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Settimanale d'informazione - Poste Italiane s.p.a.- Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Ancona Aut. DCSP1/1/5681/102/88LG Taxe Percue TASSA PAGATA 60044 FABRIANO (AN) >Fabriano 8 >Matelica Fabriano-Matelica euro 1,20 14 >Sport 26 n. 16 Anno CIV 25 aprile 2015 >Dialogo Accoglienza alla "Casa dei Poveri" Borsellino spiega la mafia ai ragazzi Calcio in festa: Fabriano Cerreto grandi numeri Indesit: in 1.350 rischiano il posto di lavoro G S G P razie all'impegno della San Vincenzo de' Paoli, nel corso del 2014 sono state accolte oltre mille persone nella struttura di via Mamiani. alvatore, fratello del giudice Paolo, lunedì ha incontrato gli studenti della scuola media. Un evento partecipato, emozionanete, vivo. Un'urgenza mondiale I dati per certi versi diventano un pericoloso dettaglio. Su cui c’è il rischio di assuefazione. Tra bollettini drammatici e aggiornamenti che si rincorrono si sta perdendo il senso di una realtà che non va più commentata con rabbia o dolore, ma affrontata con tenacia e determinazione. Il Mediterraneo, la culla per antonomasia della civiltà, è diventato un immenso cimitero. Dalla vita alla morte. Sono arrivati in 10mila negli ultimi giorni, oltre in 17mila dall'inizio del 2015. A cui dovrebbe aggiungersi più di un migliaio che non ce l'ha fatta ed è stata inghiottita dal mare. Si parla almeno di 3.500 persone scomparse dall’inizio dell’anno. Una fonte dell'intelligence registrata da Avvenire ha ammesso che «le previsioni sono le peggiori di sempre. Arriveranno più persone che in occasione delle primavere arabe». Chi prova a dare qualche numero parla di almeno 250mila profughi destinati a sbarcare quest'anno, con impennate drammatiche durante l'estate. Per avere un termine paragone, nel 2014, anno record, gli sbarchi furono 170mila. Intanto continuano ad arrivare notizie sempre più agghiaccianti di ripetuti naufragi di barconi e pescherecci, fino a quello di domenica scorsa che ci ha lasciato ancora più allibiti. Numeri di proporzioni gigantesche. Stiamo parlando di persone, uomini e donne, bambini, non cose, oggetti. Grande cordoglio, massima preoccupazione, solidarietà a livelli encomiabili, ma poi? «Dobbiamo aspettarci un esodo», ha annunciato tempo fa da buon profeta il cappellano degli eritrei don Mosé Zerai. Che ha anche spiegato come verso Tripoli stiano riversandosi migliaia di profughi eritrei, etiopi e somali che il Sudan sta perseguitando e che quindi tentano la fuga verso Nord, sognando l'Europa. A loro si aggiungono poi i profughi siriani, quelli dello Yemen, quelli in fuga dall'Isis e dal suo terrore. Un'umanità in fuga che prima di tentare la traversata deve sperimentare anche il caos libico, dove i campi di raccolta sono in mano a 20mila miliziani che estorcono tutto quello che è possibile estorcere ai profughi per poi consegnarli nelle mani degli scafisti. «L'onda anomala di un'umanità straziata e straziante è ormai alle porte», ha denunciato sulla prima pagina del Corriere della Sera Franco Venturini. E questa umanità cosa trova una volta che si è messa in mare? Innanzitutto trova un sistema europeo di presidio delle frontiere marine, del tutto inadeguato rispetto a questa emergenza: da quando è operativa, cioè da novembre 2014, i migranti recuperati in mare dalle navi di Frontex sono poco più di 7mila. (...) (Segue a pagina 2) ià promossa in Eccellenza, la squadra di Spuri Forotti domenica gioca al Comunale per il titolo regionale (ore 16.30). Guerra e pace 29 revista la chiusura degli stabilimenti di Caserta, None ed Albacina. Il piano della Whirlpool fa paura. I commenti dei politici. I l centenario dalla fase d’avvio della Grande Guerra pone Fabriano e il comprensorio dinanzi ad una serie di iniziative, a cura del nostro Comune, che serviranno a ricomporre il quadro di ciò che è successo nel territorio. Sono molti gli eventi attesi: abbiano puntualizzato gli aspetti cruciali di quel conflitto e ciò che rimane a testimonianza dell’accaduto. Ovviamente gli errori del passato, specie per le nuove generazioni composte per lo più da studenti, sono un esempio per capire a fondo che gli inutili massacri di un conflitto mondiale, e il dolore che ne scaturisce, non debbono più ripetersi. Servizi a pag. 3 di Daniele Gattucci, Alessandro Moscè, don Leopoldo Paloni Carlo Cammoranesi 01 prima.indd 2 22/04/15 10.02 2 >SPECIALE CONVEGNO FISC< L’Aquila non è sola nella ricostruzione di CLAUDIO TRACANNA S i è concluso sabato scorso il Convegno nazionale della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici che quest’anno si è svolto a L’Aquila sul tema: “L'Italia da riprogettare e preservare nella nostra storia”. Spenti i riflettori sull’importante meeting aquilano ora bisogna far sì che l’esperienza fatta non rimanga racchiusa nei tre giorni di convegno, ma possa continuare ad essere per tutti occasione di crescita e riflessione. Sia per chi è tornato nella propria città e nella propria redazione ma anche per chi vive in Abruzzo e si trova a raccontare ancora quotidianamente il terremoto può essere importante, tra i tanti offerti, raccogliere due suggerimenti. Il primo quello sottolineato dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti nazionale: il terremoto – ha detto Enzo Iacopino - è stato raccontato a corrente alternata mentre ha bisogno di attenzione continua. E il racconto del terremoto come di qualsiasi altra notizia ha bisogno di onestà intellettuale e libertà. Giornalisti al soldo di qualche padrone, infatti, non potranno mai essere degni del servizio che sono chiamati a fare. Il secondo suggerimento è quello lanciato da monsignor Domenico Pompili che, con acuta sensibilità, ha rilevato e sottolineato lo iato creatosi nel racconto del sisma da parte dei media. All’indomani del terremoto, nel 2009, si è riusciti a far emergere la forza e la dignità di un popolo ferito dal sisma. Ora emerge solo la polemica e la lagnanza procurando, così, un cattivo servizio ad una comunità che vive la fatica del ripartire, del ricominciare. E agli aquilani che hanno avuto la gioia di accogliere i tanti amici della bella e vivace famiglia Fisc rimane la gioia di una presenza confortante e rassicurante. Proprio nella III domenica di Pasqua si è potuto contemplare Gesù, il Risorto che, dopo il supremo sacrificio della Croce – oggi ancor più evidenziato dall’ostensione straordinaria della Sindone – mangia il pesce arrostito con i suoi amici e discepoli impauriti donando loro una gioia vera e profonda. Ecco, per gli aquilani che hanno Un'urgenza mondiale visto la presenza di tanti professionisti dell’informazione delle redazioni dei giornali diocesani ciò che rimane è un tesoro prezioso di cui essere grati: la gioia di una presenza. Una presenza – quella dei giornalisti dei settimanali cattolici – che sa di solidarietà concreta, di condivisione piena, di memoria viva di un evento drammatico come il sisma abruzzese che, se condiviso, perde la sua forza demotivante in favore di quella speranza intervento da mons. Pompili, dopo il convegno Fisc gli aquilani possono dire, con voce ancora più forte, che davvero non sono soli dopo che hanno potuto “vedere e toccare” la presenza di tanti fratelli. Che la ricostruzione, allora, continui con rinnovata forza. Continui nel recupero dei simboli identitari aquilani come la basilica di san Bernardino da Siena che riaprirà il prossimo 2 maggio e che è stata visitata in anteprima dai convegnisti. Continui anche che il calore di un’amicizia come quella della Fisc, può ravvivare negli animi di chi quotidianamente è chiamato a ricostruire se stesso e la propria città. E, ricordando la canzone “Domani” realizzata da vari artisti in favore de L'Aquila e citata nel suo quella sociale, ancor più complessa e delicata di quella immobiliare per offrire a tutti la testimonianza che, comunione e unità profonda di intenti e di volere, sono la strada, la più efficace, per andare oltre le tante crisi a cui va incontro il nostro Paese. Qualità e deontologia per il buon giornalismo C di FRANCESCO ROSSI* i sono tante carte deontologiche per i giornalisti, eppure talvolta la deontologia non trova spazio nel lavoro; ci sono doveri, eppure troppo spesso si pensa solo ai diritti; c’è tanta comunicazione, ma troppa banalizzazione. Il dovere della narrazione nel rispetto della deontologia (e di chi ci sta di fronte) è stato il filo conduttore del convegno nazionale della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), che si è tenuto dal 16 al 18 aprile a L’Aquila. Ascolto e umiltà per il buon giornalismo. “I giornali cartacei devono rimanere. Non solo perché c’è ancora una fascia di popolazione che fa riferimento alla carta stampata, ma anche perché è educativo”, ha rimarcato monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, evidenziando come la Chiesa sia “indietro” sul fronte del digitale ma, al tempo stesso, non possa abbandonare i media tradizionali. Venendo alle polemiche legate al racconto della ricostruzione post-sisma a L’Aquila, “gli eventi eclatanti rischiano di farci vedere la realtà sotto una lente che la deforma”, ha affermato il presidente della Sorta nel 1911 soppressa nel 1925 risorta nel 1945 Direttore responsabile Carlo Cammoranesi Autorizz. Tribunale Civile di Ancona n.11 del 6/09/1948 Amministratore Giovanni Chiavellini 02 editoriali.indd 2 Fisc, Francesco Zanotti, richiamando la capacità di ascoltare e la necessità di essere umili per porsi correttamente di fronte all’interlocutore, avendo un “sacro timore di sbagliare, che non ci blocchi ma ci faccia agire per il bene di tutti”. D’altra parte, ha rimarcato Carlo Cammoranesi, consigliere nazionale della Federazione, “le sole certezze che può dare il giornalista sono i fatti, niente di più”. “Il buon giornalismo è possibile”, purché si pensi sempre alle “conseguenze del proprio lavoro”, ha osservato padre Francesco Occhetta, scrittore de “La Civiltà Cattolica” e assistente nazionale dell’Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana). No alla banalizzazione e al conformismo. “Competenza e deontologia” sono un “mezzo obbligato per ricostruire una professione che è fortemente destrutturata”, ha detto Andrea Melodia, presidente nazionale dell’Ucsi, ricordando che tanti giovani “rifiutano la mediazione giornalistica, preferendo una connessione perenne” e informandosi principalmente attraverso la rete. Tuttavia, “Internet è un grandissimo strumento d’informazione e conoscenza, ma non garantisce la coesione sociale, è il luogo del copia-incolla, del conformismo, anche di isole chiuse per gli adepti”. Ecco che “al giornalista - secondo Melodia - spetta contrastare la Direzione, redazione e amministrazione Piazza Papa Giovanni Paolo II, 10 60044 Fabriano (An) - Tel. 0732 21352 Fax 0732 22330 ORARI: dal lunedì al mercoledì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12.30 www.lazione.com e-mail direzione: [email protected] e [email protected] e-mail segreteria: [email protected] Redazione Matelica Via Parrocchia, 3 - 62024 Matelica (Mc) - Tel. e Fax 0737 787551 ORARI: lunedì e giovedì dalle 16.30 alle 18.30 e-mail: [email protected] (...) Gli altr i 20mila hanno dovuto affidarsi soprattutto ai mezzi della Marina italiana. Come ha riconosciuto il direttore generale dell'Organizzazione mondiale dei migranti, l'Oim, William Swing, «gli sforzi compiuti dalle forze marittime italiane sono eroici. La guardia costiera, la Marina militare e i mercantili continuano a fornire un contributo essenziale». Le regole di ingaggio di Frontex prevedono che le unità navali europee intervengano solo nelle acque territoriali, per cui il salvataggio di migliaia di persone in mare aperto resta un problema scaricato sulle navi italiane. Ma è evidente che davanti a quello che è il più importante flusso migratorio oggi esistente al mondo, questo approccio sia drammaticamente inadeguato. Oggi migranti e governi sono tutti in balia degli scafisti (che nei giorni scorsi hanno addirittura sparato per recuperare un'imbarcazione dopo che i profughi erano stati portati in salvo su un rimorchiatore italiano). Sono loro gli incontrastati e spregiudicati padroni del gioco, dato che l'Europa si è dimostrata distratta e impotente e non si è preoccupata di imporre altre regole. Invece è chiaro che per arginare gli scafisti bisognerebbe adottare misure che tolgano loro potere: ad esempio bisognerebbe creare corridoi umanitari sicuri. E imporre condizioni perché i campi di raccolta in Libia possano diventare punti in cui organizzare un’iniziale raccolta delle richieste di asilo. Ma l'Europa, favorendo l'abbattimento del regime di Gheddafi, ha improvvidamente spinto la Libia nel caos della guerra tra fazioni, e ora si trova ad aver a che fare con un paese assolutamente inaffidabile. Eppure questa è la vera emergenza umana, dalle dimensioni epocali, che abbiamo di fronte. Un'emergenza che sino ad ora è stata tamponata dalla generosità, in alcuni casi anche eroica, di tanti marinai che in questi mesi hanno portato in salvo migliaia di vite. Ma ora tocca alla politica uscire dal sonno e prendere finalmente l'iniziativa. Non c'è molto tempo davanti. Basta con i rimpalli di responsabilità e con le concertazioni per stabilire infinite linee operative. E’ un’urgenza mondiale, non tocca più il nostro Paese o questa immobile Europa, preoccupata solo di parametri economici e non di vite umane. Carlo Cammoranesi banalizzazione del copia-incolla e al tempo stesso la marginalizzazione delle idee”. Riservando però “agli altri lo stesso rispetto che chiediamo per noi”, ha sottolineato il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, stigmatizzando l’idea - a suo dire diffusa nella categoria - secondo la quale si hanno “diritti prima che doveri”, dimenticando “che con le parole incidiamo sulla vita delle persone”. Viceversa, se il binomio diritti-doveri venisse invertito e il rispetto per l’altro posto in cima alle priorità, allora le carte deontologiche “non servirebbero neppure”. L’impegno dei media cattolici. Nei giorni del convegno, numerose le testimonianze di giornalisti direttamente impegnati nei giorni del sisma. Per “Avvenire” l’impegno nel raccontare la realtà aquilana, oggi come nei giorni del terremoto, “continua a essere massimo, perché questa città non è ancora ricostruita”, ha affermato Alessia Guerrieri, che nel 2009, da giovane collaboratrice del quotidiano cattolico, si trovò per prima, quel 6 aprile, sui luoghi del sisma. La sua testata, ha ricordato, “ha prodotto quasi 1.700 articoli sul terremoto, raccontando non solo il sisma ma anche i volti, i semi di speranza”. E pure il Sir si è speso senza riserve nei mesi del terremoto, con un inviato fisso per 4 mesi, Michele Luppi, che ora ricorda quel periodo come “un’esperienza umana incredibile e una forte esperienza di fede”. Dall’Abruzzo all’Emilia, analogamente colpita dal sisma nel 2012, la testimonianza è stata di Benedetta Bellocchio, direttrice del settimanale carpigiano “Notizie”, che ha rimarcato il valore della stampa locale nel raccontare gli eventi e come, grazie alle “relazioni” tra i settimanali diocesani, il suo giornale non abbia dovuto interrompere le pubblicazioni neppure una settimana, nonostante il 29 maggio fosse martedì - giorno in cui si chiude il giornale - e la redazione resa inagibile dalle scosse. E ha concluso: “Il terremoto ha distrutto le chiese ma non ha distrutto la Chiesa”. Impaginazione Tania Bugatti, Ferruccio Cocco, Daniela Pedica Ogni copia € 1.20. L'Azione paga la tassa per la restituzione di copie non consegnate. ABBONAMENTO ORDINARIO € 40,00 Editore Fondazione di Culto e Religione “Diakonia Ecclesiale” D.P.R. n. 99 del 2/5/84 Aderente FISC. Associato USPI.Spedizione in abbonamento postale gr. 1 Aut. DCSP 1/1/5681/102/88LG pubb. inf. 45%. Iscritto al Roc 1988 in data 29/08/2001. Europa e Bacino Mediterraneo € 232,00 Africa, Asia e America € 280,00 Oceania € 376,00 Stampa Rotopress International srl via Brecce - Loreto (An) L'Azione 25 APRILE 2015 Amicizia € 60,00 - Sostenitore € 80,00 C.C.P. 17618604 intestato a L'Azione C.C.B. IT 36 U 05035 21110 410570009048 intestato a L'Azione presso Veneto Banca *inviato Sir Ag. Corso della Repubblica Ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. n. 196/2003 informiamo gli abbonati che i dati da loro forniti per la sottoscrizione dell’abbonamento vengono trattati per l’espletamento di obblighi di legge e per finalità amministrative, attraverso l’utilizzo di strumenti e procedure idonee a garantirne la sicurezza e la riservatezza. Il trattamento potrà essere effettuato sia mediante supporti cartacei, sia attraverso l’ausilio di strumenti elettronici. Informiamo altresì gli abbonati, che in relazione ai dati personali da loro forniti, potranno esercitare tutti i diritti previsti all’art. 7 del D. Lgs. n. 196/2003. L’informativa completa è disponibile sul sito www. lazione.com e presso la sede de “L’Azione”. Testata che fruisce di contributi di cui all'art. 3 comma 3 della legge 250 del 7/8/1990. 22/04/15 10.03 L'Azione 25 APRILE 2015 3 >INCHIESTA< Grande Guerra: le iniziative di DANIELE GATTUCCI F abriano e la Prima Grande Guerra: la vicenda che dal 1914 sconvolse il mondo in proporzioni sino ad allora mai conosciute, viene raccontata con immagini, testimonianze, mostre e manifestazioni da una rassegna che ne celebra il centenario. L’amministrazione comunale e le associazioni cittadine si sono fatte carico di ricordare i trascorsi di un conflitto nato nel cuore dell’Europa e che coinvolse le potenze extra europee come Giappone e Stati Uniti, caratterizzato dall’utilizzo di uno spiegamento di forze senza precedenti e l’utilizzo di nuove armi. Sono stati il sindaco Giancarlo Sagramola, l’assessore alla Cultura Barbara Pallucca e la coordinatrice delle Biblioteca Melissa Riccardi, alla presenza dei rappresentanti delle associazione nazionale Alpini, il gruppo Fai di Fabriano e Sassoferrato, l’Archeoclub Fabriano, l’associazione Mutilati e Invalidi di guerra e gli istituti scolastici Liceo Artistico e Itis Morea Vivarelli a presentare il programma delle iniziative. ”Queste celebrazioni”, ha commentato il sindaco Sagramola, “servono per ricordare gli effetti di questo evento a Fabriano e per commemorare coloro che hanno dato la vita. Il ricordo aiuta a crescere in un clima di pace. Le violenze non dovrebbero più accadere. Tutte le celebrazioni”, ha evidenziato, “si svolgeranno presso la Biblioteca Multimediale 'Sassi', luogo culturale per eccellenza di Fabriano. Prossimamente speriamo di poter Il Comune nella ricorrenza del centenario avviare la sistemazione la pulizia di tutte le lapidi commemorative collocate nelle frazioni, così come è stato già fatto in città”. La prima pagina di questa rassegna che è stata intitolata “I Ragazzi del ‘99: la Grande Guerra dall’Isonzo a Fabriano” si è tenuta sabato 18 aprile al Museo della Carta e della Filigrana con l’inaugurazione della mostra omonima, forte di documenti, materiali e cimeli della Grande Guerra, preceduta dall’intervento di Gilberto Piccinini, presidente della deputazione di Storia Patria per le Marche dedicato al cambiamento della storia dell’umanità con la prima Guerra Mondiale. Le mostre in programma saranno aperte al pubblico fino al 6 giugno con info e orari su: www.museodellacarta. com. Si prosegue il 9 maggio alle ore 17.30 presso la Biblioteca "Sassi", sala conferenze Dalmazio Pilati con la presentazione del volume “La Grande Guerra e i cap- pellani militari. lettere dal fronte al vescovo di Fabriano Monsignor Andrea Cassulo” a cura di Mirella Cuppoletti, in collaborazione con gli studenti del Liceo scientifico, classe V B. Il 16 maggio, alle ore 16, sempre nella Biblioteca Multimediale, “Suggestioni e territorio nella Grande Guerra”. Seguirà il Chorus Teen Voice 1915-2015: “Cantando ricordiamo la Grande Guerra”, esibizione in collaborazione con il Gruppo Corale Santa Cecilia e con il Coro Verdi Note. Nella sala conferenze Dalmazio Pilati, Aldo Crialesi si occuperà di “Innovazioni della toponomastica fabrianese dopo la Grande Guerra”, a cura del Centro Studi Don Riganelli, mentre Isabella Marcellini del tema “La poesia di guerra” a cura dell’Archeoclub Il 23 maggio, alle ore 17.30, nel Museo della Carta e della Filigrana, incontro con Don Leopoldo Paloni sul tema “Partiti da Fabriano morirono in terre lon- tane”. A seguire visita guidata alla mostra a cura dell’Archeoclub in collaborazione con l’associazione Nazionale Bersaglieri, sezione di Fabriano. Il 24 maggio alle ore 17 sempre al Museo della Carta e della Filigrana, “Riflessioni architettoniche, artistiche e storiche sul complesso monumentale di San Domenico e sulle chiese di Sant’Agostino, Santa Caterina e Sant’Antonio, con visita guidata a cura del Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con gli studenti degli istituti superiori del distretto scolastico di Fabriano. La manifestazione continua il 30 maggio alle ore 17.30, Biblioteca Multimediale "Sassi", sala conferenze Dalmazio Pilati, con la presentazione del volume “Trame disperse. Esperienze di viaggio, di conoscenza e di combattimento nel mondo della Grande Guerra” a cura di Silvia Pierosara. Il 31 maggio alle ore 10.30, all’Oratorio della Carità, assemblea annuale dell’associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra e incontro dibattito con Terenzio Baldoni, con il Liceo Classico "Stelluti", a cura dell’associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, con l’associazione Bersaglieri e il Liceo Scientifico "Volterra". Il 6 giugno si torna alla Biblioteca Multimediale alle ore 11, presso la sala arti visive con una tavola rotonda su avvenimenti e personaggi fabrianesi della Prima Guerra Mondiale. Interventi di Giancarlo Castagnari, Giuseppe Corneli e Roberto Moschini a cura del Liceo Classico "Stelluti". Sempre nello stesso giorno, 17.30, sala conferenza Pilati, presentazione del volume di Massimo Papini “Il secolo lungo. Le Marche nell’era dei partiti politici (1900-1990)”. Introduzione a cura di Pietro Marcolini, assessore alla Cultura della Regione Marche. Infine tutti i mercoledì dal 22 aprile al 3 giugno, dalle 16 alle 17, visite guidate a cura dei soci dell’Archeoclub al percorso “Partiti da Fabriano morirono in terre lontane”, mentre tutti i giovedì di maggio alle ore 21.15, presso la Biblioteca Multimediale, sala conferenze Pilati, proiezione di film sulla Grande Guerra a cura del Circolo del Cinema di Fabriano. Monumento ai Caduti, il progetto va attuato Quella folla inferocita di massaie L'episodio più drammatico di quel periodo avvenne a Cerreto d'Esi Nelle guerre la partita non si gioca mai solo sui campi di battaglia: fondamentale è anche il ruolo del fronte interno. Anche nella guerra del ’15-’18 i civili furono chiamati ad una mobilitazione ed a fare la loro parte. A Fabriano e negli altri paesi della diocesi sorsero iniziative a riguardo: Ottone Ottoni, Romualdo Sassi e Prudenzia Miliani a Fabriano, don Pietro Marani a Matelica, Nicola Morea ma anche l’avv. Ciarabalà e don Alfredo Cristalli a Cerreto e Aristide Merloni (giovanissimo ma di belle speranze) ad Albacina; si diedero da fare nei vari Comitati di Mobilitazione Civile, negli Uffici d’informazioni prigionieri e nelle Case del Soldato. Erano queste una specie di circolo ricreativo per militari dove quando venivano in licenza potevano ritrovarsi e dove venivano organizzati feste danzanti, “vermut d’onore” e spettacoli teatrali in loro onore. Nate dall’idea di un cappellano militare, don Pietro Minozzi, erano in buona misura gestite da ecclesiastici o da laici cristiani. A Fabriano la Casa del Soldato 03 inchiesta.indd 2 era stata allestita presso i locali di San Venanzo su interessamento di Romualdo Sassi e Prudenza Miliani che chiesero al vescovo Cassullo il permesso di allestire spettacoli con attori di ambo i sessi in deroga alle norme ecclesiastiche vigenti. Ogni Comune doveva fare poi la sua parte in qualche settore logistico. Fabriano ospitò un Ospedale Militare presso l’Istituto Sant’Antonio dove la più giovane infermiera era una certa suor Umberta, conosciuta da generazioni di fabrianesi e che rimarrà fra noi fino agli anni ’80. L’ammasso del grano fu sistemato in chiese come Sant’Agostino. A Matelica presso gli odierni giardini pubblici fu allestito un “parco buoi” dove l’attuale fontana fungeva da abbeveratoio. Campi di lavoro per prigionieri di guerra impegnati soprattutto per la plantumazione di pinete si ebbero a Sassoferrato sul monte Strega, a Genga sul monte del Predicatore e a Campodonico di Fabriano. L’episodio più drammatico avvenne però a Cerreto d’Esi dove un camion di grano che stava per partire alla volta di Fabriano fu assalito da una folla inferocita di massaie locali. Il carro fu fatto oggetto di una violenta sassaiola mentre fu costretto a fermarsi a causa di un albero abbattuto da un ragazzo sedicenne certo Tulli di Poggeto, costretto all’opera dalla folla di dimostranti tutte rigorosamente del gentil sesso. Il fatto ebbe gravi conseguenze: una ventina di queste fu identificata e condannata, mentre una guardia comunale finì all’ospedale. Guai giudiziari ci furono anche per il sindaco Tommaso Lippera ed alcuni suoi collaboratori, processati addirittura dal Tribunale Militare in qualità di mandanti ma assolti con formula piena. Don Leopoldo Paloni Il monumento ai caduti ai giardini pubblici di Fabriano Riguardo la prima Guerra Mondiale, il bombardamento della costa adriatica del 24 maggio 1915 fu l’azione più eclatante effettuata dalla marina imperiale austro-ungarica contro le città marchigiane e le linee di trasporto, in risposta alla dichiarazione di guerra italiana del 23 maggio. Divise in otto gruppi principali, le navi da guerra austriache bombardarono obiettivi militari e civili effettuando un’azione lampo di attacco che colse impreparati gli italiani, i quali non riuscirono ad opporre un’efficace risposta. Il triennio 1915-1918 (ma il massacro iniziò nel '14) si chiuse con un bilancio di perdite di vite umane impressionante: 9 milioni di morti di cui un milione e 800 mila tedeschi, 1 milione e 400 mila francesi, 950 mila inglesi, 600 mila italiani, un milione e 350 mila austro-ungarici, 350 mila serbi, 125 mila americani e due milioni di russi. Fabriano subì molte perdite dagli attacchi e oggi si contraddistingue per la sua “pietra della memoria”. Il monumento ai Caduti dei giardini Regina Margherita, che rappresenta la Vittoria, il Sacrificio e la Madre, fu eretto a futura memoria di 490 fabrianesi morti in difesa della patria, appunto nella prima guerra mondiale. Nella stele che sorregge la Vittoria è rappresentato in bassorilievo Mastro Marino (un fabbro che batte sull’incudine, vicino ad una forgia), lo stemma di Fabriano. Il monumento è opera dello scultore carrarese Arturo Dazzi. L’epigrafe iniziale, scritta dal professor Romualdo Sassi, è: “MCMXV MCMXVIII. Ai 490 suoi figli dalla cui morte ebbe vita e grandezza l’Italia. Fabriano con orgoglio materno consacra”. Si tratta, in sintesi, di un monumento ai militi ignoti che non può di certo tramandare la memoria di gente purtroppo senza nome. Il progetto in divenire prevede la realizzazione di dodici colonne in travertino nei lati delle quali dovrebbero essere incisi i nomi dei caduti in ordine alfabetico: nelle colonne a sinistra i caduti militari e civili della prima guerra mondiale e nelle colonne di destra quelli del secondo conflitto mondiale. Altre lapidi o monumenti inerenti alla prima Guerra Mondiale si trovano in varie frazioni del fabrianese come Cupo, Collamato, Paterno, Melano, Bastia ecc. Alessandro Moscè 22/04/15 10.04 4 L'Azione 25 APRILE 2015 Auguri alla mamma e alla piccola! Tanti auguri Benedetta per i tuoi 2 anni e alla tua mamma Mariangela per il suo compleanno, dai tuoi nonni Assuntina e Roberto e da tutta la famiglia. Aprilina ha 50 anni insieme compiuto 90 anni Lunedì 20 aprile Dora Apriletti "Aprilina" ha compiuto 90 anni. Tanti carissimi auguri ad una zia speciale dai nipoti Giancarlo, Ginesio, Angelo, Delfino e Rosaura, dai pronipoti e dai parenti tutti. Il tuo 5 X Mille per aiutarli Auguri infiniti da tutti i parenti ed amici a Fiore e Bruna Antonelli che il 25 aprile festeggiano i loro 50 anni di matrimonio. 60 anni di matrimonio Associazione Animalisti Onlus Sede di Fabriano codice fiscale 90017920423 Dacci la possibilità di salvare tante piccole vite indifese! Grazie se nel tuo cuore c’è spazio anche per loro! Soak dance trionfa ad Ostia Tutto inizia così... Si spengono le luci, si accendono i riflettori, il palco assume un aspetto diverso e... un brivido sale. Poi una voce irrompe tra mille e riporta tutti con i piedi a terra. Arriva lei... la protagonista: la danza! Tutto si riempie di tinte meravigliose e di emozioni speciali che hanno la forza di trasportarti un po’ più in su. La musica riempie ogni spazio, la senti nella pancia ma ancor più nel cuore e lì arriva dritta e lo colpisce con tutta la forza. Rompe il fiato e negli sguardi vicini comprendi quanta gioia avvolge tutto. C'é tanto amore in ogni passo, in ogni gesto e l'impegno chiede di essere ripagato anche solo con un caldo applauso. Salgono in tanti su quel palco così bello perchè vivo, vivo di tanta passione e tu sei lì da spettatore che osservi tutti quelli che vogliono provare anche solo un attimo il sapore del successo. Se li guardi attentamente negli occhi, tutto ti è più chiaro. Non tutti alla fine avranno modo di gioire ma la danza non è un’arte per avere successo, ma un dono per dare agli altri un’emozione. Voi ci siete riusciti meglio di chiunque altro ed i risultati ottenuti meritano un elogio. Meritano un grazie speciale a chi giornalmente si sveglia con la voglia di trasformare ogni piccolo desiderio, in realtà. La danza riesce a trasformare le parole in movimento e voi, sabato 11 aprile e domenica 12 aprile, ci avete raccontato una storia bellissima! - Categoria gruppi extralarge 1° classificato: "Soak Crew": Daniela Cipollone, Chimene Mahuku, Peter Valentin, Marvin Velasquez, Giulia Gatti, Laura Conti, Bettola Mulberry, Miria Mimmy Marinozzi, Niccolò Salvioni, Andreas Muller, Andrea Cataldo, Stefania Chiarcos, Erika Argalia - Categoria singoli Senior 3° classificata: Miria Mimmy Marinozzi - Categoria singoli Baby 3° classificata: Chiara Stazi - Contratto di lavoro e borsa di studio ad Andreas Muller. A tutti... i nostri più affettuosi...complimenti! Cari nonni Antonio e Ada il 24 aprile sono ben 60 anni di matrimonio per voi. Noi Sara e Sofia vi auguriamo ancora tanti anni di felicità. Condivisione e formazione al Caffè Alzheimer Lunedì 27 aprile alle ore 17 secondo incontro del Caffè Alzheimer presso la struttura polifunzionale per anziani Asp "Vittorio Emanuele II" di Fabriano. Saranno due ore interamente dedicate alla condivisione, allo scambio di esperienze e alla formazione, per concludere poi con un sereno momento di convivialità. Per l'occasione sarà aperto il parcheggio dell'auditorium di Santa Caterina. In caso di buone condizioni climatiche si potrà passeggiare con i propri cari nella splendida terrazza, da dove è possibile ammirare Castelvecchio e la veduta panoramica del centro storico della città. Elisabetta Monti Silvia e Mauro 04 mercatino.indd 2 22/04/15 10.06 5 L'Azione 25 APRILE 2015 >CRONACA Uno dei cantieri della Quadrilatero Il progetto Quadrilatero che prevede il raddoppio della direttrice Ancona-Perugia impiega 132 persone nei cantieri La Ss76 pronta nel 2017 Mentre per la Ss318 si prevede la fine dei lavori a dicembre 2015 di ALESSANDRO MOSCÈ S i è svolto la settimana scorsa presso il campo base di Cancelli, nei cantieri della Perugia-Ancona, l’incontro tra il Governatore della Regione Marche Gian Mario Spacca, il Commissario Straordinario di Dirpa e Impresa Daniela Saitta, il Presidente e l’Amministratore delegato della Quadrilatero, rispettivamente Guido Perosino ed Eutimio Mucilli, con l’obiettivo di illustrare lo stato dell’amministrazione straordinaria e la ripresa dei lavori sulla direttrice umbro-marchigiana. Nell’occasione è stato ricordato che lo scorso dicembre si è proceduto all’accettazione dell’offerta vincolante di Astaldi per l’acquisto del complesso industriale del contraente generale Dirpa e del sub complesso industriale Quadrilatero. Per quanto riguarda i tempi di completamento di tutte le opere, Daniela Saitta ha confermato il crono-programma presentato lo scorso giugno che prevede i seguenti termini di ultimazione dei lavori: luglio 2017 per la Ss76 e dicembre 2015 per la Ss318. La ripresa dei lavori sul tratto Ancona-Perugia è il frutto della costante azione di monitoraggio e di pressing esercitata in maniera congiunta dalle istituzioni locali. I lavori di competenza della Quadrilatero per il potenziamento della direttrice Perugia-Ancona (30 chilometri complessivi) riguardano la Ss76 nei tratti Fossato di Vico-Cancelli e Albacina-Serra San Quirico nelle Marche, mentre per la Ss318 la parte Pianello-Valfabbrica (territorio umbro). Nell’ambito del progetto Quadrilatero è inoltre previsto l’ammodernamento della strada regionale Pedemontana nei tratti Fabriano-Matelica e MatelicaCamerino-Muccia/Sfercia. Il raddoppio della Ss76 è e resta un’opera strategica per la crescita delle Marche. Cantieri aperti, dunque, per un ponte indispensabile che favorisca il collegamento tra regioni, mari e corridoi europei. Grazie ad una positiva collaborazione tra istituzioni e vertici della società si stanno superando le ultime criticità prima di procedere alla realizzazione del tratto viario. Un impegno per far sì che si chiuda la fase di incertezze derivante dalle criticità finanziarie del contraente generale e dell’impresa affidataria dei lavori. Dal punto di vista strategico-logistico il progetto infrastrutturale si inserisce nel sistema delle principali dorsali del Paese, consentendo di ridurre il deficit che riguarda le regioni Marche e Umbria, creando un efficiente collegamento con le altre regioni circostanti e verso l’Europa. In particolare l’impatto potenzialmente più importante è relativo agli scambi commerciali e all’attività economica, ora come ora non più rimandabili. Il Progetto Quadrilatero permetterà infatti l’ampliamento del mercato consentendo un’intensificazione degli scambi tra imprese, ma anche la nascita di nuove realtà produttive, nonché una più forte integrazione tra le diverse economie che porteranno ad uno sviluppo del mercato del lavoro. L’impatto urbanistico è relativo al decongestionamento del traffico, alla significativa riduzione del tasso di incidentalità, al miglioramento della qualità della vita che ne consegue, ma anche alla possibilità per i vari comuni interessati dall’opera, di rilanciare l’immagine urbana e le relative funzioni commerciali e turistiche agevolate da una migliorata accessibilità sia sul breve che sul lungo raggio. Siamo di fronte alla possibilità di una più agevole fruizione di funzioni culturali, sanitarie, commerciali, di svago ecc. C’è da sperare che stavolta non si subiscano ulteriori ritardi rispetto alla tabella di marcia. Intanto, riaperti i cantieri, gli operai sono tornati a lavorare in un quadro di rinnovata affidabilità. Una boccata d’ossigeno sia per le tute blu che per i professionisti del posto. Si torna a parlare di occupazione diretta e indiretta nella nostra zona con l’impiego di ben 132 persone. Combattere la mania del gioco con l'Informabus Fabriano, Sassoferrato e l’Ambito Territoriale X si schierano contro il gioco d’azzardo, lanciando una serie di iniziative ideate per combattere un fenomeno di preoccupante attualità. Un flagello vero e proprio, che tocca generazioni diverse e che mette in crisi giovani ed anziani alle prese molto spesso con situazioni già critiche ancor prima della dipendenza dal gioco. Nella giornata di sabato il camper con il materiale informativo ha stazionato in piazza a Fabriano (foto), cercando un dialogo con i fabrianesi che si avvicinavano incuriositi al mezzo colorato. Gli operatori hanno raccontato di un problema molto radicato nelle Marche, ma al tempo stesso anche molta ritrosia nell'affrontare nella propria città la patologia. “In pochissimi salgano sul camper per affrontare il problema – ha raccontato una operatrice - preferiscono il contatto tramite la rete per iniziare a far fronte alla dipendenza. Molto spesso non sono neanche loro a fare il primo passo ma i parenti, perché il malato è ancora 05 fabriano.indd 2 totalmente preso dalla sua dipendenza”. Un dramma che colpisce principalmente le fasce più deboli della società, ma che non risparmia anche quello che è stato definito “ceto medio”. Ma chi gioca in maniera patologica? Giocano gli adulti, donne e uomini, nei casinò, nelle sale slot e nelle bische clandestine, giungendo ad accumulare ingenti debiti verso banche e finanziarie. Si gioca nella terza età soprattutto alle lotterie istantanee (lotto, superenalotto, gratta e vinci), dove viene bruciato in pochi giorni l’intero importo della pensione. Sempre più spesso anche i giovani e gli adolescenti sono travolti dal problema, iniziando magari con scommesse sportive o tornei di poker. Un problema complesso quindi, di cui è necessario comprenderne a fondo le dinamiche. Per tutte le informazioni è possibile fare riferimento al sito http://www.luderenonlaedere.it. taccuino FABRIANO FARMACIE Sabato 25 e domenica 26 aprile CEROTTI Piazza Miliani 4A Tel. 0732 21918 DISTRIBUTORI Domenica 26 aprile Self-service aperto in tutti i distributori EDICOLE Domenica 26 aprile Edicolè Corso della Repubblica Edicolandia Via La Spina Morelli Simone Via XIII Luglio L'Edicolante Via Profili Belardinelli Via Martiri della Libertà News snc Stazione ferroviaria Sinopoli Simona Via Corsi Silvestrini Via Benedetto Croce CROCE ROSSA P.zza Altini tel. 0732 21948 orario continuato CROCE AZZURRA Via Brodolini, 22 tel. 0732 629444 GUARDIA MEDICA Rivolgersi al tel. 0732 22860 GUARDIA MEDICA veterinaria Rivolgersi al tel. 0732 7071 BIGLIETTERIA FERROVIARIA dal lunedì al sabato dalle ore 6.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 19.30 domenica dalle ore 13.30 alle 19.30 Tel. 0732.5345 Agenzia Viaggi del Gentile Atrio stazione FS dal lun. al ven. ore 8.30-12.30 e 16.30-19.30 sabato 8.30-12.30, domenica e festivi chiuso tel. 0732.5345 - 0732.5066 - fax 0732.233063 www.viaggidelgentile.it Agenzia viaggi Santini via Buozzi 24 lun/ven 9-12.45 e 15-19, sab. 9.30/12.30 e 17.30/19 tel. 0732 23161 www.santiniviaggi.it Agenzia Janus viaggi Piazza del Comune 5 (tel. 0732 22522) Saverio Spadavecchia 22/04/15 10.08 6 >FABRIANO< L'Azione 25 APRILE 2015 E' scoppiata la sushimania! di ROBERTA STAZI A i fabrianesi piace strano! La passione e l’attrazione per le cucine etniche crescono, insieme alla curiosità di assaggiare sapori diversi da quelli tradizionali. Soprattutto dai 30 anni in su, la ricerca di ristoranti giapponesi, argentini, messicani, tailandesi sta prendendo campo e siccome la nostra città non offre una grande varietà e possibilità, si fanno chilometri per una cena all’insegna della novità. In particolare negli ultimi anni è cresciuta la curiosità verso la cucina nipponica, con il sushi e le sue varianti: sarà anche per questo che i due corsi organizzati dalla Fabrica del Gusto con la chef giapponese Megumi hanno riscosso entrambi un grandissimo successo! Chi ha partecipato, ha potuto apprendere le nozioni base della preparazione culinaria e degustare tutti insieme alla fine i piatti realizzati. Siamo così andati a chiedere a Chef Megumi e ai corsisti stessi, cosa c’è dietro l’interesse verso questa cucina. La Chef, quindici anni di esperienza e attualmente all’Hotel Excelsior di Marina di Massa che ha un Sushi Bar interno, ha appreso l’arte della cucina in Giappone, dove è nata ed ha vissuto prima di arrivare in Italia. Ha cominciato con la gavetta della lavapiatti, perché in Giappone, ci racconta: “Si comincia lavando i piatti e piano piano, poco alla volta, lo chef ti fa apprendere qualcosa”. L’arte della pazienza è insomma allenata da subito. Ed è subito la calma, insieme alla precisione e alla delicatezza dei movimenti, che cadono all’occhio osservando chef Megumi in cucina. Come mai, le chiediamo, questa attrazione degli italiani verso il sushi? “Non è facile rispondere, ma pensando ai miei bambini che vivono con me in Italia trovo la risposta: le mense scolastiche italiane propongono ciclicamente lo stesso menù e più o meno le stesse cose. In Giappone, invece, le mense propongono Due corsi organizzati in città con gran successo, guidati da una chef giapponese una cucina internazionale, facendo scoprire sapori di tutto il mondo. Per cui questa abitudine ai soliti, seppur buonissimi, cibi, porta poi alla ricerca della novità”. In questa ricerca della novità, ci si imbatte qualche volta anche in “fregature”: dei tantissimi ristoranti ‘giapponesi’ presenti in Italia, solo poco più del 5% può davvero definirsi tale. Per lo più si tratta di ex ristoranti cinesi o coreani, riconvertiti. Di conseguenza, anche i prodotti utilizzati non sono giapponesi. “Il rischio qualità c’è ed è alto – ci conferma chef Megumi – e quando vediamo un prezzo troppo basso, dovremmo porci delle domande. Quando ho iniziato a lavorare in Italia, non era facile trovare le materie prime. Ora è più semplice, ma come in ogni cucina ci vogliono serietà e professionalità dei ristoratori, e non basta un nome orientale per far bene sushi: il sushi ha una preparazione precisa, anche la pressione delle mani è fondamentale e sono cose che richiedono calma e pazienza, nell’apprendere e nel cucinare”. “Imparare il sushi – sottolinea Megumi – è come imparare una lingua. Il sushi ha bisogno di tempo, precisione, osservazione delle regole e rispetto delle materie prime”. Questo rispetto delle materie prime e dei prodotti freschi accomuna la cucina italiana con quella giapponese, e comunque, andando in giro per l’Italia, chef famosi stanno sperimentando l’unione delle due cucine introducendo varianti degne dii nota. Ma perché il sushi piace e cosa ci attira di più a volerlo imparare a cucinare e assaggiare? “Sicuramente la voglia del diverso – ci racconta Barbara, una delle corsiste della Fabrica del Gusto con chef Megumi - . Non che la cucina italiana mi abbia stancato, ma la voglia di evadere a livello culinario io l'ho sempre avuta e la soddisfacevo nei viaggi, perché ritengo che un Paese si conosca anche attraverso la sua cucina. Non sono mai stata in Giappone, ma Chef Megumi ha tutta la grazia che si addice a una giapponese: era splendida quando sventolava il riso nella ciotola di legno di cipresso col ventaglio, ed è stato bello provare a rifare i piatti, il mio diciamo che non è venuto il massimo della bellezza.. ma era comunque ottimo perché gli ingredienti erano di prima qualità e questo rende sempre un piatto di successo!”. “Anche io – ci racconta Emanuela - ho partecipato al corso di sushi perché amo la cucina etnica in generale: al di là del fatto che mi piace cucinare e mangiare, sono profondamente convinta che tra la cultura di un paese e il cibo ci sia un legame fortissimo. Conoscere la cucina di un paese diverso significa quindi approfondire un aspetto importante della sua cultura. Questa attenzione penso derivi dal fatto che sono profondamente fiera delle mie radici e quindi trovo naturale rispettare anche quelle di paesi lontani. Con il Giappone e l'Oriente in generale poi, ho un legame particolare: i ragazzi della mia generazione sono cresciuti a pane e cartoni animati giapponesi! In Giappone ho fatto il mio viaggio di nozze e trovo la cucina Giapponese molto sana, oltre che estremamente interessante”. Francesca, un’altra corsista, anche lei curiosa e “viaggiatrice nel dna”, racconta della sua passione: “Non avendo purtroppo ancora avuto la possibilità di andare in Giappone, frequento volentieri i ristoranti giapponesi per sentirmi nel paese del sol levante e perché amo i sapori intensi del pesce crudo, del wasabi e della salsa di soia. Adoro inoltre il raffinato senso estetico dei piatti, della mise e place e degli ambienti nipponici!”. Il sushi ha affascinato anche i vegani come Silvia e Andrea: “Vorrei rielaborarlo – racconta Andrea – in stile vegano, usando verdure e frutta”. “Io adoro il sushi senza pesce: è fresco, leggero, mi piace il rituale di come si mangia: una portata alla volta, a terra, con le bacchette… non si spezza, si bagna nella soia o wasabi solo su un lato, poi si mangia la radice di zenzero e si pasteggia con sake o tisana”. Le parole di Silvia, unite a quelle degli altri ragazzi, ci fanno capire che per chi non l’ha mai mangiato, la ricerca di una ristorante di sushi rappresenta sicuramente una ricerca di novità. Per chi lo ha assaggiato, invece, rappresenta la ricerca di un modo diverso di mangiare che nel rituale del pasto evoca il rituale della preparazione: la calma e il gusto di assaggiare, condividere, esaltare il cibo e i sapori. Non un pasto veloce, ma un pasto gustato e vissuto, in un viaggio di valori che rivivono in cucina e che ci fanno vivere un’esperienza di gusto e di vita! Si mangia con le mani • In Giappone la parola sushi significa letteralmente "acido" e si riferisce ad una vasta gamma di cibi preparati con riso. Al di fuori del Giappone viene spesso inteso come pesce crudo, o come riferimento ad un ristretto genere di cibi giapponesi, come il maki o anche il nigiri e il sashimi (che in Giappone non è considerato sushi perché composto di solo pesce fresco). • Cuochi. A parte qualche rara eccezione, i ristoranti e sushi bar italiani non hanno cuochi giapponesi. Sono per lo più cinesi, che non hanno nella loro cultura la cucina a crudo. La cucina giapponese prevede prodotti selezionatissimi, molto freschi e inevitabilmente costosi. I veri cuochi giapponesi, inoltre, seguono un percorso molto lungo prima di poter preparare il sushi: in media sette anni. Durante i primi due anni, un apprendista può soltanto osservare il proprio Shokunin e svolgere mansioni di lavapiatti o pulizia di pavimenti. In seguito imparerà la tecnica di cottura del riso (molto importante e difficile) e solo dopo quattro anni potrà apprendere l’arte del taglio del pesce e della composizione del sushi. In questo stesso periodo imparerà anche ad acquistare il pesce al mercato, cosa che richiede molta esperienza. • Varianti. Le varianti originali del sushi sono circa una decina tra cui il Makizushi (sushi arrotolato), una polpettina di riso avvolta nel nori, un’alga commestibile, o il Oshizushi (sushi pressato), in cui a riso e condimenti viene data la forma di un blocco rettangolare poi tagliato a pezzi, o il Nigirizushi, una polpetta di riso ricoperta da un condimento, solitamente pesce, che viene spesso mangiata accompagnata dal wasabi, la pasta verde molto piccante. Niente a che vedere con le varianti moderne e non considerate ufficialmente sushi, come il California Roll: in Giappone questa preparazione non esiste. • 06 fabriano.indd 2 Riso. In Giappone ci sono centinaia di varietà di riso. Tra i più pregiati, il Koshihikari, è ormai coltivato anche nel vercellese. La varietà più usata è la Japonica che ha una consistenza diversa da quelle normalmente mangiate al di fuori del Giappone. Da non utilizzare il “riso da sushi” venduto in occidente e nemmeno il basmati, poiché il sushi richiede riso bianco, non aromatico, ma dolce e a grano corto. Piuttosto è preferibile optare per una varietà italiana. • Wasabi. Quello che troviamo sulle tavole occidentali è spesso un falso. Quello originale, l’hon wasabi, è prodotto con una rara pianta, la Wasabia Japonica. La radice viene grattugiata al momento e il gusto è più profumato e meno bruciante. Attenzione: il wasabi non va sciolto nella salsa di soia, sarebbe davvero cattiva educazione, ma spalmato direttamente sul pesce. •Salsa di soia. Quella tradizionale è fatta con semi di soia, sale e acqua, fer- mentati per mesi. Può accompagnare il sushi, ma anche no. Solo fate attenzione a non immergere il boccone dalla parte del riso, che ne soffocherebbe il gusto e voi vi trovereste a dover pescare una poltiglia con le bacchette. Ricordate: sempre dalla parte del pesce. • Zuppa di miso. Anche questa non è un aperitivo. Ma si consuma dopo il piatto principale o a fine pasto. Il miso è considerato uno dei segreti della longevità nella tradizione giapponese, è una pasta fatta con semi di soia gialla giapponese (o con altri cereali), dalla consistenza simile a quella del nostro purè, con forte potere digestivo e alcalinizzante. • Il sushi, tradizionalmente, va mangiato con le mani. E così si fa ancora nei ristoranti in Giappone, anche nei più esclusivi… quindi anche se con le bacchette non siete un fenomeno non preoccupatevi! 22/04/15 10.09 L'Azione 25 APRILE 2015 >SPECIALE SCUOLA< 7 Le discipline dei linguaggi nei curricula scolastici di EMILIO PROCACCINI N ei giorni in cui il disegno di legge cosiddetto de “La Buona Scuola” sta compiendo il proprio iter parlamentare e volendo sospendere, in questa sede, il giudizio sulla molteplicità degli aspetti problematici da più parti legittimamente evidenziati e sottoposti comunque alla necessaria azione legislativa, può risultare interessante dar credito ad alcuni aspetti prospettati su cui, da tempo, c'è stata una maggior convergenza degli addetti ai lavori e dell'opinione pubblica. Ci riferisce alla volontà di recupero di ambiti disciplinari come quelli dell'Educazione Musicale, dell'Educazione Artistica e dell'Educazione Fisica, rispetto ai quali si sono anche concretizzate limitate ma incoraggianti azioni normative. Tali osservazioni riguardano principalmente il primo ciclo di istruzione anche se, come forse è già noto, una potenziale misura di riequilibrio disciplinare, rispetto alle sciagurate passate stagioni di tagli, si è avuta con il protocollo siglato fra i Ministeri dell'Istruzione e dei Beni Artistici e Culturali, attraverso il quale si vuole «promuovere l’avvicinamento e la conoscenza dell’arte contemporanea, incoraggiandone lo sviluppo e l’educazione artistica», per mezzo di specifiche e contestualizzate azioni didatticoorganizzative. Si auspica, naturalmente e nell'ambito di ovvi aggiustamenti ordinamentali e finanziari, che tale iniziativa sia il preludio al reinserimento della storia dell'arte nelle scuole secondarie di II° grado. Per quanto riguarda, invece, il mondo degli istituti comprensivi, il repertorio delle opzioni di insegnamento è già proposto dalle Indicazioni Nazionali del 2013 che offrono una pluralità di percorsi, per lo specifico apprendimento da parte degli alunni, attraverso la redazione dei curricoli di istituto. Ponendo uno sguardo ravvicinato sui campi di esperienza e sugli ambiti discipli- ma, nonché senatrice Valentina Vezzali ed altri. L'iter legislativo - il cui obiettivo era quello, attraverso deleghe a successivi atti normativi, di inserire obbligatoriamente l'educazione motoria e sportiva nella scuola primaria - non ha portato, viste le prospettive di spesa, all'inserimento in organico di nuovi docenti specialisti; esso si è solamente collocato fra una serie di protocolli fra il Ministero dell'Istruzione ed il Coni (contribuen- nari della Musica e dell'Educazione Fisica, ci si accorge di come l'elaborazione culturale di coloro che sono stati chiamati a redigere il documento ministeriale abbia indicato dei traguardi per lo sviluppo di competenze e degli obiettivi di apprendimento assolutamente significativi e rilevanti dal punto di vista pedagogico. Il principale motivo ostativo alla piena realizzazione di tali finalità, per quanto riguarda la scuola dell'infanzia e la scuola primaria, è l'assenza strutturale di personale docente specializzato che affianchi l'azione didattico- educativa degli insegnanti di posto comune. È evidente come l'impianto formativo della scuola di base sia funzionale alla costruzione di persone e cittadini con una prospettiva orientativa di lungo termine, senza accelerazioni specialistiche che andranno cercate ed attuate altrove. Ma la peculiarità tecnica di attività come quelle musicali e ginnico-sportive costituisce un dato complesso dal quale la funzione docente non può prescindere. Fra i tanti annunci di questi ultimi tempi – fatti convergere, come si diceva, nel Ddl “La buona scuola” - l'introduzione nella scuola primaria di specialisti di Musica ed Educazione Fisica è stata posta come priorità ineludibile, a fronte di recenti tentativi arenatisi nelle sabbie parlamentari: è il caso della proposta di legge n.793, del 17 aprile 2013, a firma della campionessa di scher- do comunque a mantenerli) che ha consentito solo in alcune scuole primarie l'affiancamento di laureati in scienze delle attività motorie e sportive ai docenti di posto comune. Lo iato fra le potenzialità formative dichiarate in sede legiferativa e la capacità reale di erogare un servizio è ancor più evidente nel campo dell'educazione musicale. In questo caso - al di là di generici auspici, appelli, abbozzi amministrativi e della consolidata esperienza nella scuola secondaria di I° grado - non ci sono proprio stati interventi di sostegno come per l'Educazione Fisica. Tutte le iniziative laboratoriali per le scuole dell'infanzia e primaria, magari anche importanti e continuative, sono state assunte dalle singole istituzioni scolastiche sfruttando o le dotazioni organiche derivanti da corsi ad indirizzo musicale di scuola ex-media, o risorse aggiuntive individuate nei bilanci di istituto o attinte alle tasche delle famiglie: troppo poco, evidentemente, per supportare i retorici riferimenti all'Italia come paese musicale e, soprattutto, per rispondere alle Indicazioni Nazionali, non più programmi ministeriali da applicare pedissequamente ma comunque documenti normativi dotati di prescrittività curricolare. La pur articolata e meritoria professionalità dei docenti di posto comune non può essere, a meno di titoli specifici posseduti, costitutivamente idonea a sostenere la tecnicalità epistemologica di discipline afferenti a due delle intelligenze classificate da Howard Gardner nella sua Multiple Intelligences Theory (Mit): quella corporeo-cinestesica e quella musicale. Tutte le scuole sono ormai dotate di curricula verticali per ogni materia, con un percorso che va dalla scuola dell'infanzia a quella secondaria di I° grado. I casi di Educazione Fisica e Musica risultano al riguardo effettivamente penalizzati: è solo auspicabile che un'azione legislativa coerente con le anticipazioni massivamente presentate ponga rimedio – con l'assegnazione di docenti specialisti - ad uno scollamento che impedisce di fatto un'organica azione curricolare richiesta dalle attività musicali e ginnico-sportive per il loro ruolo educativo e formativo, da sempre incardinato nella cultura classica ed europea e validato dalle più recenti acquisizioni neuroscientifiche. Come rispondere alle esigenze di classi sempre più diversificate Al giorno d’oggi le classi nelle scuole italiane assomigliano sempre più a luoghi caleidoscopici con alunni di differente origine linguistica e con alle spalle retroterra sociali e culturali assai variegati, ma anche bambini e bambine, ragazzi e ragazze con deficit cognitivi, disturbi specifici di apprendimento o disturbi evolutivi. Al fine di garantire l’inclusione scolastica, la Scuola utilizza specifici strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali (Bes). Quella dei Bes è, tuttavia, una questione complessa, di stretta attualità e al centro di riflessioni nel mondo scolastico. Nel corso di un incontro che si è tenuto mercoledì scorso (15 aprile) al quale ha preso parte una folta platea di docenti del territorio delle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado, si è parlato proprio di tutto questo, è stata illustrata la normativa, si è cercato di fare chiarezza, raccogliendo dubbi, ragionamenti e spunti di riflessione concreti da parte degli addetti ai lavori. L’iniziativa, gratuita, è stata promossa dal Centro Ambulatoriale Santo Stefano di Fabriano. L’incontro è stato tenuto da tre psicologhe, Viviana Lionetti, Giorgia Orazietti e Francesca Spacca e, nello specifico, si è parlato della direttiva sui Bisogni Educativi Speciali, è stata specificata la casistica degli alunni con Bes, illustrata la “scala per la rilevazione delle problematiche Bes” e le attività pratico-applicative da avviare e sono stati discussi casi specifici proposti dai partecipanti. 07 fabriano.indd 2 22/04/15 10.13 8 >FABRIANO< L'Azione 25 APRILE 2015 Oltre 1000 persone accolte I numeri del 2014 nella casa "dei poveri", dove la S.Vincenzo opera di GIGLIOLA MARINELLI U n’emergenza sociale quella della povertà che occupa purtroppo un posto di rilievo nella cronaca di tutti i giorni. Abbiamo incontrato il presidente della San Vincenzo de’ Paoli Francesco Mearelli e la signora Giuliana Chiari, economa della Casa di Accoglienza “San Benedetto” di Fabriano sita in via Mamiani, 40, per cercare di comprendere a che punto siamo con gli interventi in merito alla situazione povertà. Presidente, come nasce la Casa di Accoglienza e con quale obiettivo? La casa di Accoglienza di Fabriano, fortemente voluta da Nello Tiberi ed in attività dal 1995, fornisce ospitalità a viandanti e persone senza dimora fissa fornendo vitto e alloggio per la durata di tre giorni. La struttura ha una capienza di dieci posti letto per uomini e due per donne. E’ possibile recarsi alla Casa di Accoglienza anche solo per consumare i pasti, pranzo e cena, anche per residenti nel territorio che versano in situazioni di difficoltà economiche su richiesta dei servizi sociali, delle parrocchie o dei singoli cittadini. Viene fornita ai richiedenti una tessera per dodici o venti pasti, questi ultimi preparati da volontari che a rotazione, una volta la settimana, dedicano il loro tempo a questa importantissima opera umanitaria. Signora Giuliana, si trovano facilmente volontari nel nostro territorio? Sarebbe necessario aumentare il numero di volontari che allo stato attuale compiono un lavoro enorme, ma in questi tempi purtroppo diventa sempre più difficile trovare persone disposte a sacrificare il proprio tempo libero in opere di volontariato. Basterebbero altre due o tre persone per rendere i turni molto più leggeri ed agevoli, pertanto lanciamo un appello a persone di buona volontà disposte a trascorrere due ore a settimana per la preparazione dei pasti nella struttura. Sarebbe importante che anche i giovani si avvicinassero a questo mondo. Chi si rivolge prevalentemente alla Casa di Accoglienza? Nella maggior parte dei casi sono uomini o donne che hanno perso il lavoro, che non hanno più familiari, orfani, persone anziane che non riescono più a mangiare un pasto ogni giorno o che si appoggiano da noi su richiesta dei servizi sociali anche per pernottamenti sicuri. A Fabriano stanno aumentando fortemente le richieste di aiuto, abbiamo un nostro punto di ascolto presso la Caritas per cercare di agevolare ed informare in ogni modo queste persone. Presidente, la San Vincenzo de’ Paoli da sempre ha provveduto al reclutamento di beni di prima necessità soprattutto per le provviste alimentari? Fino al 2013 la San Vincenzo de’ Paoli con il Banco Alimenta- re distribuiva alle famiglie indigenti dai cinquanta ai sessanta quintali annui di provviste. Nel 2014 non è avvenuto il rinnovo della convenzione europea e quindi non sono partiti gli ordini Agea. Pensate, sono arrivati solo quindici-venti quintali di scorte per soddisfare una richiesta di 1.500 persone, circa 500 famiglie. Sembra però che per il 2015 questi ordini Agea possano riprendere, almeno per 15-20 prodotti di prima necessità. Riguardo il social market, come funziona il tesseramento? Per usufruire del social market bisogna iscriversi attraverso i servizi sociali o direttamente al suo interno. Viene rilasciata una tessera al prezzo simbolico di euro 2.50 mensili. Gli iscritti possono effettuare la spesa, sempre in base alla disponibilità giornaliera dei prodotti. Signora Giuliana, come si finanzia la Casa di Accoglienza? Il principale finanziatore è la Curia, grazie all’otto per mille detratto con la denuncia dei redditi. Altri finanziatori sono la San Vincenzo de’ Paoli come opere speciali, il Collegio Gentile, le parrocchie e sempre molto generosa nel nostro territorio è stata la famiglia Merloni, con particolare ricordo alla signora Ester, indimenticata nostra benefattrice. Parliamo di dati e bilanci della casa di Accoglienza: qual è la situazione di Fabriano? Il bilancio 2014 ha visto una voce in uscita per un totale di 38.700 euro. Abbiamo fornito 3.605 pasti per 2.233 cittadini italiani, 101 comunitari e 1.271 extra-comunitari. Riguardo i pernottamenti abbiamo accolto 1.005 persone: 548 italiani, 38 comunitari, 419 extra-comunitari. Sono dati importanti che purtroppo prevediamo in forte aumento. Ci aggiorneremo più avanti quando saranno finiti gli ammortizzatori sociali, per questo chiediamo un interessamento sin da subito delle istituzioni ma anche dei comuni cittadini residenti. Summit in Regione Consulta dei volontari sul web per le case popolari Nei giorni scorsi un nuovo incontro tra gli inquilini delle case popolari di via Urbani, vertici Erap e l’assessore regionale con delega all’Edilizia pubblica Antonio Canzian per cercare di risolvere le problematiche legate ai circa 30 appartamenti in zona borgo. Un incontro al quale ha preso parte anche una piccola delegazione del comitato cittadino Sveglia Fabrianesi, che ha accompagnato i residenti in Regione per fare nuovamente il punto della situazione sulle criticità del gruppo di case popolari fabrianesi. Al momento sono circa 110 le persone coinvolte da una problematica che più di una volta è stata sollevata dai residenti (supportati anche dallo sportello casa del Laboratorio Sociale Fabbri che tra le altre forme di protesta manifestò con i residenti durante un consiglio comunale dello scorso febbraio): muffa all’interno delle abitazioni causate di infiltrazioni di acqua, problemi con l’impianto fognario, disagi con il riscaldamento a pavimento e quello centralizzato con criticità per quanto riguarda la distribuzione dell’acqua calda, senza considerare le problematiche legate al canone di affitto considerato dagli inquilini troppo elevato che però non è entrato nel vivo della discussione. Un problema molto sentito dalle famiglie dei residenti, che in più di una occasione hanno chiesto quantomeno una rimodulazione per meglio affrontare le urgenze della quotidianità. Lo scorso martedì in Regione i residenti hanno segnalato queste problematiche, come per esempio il riflusso delle acque nere all’interno dei bagni e nelle vasche da bagno ed i “capricci” delle caldaie che sembrerebbero rendere difficile l’utilizzo dell’acqua calda in tutto lo stabile. Per far fronte a tutta questa serie di criticità sono stati stanziati 130.000 euro per porre rimedio a parte dei problemi illustrati dagli inquilini lavori che al momento stanno toccando i terrazzi esterni (posti sopra i garage delle case) con un lavoro di impermeabilizzazione con una guaina che prima degli interventi posti in essere era assente. E’ stata inoltre promessa dagli stessi vertici Erap ulteriore attenzione sulla questioni delle fogne (dove già un intervento è stato posto in essere da parte dall’ente), del riscaldamento centralizzato e di tutte le eventuali problematiche collegate allo stabile dell’ente marchigiano. Una volontà ribadita anche dall’assessore Antonio Canzian, che ha proposto un nuovo incontro appena terminati i lavori attualmente in corso. Bisognerà quindi aspettare il termine dei lavori attualmente in fase di ultimazione per conoscere nuovi sviluppi, con la disposizione di un nuovo sopralluogo (previsto dopo circa un paio di settimane dopo il termine dei lavori) con gli inquilini di via Urbani da parte dell’Erap e dei suoi ingegneri, per quella che è stata definita ieri come “verifica dei lavori ultimati”. s.s. 08 fabriano.indd 2 “Portale del volontariato.it”. Lo hanno presentato del volontariato.it è stato realizzato con un software l’assessore ai Servizi Sociali, Giorgio Saitta, il presi- che consente di realizzare delle sezioni modificabili dente della Consulta del Volontariato, Delfino Bocci, da determinati utenti registrati, uno per associazione, alla presenza dei rappresentanti della ventiquattro abilitati a modificare solo lo spazio relativo all’associazione d’apparteAssociazioni che nenza. Era imporcompongono e tante concepirlo in Domenico Carquesto modo – ha bone del Laborasottolineato - per torio delle Idee, renderlo utilizzache ha costruito bile facilmente da il sito, ora punto chiunque e già in di riferimento a fase di progettaziodisposizione delle ne, abbiamo presingole realtà che visto di costruirlo possono presenrealizzato in modatarsi in rete. QuinL'incontro lità 'responsive', termine tecnico che sta ad di, superamento di un gap, non soltanto di di presentazione indicare una risorsa web che dinamicamente, tipo elettronico ma anche mediatico e sociale, del portale modifica il proprio aspetto a seconda del devisto che tra gli obiettivi della Consulta, nel vice con il quale lo si visualizza: pc, tablet o suo primo anno di attività dopo il rinnovo del consiglio direttivo, c’è il traguardo di far conoscere le smartphone. In parole povere il portale è perfettamente modalità su come devolvere il 5 per mille alle Asso- visibile da qualsiasi fonte, senza bisogno di ingrandire ciazioni e soprattutto di poter interagire, comunicare il testo o spostare con le dita le pagine – e ancora la e condividere le aspettative dei gruppi che fanno parte home page ospita le news e gli eventi (il calendario) della Consulta. Cliccando sul menù 'Associazioni' acdella Consulta con l’amministrazione. L’assessore Saitta, al riguardo, si è complimentato cedo all’elenco completo dei componenti la Consulta per questa importante azione di visibilità intrapresa, in ordine alfabetico, oppure, altra aspetto elettivo, sottolineando che, nonostante il taglio di un milione posso cercarle con criterio geografico o a seconda di di euro da parte del Governo centrale, c’è l’impegno quattro categorie differenti: socio sanitario, disabidi dare risposte concrete alle richieste che vengono lità, promozione sociale, assistenziale. Ogni pagina dalla Consulta (una dovrebbe arrivare a giorni sul di associazione è un mini sito costituito da: un testo centro "Un Mondo a Colori") rilevante cinta di tra- generale, contatti, eventi dell’associazione, news, atsmissione tra Comune, mondo associativo e cittadini. tività dell’associazione, elementi multimediali (foto e Tornando al “portale del volonariato.it” il presidente video). Ogni news pubblicata dalle associazioni potrà Bocci ha ringraziato “il Laboratorio delle Idee, per la essere condivisa sui social. Inoltre dal menù 'Sedi' si fattiva collaborazione professionale dimostrata oltre può vedere la geolocalizzazione della sede di ogni asalla Fondazione Carifac e all’Ambito Territoriale 10, sociazione, dal menù 'Info' un testo che spiega il senso per il contributo economico ricevuto. Essere ascoltati, di questo portale, dal menù 'Contatti' i contatti per coprestare attenzione, garantire per quanto possibile il municare con la Consulta”. Ha concluso il presidente, flusso di informazioni e promuovere le Associazioni, Bocci: “E stata creata una nuova comunità sociale ottenendo risposte dagli organi preposti, sono gli concepita su principi di solidarietà, partecipazione e elementi in funzione dei quali ci stiamo muovendo trasparenza nell’informazione e nella comunicazione per unire le forze e progettare la nuova comunità verso gli attori sociali, le famiglie ed i cittadini che sociale, non soltanto limitata a Fabriano, ma aperta vuole far conoscere norme, atti, progetti, notizie ed anche agli altri cinque Comuni dell’Ambito”. Non a opportunità che riguardano il sociale”. Daniele Gattucci caso lo ha spiegato Domenico Carbone: “Il portale 22/04/15 10.15 9 >FABRIANO< L'Azione 25 APRILE 2015 di SAVERIO SPADAVECCHIA F inalmente si alza il sipario sulla nuova edizione di “Fabriano InAcquarello”, la grande kermesse internazionale dedicata all’acquarello. 27 comunità artistiche, 40 paesi dai cinque continenti ed oltre 700 opere: questi i primi numeri di una convention che anche quest’anno sarà uno dei gioielli della cultura fabrianese. Le centinaia di opere saranno a disposizione degli appassionati d’arte in 10 location storiche fabrianesi: Museo della carta e filigrana, Santa Lucia, il complesso storico delle cartiere Miliani, l’Oratorio del Gonfalone, il Ridotto del Teatro Gentile, il complesso delle “Enrico Fermi” e la Galleria delle Arti. Ma prima dell’esordio di domani (venerdì 24 aprile ed aperte fino a domenica 26 dalle 9 alle 20) delle mostre si svolgerà presso la sala convegni della Biblioteca Multimediale il convegno per raccontare la nuova kermesse e la presentazione multimediale delle comunità artistiche. La giornata di venerdì 24 sarà anche caratterizzata dall’incontro degli artisti con il complesso delle Cartiere storiche: un pomeriggio pensato per far conoscere agli artisti i segreti della carta fatta a mano e quella industriale, e di svelare la bellezza dell’archivio storico della Fondazione Fedrigoni Istocarta. Previsti anche momenti di pittura collettiva, come ad esempio quello di sabato all’interno del loggiato San Francesco, per una comunicazione non verbale che andrà oltre le differenze culturali e linguistiche. Non mancheranno i momenti culturali, con la visita della città, dei luoghi storici e del Museo della Carta e della Filigrana. Al termine della convention un ristretto e selezionato numero di artisti proseguirà l'esperienza di incontro con le masterclass di pittura che si svolgeranno presso alcune countryhouse della campagna fabrianese. Le mostre rimarranno visibili fino al 17 maggio (solo nei week-end). La convention è promossa da Fabriano Città Creativa Unesco con il Museo della Carta e della Filigrana e l'associazione culturale InArte, con il patrocinio di Fondazione Carifac, Fondazione Fedrigoni -Istocarta, Pia Università dei Cartai, Regione Marche, Provincia di Ancona, Ufficio Diocesano Cultura, Lions Club e Rotary Club di Fabriano, IWS Italy e con il supporto tecnico di Fabriano Fedrigoni, Escoda, Sennelier, Winsor & Newton, Artemisia e Artemiranda. Acquarellisti da tutto il mondo Conven Internaz tion in vari pionale della citunti t fino al à 26 april e Personale AnnaPavesi in museo Ruggeri-Mannucci Fondazione Fedrigoni in sinergia con l'evento In occasione della sesta edizione di “Fabriano InAcquarello” - convention internazionale dedicata alla tecnica dell’acquarello su carta, che si terrà a Fabriano dal 23 al 26 aprile - lo storico complesso delle Cartiere Miliani, di proprietà della cartiera veronese Fedrigoni S.p.A. ospiterà, in uno dei numerosi appuntamenti programmati, gli artisti acquarellisti partecipanti, provenienti da 40 paesi del mondo. L’Associazione culturale InArte - ente ideatore della convention - intrattiene da alcuni anni una sinergia con Cartiera Fabriano e la Fondazione Gianfranco Fedrigoni Istituto Europeo di Storia della Carta e delle Scienze Cartarie (Istocarta), di cui l’Associazione è socia da ormai due anni. Apprezzando il valore culturale della convention, la Fabriano Fedrigoni S.p.A., in collaborazione con la Fondazione G. Fedrigoni Istocarta, il 24 aprile alle ore 15, darà nuovamente vita al suggestivo complesso storico delle Cartiere fabrianesi, ospitando gli artisti nell’area retrostante il complesso, dove potranno ammirare un meraviglioso esempio di “parco archeologico industriale cartario” immerso nel verde ed attraversato dal corso del fiume Giano e dalla sua cascata. Qui, gli acquarellisti potranno vivere un’esperienza unica, dove “carta” e “pennello” saranno i protagonisti. I due strumenti indispensabili alla realizzazione 09 fabriano.indd 2 di un’opera d’acquarello, saranno raccontati direttamente dai loro produttori: la Fabriano Fedrigoni S.p.A. metterà a disposizione un mastro cartaio che mostrerà le varie fasi di realizzazione di un foglio di carta a mano, ed un esperto che, attraverso la proiezione di un video, spiegherà le fasi di produzione industriale di un foglio di carta per acquarello a macchina in tondo; mentre un importante produttore spagnolo di pennelli, darà, invece, dimostrazione della realizzazione artigianale di un pennello. In programma anche una sessione di pittura collettiva, per un vero e proprio laboratorio artistico a cielo aperto. Per l’occasione la Fondazione G. Fedrigoni Istocarta, che ha concesso il patrocinio alla convention, aprirà le porte agli artisti, con la possibilità di visitare il prezioso Archivio Storico delle Cartiere Miliani ed apprezzare i vecchi campionari e cataloghi storici di carte per acquarello. Come per le precedenti edizioni, sempre nel complesso storico delle Cartiere Miliani, all’interno di alcuni locali messi a disposizione della Fabriano Fedrigoni S.p.A., sarà possibile visitare una delle dieci mostre di acquarelli allestite nel centro storico della città di Fabriano, che ospitano le 720 opere delle 27 comunità artistiche che parteciperanno. Come di consueto la Cartiera omaggerà gli artisti con fogli di carta per acquarello Fabriano. 22/04/15 10.16 10 >FABRIANO< L'Azione 25 APRILE 2015 La Diocesi pensa a Firenze L'Ufficio Cultura impegnato per il convegno ecclesiale artistiche ed un programma di approfondimenti in collaborazione con la Pastorale Giovanile e lla vigilia del convegno ecclesiale nazionale che i Caffè letterari, riflessioni su argomenti legati si terrà a Firenze nel novembre prossimo, don a difficoltà sociali e di attualità, che si stanno Andrea Simone, parroco di Melano e responsabi- svolgendo al Tanning Pub di Fabriano, tra i le dell’Ufficio Cultura della Diocesi, ci parla dei quali il tema dell’ideologia gender che ci sarà progetti realizzati e in itinere. “L’ufficio culturale, costituito a maggio”. Continua don Andrea Simone: “Ora da due anni e mezzo per volere del Vescovo, si occupa di ci stiamo preparando a partecipare al convegno mettere insieme varie forme di cultura finalizzate al rapporto ecclesiale di Firenze di novembre 2015, a cui dell’uomo verso Dio, al dialogo tra credenti e non credenti parteciperanno tutte le diocesi d’Italia, dunque e alla creazione di occasioni per vivere esperienze di fede, anche la nostra diocesi di Fabriano-Matelica che ponendosi l’obiettivo di essere un aiuto al cammino di fede dei il Vescovo Giancarlo Vecerrica, Don Umberto diocesani attraverso l’arte e la cultura. Si è occupato dell’or- Rotili, don Ruben Bisognin, io stesso, il diacono ganizzazione dei mercoledì della fede, riguardanti i temi del Marco Strona e Cristina Corvo rappresenteranno. credo, del Padre Nostro e delle beatitudini, con l’impegno di Il convegno è organizzato dai vescovi italiani in portare a Fabriano maestri e testimoni di fede, tra cui Padre coordinazione con il Papa, ed è un incontro proCantalamessa, predicatore ufficiale della Casa Pontificia, grammatico sulle linee-guida della chiesa e delle monsignor Marco Frisina, compositore di musica sacra e di Diocesi per i successivi 10 anni, per un cammino colonne sonore per la Rai, il vescovo di Baghdad, il patriarca unitario”. Il tema del convegno è “In Gesù Cristo, di Mosca ed altri personaggi di spessore che in questi anni il nuovo Umanesimo”, in occasione del quale è hanno dato un’importante testimonianza di fede a tutti noi. Tra stato realizzato un video con lo Studio grafico le attività dell’Ufficio Culturale diocesano, ci sono l’iniziativa Pixel di Fabriano, inserito nel sito Firenze2015. del Padre Nostro per gli artisti, raccolta di rappresentazioni it, ottenendo già molte visualizzazioni sul canale Youtube e l’apprezzamento dalla sede nazionale del convegno di Firenze e del progetto culturale della Cei, che lo hanno pubblicizzato in blog, siti e pagine di comunicazione. Il video si compone di due momenti: nel primo, il nostro Vescovo descrive lo svolgersi dei mercoledì della fede Sabato 25 aprile, alle ore 18, in nell’anno delle Beatitudini; nella seconda parte la occasione dell’esposizione internazionale “Fabriano in Acquarello”, saranno responsabile dell’associazione culturale InArte, presenti più di 700 acquarellisti da tutto il mondo e sarà inaugurata la chiesa Anna Massinissa, descrive il bando di concorso di San Biagio e Romualdo come Chiesa degli Artisti della Diocesi. Questo “Le beatitudini per gli artisti”, che invita gli grazie all’associazione culturale InArte e all’Ufficio culturale della Diocesi. artisti a comporre sul tema delle beatitudini una Per l’occasione verrà scoperta una piccola targa e si assisterà ad un oratorio, mail-art, cioè una rappresentazione artistica, su un momento di riflessione cantato e letto, guidato dal coro diocesano e dal fogli formato cartolina (10x15), dipingendo la maestro Giuseppe Papaleo. propria interpretazione delle Beatitudini descritte L’oratorio sarà in lingua e l’evento una riflessione culturale dal sapore internada Gesù durante il sermone della Montagna. zionale con il proposito di fare dell’arte un canale di dialogo oltre i parametri I partecipanti non sono solo fabrianesi, ma della lingua parlata. Questa chiesa diverrà luogo di incontro per gli artisti, che chiunque tramite l’arte voglia realizzare una potranno sentirsi a casa: uno spazio esclusivo per tutti coloro che attraverso meditazione su questo tema. Non vi sarà una l’arte aprono alla propria esperienza personale e al mistero di Dio. Saranno premiazione, ma tutte le opere saranno allestite presenti il Vescovo, don Andrea Simone, il coro diocesano che intratterrà il in una grande installazione che sarà esposta a pubblico con l’oratorio cantato, e circa 700 acquarellisti da tutto il mondo giugno 2015 in un’iniziativa della diocesi duche esporranno alcune opere nella Chiesa degli Artisti, che sarà tra le ambite rante il festival “Lo Spirito e la Terra”a Fabriano location del festival “Fabriano in Acquarello”. e Sassoferrato. Le cartoline più belle saranno e.p. pubblicate in un catalogo a colori nel costituendo A di ELISA PALLOTTA La Chiesa degli Artisti S.Giuseppe Lavoratore tra foto, musica e... frittelle Venerdì 1° maggio, la nostra parrocchia festeggia il suo patrono: san Giuseppe Lavoratore. Come ormai tradizione, la festa parrocchiale è l’occasione per sottolineare alcuni aspetti delle problematiche del lavoro, non solo con conferenze e dibattiti, ma stimolando e accogliendo testimonianze di creatività lavorative, sia artigianali che artistiche, preferibilmente attive nel territorio della parrocchia, ma non solo. Quest’anno il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha deciso di dedicare la sua attenzione a un suo parrocchiano, musicista geniale e versatile, che già da ragazzo aveva manifestato di avere la musica nel sangue (foto a lato), e ormai ampiamente conosciuto e apprezzato: Marco Agostinelli. Il 30 aprile, alle ore 21, nella chiesa parrocchiale, l’Agostinelli, 10 fabriano.indd 2 con il gruppo corale “Città di Sassoferrato” offrirà un concerto di brani musicali di sua composizione, tra i quali la singolare e inusuale Missa Tango, ed un inno a San Giuseppe, composto per l’occasione. Un altro contributo verrà offerto dal Fotoclub Arti Visive Fabriano Bfi, che si è mobilitato per allestire una mostra fotografica alla ricerca di giovani che nel nostro territorio, in questo periodo così buio per il lavoro, invece di chiudersi nel lamento, si sono inventati o si stanno inventando nuove professionalità. La mostra sarà aperta alle ore 17 di giovedì 30 aprile, e rimarrà esposta nei fine settimana del mese di maggio, con orari che saranno comunicati tempestivamente. La mattinata del 1° maggio ospiterà la cresima di 42 ragazzi e ragazze. Nel pomeriggio, alle 16, nel campo da gioco della parrocchia (tempo permettendo) il Quartetto “Eccetera”, di Matelica, collegato alla scuola Toscanini, metodo Rusticucci, ospitato in parrocchia, terrà un concerto di musica moderna. Nel frattempo potranno esser gustate le famose frittelle di San Giuseppe. Alle 19, posticipata di mezz’ora rispetto al solito orario, la S. Messa conclusiva. Consiglio Pastorale Parrocchiale sito web dell’ufficio diocesano cultura e vi sarà la possibilità di poter partecipare al convegno di Firenze 2015. Aggiunge don Andrea Simone: “Il convegno e la preparazione ad esso saranno un modo per riflettere sull’umanità, di cui Gesù è l’icona per eccellenza, essendo vero Uomo. L’uomo, infatti, riesce ad essere davvero tale solo guardando Gesù. In un contesto di smarrimento generale e di ricerca di certezze e verità, di problematiche comuni come la scarsità di proposte valide per il futuro dei giovani e di un’attualità molto buia, il nostro desiderio è quello di consegnare ai giovani una società migliore, dove la famiglia ed anche la scuola edificante non siano più una perla perduta, dove le figure di padre e madre siano riconosciute, senza che ideologie come il gender prendano il posto della paternità e maternità. Solo tramite Cristo ed il Vangelo l’uomo riscopre il senso di se stesso e della vita. Un uomo che è stato vivisezionato, privato della verità, una verità che trova forma in Gesù Cristo, che ci svela il senso della vita, ci trasfigura, abbatte la paura della morte perché ci dà la speranza della resurrezione, nel corpo e nello spirito. Non stravolge la nostra natura, non ci chiede di essere infallibili, ma ci fa amare le Beatitudini, svelandoci che l’uomo mite, misericordioso e umile del discorso della Montagna sia davvero l’uomo glorioso, l’uomo sulle impronte di Gesù, l’uomo che anche se il mondo disprezza è vero Uomo”. BREVI DA FABRIANO ~ CADE DALLA BICI 13 aprile ore 10.30. Presso l’incrocio via La Spina-via Turati, un ciclista 60enne cade dalla bici senza essere urtato da alcuno; quindi soccorso dal 118 e trasportato al Pronto Soccorso dell’ospedale, viene sottoposto a controlli ed ore dopo dimesso. Forse era caduto per il caldo o per lo sforzo. Rilievi della Polizia Municipale. ~ RUBANO RAME AL CIMITERO Marischio, notte 12-13 aprile. Rubati discendenti in rame da due cappelline e danneggiati anche coppi, tetto e interno delle costruzioni. La denuncia contro ignoti viene sporta presso i Carabinieri. ~ SCONTRO E CONDUCENTI CONTUSI S. P. Fabriano-Sassoferrato, 15 aprile ore 13. Scontro frontale tra due auto, una guidata da sassoferratese 37enne, l’altra da fabrianese 40enne che, uscito dalla fabbrica Airforce, si stava immettendo sulla Provinciale. I guidatori hanno riportato contusioni; rilievi della Polstrada. ~ VALGONO SE STANNO A DESTRA Viale Zobicco, 18 arile ore 10. Un bus turistico, scesi i passeggeri al Museo della Carta, prosegue, va dritto dopo via Chiavelli, ma incontra veicoli che marciano in senso opposto, l’autista capisce che sta andando controsenso e torna indietro in retromarcia creando rallentamenti, retromarce di altri veicoli e caos al traffico. Ha sbagliato il conducente dell’autobus? No, perché il divieto di accesso è posto sul lato sinistro e quindi non vale. I segnali devono stare sul lato destro, a sinistra si pongono i doppioni. ~ FRECCE: TOGLIERNE UNA E METTERNE DUE Piazzale Matteotti. Provenendo da via Dante, se si rispettasse il segnale: obbligo di superare l’ostacolo a destra - freccia inclinata, bianca, su sfondo blu posto sull’isola di traffico della Pisana - si dovrebbe andare dritti, cioè in via Cavour, ma non a sinistra: viale Zonghi o via Veneto. Tanti fabrianesi però svoltano come vogliono, cioè seguendo il flusso, senza far caso alla segnalazione; ma regola vuole che i cartelli siano giusti e siano rispettati, quindi occorre il segnale blu, rotondo, con due frecce inclinate verso il basso. ~ CASALINGA SI FA MALE Borgo, 13 aprile. In casa, una donna che stava stendendo i panni del bucato, inciampa e cade ed il marito chiama soccorso. Trasportata all’ospedale tramite l’ambulanza del 118, non sembra grave, s. c. ~ ARRESTATO 17ENNE Fabriano, 18 aprile. All’alba, un 17enne straniero viene arrestato nella sua abitazione dai Carabinieri per una sentenza - carcere per un anno, 4 mesi e 15 giorni - passata in giudicato. Circa 2 anni fa, insieme ad altri minori, fece vari furti in abitazioni e negozi. 22/04/15 10.18 L'Azione 25 APRILE 2015 >FABRIANO< 11 Le bici volano... a Pasqua La mostra d'epoca attrae sempre più i turisti durante le festività: eccone i motivi di DANIELE GATTUCCI O ttimi risultati in termini di presenze della Mostra Biciclette d’Epoca per Antichi Mestieri del collezionista fabrianese, Luciano Pellegrini. Nel 2014 il riconoscimento d’eccellenza Tripadvisor e cinquemila presenze sempre nell’anno che ci siamo da poco lasciati alle spalle e oggi, tra Pasqua e Pasquetta, più di trecento persone hanno visitato la struttura lasciando nel registro delle partecipazioni commenti entusiasti e di straordinario encomio. Per disattenzione, forse, e quindi a torto le cronache cittadine, per la principale festività cristiana, hanno posto in risalto gli esiti del Museo della Carta, della Grotte di Frasassi e delle altre nostre eccellenze, trascurando però, quelli della Mostra Biciclette d’Epoca per Antichi Mestieri. Eppure il 12 dicembre scorso un altro importante obiettivo è stato raggiunto da questo nostro personaggio arrivato agli onori della cronaca nazionale partecipando al programma condotto da Giancarlo Magalli su Rai Due, Piazza Grande e questo senza dimenticare che il 11 fabriano.indd 2 nostro concittadino Pellegrini è stato invitato alla popolare trasmissione Rai nel 2005 e nel 2013 per le forti motivazioni derivanti dalla “Originalità della Mostra”, “La cura espositiva”, “L’itinerario di storia e di vita” e per essere “bellissima”. Aggettivo ricorrente in ogni pagina dell’album presenze riempito di “complimenti, congratulazioni, bravissimi” dai visitatori della rassegna che sin dai primi anni d’esordio l’hanno subito molto apprezzata. Questo fin da quando il Consiglio comunale votò all’unanimità un documento che impegnava la Giunta a destinare fondi nel Bilancio 2007, per proseguire il sostegno alla iniziativa (la Mostra era allestita su due piani ed ospitata in via Cialdini 45 con il contributo determinante concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana) e fino a quando non venne trovata l’attuale degna sede, in via Gioberti, Galleria delle Arti, tra i locali comunali in ristrutturazione. Una scelta lungimirante, tesa all’incremento del flusso turistico in città, proprio nel cuore del centro storico, fazzoletto d’area urbana che ingloba al suo interno, anche la galleria dedicata a Mannucci, ottenuta grazie all’impegno pubblico e del privato (Pellegrini, ha accordato gratuitamente i suoi oggetti preziosi all’amministrazione ed alla città) che dopo tanti momenti itineranti (è stata ospitata anche Cerreto d’Esi nella bella sala di Palazzo Refi) ha ora una collocazione davvero incantevole dovuta al complesso architettonico e al numero degli esemplari raccolti: dai trentotto iniziali agli attuali ottantadue, tre dei quali acquistati di recente da Pellegrini: parliamo di quella appartenuta al capostipite della famiglia Zannella, approntata per la vendita di cravatte e ombrelli, l’altra del fioraio e quella del pianoforte. Si può dunque dire che il primo regalo al comprensorio montano e a diversi milioni d’italiani di Luciano è quello di poter vivere in diretta momenti di svago, d’interesse e stupore per gli occhi e la mente. Il secondo, se vogliamo ancor più qualificante, è l’aspetto culturale. Pellegrini, da innamorato della vita, pieno di passioni ed istinto, ha portato a termine un percorso di ricerca virtuoso e potente che informa sull’attività economica dei nostri avi, contestualizzandola in uno straordinario mosaico di ben ottantadue reperti storici di gran valore sociale che ci aiutano a capire chi siamo e da dove veniamo. Da ultimo e non certo per importanza va detto del servizio di prenotazione e assistenza offerto dagli uomini del Comitato Territoriale Uisp (Bernardoni, Stopponi, Stazi, Micucci e Dirminti tra gli altri) prodigatisi in maniera encomiabile e disinteressata per garantire le tante visite comprovate, come detto, da più di quindici libri di presenze in cui sono state raccolte un’infinità di interessanti dediche e commenti. 22/04/15 10.22 12 >EVENTI< L'Azione 25 APRILE 2015 Raf inizia da... Fabriano Sabato al Gentile il debutto nazionale del tour "Sono io" E’ arrivato a Fabriano il 22 aprile e nei tre giorni di permanenza nella cittadina marchigiana prepara il suo nuovo tour “Sono io”, con il quale debutta in anteprima nazionale al Teatro Gentile sabato 25 aprile alle ore 21.15. Raffaele Riefoli, in arte Raf, sceglie le Marche per inaugurare una nuova stagione della sua carriera dopo la partecipazione alla scorsa edizione del Festival di Sanremo. È dal palco di Fabriano che lancerà il nuovo disco registrato tra l’Italia e gli States e in uscita a maggio. Tre giorni clou per Fabriano che potrà ospitare ancora una volta un big della musica italiana e ascoltarlo prima del pubblico di Firenze, Milano e Roma. Quello che lega Raf a Fabriano è un rapporto duraturo. Già nel 2001 infatti, portato da Paolo Notari e Sandro Pascucci, il cantautore si era esibito al Teatro Gentile e aveva letteralmente rapito il pubblico accorso numerosissimo. Standing ovation finale e tutto esaurito per un concerto ricordato ancora oggi con molto affetto e grandissima soddisfazione. Una data zero proposta dalla Flexus Eventi e che si colloca all’interno di quel trend che fa delle Marche la regione delle grandi anteprime. Da “Self control” a “Cosa resterà degli anni ‘80”, da “Ti pretendo” a “Oggi un Dio non ho” passando poi per “Siamo soli nell'immenso vuoto che c'è”, “Il battito animale”, “Sei la più bella del mondo”, “Infinito”, “In tutti i miei giorni”, “Dimentica”, “Un’emozione inaspettata”, la carriera di Raf è costellata di grandissimi successi discografici. Oggi torna sulle scene con “Come una favola”, la canzone che ha presentato a Sanremo e che lo stesso Carlo Conti nella conferenza stampa di chiusura della 65° edizione del Festival ha confessato essere la canzone che a suo parere doveva aggiudicarsi il podio. Nel 1988 il suo debutto alla grande kermesse ligure con “Inevitabile follia”, poi nell’89, la hit "Cosa resterà degli anni ottanta" e nel 1991 il singolo "Oggi un Dio non ho". Tre pezzi che sono rimasti impressi nella musica pop italiana e che fanno di Raf uno dei cantautori più apprezzati nel nostro Paese, con oltre 30 anni di grandi successi. Dopo 14 anni di assenza da Fabriano e a quattro anni dall’uscita del suo ultimo album “Numeri”, Raf torna sulle scene e sceglie la Città Creativa dell’Unesco per inaugurare un tour che toccherà le più importanti città italiane per raccontare nuove storie e ripercorrere, successo dopo successo, la sua carriera. Info: i biglietti sono acquistabili online sul circuito Vivaticket e presso la biglietteria del teatro i giorni 23, 24 e 25 aprile. (via Gentile da Fabriano, 1 / tel. 0732 3644). 25 aprile: questi gli eventi Per il 70° anniversario della Liberazione l’amministrazione comunale, dopo la commemorazione al cimitero di Cancelli di mercoledì 22 aprile, ha previsto per sabato 25 aprile alle ore 8 la deposizione di corone di alloro presso i cippi commemorativi di bivio Nebbiano, S. Donato, stazione ferroviaria di Albacina, Vallina. Poi alle 9.15 presso il cimitero di Cortina S. Maria la commemorazione alla Loggia dei Caduti della Resistenza. Alle 10 la S. Messa celebrata nella chiesa di S. Filippo in Corso della Repubblica, mentre alle 10.45 la formazione del corteo da piazza del Comune e la deposizione di corone d’alloro presso il Loggiato S. Francesco ed ai Monumenti ai Caduti ed alla Resistenza presso i Giardini pubblici. Quindi alle 11.55 la commemorazione ufficiale davanti alla Resistenza e nel pomeriggio alle 17.30 presso i Giardini pubblici il concerto della Banda musicale “Città di Fabriano”. Far ripartire il nostro paese: Un mondo in pace, senza armi: se ne parlerà in un seminario incontro con l'esperto Simoncelli Il Gruppo Centrale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro organizza anche quest’anno un seminario che riunirà gli studenti delle regioni Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio segnalati per il Premio Alfieri del Lavoro. Istituito nel 1961, il Premio è riservato annualmente a 25 studenti italiani che hanno conseguito la media complessiva più alta nel ciclo di studi medi superiori, accompagnata dal massimo dei voti nell’esame di Stato. E’ un numero ristretto significativamente collegato a quello dei Cavalieri del Lavoro che il Presidente della Repubblica nomina il 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica. Gli studenti che saranno premiati insieme ai nuovi Cavalieri del Lavoro per l’anno 2015 potranno anche partecipare alle prove di selezione per l’ammissione al Collegio “Lamaro Pozzani”, della Federazione dei Cavalieri del Lavoro, che ospita gratuitamente a Roma i giovani iscritti ai corsi universitari negli Atenei della Capitale. Agli studenti abruzzesi che supereranno le prove saranno assegnate anche quest’anno le borse di studio del Fondo “Nicola e Perfetta Jacovitti”. La manifestazione si svolgerà a Fabriano, presso il Gruppo Ariston Thermo in via Merloni 45, venerdì 24 aprile. Tema del seminario sarà: “Ripartire dal sapere per far ripartire il Paese”, riprendendo così il filo ideale avviato già nelle passate edizioni. L’inizio dei lavori è previsto per le ore 11. Dopo l’intervento del Presidente del Gruppo Centrale Cavaliere del Lavoro Corrado Antonini, prenderanno la parola i Cavalieri del Lavoro Francesco Merloni, Gian Luigi Tosato ed Ercole Pellicano. Concluderà il direttore scientifico del Collegio universitario Lamaro Pozzani prof. Stefano Semplici. L’incontro, dopo uno spazio aperto al dibattito, si concluderà alle 13.30 con un buffet. La finalità dell’iniziativa è quella di consolidare il rapporto fra scuola ed il mondo del lavoro, evidenziando i punti che il nostro sistema è in grado di esprimere. Un appuntamento culturale e di informazione da non perdere, quello organizzato dal Movimento Cinque Stelle di Fabriano, presso la video sala conferenze del Complesso di San Benedetto, di venerdì 24 aprile alle ore 21. Il tema proposto, molto attuale e di grande interesse sociale è: “Difesa e crisi globali: le armi unica risposta?”; relatore sarà il prof. Maurizio Simoncelli, storico ed esperto di geopolitica, vice presidente dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, autore di numerosi libri e varie ricerche sull’industria militare e sulle forze armate italiane. Sono numerosi gli argomenti che il prof. Simoncelli porterà all’attenzione del pubblico presente ed in particolare: Geopolitica della sicurezza internazionale; conflitti, rischi e minacce. Spese militari e commercio mondiale di armamenti. Il nuovo modello di difesa e ruolo strategico dell’Italia. Sicurezza, disarmo e controllo degli armamenti; il caso nucleare. La conferenza parte da un principio che è sancito e regolato dalla nostra Costituzione, che all’articolo 11 declama: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Un altro importante ospite, il Deputato alla Camera Luca Frusone, membro della IV Commissione Difesa e membro della delegazione parlamentare presso l’assemblea parlamentare dell’Nato e di altre cariche istituzionali, porterà il suo contributo per spiegare quale è la posizione dell’attuale Governo e renderci partecipi di quanto attualmente avviene nello scacchiere internazionale, prestando anche attenzione a quelle politiche alternative all’uso delle armi. Sandro Tiberi A Salmaregia tra foto e leggende... Il primo maggio avrà luogo nello storico castello di Salmaregia una manifestazione dal titolo “Immagini del territorio tra Marche ed Umbria”, organizzata dall’Ast Club, associazione per lo sviluppo turistico e la valorizzazione del territorio. Trattasi di una mostra fotografica di gigantografie a colori allestita tra le viuzze del castello medievale famoso per la sua storia, il cui nome è legato alla leggenda che vuole lì sepolta una parte del corpo dell’imperatore Ottone III di Sassonia. L’agglomerato, che ospita la mostra, si erge su una vallata di straordinaria bellezza coronata dai monti del nostro Appennino posta a confine delle due regioni Marche ed Umbria tra i Comuni di Fabriano, Fiuminata, Pioraco e Nocera Umbra. “Abbiamo progettato questa iniziativa – ci spiega il presidente dell’associazione, Alberto Orfei – per far rivivere nel giorno della tradizionale festività questo luogo e far conoscere con esso l’arte, la storia e la natura del nostro ambiente. Le immagini pertanto metteranno in luce le rocche, i castelli, le abbazie e vari monumenti significativi delle città vicine, ma anche le montagne come il Cucco, il Catria, lo Strega, le fresche vallate bagnate dai fiumi, i parchi naturalistici, gli ipogei delle famose Grotte di Frasassi e quanto di interessante nasconde il nostro entroterra, ancora poco conosciuto, ma così ricco di contenuti dal punto di vista turistico”. Alla manifestazione, sostenuta dalla Fondazione Carifac, partecipano anche i Comuni di Fabriano, Fiuminata, Pioraco e Nocera Umbra. In caso di cattivo tempo la manifestazione verrà rimandata alla domenica della settimana successiva. Traballo: danze e canti delle Marche Spazio alla musica tradizionale all’interno di FabrianoInAcquarello 2015 con il concerto di danze e canti del territorio marchigiano de “Il Traballo”. Il gruppo, nato dall’unione di musicisti e appassionati di musica tradizionale, si esibirà venerdì 24 aprile alle ore 22 in piazza del Comune con un repertorio incentrato sul saltarello, ballo tipico della tradizione nostrana. Il gruppo Traballo si è esibito sia in Italia che in Europa partecipando a numerosi festival internazionali e 12 eventi.indd 2 ha collaborato con numerose associazioni e gruppi musicali, ampliando sempre più le sue conoscenze su tradizioni e danze italiane ed europee. Quello di venerdì sarà un momento di divertimento rivolto non solo ai tanti artisti che da tutto il mondo giungeranno in città per la convention, ma anche a tutta la cittadinanza, che è invitata a partecipare come occasione importante di socializzazione, ma anche di riscoperta di una tradizione locale. 22/04/15 10.26 L'Azione 25 APRILE 2015 13 >SPAZIO LAVORO< Mingarelli neo presidente Alla guida della Piccola Industria delle Marche D iego Mingarelli (nella foto) è stato eletto Presidente del Comitato Regionale della Piccola Industria delle Marche per il biennio 2015-2017. Nel ringraziare il Comitato Piccola Industria per la stima e la fiducia dimostrata nei suoi confronti, e il presidente uscente Luciano Brandoni per l’ottimo lavoro svolto, Mingarelli ha commentato: “Accolgo questa nomina con grande entusiasmo, ma al contempo conscio della grande reosponsabilità che mi attende. La Piccola Industria ha davanti a sé delle sfide epocali. Veniamo da tanti, troppi anni di difficoltà ma le imprese piccole e medie marchigiane hanno tutte le carte in regola per continuare a essere protagoniste del futuro della nostra regione. Sono loro l’anima delle Marche e dell’Italia e, se adeguamente aiutate, possono contribuire allo sviluppo del territorio. Su questo Confindustria ha un ruolo fondamentale e noi di Piccola Industria faremo di tutto per assicurare che la nuova Confindustria Regionale sia vicina alle imprese Sassoferrato - Ultimi giorni di lavoro per le sei dipendente Ritrama, tutte donne sassoferratesi, che lavorano nel settore amministrativo e commerciale della multinazionale alla zona industriale sentinate della Berbentina. Il primo maggio scatta il loro trasferimento a Caponago in provincia di Monza. In caso di rifiuto devono licenziarsi. Da quando la notizia della riorganizzazione gestionale della multinazionale era stata imposta a novembre, nulla è valso per far cambiare idea ai vertici Ritrama Spa. E adesso si arriva al dunque. Il primo maggio scatta il trasferimento. Sul tavolo di trattativa, vantaggi per chi decide di partire a lavorare al nord – che non compensano le spese per rifarsi 13 spazio lavoro.indd 2 che ne hanno bisogno”. “Lavoreremo su 4 punti: - ha continuano Mingarelli - sviluppo di partnership, internazionalizzazione, innovazione e finanza. Utilizzeremo il forte network della nostra associazione per renderci facilitatori della nascita di partnership a tutti i livelli, tra le imprese, con le Università, con le Istituzioni. Lavoreremo su azioni concrete per far cogliere alle nostre imprese le incredibili opportunità che ci sono a livello mondiale, grazie alla crescita della domanda internazionale e all’indebolimento dell’euro. Ci impegneremo per far conoscere le innovazioni che possono rendere competitivi i nostri prodotti. E sul fronte finanza aiuteremo le nostre imprese a intercettare le opportunità dai cambiamenti in atto, derivanti dal quantitative easing e dalla normativa sulle Pmi innovative”. Diego Mingarelli è amministratore unico della Diasen Srl di Sassoferrato, azienda che produce prodotti eco-sostenibili per il settore delle costruzioni e che è stata più volte inserita nel rapporto GreenItaly quale una delle 100 eccellenze dell’edilizia green italiana. Presidente del comprensorio fabrianese di Confindustria Ancona dal 2008 al 2012, dal 2013 ricopre la carica di Presidente di Piccola Industria di Confindustria Ancona. E’ anche componente del Consiglio Nazionale d’Indirizzo del Green Building Council Italia. SPAZIO LAVORO a cura del Centro Informagiovani della C.M. Esino-Frasassi ~ CONCORSO PER DOCENTI D’ITALIANO A PARIGI L’Istituto Italiano di Cultura a Parigi ha indetto una selezione per il reclutamento di 5 docenti d’italiano da destinare a tempo pieno ai corsi di lingua italiana presso la capitale francese. Requisiti: essere in possesso di una laurea in Lettere o Lingue e Letterature Straniere con votazione non inferiore a 110/110 secondo il vecchio ordinamento; essere di madrelingua italiana; avere una buona conoscenza di una delle principali lingue straniere, conseguita presso università, istituti o enti autorizzati al rilascio di certificazioni linguistiche. Titoli preferenziali: avere una buona conoscenza della lingua francese; svolgere attività di dottorato o aver conseguito un dottorato di ricerca in materie letterarie presso università in Francia; avere conseguito un dottorato di ricerca in materie letterarie in Italia; svolgere attività di ricerca di comprovato valore scientifico presso dipartimento universitario, centro di ricerca, biblioteca o archivio in Francia; essere in possesso di una certificazione glottodidattica per l’italiano lingua straniera; aver conseguito un dottorato di ricerca in glottologia o glottodidattica o un master in didattica dell’italiano lingua straniera; avere un’esperienza lavorativa nel settore specifico dell’insegnamento della lingua e cultura italiana a stranieri. Scadenza: 11 maggio. Per maggiori info e per scaricare il bando: www.iicparigi.esteri.it. ~ LAVORO PER INFERMIERI ANCHE NEOLAUREATI NEL REGNO UNITO L’agenzia per il lavoro Orienta ricerca infermieri (anche neolaureati) per conto del Sistema Sanitario Britannico, per inserimenti in ospedali in Inghilterra. Si offrono ottime condizioni economiche. Indispensabile una buona conoscenza della lingua inglese. Si richiede disponibilità a trasferirsi all’estero e/o voglia di fare un’esperienza di lavoro all’estero e il possesso di regolare iscrizione all’IPASVI. Per informazioni e candidature: Orienta, Via Danzia 3/N - 37010 Affi (VR), tel: 045.6704321, fax: 045.4850804, e-mail: [email protected]. Per ulteriori informazioni sulle opportunità presentate o su altre offerte, corsi, concorsi ed eventi, rivolgetevi al Centro Informagiovani della C.M., Via Dante 268, Fabriano - tel. 0732.695238 - fax 0732.695251 - e-mail: cig.fabriano@ cadnet.marche.it - o visitate il sito www.cadnet.marche.it/cig. Orario di apertura: lunedì, mercoledì, venerdì, 9:30/12:30; martedì e giovedì, 14:30/18:00. La Ritrama verso Monza una vita lavorativa – e, per chi opta per il licenziamento, agevolazioni per l’assunzione ed un corso di formazione. Eppure Ritrama Spa non se la passa affatto male. Tra unità produttive, distributive, sede logistiche ed amministrative, il gruppo fondato dall’americano Arnold Rink nella periferia di Milano nel 1962, vanta 13 poli dispersi nel mondo intero. Con i suoi 800 dipendenti – 170 solo a Sassoferrato, la punta di diamante - sforna tra 12 e 15 miliardi di metri quadri di pellicole per un mercato mondiale in perenne crescita e di cui ne controlla il 5%. Va così bene che vanta un fatturato da 400 milioni che questi ultimi cinque anni è cresciuto pure del 10% e recentemente ha annunciato che vuole investire in un nuovo impianto. Di borsa non se ne parla. Ritrama Spa è una vera e proprio multinazionale tascabile, ossia un’impresa di medie dimensioni che si distingue per la sua forte presenza internazionale ed è riconducibile a un sistema di governance italiano. Il che significa che vanta radici italiane. E poiché ha questo sistema di direzione è impossibile capire il perché i vertici della sede non accettino che per queste 6 donne, perno delle loro famiglie, sia impossibile trasferirsi al Nord e il perchè non trovino una soluzione all’interno del stabilimento sentinate. “Va ribadito che in questo caso non è in discussione il posto di lavoro - affermava il responsabile delle risorse umane della Ritrama già a novembre scorso-. Si tratta di un trasferimento nella nostre sede milanese che abbiamo comunicato alle sei persone coinvolte nella riorganizzazione. Persone ovviamente che hanno tutto il tempo per valutare la nostra proposta”. Veronique Angeletti Jobs Act con la Cna Cosa cambia per le imprese e gli artigiani Jobs Act, cosa cambia per le imprese e gli artigiani, se ne parlerà mercoledì 29 aprile alle ore 18, presso la sede della Cna in via Martiri della Libertà 46. L’incontro informativo, gratuito, sulle novità formative fiscali e del job Act, è organizzato dalla Cna di Fabriano per le imprese artigiane del territorio, riservato alle aziende del distretto fabrianese per illustrare le novità del Jobs Act recentemente approvato dal Parlamento Italiano che modifica la normativa che regola il lavoro dipendente e le novità fiscali introdotte dalla Legge di Stabilità 2015. L'incontro verrà presentato da Brunella Bianchi (responsabile sindacale territoriale), seguirà Mauro Monachesi (consulente del lavoro) su “I decreti attuativi del Jobs Act” e concluderà Claudio Straccini (consulente fiscale) sulle “Novità fiscali introdotte dalla Legge di Stabilità 2015”. d.g. 22/04/15 10.33 14 >MATELICA< L'Azione 25 APRILE 2015 Borsellino con gli studenti Il fratello del giudice ucciso dalla mafia incontra i ragazzi della Media di RICCARDO ANTONELLI C i sono incontri scolastici nella vita di uno studente che non si dimenticano. Quello di lunedì mattina all’Istituto Comprensivo "Mattei" di Matelica è uno di questi. L’ospite? Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, giudice antimafia ucciso il 19 luglio 1992. Non c’è persona forse migliore di lui per spiegare la malavita organizzata a dei ragazzi di 13 anni. E’ lui infatti a girare da anni nelle scuole di tutta Italia in nome del fratello, di Falcone e degli uomini della scorta uccisi nei due attentati del ’92. Lo fa perché la lotta alla mafia non è solo repressione, la lotta alla mafia non la fanno i carabinieri e la polizia, ma la lotta alla mafia si fa nelle scuole, la fanno gli insegnanti, come un esercito compatto fatto di storia e cultura. E per combattere quello per lui definito come un tumore, bisogna capire chi e che cosa c’è dietro Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Camorra e mafia siciliana. Salvatore spiega tutto minuziosamente, dalle origini di questa organizzazione all’odierna Mafia Capitale. Secondo lui tutto ha inizio secoli fa, quando in Sicilia il popolo era oppresso da spagnoli e francesi. All’epoca i latifondisti ed i nobili per difendersi dai vari pericoli statali, pagavano uomini del posto per farsi proteggere e per dare il via a traffici illeciti di vario tipo. L’evoluzione della mafia poi è progredita a passi più veloci di quelli dell’industria. Un esempio su tutti è quello della globalizzazione. Mentre le grandi aziende italiane si muovono solo negli ultimi anni per conquistare il mercato estero, la mafia già nella prima metà del ‘900 aveva avviato una serie di traffici e rapporti internazionali con ‘aziende’ d’oltreoceano: prima in Colombia per trattare con i narcos e comprare la droga a basso prezzo, poi negli Usa per rivendere ed esportare i criminali ‘espulsi’ dalla penisola italiana. La storia prosegue e per capire l’evoluzione mafiosa interna, Salvatore Borsellino fa riferimento alla prima strage di stato: Portella della Ginestra. Nel 1947, durante una manifestazione del primo maggio nell’omonimo luogo, un gruppo di banditi con a capo Salvatore Giuliano spara sulla folla uccidendo centinaia di persone. L’informazione distorta uscita da quell’eccidio fa ricadere la colpa sui comunisti e l’opinione pubblica alle guarda caso vicinissime elezioni si sposta sulla Dc. I mandanti? A quanto è dato sapere tra il gruppo di fuoco c’era anche una rappresentanza della Cia: erano infatti gli anni del dibattito tra lo schieramento Usa e Russia. Facen- “Il Mago di Nooz”, le scuole a teatro Mattinata speciale al Teatro Piermarini di Matelica: più di 200 bambini hanno popolato la platea e i palchetti per assistere allo spettacolo Il Mago di Nooz allestito per l’occasione da Ruvido Teatro. “Il teatro è casa vostra” ha detto il sindaco Alessandro Delpriori ai bambini in platea, “noi pensiamo che si possa imparare come a scuola anche guardando uno spettacolo o ascoltando musica”. “Il teatro diventa un luogo sociale dove si formano i caratteri e si cresce nello spirito critico e nel senso civico, il Piermarini non è un luogo paludato e solo per grandi, ma diventa la piazza di tutta la città dove si crea bellezza.” È quanto ha dichiarato Cinzia Pennesi, che come assessore alla Cultura e allo Spettacolo ha ideato e curato tutta la stagione teatrale volendo con forza gli appuntamenti con le scuole. Durante questa stagione sono state a teatro tutte le scuole di ogni ordine e grado di Matelica; i ragazzi hanno ascoltato Mozart, parlato di opera e di lirica, assistito a partecipato agli spettacoli teatrali con entusiasmo e attenzione, spesso molto di più che i “grandi”. Per il primo anno di amministrazione è stato un successo straordinario che sarà senz’altro ripetuto per le stagioni future e che speriamo di poter estendere anche alle scuole dei comuni limitrofi. L’utilizzo del teatro come luogo di formazione e come punto di incontro per la cittadinanza è una delle strategie fondamentali dell’attività amministrativa della Giunta Delpriori che, con investimenti minimi, ha portato dei frutti insperati. Sulla stessa linea è la prossima apertura dell’Enoteca della città di Matelica all’interno del foyer del Piermarini, un luogo donato alla cittadinanza che unisce la cultura, la bellezza, ma anche la promozione di tutto il territorio. 14 matelica.indd 2 do due più due capiamo bene come l’associazione mafiosa dell’epoca si mise a servizio di un preciso gruppo politico per movimentare il giudizio degli italiani (vedi film ‘Salvatore Giuliano’ di Francesco Rosi). Da lì passiamo all’uccisione del generale Dalla Chiesa, prima idolatrato dalla classe politica per aver sconfitto i terroristi delle Br responsabili dell’assassinio di Aldo Moro, poi abbandonato a se stesso in una lotta contro la mafia mai voluta fino in fondo. La fine è quella che tutti conosciamo. Poi la morte di Falcone e quella di Borsellino. E’ qui che Salvatore inizia il triste racconto di quella orrenda mattinata di luglio e svela il retroscena dell’agenda rossa che poi diventerà anche il nome del movimento contro la mafia da lui stesso fondato. “Mio fratello teneva sempre con lui un’agenda rossa in cui nelle ultime settimane aveva appuntato diverse prove ed indizi clamorosi. Quel maledetto giorno poco dopo l’attentato, un carabiniere salì sulla macchina di Paolo e prese la sua borsa. Poco dopo la rimise al suo posto. L’agenda non fu mai più ritrovata”. E in quel quaderno probabilmente erano contenuti indizi sulla trattativa tra Stato e mafia, oltre a prove sui responsabili dell’attentato al suo “vero fratello” Giovanni Falcone ed infine addirittura alla scoperta dell’arrivo a Palermo del tritolo che lo avrebbe fatto esplodere sotto casa della madre pochi giorni dopo. Borsellino sapeva che doveva morire, così come lo sapeva suo fratello e la sua famiglia. L’amore per la sua terra però era troppo forte, se per ottenere giustizia Paolo Borsellino sarebbe dovuto morire, beh lui si sarebbe sacrificato. Ed infatti l’ha fatto: sperava solo grazie anche a quell’agenda di aver fatto in tempo a finire il suo compito. Purtroppo non ce l’ha fatta, ma la sua morte ha svegliato l’Italia. “Il giorno del suo funerale – spiega il fratello Salvatore – la gente era arrabbiata, non solo con la malavita, ma anche con i politici seduti in prima fila nella chiesa. Qualcosa nella testa delle persone era scattato. Addirittura in pieno centro a Palermo, dove non abbiamo ‘via Roma’ o ‘via Garibaldi’ ma ‘qui hanno ammazzato il giudice’ o ‘qui hanno sparato a’, si potevano vedere striscioni alle finestre contro la mafia. Per questo e per le parole di mia madre, da quel giorno ho ritrovato la speranza. Speranza che avevo perso 45 anni prima, quando sono scappato da Palermo per andare a Milano. Da quel giorno appunto io e mia sorella abbiamo promesso di girare l’Italia per far capire cos’è la mafia. E se oggi sono qui – conclude – è proprio perché la lotta alla malavita si fa nelle scuole, grazie ad un esercito di professori.” Commosso e con la sua agenda rossa in mano contenente la foto del fratello Paolo, Salvatore si prende tutti gli applausi dell’aula magna. Emozionati, ma più che fieri di questo incontro, anche il preside Trecciola ed il sindaco Alessandro Delpriori. “Incredibile il silenzio e l’attenzione di tutti questi ragazzi” ha commentato Trecciola. Al sindaco invece la domanda finale all’ospite sul perché secondo lui Paolo Borsellino ha deciso di rischiare la vita fino all’ultimo giorno. “Per spiegarlo – chiude Salvatore - basta citare questa sua famosa frase: ‘Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare’”. Acli a raccolta per il 1° maggio: si parlerà anche della crisi Nel 1961 le Acli hanno fatto erigere il monumento ai caduti sul lavoro nello spiazzo Beata Mattia. Da allora, ogni anno, le Acli curano l’organizzazione della Festa del Lavoro, alla quale partecipano rappresentanti dell’amministrazione comunale, dei partiti, dei sindacati e delle associazioni. E da un loro importante esponente sarà tenuto il consueto comizio, i cui temi sono concordati tra le confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil. E, c’è da scommetterci, sarà un comizio e un primo maggio meno…celebrativo e meno ordinario: nel settimo anno della crisi, con le novità nella legislazione sul lavoro e, purtroppo, all’indomani dell’annuncio di Whirlpool-Indesit, che utilizzerà la scure per “sforbiciare” il numero di effettivi nei suoi stabilimenti, ci sarà di certo di che parlare! Il programma: alle ore 10.30, la S. Messa in suffragio dei Caduti sul lavoro, celebrata nella chiesa di Santa Maria Cattedrale. Alle ore 11.15 ci sarà il corteo da Piazza Mattei a Spiazzo Beata Mattia, con la partecipazione della Banda Musicale “P. Veschi” di Matelica. Alle ore 11.30, dopo la deposizione della corona nel Monumento dei Caduti sul Lavoro, il saluto delle Acli e dell’amministrazione comunale, ci sarà il comizio celebrativo, a cura delle Confederazioni Sindacali Cgil, Cisl e Uil. Alle ore 12.30 ci sarà un incontro al Circolo Acli di via Pergolesi 10. a.g. Il giornalista Pino Scaccia 22/04/15 10.35 15 L'Azione 25 APRILE 2015 Incontriamo S.Patrignano di ANTONIO GENTILUCCI I ragazzi si accomodano sulle poltroncine del Cinema teatro, hanno dai 13 ai 17 anni. Sanno che davanti a loro ci sono cinque ragazzi, vengono da San Patrignano e ognuno di loro ha una storia alle spalle; e sanno, o meglio immaginano, che sono lì per dire loro di non fare delle cose; sono in fondo, gli stessi discorsi che, da diversi anni, si sentono fare dai genitori, dagli insegnanti, dagli allenatori, se fanno sport. Sono stati praticamente “precettati” dalla loro società, sennò, forse, in quel sabato pomeriggio, avrebbero fatto altro, distratti dalla leggerezza della loro adolescenza. I ragazzi, Giuseppe, Gimmy, Tommaso, Nicolaj e Andrea cominciano a parlare e, semplicemente descrivono se stessi, le loro sbruffonate, le loro paure, mascherate da senso di onnipotenza. Non dicono: “Non fate…”, dicono “Ho fatto…”. Ci sono Tommaso e Andrea che vivevano per il calcio, il gesto di farsi il borsone per andare a “farsi il c…o” in allenamento era una routine cui mai avrebbero pensato di rinunciare. E invece è successo, per Tommy passo dopo passo, quasi a misurare il numero di gironi che giorno dopo giorno lo portavano all’inferno: “alla fine avevo anche venduto le scarpette. Non mi interessava più”. Per Andrea la storia è stata diversa: “vivevo per il calcio. Arriva un giorno la chiamata a giocare per il Lecco. Sembrava che avessi cominciato a raggiungere i traguardi sognati. Mia madre però mi scoraggiò, non voleva che la scuola ne andasse di mezzo, per lei questa era la cosa più importante. Ci ho rinunciato, ma dopo mi sono abbandonato a me stesso ed ho preso la peggior piega possibile”. Per questo si sente di dire a quei tanti ragazzi che condividono quel suo amore: “Se avete una grande passione e l’abbandonate, per fare poi questa fine, per voi quello sarà il rimpianto più grosso!”. Nei loro racconti la famiglia c’entra sempre. Giuseppe ha portato anche il fratello, cui avrà dedicato ogni momento per insegnargli a non fare i suoi errori. Tommy racconta che i genitori, ad un certo punto, gli sembrava avessero ceduto. Il padre per tre settimane non era "Abbiamo lasciato loro qualcosa, ne siamo convinti" Alla fine dell’incontro non ho resistito alla tentazione di andare a conoscere e stringere anche io la mano a quei ragazzi. C’erano anche un paio di domande che mi erano venute in mente, ascoltandoli. Quanta fatica vi costa andare in giro per l’Italia a raccontare le vostre esperienze. Fatica nel senso di dover sempre confrontarsi con quella parte così oscura della propria vita, che vi siete lasciati alle spalle ma che poi richiamate alla memoria, per aiutare altri ragazzi. Risponde Giuseppe: “Paura ci sarà sempre, non sai mai chi ti trovi davanti, se ti ascoltano, se non ti ascoltano. Le cose che hai dentro sono talmente sentite che ancora ti fanno star male e ti chiedi se sia davvero il caso di raccontarle o se non sia fiato perso. Ma dopo questo percorso che facciamo a San Patrignano, tutto diventa la forza per andare avanti”. Gimmy aggiunge: “La cosa che colpisce di più chi ci ascolta è proprio il fatto di raccontarci, è la tranquillità che ci mettiamo noi. Con il lavoro che fai su te stesso negli anni, sei talmente forte che diventa una cosa normale parlarne”. E’ capitato che qualcuno, via mail, chat, o direttamente, vi abbia poi detto: avevo imboccato un vicolo cieco e mi avete aiutato ad uscirne? Nicolaj dice: “Qualcuno te lo dice già lì. Altri tengono un contatto diretto, anche tramite Facebook, e qualcuno si apre e ti chiede una mano”. Una passione forte, avete detto ai ragazzi, è la prima cosa che può tenervi lontani dalle dipendenze, e tutti voi avete raccontato di averne avute, anche più di una: ma non è bastato. E allora mi immagino voi, qui, ad ascoltare, e qualcuno come voi a dirvi quello che oggi avete detto. Vi avrebbe aiutato, o dovevate seguire quella strada fino in fondo? Andrea ci dice: “Quello che volevamo far passare oggi è che bisogna essere tenaci fino in fondo: lo sbaglio che ho commesso, al di là di mia madre, è stato quello di non aver creduto fino in fondo ciecamente alle mie potenzialità, di fronte ad un no non sono andato avanti, mi sono abbattuto davanti ad una porta chiusa. Incontri come quello di oggi possono comunque essere d’aiuto, perché ti spingono, come abbiamo visto anche nel video, a dare sempre il massimo”. Nicolaj e Gimmy sottolineano anche il fatto di essere vicini a loro come età e dicono “forse tra di loro, insieme, non lo ammettono neanche. Ma quando ci ripensano la sera, da soli…qualcosa abbiamo lasciato loro. E allora magari, piano piano, cominciano a parlarne tra di loro”. a.g. 15 matelica.indd 2 andato al lavoro, lo aveva accompagnato ovunque. Ma poco dopo essere tornato da solo, una canna da condividere con gli amici era bastata per reinnescare un circolo vizioso che lo aveva portato ancora più giù. “E’ stato lì che i miei mi hanno detto: o vai in comunità o te ne vai di casa. Sono stato per tre mesi in giro come un vagabondo. E poi un giorno incrocio mio fratello. Era con i suoi amici, mi riconosce ma fa finta di non vedermi. Di lì a poco sarei entrato in comunità. E devo dire che i miei hanno avuto coraggio a resistere, sapendo che il loro figlio era in giro tutta la notte, senza un tetto. Ma oggi devo ringraziarli, senza quel gesto di rottura, non credo che oggi sarei qui”. Genitori protagonisti dunque, ma non presenti. Ci spiega Mario Gambini, responsabile del settore giovanile, che “le esperienze precedenti ci hanno dimostrato che nel confronto-dibattito tra i rappresentanti della Comunità di San Patrignano ed i ragazzi e le ragazze, la presenza dei familiari ha creato forti freni inibitori nel porre domande e approfondire particolari argomenti, per cui l’idea che ab- biamo avuto è quella di creare una prima parte dell’incontro riservata esclusivamente ai tesserati, con la presenza solo di pochi adulti tra dirigenti ed istruttori, un referente per ogni gruppo/squadra presente”. La famiglia sarà basilare anche nelle parole di chiusura del presidente del Matelica calcio, Mauro Canil, che ci terrà a dire che nella vita di un ragazzo prima viene la famiglia, poi la scuola, poi lo sport. Questa la triade che, insieme, può far crescere bene un ragazzo, tenendolo lontano dalle dipendenze. Il dibattito successivo è il segno più verace di quanto sia stato bello ed emozionante l’incontro: le prime domande sono semplici, dirette, c’è ancora un po’ di imbarazzo. Poi non si alza quasi più neanche la mano, è una vera chiacchierata, dove le curiosità si fanno sempre più…concitate. Ma anche i cinque sono molto curiosi di sapere chi hanno davanti: si informano sugli allenamenti, su cosa fanno la sera, sul loro carattere. Li stimolano e li provocano anche: Gimmy e Giuseppe chiedono: “cosa è per voi la libertà?”, una domanda che forse li trova un po’ impreparati, ma siamo certi che a letto, la sera, sguardo al soffitto, se la saranno posta tutti. Uno chiede a Tommy: “ma se qualcuno ti offrisse una canna in una serata con amici, che faresti, fumeresti ancora? “No, te lo dico ora, ma con certezza. Perché… non mi serve più”. In questo non mi serve più c’è tutta la consapevolezza di una vita ritrovata, di passioni riemerse: “oggi gioco con la squadra della comunità e sono tornato a scuola”…”ed è anche un secchione, ridacchiano gli altri. Alla fine, insieme ad un video del progetto WeFree di San Patrignano (dalla droga, certo, ma non solo. Dal giudizio degli altri, dalla paura di non essere “abbastanza”, dallo specchio, dalla bilancia e da tutto quello che ci impedisce di essere noi stessi) ci tengono a proporre anche un bellissimo video, che si può trovare anche su YouTube e che si chiama: “Why do we fall”, letteralmente, “Perché cadiamo”. Ci sono tanti argomenti di cui si è già parlato e tanti ragazzi si saranno sentiti chiamati direttamente. Dalla voce che dice: “Perché dici che non sei bravo in matematica? Perché non l’hai studiata seriamente”, alla scena di un Will Smith che dice ad un bambino: “Se hai un sogno, devi proteggerlo”, dalle immagini di un Derrick Rose che, miglior giocatore di basket Nba, subisce infortuni gravi su infortuni gravi, sempre soffrendo e sempre rialzandosi, fino alla citazione finale di un discorso di Michael Jordan che dice che “i limiti, come le paure, sono spesso soltanto delle illusioni”. Alla fine la scena più bella è questa: Tommaso sta andando verso il proiettore per caricare proprio questo video quando un ragazzo si alza e gli chiede di avvicinarsi: “Era solo per stringerti la mano. Sei uno bravo!”. Cronaca di un incontro tra i ragazzi della Comunità ed i giovani atleti del Matelica calcio taccuino Geppi Cucciari posticipa, taccuino il 29 aprile al Piermarini Lo spettacolo di Geppi Cucciari (nella foto) Donne forti, piano piano – inizialmente programmato il 27 aprile al Teatro Piermarini di Matelica nella stagione promossa dal Comune con l’Amat - è posticipato a mercoledì 29 aprile per sopraggiunti e improrogabili impegni dell’artista. Geppi Cucciari è una comica, conduttrice televisiva e attrice italiana. La sua carriera inizia nel mondo del teatro con il gruppo Scaldasole, ma presto entra a far parte del laboratorio artistico di Zelig e partecipa stabilmente a programmi radiofonici (Radio Deejay). Raggiunge una popolarità di livello nazionale grazie alla partecipazione a Zelig Circus, nonché a numerosi spettacoli teatrali e produzioni cinematografiche. Nel 2012 viene premiata al 52° Premio regia televisiva come miglior personaggio televisivo femminile dell’anno. Ad accompagnata a Matelica, in amichevole partecipazione, Cinzia Pennesi al pianoforte. La Biglietteria del Teatro Piermarini (0737 85088) è aperta per informazioni il 27, 28 e 29 aprile dalle ore 17 alle ore 20 (il giorno di spettacolo fino all’inizio previsto alle ore 21.15). Per altre informazioni: Amat 071 2072439. FARMACIE Sabato25 e domenica 26 aprile COMUNALE Orari: 8.30-13 15.30-19 Viale dei Martiri tel 073783640 tel. 0737 85440 EDICOLE Domenica 26 aprile EDICOLA TABACCHERIA DI PIERINI RITA Viale dei Martiri, 66 CARTOLIBRERIA CENTRALE di Botta Michela e Mencucci Marta APERTURA REDAZIONE MATELICA Il lunedì e il giovedì ore 16.30-18.30 Via Parrocchia, 3 - 62024 Matelica (Mc) Tel. e Fax 0737 787551 e-mail: [email protected] CINEMA MULTISALA GIOMETTI Via Grifoni tel. 0737 787663 CINEMA NUOVO Via B. Mattia - tel. 0737 84457 22/04/15 11.04 16 >MATELICA< Pino Scaccia: “Così vi spiego la mafia russa” di GABRIELE SPITONI U n flusso ininterrotto di racconti, aneddoti, analisi e interpretazioni, capace di ammaliare i tanti intervenuti, quello che Pino Scaccia ha regalato ai matelicesi lo scorso sabato 18 aprile. Invitato a presentare il suo ultimo libro, “Mafija”, lo storico (ex) inviato del telegiornale di Rai Uno, sollecitato dal consigliere di maggioranza (e giornalista del quotidiano “Il Tempo”) Pietro de Leo e dal presidente del consiglio comunale Alessandro Casoni, ha intrattenuto il pubblico spaziando entro una vasta quantità di temi. In primo luogo l’oggetto del suo libro: ovvero la potenza, la grandezza e l’influenza della mafia russa. «La mafia russa è ancor più infida delle altre, se vogliamo. Opera tentando di rimanere invisibile. Non commette gesti eclatanti, non vuole apparire, ma si muove sottotraccia, acquisendo proprietà e gestioni nel settore che costituisce la vera ricchezza del nostro paese: il turismo», ha affermato il giornalista. «Ogni settimana, le figure apicali delle principali organizzazioni della mafija vengono in Italia. Noi neanche ce ne accorgiamo». Eppure il fenomeno è rilevante, se si tiene conto del fatto che su 60.000 cosche mafiose russe, circa il 10% opera in Italia, cioè seimila. Numeri impressionanti. «E’ bene chiarire due aspetti», ha proseguito Scaccia: «Innanzitutto sarebbe più corretto parlare di mafie russe, al plurale, o di mafia sovietica, nel senso che i gruppi criminali oggi attivi sembrano uniti intorno ad un principio etnico-nazionale che pare riprodurre l’allora conformazione dell’Urss: esiste, infatti, una mafia georgiana, una mafia cecena ecc., ognuna delle quali è specializzata in un determinato settore. In secondo luogo, è importante rilevare quanto l’organizacja russa sia abile nel concludere accordi e spartirsi affari con le organizzazioni italiane. Sembrerebbe che a bordo della famosa nave da crociera Concordia, prima del terribile naufragio nei pressi del Giglio, ci fosse un meeting tra mafia russa e italiana per decidere il prezzo della cocaina proveniente dal Sud America e da immettere nel mercato europeo». Il famoso giornalista ha, infatti, messo in evidenza come oggi le organizzazioni mafiose siano caratterizzate da una natura transnazionale e costituite da una fitta L'Azione 25 APRILE 2015 Pino Scaccia con il sindaco Delpriori Sul suo mestiere di giornalista: “Internet mi ha cambiato” rete di relazioni globali, che rende ancora più difficile l’opera degli investigatori: in proposito, Paolo Borsellino era stato lungimirante già oltre vent’anni fa. Scaccia ha poi animato un’interessante riflessione su come sia cambiato il giornalismo negli ultimi anni, con il sopravvento di internet, la velocità nella diffusione delle informazioni e i rischi che da ciò derivano non solo per la professione del reporter ma anche per la corretta fruizione delle notizie da parte dei “consumatori”, ovvero dei lettori. Costanti i riferimenti e le regressioni alla sua interminabile esperienza professionale, capaci Ciclo su Pio II, si conclude il Rinascimento Si è concluso con successo lo scorso sabato 18 aprile alle 17 presso la Sala Multimediale dell'Oratorio di S. Teresa il ciclo di conferenze dedicato al “550° Anniversario di Pio II nelle Marche” con un intervento di don Ugo Paoli, V. Prefetto Emerito dell'Archivio Segreto Vaticano. Il passaggio del Papa nella nostra zona alla volta di Ancona, dove morì il 18 luglio 1464, è stata la fonte di ispirazione di 9 incontri, iniziati lo scorso settembre, incentrati sulla cultura nazionale e locale del '400 e coordinati dal prof. Igino Colonnelli e dal prof. Angelo Antonelli. L'iniziativa ha riscosso da subito partecipazione creando un pubblico di appassionati che, sia per interessamento verso la materia trattata, sia per curiosità dovuta al susseguirsi di esperti relatori che hanno sviscerato il '400 sotto ogni profilo, non si è perso nemmeno un convegno. Illustre primo cittadino, l’ultima lettera di un breve carteggio tra me ed il sindaco che, prima di Lei, governò sulla nostra città, il dott. Paolo Sparvoli, rimase e rimane senza risposta. Lasciato passare senza alcun riscontro il tempo d’attesa di 30 giorni concessi dalla legge 241, mi venne da credere che il vecchio sindaco non essendo stato rieletto, mi sarei dovuta rivolgere direttamente a Lei, che gli era succeduto nel bene e nel male. Pertanto, il giorno 12 novembre scorso passai a Lei la mia consegna con una lettera e copie di documenti, protocollata nel suo ufficio presso il Comune di Matelica. E fin da quel momento mi posi in attesa della sua risposta. Questa volta più fiduciosa perché quasi sicura che, nello stock di allettanti promesse della sua campagna elettorale ci fosse inclusa anche quella di una “rimessa in pristino” delle antiche “belle maniere”, quelle che durante i secoli caratterizzarono la nostra civiltà e che adesso sembrano del tutto scomparse anche dai piani più elevati. La mia tarda età non mi consente altre lunghe attese, per cui La prego di mettermi in sollecito contatto con me onde sistemare, una volta per sempre, l’annosa questione delle quasi 300 mie opere, donate al Comune di Matelica, il quale si è dimostrato più volte inadempiente ed incurante di attenersi alle condizioni figuranti in quell’atto di donazione che io vorrei, insieme con Lei, correggere ed aggiornare. Sono sicura 16 matelica.indd 2 Attenzione verso quest'iniziativa è arrivata anche da parte del sindaco Delpriori, che, presente alla conferenza di sabato per un saluto insieme all'assessore alla Cultura Cinzia Pennesi, elogiando la qualità di tali incontri ha espresso quanto “sarebbe bello trovare qualche risorsa per stampare gli atti di questo ciclo di conferenze”. L'incontro dello scorso sabato, presieduto da don Ugo Paoli è stato incentrato su la “Vita religiosa a metà Quattrocento nel territorio di Fabriano e Matelica”. Dunque ci si è chiesto quale fosse la situazione della Chiesa a metà '400 e quale fosse l'interfaccia di tale condizione nel nostro territorio in specifico: il territorio fabrianese, che divenne diocesi nel 1728 e quello matelicese nel 1785, riuniti poi in una sola diocesi, com'è tutt'ora. Don Dafne: “Sindaco, smentire la profezia di San Giacomo” che adesso vorrà concedermi la sua attenzione, altrimenti non mi resterà che invocare, quale sua attenuante, l’episodio di San Giacomo della Marca, tal quale ce lo tramandarono storici attendibili che, con dovizia di particolari, ci informarono di come S. Giacomo, mandato dal Papa a Matelica per controllare i costumi dei suoi abitanti, trovasse molti di essi dediti al vizio del Candelaio. Il santo servo di Dio molto se ne addolorò e spinse quei peccatori ad emendarsi di sì turpe peccato e li esortò piangendo a pentirsi e a tornare sulla via dei buoni costumi. Ma in pochi ascoltarono le sue prediche. I più lo derisero ed una commissione di maggiorenti, attraverso la porta di San Sebastiano, lo scacciò a suon di spintoni. Fu allora che il Santo espresse il suo sdegno lanciando un calcio su una pietra delle mura di cinta con tale forza da lasciarci l’impronta del di suscitare grande interesse nel pubblico. Alla presentazione hanno partecipato anche il sindaco di Matelica Alessandro Delpriori e l’assessore alla Cultura Cinzia Pennesi, che hanno ringraziato Pino Scaccia della sua presenza, in grado di dare ancora maggior prestigio e visibilità al contenitore permanente di eventi culturali e di promozione del territorio qual è Matelica festival. Dal canto suo, l’autore non ha potuto non notare la calorosa accoglienza riservatagli ed ha espresso gratitudine all’intera città, non da ultimo sede della casa editrice che pubblicò uno dei suoi primi volumi, “La torre di Babele”. Ugo Paoli ha spiegato che a livello globale la Chiesa nel '400 usciva dal Medioevo, entrando nell'età moderna e ci sono tre date fondamentali da ricordare: il 1417 con la ricomposizione dello Scisma d'Occidente e l'elezione di Papa Martino V, il 1439 che vede la riunione con la Chiesa d'Oriente e il 1447, anno di elezione di Papa Nicolò V. Con quest'ultimo iniziò la fase dei papi del rinascimento, della quale fece parte anche Pio II. Tale papa come i due precedenti, Nicolò V e Callisto III, sentì molto la lotta contro i Turchi e volle riconquistare Costantinopoli, con una crociata che mai partì. Dunque, nel momento in cui dai papi giungeva l'invito alla crociata rivolto ai principi cristiani, questi ultimi e gran parte dell'Occidente rimasero indifferenti a tale appello. Mentre la Chiesa del '400 in un quadro generale si presenta in tumulto e agli albori dell'età moderna, nel piccolo delle nostre zone abbiamo la fiorente vita di molti ordini religiosi, come i Benedettini, le Monache benedettine, i Francescani, le Monache clarisse, gli Agostiniani e i Domenicani. Lo stesso Pio II dedica attenzione ai Benedettini, nella congregazione dei Silvestrini poiché il 13 giugno del 1461 stabilì la concessione di 5 anni di indulgenza ai fedeli che avessero visitato il Monastero di San Silvestro in Montefano. Ed è con questa ultima nota sulla Chiesa del '400 che si è conclusa la serie di interessanti incontri, i quali nei mesi hanno trattato la musica, l'architettura, la grammatica fornendoci un quadro completo del secolo di Pio II. Ora non ci resta che attendere la pubblicazione degli atti dei convegni. Laura Antonelli sandalo. E poi se ne andò. Ma, dopo pochi passi, volgendosi indietro con un braccio alzato, scagliò la sua maledizione: condannò, Matelica ed i suoi abitanti, ad essere governata, per allora e per sempre, soltanto da teste di legno! Così sta scritto nei documenti conservati nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, a Roma. Coraggio, sindaco Alessandro, sia Lei per primo a dare una smentita a tale profezia sicché essa perda per sempre quel suo apocalittico potere che per tanto tempo ci perseguitò condizionando la nostra vita. Con osservanza. Maria Giuditta Boldrini San Giacomo della Marca 22/04/15 10.41 17 L'Azione 25 APRILE 2015 Corso di apicoltura, vocazione del territorio Sesto ciclo di incontri di 1° livello "R di LUCA MARINI iscoprire la vocazionalitá del territorio, unica e irripetibile, per questo non delocalizzabile e, soprattutto, non replicabile. Far diventare il settore primario il vero primato dell'economia italiana". Sotto questi auspici, pronunciati dell'assessore all'Agricoltura del Comune di Matelica, il dottor Roberto Potentini, si è concluso sabato 18 aprile il sesto corso di apicoltura di primo livello, tenuto dalla Cooperativa Apicoltori Montani, con il patrocinio della Regione Marche e del Comune di Matelica. Un corso ed un percorso lungo, impegnativo, a tratti faticoso, ma sempre interessante, che ha portato 60 appassionati a vario titolo dell'affascinante mondo delle api a conseguire l'agognato attestato, dopo il superamento dell'esame finale. Una "classe" di studenti variegata e multiforme, proveniente anche da fuori regione, che ha seguito con scrupolo e profitto le lezioni teorico-pratiche tenute da docenti capaci e con decennale esperienza, a partire dal presidente della Cooperativa, Pierluigi Pierantoni. Con questa iniziativa, che ormai sta diventando una tradizione, la Cooperativa Apicoltori Montani vuole dare il suo contributo alla diffusione della conoscenza di un mondo affascinante e, per certi versi, ancora misterioso, che ha incantato poeti e scrittori di tutte le epoche: le api. Un mondo seriamente minacciato dagli agenti chimici che sempre più invadono l'agricoltura e tutti gli annessi: la terra, l'aria, l'acqua: in pratica noi stessi. Minacciare le api significa, in definitiva, compromettere la sopravvivenza dell'uomo. È bene prenderne atto, prima che sia troppo tardi. Da sinistra il dr. Potentini, assessore all'Agricoltura del Comune di Matelica, Patrizio Gagliardi, vice presidente del consiglio provinciale di Macerata e Pierluigi Pierantoni, presidente della Cooperativa Apicoltori Montani e promotore del corso Scoperta discarica a La Morca Una discarica abusiva di rifiuti ingombranti è stata segnalata lungo la scarpata della strada che da Esanatoglia conduce a Fiuminata, poco prima del valico de “La Morca”. Si tratta in prevalenza di resti di elettrodomestici, tra cui si distingue chiaramente un frigorifero (vedi foto). La discarica era stata peraltro “immortalata” dalle telecamere della Rai in occasione della recente tappa ciclistica della “Tirreno – Adriatico”, da Esanatoglia al Terminillo, transitata proprio sul valico de La Morca. Un “biglietto da visita” certamente poco edificante per il Comune di Esanatoglia, sul cui territorio insiste la discarica! Purtroppo dobbiamo constatare che malgrado da molti anni esistano, praticamente in ogni Comune, le cosiddette “isole ecologiche”, dove tutti i cittadini possono, gratuitamente, conferire ogni genere di rifiuto, specie quelli ingombranti, c’è Erbeggiando con il gruppo Micologico Un grande successo ha riscosso l’evento “Erbeggiando”, organizzato e coordinato dal Gruppo Micologico Matelicese, svoltosi domenica 12 aprile. La giornata è iniziata sotto il segno di un caldo sole primaverile a Piazzale Gerani, punto di ritrovo per il gruppo di appassionati della natura e dei suoi frutti. L’escursione è stata un’occasione per i soci del gruppo micologico e per molte giovani famiglie di trascorrere una giornata all’aperto nella meravigliosa campagna matelicese e di arricchire le proprie conoscenze in tema di piante e fiori buoni da mangiare. La passeggiata è stata guidata da Alessandra Vitanzi, naturalista esperta di piante, fiori e frutti eduli, che da tempo collabora con il gruppo micologico sui temi di vegetazione, botanica ed ecologia. Da anni il Gruppo Micologico Matelicese organizza numerose attività dedicate principalmente al mondo dei funghi, ma anche a quello delle piante e a quello culi- Nel cesto una parte delle erbe raccolte nario, quest’ultimo trait d’union tra i primi due. Tali attività avvicinano appassionati soci e non, offrendo importanti occasioni gratuite di conoscenza ai fruitori. Numerosi sono stati gli eventi dedicati alle erbe mangerecce nel corso degli anni, tra convegni, passeggiate e serate di riconoscimento delle piante e loro utilizzo, con preparazione di infusi, tisane e liquori. Domenica scorsa si è svolto il più recente di questi appuntamenti, che ha visto la partecipazione di circa 50 persone tra cui moltissimi bambini, da pochi mesi ai 10 anni di età. Un valore aggiunto alle numerose informazioni elargite da Alessandra è stato rappresentato dalle sapienti indicazioni di massaie, presenti alla passeggiata, memori delle tradizioni passate circa l’utilizzo delle piante in cucina e nei rimedi fitoterapici. E’ così che i più curiosi ed attenti partecipanti hanno riportato a casa notizie, fotografie, ricette e consigli gastronomici, mentre i bambini esperienze tattili ed olfattive di una proficua, Pomeriggi a quattro zampe Si è conclusa nel pomeriggio di domenica 19 la due giorni che l’Associazione studentesca “MedVet”, con il supporto dell’Università di Camerino e il patrocinio del Comune di Matelica, ha organizzato con l’intento di creare spunti formativi riguardante sia l’ambito professionale, culturale e dare vita ad una vera integrazione ed interazione tra la popolazione studentesca e la comunità locale. Sotto il nome di “On all four” (dall’inglese “a 4 zampe”) l’iniziativa ha coinvolto studenti, professo- 17 matelica.indd 2 ri, professionisti del settore e appassionati ed a realizzato, in entrambe le giornate, un vero e proprio percorso di cultura animale volto ad arricchire sia il bagaglio culturale degli studenti del Polo di Medicina Veterinaria sia quello di tutte le persone interessate a questo argomento. Dopo la prima giornata dedicata agli animali esotici e selvatici, questa seconda si è concentrata su nutrizione, comportamento animale e pronto soccorso. Dopo una mattina di lezioni ed approfondimenti nel pomeriggio si sono potute vedere dal vivo le tecniche di comunicazione non verbale e addestramento naturale con il cavallo (a cura dell’Associazione Cre “Cavallo a Dondolo” Onlus) e varie e divertenti dimostrazioni di Agility Dog (a cura di Twist & Shout di Matelica). Non è mancato poi un informalissimo e spassoso concorso per “Il meticcio più bello de Materga”. Molta la soddisfazione espressa dai ragazzi dell’Associazione “MedVet”, sia per le nozioni apprese e la possibilità di fare esperienze dirette, che amichevole, calda e profumata domenica all’aria aperta. La giornata si è conclusa con un pranzo conviviale presso un agriturismo della zona, che cortesemente ha cucinato per l’intero gruppo l’abbondante raccolto, così da permettere di degustare il fresco sapore delle erbe di campo primaverili appena colte. Gruppo Micologico Matelicese Un momento di relax dei partecipanti all’uscita ancora qualche individuo incivile e beota che trova più comodo scaricare la propria immondizia in montagna o lungo le scarpate delle strade. E’ chiaro che questi personaggi non abitano poi mai troppo distanti dai luoghi di queste discariche abusive… Segnaliamo quindi al Corpo Forestale ed alla Polizia Locale di Esanatoglia la presenza di questa discarica, affinché provvedano quanto prima alla sua rimozione. Danilo Baldini, delegato responsabile della Lac per le Marche Due giorni con Unicam e Comune per la partecipazione agli eventi. Appuntamento quindi alla prossima iniziativa! (informazioni: ass.medvet@ gmail.com) Gli eleganti Aidan e Hielo Buck ama le coccole! s.n. L’Agility Dog 22/04/15 10.43 18 >SASSOFERRATO< Camilletti festeggia 50 anni con "Masterchef" Barbieri A di VERONIQUE ANGELETTI rredamenti Camiletti, azienda di riferimento per la casa - e non solo -, festeggia quest’anno i suoi primi cinquanta anni di attività. Un traguardo importante che la famiglia ha voluto condividere con amici, clienti e conoscenti organizzando, domenica 12 aprile, una splendida festa nel suo showroom di via Crocefisso. Tanto per festeggiare come da bottega, in cinquant'anni, è diventata azienda e, partendo dalle campagne di Monterosso, oggi è presente oltre i confini dello stivale. Un successo tutto da imputare a precise scelte di marketing e commerciali e al fatto che hanno saputo anticipare le tendenze e rispondere con professionalità alle richieste di un mercato particolarmente esigente. Ma un successo che attinge ad una speciale alchimia dove l’espritmaison – tipicamente marchigiano Lo chef pluristellato Bruno Barbieri (al centro) ospite da Camilletti Arredamenti - regna ancora sovrano. Perché è un dato di fatto che quest’azienda non è altro che la storia di una famiglia ben nostrana. Di un uomo di Monterosso, un artigiano, che decide nel 1965 di aprire nella sua casa al bivio che porta al santuario della Madonna del Cerro una bottega. Lì produce infissi e per alcuni clienti crea mobili. Poi con l’intuito di completare la propria gamma commercializza altri prodotti e costruisce i primi scalini del successo che lo porta, nel 1986, a edificare sulla provinciale che collega Sassoferrato a Pergola un showroom di ben 3000 mq. Tuttora centro nevralgico e logistico dell’azienda. Ma il grande merito di Alberto è di aver saputo coinvolgere i propri figli, Claudio prima, Lorenzo dopo, per concertare un cambiamento di strategia. Il cliente non lo si aspetta ,ci si va incontro. Ed è così che nel 2000, la famiglia apre un negozio a Fabriano, nel 2007, un altro ad Ancona e con il centro Ernestomeda a Walferdange, in Lussemburgo. Un’esprit-maison che riposa sulla loro passione per il made in Italy, sul capire la personalità del cliente, sull’intuire il I candidati che hanno partecipato al concorso di cucina lanciato su Facebook dettaglio e l’originalità che fanno la differenza e soprattutto su quel giusto equilibrio tra design, arte contemporanea e praticità. Un modo di rispondere al cliente che padre e figli sono riusciti a trasmettere a tutti i quindici collaboratori che lavorano con loro. “I nostri punti forza – spiegano – sono nella consulenza che predispone la progettazione dell’ambiente che ci è affidato. Poi l’organizzazione e l’assistenza nella consegna. Lavoriamo con partner eccezionali, di fama mondiale, di alto profilo e di perfetta qualità che sanno soddisfare il cliente, qualsiasi sia il suo budget". L'Azione 25 APRILE 2015 Un ospite d'onore in cucina Due gli ospiti d’onore della festa. Lo chef Bruno Barbieri e la tipica pasticceria marchigiana. Barbieri venuto a Sassoferrato, per presentare il suo nuovo libro ha premiato tre delle ricette proposte dai candidati al concorso lanciato il 16 marzo scorso su Facebook. Tra di loro due sassoferratese Gabriela Fiori con la pizza di Pasqua e Romina Agostinelli con la zuppa inglese e poi altri venuti da vicino e lontano con la cicerchiata, la ciambella di Pasqua, il maritozzo e lo scroccafusi. Premiati: Donatella Bartolomei con il bostrengo, dolce della tradizione marchigiana, uno dei più antichi d'Italia, noci, mandorle, fichi secchi addolcito con sapa e miele; Adriana Agostinelli con la crescia foiata, ricetta che affonda le sue radici nella terra maceratese e Stefania Stura con i croccatelli, dolcetti tipici del Carnevale, profumatissimi per via dell'aggiunta del limone, che possono essere cotti al forno o fritti. "La notte della Tosca": 25 aprile: si celebra la Liberazione con una serie di intensi appuntamenti al Sentino c'è il debutto Nel 70° anniversario della Liberazione, la storica data del 25 aprile verrà celebrata ufficialmente a Sassoferrato con una cerimonia che avrà inizio alle ore 10.45, in piazza Matteotti (Castello), dove è fissato il raduno delle Autorità, Associazioni Combattentistiche e d’Arma, Scuole, ecc. Quindi, alle ore 11, il corteo muoverà verso il Parco della Rimembranza dove sarà celebrata la S. Messa al campo. Dopo la funzione religiosa si terrà l’orazione ufficiale da parte del sindaco, al termine della quale avverrà la deposizione di una corona di alloro dinnanzi al Monumento ai Caduti. Un’altra corona di alloro verrà Difendere la Costituzione In una società moderna, la convivenza civile si basa sulle leggi e le leggi sulla Costituzione, mentre la Costituzione si fonda su di un fatto storico che la legittimi e che regga, dunque, l’intero ordinamento. Per l’Italia democratica questo fatto si chiama Resistenza anti-fascista. Per questo il 25 aprile è festa nazionale, rappresenta la liberazione dal nazi-fascismo, da cui è nata l’identità democratica moderna del nostro paese ed ha il suo ultimo fondamento nella vittoria della Resistenza, di cui la Costituzione ne codifica la “buona novella”. In questo 70° anniversario stiamo assistendo non ad una semplice revisione della Costituzione, bensì, al completamento di una riforma della medesima di tale portata, che né questo, né nessun altro Parlamento ha il potere legittimo di realizzare. Si ritiene, perciò, sia un compito morale, culturale e politico, il ribadire l’attualità della Resistenza in difesa della Costituzione Repubblicana nella prossima ricorrenza del 25 aprile, firmata dal democristiano De Gasperi, dal comunista Terracini ed elaborata da figure del livello di Calamandrei. Anti-fascismo ed identificazione con gli alti valori costituzionali sono un tutt’uno. Semmai la Costituzione avrebbe bisogno di essere finalmente attuata e non di essere stravolta nei suoi valori fondativi, nel venir meno dei quali va in pezzi il patto stesso di una nazione equilibrata e si rischia di lasciare il passo ad una sorta di “legge della giungla”, volta a suggellare il potere di chi ha più mezzi a discapito delle moltitudini di questo nostro paese, equilibrio, che le norme presenti nella nostra stupenda Costituzione, hanno pur sempre, in qualche accettabile misura, garantito. Goffredo Bellocchi, delegato provinciale Anpi di Sassoferrato 18 sasso.indd 2 successivamente deposta in piazza Bartolo, sulla lapide dei Partigiani Caduti. In caso di cattivo tempo la S. Messa sarà celebrata nella Collegiata di San Pietro (Castello). La giornata prevede, inoltre, altri due appuntamenti, il primo dei quali si svolgerà nella stessa mattinata: la visita alla stele, fatta erigere nel Parco della Rimembranza dall’Associazione sassoferratesi nel mondo, in memoria dei dieci concittadini deceduti a seguito dell’affondamento del piroscafo “Empresse of Ireland”, avvenuto il 29 maggio 2014 nelle acque del fiume San Lorenzo, in Canada. Il secondo appuntamento è in programma alle ore 17 a Palazzo Oliva: l’incontro pubblico, promosso dall’Anpi di Sassoferrato per rievocare la cerimonia organizzata nel 1977 dall’amministrazione comunale dell’epoca, con la quale venne reso omaggio agli ex Partigiani protagonisti della Resistenza. Un debutto atteso! La neonata “Compagnia della Staccia” esordisce al Teatro del Sentino venerdì 24 aprile, alle ore 21, con uno spettacolo di propria produzione, La notte della Tosca, commedia brillante scritta da un’autrice di valore, Roberta Skerl. La regia di questa divertente e coinvolgente rappresentazione è firmata da Angela Bruschi. A portarla in scena un cast composto da attori locali con tanto entusiasmo ed anche con una certa esperienza teatrale alle spalle: Anna Maria Branchini, Ferdinando Fioranelli, Marcella Maiolatesi, Giulia Marini e Maura Misci, quest’ultima anche nella veste di aiuto regista. La notte della Tosca è una commedia di grande attualità che, con leggerezza e ironia, mette l’accento su due dei problemi più drammatici e angosciosi della realtà quotidiana: anziani soli e donne che perdono il lavoro. Tre infermiere ausiliarie di una casa di riposo per anziani si ritrovano licenziate da un giorno all’altro e sprofondano nella disperazione più nera. Le tre donne, alle prese con situazioni familiari borderline, non possono sopravvivere senza stipendio e intendono reagire alla situazione inscenando una protesta. Ma cosa decideranno di fare? Il vecchio Oscar, che da anni aspetta la morte nella sua stanza, sarà in grado di dar loro sufficiente coraggio per rivoltarsi e fare un “casino cosmico”? Anna, Linda e Ivana seguiranno il consiglio del vecchio, un ex sindacalista, rincoglionito, appassionato di lirica, che cerca di convincerle a compiere un gesto clamoroso? L’idea della disoccupazione e dell’incertezza sul proprio futuro servirà a far diventare le tre infermiere delle ribelli? In fondo ribelle è chi non dà per scontato che le cose debbano andare sempre nello stesso verso! E allora… non resta che assistere allo spettacolo, il cui ingresso è gratuito. Grave frana, cambia la viabilità Una grave frana ha coinvolto quasi meta della carreggiata della strada che collega CatobagliRadicosa a Rotondo (foto). Pertanto per chi vuole recarsi al Santuario della Madonna del Cerro, Rotondo, Doglio o Sementana si consiglia di passare per Monterosso. Il danno è grave, ma il sindaco Ugo Pesciarelli rassicura: “Interverremo in tempi brevi”. Le foto pubblicate nel numero scorso, legate alla mostra del Mam's sono di Matteo Mingo 22/04/15 10.41 L'Azione 25 APRILE 2015 Un'antica tradizione è l'occasione per radunare il paese C'è il piantamaggio con la solidarietà di GIAN MARCO LODOVICI A nche a Cerreto d’Esi arriva da quest’anno l’antica tradizione del Piantamaggio. il Piantamaggio o Albero di Maggio è una delle più folcloristiche tradizioni tra quelle presenti nel calendario dei nostri territori e non solo. La cerimonia risale a tempi remotissimi e, nel corso degli anni, ha assunto diversi significati. Prima che cristiana, la festa fu sicuramente pagana, per celebrare i riti di maggio, della fertilità e della primavera. Si piantava così un albero rubato nella notte del 30 aprile, assunto come simbolo fallico, si ponevano rami di fiori gialli profumatissimi davanti alle finestre delle ragazze e si cantavano ad esse strofe amorose. Nel passaggio dal culto pagano a quello cristiano, l’albero del maggio è diventato l’albero della cuccagna. Secondo alcune teorie, inoltre, l’uso dell’albero può assumere anche una funzione cosmica-religiosa. Il coordinatore dell’evento Manuel Pupilli ha sentito il bisogno di poter svolgere una serata come questa, tra preparativi che verranno e giovani presenti ad aiutare. Nella notte del 30 aprile a fianco al vecchio mattatoio, verrà issata la pianta e tenuta ben salda a terra, ripulita a dovere e portata a tronco nudo. In tutto questo un grande aiuto verrà dato anche dalla parrocchia di don Gabriele Trombetti, sempre disponibile a nuove iniziative, rimarcando la necessità di tramandare queste usanze ai giovani che ne vorranno far tesoro e che trovano in tutto questo un valido motivo per condividere insieme ai coetanei momenti di vero star bene. Nella serata verranno poi distribuite t-shirt con un logo dell’evento per chi lo vorrà, mentre tutto il ricavato verrà totalmente devoluto al neoCircolo Fenalc “i Grillo” al centro parrocchiale. Aria di "CambiaMenti” a Cerreto Si presenterà alle prossime elezioni comunali la nuova lista civica “CambiaMenti”, nata su impulso di uomini e donne cerretesi delusi dalla precedente gestione comunale con l’obiettivo di “far tornare la politica” al servizio del cittadino. Alle imminenti elezioni per il comune di Cerreto d'Esi, in programma il 31 maggio, oltre al Pd, saranno protagonisti così volti nuovi e completamente estranei alla politica. E sarà una sfida interessante, perché in ballo c’è davvero il futuro di questo paese, alle prese con il commissariamento prefettizio, e una delicata fase di ricostruzione in un territorio martoriato dalla crisi e dalla disoccupazione. CambiaMenti, in questo contesto, si propone di portare avanti idee innovative. Fra queste, la creazione di un “punto di ascolto dei cittadini” volto a costruire insieme un programma elettorale che tenga conto delle loro esigenze e richieste, 19 >CERRETO D'ESI< in un contesto collaborativo in cui cittadini ascoltano e collaborano con altri cittadini. Nell’ottica di una gestione comunale “condivisa con i cittadini”, persone comuni, lontane da ogni schieramento partitico e/o movimentista, si propongono così di affrontare questioni locali importanti: dal risanamento finanziario alla precaria situazione occupazionale cerretese. Gli organizzatori della lista si dicono stanchi del continuo rimescolamento di personaggi che da più di dieci anni hanno portato il Comune ad un indebitamento record a fronte del quale il cittadino – sostengono - ha ricevuto, oltre ad un inevitabile aumento della tassazione, ben poca cosa in termini di miglioramento dei servizi, con addirittura realizzazioni di strutture sovradimensionate rispetto alle reali esigenze del paese e conseguente impennata dei costi di gestione. “Il messaggio che questo gruppo di cerretesi intende lanciare è quello della necessità di un cambio di passo e di mentalità. La lista in questione è formata da alcuni cerretesi – ha dichiarato l’agente immobiliare David Grillini, 45 anni, candidato sindaco della lista – che con grande entusiasmo hanno deciso di mettersi in gioco, quasi tutti per la prima volta, certi che l’inesperienza politica di molti di loro possa risultare più salutare ed efficace rispetto ai risultati ottenuti dai più navigati predecessori che hanno gestito il bene comune dei cittadini di Cerreto d’Esi”. Così l’ambizioso progetto diventa praticamente obbligatorio per Cerreto d’Esi per poter fronteggiare l’attuale perdita di lavoro, salvaguardare in maniera prioritaria quello rimasto, valorizzare il territorio cerretese in maniera integrata, ossia potenziando agricoltura e turismo, reimpiegando strutture lavorative esistenti, recuperando il centro storico, ma soprattutto per tornare ad un benessere più diffuso e ridistribuito, percorrendo nuove strade che possano produrre benefici non solo nell’immediato, ma anche nel futuro. Una targa ricordo per Euplo Natali Il 25 aprile la cittadinanza cerretese si riunirà per commemorare il 70° anniversario della Liberazione. Dopo il tradizionale saluto delle autorità, il programma prevede l’omaggio floreale presso il Murales della Resistenza e l’inaugurazione della targa celebrativa del nuovo spazio della memoria dedicato a Euplo Natali. L’ex partigiano morto nella strage di piazza della Loggia compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, è un nostro concittadino: egli nasce il 3 gennaio 1905 a Cerreto d’Esi e frequentò le scuole a Fabriano fino al conseguimento del diploma di istituto tecnico. A 18 anni compiuti, Euplo Natali si trasferì a Brescia dove trovò la morte nell'attentato di Piazza della Loggia. Questa intitolazione è stata fortemente voluta dalla sezione cerretese dell'Anpi, associazione dei partigiani di ieri e degli antifascisti di oggi composta da uomini, donne e giovani che si sentono fieri, fedeli custodi dei valori della Resistenza e della memoria storica affinchè essa non si dissolva. Il corteo partirà da piazza Marconi per andare al murales della Resistenza per un omaggio floreale ai partigiani. Si alterneranno vari interventi celebrativi dopo aver scoperto la targa che ricorda Euplo Natali. Al termine il corteo proseguirà per il Monumento ai Caduti per depositare una corona d'alloro. La banda municipale chiuderà la manifestazione con le note del silenzio e con l'inno nazionale. Le proposte di Cola in vista delle Primarie In vista delle primarie del 26 aprile con cui il Partito Democratico sceglierà il proprio candidato sindaco per le prossime elezioni amministrative del 31 maggio, il candidato Angelo Cola (nella foto) ha incontrato la cittadinanza promuovendo l’incontro pubblico “Governare il Comune, governare la Regione” che ha visto la partecipazione del consigliere regionale Enzo Giancarli. Cola ha illustrato proposte politiche concrete e credibili, contestualizzandole con l’attuale situazione socio-economica e formulando esplicitamente le sue progettualità per il futuro del nostro paese ai cittadini che hanno riempito la sala, evidentemente interessati ad ascoltare le risposte sulle problematiche della nostra comunità. Dopo dieci mesi di commissariamento prefettizio, l’iniziativa è stata un’occasione di ascolto, di confronto democratico e costruttivo sulle questioni più attuali: la necessità di ridurre la tassazione sugli immobili e terreni, aggredendo il deficit, razionalizzando tutte le spese, compresa quella del personale. Utilizzando anche gli strumenti messi in campo dall’unione dei Comuni. E’ strategica inoltre la riduzione dei costi energetici senza dimenticare l’ambiente oltre alle questioni sull’occupazione, il sociale, i servizi al cittadino, lo sviluppo economico. Importante è anche creare nuovi servizi tenendo conto delle modifiche socio-economiche intercorse negli ultimi anni che hanno portato a problemi rilavanti sul piano della sicurezza e della legalità. I cittadini non devono essere lasciati soli. Proponiamo la creazione dello sportello alla legalità. Enzo Giancarli ha illustrato come l’iniziativa per il buon governo del Comune sia in forte sinergia con l’azione amministrativa svolta dalla Regione, attraverso una fattiva collaborazione tra soggetti ed enti. La campagna elettorale di Cola in vista del voto delle primarie del 26 aprile vedrà un altro importante momento di confronto sull'organizzazione e gestione dei servizi sociali che si svolgerà giovedì 23 aprile alle 21 presso la Sala dello Stemma. All’iniziativa parteciperà il consigliere regionale nonchè presidente della Commissione Sanità della Regione Marche Gianluca Busilacchi e tutti i protagonisti del settore operanti nel territorio: i referenti degli enti, tutti gli operatori, i rappresentanti della cooperazione sociale. La sensibilità del Cag per il mondo della disabilità Uno fra gli obiettivi più importanti previsti dal Centro Educativo Luigina Mazzolini è far crescere in ognuno dei ragazzi, la consapevolezza che, al mondo, colui che presenta disabilità sa esser l’individuo più speciale che ci sia. E’ quindi fondamentale far crescere nei ragazzi quella voglia di conoscere “il disabile”, stargli vicino, osservare i suoi limiti ed apprezzarli uno per uno, facendo sì che questi siano per lui dei pregi. L’obiettivo del Cag è appunto quello di sensibilizzare i ragazzi ad ammirare le persone con disabilità, ammirare il modo in cui sanno sorprendersi vedendo la neve cadere, gioire sapendo di aver vinto in un gioco di squadra, emozionarsi vedendo il mare, osservando ed imparando il modo in cui il mondo sa spiazzarli e divertirli. Ed è in onore a questo, alla conoscenza del mondo dalla loro prospettiva, che il nostro Centro Educativo si è permesso di creare un’attività ricreativa con il Servizio Residenziale “C’era l’Hacca” di Fabriano, centro che ospita ragazzi affetti da disabilità, organizzando ogni mercoledì, al bocciodromo di Cerreto, un pomeriggio in loro compagnia con la presenza di cinque dei ragazzi del nostro centro educativo, che svolgeranno il compito di animare ed interagire con loro giocando a bocce. L’esperienza vissuta dai nostri 19 cerreto.indd 2 ragazzi ha lasciato il segno in ognuno di loro, vedere come talvolta sono questi ragazzi ad insegnare a noi anche i più semplici dei giochi, come quello delle bocce, vedere come amino il genere umano e come ne apprezzino la compagnia, come ne sentano la vicinanza, è un'esperienza che dovrebbe portare alla riflessione ognuno di noi, la stessa riflessione che ha colpito i nostri ragazzi. E’ quindi un grande onore per il Cag avere la possibilità di occuparsi di un’esperienza formativa tanto grande, come quella dei laboratori creativi con la Comunità Protetta “Giovanni Paolo II” ove i nostri animatori e al tempo stesso organizzatori, possono passare del tempo con gli anziani del centro: l’incontro è previsto ogni venerdì. L’accettazione del disabile, interagire con lui, conoscerlo e trascorrerci del tempo, come hanno fatto i nostri ragazzi del Cag, è un’esperienza utile alla propria conoscenza personale, un’esperienza che sa arrivare al cuore, sa restare impressa, come ogni singolo ragazzo affetto da disabilità, con il quale abbiamo avuto la fortuna di parlare. “Molte volte il disabile è commiserato e con ciò discriminato proprio da quelli che hanno paura di riconoscersi in lui, direttamente o indirettamente”. (G. Pontiggia) Francesca Stridi 22/04/15 10.34 20 L'Azione 25 APRILE 2015 >CHIESA Torino, 18 aprile: visita in anteprima per i giornalisti alla Sindone (Foto Sir) L'ostensione della Sindone e l'emozione dell'arcivescovo Nosiglia Un segno per vivere la fede di M.MICHELA NICOLAIS P er i giornalisti comincia in Duomo, con un percorso a ritroso rispetto agli altri pellegrini, l’Ostensione della Sindone. “È il momento più importante del mio servizio episcopale”, dice con voce commossa monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. È la prima Ostensione, per lui, in veste di Custode della sacro telo: lo ricorda alle centinaia di giornalisti che affollano la cattedrale, nelle prime ore della mattina. Lo sguardo di Gesù. I cronisti presenti sanno di essere privilegiati, rispetto ai due milioni di pellegrini - queste le previsioni - che da domenica scorsa alle 16, dopo la Messa del mattino celebrata dall’arcivescovo sempre in Duomo, sono cominciati ad affluire per contemplare il lenzuolo in cui è stato avvolto l’“Uomo dei dolori”. Esattamente sotto la Sindone, per i 67 giorni dell’Ostensione, che si protrarrà fino al 24 giugno, sarà a disposizione dei visitatori il “Compianto sul Cristo morto” del Beato Angelico. Ciò di cui è testimonianza la Sindone, ha detto mons. Nosiglia, è “un amore così grande che non si è lasciato vin- VIVERE IL VANGELO di Don Aldo Buonaiuto cere dal male. Anche sulla Croce l’amore di Dio è sempre più forte di ogni avversità”. La Sindone “non è la contemplazione di un morto, ma di una persona, Gesù, che attraverso il dono di sé che ci ha dato la vita. Non siamo noi che contempliamo, ma è Lui che ci fa capire che ci sta guardando”, ha aggiunto sulla scorta delle parole pronunciate da Papa Francesco durante l’Ostensione televisiva del 2013: “Lasciamoci raggiungere da questo sguardo che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore”. Il 21 e 22 giugno Francesco sarà qui, per “venerare la Sindone e rendere onore a san Giovanni Bosco”, nel secondo centenario della nascita. L’attesa è cominciata. Attenzione a disabili e malati. Una statua, in alluminio, che riproduce la Sindone per i non vedenti: è una delle novità che i pellegrini che accorreranno per l’Ostensione della Sindone troveranno nel percorso di 850 metri che da piazzale Partigiani li condurrà al Duomo. Nel tratto finale, c’è la sala della “pre-lettura” della Sindone, dove un filmato illustra nel dettaglio le parti dell’immagine destra e sinistra del corpo avvolto nel telo, in modo che quando pochi minuti dopo i pellegrini sfileranno davanti al sudario possano immediatamente vedere e riconoscere. Lungo tutto l’itinerario di avvicinamento alla Sindone, che i pellegrini potranno percorrere tutti i giorni (tranne il 20 e il 21 giugno, in occasione della visita del Papa), dalle 7.30 alle 19.30, i grandi pannelli dei “Santi sociali” di Torino, a partire dai due dedicati a don Bosco (di cui si celebrano i 200 anni dalla nascita) fino al pannello dedicato alla beatificazione più recente, quella di Chiara Badano. Particolare attenzione verrà riservata ai malati e ai disabili, per i quali - per la prima volta a Torino - sono stati realizzati due “accueil”, sul modello di Lourdes. Ogni giorno, i volontari - 4.600 in tutto - saranno a disposizione per la corsia “prioritaria” a loro riservata. Due le “penitenzierie” a disposizione per le Confessioni: una davanti al Duomo, in piazza san Giovanni, e l’altra nella chiesa dello Spirito Santo, in via Porta Palatina. Occhi chiusi, eppure… Il volto dell’“Uomo dei dolori” ha gli occhi chiusi. Eppure, ci guarda. E noi riusciamo a ricambiare il suo sguardo soltanto se non ci lasciamo prendere dall’ossessione dell’autenticità. Lo spiega, con delicatezza, devozione e rispetto un quadro della Sindone in casa, e mia madre me ne raccontava la storia senza problemi”. Poi, con il crescere dell’età e gli studi biblici, “mi sono reso conto che c’era una corrispondenza innegabile con il Vangelo”. Immagine nuda e in bianco e nero. L’uomo della Sindone è nudo, sottolinea monsignor Ghiberti, suggerendo d’immedesimarsi nel senso di vergogna e di umiliazione che può aver provato la Madonna, sicuramente divenuta oggetto, in quel momento, di pubblico ludibrio. Quanto all’impatto del lenzuolo sui pellegrini che accorreranno, Ghiberti tiene a dire che “non si viene a contemplarlo per cercare effetti speciali”. Anche l’immagine è nuda, perché non c’è colore: anzi, ciò che la caratterizza è proprio l’assenza di colore. Segno dell’umiliazione, della debolezza totale, dell’annientamento dell’umano, unico preludio possibile alla Resurrezione. “La Sindone è il segno della centralità dell’incarnazione”. Il Crocifisso che è Risorto è il sigillo della storicità del cristianesimo, l’unica religione che ha scelto di entrare nella storia degli uomini per farli passare dall’ombra alla luce. Domenica 26 aprile dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,11-18) In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». Una parola per tutti Gesù è il buon pastore. Lo si riconosce dalla relazione che ha con le sue pecore – coloro che credono il lui – basata e nutrita dalla conoscenza vicendevole. L’Unigenito chiama il suo popolo “le mie pecore” perché è l’Emmanuel, il “Dio con noi”. Questi, scontento dei pastori di Israele, aveva promesso che il suo stesso Figlio sarebbe venuto a guidare un nuovo popolo. In Cristo la promessa è mantenuta. Nessuno potrà strappargli le sue pecore, a meno che queste non lo rifiutino. Egli partecipa loro la vita eterna, realtà di cui ogni uomo ha bisogno e brama. Il Messia non si limita a curare i vicini, ma a ricongiungere a sé anche i lontani che rifiutano il Salvatore o quanti, pur 20 chiesa.indd 2 monsignor Giuseppe Ghiberti, presidente onorario della Commissione diocesana per l’ostensione della Sindone, biblista, tra i più affermati studiosi delle corrispondenze tra Sindone e Vangeli. È lui la guida dei giornalisti nella chiesa del Santo Sudario, che prende il nome dall’omonima Confraternita, fondata nel 1898, vent’anni dopo l’arrivo della Sindone a Torino. È in questa chiesa, alla quale è annesso il Museo della Sindone, che si custodisce il telo: ora che la Sindone è in Duomo per l’Ostensione, ne rimane una fedele riproduzione nella cornice originale dei Savoia. “Il mio cuore fa il tifo che appartenga a Gesù”, confessa monsignor Ghiberti, che tiene però soprattutto a precisare che la contrapposizione tra chi è “pro” o “contro” la Sindone, tra i tifosi e gli increduli, è impropria e indebita: l’“unicum” del lenzuolo non è tanto il tessuto, certamente molto resistente per l’epoca, ma l’immagine. “La Chiesa non ha la competenza diretta per stabilire l’autenticità della Sindone”, che spetta agli studiosi, come aveva ricordato Giovanni Paolo II, ma la Sindone “è un segno: non conta per se stesso, conta per ciò a cui rimanda. E può essere un aiuto a vivere la fede”. “Avevo volendolo conoscere, non l’hanno ancora trovato. Il mercenario è colui che, invece, si limita a prendere dai suoi animali il latte, la lana e la carne. Il suo unico interesse è di guadagnare qualcosa e se vede dei pericoli fugge perché del prossimo gli importa solo ciò che può dare profitto, non la sua sorte. Come la possiamo vivere - Il Vangelo della IV settimana di Pasqua è rivolto a tutti noi e in particolar modo a coloro che hanno una responsabilità sugli altri nel campo familiare, politico, economico, sociale e spirituale. È la qualità del rapporto che determina l’identità dell’autorità, non il “titolo onorifico” né il legame di parentela. Cristo è l’esempio del vero pastore che si prende cura di chi gli viene affidato. Il mercenario, all’opposto, si basa sull’inganno e la sopraffazione lasciando inascoltato il grido del povero, dell’oppresso e sfruttando il fratello bisognoso. Il Redentore è venuto ad annunciare nuovi cieli e nuova terra per ogni uomo: per i ladri, per i peccatori, per ogni cristiano. Facendo diventare Dio il perno della nostra vita, smetteremo di essere noi il centro di tutto. Immersi nell’egocentrismo, infatti, siamo la causa di tutti i nostri malesseri, cattiverie, falsità… in una parola di tutte le nostre sofferenze. Rapportandoci con Gesù viviamo i suoi sentimenti, ragioniamo come lui, compiamo le sue stesse opere e l’invidia non sarà più la cattiva ispiratrice dei nostri pensieri. 22/04/15 10.31 21 >CHIESA< L'Azione 25 APRILE 2015 Il matrimonio, una strada Il Papa ha voluto offrire al mondo la testimonianza di un'opzione chiara di FRANCESCO IACOBINI I l Papa ha dedicato la catechesi delle ultime settimane al mistero della creazione divina dell’uomo e della donna, letto come il più grande dei doni di Dio e come segno della complementarità, della reciprocità e della relazionalità che stanno alla base della condizione umana. Nel “maschio e femmina li creò” del Libro della Genesi (1,27) si comprende come la differenza sessuale porti in sé stessa l’immagine di Dio, che non riguarda solo la singolarità del maschile e del femminile, ma appunto la loro stessa unione. Per la prospettiva dell’antropologia cristiana, ha ricordato Francesco, questa vicendevole necessità, che è poi la modalità concreta tramite la quale la vita e la storia del mondo proseguono, si traduce in un impegno serio, che coinvolge nel profondo. Guardato così, il matrimonio non è un vincolo, quanto una corrispondenza a una vocazione fondamentale, e una strada nella quale realizzare la propria libertà. La riflessione del pontefice, quindi, ha fatto riferimento al rapporto problematico tra tale, fondamentale opzione e la cultura contemporanea, almeno nelle grandi agenzie che presiedono alla diffusione di valori e comportamenti. “Per esempio, io mi domando se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione”, ha detto Bergoglio. Media, commentatori e social network dapprima hanno cercato per lo più di sottacere queste parole, poi si sono affrettati a replicare il consueto stereotipo della guerra tra Chiesa e mondo, tra cattolicesimo e diritti civili, tra Medioevo e modernità. Ma in realtà Francesco, nell’esporre di nuovo la bellezza e la completezza dell’insegnamento fondamentale della Chiesa sull’identità della persona, si è sottratto alla logica dei facili incasellamenti e degli interdetti. Ha preferito svolgere il discorso anche sotto forma di domanda, con un approccio autenticamente critico, che provoca le certezze troppo sbrigativamente date per acquisite dall’opinione pubblica e che colloca il tema su un piano di serietà, che dovrebbe interessare tutti. Infatti, un tempo così tecnologico, sviluppato e “liberato”, come quello che noi pensiamo di vivere, rischia di scoprirsi sorprendentemente incerto e fragile proprio di fronte ai temi fondamentali dell’umano, alle loro implicazioni inedite, alle loro esigenze e opportunità. Un tempo in cui le persone sembrano disporre di infinite facoltà di manipolazione culturale e scientifica, ma non riescono a inquadrarle dentro un orizzonte equilibrato, che non le disperda nel vortice dell’incerto e del destrutturato, in mezzo a significati sbiaditi o scomparsi. In questa situazione nuova, il confronto con le domande originarie e indelebili della vita, come quella della differenza e della reciprocità tra uomo e donna, è esposto alla tentazione dell’evasione e dell’aggiramento, traducendosi magari in una quantità di proposte e rivendicazioni inedite che appaiono aperte a tutte le possibilità, proprio perché disancorate (Foto archivio Sir) da una visione realistica e coerente, talvolta anche dal punto di vista logico. Ciò che invece risulta evidente a ogni sguardo onesto è come la spirale delle risposte affrettate alle questioni di genere, basate sull’ idea semplice e irresistibile della coincidenza tra desideri e diritti, si rivolga infine contro quell’insieme delicato di significati, segni e dispositivi concreti che costituiscono la dignità della persona umana, qualunque sia la sua condizione. Il discorso papale, quindi, è stato fondamentalmente un invito a farsi carico di tutti questi problemi anche con serietà culturale e scientifica, e ad affrontarli con approccio esigente e motivazioni fondate. E qui sta anche il compito odierno dei cristiani, che non devono lasciarsi confinare nella logica amareggiata e cupa della sola negazione, ma che sono chiamati a offrire al mondo la testimonianza di un’opzione chiara, e insieme capace di assumere le domande reali, anche quelle non previste o non desiderate. C’è, infatti, un rischio di rassegnazione e frustrazione che può pervadere anche il campo ecclesiale, la tentazione di trincerarsi dietro la rimozione della realtà. Mentre invece – è l’invito che traspare da tutto l’insegnamento di Francesco - si tratta di partecipare a un confronto epocale con argomenti convincenti, con capacità di ascolto e con proposte credibili dirette a ogni persona, quale che sia il suo stato e la sua condizione. Perché si può affermare la verità senza cedere alla dittatura dell’opinione, e insieme senza essere sordi e ciechi di fronte a ciò che attraversa le esistenze concrete. C’è molto da fare quindi, e il Papa invita a mettersi alla stanga. FERIALI ore 7.00: - S. Caterina (Auditorium) ore 7.20: - S. Silvestro ore 7.30: - M. della Misericordia - Mon. S. Margherita ore 7.45: - Monastero Cappuccine ore 8.00: - Casa di Riposo - Collegio Gentile - S. Luca ore 8.30: - Cripta di S. Romualdo ore 9.00: - Mad. del Buon Gesù - S. Caterina (Auditorium) ore 16.00: - Cappella dell’ospedale ore 18.15: - Ss. Biagio e Romualdo ore 18.30: - Cattedrale S.Venanzio - S. Giuseppe Lavoratore - Sacra Famiglia - M.della Misericordia - S. Nicolò (lun.-merc.-ven.) - S. Nicolò Centro Com. (mart.-giov.-sab.) - Oratorio S. Giovanni Bosco FESTIVE DEL SABATO ore 18.00: - Collegiglioni ore 18.30:- Cattedrale S.Venanzio - S. Giuseppe Lavoratore - Collegio Gentile - M. della Misericordia - Sacra Famiglia - S. Nicolò Centro Com. - Oratorio S. Giovanni Bosco FESTIVE ore 7.00: ore 8.00: ore 8.30: ore 8.45: ore 9.00: ore 9.30: ore 10.00: ore 10.15: UNA FINESTRA SUL SEMINARIO REGIONALE ore 10.30: ore 11.00: La "settimana" dei seminaristi Quando Gesù dice “vieni e seguimi!” ci propone un’avventura meravigliosa: stare dietro a Lui significa, a qualsiasi età, lasciare tutto e annunciare al mondo intero l’Amore di Dio! Prima del “sì” definitivo, la Chiesa propone un cammino di sette anni a coloro che si sentono chiamati da Cristo a diventare sacerdoti. Qualcuno si domanderà: cosa fanno 40 giovani in seminario? Beh, vediamo più da vicino una loro settimana “tipo”… Il Vespro solenne della domenica dà il “la” alla settimana: tutti i seminaristi (chi dalla propria diocesi per il tirocinio pastorale, chi da altre esperienze ecclesiali del weekend) rientrano in seminario per questa preghiera prima di cena. Ogni giorno, dopo la sveglia delle 6.30, i seminaristi scendono in cappella per il momento di preghiera mattutino: lodi comunitarie e meditazione personale oppure la santa Messa. Poi di corsa a colazione. Alle 8.40 la campanella richiama tutti all’ordine per l’inizio delle lezioni. Infatti, dal lunedì al venerdì, si frequentano i corsi dell’Istituto Teologico Marchigiano, che per fortuna dei ragazzi si trova nella stessa sede del Seminario. Dopo quattro ore di scuola, viene condiviso il pranzo in refettorio e dalle 13.30 alle 15 è previsto un tempo di riposo. Alcuni sfruttano questo momento per passeggiare e dialogare, altri per schiacciare un pisolino, mentre i più sportivi giocano a ping-pong, calcetto, pallavolo… Dopodiché è lo studio personale a impegnare il seminarista per tutto il pomeriggio. Dal tardo pomeriggio fino all’ora di cena sono previsti incontri e attività, comuni o differenziati in base all’anno formativo di ciascuno. Ecco alcuni esempi. Il martedì, divisi in gruppi, si condividono le riflessioni personali sulle letture AGENDA LITURGICA di Don Leopoldo Paloni ~ CRESIME A CERRETO D’ESI: sabato 25 aprile alle ore 11 e domenica 26 alle ore 11.15. ~ INAUGURAZIONE DELLA “CHIESA DEGLI ARTISTI” A SS. BIAGIO E ROMUALDO: sabato 25 aprile alle ore 18. 21 chiesa.indd 2 ore 11.15: ore 11.30: ore 11.45: ore 16.30: ore 18.15: ore 18.30: della domenica precedente (la “collatio”). Il mercoledì i formatori tengono incontri specifici su temi attinenti la vita sacerdotale: preghiera, spiritualità, crescita umana e pastorale. Il cuore della settimana è la serata del giovedì perché, in un clima di silenzio e digiuno, si vive un tempo di Adorazione Eucaristica; in questo momento è proprio la relazione a tu per Tu con Gesù a ricordare chi è la Sorgente dell’Amore. Il venerdì, divisi in gruppi i seminaristi approfondiscono, meditano e pregano le Letture della domenica successiva. Con la Celebrazione Eucaristica del sabato mattina, ringraziando Dio per tutti i doni ricevuti nella settimana, si affidano a Lui le varie esperienze che i seminaristi vivranno durante la domenica… … e la settimana ricomincia! Filippo Vici (Diocesi di Senigallia), Francesco Olivieri (Diocesi di Fabriano) ~ CRESIME AD ATTIGGIO: domenica 26 aprile alle ore 10. ~ VISITA PASTORALE DEL VESCOVO NELLA ZONA PASTORALE “COLLAMATOATTIGGIO”: lunedì 27 aprile alle ore 21 incontro con le famiglie a San Michele; martedì 28 aprile alle ore 21 incontro con gli operatori pastorali a Bassano; mercoledì 29 aprile ore 20 incontro dei giovani ad Argignano. - S. Caterina (Auditorium) - S. Maria in Campo - M. della Misericordia - Casa di Riposo - S. Nicolò (Centro Comunitario) - Sacra Famiglia - S. Margherita - S. Luca - Cappella dell’ospedale - Ss. Biagio e Romualdo cripta - S. Giuseppe Lavoratore - S. Caterina (Auditorium) - Collegio Gentile - Cattedrale San Venanzio - Collepaganello - M. della Misericordia - Nebbiano - Cupo - Attiggio - Moscano - S. Silvestro - S. Nicolò - S. Giuseppe Lavoratore - Monastero Cappuccine - Cattedrale San Venanzio - Sacra Famiglia - M. della Misericordia - S. Maria in Campo - Melano - Argignano - Cattedrale San Venanzio - Ss. Biagio e Romualdo - S. Giuseppe Lavoratore - M.della Misericordia MESSE FERIALI 7.30: - Regina Pacis 8.00: - S.Teresa 9.30: - Concattedrale S. Maria 18.00: - Concattedrale S. Maria 18.30: - S. Teresa - S. Francesco - Regina Pacis MESSE FESTIVE DEL SABATO 18.00: - Concattedrale S. Maria 18.30: - S. Teresa 19.00: - Regina Pacis Messe FESTIVE 7.30:- Beata Mattia 8.00:- Concattedrale S. Maria 8.30:- Regina Pacis - Ospedale 9.00:- S. Rocco - S.Francesco 9.30:- Invalidi - S. Teresa 10.30:- Concattedrale S. Maria - Regina Pacis 11.00:- S. Teresa -Braccano 11.15:- S. Francesco 11.30:- Regina Pacis 12.00:- Concattedrale S. Maria 18.00:- Concattedrale S. Maria 18.30:- S. Teresa - Regina Pacis 22/04/15 10.30 22 >DEFUNTI< ANNIVERSARIO ANNIVERSARIO ANNIVERSARIO Martedì 28 aprile ricorre il 4° anniversario della scomparsa dell'indimenticato CHIESA della SACRA FAMIGLIA Martedì 28 aprile ricorre il 2° anniversario della scomparsa dell'amato I parenti e gli amici lo ricordano nella S. Messa delle ore 18.30 nella chiesa di San Venanzio. Giovedì 30 aprile ricorre il 1° anniversario della scomparsa dell'amata BRUNA BERIONNI in BARTOLINI Il marito Mariano, le figlie Francesca e Paola, il genero Stefano, il nipotino Luca e i parenti tutti la ricordano con affetto. Si ringrazia chi si unirà alle preghiere. ROBERTO COLONNA I familiari, i parenti, gli amici lo ricordano con affetto. S.Messa martedì 28 aprile alle ore 18.30. Si ringrazia chi si unirà alle preghiere. ANNUNCIO ANNIVERSARIO ANNIVERSARIO CLAUDIO CASADIO TARABUSI Sabato 18 aprile è venuta a mancare all'affetto dei suoi cari, all'età di 89 anni ESILIA CUPPOLETTI ved. ROSSI Lo comunicano il figlio Gianrico, la nuora Daniela, il nipote Mosè, i fratelli, la sorella, i cognati ed i familiari tutti. Onoranze Funebre Belardinelli ANNUNCIO Mercoledì 15 aprile, a 66 anni, è mancata all'affetto dei suoi cari FELICITA GIACOMINI in NUCCI Lo comunicano il marito Pierino, la figlia Valeria, il genero Carlo Alberto, le nipoti Chiara e Aurora, la sorella Anna Maria, i cognati, i parenti tutti. Marchigiano ANNUNCIO Mercoledì 15 aprile, a 88 anni, è mancata all'affetto dei suoi cari SILVIA PERINI in ORAZI Lo comunicano il marito Lorenzo, le figlie Maria Antonietta ed Agata, i generi, i nipoti Samuele, Lorenzo, Maria Stella e Sibilla, i fratelli, la sorella ed i parenti tutti. Gruppo Bondoni Venerdì 24 aprile ricorre il 48° anniversario della scomparsa dell'amato GIOVANNI MAZZONI La moglie, la figlia, il genero, le nipoti e i pronipoti lo ricordano con affetto. S.Messa domenica 26 aprile alle ore 11.30 nella chiesa di Argignano. Si ringrazia chi si unirà alle preghiere. ANNUNCIO "Che la fugacità del tempo non cancelli in voi il mio ricordo" Domenica 19 marzo, a 65 anni, è mancata all'affetto dei suoi cari MARY TROSO in TIBERI Lo comunicano il marito Roberto, i figli Tatiana e Lorenzo, il genero Venanzo, la nuora Paola, i nipoti Aurora, Alessio, Joele, la suocera Romelia e i parenti tutti. Marchigiano ANNUNCIO Martedì 21 aprile è venuta a mancare all'affetto dei suoi cari, all'età di 55 anni STEFANIA RUZZICONI in BARTOLINI Lo comunicano il marito Renzo, il figlio Luca ed i parenti tutti. Onoranze Funebre Belardinelli CHIESA di S. VENANZIO Nel 4° anniversario della scomparsa del Maestro VITTORIO MARIANI le sorelle e i nipoti lo ricordano con affetto. La S.Messa di suffragio sarà celebrata lunedì 27 aprile alle ore 18.30. ANNUNCIO Domenica 19 aprile è venuta a mancare all'affetto dei suoi cari, all'età di 92 anni ERSILIA ESPOSTO GASPARETTI ved. ARTEGIANI Lo comunicano le figlie Anna e Maria, i generi Alfio e Bruno, la sorella Maria, i nipoti, i pronipoti, la cognata ed i familiari tutti. Onoranze Funebre Belardinelli Gli annunci vanno portati in redazione entro il martedì mattina Il rabbino Toaff era legato a Fabriano La famiglia Bacchi lo aiutò contro le repressioni naziste L’ ex rabbino capo di Roma Elio Toaff è mor to domenica scorsa a Roma. Avrebbe compiuto 100 anni a fine aprile. Storico l’incontro di Toaff con Giovanni Paolo II nell’aprile del 1986 (preceduto, nel 1981, dalla visita dello stesso Toaff nella chiesa di San Carlo ai Catinari, nei pressi del Ghetto). Nato nel 1915, Elio Toaff conobbe in giovinezza l’umiliazione delle leggi razziali. Si laureò a fatica in Giurisprudenza, perché nessun professore voleva dare la tesi a un ebreo. Voleva andare in Palestina come i fratelli, ma il padre, rabbino di Livorno, lo avviò agli studi rabbinici e lo invitò a rimanere in Italia, perché, diceva “un rabbino deve rimanere con 22 defunti.indd 2 la sua gente”. Gli anni della guerra furono durissimi, specie a partire dal 1943, quando divenne rabbino ad Ancona. In fuga con la moglie Lia, Toaff fu catturato dalle SS e condannato alla fucilazione. Mentre si scavava la fossa, si mise a pregare. Lo notò un capitano che, commosso, alla fine, lo fece fug g ire. C on sapiente ironia, Toaff, negli anni scorsi ricordava l’episodio, e gli brillavano gli occhi: “La preghiera mi ha salvato”. Dal ‘46 al ‘51 ricoprì l'incarico di rabbino capo di Venezia. Era considerato in modo unanime una delle massime autorità spirituali e morali ebraiche dell’Italia nel secondo dopoguerra. Con un tweet il premier Matteo Renzi ha espresso il suo cordoglio: “Un pensiero carico di gratitudine e affetto per il rabbino Elio Toaff, L'Azione 25 APRILE 2015 ANNIVERSARIO BRUNO MEZZOPERA n. 12/08/1916 m. 24/04/1976 ADRIANA MONTI n. 29/07/1926 m. 23/07/2009 Nell'anniversario della scomparsa degli amati Bruno Mezzopera e Adriana Monti, i figli Giovanni, Carla e Paola, la nuora, i generi ed i nipoti li ricordano con affetto. ANNIVERSARIO ANNIVERSARIO CHIESA della MISERICORDIA Sabato 25 aprile ricorre l'8° anniversario della scomparsa dell'amata VANDA BARTOCCETTI ved. ANTONINI La figlia, il genero, i nipoti ed i parenti la ricordano con affetto. Nella S.Messa di sabato 25 aprile alle ore 7.30 sarà ricordato anche il marito AMEDEO Si ringrazia chi si unirà alle preghiere. Chiesa di S. GIUSEPPE LAV. Lunedì 27 aprile ricorre il 1° anniversario della scomparsa dell'amata BIANCA FERRETTI ved. BALLANTI Il figlio Nello, la nuora Maria Claudia, le nipoti Emanuela con Andrea, Simona, il pronipote Gioele ed i parenti la ricordano con affetto. Nella S. Messa di lunedì 27 aprile alle ore 18.30 sarà ricordato anche il marito LUIGI BALLANTI. Si ringrazia chi si unirà alle preghiere. RINGRAZIAMENTO ANNUNCIO Le famiglie Ronchetti Ronchetti, Gatti, Gatti Rinaldi, commosse per la manifestazione di affetto ricevuta per la perdita della loro cara ELIDE FALZETTI ringraziano quanti si sono uniti al lutto. Marchigiano Mercoledì 15 aprile, a 91 anni, è mancata all'affetto dei suoi cari OLGA BIANCHETTI in FAGGIONI Lo comunicano il marito Giuseppe, la figlia Maria, il genero, i nipoti, i pronipoti, i parenti tutti. Marchigiano RINGRAZIAMENTO ANNUNCIO Ivana e Giambattista Bottacchiari ringraziano di cuore quanti si sono uniti al dolore per la perdita del loro caro GILDO BOTTACCHIARI Marchigiano E' venuto a mancare all'affetto dei suoi cari, all'età di 76 anni CAV. CORRADO CESAURI Lo comunicano la moglie Giuliana, il figlio Walter, la nuora Eleonora ed i parenti tutti. Onoranze Funebre Belardinelli grandissimo italiano e uomo simbolo della comunità ebraica”. E’ stato menzionato anche a Fabriano, perché con la nostra città aveva avuto a che fare. Un “giusto” che è stato protetto da un fabrianese negli anni duri dei rastrellamenti nazisti, come ha scritto Gian Pietro Simonetti su Facebook. Quel grande fabrianese era il papà di Edgardo Bacchi e nonno di Paolo Bacchi. Anche Sonia Ruggeri puntualizza che “ricordare è un dovere”. Toaff, un grande dell’ebraismo, un “uomo di pace e di dialogo”, che la famiglia Ruggeri ha avuto l’onore di conoscere nella Sinagoga di Roma, quando egli volle rivedere Giovanni Ruggeri. “Era stato mio padre, infatti, ad accompagnare Toaff, sua moglie e il suo piccolo presso la grande e coraggiosa famiglia Bacchi, poiché mia nonna paterna, allora, era in contatto con una famiglia ebrea di Ancona. Io e i miei fratelli siamo vicini alla famiglia Toaff e alla comunità ebraica”, scrive ancora la Ruggeri. Una folla commossa ha reso omaggio a Livorno all’ex rabbino di fronte al tempio di piazza Benamozegh. Il feretro è stato esposto per ricevere il saluto della 'sua' Livorno, prima della celebrazione del funerale al cimitero ebraico dove Toaff verr tumulato accanto alla moglie. Gli interventi commossi del sindaco Filippo Nogarin, dei presidenti della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e di Livorno Vittorio Mosseri, dell'ambasciatore di Israele Naor Gilon e il saluto del vescovo Monsignor Simone Giusti. In rappresentanza del governo è intervenuto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. "La presenza del Governo testimonia la vicinanza alla Comunità ebraica, ma anche il riconoscimento simbolico del valore che Elio Toaff rappresenta per la storia del nostro paese sotto il profilo umano, sotto il profilo culturale e sotto il profilo del suo impegno politico". Così il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a Livorno durante l'omaggio della città a Elio Toaff. “È stato anche un grande partigiano”, ha proseguito il Ministro, “un professore universitario che in tempi ormai remoti ha cominciato a dare un messaggio chiaro di dialogo, di conoscenza reciproca come base di una convivenza di pace. In questo momento in particolare ci sembra opportuno ricordarlo al massimo livello e con tutto il cordoglio e la partecipazione”. ANNIVERSARIO CHIESA di VALLEREMITA Lunedì 20 aprile è ricorso il 5° anniversario della scomparsa dell'amato SEVERINO POCOGNOLI Il figlio, la nuora ed i parenti tutti lo ricordano con affetto. S. Messa sabato 25 aprile alle ore 16.30. Si ringrazia chi si unirà alle preghiere. "Non piangete la mia assenza, sono beato in Dio e prego per voi. Io vi amerò dal cielo come vi ho amati in terra". 22/04/15 10.28 23 L'Azione 25 APRILE 2015 >CULTURA La compagnia Papaveri e Papere impegnata in laboratori teatrali: poi il debutto Gli allievi vanno in scena di SAVERIO SPADAVECCHIA E’ stato un grande successo lo spettacolo di venerdì della compagnia fabrianese Papaveri e Papere, “Papaveri o Papere?”, che ha portato in scena 51 allievi di età compresa tra i 6 ed i 60 anni. Ancora una volta le assi del Teatro Gentile hanno dato ospitalità al progetto dall’associazione denominato “#fabrianofareteatro”, sostenuto dal patrocinio del Comune di Fabriano, dell’Unione Italiana Libero Teatro, la collaborazione della Fondazione Pergolesi Spontini ed il contributo della Fondazione Carifac. Il sipario fabrianese si è alzato venerdì pomeriggio con i piccoli attori seguiti da Sofia Cartuccia e Francesca Spaccia. Sono stati due i lavori presentati dai piccoli attori ispirati all’opera di Jacques Offenbach “I racconti di Hoffmann”. Gli allievi dei laboratori, ragazzi e bambini indistintamente, hanno infatti lavorato attorno al tema proposto dal progetto Social Opera 2015 della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi a cui Papaveri e Papere ha aderito. Un approccio di totale libertà, dove la fantasia dei giovani attori e la capacità di “conoscere il palco” hanno permesso di “vivere” la prima esperienza per i giovanissimi alla ricerca del misterioso Hoffmann. Uno spettacolo che ha divertito genitori, fratelli e sorelle corsi a teatro per vedere le prime scintille di un talento che i piccoli attori Gobbetti: una dote in comunità Domenica 19 aprile si è conclusa, all’Oratorio del Gonfalone, una splendida mostra sulla storia e le attività dell’Associazione “Casa Madonna della Rosa Onlus” di Fabriano, di cui il principale fondatore è don Nicola Gatti, al quale va tributato il merito di aver dato la possibilità a tante persone con problemi psichici di non essere trasferite in altre strutture lontano dal luogo e dagli affetti in cui sono cresciute. Un successo che testimonia la grande partecipazione del volontariato fabrianese che in diciotto anni di attività della Casa ha condiviso, aiutato, con un forte e lodevole amore di servizio disinteressato, la quotidianità ed il benessere verso i tanti ospiti che hanno trascorso in Comunità una parte importante della loro vita. Tramite la mostra, molti visitatori hanno potuto apprezzare con stupore bellissimi e diversi lavori artigianali esposti, creati dagli ospiti: oggetti in ceramica, con la carta, 23 cultura.indd 2 con la stoffa e opere pittoriche su tela e legno. Tra i tanti ospiti della Casa emerge la figura del giovanissimo Alessandro Gobbetti, che grazie all’operato degli operatori e volontari, è riuscito ad esprimere con il suo talento, la vena artistica che era assopita fin dai banchi di scuola. Le due opere esposte al Gonfalone eseguite su una tavola di legno dalle dimensioni di 120x240, (vedi foto) sono la testimonianza di una creatività interiore che Alessandro ha potuto esternare con notevole capacità tecnica ed espressiva. Le opere hanno catturato l’attenzione di tanti visitatori che hanno chiesto informazioni sull’artista. Sono molte le opere che Gobbetti, in soli due anni, ha realizzato ed esposte presso la Casa Madonna della Rosa rendendo vive le pareti, le stanze degli ospiti, portando luce, colore e allegria con grande beneficio di chi li ammira. Anche il presidente della Comunità, Francesco Giardini, si è impegnato a trovare con l’aiuto di sponsor e privati, materiale, colori e quanto altro per permettere ad Alessandro di continuare ad esercitare questo talento artistico che gli sta portando un grande beneficio al suo benessere psico-fisico. Sandro Tiberi dimostreranno in futuro. Solo nella serata è stata la volta degli allievi al primo e secondo anno di attività teatrale: seguiti da Maria Grazia Tiberi i giovani attori hanno presentato “Reality” e “Juke box”. Il primo costruito intorno al distorto sistema dei reality show ed il secondo attorno al juke box di un bar frequentato da strani personaggi. Ma l’associazione Papaveri e Papere non si è certo fermata alla dimostrazione del talento dei suoi giovani allievi, perché sono proseguite sabato scorso ad Ostra (durante la seconda edizione della rassegna regionale del teatro brillante Ridiamoci Su) le repliche del successo “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”. Ancora una volta infatti sono andate in scena le storie di quattro uomini (alle soglie e qualcuno ben oltre la soglia dei terrorizzanti “anta”) ed una femme fatale per così dire improvvisata e per molti versi sorprendente chiamata a stravolgere una partita di poker sonnacchiosa. LA GUERRA E LA FEDE di Don Leopoldo Paloni Lo sterminio armeno: se vi pare poco... Poveri Armeni: da sempre cornuti e mazziati. Oggetti di ricorrenti stermini da parte di altre componenti etniche dell’Impero Ottomano si ritrovarono nel 1915 membri di una nazione che aveva proclamato “la guerra santa”. Alcuni di loro si arruolarono in una brigata armena nell’esercito russo, mentre la maggior parte di loro combatté lealmente fra le file delle armate turche. Fu questo il pretesto per un’operazione di evacuazione forzata di milioni di armeni mandati a morire nel deserto. La storiografia turca nega la volontà di pulizia etnica e quindi la qualifica di genocidio per quello che considerano solo un drammatico episodio di guerra motivato dal timore di un possibile tradimento armeno. Va ricordato che l'apparente coerenza di tesi da parte della storiografia turca contro l'esistenza del genocidio è dovuta in buona parte al clima di repressione che si respira nel paese. Ad esempio, lo storico turco Tener Akcam, il primo a parlare apertamente di genocidio, fu arrestato nel 1976 e condannato a dieci anni di reclusione per i suoi scritti; l'anno successivo riuscì a fuggire e a rifugiarsi in Germania; ora lavora negli Stati Uniti. La tesi turca si fonda solo su un equivoco perché il timore di tradimento originato dalla stessa fede condivisa fra russi ed armeni non significa necessariamente l’esistenza di cordiali rapporti fra le due confessioni. Ne fanno fede le continue risse durante le pulizie pasquali del Santo Sepolcro fra monaci armeni ed ortodossi che a dispetto della santità del luogo se le sono date sempre di santa ragione. In realtà gravi furono anche le responsabilità della Russia interessata ad impadronirsi degli Stretti e di Costantinopoli. A loro lo sgombro degli armeni faceva comodo e difatti non mossero un dito in loro favore, convinti della vittoria Inglese a Gallipoli e del conseguente crollo ottomano che si era intanto preso il disturbo di eliminare i precedenti scomodi inquilini. La tecnica dell’avvoltoio non funzionò, ma gli armeni continuarono ad essere un popolo martire stretto fra cinici e potenti vicini. 22/04/15 11.08 24 >CULTURA< L'Azione 25 APRILE 2015 Da Giotto a Gentile, e poi? Sfruttare questo patrimonio di PAOLA ROTOLO “F abriano è una meravigliosa città storica, dalle mille potenzialità artistico-culturali”: esordisce così il nostro interlocutore Giampiero Donnini, critico d’arte che ha sviluppato fin da ragazzo il gusto di scoprire i tesori della cultura. “La mia è una vecchia passione derivata dalla ricerca nel territorio. Verso la fine degli anni Novanta ricordo che le chiese venivano lasciate aperte, incustodite, ora non è raro che per visitarle sia necessario richiederlo giorni prima”. Donnini ha effettuato gli studi ad Urbino per poi trasferirsi a Milano dove si occupava dei Caroselli. Lì ha investito la maggior parte dei suoi guadagni in cultura, fino ad ottenere un patrimonio di libri notevole: “Nonostante la grande offerta che Milano mi faceva dal punto di vista strettamente bibliografico, accusavo molto la mancanza del mio territorio ed il contatto diretto con le opere d’arte. Certo, i libri mi permettevano di viaggiare senza viaggiare, ma spesso sentivo l’esigenza di tornare a Fabriano. Ho cominciato a pubblicare articoli concernenti l’ambito semantico dell’arte e della cultura aprendomi la strada al mondo scientifico rivelatosi ostico, difficilissimo da penetrare. Ho pubblicato saggi scientifici anche su ‘Paragone‘ e sul ‘Burlington Magazine’. Inizialmente scrivevo della pittura umbro-marchigiana del Trecento e del Quattrocento, poi ho iniziato ad avvicinarmi ai secoli successivi. Lo stile del Maestro di Campodonico mi aveva particolarmente affascinato, non a caso la mia prima pubblicazione riguardava la critica di una tavola che gli era stata erroneamente attribuita. Fui molto criticato per questo, ma ora a distanza di anni mi danno ragione”. La Fondazione Carifac ha richiesto a Giampiero Donnini un progetto valido per impostare la mostra “Da Giotto a Gentile”, che evidenziasse la stretta correlazione tra la cultura fabrianese e quella umbra. Si è pensato a Vittorio Sgarbi sia come curatore che come figura che fungesse da ritorno d’immagine. “Con tutto il gruppo di Sgarbi, più qualche ragazzo di Fabriano, siamo riusciti a gestire la mostra nella maniera più efficiente possibile e la nostra città ha avuto un ritorno importante. Sarebbe la vera svolta se solo cambiasse la mentalità, perché il problema è a monte”. Ora si sta maturando un nuovo progetto, Il Museo della Carta: secondo Donnini, i turisti che arrivano a Fabriano dovrebbero essere portati in tour anche nel resto della città un’ulteriore mostra per il 2016, che sia un continuum della precedente: “Siamo nella mani di una classe politica ignorante e inconsapevole, avulsa dalla cultura, figlia della politica merloniana, che andrebbe al più presto sostituita con menti giovani”, aggiunge Donnini. “E’ la cultura che governa una città e bisognerebbe saper sfruttare al meglio il patrimonio che abbiamo. La recente mostra ha portato a Fabriano una ventata di novità ed è impossibile non rendersi conto come dalla sua chiusura ci sia stato un periodo di quiete quasi tetra, di stallo”. Per la mostra è stato scelto il titolo strategico “Da Giotto a Gentile” perché un titolo come “La pittura del Trecento” non avrebbe avuto la stessa efficacia. Ora si sta valutando che titolo dare alla prossima. All’inizio si pensava “Da Gentile a Gentileschi” per un discorso di continuità, ma Sgarbi, che collaborerà anche a questo progetto, vorrebbe puntare su un titolo più ad effetto, come “Da Caravaggio a Canova”. Potremo ammirare tutto il nostro Quattrocento e Cinquecento e lo straordinario patrimonio del Seicento e Settecento che abbiamo a Fabriano, che non è mai stato adeguatamente né discusso, né mostrato. “All’interno stiamo pensando di inserire Lapis, straordinario pittore marchigiano, Pasqualino Rossi, Giovanni Loreti, Francesco Guerrieri, che è probabilmente il maggiore pittore marchigiano del Seicento, e Guercino, integrando il tutto con l’arte di Camerino e Matelica”, spiega Donnini. “Oltre a questo progetto, sarebbe importantissimo tenere vivo l’interesse intorno alla Pinacoteca di Fabriano, anche con mostre temporanee, di un mese. A tal proposito il presidente della Fondazione Carifac Guido Papiri si sta impegnando molto. C’è da dire che la Fondazione ha messo in moto un’azione meritoria per far subentrare l’istituzione cittadina nella gestione della Pinacoteca. Sarebbe costruttivo organizzarvi anche delle lezioni sull’esempio di ciò che è stato fatto al museo di Zurigo, dove, dopo che un’indagine aveva stabilito che c’era un significativo allontanamento dei giovani dallo stesso museo, si è deciso di trasferirlo ai giovani. Hanno preso la tavola di Allegretto di Nuzio e l’hanno portata nelle scuole, non limitandosi però a citarne l’autore, ma raccontando l’oggetto nella sua totalità, inserendolo in un contesto culturale e suscitando attenzione verso l’opera sotto tutti i punti di vista. Questo è quello che dovremmo fare anche noi”, puntualizza Donnini. “Dovrebbe esserci più attenzione anche ai pullman che arrivano a Fabriano in gita. Magari pensare di organizzare tour della città che non limitino i gruppi solo alla visita al Museo della Carta. C’è sempre un cordone ombelicale L'esperto d'arte Donnini anticipa qualcosa sul prossimo evento... che lega le persone all’ambiente culturale che respirano e Fabriano, ed è figlio della cultura merloniana legata al monopolio. D’altronde la nostra è una città genuflessa fin dai tempi dei Chiavelli, legame storico con questa mentalità ancorata al padrone. E’ per questo che dobbiamo puntare sulle nuove generazioni, perché solo da loro possono uscire le idee migliori e orientate al cambiamento. Dalla vecchia guardia non possiamo aspettarcelo. Noi italiani siamo celebri nel mondo per essere inaffidabili e voltagabbana. E’ anche il nostro filone storico a dircelo, basta notare come in entrambe le due guerre fossimo alleati a delle nazioni per poi uscirne da alleati di altre. Ma di certo vantiamo anche delle peculiarità positive, tra cui indiscutibilmente la creatività e l’arte, figlie di una cultura nostrana fatta di anarchici e liberi pensatori. Non è per essere esterofili a prescindere, ma è innegabile che all’estero le cose funzionano meglio e probabilmente questo lo si deve al fatto che là non ti chiedono chi ti manda, ma cosa sai fare”. Il poeta Peppe Terenzi è stato un autentico anticipatore Nelle scorse settimane i mezzi di informazione hanno dato, giustamente, molto spazio alla notizia della scomparsa di un concittadino speciale come Giuseppe Terenzi (classe 1927), che, insieme a Enrico Stelluti Scala (1852-1905), a Onofrio Angelelli (1870-1938), a Ugo Falessi (1903-1978), a Carlo Canavari (1895-1981), al longevo Pietro Girolametti (1924) e al più giovane Teseo Tesei (l’Anonimo Borghigiano), ha dato lustro e nobiltà al vernacolo fabrianese, a questo punto una vera e propria scuola iniziata nel XIX secolo. Perché Giuseppe Terenzi, detto Pèppe, può considerarsi speciale? Non è una domanda da poco e non è sufficiente affermare che lo è perché le sue poesie si trovano in un testo raro come la “Antologia della poesia dialettale dell’alta valle dell’Esino dall’800 ad oggi” (due edizioni, 1979 e 1983, curate da Balilla Beltrame) o perché della sua opera esistono due volumi: “Er vorgare fabrianese” (1977), introvabile, e “Poesie in dialetto fabrianese” (2000), oltre all’audiocassetta incisa nel 1981 con la sua stessa voce o le poesie pubblicate sui periodici locali. È invece più facile attribuire la sua originalità al fatto che la lettura dei suoi racconti in vernacolo piace a tutte le generazioni, anche a quelle dei giovanissimi del III millennio, come si constata quando si declamano a scuola ai quindicenni o quando lui stesso, lo scorso anno, le ha declamate con ben altra presa ai più maturi redattori del giornale del Liceo Classico “Il Linceo”, alla presenza di don Nicola Gatti, suo grande 24 cultura.indd 2 estimatore e autore di una felice prefazione al suo ultimo libro, e di Andreina Leporoni, autrice dei disegni che ne corredano i passaggi salienti. In fondo, è vero, Terenzi parla di un mondo che ormai non c’è più, come quello del Novecento, ma a pensarci bene i problemi sono gli stessi: il Maglio che chiude i battenti nel 1964, gettando sul lastrico centinaia di famiglie, fa pensare alle catastrofiche conseguenze della delocalizzazione odierna, che a Fabriano ha creato circa 4000 disoccupati; la delusione per la pochezza di certa politica clientelare e di parte, di cui lui ne fece le spese negli anni Settanta, oggi è viva più che mai; i conflitti generazionali tra padre e figlio, le liti condominiali, le chiacchiere al mercato, i nonni mandati all’ospizio, l’emancipazione femminile… e (siamo a 100 anni dal 1915) la lettera che arriva dal fronte della Prima guerra mondiale, portando alla mamma la tragica notizia della morte del figlio Mario. Poi gli esilaranti bozzetti con i doppi sensi legati al sesso, come “la vipera” e la “lucciola innamorata”, dove a prevalere sono l’ironia gradevole e il gusto per la risata che viene naturale nei racconti tra gli amici. A ben vedere la poesia di Peppe Terenzi piace anche per la spontaneità del linguaggio dialettale, che non viene mai meno, pur nel rispetto di alcuni accorgimenti stilistici e metrici che in lui sono stabili, come la quartina, l’endecasillabo, la rima alternata e i vari registri, patetico, comico, satirico e di denuncia sociale. Su questo geniale poeta fabrianese hanno scritto importanti studiosi come Renzo Armezzani e Aldo Crialesi, i quali hanno a ragione evidenziato che l’originalità di Terenzi sta nel fatto che la sua ricerca ci consiglia di non smarrire i motivi profondi della saggezza popolare, secondo la quale nella vita bisogna essere pronti a tutto e che, con umiltà, bisogna sempre rimboccarsi le maniche e andare avanti, senza piangersi addosso ma, soprattutto, senza portare rancore o odio, che fanno vivere male. A prevalere, quindi, nei suoi personaggi sono alternativamente la velata malinconia e il sorriso, due tratti della saggezza della popolazione dei decenni scorsi, che ha saputo ricavare dalla sua storia la coscienza che per farcela bisogna restare sempre uniti, nel bene e nel male, confidando nella comprensione, nella tolleranza, nella solidarietà e nella forza morale. Valori, oggi, in discesa libera. Per tutte queste ragioni, forse verrà il momento che di lui ci accorgeremo tutti, allora sì che ci meraviglieremo di avere avuto tra di noi un autentico anticipatore. Terenzio Baldoni 22/04/15 10.18 25 L'Azione 25 APRILE 2015 Prestazioni che lasciano ben sperare per il futuro >SPORT Volley: il team Under 14 vola in semifinale regionale Domenica memorabile per le ragazze dell'Under 14 Verde della Pallavolo Fabriano. Guidate dagli allenatori Giuliani e Rossini, le fabrianesi ai quarti di finale del Campionato Regionale battono perentoriamente prima la formazione dell’Helvia Recina per 2-0 (25-15; 25-16), poi, nel secondo incontro, quella di San Benedetto del Tronto con identico risultato (25-15; 25-13), raggiungendo così la semifinale del torneo Regionale ed un posto assicurato tra le prime nove compagini della regione. Questo risultato arriva a coronamento di un campionato giocato in crescendo, sia dal punto di vista tecnico che caratteriale ed è un grande riconoscimento per il lavoro fatto dai coach Rossini e Giuliani. La semifinale si giocherà a Fabriano il 3 maggio alle ore 9.30 alla palestra dell'ITAS Vivarelli. La formazione: Becchetti, Boldrini, Cacciamani, Ciarmatori, Ciccolessi, Gambini, Imperiale, Maiolatesi, Malzew, Maraniello, Mariani, Pascolini, Tronchi. Per quanto riguarda l’Under 16 Giallo, anch’essa impegnata nella fase Regionale della propria categoria, dopo aver perso malamente il primo incontro, ha reagito prepotentemente vincendo con un secco 3-0 contro la formazione del Pagliare Volley. In Terza Divisione, netta affermazione delle ragazze della Pallavolo Fabriano che vincono per 3-0 contro la formazione della Pallavolo Sassoferrato, conquistando così la momentanea seconda posizione in classifica proprio a discapito della compagine sentinate. L'Under 14 I Cadetti Marika Giacometti, Lorenzo Lattanzi e Gaia Gagliardi ATLETICA Trofeo Città di Fermo - Esordienti, Ragazzi e Cadetti Fabriano acciuffa il podio I 29 biancorossi hanno tenuto testa ai team di P.S. Giorgio e Fermo D i nuovo il podio, di nuovo terzi, stavolta su 14 società in classifica. Tante medaglie, ma trasferta lunga e difficile, a prevalere sono i padroni di casa di Porto San Giorgio e Fermo. L’Atletica Fabriano (192 punti) è stata preceduta in classifica soltanto da Porto San Giorgio (269) e Fermo (261), che giocavano in casa e di conseguenza hanno potuto schierare un numero maggiore di atleti, in particolare gli Esordienti, che hanno portato quei punti in più necessari per la vittoria. In termini di piazzamenti, ad ogni modo, sono stati proprio i biancorossi a prevalere. Basti pensare PODISMO che i 192 punti dei fabrianesi sono stati conquistati da 29 atleti, mentre quelli di Fermo da 43 e di Porto San Giorgio da 42. Nella media ponderale non c’è discussione, l’Atletica Fabriano ha avuto i risultati migliori. Non sono mancate le vittorie, addirittura nei 300 Cadette è stata doppietta, con Marika Giacometti medaglia d’oro in 46”60 e Gaia Gagliardi argento in 47”19, entrambe al personal best. Sempre le Cadette (Sara Zuccaro, Martina Ruggeri, Gaia Gagliardi e Marika Giacometti) pur litigando parecchio con i cambi, hanno dominato la staffetta 4x100 corsa in 54”45. Senza discussione anche la Trail e Mezza maratona vittoria di Berat Mehmedi con 8”78 nei 60 piani Ragazzi, così come la staffetta 4x100 (Berat Mehmedi, Michele Gambini, Saverio Petrongari e Giacomo Lorenzini) oro in 58”00, poi, le altre coppie sul podio (argento e bronzo) sono state Michele Gambini (3.72 e personale) e Giacomo Lorenzini (3.64) nel salto in lungo (Paolo Dominici quinto con il personale a 3.23) e Veronica Tavares (1.31) e Federica Carini (1.28, nettamente primato personale) nel salto in alto (personal best anche per Sara Corvo e Chiara Romagnoli con 1.15). Altre medaglie sono arrivate dal Cadetto Lorenzo Lattanzi, argento GINNASTICA L'Avis in bella evidenza a Spoleto e S.Benedetto Dalla montagna al mare, la Podistica Avis Fabriano è stata presente con i suoi rappresentanti ad alcune belle gare nel fine settimana appena trascorso. Quattro gli atleti avisini che domenica 19 aprile hanno partecipato al primo “Trail della Vecchia Ferrovia” a Spoleto, gara di 17 chilometri che si è svolta lungo il tracciato in cui fino al 1968 circolava il treno che portava a Norcia. Dal 2011 gran parte del percorso della ferrovia dismessa è stato trasformato in pedonale e per il trekking, da qui l’idea di una gara di corsa, invito raccolto da 116 runners appassionati di sentieri naturali. Tra i fabrianesi, di rilievo la prestazione di Sauro Tittarelli che ha impiegato 1h 25’ 03” (3° nella categoria 45-49 anni) e Maria Bornoroni con 1h 32’ 27” (quarta donna in assoluto, prima tra le over-40). Molto bene anche Gabriele Salvatori (1h 25’ 40”) e Gabriele Fiorani (1h 34’ 11”). Sempre domenica 19 aprile, a San Benedetto del Tronto si è svolta la “Mezza Maratona dei Fiori” sulla classica distanza dei 21 chilometri e 97 metri lungo la celeberrima Riviera delle Palme. Un grande evento con 1.470 runners presenti, tra i quali c’erano anche gli avisini Massimo Gambella (che ha limato il “personale” chiudendo a 1h 25’ 46”) e Ferruccio Cocco (che è sceso a 1h 32’ 41”). Per la cronaca, la vittoria è stata appannaggio del keniano Julius Rono con 1h 05’ 44”; al terzo posto il fabrianese Antonio Gravante (tesserato con l’Atletica Potenza Picena) che ha impiegato 1h 09’ 11”. Procedendo a ritroso, il 16 e 17 aprile l’avisino Claudio Berettoni aveva partecipato alle prime due tappe del Giro dell’Umbria: a Gualdo Tadino (dove ha corso in 42’ 02” i 10,5 km di gara) e a Nocera Umbra (34’ 04” negli 8,6 km previsti). Questo fine settimana sarà altrettanto ricco di appuntamenti per la Podistica Avis Fabriano, che sarà presente in gruppo a Lucrezia di Cartoceto (10 km) e a Deruta (12 km), e con una rappresentanza alla mezza maratona di Numana. 25 sport.indd 2 nei 300 con il personal best di 41”05, dalla Cadetta Martina Ruggeri, argento negli 80 metri con 10”88, dalla Staffetta Cadetti (Patrick Veiga, Thomas Cipriani e Lorenzo Lattanzi) ugualmente d’argento in 50”99, dalla Cadetta Lucia Marcellini, bronzo nel triplo con 9.17, come di bronzo è stata la staffetta 4x100 Ragazze (Vesna Braconi, Ludovica Bardella, Luana Tavares e Giorgia Gerace) in 58”29. Da ricordare le medaglie (argento nei 50 metri, bronzo nel salto in lungo) dell’Esordiente Alessandro Giacometti, a cui hanno fatto eco le promettenti esibizioni di Matteo Loroni, Marco Riccioni, Pietro Stopponi e Ludovica Del Principe. Tantissimi i primati personali. Oltre a quelli già citati, da ricordare Patrick Veiga negli 80 (10”57), Nicolò Loroni, quarto nei 1000 in 3’10”17, Paolo Dominici nei 60 Ragazzi in 9”57, Saverio Petrongari nei 600 in 1’56”39, Luana Tavares (8”91), Federica Carini (9”28), Veronica Tavares (9”38), Sara Corvo (9”42), Chiara Romagnoli (9”70), Giulia Dominici (9”83) nei 60 metri Ragazze, Vesna Braconi (1’56”40), Giulia Dominici (2’05”21) e Elena Vito (3’15”20) nei 600 Ragazze. In definitiva, un ottimo esordio che lascia ben sperare per il prosieguo della stagione agonistica. Ritmica L'allieva Giulia Fattorini è campionessa d'Italia Giulia Fattorini tra l'allenatrice Cantaluppi e la coreografa La Fondazione Carifac Ginnastica Fabriano da oggi potrà iscrivere un’altra ginnasta nel lungo elenco delle Campionesse d’Italia. E’ Giulia Fattorini, che da individualista ha centrato l’ambìto titolo nel Campionato Italiano di Categoria Allieve Seconda Fascia. Questo campionato è il più difficile ed è partecipato dalle migliori ginnaste italiane, in quanto ognuna di esse deve presentare tutti gli attrezzi ed il Corpo Libero. A Ter- ranuova Bracciolini città dove hanno avuto luogo le finali, Giulia ha affrontato quindici avversarie molto agguerrite, ma per lei era la giornata giusta, inanellando esercizi pressochè perfetti al Corpo Libero, Fune, Cerchio e Clavette che gli hanno garantito il titolo di Campionessa d’Italia. Non possiamo dimenticare che nella stessa finale la nostra ginnasta Sofia Raffaeli ha raggiunto un ottimo quinto posto, mentre Talisa Torretti, reduce da un fastidioso infortunio, non ha potuto esprimere le sue notevoli capacità. Ma grande entusiasmo l’ha fatto vivere anche Serena Ottaviani, che ha disputato la Categoria Allieve di Prima Fascia, riuscendo con una serie di esibizioni di prim'ordine a guadagnarsi una splendida medaglia d'argento e il titolo di vice-campionessa d’I- talia, frutto della sua dedizione che ogni giorno mette in pedana. Gli altri piazzamenti sono quelli di Roberta Giardinieri, quattordicesima tra le Allieve di Prima Fascia, e di Cecilia Meriggiola quindicesima nel nutrito numero delle Senior. Per cui si torna a Fabriano con due prestigiosi podi, frutto del lavoro delle allenatrici Cantaluppi. Il prossimo fine settimana è in programma la fase interregionale della Serie C con Talisa Torretti, Giulia Fattorini, Sofia Raffaeli e Fabiana Pappalardo, campionesse italiane in carica. Poi si arriverà alla trasferta di Minsk in Bielorussia dove dall'1 al 3 maggio la Nazionale Italiana Junior "Made in Fabriano" sfiderà le altre nazioni del Continente per il Campionato Europeo di Ritmica. Calcio a 5: in serie D Campodonico e Nebbiano fanno il pieno Nella penultima giornata di campionato, blitz del Nebbiano che espugna per 2-3 il campo osimano del Casenuove grazie ai gol di Samuele Farneti (2) e Leporoni. Bella vittoria anche per il Campodonico, che si impone per 7-5 sull’Anconitana con segnature di Mannelli (2), Biocco (2) e Lezzerini (3). Mastica amato l’Avis Genga, sconfitta 5-3 dalla Dorica. La classifica ad una giornata dal termine del campionato: Imbrecciata 63; Dragons Cupramontana 56; Villa Musone 46; Nebbiano 38; Giovane Aurora 37; Casenuove 36; Aspio 35; Vir tus Moie 32; Dorica 31; Monserra e Anconitana 29; Candia Baraccola Aspio 28; Campodonico e Avis Genga 19. f.c. 22/04/15 10.16 26 >SPORT< CALCIO L'Azione 25 APRILE 2015 Serie D Il Matelica viene raggiunto: non riesce più a vincere I di DIEGO PICIOTTI l Matelica pareggia per 2-2 nella gara interna contro la Sambenedettese. I ragazzi di mister Bartoccetti giocano un ottimo primo tempo, ma subiscono nella ripresa la rimonta degli ospiti che realizzano due reti in due minuti. Nei biancorossi si rivede D'Addazio che torna titolare al centro della difesa dopo l'infortunio, mentre come terzino sinistro viene schierato Corazzi. A centrocampo Iotti ritrova una maglia da titolare ed in avanti viene confermata la coppia Jachetta-Mandorino alle spalle dell'unica punta Ambrosini. Le squadre giocano a viso aperto fin dalle prime battute; gli ospiti tengono la linea difensiva molto alta, ma così facendo si espongono alle ripartenze del Matelica che può sfruttare la velocità di Ambrosini e Jachetta con le palle lunghe. Al 2' Tozzi Borsoi ruba palla a Borgese e calcia dal limite, palla che sfiora il palo. Al 21' Mandorino serve Ambrosini con un assist delizioso che scavalca la difesa avversaria, il numero 9 del Matelica si presenta davanti al portiere e chiude in rete di destro; 1-0. I padroni di casa si esaltano dopo il gol e si fanno pericolosi più volte dalle parti di Fulop. Al 27' Jachetta salta l'uomo e verticalizza MATELICA SAMBENEDETTESE 2 2 MATELICA - Spitoni, Girolamini, Corazzi (75' Benedetti), Borgese (67' Lazzoni), D'Addazio, Cesselon, Moretti, Iotti, Ambrosini, Mandorino, Jachetta. All. Bartoccetti SAMBENEDETTESE - Fulop, Viti, Baldinini, Franco, Borghetti, Fedi (58' D'Angelo), Emili (46' Vallorani), Carteri, Tozzi Borsoi, Napolano, Padovani. All. Paolucci RETI - 21' Ambrosini, 30' Mandorino, 74' Carteri, 75' Padovani per il taglio di Ambrosini che viene disturbato al momento del tiro e calcia a lato. Al 30' ci prova Mandorino dalla distanza, Fulop blocca. Al 34' Jachetta semina il panico nella difesa avversaria con una serie di dribbling e mette un pallone basso a centro area per Iotti che non controlla bene e viene chiuso in extremis dagli avversari. La risposta della Samb è tutta in un paio di lanci lunghi su Tozzi Borsoi, ma D'Addazio è sempre attento e riesce a contenere il numero 9 ospite. Al 43' Mandorino calcia una punizione dai 25 metri, la palla supera la barriera e rimbalza davanti a Fulop che si fa ingannare dalla traiettoria e regala ai biancorossi il gol del 2-0. Il Matelica merita il doppio vantaggio al termine dei primi 45 minuti, ma deve subire il forcing offensivo degli ospiti ad inizio ripresa. Al 9' Tozzi Borsoi serve di tesa Padovani davanti a Spitoni, ma il numero 11 della Samb controlla male e spreca un'ottima opportunità. All'11 ci prova Carteri dal limite, palla fuori di poco. Al 29' il nuovo entrato D'Angelo viene innescato da Tozzi Borsoi e serve l'assist vincente per Carteri che anticipa l'uscita bassa di Spitoni e la mette in rete. Mister Bartoccetti cerca CALCIO di correre ai ripari inserendo Benedetti per Corazzi, ma gli ospiti realizzano subito il gol del pareggio: su un lancio lungo la difesa dei biancorossi si fa trovare fuori posizione, Padovani supera Cesselon in velocità e calcia in corsa trovando l'angolo alla destra di Spitoni: 2-2. Gli ospiti ci credono e si buttano in avanti alla ricerca dei 3 punti, affidandosi soprattutto alle scorribande di D'Angelo che si fa vedere con continuità sulla fascia destra. Al 40' Napolano si libera e calcia di destro sugli sviluppi di un corner; gran risposta di Spitoni che respinge. Al 46' ultimo squillo del Matelica che ci prova in contropiede: Ambrosini e Jachetta gestiscono un buon pallone con quest'ultimo che calcia di sinistro dal limite, ma non impensierisce Fulop. La partita finisce in parità, un risultato che non serve a nessuna delle due squadre. Per i padroni di casa le notizie positive sono il ritorno al gol di Ambrosini dopo quasi due mesi di astinenza ed il buon gioco fatto vedere nel primo tempo. Prossimo turno in trasferta sul campo dell'Olympia Agnonese, domenica 26 aprile ore 15. Promozione Fabriano Cerreto da record, gioca per il titolo regionale FABRIANO CERRETO VALFOGLIA 3 1 FABRIANO CERRETO - Latini, Di Luca, Campioni, Zuccaro (40’ st Brunelli), Boria, Pierotti, Piergallini (32’ st Fiori), Bartoli, Marinelli, Salvetti, Martellucci (18’ st Thair). All. Spuri Forotti VALFOGLIA - Andreoni, Pieri, Martelli (35’ st Cavalli), Sisti, Serafin, Crosetta (41’ st Tartaglia), Raineri, Rosselli, Rossini, Longhi, Bottazzo (20’ st Pensierini). All. Martinelli RETI - 33’ pt Piergallini, 37’ pt Marinelli, 4’ st Piergallini, 27’ st Rossini CALCIO Finale con il botto e con la quindicesima vittoria consecutiva per un Fabriano Cerreto che ha dominato a scena aperta un campionato iniziato tra alti e bassi e proseguito con un’autorità suprema, che nessuno si aspettava. Settanta punti fatti (ben 45 nel girone di ritorno con 15 successi consecutivi). Nove punti di distacco inflitti alla seconda in classifica, la Pergolese, che avendo 11 punti di distacco dalla terza andrà direttamente a fare lo spareggio con la vincente dei playoff del girone B. Le terze in classifica sono distanziate dalla squadra di Spuri Forotti di ben 20 punti. E’ stata sicuramente una cavalcata incredibile, quella fatta dal Fabriano Cerreto, che entrerà nella storia non solo delle due città, ma anche negli annali dei vari campionati disputati in regione ed oltre. Vittorie a ripetizione ed equilibrio di una squadra che sembra stata fatta su misura per un campionato che alla fine è stato dominato senza nessun timore reverenziale nei confronti di altre società che sono in Seconda Categoria CALCIO questa categoria da tanti anni. Ricordiamo che il Fabriano Cerreto è salito in Promozione per aver vinto lo scorso anno i playoff di Prima Categoria e gli spareggi finali. Contro il Valfoglia, dopo un inizio incerto, il Fabriano Cerreto ha preso in mano il gioco ed in quattro minuti ha chiuso l’incontro a suo favore prima con un tiro dai sedici metri di Piergallini e poi con un diagonale al volo di Marinelli. Un eurogol davvero fantastico da far invidia ai più grandi goleador del passato e presente. Nella ripresa terza rete con doppietta di Piergallini, poi il Fabriano ha la possibilità di chiudere la gara in goleada, invece rallenta la manovra e dà in la alla rete degli ospiti con Rossini che approfitta di una disattenzione difensiva. Adesso si pensa allo spareggio in gara unica che assegnerà il titolo regionale di categoria, contro l’Helvia Recina. L'appuntamento è per domenica 26 aprile allo Stadio Comunale di Fabriano alle ore 16.30. Angelo Campioni Prima Cat. gir. A Argignano e Fabiani salve, SassoGenga Serradica allo spareggio può esultare Nel girone D, obiettivo playout centrato dal Serradica. Nonostante la sconfitta interna rimediata contro la capolista San Biagio per 0-3, la squadra di Colonnelli può ancora sperare nella salvezza. Il penultimo posto conquistato permette al Serradica di accedere ai playout che si disputeranno il 2 maggio con il Victoria Strada. La formazione del Serradica: Pierotti Sa., Lazzari, Stridi (57’ Regini), Scotini, Pierotti Si., Nabil, Terza Categoria: Real Matelica giù In Seconda Categoria girone D, esordio negativo per il Serradica che perde contro la Labor 3-0. Ad aprire le marcature è Binci che al 31’ trasforma un rigore. Il raddoppio arriva al 60’ con Zagaglia mentre la rete che chiude i conti la 26 sport.indd 2 Birelli (67’ D’Innocenzo), Vinciarelli, Ercoli (67’ Carbone), Bucchi, Baroni; all. Colonnelli. Partita da incorniciare per l’Argignano che batte 6-2 l’Osimo 2011 e chiude la stagione in decima posizione con 33 punti conquistati. A sbloccare la gara è Mariani al 10’, ma al 26’ l’autogol di Lucernoni ristabilisce la parità. Pareggio che dura solo un minuto: al 27’ Lattanzi firma il 2-1 e si ripete al 37’ e al 59’ siglando il terzo e il quarto gol. La quinta rete la realizza Mancini al 68’ mentre la sesta arriva al 70’ ad opera di Piermattei. L’ultimo gol del match è di Recanatesi all’89'. La formazione dell’Argignano: Mecella Ja., Lucernoni, Conti, (69’ Zamponi), Mecella Ju., Galuppa, Cinti, Mariani, Mancini, Lattanzi (75’ Sagramola), Nubola, Lulzim; all. Sentinelli. Nel girone F, la Fabiani Matelica perde per 1-0 contro il Pioraco, secondo in classifica, e termina la stagione all’undicesimo posto con 37 punti. Luca Antonio Somma Salvezza conquistata per il Sassoferrato Genga. Il pareggio per 1-1 ottenuto contro il Montecalvo e il passo falso del Montelabbate, 2-2 contro la Mercatellese, permettono alla squadra di Guerri di evitare i playout e di assicurarsi anche per il prossimo anno la permanenza in Prima Categoria. I gol del match sono stati messi a segno da Arcangeli al 50’ (foto) e da Politi al 60’. Il Sassoferrato Genga ha terminato la stagione in undicesima posizione con 35 punti. Nelle trenta partite disputate la squadra ha collezionato 9 vittorie, 8 pareggi e 13 sconfitte con 29 gol segnati e 36 subiti. La formazione del Sassoferrato Genga: Pettinelli, Altarocca, Giacchini, Fioranelli, Pizzi, Marchi, Hoxha (46’ Baldarelli), Arcangeli, Conti (70’ Zucca), Monno, Piermattei; all. Guerri. l.a.s. CALCIO Prima Cat. giro. B Fortitudo ai saluti con un pari FILOTTRANESE FORTITUDO FABRIANO 1 1 FILOTTRANESE - Sollitto, Fiordoliva (44’ st Meriggi), Giachetta, Pancaldi, Maschini, Santinelli, Caporaletti (43’ st Baleani), Giuliodori (30’ st Sesterzi), Marozzi, Corneli, Canesin. All. Giuliodori FORTITUDO FABRIANO - Tamburini, Ruggeri, Ippolito, Guidarelli, Clementi, Bernardi, Biocco (30’ st Pallotta), Moretti Manuel (40’ st Bartocci), Mamudi, Piccolini, Gobbi. All. Ruggeri RETI - 40’ st Mamudi, 47’ st Santinelli La Fortitudo Fabriano termina il campionato con un pareggio in trasferta sul campo della Filottranese (1-1). La squadra ha lottato per un posto nei play-off fino a poche settimane fa, ma alla fine non è riuscita a centrare questo obiettivo, raggiunto invece proprio dalla Filottranese che adesso andrà a disputare la seconda fase del torneo per l’accesso alla categoria superiore. Certo è che i cartai hanno salvato una stagione iniziata sotto una cattiva stella, con l’incredibile “valzer” delle panchine (troppi avvicendamenti) e, nonostante tutte queste disavventure, è riuscita a chiudere a metà classifica a ridosso delle prime cinque. La squadra rossoblù ha dato il massimo, anche perché di più non si poteva pretendere da questi ragazzi. Alcuni diranno si poteva fare di più e meglio, ma non sempre tutte le ciambelle riescono con il buco. L’importante quest’anno era riconfermare un certo equilibrio a livello societario. Contro la Filottranese, la Fortitudo ha cercato di vincere la gara, ma non c’è riuscita solo per mera sfortuna. Il pareggio è giunto nei minuti di recupero. Primo tempo molto equilibrato, poi nella ripresa gli ospiti sono stati più incisivi e al 40’ sono passati in vantaggio con Mamudi al suo dodicesimo centro stagionale (3 su rigore). Finale al cardiopalma con il pareggio di Santinelli al 47’. Terminato il campionato, già si pensa al futuro. Sembra che i dirigenti siano intenzionati a fare meglio di quest’anno. a.c. classifiche SERIE D girone F Maceratese 73; Fano 67; Sambenedettese 58; Campobasso 52; Chieti 49; San Nicolò e Civitanovese 46; Matelica 43; Giulianova 42; Jesina 41; Fermana 39; Recanatese 34; Termoli e Amiternina 32; Castelfidardo 30; Vis Pesaro 26; Agnonese 25; Celano Marsica 16. PROMOZIONE girone A Fabriano Cerreto 70; Pergolese 61; Piandimeleto e Marzocca 50; Barbara 47; Camerano 45; Marina 44; Real Metauro 43; Passatempese 41; Dorica Torrette 40; Conero Dribbling 36; Marotta 34; Belvederese 33; Valfoglia 29; Vadese 20; Cagliese 14. PRIMA CATEGORIA girone A Laurentina 54; Mercatellese, Cantiano e Piobbico 50; S. Orso 49; Villa San Mar tino 47; Gabicce Gradara 46; Montecalvo 41; Fermignanese 39; Mondolfo 36; Sassoferrato Genga 35; Montelabbate 34; Peglio e Urbino Pieve 33; Usav Pesaro 27; Della Rovere 19. PRIMA CATEGORIA girone B Vigor Castelfidardo 63; Villa Musone 54; Osimana 50; Filottranese e Miciulli Senigallia 47; Vallesina 46; Fortitudo Fabriano 42; Filottrano 40; Le Torri 39; Monsano 37; Avis Arcevia 33; Colle e Castelfrettese 31; Leonessa Montoro e Collemarino 29; Cameranese 28. SECONDA CATEGORIA girone D San Biagio 66; Osimo Stazione 65; Borghetto 58; Borgo Minonna 57; Cupramontana 55; Sampaolese 50; Chiaravalle 47; Staffolo 39; Labor 37; Osimo e Argignano 33; Castelbellino 30; Offagna 26; Victoria Strada 24; Serradica 18; Spes Jesi 17. SECONDA CATEGORIA girone F Valdichienti 69; Pioraco 60; Rione Pace 59; Sarnano 57; Trodica e Caldarola 52; Elfa Tolentino e San Ginesio 42; Esanatoglia 41; Robur 39; Fabiani Matelica 37; Sefrense 34; Corridonia 26; Serralta 24; Montecassiano 20; Nova Camers 11. TERZA CATEGORIA girone F Treiese 65; Castelraimondo 62; Visso 54; Real Tolentino 48; Juventus Club 45; Pievebovigliana 43; Belfortese e Chiesanuova 35; San Francesco Cingoli 33; Abbadiense 28; Palombese 27; Real Matelica 19; Appignano 16; Collevario 3. 22/04/15 10.14 CALCIO a 5 Serie C2 Il Cerreto fa il pieno e vola ai play-off di FERRUCCIO COCCO E cco com’è andata la penultima giornata del campionato di serie C2 per le squadre del nostre territorio. Sono arrivati alcuni verdetti: buoni e – purtroppo – meno buoni. GIRONE A – La Virtus Fabriano ha perso di misura sul campo dorico di Pietralacroce: 2-1. I cartai, penultimi in classifica, salutano la serie C2 al termine di una stagione difficile e scendono in serie D. L’ultima di campionato vedrà la Virtus impegnata sul campo amico contro il Chiaravalle (venerdì 24 aprile, PalaGuerrieri, ore 21.30). Siamo certi che i fabrianesi onoreranno questa partita e vorranno accomiatarsi dal campionato con un risultato positivo. La classifica ad una giornata dal termine: Dinamis Falconata 70; Pieve d’Ico 61; Cagli 59; Futsal Ancona 56; Ankon 54; Casine 51; Jesi 47; San Costanzo 42; Pianaccio 41; Pietralacroce 39; Chiaravalle e Numana 38; Tre Colli Pinocchio 24; Brecce Bianche 16; Virtus Fabriano 13; Mantovani 8. GIRONE B – Il Cerreto di mister Kristian Giordani batte 8-3 il Fontespina e si qualifica per i playoff con 27 >SPORT< L'Azione 25 APRILE 2015 Mister Kristian Giordani del Cerreto una giornata d’anticipo. Il match è rimasto in equilibrio per tutto il primo tempo, poi i rossoneri hanno ingranato le marce alte e sono arrivati i gol a raffica. Sono andati a segno Francucci (2), Biondi, Trottini, Centocanti, Gubinelli (2) e Sakuta. Sabato 25 aprile ultima di regular season a Tolentino contro le Cantine Riunite, con l’obiettivo BASKET Serie C nazionale di strappare almeno un pareggio per “blindare” il secondo posto in classifica ed affrontare così i playoff con il vantaggio del campo. Dice addio ai playoff, invece, il Cerreto d’Esi di mister Maurizio Buratti, che ha perso 3-2 a Montelupone. Ad inizio ripresa i cerretesi conducevano la gara grazie alle reti di Di Ronza e Cannoni, ma poi i padroni di casa hanno ribaltato la situazione in loro favore. Disco rosso anche per la Junior Matelica di mister Antonio Colluto, superata a domicilio per 2-5 dal Recanati. I gol di Catena e Diletti hanno tenuto l’incontro in parità per larghi tratti, ma nel finale gli ospiti – alla disperata ricerca di punti salvezza - hanno “sgassato”, vincendo. Sabato 25 aprile la fase regolare si chiude con il derby tra Cerreto d’Esi e Junior Matelica (PalaCarifac, ore 15). La classifica ad una giornata dal termine: Sambucheto 73; Cerreto 52; Futsal Macerata 50; Campocavallo e Montelupone 49; San Severino 47; Cerreto d’Esi e Cantine Riunite Tolentino 44; Castrum Lauri 42, Gagliole 40; Osimo 38; Santa Maria Nuova 36; Juniro Matelica 29; Fontespina 27; Recanati 26; Real Trading 11. CALCIO a 5 Il Real Fabriano si giocherà la salvezza contro la Torrese In un match tra due squadre assetate di punti salvezza, il Real Fabriano cede per 6-7 contro l’Ascoli Piceno. Gli ascolani iniziano subito forte, infilando in pochi minuti un parziale di 0-3. Da quel momento in poi accade l’impensabile. Biancini apre le danze con un sinistro da stropicciarsi gli occhi e, dopo il suo gol, ne arriveranno addirittura altri cinque per il Real che ribalta la partita e si porta sul 6-3 (a segno Morelli, Angeloni e Carnevali con una tripletta). Ascoli però non si fa impressionare e grazie al solito Angelini riesce nell’impresa impossibile. Con il portiere in movimento, la formazione ospite trascinata dal suo numero 8 ribalta ancora una volta la partita e con un gol nei minuti finali si porta addirittura sul 6-7. La formazione: Cesaroni, Mosciatti, Angeloni, Angelelli, Bello Burzo, Carnevali, Biancini, Ciculi, Bartolini, Morelli, Bartolucci, Bartal. Il Real Fabriano dovrà dunque giocarsi la permanenza in serie C1 ai playout contro la formazione di Torre San Patrizio. Ininfluente ai fini della classifica l’ultima giornata di campionato, il 24 BASKET Serie C regionale Halley, non riesce l'impresa La Janus è in caduta libera Non c’è stata l’impresa di fine campionato, anche se l’Halley Matelica ci è andata molto vicino. Alla fine, la squadra di Ortona si è rivelata troppo forte e troppo motivata. Matelica ci ha provato, restando a contatto con i padroni di casa per tutto il primo quarto (24-22). All’inizio di secondo quarto gli uomini di Pecchia riescono persino a mettere il muso avanti 24-27, ma Ortona ci mette poco a riprendere in mano il pallino (49-39) e ad allungare conducendo in porto la vittoria. Per l'Halley, finisce così un campionato che era partito male, con una squadra che doveva conoscersi e digerire gioco e sistemi di coach Andrea Pecchia, proseguito in crescendo, nobilitato con le due vittorie consecutive con Falconara classifiche SERIE C NAZIONALE Ortona 48; Falconara 42; Campli 40; Osimo 34; Pisaurum 32; Halley Matelica 30; Tolentino e Pedaso 24; Valdiceppo 20; Pescara 18; Perugia e Loreto Pesaro 16; Civitanova 14; Gubbio 6. SERIE C REGIONALE Girone per la vittoria del campionato Fossombrone 40; Janus Fabriano 38; Urbania e Stamura Ancona 36; Fermignano 34; Bramante Pesaro 24. SERIE D - Seconda fase Basket Giovane Pesaro 10; Porto Recanati 8; Cerreto 6; Castelraimondo 0. PROMOZIONE - Fase Gold New Basket Jesi 22; Dinamis Falconara, San Severino e Dinamo Ancona 14; Acqualagna e Independiente Macerata 12; Brown Sugar Fabriano e Adriatico Ancona 8. PROMOZIONE - Fase Silver Marotta 26; Chiaravalle 18; P73 Conero, Morrovalle e Gladiatores Matelica 14; Camerino 8; Pollenza 6; Futura Osimo 4. 27 sport.indd 2 ORTONA HALLEY MATELICA 82 77 STAMURA ANCONA JANUS FABRIANO 83 52 ORTONA - Di Carmine 12, Gialloreto 6, Musso 14, Brown 12, Munjic 8, Agostinone 5, Leonzio 7, Diomede ne, Gattesco 5, Comignani 9, Martone 4. All. Sorgentone STAMURA ANCONA - Strappato 3, Bini 11, Bellesi 5, Battagli 4, Curzi 4, Giachi 18, Novelli 5, Mosca 9, Guida 5, Canali 12, Alessandroni 7, Badaloni. All. Marsigliani HALLEY MATELICA - Pecchia J. 2, Novatti 12, Servadio 15, Amoroso 30, Usberti 8, Ferretti ne, Riccioni, Nasini ne, Ciccolini ne, Dolic 10. All. Pecchia A. JANUS FABRIANO - Carnevali 6, Bugionovo 7, Silvi 2, Nizi 3, Braccini, Toppi 6, Mustacchio 1, Ciappelloni, Calandrillo 27. All. Bolzonetti e Osimo, poi a sprazzi fino alla fine, con qualche partita gettata al vento e qualche problema fisico di troppo. Ora si può cominciare a pensare al prossimo futuro. Tante certezze, ma sicuramente qualche cosa da cambiare c’è. E una considerazione: questo campionato sprint, indecifrabile, senza playoff e con una stagione che si chiude già a metà aprile, sarà stata solo una (brutta) parentesi. Antonio Gentilucci Prosegue il momento da incubo della Janus Fabriano che al PalaRossini di Ancona incappa nel terzo ko di fila. La caduta è più che mai fragorosa al cospetto della Stamura, i biancoblù vengono travolti 83-52 dopo una gara a senso unico. Nell’occasione la Janus, oltre alle numerose difficoltà incontrate nelle ultime settimane, ha dovuto rinunciare pure a Paoletti, fermato per due giornate dopo l’espulsione rimediata nel BASKET Promozione match interno contro Urbania. Fabriano resta in partita solo nei primi minuti con alcune buone iniziative di capitan Carnevali poi inizia il monologo dei dorici. Giachi e Mosca lanciano la prima fuga della Stamura e in casa Janus non c’è reazione. Battagli e Bini firmano il +14 (27-13 al 13’) ma la squadra di Bolzonetti non riesce a tamponare l’emorragia e resta con la testa sott’acqua a lungo. Ancona sfiora il trentello di margine già all’intervallo (46-21 al 20’) e la musica non cambia al rientro sul parquet. La Stamura continua ad andare sul velluto contro una Janus in netta difficoltà, dove il solo Calandrillo arriva in doppia cifra. Gli ultimi due quarti servono più che altro per le statistiche mentre la Janus dovrà in fretta ritrovare la strada smarrita, tanto più in questa settimana che porta al big match di Fossombrone (domenica 26 aprile, ore 18, Palasport di Fossombrone), ora come ora proibitivo per una Janus che sarà di nuovo senza Paoletti. Luca Ciappelloni BASKET I Gladiatores vincono fuori, Brown ancora ko Brava Thunder che tiene testa alla corazzata I Brown Sugar Fabriano cadono all’overtime contro l’Adriatico Ancona 81-87 e restano nelle retrovie del girone Gold. L’ultima giornata della seconda fase, in programma contro Acqualagna (venerdì 24 aprile, ore 21.15, Palestra Mazzini), servirà solo come rodaggio in vista della post-season. Restano invece aggrappati al sogno playoff, nel girone Silver, i Gladiatores Matelica. La squadra di Sestili espugna il campo del Conero Basket 58-66 e raggiunge in terza posizione la stessa compagine anconetana e Chiaravalle. L’ultimo turno mette di fronte i matelicesi proprio al Chiaravalle (venerdì 23 aprile, ore 21.30, Palasport di Matelica) e un successo garantirebbe in ogni caso i playoff ai Gladiatores. l.c. La Thunder Halley Matelica ha tenuto testa alla fortissima compagine del Basket Club Perugia, vincitrice del campionato. Nonostante il risultato finale di 49-58 per le umbre, la gara ha visto la squadra di casa battersi con grinta mantenendo alto il livello di concentrazione e dando vita ad una sfida avvincente ed emozionante con un buon ritmo offensivo, coadiuvato da una buona difesa. Il tabellino: Cerioni 5, Ricciutelli I. 8, Stopponi 9, Mosconi, Gargiullo, Ricciutelli G. 5, Pedica, Stronati F. 20, Stronati A., Pecchia 2; all. Costantini. Un plauso alle matelicesi che hanno dimostrato, una volta ancora, quanto sia grande la loro forza di volontà e il loro cuore e che hanno regalato al coach, alla società e a tutti i tifosi la soddisfazione di entrare nella Serie C1 L'allenatore del Real Fabriano Alessio Prioretti aprile, proprio a Torre San Patrizio (ironia della sorte…). La classifica ad una giornata dal termine: Corinaldo 71; Etabeta 56; Bocastrum United 55; Cus Macerata 53; Montecchio 49; Nuova Ottrano 48; Pagliare 46; Falconara 45; Ascoli e S. Angelo 42; Grottaccia 41; Torrese 36; Real Fabriano 31; Urbino 24; Castelbellino 23; Campiglione 8. Lorenzo Alunni Pattinaggio: Camilla Fattori in azzurro! Il pattinaggio fabrianese si tinge d’azzurro. Camilla Fattori, infatti, è stata convocata con la Nazionale Giovanile e nel week-end scorso è andata in trasferta a Geisingen, in Germania, per una tappa di Coppa Europa dove erano presenti atleti di tutto il mondo. La ragazza della Fortitudo Fabriano Pattinaggio si è ben comportata ottenendo buoni risultati: è giunta quarta nella 500 metri sprint, quinta nel giro lanciato e sesta nella finale B della 5000 metri a punti. Per Camilla è stata una grandissima soddisfazione, idem per l’allenatore Patrizio Fattori (che poi è anche il padre) e per tutta la società. Tornando all’attività di gruppo, si ricomincia a gareggiare per il Challenge Centro Italia: i ragazzi della Fortitudo sabato saranno impegnati a Marina di Grosseto e domenica a Piombino. Serie C femminile Poule per la promozione. Un grazie altrettanto importante è diretto a tutte le altre protagoniste che hanno onorato i colori della società nei campionati under 19 ed under 15, con ottimi miglioramenti. Altra nota positiva è la convocazione di Asia Zamparini fra le migliori giovani cestiste delle Marche. Un grosso in bocca al lupo a lei per le finali nazionali under 15 che giocherà con il Porto Sant'Elpidio, dopo il passaggio dalla Thunder. Lucia Granini BASKET Camilla e Patrizio Fattori Serie D Cerreto agli spareggi contro Macerata Il Cerreto perde a Porto Recanati 83-77 l’ultima partita della seconda fase e si posiziona al dodicesimo posto nella classifica generale della Top 16. In virtù di questo piazzamento per i biancoblù nel primo turno playoff ci sarà il Basket Maceratese, che ha concluso al quinto posto. La serie, al meglio delle tre partite, inizierà domenica 26 aprile a Macerata. Gara2 è in programma a Cerreto mercoledì 29, mentre l’eventuale ‘bella’ si giocherà domenica 3 maggio a Macerata. l.c. 22/04/15 10.21 28 >FABRIANO< L'Azione 25 APRILE 2015 Una mostra in bella copia L A luglio una rassegna di famose opere pittoriche dei maestri tibetani con la Pro Fabriano a Pro Fabriano, sempre attenta a proporre iniziative ed eventi nel territorio, è in procinto di organizzare una grande mostra mondiale di opere realizzate in “bella copia”, riproducenti manufatti di alcuni tra i più grandi maestri della cultura artistica, grazie ai consolidati legami di amicizia con i più autorevoli maestri d’arte tibetana capaci di evidenziare un’indiscussa abilità manuale ed interpretativa. E’ superfluo ricordare che secondo l’odierna diffusa bileo straordinario voluto da Papa Francesco, mettendo al convinzione dei critici d’arte, il fenomeno della falsificazione centro la misericordia di Dio. “Sono grato – ha ricordato il d’arte, presente già nell’antichità, è Vescovo – all’associazione turistica Pro ritenuto, se dichiarato ed eseguito Fabriano che ci propone questa mostra di magistralmente da specialisti, come riproduzioni dei grandi interpreti dell’arte in questa mostra fabrianese, come del passato eseguite a mano dai maestri aspetto rilevante della storia dell’arte copisti. E’ un grande dono imparare a e meritevole di dignità artistica. La riprodurre le cose belle prodotte da altri. mostra sarà inaugurata sabato 4 luPer vivere occorre imparare perché, come glio presso le sale del Grande Museo dice Romano Guardini, ‘la vita nasce dalla del cinema. Saranno esposti oltre 120 vita’. Mi auguro che anche nel nostro dipinti che riproducono in bella copia territorio sorgano gruppi di giovani che afle più grandi opere dei pittori del pasfrontano le difficoltà attuali, creando nuove sato come Giotto, Gentile, Leonardo, occasioni di lavoro, di impegno sociale ed Michelangelo, Botticelli, Caravaggio. artistico. Auguro che il legame intimo tra Questa mostra è stata sostenuta anche bellezza, bontà e creatività possa aprirci a dal Vescovo della Diocesi Giancarlo tutto il mondo e non ci stanchiamo mai di Yeshe Burang, autore della "Bella copia" del celebre autoritratto di Raffaello Vecerrica per l’occasione del Giuimparare da tutti”. Adinolfi e l'ideologia di genere: come scardinare l'immagine di uomo L’appassionante conferenza di Mario Adinolfi dell’11 aprile a Fabriano (che vulcano quest’uomo che gira l’Italia ad infiammare gli animi in difesa della famiglia mortalmente minacciata dall’ideologia del genere!) mi ha richiamato alla mente un articolo di Francesco D’Agostino letto su “Studi Cattolici” del settembre 2014. D’Agostino, giurista e docente dell’Università di Roma Tor Vergara, è stato presidente del Comitato Nazionale di Bioetica; nel suo articolo “ideologia di genere e persona” indica le derive che scaturiscono dai tentativi di “denaturalizzare” l’uomo. Vorrei fare una sintesi per i lettori de “L’Azione” di questo importante articolo, perché quello che si muove a livello politico come proposte di legge e polemiche sull’omofobia ha radici profonde a livello teorico come “Gender Studies”. I quali sostengono che non conta tanto la caratterizzazione anatomica e fisiologica sessuale, quanto l’identità di genere, cioè il come una persona si identifichi e decida di identificarsi nella propria mente; e questa è una conquista identitaria, espressione di libertà oltre quelli che sono considerati condizionamenti fisici. Queste teorie, sorte ormai da vari decenni, non sono riuscite ad imporsi a livello di senso comune (l’obbiezione di maggiore evidenza è che solo le donne reali possono partorire figli), ma hanno ottenuto importanti vittorie mediatiche, perché sono accolte con favore da molti mass-media o comunque non trovano adeguato contrasto. Ci riusciranno in futuro ad entrare nel senso comune? C’è Mario Adinolfi durante l'intervento in sala Ubaldi Il Vescovo don Giancarlo con Papa Francesco da dubitarne fortemente e ne dubita anche qualche studioso serio, pur simpatizzante di queste teorie. Quello che conta – si incomincia a dire – è scardinare l’immagine tradizionale dell’uomo (e della donna) come animale famigliare, svuotare dall’interno il triangolo famigliare padre-madre-figlio, per aprire una nuova fase dell’autocomprensione storica dell’uomo. E ancora: la legalizzazione del matrimonio omosessuale dovrebbe essere il primo passo per la completa legalizzazione dell’omoparentalità (ciò anche come conseguenza delle tecniche di procreazione assistita e di produzione embrioni costitutivamente senza genitori). Si parla di liberalizzazione sociale dell’eros e della soggettività, di “poliamory”, di de naturalizzazione dell’uomo, nella presenzione che dire di no alla natura significa dilatazione della libertà dell’uomo. Sono prospettive seriamente preoccupanti (infernali le chiama Adinolfi) e sorprende che non ci sia adeguata informazione in proposito e che manchi a livello culturale e politico un movimento efficiente di critica e contrasto. Perché deve muoversi un “privato” come Adinolfi, quando ci sono forze politiche, associazioni e movimenti ecclesiastici e non ecclesiali che dovrebbero farsi carico di queste problematiche di importanza fondamentali per ogni società? Conclude Francesco D’Agostino. Sarebbe veramente una dilazione della libertà? Ma se non c’è più una natura (la natura dell’uomo) da rispettare, si apre a nuove e impensate forme di dominio. Se la determinazione del genere è un fatto volontaristico, è possibile, probabile, che sia la volontà del più forte e imporsi su quella del più debole; che cioè finisca a prevalere sulle volontà individualistiche, la pretesa regolativa avanzata dal potere politico o mediatico. Aldo Crialesi Sul prossimo numero pubblicheremo un'altra riflessione sull'incontro di Mario Adinolfi svoltosi nei giorni scorsi a Fabriano. Animalisti e Melchiorri, che successo Rabbit! Successo per la rappresentazione teatrale sabato 11 aprile di “Rabbit, la mossa del coniglio”, spettacolo scritto da Lorenzo Angelini, liberamente ispirato dal romanzo "Oblomov" di Ivan Goncarov. con la regia di Giovanni Boni e due attori fabrianesi straordinari come Mauro Allegrini e Laura Pavoni. L’Associazione Animalisti di Fabriano ne ha voluto e curato la produzione, e tra i collaboratori (oltre al service e scenografia di Antonio Solinas, alle musiche di Marco Agostinelli e alle riprese di Videomotive) ce n’è stato uno speciale, un’artista che ha creato qualcosa di originale ad hoc per lo spettacolo: Massimo Melchiorri. Era la prima volta che il professore e talentuoso artista si cimentava con delle creazioni per il teatro, e chi ha visto lo spettacolo è rimasto affascinato dalla scultura sul palco che raffigurava l’alter ego del protagonista. “Non sapevo cosa sarei riuscito a creare – ci racconta lo stesso Massimo – e il comun denominatore di questo iter creativo e realizzativo è stata la sorpresa. Sì, sorpresa, perché con materiali naturali, tutti naturali, ho creato il calco ed ero già stupito di quanto fatto. Poi, quando ho creato gli occhi, con delle biglie da ping pong, la scultura sembrava aver ricevuto un infuso di vita. Sembrava che ci osservasse!". Massimo ha realizzato anche una proiezione durante lo spettacolo, estremamente difficile e realistica, e non solo: nella stessa giornata, ha anche supportato l’Associazione Animalisti in piazza creando dei ritratti dei cagnolini! Una personalità poliedrica che vede nell’arte un modo per utilizzare la propria emotività per vedere le cose in maniera diversa, per esprimere se stessi. “Grazie a Massimo e a tutti quelli che hanno collaborato per la riuscita di questo spettacolo – commenta Mauro Allegrini – persone davvero speciali, con cui c’è un legame si stima e amicizia. Grazie al nostro regista, straordinario, e grazie al pubblico che ci ha fatto sentire il suo calore”. Roberta Stazi 28 fabriano.indd 2 A Valleremita camminata “Sulle tracce di Francesco” Il 19 aprile, a Valleremita, anche con il tempo un po’ incerto, si sono ritrovati in circa duecentocinquanta alla camminata organizzata dall’Aula Verde di Valleremita denominata “Sulle tracce di Francesco”. Il percorso iniziato da Valleremita, verso la prima sosta a Camporege (450 slm) nel campo del miracolo di San Francesco con il passaggio nella chiesetta del Seminario, si è proseguito per la visita alla ex chiesa della Ss.ma Trinità, ora chiamata chiesa di San Francesco (risalente all’anno mille circa) che è stata recentemente ristrutturata e li Padre Pierluigi ci ha fatto una bellissima presentazione e illustrazione della storia collegata al posto, a San Francesco e all’Eremo di Valdisasso, al via della fine dei lavori di ristrutturazione. Successivamente è iniziata la salita al monte Rogedano con breve sosta nella “piana” (916 slm) per ammirare l’effetto della catena dei monti dell’Appennino, poi giù verso l’Eremo dove ci attendeva lo staff per rifocillarci dopo la bella fatica. Molti hanno elogiato l’iniziativa anche perché non erano mai passati in quei luoghi. Erano presenti persone venute appositamente da Pescara, dal pesarese e turisti provenienti dall’Argentina. Durante il percorso c’è stata l’assistenza dei volontari della Croce Rossa di Fabriano. 22/04/15 10.05 29 >DIALOGO< L'Azione 25 APRILE 2015 Annuncio shock: G esuberi Indesit li esuberi Indesit, annunciati al termine dell’incontro al Mise con l’azienda, sono 1.350, di cui 1.200 nelle fabbriche e 150 nei centri di ricerca. Il piano di integrazione della multinazionale americana, che a luglio scorso aveva acquisito il 60% dell’azienda, prevede la chiusura degli stabilimenti di Caserta, di None e di Albacina. Whirlpool annuncia investimenti per 500 milioni di euro per lo stabilimento di Melano. L’azienda ha annunciato che fra i due siti di Melano e Albacina i lavoratori coinvolti nel nuovo progetto sono 812, per produrre 2,3 milioni di piani cottura. Allo stato attuale risulterebbero 250 esuberi. Abbiamo lasciato spazio alle osservazioni della politica, che commenta la situazione allo stato attuale. GIAN MARIO SPACCA, presidente Regione Marche Prevista la chiusura degli stabilimenti di Caserta, None e Albacina PATRIZIA TERZONI, SERENELLA FUCKSIA, deputata Movimento 5 Stelle senatrice Movimento 5 Stelle Salvaguardia della comunità e del lavoro Su vicende di tale rilevanza per la comunità marchigiana non serve fare polemiche ma bisogna unire gli sforzi per difendere i lavoratori e il territorio. La salvaguardia dell’occupazione fino al 2018 è uno degli impegni sottoscritti a dicembre 2013 nell’accordo Mise-Indesit-regioni-forze sociali. Noi abbiamo sempre chiesto a Whirlpool, e chiediamo tutt’ora, il riconoscimento di quell’accordo e il rispetto degli impegni assunti. Le nostre posizioni sono state scandite da questo documento e non ce ne sono state altre. Per ora le regioni non sono state invitate a partecipare, a differenze di tutte le precedenti occasioni. Un'operazione Whirlpool torni ROSSI, di macelleria sugli impegni EMANUELE candidato regionale Sinistra Unita sociale già presi Un piano da rigettare del tutto Da mesi ci stavamo sfiatando in ogni stanza dei bottoni sulle perplessità circa il piano Whirlpool e il futuro della Indesit. Oggi è arrivato il conto: 1.350 esuberi e chiusura immediata degli stabilimenti di Albacina e Caserta. Nel mezzo una promessa di pulcinella che al danno unisce la beffa, perché il piano rivendicherebbe volumi di produzione in crescita in Italia. Quanto proposto da Whirlpool non solo è inaccettabile: è insultante. Eppure lo scorso luglio, quando la società americana acquisì la maggioranza delle quote Indesit, il premier Matteo Renzi bollò l’operazione come fantastica, seguito a ruota dal Governatore delle Marche Gian Mario Spacca, il quale si spellò le mani asserendo che con Whirlpool si dava il via a una nuova strategia di lungo periodo. Di fronte a questo scempio, che sancisce il massacro definitivo del tessuto economico della aree del fabrianese e del casertano, ho deciso di presentare subito un’interrogazione parlamentare. Non solo: daremo battaglia nell’incontro con le Rsu previsto a Roma. Il governo ha dato il via ad un’autentica operazione di macelleria sociale. Non la permetteremo e non ci faremo più abbindolare dalle fandonie. Prevista la chiusura di 3 stabilimenti: Albacina, Carinaro, None e annunciati 1.350 esuberi (1.200 operai e 150 impiegati e tecnici specializzati) con pesanti ricadute secondarie sull’indotto. In positivo il piano industriale prevede un potenziamento sia per lo stabilimento di Melano, nel fabrianese, dove si dovrebbe mantenere e rilanciare la produzione dei piani cottura, che di Varese, dove sarebbero previste 250 assunzioni. Il bilancio complessivo è allarmante anche perché è stato annunciato un probabile, ulteriore ridimensionamento del numero di impiegati nel giugno prossimo, quando sarà ufficializzato un secondo piano riorganizzativo. Se questo dato verrà riconfermato ci troveremo di fronte ad un dimezzamento della forza lavoro. In questo momento le priorità devono essere il mantenimento dell’occupazione ed il rilancio delle Marche. Dopo l’annuncio si cristallizza una situazione difficilissima, soprattutto per un territorio, come quello marchigiano e di Fabriano in particolare, già fortemente segnato dalla crisi. Whirlpool ritorni sui suoi passi e rispetti gli impegni dell’accordo del 2013 mantenendo il polo fabrianese, eccellenza e risorsa industriale. STEFANO SANTINI, candidato regionale Pd Approfondire le ripercussioni Il Piano Industriale italiano presentato da Whirlpool lascia intravedere solo una parte della strategia di riorganizzazione e integrazione della multinazionale dopo l’acquisizione di Indesit Company. A breve termine la garanzia occupazionale produttiva in primis, ma anche la riallocazione dei dipartimenti di ricerca e sviluppo e la progressiva integrazione degli uffici centrali e dei siti di assistenza post vendita, devono essere analizzati nel loro insieme per essere convincenti e non penalizzanti per gli occupati diretti e i colletti bianchi che lavorano nel comprensorio fabrianese. Poi i piani degli investimenti a medio-lungo termine di Whirlpool devono fornire la certezza della volontà di radicarsi al territorio in un tempo ragionevolmente lungo, non solo per garantire stabilità produttiva, ma anche sviluppo e crescita. Affermare che la multinazionale abbia scelto Melano come sito per la produzione dei piani cottura per tutto il gruppo significa anche approfondire le ripercussioni sulla filiera produttiva. Riterrei corretto che ai prossimi appuntamenti di approfondimento la multinazionale invitasse i rappresentanti sindacali e politici del territorio. 29 dialogo.indd 2 Il Piano Whirpool è da combattere e rigettare. In primo luogo non sono state convocate le rappresentanze territoriali, sia sindacali che politiche, nell’incontro che si è tenuto presso il ministero dello Sviluppo. In secondo luogo la chiusura dello stabilimento di Albacina è l’ennesimo colpo ad una zona già stremata da una grave crisi occupazionale. Il piano industriale presentato da Whirpool prevede 1.350 esuberi su piano nazionale, 280 stimati a Fabriano, e la chiusura di tre stabilimenti: Caserta, Albacina e None. Conosciamo già il conseguente effetto domino sull’indotto. Un piano persino peggiore di quello vecchio. Ha ragione il segretario della Fiom a ricordare che Renzi definì l’acquisizione di Indesit da parte di Whirpool un’operazione fantastica e che Spacca usò toni rassicuranti quando incontrò i vertici di Whirpool: ecco i risultati disastrosi. La nostra collettività non può rimanere in silenzio ed è compito principale della politica alzare la voce in difesa dei lavoratori, perché non farlo sarebbe una scelta e una grave responsabilità. Le mobilitazioni degli operai di Albacina e degli impiegati fabrianesi sono state repentine ed importanti, la reazione della nostra comunità deve essere altrettanto rapida. Fabriano non può più affidarsi ai vecchi potenti di un tempo: i Merloni hanno preso i soldi della vendita di Indesit e non hanno più peso nelle decisioni, per cui davanti a noi ci sono gli interessi di una multinazionale che calpesta la dignità del nostro territorio. Noi siamo pulci per loro, e solo insieme potremmo far sentire la voce di un comprensorio. I lavoratori, i commercianti, la politica, gli industriali, i tanti giovani e precari debbono cogliere l’urgente necessità di una mobilitazione collettiva a difesa della tenuta sociale di Fabriano. È finito il tempo di sperare in accordi familistici, oggi è il tempo di lottare. 22/04/15 10.08 30 >DIALOGO< L'Azione 25 APRILE 2015 Campodiegoli "fai da te" Strade buie: gli abitanti si sono tassati, comprando le lampadine di CLAUDIO BIONDI* G li abitanti della frazione di Campodiegoli hanno provveduto a comprare a proprie spese alcune lampadine che da mesi non funzionavano e le hanno fatte installare. Non è stato uno scherzo di aprile, non è una battuta, non una simpatica barzelletta, questa è la pura realtà, incredibile ma vero! Stufi di essere presi in giro e sentirsi rispondere sempre che “non ci sono i soldi”, hanno provveduto a proprie spese. La situazione era diventata insostenibile, uscire di sera e camminare al buio per le vie della frazione era diventato pericoloso soprattutto per i più anziani, da qui la decisione di provvedere in proprio. Abbiamo voluto approfondire la questione, in effetti in Comune non ci sono lampadine per la normale e semplice manutenzione e nessuno se ne preoccupa e la risposta è sempre la stessa: “non ci sono i soldi”. C’è da rimanere allibiti! Non riescono neanche a organizzare la normale manutenzione. E i soldi che noi tutti cittadini paghiamo per le tasse comunali sempre più alte che fine fanno? Certo se si spendono per incaricare professionisti esterni, come ingegneri, architetti per fare progetti, per i controlli della sicurezza sui cantieri e addirittura per semplici accatastamenti, quando in Comune all’Ufficio Tecnico ci sono più di 40 tecnici in grado di farli, allora possiamo capire che mancano i soldi. Però i soldi per i premi di “risultato” per i vari funzionari ci sono sempre. Chi figli… chi figliastri! Vorremmo ricordare che un tempo c’erano meno di 10 tecnici in Comune e certamente queste situazioni non si verificavano. Ogni frazione aveva inoltre il suo cantoniere che faceva la normale manutenzione, puliva e segnalava a chi di dovere le esigenze del paese. Oggi tutto questo non avviene, i consigli di circoscrizioni non ci sono e gli amministratori si vedono quando ci sono le elezioni poi non più. E pensare però che c’è, questo sì l’assessore alla Partecipazione, ma di che partecipazione parliamo, di che gestione unitaria con i cittadini si può fare, se queste realtà non esistono da tempo? I consigli di circoscrizione e di quartiere non ci sono e non li vogliono assolutamente nominare, e pensare che nelle prime pagine dei programmi elettorali dei partiti che hanno espresso questa amministrazione, figura ed è in grande evidenza “la partecipazione democratica alla gestione della cosa pubblica”. Quanta ipocrisia! Nelle passate amministrazioni comunali questo non avveniva, i consigli di circoscrizione c’erano e a questi partecipavano anche gli amministratori comunali, i quali di persona ci rendevano conto delle problematiche di ogni frazione. Ma per ritornare alle lampadine che gli abitanti di Campodiegoli Don Franco ricordava così don Pocognoni e Giuseppe Baldini Era una spia ma gli salvarono la vita. Dell’indimenticabile Don Franco Paglioni (vedi “L’Azione” del 4 aprile) ho un altro ricordo, che capita molto opportuno nella ricorrenza del 25 aprile, Festa della Liberazione. Era stato organizzato a Matelica un convegno sui sacerdoti nella Resistenza e io rievocai le tragiche vicende di don David Berrettini, parroco di Marischio, e di don Ermenegildo Vian, parroco di Bastia di Fabriano. Naturalmente non poteva mancare il ricordo, anzi l’omaggio all’eroico don Enrico Pocognoni, che è il simbolo della Resistenza a Matelica. Parlo di lui don Franco, che premise di aver preparato la sua relazione per essere letta alla presenza del Presidente della Repubblica, che però non venne più (come promesso) a rendere più solenne un importante convegno sulla lotta partigiana (in che anno?). Non parlò in generale della resistenza a Matelica, ma riferì di un episodio particolarissimo, che mi colpì molto e che quindi mi è rimasto nella memoria, anche se ora non ne ricordo tutti i dettagli. I fatti erano questi. I partigiani di stanza a Braccano (con loro c’erano don Enrico e Giuseppe Baldini) avevano subito le conseguenze negative di una delazione ed avevano scoperto la spia. In tempi di guerra - ed allora era guerra - si procede sommariamente: riunito un consiglio con funzioni di tribunale, la decisione fu di condanna, condanna a morte per il delatore. Ma don Enrico si oppose, ripugnava alla sua coscienza questa uccisione e in questa opposizione trovò l’appoggio di Giuseppe Baldini. Tutti e due si recarono in chiesa, di notte, a pregare davanti al tabernacolo e dalla preghiera e dall’adorazione eucaristica trovarono l’energia e la determinazione per chiedere ed ottenere la revoca della condanna a morte, garantendo loro che il delatore, salvato ma allontanato dal gruppo partigiano, non sarebbe più stato pericoloso perché pentito; se questa previsione fosse stata smentita dai fatti ne avrebbero risposto loro, don Enrico e Baldini, con la vita. A chi gli chiedeva chi fosse il delatore pentito, don Franco rispose che non lo sapeva. Quanto aveva raccontato gli era stato riferito da Giuseppe Baldini che nonostante le sue insistenze, non aveva voluto rivelare questo nome. Quest’uomo – aveva detto - è ormai morto, ma i figli sono vivi e non è giusto rendere di pubblico dominio vicende tanto amare che probabilmente essi non conoscono. Forse, o senza forse, questi miei ricordi non sono precisi, ma penso che a Matelica ci sia che può rievocare questo episodio con sufficiente precisione; forse è cosa già conosciuta da molti. Ma mi pare una memoria tanto importante da meritare una larga diffusione, da entrare come pagina esemplare e luminosa nella storia di Matelica e della Resistenza, non soltanto matelicese. In tempi di guerra e di guerriglia la pietà è morta, ma non per uomini come don Enrico Pocognoni e Giuseppe Baldini. Era questo lo stile, il comportamento dei partigiani cristiani, che va sottolineato, se non è stato fatto prima, in questo settantesimo anniversario della Liberazione d’Italia. Mi ritorna alla mente la splendida “Preghiera del ribelle” dell’eroico e santo Teresio Olivelli, ribelle per amore. “quanto più s’addensa e incupisce l’avversario, facci limpidi e diritti”. Perché non viene mai riproposta in queste cerimonie commemorative del 25 aprile? E per finire, don Enrico ha il posto che merita nell’ideale sacrario degli eroi; ma Giuseppe Baldini non merita un ricordo di particolare attenzione? a.c. Don Franco Paglioni sono stati costretti a comprarsele non è per caso che anche noi della città dovremmo fare lo stesso, provvedere in proprio, per vedere sistemate le nostre strade, i nostri giardini, per fare le strisce pedonali? Se tanto mi dà tanto! Il rischio lo possiamo..... correre! Ci viene un dubbio non era meglio......quando era peggio? *ex assessore ai Lavori Pubblici Anche Firenze ha il suo spazio sulla carta Il negozio in via del Corso a Firenze Egregio direttore, come riferito nell’articolo di Alessandro Moscè, anche a Firenze in pieno centro storico è aperta da molti anni “Fabriano boutique”. In un arredamento molto elegante e raffinato sono esposti i prestigiosi prodotti del marchio Fedrigoni. Il negozio si trova nella centralissima via del Corso, in una zona di Firenze, tra piazza del Duomo e piazza della Signoria, nella quale è rimasto il tipico impianto urbanistico medievale. La strada è percorsa giornalmente da migliaia di visitatori, perché è compresa nel classico percorso turistico che dalla Cattedrale porta fino alla casa di Dante. Di fronte alle due ampie vetrine che si aprono all’angolo di via Dei Cerchi sostano molti turisti italiani e stranieri che possono ammirare la carta di Fabriano e gli altri articoli esposti. Sandro Boccadoro Quanto dovremo aspettare per una Fabriano boutique? A pag.5 del numero dell’11 aprile de “L’Azione” ho letto con molta meraviglia che in via del Babuino a Roma è stato rinnovato il punto vendita fabrianese per la carta di Fabriano. Come giustamente dice Alessandro Moscé non sarebbe più logico aprire a Fabriano un negozio così? A Roma ce ne sono due, per non dire quelli di Milano, Firenze, Verona, Venezia, Taormina, Parigi, Londra, Monaco di Baviera, Berlino, Atene, Pechino. Non è una vergogna per Fabriano non avere niente quando 30 dialogo.indd 2 La città non riesce a promuovere in loco le sue qualità è proprio qui che è nata la carta e soprattutto quella preziosa fatta a mano. Due giovani fabrianesi più di due anni fa si sono rivolti al sindaco ed allo stesso Fedrigoni per aprire in via Balbo una “Boutique Fabriano”, abbinata al vicino Museo della Carta, volendo vendere tutti i tipi di carta: per ufficio, per scuole e per preziose lampade d’arredamento confezionate con la filigrana… E’ stato risposto con il diniego più assoluto. Perché? Devono venire gli architetti veneziani a svegliare i fabrianesi. Non sappiamo da soli quale tesoro offrono le nostre Cartiere? Gli altri ci copiano, ci rubano le nostre risorse e lavorano, mentre Fabriano dorme! Nemo propheta in patria, è proprio vero: che amarezza, che vergogna! a.t. 22/04/15 10.10 31 >dialogo< L'Azione 25 aprile 2015 Gli attuali eroi della società I fattori culturali ed ambientali influenzano i comportamenti violenti di Giovanni Mazzotta* H o letto sull’ultimo numero de “L’Azione” l’articolo di Alberto Campoleoni dal titolo: “Bullismo, educatori da educare”, sulle cui riflessioni concordo pienamente. Partendo dall’ultima frase, “per ripartire… la prima condizione è riconoscere ciò che è successo, guadagnare consapevolezza, dare il nome alle cose…”. Mi piace chiarire un concetto che in ambito psichiatrico e soprattutto quando ci sono episodi di bullismo si vuole sottacere. Bisogna avere il coraggio di fornire un nome alle cose che accadono e gli esperti sottolineano come il comportamento di bullismo vada inquadrato nell’ottica psichiatrica dei comportamenti violenti. Nel mondo animale, quindi anche nell’uomo, comportamenti di rabbia e aggressività esistono da sempre come fenomeni fisiologici, istintivi, innati e geneticamente determinati ai fini della sopravvivenza della specie, ma sono ben altra cosa rispetto alla “violenza”, intesa come aggressività patologica quando è presente con manifestazioni immotivate ed esagerate in risposta a cause esterne di minima entità. Nel loro sviluppo i bambini utilizzano comportamenti aggressivi con i loro coetanei per stabilire una condizione di dominanza nel gruppo, ma anche per scaricare a livello motorio le tensioni psicologiche interne (giochi di ostilità). Ad esempio già all’età di due anni il bambino manifesta un’aggressività pro sociale, che non ha la finalità di infliggere un danno all’altro, ma semmai quella di conquistare un obiettivo socialmente approvato. Momento topico nello sviluppo delle conoscenze biologiche è stata la scoperta fatta negli anni Novanta del secolo scorso dagli scienziati italiani Rizzolatti, Fogassi e Sinigaglia del “Sistema Mirror” o “Neuroni a specchio” all’interno del cervello. Queste strutture cerebrali sono fondamentali per l’apprendimento del linguaggio, ma soprattutto sono ritenute le aree dell’empatia e sono alla base degli apprendimenti per “imitazione”. Sono queste le aree cerebrali che permettono di decifrare, sentire e decifrare a livello motorio le meta-rappresentazioni. Le meta-rappresentazioni sono abilità per comprendere gli stati mentali propri e degli altri e sono una funzione simbolica, che se da una parte servono per imitare, dall’altra possono regolare il comportamento aggressivo, ma anche deviare l’aggressività in forme più subdole, ma non meno dolorose (ad esempio compare il giudizio negativo, l’esclusione dal gruppo, il pregiudizio). Nella fase adolescenziale l’istinto aggressivo è ancora una molla positiva in quanto determina e definisce il processo di identificazione personale: tuttavia, se questo processo non è ben canalizzato, può portare a comportamenti di violenza. Questi comportamenti possono essere sia di violenza fisica, come spesso si legge nelle cronache giornalistiche sui fenomeni di bullismo, nei disturbi di condotta propri degli adolescenti, ma anche ad altre forme di violenza, più subdole, ma che sono fonte di un grandissimo disagio (esempio forme di discriminazione e/o di razzismo). La società attuale esprime tutta la sua “fragilità” nell’affrontare la tematica dei comportamenti violenti degli adolescenti. Infatti interessi consumistici mass-mediatici, programmi televisivi in primo luogo, utilizzo inappropriato degli telefonini, Facebook, Youtube, chat ecc. spingono a guardare con ammirazione ed emulare coloro che raggiungono i loro obiettivi e traguardi, usando un’eccessiva aggressività o trasgressione (i modelli degli adulti tipo cantanti o personaggi famosi devono essere aitanti, belli, trasgressivi, menefreghisti, ecc.). A questo punto il discorso diventa sociologico ed allora possiamo chiederci quali siano i modelli e i “nuovi eroi” dell’attuale società, ricordandoci tutti che sono principalmente i fattori ambientali-culturali ad influenzare maggiormente i comportamenti devianti e violenti. La rivoluzione studentesca del ’68, volendo distruggere l’autoritarismo e la figura del “padre”, che esercitava l’autorità, ha portato a distruggere nelle generazioni successive anche il significato e il rispetto di ogni autorità. Si badi bene che il principio di autorità si differenzia dall’autoritarismo. Nel primo caso l’autorità si fonda sull’esistenza di un bene condiviso, di un medesimo obiettivo, che si raggiunge con colloqui, mediazioni e compromessi fra posizioni distanti; nel secondo caso colui che rappresenta l’autorità si impone all’altro grazie alla sua forza e la violenza. La perdita della funzione educazionale dei genitori e la presenza poi di rapporti conflittuali e deteriorati tra l’adolescente e gli adulti, fra gli adolescenti e gli educatori delle agenzie di socializzazione (scuola, gruppi di amici ecc.) determinano il mancato apprendimento delle norme sociali e del vivere civile. Il disorientamento delle proposte sociali e dei modelli adulti spinge i giovani alla ricerca spasmodica di “emozioni”, che vengono appagate con i giochi contro le regole giuridiche e morali: l’impulso all’agire violento diventa una sfida contro se stessi ed una fuga da se stessi. C’è in altri termini nei ragazzi che si comportano da bulli il mancato superamento della fase narcisistica infantile, periodo dello sviluppo in cui il bambino si sente motore di ogni avvenimento esterno, impedendo così che venga maturato ed appreso il concetto di limite. Nel mito di “Narciso” (Narciso era il personaggio mitologico che innamoratosi della propria immagine nell’acqua si lancia nel lago e muore), c’é la rappresentazione dei comportamenti patologici adolescenziali. Vale a dire l’adolescente come Narciso può tuffarsi nel lago per raggiungere la propria immagine ed in questo modo non affronta o si misura nell’altro (compagno, vicino amico, nemico, etc). Quando c’è patologia il “ragazzo narciso” ha un senso grandioso di sé, quasi di ipomaniacalità e la competizione viene vista soltanto come mezzo per eliminare il rivale. I ragazzi con disturbo narcisistico hanno sentimenti di superiorità sprezzante, senso di dominio enorme, svalutazione degli altri, scarsa tolleranza alle frustrazioni ecc. In altri termini ad agire con violenza. In conclusione sono gli adulti che per primi si devono aggiornare, riconoscere il loro ruolo di educatori e soggetti attivi, imitati dai minori, al fine di agire in maniera positiva ed efficace per uno sviluppo psicologico del minore nel range di normalità di una società civile. * Specialista in Neurologia e Psichiatria Le commemorazioni non sono delle celebrazioni Coraggiosa scommessa per il rinnovamento Il cielo, dopo le ultime nevi, quella mattina era di un celeste smagliante. Mentre avveniva la deposizione delle corone di alloro sotto le lapidi dei caduti si poteva immaginare che la mattina di quel 25 aprile di oltre mezzo secolo prima avrebbe potuto avere la stessa brillantezza. Un bambinetto nel corteo canticchiava “Bella ciao” accompagnando le note della banda comunale; era possibile raffigurarsi l’entusiasmo di chi, giovane o anziano, si era trovato a festeggiare, in quel lontano 25 aprile, la fine di un lungo incubo con a fianco la presenza ancora palpabile di quei tanti che si erano giocati la vita per rendere quel giorno ogni istante più vicino. Certo, più di mezzo secolo è un’immensità di tempo, tutto il tempo di un essere umano spesso, e la memoria si fa sempre più labile e sempre più incurante di dimenticare. Ma la Storia è una sorta di filo rosso, lungo e sottile, che silenzioso si dipana da ogni essere che ci ha preceduto, ci avvolge durante tutta la vita per allacciarsi ad ognuno che dopo verrà, in un fluire incessante per cui ciascuno è e sarà, di volta in volta, figlia e figlio, madre e padre. Forse basterebbe appena un po’ di tale consapevolezza ad evitare che le commemorazioni scadano in celebrazioni, o peggio in rituali doverosi. Solo che per riconoscersi come carne e spirito radicati Al Partito Democratico interessa il rinnovamento: con strumenti democratici ha selezionato il proprio candidato presidente Luca Ceriscioli e il candidato consigliere Stefano Santini. Questo perché credere nello svecchiamento delle istituzioni ha una radice profonda: il coraggio di investire su persone nuove, di mandare avanti i giovani, chi è in grado di vedere il mondo in modo diverso e innovativo, e, quindi, capace di trovare soluzioni reali e concrete ai problemi della nostra società. Al Partito Democratico non interessa, invece, la politica di chi è disposto a tutto pur di mantenere la propria poltrona: Spacca, dopo aver concluso il secondo mandato come eletto del Partito Democratico e dopo 25 anni di attività politica in regione grazie all’elettorato del centrosinistra, oggi si ripropone come candidato presidente della coalizione di centrodestra, insieme a Forza Italia. Da un lato chi vuole veramente cambiare in meglio, per il vantaggio di tutti; dall’altro chi vuole mantenere se stesso ed il proprio entourage, interessato esclusivamente al suo vantaggio personale. La scelta è in mano agli elettori: siamo convinti che la nostra visione politica, questa coraggiosa scommessa, sarà vincente. Perché è innegabile che chi vive ed è a diretto contatto con la realtà della società meglio può rappresentarla nelle istituzioni rispetto a chi, invece, è da troppi anni che vive nei palazzi e non è più capace di partecipare con i cittadini alle loro aspirazioni, ai loro problemi, al loro futuro. al passato, dovremmo con la stessa intensità sia conoscerlo sia farlo conoscere questo passato, vicino o lontano che sia. Appassionarsi alla Storia nasce dal desiderio di ricercarsi e ritrovarsi nel tempo, con la consapevolezza che niente ci è estraneo di ciò che è stato, di niente potremmo fare a meno. Bisognerebbe sentire fortemente la necessità di far scoprire alle giovani generazioni (ma, ahimé, non solo a loro!) una tale convinzione, forse la sola capace di restituire un senso, un valore, una dignità che tanto mancano nell’attuale temperie politica e morale. Se la superficialità e spesso la stanchezza spingeranno alla rinuncia a sapere ed a riflettere per correre dietro ad un consumismo ottuso spacciato per liberatorio, se l’informazione resterà prostrata al servizio di chi più ha potere e lo gestisce con sfacciato personalismo, sarà sempre più difficile riuscire a ritrovarsi partecipi dell’entusiasmo di una mattinata d’aprile di tanti anni fa, e sarà sempre più difficile ritrovare quella via che con semplicità e coraggio ci è stata indicata da chi ha inteso lasciarci, con il sacrificio di sé, una terra più libera, una vita più dignitosa. Laura Pavoni Michele Crocetti, segretario Pd Fabriano, responsabile organizzazione Pd Marche Un mio nipote, da poco maggiorenne, mi ha chiesto: “Nonno perché la nostra bella cittadina è tanto trascurata? Non lo merita proprio, perché è ricca d’arte e di bei monumenti. La città dove sto frequentando l’università è ben tenuta ed infatti sono presenti negli incroci evidentissime le strisce, la pavimentazione non è trascurata come da noi; pensa che pochi giorni fa mi trovavo a passare per il crocevia di piazza Garibaldi ed una signora, a causa della pavimentazione sconnessa e dell’assenza di strisce, per evitare un’auto che sopravveniva, è caduta fratturandosi un polso, e riportando gravi danni al gomito e solo per poco ha evitato l’intervento chirurgico, ma non l’ingessatura fino alla spalla. Interrogati i vigili comunali mi hanno detto che per mancanza di fondi il Comune non è in grado di prendere i dovuti accorgimenti”. Ma io ho risposto: dove sono finiti i soldi dell’Imu riscossi recentemente? Forse sono finiti per riscoprire il fiume Giano che poteva anche aspettare? b.d. 31 dialogo.indd 2 22/04/15 10.10 32 L'Azione 25 APRILE 2015 Affrettati... ultimissimi giorni per l'abbonamento a L'Azione!!! »REDAZIONE . . . E R A F E M O CO C EC presso la sede di Fabriano Piazza Papa Giovanni Paolo II, 10 - dal lunedì al mercoledì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12.30 presso la sede di Matelica Via Parrocchia, 3 - lunedì e giovedì dalle 16.30 alle 18.30 »BONIFICO BANCARIO iban IT36 U 05035 21110 410570009048 »BOLLETTINO POSTALE c/c 17618604 intestato a L'Azione 32 ultima.indd 2 22/04/15 10.12