roadshow o shopshow?
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roadshow o shopshow?
DOSSI E R Alessandra Lanza Direttore Marketing Input Group Silvia Ghiretti Project Manager Pro&Go Alberto Damiani AD Adverteam Alessandra Miranda Brand Manager Barbie ROADSHOW O SHOPSHOW? Nascono nuove tipologie di roadshow, che dalla pura comunicazione passano a obiettivi di vendita, al punto che non si svolgono più per strada ma all’interno dei negozi. Budget ridimensionati per il b2c, ma aumento dei tour per il b2b. di VANNA ASSUMA k Un tempo c’erano mastodontici truck itineranti che stupivano per le dimensioni e la tecnologia: arrivavano nelle piazze, si aprivano, allargandosi oltre 100 metri quadri, e sfoderavano una sfavillante sorpresa all’interno, dove si svolgeva una presentazione o un percorso esperienziale. Quando si parlava di “roadshow”, l’immaginazione andava subito a questi “bestioni” su ruota. Adesso i tempi sono cambiati, le aziende pensano a come ottimizzare i budget, e il truck presenta alcuni limiti, soprattutto per la veicolazione nei centri storici delle città, senza contare che la rappresentazione dell’immagine di marca, con questi trasporti, è molto rock. Sono nate quindi nuove tipologie, definite di volta in volta in diverso modo: eventi itineranti, tour brandizzati e, appunto, roadshow. Differenze terminologiche che per alcune strutture rappresentano variabili a livello operativo, ma da un punto di vista del marketing possiamo considerarle sinonimi, in quanto tutte rientrano sotto la stessa definizione, cioè attività itineranti che riproducono lo stesso format in diverse città e location. Si tratta di azioni di proximity marketing a tutti gli effetti. TRA B2B E B2C “Semmai bisogna fare una distinzione tra roadshow rivolti al personale aziendale 112 o alla forza vendita, e quelli diretti al consumatore - puntualizza Alessandra Lanza, Direttore Marketing Input Group e Presidente della Consulta Eventi in AssoComunicazione. E aggiunge: “I tour b2b sono necessari per le imprese che producono e devono mostrare i loro prodotti ai venditori. Sono assolutamente necessari per chi ha una rete vendita, anzi diciamo che il mondo degli eventi nasce proprio per incentivare i venditori. AdV | strategie di comunicazione | advertiser.it Infatti i budget sono gestiti dai direttori delle vendite, mentre nei roadshow b2c gli investimenti sono affidati ai direttori marketing, di conseguenza gli obiettivi sono diversi”. Come accennato sopra, tra le agenzie sono presenti alcune differenze interpretative, ad esempio per Pro&Go, agenzia di eventi di Acqua Group, società guidata da Davide Arduini e Andrea Cimenti, i roadshow sono eventi itineranti prevalentemente b2b EVEN TI & T E RRI TORI O a differenza dei tour brandizzati che si rivolgono principalmente al consumatore finale. “Spesso i roadshow che organizziamo hanno una finalità commerciale e formativa - spiega Silvia Ghiretti, Project Manager di Pro&Go - perché top management e forza vendita si incontrano per meglio definire le strategie con cui affrontare la concorrenza sul mercato. I tour brandizzati invece si rivolgono a un pubblico molto più eterogeneo, clienti già acquisiti e clienti prospect per azioni apparentemente meno mirate ma, ad esempio, - con il grande sviluppo della comunicazione digitale - finalizzate alla profilazione degli ospiti. Il follow up digitale ha così il compito di garantire un reminder dell’esperienza personale fatta. A ogni modo entrambe le tipologie di eventi si pongono come obiettivo l’incremento della propria product/brand awareness e la creazione di un’occasione di contatto diretto con l’offerta aziendale proposta. Roadshow e tour promozionali favoriscono così l’approfondimento della relazione marca-consumatore: l’approccio one-to-one è infatti l’unico media in grado si offrire la polisensorialità. Pro&Go organizza sempre più roadshow e tour, complice un interesse crescente delle aziende negli eventi quali occasioni di confronto più diretto e coinvolgente dal punto di vista emotivo, a cui ha corrisposto in questi anni un netto calo degli investimenti nei media classici”. SI AGGIUNGE LA VENDITA Passando al b2c, tra i trend che stanno orientando il mercato c’è sicuramente quello del sell-in: “Se un tempo l’obiettivo era quello di informare e fare brand awareness - racconta Alessandra Lanza - oggi si aggiunge il tool della vendita. Dalla pura comunicazione si passa a un’integrazione commerciale. I nuovi eventi si basano su dinamiche di concorso conseguente a un acquisto, UEFA CHAMPIONS ΩTROPHY LEAGUE TOUR LA COPPA VIAGGIA SUL CAMION ROSSO Se i truck sono meno usati rispetto a un tempo, ciò non significa che siano scomparsi. E infatti un esempio altisonante viene dallo Uefa Champions League Trophy Tour, roadshow organizzato da Sinergie per UniCredit che ha coinvolto 9 città italiane. Un grande truck ha portato in giro una mostra gratuita e il trofeo Uefa, con il quale i visitatori si sono fatti fotografare e in questa occasione hanno incontrato noti calciatori, come Cafu, Luìs Figo, Ruud Gullit. All’interno del camion rosso è stato creato un allestimento a forma di stadio dove si sono svolte diverse attività di animazione, tra cui tornei amatoriali. Il roadshow ha già fatto il giro dell’Europa toccando 48 città in 13 Paesi dal 2009 al 2011, diventando uno dei pilastri della sponsorizzazione di UniCredit e raggiungendo 320mila appassionati. “Sinergie si è occupata della parte organizzativa - spiega Davide Enrico Mazzuc- chelli - seguendo la parte relativa ai permessi di occupazione del suolo pubblico, riuscendo a ottenere alcune delle location più difficili, come Piazza Duomo a Milano e Piazza Vittorio Veneto a Torino. Poi ci siamo occupati degli aspetti logistici e di parte della comunicazione”. AdV | strategie di comunicazione | advertiser.it 113 DOSSI E R oppure su meccaniche promozionali, al punto che si svolgono più all’interno dei negozi che per la strada. E questo perché nello store si sviluppa l’acquisto o altrimenti l’azienda porta il consumatore a compilare una cartolina e lo “accompagna per mano” a prendere il prodotto. Dalle grandi manifestazioni di piazza dunque si è passati ai roadshow nei punti vendita. Questo anche perché con la formula-negozi i budget sono più ridotti, e le aziende offrono ai loro rivenditori un servizio per relazionarsi con la clientela”. Che i roadshow non siano finalizzati solo alla presentazione dei prodotti ma anche alla shopper experience lo evidenzia anche Alberto Damiani, AD di Adverteam: “Non è più l’epoca del sampling a pioggia. Una volta nei roadshow si regalavano i gadget, adesso si responsabilizza il cliente nel rapporto con la marca, perché se si introduce l’acquisto il consumatore fa quel “clic” di consapevolezza in più ed è più attento a ciò che gli viene offerto. Un evento interessante è Donna Moderna Experience Store, che prevede l’allestimento di un temporary store nelle piazze delle città, all’interno del quale si possono seguire laboratori ludico-creativi, dibattiti, corsi di cucina, bricolage, fitness, degustazioni gratuite e spettacoli serali. Si tratta di un concept store dove, oltre ai contenuti della testata, è possibile acquistare i prodotti venduti dagli inserzionisti della testata stessa. Anche per Nivea abbiamo allestito un tour promozionale itinerante, con tappa iniziale a Venezia e pop up shop nella stazione di Santa Lucia”. 114 NON È PIÙ L'EPOCA DEI SAMPLING A PIOGGIA. UNA VOLTA NEI ROADSHOW SI REGALAVANO I GADGET, ADESSO SI RESPONSABILIZZA IL CLIENTE NEL RAPPORTO CON LA MARCA BUDGET SU BUDGET GIÙ Per quanto riguarda i format b2b, Davide Enrico Mazzucchelli, Direttore Generale divisione eventi di Sinergie, afferma: “Noto un aumento dei roadshow su invito all’interno di location o di contenitori chiusi, cioè di azioni b2b. È vero che le aziende ottimizzano i budget e cercano di realizzare tour a costi inferiori, ciononostante non rinunciano ai roadshow, anzi stanno crescendo in numero. È chiaro che le aziende hanno bisogno di formare personale specializzato e il contatto one-to-one centra l’obiettivo più di una mail o di un invio cartaceo, la redemption è decisamente superiore. Un esempio è Fidelity che ha organizzato un ciclo di eventi in tutta la penisola per incontrare promotori finanziari e private banker. Fidelity, che dispone di una struttura di ricerca finanziaria e di gestione fra le più ampie AdV | strategie di comunicazione | advertiser.it al mondo, condividerà le analisi condotte dai suoi team di specialisti”. Passando al b2c invece, Alessandra Lanza ne evidenzia una loro riduzione: “Un tempo si facevano gli spettacolari villaggi estivi, i grandi eventi di piazza, oggi si sono ridotti notevolmente, anche il numero delle tappe è diminuito. Oltre a essere cambiata la tipologia che è orientata alla vendita all’interno dei negozi”. Ma in ogni caso, quando si parla di roadshow, sottolinea Silvia Ghiretti, “si parla di budget importanti, ovviamente commisurati alla qualità, alla complessità del progetto e alle competenze professionali coinvolte”. Alberto Damiani aggiunge che sono in sofferenza gli eventi itineranti creati con la collaborazione delle istituzioni locali, che necessitano cioè di fondi pubblici, dato che i Comuni hanno meno risorse. NUOVI CLIENTI CERCASI Se è vero che nell’eventistica i roadshow sono ormai dei classici, si stanno però allargando le categorie merceologiche di riferimento. “Si affacciano realtà che prima non prendevano in considerazione i roadshow - osserva Alberto Damiani - come le compagnie di assicurazione. Ad esempio, per il Gruppo Itas Assicurazioni abbiamo realizzato un tour itinerante di ben 12 tappe in altrettante località dell’Alto Adige. Si tratta di un roadshow di cinque settimane che prevede attività di proximity a vari livelli. I principali obiettivi sono recruiting, con selezione e reperimento di nuovi colla- EVENT MARK E T I N G “ATMOSPHERE ON Ω TOUR” DI GOOGLE EMPORIO ADV CURA LA TAPPA MILANESE Un pezzo di Friuli nel roadshow europeo di presentazione dei nuovi servizi di Google per il mondo del business. L’agenzia di comunicazione Emporio Adv è stata selezionata dal colosso informatica made in USA per il supporto all’organizzazione dell’unica tappa italiana del tour, che coinvolgerà le principali città del Vecchio Continente. Nel dettaglio Emporio Adv, grazie anche all’apporto della nuova sede milanese, ha gestito i contatti direttamente con l’headquarter di Google, supportando l’organizzazione dell’evento per tutta la parte relativa alla location, al catering e a vari aspetti organizzativi e logistici della manifestazione. Naturalmente di altissimo livello, visto l’interlocutore e la tipologia degli ospiti presenti. La presentazione, che ha ospitato circa 250 top client provenienti da tutto il mondo, ha visto alternarsi interventi di alcuni esponenti del board di Google per illustrare i servizi del nuovissimo pacchetto rivolto al mercato del BusinesstoBusiness, e nello specifico al mondo delle pmi, oltre che per discutere e ripensare sul modo di fare business e di lavorare sfruttando il web. boratori per inserimento nelle agenzie locali altoatesine, brand awareness focalizzata sulla relazione con le persone, per enfatizzare i valori di Itas, offrendo soluzioni vere ai problemi del territorio. Oltre all’area informativa e per il recruitment, sono presenti un’area degustazione, uno spazio bimbi, la sezione charity e un laboratorio di ceramica”. A TUTTA EXPERIENCE Va sottolineato che l’elemento determinante dei roadshow è l’esperienza. E proprio su questa punta un prodotto come Barbie, che ha ben 53 anni di storia e parla a 3 generazioni: alle bambine di oggi, alle loro mamme che hanno giocato con Barbie e alle nonne, che sicuramente non hanno giocato con questa bambola ma l’hanno comprata a figlie e nipoti. “Dal 2009 organizziamo i Pink Tour - racconta Alessandra Miranda, Brand Manager Barbie - che sono eventi itineranti che toccano diverse città italiane e che coinvolgono anche il trade perché si sviluppano nei centri commerciali, all’esterno dei quali montiamo una struttura ad hoc. Un tempo portavamo un truck, quest’anno invece costruiamo una casa di oltre 100 metri quadrati, e dentro c’è tutto il mondo Barbie. Dalla casa le bambine sono invitate a entrare nella galleria del centro commerciale per partecipare a uno shooting fotografico, e nell’area vendita è prevista una promozione per i giocattoli. Il percorso che proponiamo quindi è “dalla casa allo scaffale”. In 3 anni abbiamo percorso oltre 10mila chilometri con 36 tappe, coinvolto 14 città, 35mila bambine sono entrate e si sono registrate all’evento, 3 le insegne che hanno partecipato e 4 milioni i contatti sviluppati attraverso il supporto di comunicazione (free press, sito, volantinaggio). I roadshow coprono circa il 15% del totale budget di comunicazione e, rivolgendosi a due target, i vantaggi sono duplici. In ogni caso la qualità del contatto che si ottiene con questo strumento è imparagonabile con quella offerta dai media mainstream. Entrare nella casa di Barbie è un’esperienza che nessuna campagna tv può eguagliare”. QUALI PROFESSIONALITÀ? Le agenzie di eventi presenti sul mercato sono in grado di far fronte alle richieste delle aziende in funzione dei nuovi trend che si stanno delineando? Oppure per i roadshow sono necessarie nuove e specifiche professionalità? “Indubbiamente sono richieste competenze specifiche - risponde Davide Enrico Mazzucchelli - e infatti l’agenzia deve disporre di una struttura con servizi logistici e accordi quadro con gli hotel, soprattutto per i roadshow b2b. Invece per i tour rivolti al consumatore, bisogna saper gestire i rapporti con i Comuni, ad esempio conoscere la procedura per la richiesta di autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico”. Conferma Alessandra Miranda: “Per la realizzazione dei Pink Tour è richiesta una logistica molto complessa, spesso l’attività è soggetta a fattori esterni che non siamo in grado di prevedere, per cui è importante avere un’agenzia di fiducia per la parte pratica, che sappia intervenire tempestivamente”. AdV | strategie di comunicazione | advertiser.it 115