immanuel Kant quando dice:
"La mia libertà finisce dove comincia la tua";
ecco, questa massima mostra grande senso
civico e rispetto dell'altra persona, di fatto
tuttavia i disinteressati ostacolano con il loro
fare le altre persone che vorrebbero un
sistema funzionante per il meglio, per
esempio, come ho già detto, buttando il loro
voto a caso e mettendo in pericolo la Nazione.
Si, in pericolo, perché può non succedere
nulla come può succedere che venga eletto
dalla maggior parte della popolazione, quella
disinteressata, qualcuno che mini all'integrità
della costituzione e quindi della Repubblica.
Repubblica Presidente, da "Res Publica",
latino, significa "cosa pubblica", quindi di tutti,
che fa parte della nostra vita, di noi, un ente
che ci rappresenta e che noi costituiamo, ci
tutela, ha come compito di amministrarci la
vita... ecco, caro Premier, faccia in modo che
questa non sia ciò solo in teoria ma che sia
messo in pratica, basta con gli abusi di potere,
bisogna cessarli per riunificare spiritualmente
il popolo italiano all'insegna della fiducia nella
politica, per poter poi ripartire. Si può dire che
la politica sia un nostro importante organo
vitale. Ignorando la Politica si ignora la
Repubblica, quindi si ignora noi stessi, una
parte di noi che gettiamo al vento come
-scusate il fortissimo paragone- le prostitute
gettano al vento il loro sacro prezioso corpo.
Dove finirebbe il Popolo Sovrano se tutti gli
Italiani
divenissero
improvvisamente
disinteressati? La nostra meravigliosa
Repubblica Democratica fondata sul lavoro si
trasformerebbe nel peggiore dei casi in
Repubblica Oligarchica finta come i soldi del
Monopoli fondata sul lavoro (forzato). Ma
insomma Signor Presidente! Mica possiamo
permettere che accada! Si avvicini al popolo,
lo renda fiero di questo Paese, certamente si
sentirebbe appagato, non se ne pentirebbe,
avrebbe fatto quello che manca all'Italia,
avrebbe rivitalizzato il cuore dell'Italia, il
popolo!! Lei mi dirà "E' facile parlare!" Come
fare a unificare, innamorare, rendere fieri gli
Italiani, anche quei disinteressati ? Innanzitutto
investire sulla scuola, è chiaro come il sole che i
soldi ci sono, vedi F35 cacciabombardieri, non
prendiamoci in giro! Il dottor De Paoli durante
l'Agorà ci faceva notare come Corea e paesi
scandinavi hanno alcune fra le migliori scuole, e
nel primo caso si è visto lo sviluppo incredibile
dell'economia e di grandi aziende come
Samsung ed LG Electronics, nell'altro caso uno
dei Pil più alti, e quindi un gran tenore di vita.
Poi deve dare economicamente una mano alle
nostre famiglie che sono sul lastrico, che non
riescono a sfamare i figli e a mandarli
all'università, e andare ad intaccare invece i
patrimoni dei ricchi, senza esagerare da
nessuna delle due parti, non sarebbe equo e
costituzionale. Dia una botta agli evasori, faccia
sborsare loro fino al più piccolo centesimo che
hanno rubato a noi onesti; lotta la Mafia,
perché un paese con ai vertici la criminalità
organizzata non è un paese, per molti, per i
giusti, è una prigione, e non di certo di quelle
con la televisione e tanti comfort, ma una
stanza murata senza porta con un piccolo
finestrino che da' su una discarica, per farla
breve caro Presidente un inferno. Poi altre cose
potrebbe fare, come stanziare un budget
decoroso per aiutare gli Aquilani e gli Emiliani,
che sono stati, specialmente i primi,
abbandonati... magari se poi ce n'è la possibilità
tuteli la nostra Terra potenziando le fonti
rinnovabili: di Pianeta ce n'è solo uno, tanto
per far chiaro l'elementare. Insomma queste
sono alcune, per me le più importanti, cose che
dovrebbe fare per riacquistare la fiducia degli
Italiani e per avvicinare alla Politica il popolo,
anche i disinteressati, così poi potrebbe far
ripartire l'Italia, anzi, fatto quel che le ho detto
guardi un po', sarà già belle che ripartita... E
Allora ci insegni ad amare la Politica, ci insegni
ad amare la Res Publica, ci insegni ad amare
l'Italia!
Guerra di talenti
di Ilaria Martini
Già da qualche giorno si è concluso il festival
di Sanremo. Anche quest’anno non sono
mancate le contestazioni, come quella a
Crozza in seguito alla parodia di Berlusconi, e
i numerosissimi ospiti a rendere le serate
ancor più piacevoli. Però, a differenziare
questo Sanremo dalle altre edizioni è stato
l’omaggio al musicista Giuseppe Verdi, in
occasione del bicentenario della sua nascita.
Infatti, per onorare questo celebre musicista,
“Sanremo” si è aperto sulle note di “Va'
pensiero”, eseguito dal coro dell'arena di
Verona; riportando l’attenzione sulla musica, la
quale dovrebbe essere protagonista in un
festival di talenti musicali, e che, invece, in
questi ultimi anni è passata quasi in secondo
piano. Ammetto che questa edizione mi è
piaciuta più delle precedenti. Fabio Fazio e
Luciana Littizzetto sono stati grandiosi nel
presentarla e anche le canzoni mi sono
sembrate orecchiabili. Riconosco di non
essere riuscita subito ad apprezzarle tutte,
anzi alcune sentendole una prima volta mi
sono sembrate piuttosto noiose e banali e solo
dopo averle riascoltate per la seconda o terza
volta sono riuscita veramente a gradirle. I temi
affrontati nelle canzoni sono più o meno
ricorrenti, alcuni più profondi, altri più leggeri e
divertenti.
Grandi emozioni mi hanno trasmesso le
canzoni “Il postino” di Renzo Rubini, che
trattava dell’amore gay, per niente diverso da
quello tra uomo e donna e non certamente
meno intenso, e “Il tempo che sarà” di Chiara,
la quale, con quella sua voce potente e al
contempo sublime e quel testo meraviglioso e
ricco di antitesi, è riuscita comunque a mettere
in mostra un talento incredibile, pur non
avendo vinto.
Al solo pensiero de “La canzone mononota” di
Elio e le Storie tese e al loro look dell’ultima
serata mi vien da ridere. Con la loro buffissima
coreografia hanno mostrato grande abilità
nell’intrattenere il pubblico oltre a grandi
capacità
musicali,
non
certamente
sottovalutate dalla giuria, che l’ultimo giorno, al
momento dei tre finalisti, ha dato loro il
punteggio più alto. Per non parlare de “la
prima volta” di Simone Cristicchi! Quando l’ho
sentita in un primo momento, senza badare 5
alle parole e giudicando solo dal ritmo, mi è
sembrata quasi una canzone buffa, di quelle
allegre sue solite, poi, però, ascoltando le
prime parole: “La prima volta che sono morto
non me ne sono nemmeno accorto mi ero
distratto solo un secondo, l'attimo dopo ero già
sepolto”, ho capito che mi sbagliavo. In realtà i
suoi testi sono molto più profondi e meno
banali di quanto possano sembrare se ci si
limita a sentirli di sfuggita, e lo dimostrano le
parole: “non è vero che c’è il paradiso, il
purgatorio, e nemmeno l’inferno. Sembra più
una scuola serale, tipo un corso di
aggiornamento dove si impara ad amare la
vita in ogni singolo momento”.
Bellissima è anche la canzone “Se si potesse
non morire” dei Modà, molto poetica nelle sue
descrizioni di un’amena natura, spesso
sottovalutata e in realtà tanto semplice quanto
sorprendente, e di un mondo ideale, privo di
sofferenze, dove magari si potrebbe non
morire. Questa canzone si è contesa a lungo
la vittoria con “L’essenziale” di Mengoni, infine
cedendogliela.
Come tutti gli anni non è mancato il dibattito
sul verdetto finale di “Sanremo”. Fazio ha
voluto reintrodurre la Giuria di Qualità, al fine
di controbilanciare il peso del televoto, così da
evitare le preferenze verso i cantanti lanciati
dai talent (come nel caso delle vittorie di
Marco Carta, Valerio Scanu e Emma
Marrone), ma, malgrado le sue buone
intenzioni, il dibattito persiste, per via della
vittoria di due ex X Factor. Protagonisti di un
interessante dibattito sono i due finalisti
Mengoni e i Modà, tra i quali è stato un vero
testa a testa per quanto riguarda il televoto:
giovedì il primo aveva, appunto, il 25% dei
voti, mentre i Modà il 20%; percentuali che si
sono invertite nella finale. C’è chi parla di
“voto anti-Modà”, come lo si può notare nella
quinta serata: tra le 21 e 1 7 e le 23 e 33 i
Modà erano in testa al televoto (25% rispetto
al 20,72% di Mengoni) e dalle 00:1 6 alle 00:52
Marco è balzato al 44,1 8% rispetto ai 33,90%
della band. Al di là di queste solite, ricorrenti
critiche verso chi vince, penso che Mengoni si
sia meritato la vittoria che ha avuto, pur non
negando la presenza di altre canzoni
altrettanto belle che avrebbero potuto aspirare
alla vittoria di un Sanremo. La sua è una
canzone ricca di dolcezza e carica di
sentimento, che affronta un tema neanche
tanto insolito, ma in cui lascia trasparire un
gran romanticismo, reso ancora più intenso
dalla piacevole melodia che ne accompagna
le parole.
Comunque, oltre al premio dato al vincitore, ci
sono stati altri numerosissimi premi distribuiti
ad altri partecipanti come riconoscimento del
proprio talento. L’importante è che i cantanti
si rendano conto che la sfida non finisce con il
festival e che la vera vittoria la si raggiunge
nel momento in cui riusciamo a dare il meglio
di sé nell’esprimere ciascuno il proprio talento.
Un mito che cade
di Sofia Pecchioli
“Posso confermare che una donna è stata uccisa fosse un ladro, entrato quella sera in casa per
con un’arma da fuoco nella casa di Oscar rubare. Dapprima non c'è stata nessuna accusa,
Pistorius. Un uomo di 26 anni è stato arrestato. poi questa è stata ufficializzata. Pistorius ha
L’incidente è avvenuto verso le tre di mattina raccontato ai giudici che Reeva l'aveva
del 14 febbraio. Abbiamo ricevuto una chiamato proponendogli una cena tranquilla,
telefonata e siamo andati sul posto. La alle 22 del 13 febbraio erano insieme, lei faceva
telefonata non è stata fatta dall’uomo tenuto yoga e lui guardava la tv. Ha inoltre sostenuto di
in custodia ma da un’altra persona. Al momento avere una pistola sotto il letto, perchè aveva
è stata aperta un’inchiesta sull’accaduto”. Con subito violenza e minacce. Era buio, era solo, ha
queste parole un portavoce della polizia ha sentito un rumore forte provenire dal bagno, e
riportato ciò che è accaduto, un omicidio che convinto che ci fosse un intruso, non avendo le
ha tolto la vita a Reeva Steenkamp, fidanzata di protesi si è sentito vulnerabile e così ha sparato
Oscar Pistorius. Inizialmente Pistorius ha sulla porta del bagno, dopo aver esploso alcuni
dichiarato di averle sparato perchè pensava che colpi attraverso il vetro della porta, si è trovato
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davanti lei, la sua fidanzata. Ha tentato di
rianimarla. Questa è ovviamente la storia che ha
raccontato l'atleta. Sarà vero o no?
Sicuramente ci sono moltissimi punti che non
tornano, per esempio quando lui è andato
verso il bagno, non ha cercato di chiamarla?
Non sapeva che c'era lei in bagno? Beh, ci sono
troppe cose che non tornano, tutto sembra
incolpare Oscar. Ancora non si hanno notizie
certe sulla conclusione del processo, ma se
all'inizio sembrava che il gesto di Pistorius fosse
stato un errore, adesso l'accusa e gli stessi
giudici non sono d'accordo con questa prima
versione, perchè ci sono molti punti oscuri,
ancora da chiarire. Oscar vive un dramma fin
dalla nascita, da piccolo ha dovuto ricorrere
all'uso delle protesi e all'amputazione delle
gambe, ha continuato a vivere e a seguire le
sue passioni nonostante tutti gli ostacoli che si
è trovato davanti, ha scelto di correre e ha
corso, ha continuato la sua vita, ha avuto molte
persone che lo hanno aiutato. Si, la sua vita non
è stata facile, però cosa lo avrà spinto a
uccidere la sua ragazza, una delle persone che
probabilmente lo amava di più? Di nuovo un
uomo ha ucciso una donna, non è il primo caso
e nemmeno sarà l'ultimo purtroppo, perchè
tutta questa violenza? Cos'è che porta l'uomo a
uccidere? Beh qualunque motivazione non sarà
mai abbastanza. Con questo dramma, cade un
mito dello sport, da cui molte persone avevano
preso spunto e si erano ispirate, andando
avanti grazie al suo esempio, adesso niente ha
più senso. Lui, un ragazzo di 26 anni, aveva
commosso con la sua storia moltissime
persone, insegnando che non bisogna mai
arrendersi, ma adesso dopo ciò che ha fatto il
punto di vista è cambiato, non è più l'uomo che
tutti ammiravano.
Mamme a 5, 8, 9 anni
di Luisa Liu
“Parto a 9 anni”. Con questa espressione non
intendo “io parto a 9 anni”, bensì “il parto a 9
anni”. Mi riferisco a un caso recente accaduto
precisamente il 27.01.13 in Messico: la
protagonista della vicenda è Dafne, una
bambina di appena 9 anni, che, rimasta incinta
all'età di 8 anni, dopo i regolari 9 mesi, ha
partorito una bambina. Probabilmente vi
chiederete anche voi chi sia il padre… circola
voce che sia il suo fidanzato, sedicenne o
diciassettenne, ma dati statistici rivelano
l’inestistenza di questo. Sarebbe invece il
patrigno artefice di questi luridi gesti: padre
della figlia della figliastra. I test del Dna
confermeranno che le indiscrezioni, purtroppo,
non sono solo sospetti infondati, bensì verità.
Ma la verità non si sofferma qui, va ben oltre: la
madre della giovane è una prostituta, che ha
costretto la figlia a imboccare la sua medesima
strada. Questo rientrerebbe nella “normalità”?
“Tale madre tale figlia”? E’ stata una scelta? Una
scelta senza alternative, direi. Una scelta non
volontaria, non libera.
Eppure non è la prima volta che accade una
situazione del genere: Hunduras, stuprata dal
patrigno, diviene madre a soli 8 anni. Non si
tratta neppure del parto più prematuro
registrato: come forse già sapete Lina Medina è
stata la mamma più giovane, partorendo a soli
5 anni. In tempi nemmeno troppo remoti
troviamo altre prove, che testimoniano il
perenne susseguirsi di vicende analoghe: nel
2004 una bimba di 8 anni, costretta a
prostituirsi dalla madre, rimane incinta di un
trentaduenne; inoltre le analisi cliniche rivelano
che è stata obbligata ad avere rapporti sessuali
fino al sesto mese di gravidanza. E la lista
potrebbe andare all’infinito, ma ci sarà un fine?
Certamente, come tutte la cose che hanno un
inizio e una fine, ci sarà pur qualcuno che
metterà punto a questa lista. Basta un punto.
Non tre puntini...
Etica? Morale? Non voglio inoltrarmi oltre, in
quanto questa tematica è ormai fin troppo
(poco) discusso. Poi c'è stata da poco la festa di
San Valentino, che, come presumo tutti (non)
sappiano, è la giornata contro “la violenza verso
le donne”. Quindi, così come S. Valentino non è
esclusivamente fatto di cioccolatini e rose,
l'uomo non è fatto solamente di ossa e carne,
ma possiede anche un cuore. Il cuore che
purtroppo trapela solo a San Valentino.
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Frammenti di notizie da... leggere
di Luisa Liu
“Un problema che spesso affligge molti
adolescenti è il non essere capiti. Per questo
esistono gli amici. Talvolta, però, questi non
bastano. Per questo circolano sigarette,
alcolici,...”. Questo è ciò che afferma l'uomo
giustificando l'uso e il consumo di bevande
super-alcoliche e di sostanze stupefacenti da
parte del figlio. Mi è venuto da chiedergli: ma
non esistono anche i genitori oltre agli amici
fino a prova contraria? Dove sono i genitori?
Dove’ finito lui medesimo? Per di più
inoltrando ulteriormente nella questione ho
scoperto che il figlio è un bambino di soli 3
anni, che fumava già dall’età di 2 anni, in
seguito a un incidente stradale. All’inizio
fumava di nascosto rubando pacchetti di
sigarette dal padre, poi iniziò anche a bere
una quantità esorbitante di birra,
raggiungendo una stima di 4 bicchieri
giornalieri. Probabilmente non è tagliente
quanto la storia di Ardi, il piccolo indonesiano
dell’Isola di Sumatra, che all’età di due anni
fumava due pacchetti al giorno, e sbatteva la
testa contro il muro se veniva privato delle sue
confezioni di sigarette. Tuttavia si tratta pur
sempre di una realtà che, almeno a primo
impatto, ci lascia piuttosto scioccati. Il
medesimo problema iniziale, il non essere
capiti, si manifesta in molteplici altri modi. Un
esempio degno di essere citato è il volere ad
ogni costo un iPhone e/o un iPad, che sono
diventati requisiti necessari per integrarsi più
facilmente,
elementi
cardini
tanto
indispensabili che molti ragazzi ‘si vendono’
e/o vendono i propri organi (non donabili) pur
di per poter ottenere ciò che ardentemente
desiderano. “Tanto i miei genitori non me lo
compreranno mai.”. Questo è stato il
contenuto della loro affermazioneL una
giustificazione motivata? Accettabile? Non
direi. Questo è tutto ciò che è rimasto dei
valori etici? Questi sarebbero gesti di
ribellione? Dovrebbero preannunciare una
sorte di rivoluzione? Ѐ forse parte integrante
del naturale evolversi della tecnologia e
dell'uomo? Non oso rispondermi. Per di più
questo elenco è solo un frammento parziale di
ciò che ci attornia. Non oso continuare.
(Se ci fosse qualche folle, che per pura follia,
volesse sapere di piùL è semplice! Apra il
libro, sfogli i giornaliL e legga, legga. Perché
è leggendo che si impara. O semplicemente
accenda la TV ed la ascolti, senza però affidarsi
totalmente a quest'ultima. Perché ormai sta
diventando
sempre
più
portavoce
dell'ignoranza. Non servono esempi, basta
pensare alla politica… a proposito che ne sarà
dell’Italia, già gravemente versata nella crisi?
Non oso immaginare.)
La Vignetta
8
di Stefano Ciapini
Rubriche
Materia Grigia
FILOSOFIA-PSICOLOGIA
di Cosimo Carmagnini
Viviamo in una condizione di costante amato lentamente sfaldarsi sotto i vostri occhi,
precarietà. Sebbene il nostro primario istinto piuttosto che vivere una sola vita, ma come si
sia quello di sopravvivere, la nostra primaria deve?
consapevolezza è che, prima o poi, tutto finirà. « You only live once, but if you do it right, once
Non vivremo per sempre, che ci piaccia o is enough. » diceva la famosa Mae West.
Attenzione, però: ciò non significa affatto
meno.
Molte persone tendono ad evitare di lasciarsi vivere la propria vita all'insegna della
travolgere da questa triste verità; altre si perdizione o dell'auto-distruzione. Significa
lasciano avvolgere da essa a tal punto da vivere creare o percepire, in questa costante e
in un'incessante attesa della fine, trascurando onnipresente precarietà, l'infinito.
una verità ancora più importante: come spesso Non vi capita mai di provarla? Quella sensazione
accade durante un viaggio, non sono né la d'immensità al contempo terrificante ma
meravigliosa? Un libro, un film, una canzone,
partenza né l'arrivo a contare, bensì il tragitto.
La maggior parte di noi presenta un un'opera d'arte, una fotografia, una storia
atteggiamento che si colloca perlopiù a metà d'amore, un'amicizia, un rapporto sessuale, il
strada tra i due precedentemente descritti, ma mare, la natura, il cielo, lo spazio: per ognuno è
la maggior parte di noi tende anche ad differente. « Ora lo vedo: il momento in cui sai
attribuire alla sopravvivenza un'importanza di non essere una storia triste. Sei vivo, e ti alzi
fondamentale in quella che è la nostra vita. Ma in piedi, e vedi la luce dei palazzi, e tutto quello
è davvero questa la cosa giusta da fare? È vero: che ti fa stare a bocca aperta. E senti quella
fisicamente parlando, siamo animali a tutti gli canzone, su quella strada, insieme alle persone
effetti. Ma è questo un buon motivo per a cui vuoi più bene al mondo. E in questo
permettere al nostro istinto naturale di momento, te lo giuro, noi siamo infinito. »
(Charlie di "Noi siamo infinito")
prendere il sopravvento?
Riflettete: preferireste davvero sopravvivere Trovate l'infinito, e lasciate che vi travolga, e
per l'eternità, osservando tutto ciò che avete dategli tutti voi stessi.
L'usurpatore Yorkista
CURIOSITÀ
di Martina Zini
La conferma del ritrovamento dello scheletro altri figli. L’ erede, detto il “Principe nero” morì
del re usurpatore Riccardo III è stata data prima del padre, così alla morte di Edoardo III
all’inizio del mese di febbraio. Lo scheletro di divenne re Riccardo II, figlio del Principe nero.
uno dei grandi condottieri dell’Inghilterra è Dopo vari scontri Riccardo II venne deposto e
stato rinvenuto sotto un parcheggio inglese. prese il trono Enrico di Bolingbroke, figlio di
Ma chi era Riccardo III? E, soprattutto, perché Giovanni di Gaunt. Da questo momento si
un re ha avuto una sepoltura così spoglia? chiarirono i due schieramenti legati al trono: i
Tutto è iniziato, o meglio finito, con la Guerra Lancaster, regnanti, e gli York, eredi in
delle due rose. Edoardo III Plantageneto, re mancanza di prole lancasteriana. Cosa c’entra in
d’Inghilterra, ebbe vari figli, la maggior parte tutto questo Riccardo III? In seguito alla presa
maschi. La linea di successione al trono del trono da parte degli York e la morte di
prevedeva Edoardo, duca di Cornovaglia e Edoardo IV, Riccardo di Gloucester, fratello del
principe del Galles, Giovanni di Gaunt, duca di re defunto, venne scelto come reggente di
Lancaster, Edmondo di Langley, duca di York e Edoardo V. Il giovane re e il fratello
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scomparvero nella Torre di Londra. Nessuno
seppe chi, fra i loro oppositori, fosse stato a
toglierli di scena. Lo zio prese ben presto il
trono, diventando Riccardo III. Si susseguirono
varie battaglie con protagonisti York (Riccardo
III, discendente yorkista) e Lancaster (Enrico
Tudor, discendente lancasteriano). Durante
l’ultima battaglia, il celeberrimo scontro di
Bosworth Field (22 agosto 1485), Riccardo III,
detto l’”usurpatore”, rimase appiedato e venne
ucciso da un gallese sul campo di battaglia. Il
corpo di Riccardo III venne abbandonato a
Bosworth e poi sepolto nella chiesa di
Greyfriars a Leicester. La chiesa venne tuttavia
demolita durante il XVI secolo negli anni della
Riforma protestante e del corpo del re tiranno
shakespeariano si persero le tracce, fino
all’agosto del 2012. Durante l’estate, infatti,
l'Università di Leicester e il Leicester City
Council, in collaborazione con la Richard III
Society hanno unito le forze per iniziare una
ricerca dei resti di re Riccardo, l’ultimo
Plantageneto. Guidati dal University of
Leicester Archaeological Services (ULAS), gli
esperti proposero di individuare il sito della
Greyfriars Church e scoprire se i suoi resti vi
fossero ancora sepolti. In parallelo, lo storico
britannico John Ashdown-Hill ha rintracciato la
linea di sangue materna di Riccardo III,
sopravvissuta fino al XXI secolo. Una donna di
origini inglesi emigrata in Canada dopo la
seconda guerra mondiale, Joy Ibsen, è stata
identificata come una nipote di 16°
generazione del re. Anche se Ibsen è deceduta
nel 2008, suo figlio Michael ha potuto fornire
un campione di DNA. Dagli scavi riemergono
delle spoglie: un uomo con una scoliosi
avanzata e dei traumi sul cranio. Confrontando
i DNA è stato confermato che i resti rinvenuti
fossero quelli reali. Il corpo regale sarà sepolto
nella cattedrale di Leicester nel 2014, dopo altre
analisi. Il dramma ha così trovato un insolito
lieto fine, senza il “felici e contenti”.
La nave più pazza del mondo
di Federico Borrelli
Ad oggi, passato poco più di un anno, si
trovano ancora immagini che prendono in giro
l’Italia e gli italiani come popolo per il disastro
della Costa Concordia. Molte di queste sono
state create da americani. Il popolo di Apple e
McDonald’s probabilmente ci vede come
buffoni o incapaci, e si può dire che abbiano
anche ragione fino ad un
certo punto, ma c’è una
storia che probabilmente le
nuove generazioni non
conoscono:
l’incredibile
storia della USS William D.
Porter! Si parla, l’avrete
capito, di una nave:
intitolata a un grande
commodoro e varata nel
’42, la Porter fu subito
proposta assieme ad altre
per fare da scorta alla USS Iowa, col duro
compito di portare il presidente Roosevelt ad
una serie di incontri con Stalin e Churchill
presso Il Cairo e Teheran. La convinzione iniziale
che fosse destinata a grandi cose iniziò però
subito a vacillare quando, alla partenza della
missione, l’equipaggio scordò di issare l’ancora
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e la nave, partita con motori “avanti tutta”,
distrusse un’intera banchina del porto e rischiò
di affondare una fregata alla fonda poco
distante. Dopo le dovute scuse, e salutato il
porto di Norfolk tra spari e grida ingiuriose, la
nave si ricongiunse col gruppo di scorta e in
men che non si dica giunse con le altre in vista
le coste iraniane. Ed ecco
che la Porter si fece notare
ancora. Infatti, dal ponte
della nave cadde in mare
una bomba di profondità,
che ovviamente esplose
mandando nel panico le
altre navi che partirono
con manovre evasive di
ogni tipo, temendo si
trattasse di un attentato
nemico
al
presidente
Roosevelt. Chiarito il malinteso, le navi si
rimisero in formazione e fu ordinata una prova
di tiro coi cannoni per dimostrare l’efficienza
degli equipaggi: furono dunque lanciati palloni
bersaglio, colpiti sia dalla Iowa che dalla Porter.
L’equipaggio di quest’ultima, però, volle
cimentarsi anche in alcune simulazioni di lancio
siluri; d’altronde, cosa poteva andare storto? E
fu così che le prime due prove filarono lisce...
ma non la terza: durante questa prova un siluro
fu effettivamente armato e partì. Il bersaglio?
La Iowa, ovviamente. La situazione fu aggravata
dal silenzio radio imposto. Si tentò dunque con
le segnalazioni luminose, ma nella frenesia del
momento e nello stupore generale si ottennero
solo interpretazioni sbagliate mentre il missile
continuava la sua corsa subacquea verso il
presidente. Alla fine, sulla Porter si decise di
rompere il silenzio e con un messaggio in
codice si riuscì ad avvertire la Iowa, salvando
l’equipaggio e il presidente da morte certa. A
questo punto non si poteva che pensare ad un
attentato e l’intero equipaggio della nave fu
arrestato e mandato in servizio, si può quasi
dire in esilio, nelle Aleutine, poco a sud-ovest
dell’Alaska. Per un anno non si ebbero più
notizie di disastri dalla Porter che, anzi, aveva
prestato
un
servizio
antiaereo
e
antisommergibile piuttosto buono, perciò si
decise di riassegnarla alle battaglie in pieno
svolgimento nelle Filippine. Ma poteva la nave
lasciare l’Alaska senza farle un regalino?
Evidentemente no. E fu così che alla partenza,
durante le normali procedure di controllo dei
cannoni e delle mitragliatrici partì una raffica
che colpì in pieno una delle residenze degli
ufficiali di stanza nella base, dove per l’appunto
era in corso un ricevimento; fortunatamente e
incredibilmente non ci furono morti e alla nave
fu permesso di continuare il suo viaggio verso,
si sperava, la sua morte. Inaspettatamente,
però, nelle Filippine svolse un servizio di grande
qualità, che le fruttò ben quattro medaglie. Ma
la sua fama ormai la precedeva e il nome
infangato era ben lungi dall’essere ristabilito.
Soprattutto
per
ciò
che
accadde
successivamente, quando dalle Filippine fu
assegnata al supporto antiaereo durante la
battaglia di Okinawa, che fu la sua ultima
missione. Fin dall’arrivo si capì che non sarebbe
andata bene, quando affondò una nave alleata
nel tentativo di abbattere un caccia nemico.
Dopo questo ennesimo piccolo errore, tutto
sembrò andare per il meglio e la nave aggiunse
vari kamikaze alla sua conta dei veicoli
abbattuti. Ma come ho già detto, si capiva che
non sarebbe finita bene, e infatti successe
l’incredibile: un kamikaze abbattuto non
esplose in aria, ma sotto la nave, affondandola.
Si, avete capito bene, la USS William D. Porter fu
l’unica nave nella storia ad essere affondata da
un aereo affondato. Ed è così che finalmente
finisce la storia di questa nave disgraziata e del
suo equipaggio. O forse no: si vocifera infatti
che gli uomini della Porter riuscirono anche a
distruggere
le
piccole
imbarcazioni
d’emergenza prima di giungere sulla
terraferma sani e salvi. Ora, letta questa storia,
la domanda sorge spontanea: ha lo Zio Sam il
diritto di deriderci? Non so che ne pensiate voi,
ma io non ne sarei così sicuro.
Bloody Mary
di Federica Brunelli
Vodka, succo di pomodoro e spezie piccanti od
aromi come la salsa Worcestershire, il tabasco, il
consommé (o, in alternativa, il dado da cucina),
il cren, il sedano, il sale, il pepe nero, il pepe di
Caienna e il succo di limone. Quest’introduzione
ricordante in modo disarmante una lista della
spesa è la ricetta per creare un cocktail che
parecchi sono soliti prendere come prova. Il
nome accattivante, la leggenda sanguinaria
dietro e, perché no, una bevuta in discoteca o
al pub con gli amici! Bloody Mary, per nostra
fortuna (o sfortuna?) non è soltanto il nome di
un drink, ma si porta dietro una leggenda
riconducibile all’antico folklore. Mary Stewart
aveva solo quattordici anni quando si ammalò
di tifo. Ne aveva sempre solo quattordici
quando suo padre, medico americano, la
seppellì. Parliamo della famosa Bloody Mary, la
tipa che puoi invocare durante le feste di
paura, e il soggetto principale di Paranormal
Activity 3. Mary si ammalò di tifo a quattordici
anni, suo padre la seppellì subito, sebbene
fosse ancora viva, solo addormentata. Disse a
tutti che era morta ma la madre, sconvolta dal
dolore, le legò uno spago al polso, collegato ad
un campanello appeso alla porta di casa, in
modo da sentirla se si fosse risvegliata. Il padre
somministrò della morfina alla donna, in modo
che non potesse sentire gli scampanellii
disperati di Mary. La mattina trovarono la
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campanella per terra e si precipitarono a
disseppellire il cadavere, ma Mary era morta
davvero stavolta, assiderata, con le mani
coperte di sangue e le unghie attaccate al
coperchio della bara che aveva cercato invano
di sollevare. Questa è, ovviamente, una
leggenda popolare tra le più note, di cui vi sono
pervenute più versioni così come i vari modi
per richiamare lo spirito. Si dice che per farla
apparire, a mezzanotte, dopo aver acceso delle
candele ed aver scritto con il rossetto sullo
specchio (per simulare il sangue o comunque
per rendere horror l' atmosfera) l' Ave Maria al
contrario bisogna girare tre volte su se stessi e
invocare tre volte il suo nome. Altri racconti
molto simili usano nomi diversi per il
personaggio come Mary Worth, Mary
Worthington, e Hell Mary. E sebbene Halloween
sia passato, perché non cimentarsi con queste
prove terrificanti durante le nottate con gli
amici?
Ma state attenti: non si scherza con gli spiriti.
Bianca come il latte, rossa come il sangue
LIBRI
di Valentina Saccomando
Il libro che vi propongo questo mese s’intitola
“Bianca come il latte, rossa come il sangue” ed è
il primo romanzo di Alessandro D’avenia. Il
protagonista è Leo, ha sedici anni e può
sembrare un ragazzo come tanti: ama
chiacchierare con gli amici, giocare a calcetto,
correre in motorino (un “Bat-cinquantino”
senza freni) e adora il suo iPod. In realtà vive
una vita molto difficile, ha un pessimo
rapporto con i genitori e
va male a scuola; le
uniche persone con cui si
sfoga e si trova bene
sono i suoi migliori amici:
Silvia, che lo aiuta in ogni
situazione e gli sta
sempre vicino, e Niko. Per
Leo ogni cosa, ogni
emozione è un colore. “Il
bianco è un colore che
non sopporta, perché
non ha confini... non è niente, come il silenzio,
un niente senza parole e senza musica”; il rosso
invece è il colore del sangue e dell’amore, ed è
la tinta dei capelli di Beatrice, la ragazza che
ama. Un giorno arriva in classe un nuovo
supplente di filosofia e all’inizio tutti credono
che sia un professore come tutti gli altri; con il
passare dei giorni però gli studenti, compreso
Leo, capiscono che è diverso perché incoraggia
i ragazzi a cercare dentro di sé i propri sogni e
a vivere per realizzarli. Dopo un’accurata
riflessione, il protagonista si rende conto che il
suo sogno è l’amore per Beatrice, e decide di
combattere per conquistarla. I giorni passano e
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lui cerca di saperne sempre più su questa
ragazza, ma dal momento in cui si accorge che
Beatrice non viene più a scuola e s’informa su
cosa sia successo, scopre che è malata di
leucemia e che è ricoverata in ospedale.
Quando viene dimessa, il protagonista, insieme
a Silvia, si reca tutti i giorni a trovarla per non
farla sentire sola e lei gli confida i suoi
sentimenti e i suoi sogni che sono andati
distrutti, poiché tutti i
tentativi di guarigione
sono stati inutili e non c’è
più speranza di salvezza;
Leo non sopporta di
vedere “il suo sogno”
infelice e perciò le fa
vivere i giorni più belli
della sua vita. Alla fine,
attraverso il dolore per
questa grave perdita,
l’adolescente
diventa
adulto: infatti, capisce che il suo vero amore è
Silvia, riesce a riconquistare la fiducia degli
amici e a risaldare il rapporto con i genitori.
Questo romanzo mi è piaciuto molto, non solo
per la trama avvincente e lo stile scorrevole,
ma anche per il messaggio che ci vuole
comunicare. Ecco la citazione di una frase del
libro: “Una cosa però l’ho capita, grazie a
Beatrice: non posso permettermi di buttare
nemmeno un giorno della mia vita”. “Credevo
di avere tutto e non avevo niente, al contrario
di Beatrice, che non aveva niente e lei sì che
aveva tutto”.
Canto di Natale
- Titolo: Canto di Natale.
- Autore: Charles Dickens.
di Sara Bichicchi
- Anno di pubblicazione: 1843 (prima pubblicazione).
- Genere: Fantastico.
- Ambientazione: l’ambientazione varia spesso nel corso
del romanzo e la vicenda si svolge in
molteplici luoghi, come la casa di Scrooge, il suo ufficio, la città ed i posti dove lo conducono gli
Spiriti (la casa di Bob Cratchit, quella del nipote, la campagna dove Scrooge è cresciuto, un
cimitero ...). Tutta la vicenda si svolge tra la sera della vigilia di Natale e la mattina del ventisei
dicembre.
- Personaggi:
Ebenezer Scrooge - è un vecchio avido e avaro, con il solo interesse del guadagno. Fino a sette
anni prima aveva un socio in affari, Jacob Marley, ed insieme conducevano la ditta “Scrooge e
Marley”. Scrooge è il protagonista della vicenda ed è un personaggio dinamico, perché all’inizio del
romanzo è avido e avaro, ma nel corso degli avvenimenti “si evolve” e diventa generoso e
magnanimo.
Il fantasma di Jacob Marley - Marley era il socio in affari di Scrooge e, a causa delle azioni che ha
compiuto in vita, il suo fantasma è costretto a portare una pesante catena ed a vagare tra gli
uomini, senza poter interferire.
Il fantasma dei Natali passati - è uno spirito che mostra le immagini di avvenimenti passati. Ha le
dimensioni di un bambino, i capelli bianchi, ma nemmeno una ruga sul viso, le braccia muscolose e
un fascio di luce si sprigiona dalla sua testa. Indossa una tunica bianca, legata in vita da una cintura
e porta sotto un braccio un grosso spegnimoccolo.
Il fantasma del Natale presente - è lo spirito del Natale corrente e ogni anno “nasce” un nuovo
spirito. E’ un fantasma di natura schietta, gentile e generosa e ha le dimensioni di un gigante.
Il fantasma dei Natali futuri - è uno spirito che mostra le immagini di avvenimenti che potrebbero
verificarsi in futuro. A differenza degli altri due fantasmi, ha un aspetto lugubre e inquietante ed
è ricoperto quasi completamente da un mantello nero.
I tre spiriti ed il fantasma di Marley svolgono il ruolo di aiutanti positivi (aiutano Scrooge a
redimersi).
Bob Cratchit - è l’impiegato di Scrooge. Ha una famiglia numerosa da sfamare con un misero
stipendio ed il minore dei suoi figli, Tim (soprannominato Tiny Tim), ha delle malformazioni fisiche.
Fred - è il figlio della sorella di Scrooge, quindi suo nipote. A differenza dello zio, è un giovane
allegro e generoso.
- Trama:
La sera della vigilia di Natale, Scrooge rientra nella sua abitazione, deciso, come ogni anno, a non
festeggiare il Natale, perché ritiene che sia solo una sciocchezza e una perdita di tempo, ma,
quando arriva davanti alla porta di casa, al posto del batacchio vede il volto di Marley, morto da
sette anni.
Dopo lo spavento iniziale, Scrooge si convince di aver avuto un’allucinazione, ma è costretto a
ricredersi quando il fantasma di Marley, avvolto da pesanti catene, appare in casa sua. Il fantasma
mostra a Scrooge le catene, spiegandogli che sono la conseguenza delle azioni che ha compiuto
quando era in vita e gli rivela che, se non cambierà, dopo la morte, lui dovrà portare una catena
ancora più pesante; tuttavia gli dice anche che avrà un’ultima possibilità di redimersi e gli
annuncia che riceverà la visita di tre spiriti, uno ogni notte, che arriveranno all’una in punto.
Quella notte, proprio come annunciato da Marley, Scrooge riceve la visita del primo spirito: il
fantasma dei Natali passati.
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Il fantasma mostra a Scrooge alcune immagini del giorno di Natale del suo passato, dalla sua
infanzia all’età adulta e risveglia in lui alcune emozioni che non provava da molto tempo.
Il secondo spirito che Scrooge incontra è il fantasma del Natale presente, il quale lo porta prima
nella casa di Bob Cratchit (impiegato di Scrooge), poi in quella di suo nipote ed in alcuni luoghi
sperduti (la capanna di una famiglia di minatori, un faro su un promontorio, una nave) e gli mostra
come tutti, nonostante la povertà, accolgono il Natale con gioia e felicità. Mentre sono nella casa
di Bob (le immagini che il fantasma mostra a Scrooge in realtà sono solo ombre, perciò non
possono né vederli né sentirli), Scrooge nota che il figlio minore di quest’ultimo, Tiny Tim, è di
salute cagionevole e, quando chiede allo spirito se il bambino sopravviverà, egli gli risponde che,
se la situazione non cambierà, Tiny Tim morirà.
Dopo che anche il secondo fantasma è sparito, Scrooge incontra l’ultimo dei tre spiriti, il fantasma
dei Natali futuri, che gli mostra come sarà la sua morte, cioè solitaria e senza nessuno che senta la
sua mancanza, se non diventerà una persona migliore.
Dopo la visita dell’ultimo spirito, Scrooge si risveglia nel suo letto. Con grande stupore scopre che
è ancora il giorno di Natale e capisce che gli è stata data una possibilità di rimediare ai suoi errori e
cambiare il futuro che l’ultimo spirito gli ha mostrato, così mette da parte l’avarizia e l’avidità,
compra un enorme tacchino per Bob Cratchit, accetta l’invito di Fred ad andare a festeggiare il
Natale con lui e la sua famiglia, che aveva sempre rifiutato negli anni precedenti ed il giorno
successivo aumenta lo stipendio di Bob, aiuta economicamente la sua famiglia (Tiny Tim non
muore) e da allora diventa un uomo generoso e magnanimo.
- Scopo del romanzo:
Anche se non segue la struttura tipica della fiaba (inizio con la classica formula “C’era una volta ...” e
conclusione con “ ... e vissero tutti felici e contenti”) e, a differenza di quest’ultima, non è rivolto
esclusivamente ad un pubblico di bambini, il romanzo ha chiaramente uno scopo educativo e
vuole insegnare che anche le persone peggiori, come Scrooge, possono cambiare e redimersi, se
viene data loro una seconda possibilità.
Mangamania, piccola classifica
MANGA
di Nadia Tashina Siddique
Settimana scorsa vi avevo lasciato con una nominato da nessuno), ma possono essere
domanda: il vostro personaggio preferito.
personaggi come Usui (protagonista maschile di
Bene, le risposte sono state varie, ma il primo Kaichou wa maid-sama, un anime shojo che, per
posto se lo aggiudica il piccolo grande quanto bello, non è molto conosciuto). Prima di
alchimista d'acciaio Edward Elric (con quattro mettere il punto finale a questo articolo vorrei,
voti)*.
anche questo mese, ringraziare tutti coloro che
E' stato interessante come a questa domanda , mi hanno risposto e lasciarvi con un'altra
specialmente le persone particolarmente domanda: dei tre manga più venduti di Shonen
appassionate di manga, si siano dimostrate Jump (che sarebbero: Naruto, One Piece e
alquanto titubanti nel scegliere, infatti alcuni Bleach) quale preferite?
hanno detto più di un nome. Inoltre è stato *Per chi fosse interessato gli altri personaggi,
sfatato il mito secondo il quale i maschi non che hanno ricevuto un voto ciascuno sono stati:
seguono anime shojo dal momento che sono Trafalgar Law (One Piece); Minato (Naruto); Ryuk
stati menzionati dei personaggi di "Nana" da (Death Note); Tebaldo (RomeoXJuliet); il
alcuni ragazzi. Per finire credo che questo colonello Armstrong (FMA); Kakashi (Naruto); il
sondaggio sia una chiara dimostrazione che, Professor Onizuka (GTO); [letteralmente] "il
non necessariamente, il personaggio preferito corvo di Deadman Wonderland"; Giroro
appartiene a una serie estremamente popolare (Keroro); Heiji (Conan); L (Death Note); Aizen
come Dragon ball (che tra l'altro non è stato (Bleach); Lelouche (Code Geass) e altri.
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La Nostra Scuola
Di razza umana
di Silvia Mazzei
In un periodo animato dal Festival di Sanremo,
dal Papa e dal suo tanto discusso “gran rifiuto”,
da Pistorius che ha dismesso i panni del
supereroe, da tribune politiche che
infiammano più le critiche che i cuori, dalla
pioggia di meteoriti e da quant’altro, anch’io
ho la mia piccola avventura da raccontare. Con
la mia classe abbiamo partecipato ad un
progetto che ha contribuito ad allargare i miei
orizzonti, chissà magari troppo egocentrici. “Di
razza umana” è una mostra interattiva ed
itinerante che ha fatto tappa in provincia di
Prato dal 6 al 21
febbraio, promossa da
Unicoop Firenze con il
sostegno della Regione
Toscana
e
dell’Assessorato
alla
Cultura del Comune di
Montemurlo.
Una
mostra che si propone
come strumento per
superare il razzismo, sperimentando in prima
persona le contraddizioni della globalizzazione,
in un viaggio attraverso gli stereotipi ed i
pregiudizi che giustificano le discriminazioni
razziali e l’esclusione. In due anni la mostra ha
girato 23 città toscane, coinvolgendo oltre
17mila ragazzi e per la tappa montemurlese
sono stati coinvolti oltre 780 alunni. Lo scopo è
quello di far riflettere sulla diversità, sugli
inganni della percezione, sulle nuove tipologie
migratorie e sui meccanismi economici
implicitamente nascosti,
stimolando la
riflessione e la consapevolezza attraverso
piccole esperienze che fanno comprendere ai
partecipanti come ci si sente quando si vestono
i panni degli altri. La mostra prende il titolo da
un episodio realmente accaduto. Nel 1933
Albert Einstein si trasferì in America a causa
delle persecuzioni antisemite che già
imperversavano in Germania e in Europa. Allo
sbarco negli Stati Uniti, come tutti gli emigrati,
ricevette un modulo da compilare. Fra le molte
domande cui bisognava rispondere ce n’era
una che chiedeva: “Razza di appartenenza? ”E
lui scrisse “Umana”. Come si combatte il
pregiudizio razzista? Come si combatte
un’opinione
ritenuta
scontata
e
incontrovertibile? Secondo Einstein è più facile
spezzare un atomo che un pregiudizio.
Abbiamo seguito la mostra, suddivisa in due
percorsi “La Storia e le Storie” e “Viaggio tra i
Pregiudizi”, divisi in due gruppi per facilitare
l’interazione e l’immedesimazione con la realtà
proposta. Con il primo percorso abbiamo visto
un video che presentava l’evoluzione della
globalizzazione economica, dalle scoperte
geografiche ad oggi, seguendo anche il
passaggio dall’idea di razza al razzismo, con
introduzione
di
concetti chiave come
colonialismo,
neocolonialismo,
debito
estero,
le
relative conseguenze
(divario
socioeconomico, degrado
ambientale, nascita e
inasprimento
dei
conflitti) e come queste causino i diversi flussi
migratori internazionali. Alla fine ci sono stati
proposti giochi-test per verificare la presa di
coscienza degli argomenti trattati. Il secondo
percorso era una simulazione che ci ha
proiettato in un futuro immaginario ma molto
realistico, nei panni di immigrati che giungono
in un nuovo Paese. Abbiamo dovuto affrontare
il problema dei documenti, del visto d’ingresso
e del riconoscimento delle professionalità
acquisite e subire lo sfruttamento lavorativo,
gli atteggiamenti discriminatori in una lingua
sconosciuta che sembrava dell’Europa dell’est.
La donna alla dogana ci ha strappato con
disprezzo il passaporto dalle mani e ci ha urlato
addosso parole incomprensibili. Un poliziotto ci
ha preso le impronte digitali ed ha perquisito
noi ed i nostri zaini. Alcuni di noi, senza il visto
sul proprio passaporto, sono stati chiusi in una
gabbia per venti minuti, altri si sono trovati a
svolgere compiti e lavori dei quali non capivano
nemmeno la finalità ed il risultato; alcuni
dovevano apparecchiare una tavola dove
mancavano le posate e venivano accusati di
furto, altri dovevano costruire circuiti elettrici
e montare e smontare valvole …, io dovevo
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dividere un contenitore pieno di semini per
colore e forma, tutto ciò mentre due poliziotti
urlavano minacce sconosciute. Il disprezzo che
ci sentivamo versato addosso, l’etichetta di
“diversi” che ci era stata appiccicata senza un
briciolo di comprensione, l’impotenza di fronte
a quella situazione nonostante sapessimo di
essere di fronte ad una simulazione, ci hanno
fatto riflettere su come si possono sentire
perduti ed abbandonati gli immigrati. Il
razzismo l’abbiamo “disimparato”
così:
calandoci nei panni di un emigrante italiano,
che arriva in un Paese straniero nella spesso
purtroppo infruttuosa ricerca di un nuovo
futuro.
Gli autori, visti dal banco...
di Nadia Tashina Siddique
"Era turbato da incubi continui e allucinazioni,
era convinto che un folletto gli mettesse in
disordine le carte e che un mago lo
perseguitasse con maligni incantesimi" E dopo
aver letto una frase del genere mentre studiavi
nel libro di testo, automaticamente non ti
viene neanche per sbaglio l'idea di prendere
questo scrittore sul serio. Parlo di Torquato
Tasso, autore della Gerusalemme Liberata; un
opera la cui stessa esistenza esemplifica la folle
incoerenza dell'autore, basta pensare al
proemio (dove annuncia che tratterà del valore
dei cavalieri e della SANTA guerra e non dei loro
amori) e confrontarlo con qualsiasi passo
presente in qualsivoglia libro di testo e vedere
non solo la componente amorosa (Clorinda e
Trancredi, Erminia, Armida, ecc.), ma
addirittura
una
componente
erotica.
Potremmo giustificarlo definendolo come
diversamente sano a livello cerebrale, cosa che
effettivamente non sarebbe sbagliata, ma non
possiamo dire che la sua non fosse un'epoca
ricca di ispirazione e creatività. La creazione
artistica e letteraria era elevatissima e ne è
esempio il celeberrimo drammaturgo (e anche
poeta) inglese William Shakespeare le cui opere
sono talmente belle che persino oggi riusciamo
a commuoverci con le sue tragedie, conosciute
in tutto il mondo, come Romeo e Giulietta,
Amleto, Macbeth, ecc. Certo qualcuno che non
lo apprezza particolarmente, come si fa mi
chiedo io, potrebbe dire "e che ci vuole a
scopiazzare a destra e manca?!" (detta alla
studentesca), io prontamente rispondo "che
male c'è?". Nel senso che allora era di "moda"
fare così, cioè emulare gli altri, specialmente i
classici, ma basta pensare ai petrarchisti in
Italia, le loro poesie non sono per lo più ripresi
dai sonetti di Petrarca? Possiamo vederlo come
copiare, oppure seguire la corrente.
Speciale Agorà
Le origini dell'universo
di Stefano Ciapini
Il secondo giorno di Agorà si è tenuto un qualcosa prima di quello che conosciamo, in
interessantissimo
forum
sulle
origini pratica è impossibile tutt'ora conoscere le
origini dell'universo. Evoluzione
dell'universo in cui il Dottor
che cercano di capire al CERN,
Roberto Spighi, Fisico Nucleare
dove recentemente è stato
delle divisone di Bologna, che
scovato il Bosone di Higgs, la
lavora al progetto "Atlas" al LHC
rinomata Particella di Dio. Dopo
CERN di Ginevra, ha spiegato
una breve introduzione alla storia
approfonditamente quelle che
di coloro che hanno studiato in
furono le cause, finora conosciute,
alle basi della formazione dell'universo come lo passato l'evoluzione dell'universo siamo passati
conosciamo oggi. In realtà il Dottore in fisica, ex a parlare degli studi di Ginevra in un forum
copernicano, preferisce parlare di "Evoluzione" molto apprezzato e ben realizzato.
dell'universo, dal momento che c'è sempre un
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La Shoah
di Ervisa Prroni
Sabato 2 febbraio è stato nostro ospite Daniel
Vogelmann, fondatore della Casa Editrice
Giuntina, che ha raccontato la storia di suo
padre Schulim, ebreo italiano che nel 1944 fu
deportato ad Auschwitz insieme alla moglie
Annette e alla figlia Sissel. I tre non
avranno più occasione di rincontrarsi
in quanto le due moriranno nel
campo di concentramento, mentre
Schulim avrà la fortuna di far parte
della lista di Schindler essendo
tipografo di professione e quindi
sopravvivrà. Daniel ripete più volte
che quello della deportazione era un
argomento che difficilmente riusciva
a trattare con suo padre il quale,
ritrovandosi solo, era ritornato a Firenze con
l’intento di dimenticare il passato e di
riprendere la sua vita da lì dove l’aveva lasciata
anche se essa non era più la stessa. Daniel parla
anche della sua infanzia, caratterizzata dalla
curiosità di sapere che incontrava il silenzio del
padre e soprattutto dalla mancanza della
sorella, mai conosciuta, Sissel che “rimaneva
sempre una bambina di 8 anni mentre lui
cresceva” e che “era di una bellezza incredibile”.
La seconda parte dell’incontro è stata dedicata
alle testimonianze del gruppo di sei ragazzi
delle quinte che insieme alla professoressa
Chiaramonte hanno partecipato al “Treno della
Memoria 2013” e che hanno potuto vedere con
i loro occhi quel poco che è rimasto ad
Auschwitz. Quello che li ha colpito è
l’interminabile distesa di neve che
“sembra voler coprire le catastrofi dei
campi e le sofferenze intatte nella
memoria”
(Dalila).
Inoltre,
la
professoressa si sofferma su “quanto
feroci
possiamo
essere”
e
sull’“impossibilità di identificarsi nelle
vittime”, mentre Gianmarco ribadisce
quello che era l’intento del Nazismo:
“togliere l’umanità e mettere addosso
la vergogna”. Chiara F. racconta di una
condizione di “blackout totale e di
sconvolgimento una volta trovati davanti a
quell’orrore” e invita a “riflettere e a cambiare
visione su pregiudizi attuali che ognuno di noi
può evitare andando oltre le apparenze”.
Infine, tutti hanno voluto sottolineare quella
che è anche la finalità del “Treno della
Memoria”,
cioè
l’importanza
della
testimonianza che deve essere portata avanti
anche (e soprattutto) perché con il passare
degli anni verranno a mancare i superstiti e
anche le loro testimonianze dirette.
La danza
di Nadia Tashina Siddique
Martedì 4, dalle 8.30 alle 10.30 in palestra
grande. Ciò che si leggeva nel programma:
"danze di carattere con la professoressa Eva
Sabatini".
Cosa farà, si chiedono alcuni studenti, "forse
balla" dicono altro studenti pensando al forum
che la professoressa
ha tenuto l' anno precedente. Il ballo, come
possiamo ben intuire, c'era, ma lei non era sola,
c'erano altre ragazze con lei e tra quelle
ragazze ero presente anche io. Il cuore mi
batteva forte, non avevo mai fatto danze di
carattere, pensavo che mi sarei immobillzata,
ma non è stato così. La professoressa ha saputo
non solo mettere a suo agio chi era sin dal
principio in prima fila a ballare, ma anche
coinvolgere tutti coloro che erano venuti in
questo forum semplicemente per vedere. Due
ore di passi vari, di musiche diverse, di paesi
diversi. È stato letteralmente effettuato il giro
dell'Europa tra note e passi guidati dalla
professoressa Eva Sabatini. Sicuramente uno
dei forum migliori di tutta l'Agorà 2013.
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Musica e comicità
di Isabella Giusti
Lunedi.
Giorno odiato da tutti per sketch che suscitano l’ilarità del pubblico. Dopo
antonomasia, giorno insopportabile in quanto ogni canzone, il violinista scompare, lasciando
rappresenta l’inizio d’una ennesima settimana la scena al suo fedele compagno Aldo.
di scuola. Ma questo, questo non è certo un Quest’ultimo occupa una decina di minuti
lunedì come tutti gli altri… perché oggi c’è suonando qualche nota slegata al pianoforte e
Agorà. Agorà! Finalmente è iniziato questo contemporaneamente facendo gesti convulsi o
progetto di cui noi matricole sentiamo parlare saltellando di qua e di là sul panchetto.
sin dal primo giorno di scuola. E oggi, Diciamocelo, è bravo davvero: la coordinazione
finalmente, potremo sperimentarlo a fondo. E’ pianoforte/mimo è eccellente. Ed ecco che
già ricreazione quando con sguardo critico rientra l’altro, armato di violino, e la musica
scorro il programma del giorno. Tutti e tre i ricomincia. Via via che si va avanti con la
forum della seconda fascia oraria mi sembrano performance, si tratta sempre più di alternare
più o meno interessanti. Ma quella frase agli strumenti delle scene mimate. La vera
“Performance del Duo Baldo” cattura proprio la specialità dei due, a mio parere, rientrava
mia attenzione. Sembra divertente, perché non proprio nel saper far ridere un centinaio di
provare? E così eccomi in aula magna, insieme ragazzi col solo gesticolare delle mani e dei
ad un centinaio di altri ragazzi che come me piedi e con i loro sguardi: non credo d’aver mai
hanno voglia di divertirsi un po’ con quello che udito, in tutta la loro rappresentazione, una
sembra prospettarsi un forum leggero e sola parola. Il violinista parlava solo quando
simpatico. Contrariamente a ciò che si poteva diceva che tutte quelle canzoni le dedicava a
pensare dal nome, sembra che questo “Duo noi. Per il resto, fra i due l’intesa si creava
Baldo” sia piuttosto famoso, conosciuto in tramite le espressioni del viso, con le occhiate
parecchi teatri. Forse è per questo che si fanno un po’ truci, e con quello che penso sia stato un
un po’ desiderare, dato che arrivano in ritardo. faticoso e lungo allenamento. Una cosa è sicura:
Mezz’ora di attesa, ma ne è valsa la pena. Eccoli, un forum così non ce lo dimenticheremo alla
entrano. Due uomini alti, in giacca, cravatta e svelta. Anche se è durato poco, anche se
camicia bianca. Uno regge sotto braccio un tremendamente particolareggiato. E’ stato
violino, l’altro si sistema al pianoforte. E quello in cui più ho sentito una differenza
improvvisamente, cominciano a suonare. La rispetto agli altri. Ed è proprio questa diversità
musica è di quella classica, ma comunque a renderlo speciale agli occhi di noi adolescenti.
movimentata, allegra e, soprattutto, mai Come dire… l’aggettivo giusto per loro era
noiosa: alle note i due alternano frequenti originali.
I meccanismi dell'economia
di Gabriele Conti
Martedì 5 Febbraio, terza e penultima giornata paesi dell'eurozona. Come si può facilmente
della nostra cara e amata agorà, abbiamo avuto notare, il primo motivo che ci ha ridotto in
la fortuna di assistere ad un incontro col questo stato di recessione economica, non è da
professore Giulio Zanella, docente di economia imputare a influenze estere, bensì alla
all'università di Bologna. La discussione verteva sciagurata gestione delle finanze pubbliche da
sulle varie cause delle crisi economiche che parte dei nostri politici negli ultimi 20 anni
hanno colpito il mondo e in particolare l'Italia circa, senza distinzione tra destra e sinistra
nell'ultimo decennio, rintracciabili in tre filoni quindi, che hanno chiesto prestiti ad altri stati
distinti, ovvero la diminuzione della e speso quelle risorse per i più svariati motivi
produttività nel nostro paese rispetto alle altre senza preoccuparsi di far crescere l'economia,
potenze europee, il tracollo finanziario facendo così lievitare il debito pubblico
internazionale dovuto ai mutui subprime e allo italiano, rassicurati dal fatto che sarebbe stato
scoppio del debito pubblico della Grecia e altri un problema delle proverbiali “generazioni
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future”. Altro punto interessante toccato è
stata la spiegazione di come l'essere entrati a
far parte della moneta unica europea ci abbia
agevolato con i tassi di interesse da versare alle
potenze internazionali che ci avevano fatto
credito.
Al termine del dibattito, il professore ha
risposto ad alcune domande poste dagli
studenti, come risolvere il problema della
disoccupazione.
L'ospite ci ha infine invitato ad iscriverci alla
facoltà di economia e finanza dell'università di
Bologna, nel caso in cui fossimo intenzionati a
perseguire
quell'indirizzo
di
studi,
affermandone la superiorità rispetto a quella di
Firenze sul piano organizzativo, tanto che ha
confessato di essere sempre andato malissimo
a matematica durante la scuola superiore, ma
grazie ai professori incontrati nella cittadina
bolognese, è riuscito ad apprezzare questa
disciplina fondamentale per chi vuole
intraprendere questo tipo di carriera.
L'arte della fotografia
di Sara Relli
Martedì 5 febbraio nella palestra piccola della lontano da Saigon, corre nuda per strada sotto
scuola si è tenuto un interessante forum un bombardamento al napalm, immortalata da
sull’arte della fotografia con il gruppo del Blitz. Nick Ut. E poi la foto molto discussa di Robert
Il Blitz è appunto un’associazione formatasi Capa, simbolo della guerra civile spagnola con il
nell’aprile del 2010 proprio a Prato con lo scopo miliziano che cade a terra, ancora con il suo
di insegnare e fare interessare i giovani a fucile in mano. Guerra, mafia, questioni
questo tipo di arte. Non comune, infatti, è umanitarie: immagine dopo immagine ci è
l’interesse per la fotografia, se ovviamente con stato così fatto capire
il termine fotografia non si intendono le quanto la fotografia sia
fotografie occasionali da mettere su facebook. importante per risvegliare
Durante il forum si è parlato soprattutto di l’opinione pubblica, per
per
fotografi e reporter di guerra: sono state sensibilizzare,
mostrare celebri fotografie e si è discusso di denunciare o anche solo per
altrettanto celebri fotografi. Sono state far star bene. Perché si può
proiettate alcune delle fotografie ‘leggermente fare una grande fotografia
fuori fuoco’ come scrive Capa nel suo libro, anche ad un concerto, come
dello sbarco in Normandia, poi dei ribelli siriani ci è stato spiegato alla fine
e di altri conflitti. E’ stata allora la volta della del forum, meglio se di
guerra in Vietnam e di Kim Phuk che, non gruppi come i Metallica.
Gay e lesbiche
“Babbo naturale. . e babbo frizzante”
di Jessica Ricotta
Nella settimana dal 2 al 6 febbraio, la nostra di Prato “Gay e Lesbiche”. Hanno trattato di
scuola ha organizzato una serie di forum con questo tema vari membri dell’associazione,
tantissimi ospiti riguardanti argomenti come il maestro Emanuele Bresci; lui
interessantissimi e attività extra molto principalmente, ha discusso sul fatto che
divertenti alle quali hanno partecipato molti l’omosessualità è ancora un argomento non
studenti:
l’Agorà.
Anche
quest’anno, accettato in Italia, ma non solo per il fatto dei
naturalmente, ne è uscita una splendida agorà matrimoni, ma anche per la Chiesa. Ha parlato
e tutto questo grazie a coloro che si sono dati di com’è ingiusto che nel nostro paese una
tantissimo da fare per farla riuscire al meglio coppia gay non possa uscire allo scoperto senza
possibile.. e così è stato. Grazie a tutto il subito essere attaccata da offese o da violenze;
comitato.
di com’è ingiusto vengano ancora disprezzati
Tra tutti questi forum, c’è n’è stato uno che mi da tutto e tutti e di com’è ingiusto che, ancora,
ha particolarmente interessato: l’associazione non possono avere il diritto di affidamento. Un
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dibattito singolare e curioso al quale hanno
assistito e sono stati coinvolti molti studenti.
Personalmente, è stata una discussione
avvincente; non avevo mai visto ad un forum
così tanti studenti presi per
quest’argomento. Alla fine, gli
ospiti hanno parlato anche di
notizie assolutamente nuove
per me.. notizie che approvo in
tutto e per tutto. Non vedo il
motivo di discriminare questo
tipo di persone. Non capisco il
motivo del perché vengano,
ancora oggi, offese brutalmente. Come siamo
riusciti, nel bene o nel male, ad arrivare a non
“distinguere” persone di razza o di colore
diverso, dovremmo riuscire a non discriminare
neanche loro. Non hanno niente di diverso di
una persona come noi.
Nella settimana appena passata, Rai Uno ha
trasmesso il programma più seguito dagli
italiani: il Festival di Sanremo. Durante la prima
puntata, la Rai ha voluto lasciare qualche
minuto libero ad una coppia gay, che
attraverso dei cartelloni,
ha fatto capire a tutti i
telespettatori il loro vero
ed unico bisogno. Il
bisogno di potersi sposare
tranquillamente qui in
Italia. Alla fine del loro
discorso, i ragazzi hanno
annunciato anche che
andranno a sposarsi.. a New York, ma andranno
a sposarsi. Si sposeranno perché si amano l’un
l’altro.
Amano persone del loro stesso sesso, ma
amano anche loro.
Come tutti noi.
Enigmistica
Crucipuzzle Manzoniano
a cura della professoressa Eva Sabatini e della II° Al; battuto da Tahsina Siddique Nadia
Le parole possono essere
trovate sia verticalmente,
che orizzontalemente che
obliquamente.
Il nome del rapitore di
Lucia mandato
dall'Innominato è
_____________________
Parole da trovare:
1 - Adda
2- Agnese
3- Attilio
4- Bravi
5- Bartolo
20
6- Como
7- Dio
8- Don Abbondio
9- Don Ferrante
10- Don Rodrigo
11 - Egidio 16- Guerra
12- Ferrer
17- Lodovico
13- Gertrude 18-Lucia
14- Grida
19- Monza
15- Griso
20- Noci
21 -Oste
22- Pane
23- Peste
24- Renzo
25- Tonio
Cruciverba
di Federico Borrelli
Orizzontali:
1. Del 1492 è quella
dell’America; 8. Capitale
delle Fiji; 12. Frana di neve
farinosa; 13. L’incantesimo
della saga di Harry Potter
che deriva dal verbo
latino “torturare”; 14.
Privo di sensi; 16. Il buono
di Ceausescu; 18. Tra Mi e
Sol; 19. Deriva da una
causa;
23.
Simbolo
chimico del Laurenzio; 26.
Uccelli di grande taglia
con collo e zampe lunghe;
27. Famoso romanzo di
Stephen King del 1986; 28.
Lo stadio che ospita le
partite del Valencia; 32.
Assassin’s
Creed;
33.
Edificio attrezzato per la
macellazione;
35.
Technical
Data
Management Division; 37.
Intelligence
Radar
Reporting;
38.
Data
Manipulation Logic; 39.
Non credono in alcuna
divinità; 40. Sam che fu il
prof. Alan Grant in Jurassic Park; 43. Il nome slavo corrispondente all’italiano Giorgio; 44. Gli
estremi del team; 46. Davide, terzino del Newcastle; 49. Dispari in Zack; 50. Lo Iannone delle moto;
51. Abbreviazione che indicava la lira italiana; 53. Serie di moto Aprilia; 55. Instant Messaging; 57.
Civilmente e socialmente libero o autonomo; 61. Chi lo fa, vince, secondo il motto del SAS; 63.
Frutti chiamati anche noci di acagiù; 64. Motore di ricerca di Microsoft nato da Live Search; 65. Ago
ricurvo che si usa per pescare; 66. Certified Computer Examiner; 67. Il centro dell’esca; 69. Il primo
numero perfetto; 70. Con “Pal”, servizio di pagamento online; 71. Squadra di Football American di
New York;
Verticali:
1. Interpretava Ted in Scrubs (Iniz.); 2. Città del nord della Francia; 3. Oviesse; 4. Edith famosissima
cantante francese; 5. Sulle targhe è En; 6. La tv di stato; 7. Senza capo o senza inizio; 8. Attici di
lusso; 9. Unione Calcio; 10. Proprio di Hanoi; 11. Aosta per l’ACI; 12. Proprio delle sensazioni atte a
influenzare l’inconscio o a modificare il comportamento; 15. Metà della metà; 17. Colpire
inavvertitamente; 20. Formazione innovazione lavoro; 21. Torino; 22. Organization for Economic
Cooperation and Development; 24. Sigla che identifica il fuso orario di riferimento della terra; 25.
Automobile prodotta dalla Ariel; 29. Electronic Arts; 30. Deviazione Standard; 31. La cantante del
gruppo metal Sirenia; 34. Con Isotta, protagonista di un celebre mito d’amore; 36. In destra e in
demone; 39. L’inizio di Arzachena; 41. Articolo singolare femminile; 42. Dispari in lana; 45. Il
maestro di Daniel-san; 47. Particolare antidoto ricavato fino al XIX secolo dalla carne della vipera;
48. Convertiplano creato dall’unione di Bell e Boeing utilizzato per il trasporto di truppe militari;
52. Lettore dei sacri testi islamici; 54. Il nome di Redding; 56. Umido in Inghilterra; 58. Con Cl forma
il comune sale da cucina; 59. Cirillico per SSSR; 60. Forma eufonica di “a” davanti a vocale; 62. Super
Nintendo Entertainment System; 65. E’ sintetizzato da @; 68. Carl di GTA: San Andreas;
21
Sintomi
Come sempre, l'appuntamento mensile non è mancato, grazie a tutti coloro che hanno
contribuito a questo numero. Nel caso vogliate consigliare, criticare o esprimere apprezzamento
per il nostro impegno, o se siete interessati a fare parte della redazione, mandate una mail alla
direzione. A presto con il numero di Marzo!
Direttrice:
Immacolata Ranucci IV Fs
Vice-direttrice:
Ilaria Martini IV Fs
Hanno contribuito:
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Cosimo Carmagnini VI Bl
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Fabrizio Taricone III As
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Federico Borrelli IV Fs
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Luisa Liu IV Fs
Jessica Ricotta III Cl
Martina Zini III Is
Nadia Tahsina Siddique IV Ls
Sara Bichicchi I As
Sara Relli III Al
Silvia Mazzei III Ds
Sofia Pecchioli IV Fs
Stefano Ciapini III Is
Valentina Saccomando II Ds
Vincenzo De Feudis IV Fs
La classe II Al e la prof. Eva Sabatini