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Settimanale d'informazione - Poste Italiane s.p.a.- Spedizione in Abbonamento
Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Ancona
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>Fabriano
8
>Matelica
Fabriano-Matelica euro 1,20
14
>Sport
26
n. 16 Anno CIV 25 aprile 2015
>Dialogo
Accoglienza
alla "Casa
dei Poveri"
Borsellino
spiega la mafia
ai ragazzi
Calcio in festa:
Fabriano Cerreto
grandi numeri
Indesit: in 1.350
rischiano
il posto di lavoro
G
S
G
P
razie all'impegno
della San Vincenzo
de' Paoli, nel corso del
2014 sono state accolte
oltre mille persone nella
struttura di via Mamiani.
alvatore, fratello del
giudice Paolo, lunedì
ha incontrato gli studenti
della scuola media. Un
evento partecipato, emozionanete, vivo.
Un'urgenza
mondiale
I dati per certi versi diventano un pericoloso dettaglio. Su cui c’è il rischio di
assuefazione. Tra bollettini drammatici
e aggiornamenti che si rincorrono si sta
perdendo il senso di una realtà che non va
più commentata con rabbia o dolore, ma
affrontata con tenacia e determinazione. Il
Mediterraneo, la culla per antonomasia della
civiltà, è diventato un immenso cimitero.
Dalla vita alla morte. Sono arrivati in 10mila
negli ultimi giorni, oltre in 17mila dall'inizio
del 2015. A cui dovrebbe aggiungersi più di
un migliaio che non ce l'ha fatta ed è stata
inghiottita dal mare. Si parla almeno di
3.500 persone scomparse dall’inizio dell’anno. Una fonte dell'intelligence registrata da
Avvenire ha ammesso che «le previsioni
sono le peggiori di sempre. Arriveranno più
persone che in occasione delle primavere
arabe». Chi prova a dare qualche numero
parla di almeno 250mila profughi destinati a sbarcare quest'anno, con impennate
drammatiche durante l'estate. Per avere un
termine paragone, nel 2014, anno record, gli
sbarchi furono 170mila. Intanto continuano
ad arrivare notizie sempre più agghiaccianti
di ripetuti naufragi di barconi e pescherecci, fino a quello di domenica scorsa che ci
ha lasciato ancora più allibiti. Numeri di
proporzioni gigantesche. Stiamo parlando
di persone, uomini e donne, bambini, non
cose, oggetti. Grande cordoglio, massima
preoccupazione, solidarietà a livelli encomiabili, ma poi?
«Dobbiamo aspettarci un esodo», ha annunciato tempo fa da buon profeta il cappellano
degli eritrei don Mosé Zerai. Che ha anche
spiegato come verso Tripoli stiano riversandosi migliaia di profughi eritrei, etiopi e
somali che il Sudan sta perseguitando e che
quindi tentano la fuga verso Nord, sognando
l'Europa. A loro si aggiungono poi i profughi
siriani, quelli dello Yemen, quelli in fuga
dall'Isis e dal suo terrore. Un'umanità in fuga
che prima di tentare la traversata deve sperimentare anche il caos libico, dove i campi
di raccolta sono in mano a 20mila miliziani
che estorcono tutto quello che è possibile
estorcere ai profughi per poi consegnarli
nelle mani degli scafisti. «L'onda anomala
di un'umanità straziata e straziante è ormai
alle porte», ha denunciato sulla prima pagina
del Corriere della Sera Franco Venturini.
E questa umanità cosa trova una volta che
si è messa in mare? Innanzitutto trova un
sistema europeo di presidio delle frontiere
marine, del tutto inadeguato rispetto a questa
emergenza: da quando è operativa, cioè da
novembre 2014, i migranti recuperati in
mare dalle navi di Frontex sono poco più
di 7mila. (...)
(Segue a pagina 2)
ià promossa in
Eccellenza, la
squadra di Spuri Forotti domenica gioca al
Comunale per il titolo
regionale (ore 16.30).
Guerra
e pace
29
revista la chiusura
degli stabilimenti
di Caserta, None ed
Albacina. Il piano della
Whirlpool fa paura. I
commenti dei politici.
I
l centenario dalla fase d’avvio della
Grande Guerra pone Fabriano e il
comprensorio dinanzi ad una serie di
iniziative, a cura del nostro Comune,
che serviranno a ricomporre il quadro di
ciò che è successo nel territorio. Sono
molti gli eventi attesi: abbiano puntualizzato gli aspetti cruciali di quel conflitto e
ciò che rimane a testimonianza dell’accaduto. Ovviamente gli errori del passato,
specie per le nuove generazioni composte
per lo più da studenti, sono un esempio
per capire a fondo che gli inutili massacri
di un conflitto mondiale, e il dolore che
ne scaturisce, non debbono più ripetersi.
Servizi a pag. 3 di Daniele Gattucci, Alessandro Moscè, don Leopoldo Paloni
Carlo Cammoranesi
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>SPECIALE CONVEGNO FISC<
L’Aquila non è sola
nella ricostruzione
di CLAUDIO TRACANNA
S
i è concluso sabato
scorso il Convegno
nazionale della Federazione Italiana
dei Settimanali Cattolici
che quest’anno si è svolto a
L’Aquila sul tema: “L'Italia
da riprogettare e preservare
nella nostra storia”. Spenti
i riflettori sull’importante
meeting aquilano ora bisogna
far sì che l’esperienza fatta
non rimanga racchiusa nei
tre giorni di convegno, ma
possa continuare ad essere
per tutti occasione di crescita
e riflessione. Sia per chi è
tornato nella propria città e
nella propria redazione ma
anche per chi vive in Abruzzo
e si trova a raccontare ancora
quotidianamente il terremoto
può essere importante, tra i
tanti offerti, raccogliere due
suggerimenti. Il primo quello
sottolineato dal presidente
dell’Ordine dei Giornalisti
nazionale: il terremoto – ha
detto Enzo Iacopino - è
stato raccontato a corrente
alternata mentre ha bisogno
di attenzione continua. E il
racconto del terremoto come
di qualsiasi altra notizia ha
bisogno di onestà intellettuale e libertà. Giornalisti
al soldo di qualche padrone,
infatti, non potranno mai
essere degni del servizio
che sono chiamati a fare.
Il secondo suggerimento è
quello lanciato da monsignor
Domenico Pompili che, con
acuta sensibilità, ha rilevato
e sottolineato lo iato creatosi
nel racconto del sisma da parte dei media. All’indomani
del terremoto, nel 2009, si
è riusciti a far emergere la
forza e la dignità di un popolo
ferito dal sisma. Ora emerge
solo la polemica e la lagnanza
procurando, così, un cattivo
servizio ad una comunità
che vive la fatica
del ripartire, del ricominciare. E agli
aquilani che hanno
avuto la gioia di accogliere i tanti amici
della bella e vivace
famiglia Fisc rimane
la gioia di una presenza confortante e
rassicurante. Proprio
nella III domenica di
Pasqua si è potuto
contemplare Gesù,
il Risorto che, dopo
il supremo sacrificio della Croce – oggi ancor più
evidenziato dall’ostensione
straordinaria della Sindone
– mangia il pesce arrostito
con i suoi amici e discepoli
impauriti donando loro una
gioia vera e profonda. Ecco,
per gli aquilani che hanno
Un'urgenza
mondiale
visto la presenza di tanti
professionisti dell’informazione delle redazioni dei
giornali diocesani ciò che
rimane è un tesoro prezioso
di cui essere grati: la gioia di
una presenza. Una presenza
– quella dei giornalisti dei
settimanali cattolici – che
sa di solidarietà concreta,
di condivisione piena, di
memoria viva di un evento
drammatico come il sisma
abruzzese che, se condiviso,
perde la sua forza demotivante in favore di quella speranza
intervento da mons. Pompili,
dopo il convegno Fisc gli
aquilani possono dire, con
voce ancora più forte, che
davvero non sono soli dopo
che hanno potuto “vedere e
toccare” la presenza di tanti
fratelli. Che la ricostruzione,
allora, continui con rinnovata
forza. Continui nel recupero
dei simboli identitari aquilani
come la basilica di san Bernardino da Siena che riaprirà
il prossimo 2 maggio e che è
stata visitata in anteprima dai
convegnisti. Continui anche
che il calore di un’amicizia
come quella della Fisc, può
ravvivare negli animi di chi
quotidianamente è chiamato
a ricostruire se stesso e la
propria città. E, ricordando
la canzone “Domani” realizzata da vari artisti in favore
de L'Aquila e citata nel suo
quella sociale, ancor più
complessa e delicata di quella
immobiliare per offrire a
tutti la testimonianza che,
comunione e unità profonda
di intenti e di volere, sono la
strada, la più efficace, per andare oltre le tante crisi a cui
va incontro il nostro Paese.
Qualità e deontologia
per il buon giornalismo
C
di FRANCESCO ROSSI*
i sono tante carte deontologiche per i giornalisti,
eppure talvolta la deontologia non trova spazio nel
lavoro; ci sono doveri, eppure troppo spesso si pensa
solo ai diritti; c’è tanta comunicazione, ma troppa
banalizzazione. Il dovere della narrazione nel rispetto della
deontologia (e di chi ci sta di fronte) è stato il filo conduttore
del convegno nazionale della Federazione italiana settimanali
cattolici (Fisc), che si è tenuto dal 16 al 18 aprile a L’Aquila. Ascolto e umiltà per il buon giornalismo. “I giornali
cartacei devono rimanere. Non solo perché c’è ancora una
fascia di popolazione che fa riferimento alla carta stampata, ma anche perché è educativo”, ha rimarcato monsignor
Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle
comunicazioni sociali, evidenziando come la Chiesa sia “indietro” sul fronte del digitale ma, al tempo stesso, non possa
abbandonare i media tradizionali. Venendo alle polemiche
legate al racconto della ricostruzione post-sisma a L’Aquila,
“gli eventi eclatanti rischiano di farci vedere la realtà sotto
una lente che la deforma”, ha affermato il presidente della
Sorta nel 1911
soppressa nel 1925
risorta nel 1945
Direttore responsabile
Carlo Cammoranesi
Autorizz. Tribunale Civile di Ancona
n.11 del 6/09/1948
Amministratore
Giovanni Chiavellini
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Fisc, Francesco Zanotti, richiamando la capacità di ascoltare
e la necessità di essere umili per porsi correttamente di fronte
all’interlocutore, avendo un “sacro timore di sbagliare, che
non ci blocchi ma ci faccia agire per il bene di tutti”. D’altra
parte, ha rimarcato Carlo Cammoranesi, consigliere nazionale
della Federazione, “le sole certezze che può dare il giornalista
sono i fatti, niente di più”. “Il buon giornalismo è possibile”,
purché si pensi sempre alle “conseguenze del proprio lavoro”, ha osservato padre Francesco Occhetta, scrittore de “La
Civiltà Cattolica” e assistente nazionale dell’Ucsi (Unione
cattolica della stampa italiana). No alla banalizzazione e al
conformismo. “Competenza e deontologia” sono un “mezzo
obbligato per ricostruire una professione che è fortemente
destrutturata”, ha detto Andrea Melodia, presidente nazionale
dell’Ucsi, ricordando che tanti giovani “rifiutano la mediazione
giornalistica, preferendo una connessione perenne” e informandosi principalmente attraverso la rete. Tuttavia, “Internet
è un grandissimo strumento d’informazione e conoscenza, ma
non garantisce la coesione sociale, è il luogo del copia-incolla,
del conformismo, anche di isole chiuse per gli adepti”. Ecco
che “al giornalista - secondo Melodia - spetta contrastare la
Direzione, redazione e amministrazione
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(...) Gli altr i
20mila hanno
dovuto affidarsi soprattutto
ai mezzi della
Marina italiana. Come ha
riconosciuto il
direttore generale dell'Organizzazione mondiale dei migranti, l'Oim,
William Swing, «gli sforzi compiuti dalle forze marittime italiane sono eroici. La guardia costiera, la Marina
militare e i mercantili continuano a fornire un contributo
essenziale». Le regole di ingaggio di Frontex prevedono
che le unità navali europee intervengano solo nelle acque
territoriali, per cui il salvataggio di migliaia di persone
in mare aperto resta un problema scaricato sulle navi
italiane. Ma è evidente che davanti a quello che è il più
importante flusso migratorio oggi esistente al mondo,
questo approccio sia drammaticamente inadeguato.
Oggi migranti e governi sono tutti in balia degli scafisti (che nei giorni scorsi hanno addirittura sparato per
recuperare un'imbarcazione dopo che i profughi erano
stati portati in salvo su un rimorchiatore italiano). Sono
loro gli incontrastati e spregiudicati padroni del gioco,
dato che l'Europa si è dimostrata distratta e impotente
e non si è preoccupata di imporre altre regole. Invece
è chiaro che per arginare gli scafisti bisognerebbe
adottare misure che tolgano loro potere: ad esempio
bisognerebbe creare corridoi umanitari sicuri. E imporre
condizioni perché i campi di raccolta in Libia possano
diventare punti in cui organizzare un’iniziale raccolta
delle richieste di asilo. Ma l'Europa, favorendo l'abbattimento del regime di Gheddafi, ha improvvidamente
spinto la Libia nel caos della guerra tra fazioni, e ora
si trova ad aver a che fare con un paese assolutamente
inaffidabile. Eppure questa è la vera emergenza umana,
dalle dimensioni epocali, che abbiamo di fronte.
Un'emergenza che sino ad ora è stata tamponata dalla
generosità, in alcuni casi anche eroica, di tanti marinai che in questi mesi hanno portato in salvo migliaia
di vite. Ma ora tocca alla politica uscire dal sonno e
prendere finalmente l'iniziativa.
Non c'è molto tempo davanti. Basta con i rimpalli di
responsabilità e con le concertazioni per stabilire infinite linee operative.
E’ un’urgenza mondiale, non tocca più il nostro Paese o
questa immobile Europa, preoccupata solo di parametri
economici e non di vite umane.
Carlo Cammoranesi
banalizzazione del copia-incolla e al tempo stesso la marginalizzazione delle idee”. Riservando però “agli altri lo stesso
rispetto che chiediamo per noi”, ha sottolineato il presidente
nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, stigmatizzando l’idea - a suo dire diffusa nella categoria - secondo la
quale si hanno “diritti prima che doveri”, dimenticando “che
con le parole incidiamo sulla vita delle persone”. Viceversa,
se il binomio diritti-doveri venisse invertito e il rispetto per
l’altro posto in cima alle priorità, allora le carte deontologiche
“non servirebbero neppure”.
L’impegno dei media cattolici. Nei giorni del convegno, numerose le testimonianze di giornalisti direttamente impegnati
nei giorni del sisma. Per “Avvenire” l’impegno nel raccontare la
realtà aquilana, oggi come nei giorni del terremoto, “continua
a essere massimo, perché questa città non è ancora ricostruita”, ha affermato Alessia Guerrieri, che nel 2009, da giovane
collaboratrice del quotidiano cattolico, si trovò per prima, quel
6 aprile, sui luoghi del sisma. La sua testata, ha ricordato, “ha
prodotto quasi 1.700 articoli sul terremoto, raccontando non
solo il sisma ma anche i volti, i semi di speranza”. E pure il Sir
si è speso senza riserve nei mesi del terremoto, con un inviato
fisso per 4 mesi, Michele Luppi, che ora ricorda quel periodo
come “un’esperienza umana incredibile e una forte esperienza
di fede”. Dall’Abruzzo all’Emilia, analogamente colpita dal
sisma nel 2012, la testimonianza è stata di Benedetta Bellocchio, direttrice del settimanale carpigiano “Notizie”, che ha
rimarcato il valore della stampa locale nel raccontare gli eventi
e come, grazie alle “relazioni” tra i settimanali diocesani, il
suo giornale non abbia dovuto interrompere le pubblicazioni
neppure una settimana, nonostante il 29 maggio fosse martedì - giorno in cui si chiude il giornale - e la redazione resa
inagibile dalle scosse. E ha concluso: “Il terremoto ha distrutto
le chiese ma non ha distrutto la Chiesa”.
Impaginazione
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22/04/15 10.03
L'Azione 25 APRILE 2015
3
>INCHIESTA<
Grande Guerra: le iniziative
di DANIELE GATTUCCI
F
abriano e la Prima Grande
Guerra: la vicenda che dal
1914 sconvolse il mondo in
proporzioni sino ad allora
mai conosciute, viene raccontata
con immagini, testimonianze,
mostre e manifestazioni da una rassegna che ne celebra il centenario.
L’amministrazione comunale e le
associazioni cittadine si sono fatte
carico di ricordare i trascorsi di un
conflitto nato nel cuore dell’Europa e che coinvolse le potenze
extra europee come Giappone e
Stati Uniti, caratterizzato dall’utilizzo di uno spiegamento di forze
senza precedenti e l’utilizzo di
nuove armi. Sono stati il sindaco
Giancarlo Sagramola, l’assessore
alla Cultura Barbara Pallucca e
la coordinatrice delle Biblioteca
Melissa Riccardi, alla presenza dei
rappresentanti delle associazione
nazionale Alpini, il gruppo Fai
di Fabriano e Sassoferrato, l’Archeoclub Fabriano, l’associazione
Mutilati e Invalidi di guerra e gli
istituti scolastici Liceo Artistico e
Itis Morea Vivarelli a presentare il
programma delle iniziative. ”Queste celebrazioni”, ha commentato
il sindaco Sagramola, “servono
per ricordare gli effetti di questo
evento a Fabriano e per commemorare coloro che hanno dato la
vita. Il ricordo aiuta a crescere in
un clima di pace. Le violenze non
dovrebbero più accadere. Tutte le
celebrazioni”, ha evidenziato, “si
svolgeranno presso la Biblioteca
Multimediale 'Sassi', luogo culturale per eccellenza di Fabriano.
Prossimamente speriamo di poter
Il Comune nella ricorrenza del centenario
avviare la sistemazione la pulizia
di tutte le lapidi commemorative
collocate nelle frazioni, così come
è stato già fatto in città”. La prima
pagina di questa rassegna che è
stata intitolata “I Ragazzi del ‘99:
la Grande Guerra dall’Isonzo a Fabriano” si è tenuta sabato 18 aprile
al Museo della Carta e della Filigrana con l’inaugurazione della mostra
omonima, forte di documenti,
materiali e cimeli della Grande
Guerra, preceduta dall’intervento
di Gilberto Piccinini, presidente
della deputazione di Storia Patria
per le Marche dedicato al cambiamento della storia dell’umanità con
la prima Guerra Mondiale. Le mostre in programma saranno aperte al
pubblico fino al 6 giugno con info
e orari su: www.museodellacarta.
com. Si prosegue il 9 maggio alle
ore 17.30 presso la Biblioteca
"Sassi", sala conferenze Dalmazio
Pilati con la presentazione del
volume “La Grande Guerra e i cap-
pellani militari. lettere dal fronte
al vescovo di Fabriano Monsignor
Andrea Cassulo” a cura di Mirella
Cuppoletti, in collaborazione con
gli studenti del Liceo scientifico,
classe V B. Il 16 maggio, alle ore
16, sempre nella Biblioteca Multimediale, “Suggestioni e territorio
nella Grande Guerra”. Seguirà il
Chorus Teen Voice 1915-2015:
“Cantando ricordiamo la Grande
Guerra”, esibizione in collaborazione con il Gruppo Corale Santa
Cecilia e con il Coro Verdi Note.
Nella sala conferenze Dalmazio
Pilati, Aldo Crialesi si occuperà di
“Innovazioni della toponomastica
fabrianese dopo la Grande Guerra”,
a cura del Centro Studi Don Riganelli, mentre Isabella Marcellini del
tema “La poesia di guerra” a cura
dell’Archeoclub Il 23 maggio, alle
ore 17.30, nel Museo della Carta e
della Filigrana, incontro con Don
Leopoldo Paloni sul tema “Partiti
da Fabriano morirono in terre lon-
tane”. A seguire visita guidata alla
mostra a cura dell’Archeoclub in
collaborazione con l’associazione
Nazionale Bersaglieri, sezione di
Fabriano. Il 24 maggio alle ore
17 sempre al Museo della Carta
e della Filigrana, “Riflessioni architettoniche, artistiche e storiche
sul complesso monumentale di
San Domenico e sulle chiese di
Sant’Agostino, Santa Caterina e
Sant’Antonio, con visita guidata
a cura del Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con gli
studenti degli istituti superiori del
distretto scolastico di Fabriano.
La manifestazione continua il 30
maggio alle ore 17.30, Biblioteca
Multimediale "Sassi", sala conferenze Dalmazio Pilati, con la
presentazione del volume “Trame
disperse. Esperienze di viaggio,
di conoscenza e di combattimento
nel mondo della Grande Guerra”
a cura di Silvia Pierosara. Il 31
maggio alle ore 10.30, all’Oratorio
della Carità, assemblea annuale
dell’associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra e incontro
dibattito con Terenzio Baldoni,
con il Liceo Classico "Stelluti", a
cura dell’associazione Nazionale
Mutilati e Invalidi di Guerra, con
l’associazione Bersaglieri e il Liceo
Scientifico "Volterra". Il 6 giugno si
torna alla Biblioteca Multimediale
alle ore 11, presso la sala arti visive
con una tavola rotonda su avvenimenti e personaggi fabrianesi della
Prima Guerra Mondiale. Interventi
di Giancarlo Castagnari, Giuseppe
Corneli e Roberto Moschini a cura
del Liceo Classico "Stelluti". Sempre nello stesso giorno, 17.30, sala
conferenza Pilati, presentazione
del volume di Massimo Papini “Il
secolo lungo. Le Marche nell’era
dei partiti politici (1900-1990)”.
Introduzione a cura di Pietro
Marcolini, assessore alla Cultura
della Regione Marche. Infine tutti i
mercoledì dal 22 aprile al 3 giugno,
dalle 16 alle 17, visite guidate a
cura dei soci dell’Archeoclub al
percorso “Partiti da Fabriano morirono in terre lontane”, mentre tutti
i giovedì di maggio alle ore 21.15,
presso la Biblioteca Multimediale,
sala conferenze Pilati, proiezione di
film sulla Grande Guerra a cura del
Circolo del Cinema di Fabriano.
Monumento ai Caduti,
il progetto va attuato
Quella folla inferocita di massaie
L'episodio più drammatico di quel periodo avvenne a Cerreto d'Esi
Nelle guerre la partita non si gioca
mai solo sui campi di battaglia:
fondamentale è anche il ruolo del
fronte interno. Anche nella guerra
del ’15-’18 i civili furono chiamati
ad una mobilitazione ed a fare la
loro parte. A Fabriano e negli altri
paesi della diocesi sorsero iniziative a riguardo: Ottone Ottoni, Romualdo Sassi e Prudenzia Miliani
a Fabriano, don Pietro Marani a
Matelica, Nicola Morea ma anche
l’avv. Ciarabalà e
don Alfredo Cristalli a Cerreto e
Aristide Merloni
(giovanissimo ma
di belle speranze) ad Albacina;
si diedero da fare
nei vari Comitati
di Mobilitazione
Civile, negli Uffici d’informazioni
prigionieri e nelle
Case del Soldato.
Erano queste una
specie di circolo
ricreativo per militari dove quando
venivano in licenza potevano ritrovarsi e dove venivano organizzati
feste danzanti, “vermut d’onore”
e spettacoli teatrali in loro onore.
Nate dall’idea di un cappellano
militare, don Pietro Minozzi,
erano in buona misura gestite da
ecclesiastici o da laici cristiani.
A Fabriano la Casa del Soldato
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era stata allestita presso i locali
di San Venanzo su interessamento
di Romualdo Sassi e Prudenza
Miliani che chiesero al vescovo
Cassullo il permesso di allestire
spettacoli con attori di ambo i sessi
in deroga alle norme ecclesiastiche
vigenti. Ogni Comune doveva fare
poi la sua parte in qualche settore logistico. Fabriano ospitò un
Ospedale Militare presso l’Istituto
Sant’Antonio dove la più giovane
infermiera era una certa suor Umberta, conosciuta da generazioni
di fabrianesi e che rimarrà fra noi
fino agli anni ’80. L’ammasso del
grano fu sistemato in chiese come
Sant’Agostino. A Matelica presso
gli odierni giardini pubblici fu allestito un “parco buoi” dove l’attuale
fontana fungeva da abbeveratoio.
Campi di lavoro per prigionieri di
guerra impegnati soprattutto per la
plantumazione di pinete si ebbero
a Sassoferrato sul monte Strega, a
Genga sul monte del Predicatore e
a Campodonico di Fabriano.
L’episodio più drammatico avvenne però a Cerreto d’Esi dove un camion di grano che stava per partire
alla volta di Fabriano fu assalito
da una folla inferocita di massaie locali. Il carro
fu fatto oggetto
di una violenta
sassaiola mentre
fu costretto a fermarsi a causa di
un albero abbattuto da un ragazzo
sedicenne certo
Tulli di Poggeto,
costretto all’opera dalla folla di
dimostranti tutte rigorosamente
del gentil sesso.
Il fatto ebbe gravi
conseguenze: una
ventina di queste
fu identificata e
condannata, mentre una guardia
comunale finì all’ospedale. Guai
giudiziari ci furono anche per il
sindaco Tommaso Lippera ed alcuni suoi collaboratori, processati
addirittura dal Tribunale Militare
in qualità di mandanti ma assolti
con formula piena.
Don Leopoldo Paloni
Il monumento ai caduti ai giardini pubblici di Fabriano
Riguardo la prima Guerra Mondiale, il bombardamento della costa
adriatica del 24 maggio 1915 fu l’azione più eclatante effettuata dalla
marina imperiale austro-ungarica contro le città marchigiane e le linee
di trasporto, in risposta alla dichiarazione di guerra italiana del 23
maggio. Divise in otto gruppi principali, le navi da guerra austriache
bombardarono obiettivi militari e civili effettuando un’azione lampo
di attacco che colse impreparati gli italiani, i quali non riuscirono ad
opporre un’efficace risposta. Il triennio 1915-1918 (ma il massacro
iniziò nel '14) si chiuse con un bilancio di perdite di vite umane impressionante: 9 milioni di morti di cui un milione e 800 mila tedeschi,
1 milione e 400 mila francesi, 950 mila inglesi, 600 mila italiani, un
milione e 350 mila austro-ungarici, 350 mila serbi, 125 mila americani
e due milioni di russi. Fabriano subì molte perdite dagli attacchi e oggi
si contraddistingue per la sua “pietra della memoria”. Il monumento
ai Caduti dei giardini Regina Margherita, che rappresenta la Vittoria,
il Sacrificio e la Madre, fu eretto a futura memoria di 490 fabrianesi
morti in difesa della patria, appunto nella prima guerra mondiale.
Nella stele che sorregge la Vittoria è rappresentato in bassorilievo
Mastro Marino (un fabbro che batte sull’incudine, vicino ad una
forgia), lo stemma di Fabriano. Il monumento è opera dello scultore
carrarese Arturo Dazzi. L’epigrafe iniziale, scritta dal professor Romualdo Sassi, è: “MCMXV MCMXVIII. Ai 490 suoi figli dalla cui
morte ebbe vita e grandezza l’Italia. Fabriano con orgoglio materno
consacra”. Si tratta, in sintesi, di un monumento ai militi ignoti che
non può di certo tramandare la memoria di gente purtroppo senza
nome. Il progetto in divenire prevede la realizzazione di dodici colonne
in travertino nei lati delle quali dovrebbero essere incisi i nomi dei
caduti in ordine alfabetico: nelle colonne a sinistra i caduti militari
e civili della prima guerra mondiale e nelle colonne di destra quelli
del secondo conflitto mondiale. Altre lapidi o monumenti inerenti
alla prima Guerra Mondiale si trovano in varie frazioni del fabrianese
come Cupo, Collamato, Paterno, Melano, Bastia ecc.
Alessandro Moscè
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4
L'Azione 25 APRILE 2015
Auguri alla mamma e alla piccola!
Tanti auguri Benedetta per i tuoi 2 anni e alla tua mamma Mariangela per il suo compleanno, dai
tuoi nonni Assuntina e Roberto e da tutta la famiglia.
Aprilina ha
50 anni insieme
compiuto 90 anni
Lunedì 20 aprile Dora Apriletti "Aprilina" ha compiuto 90 anni. Tanti carissimi auguri ad una zia speciale dai nipoti Giancarlo, Ginesio, Angelo, Delfino e
Rosaura, dai pronipoti e dai parenti tutti.
Il tuo 5 X Mille per aiutarli
Auguri infiniti da tutti i parenti ed amici a Fiore e
Bruna Antonelli che il 25 aprile festeggiano i loro 50
anni di matrimonio.
60 anni di matrimonio
Associazione Animalisti Onlus Sede di Fabriano
codice fiscale 90017920423
Dacci la possibilità di salvare
tante piccole vite indifese!
Grazie se nel tuo cuore c’è
spazio anche per loro!
Soak dance trionfa ad Ostia
Tutto inizia così... Si spengono le luci, si accendono i riflettori, il palco
assume un aspetto diverso e... un brivido sale. Poi una voce irrompe tra
mille e riporta tutti con i piedi a terra. Arriva lei... la protagonista: la
danza! Tutto si riempie di tinte meravigliose e di emozioni speciali che
hanno la forza di trasportarti un po’ più in su. La musica riempie ogni
spazio, la senti nella pancia ma ancor più nel cuore e lì arriva dritta e lo
colpisce con tutta la forza. Rompe il fiato e negli sguardi vicini comprendi
quanta gioia avvolge tutto. C'é tanto amore in ogni passo, in ogni gesto
e l'impegno chiede di essere ripagato anche solo con un caldo applauso.
Salgono in tanti su quel palco così bello perchè vivo, vivo di tanta passione
e tu sei lì da spettatore che osservi tutti quelli che vogliono provare anche solo un attimo il sapore del successo. Se li guardi attentamente negli
occhi, tutto ti è più chiaro. Non tutti alla fine avranno modo di gioire ma
la danza non è un’arte per avere successo, ma un dono per dare agli altri
un’emozione. Voi ci siete riusciti meglio di chiunque altro ed i risultati
ottenuti meritano un elogio. Meritano un grazie speciale a chi giornalmente
si sveglia con la voglia di trasformare ogni piccolo desiderio, in realtà. La
danza riesce a trasformare le parole in movimento e voi, sabato 11 aprile
e domenica 12 aprile, ci avete raccontato una storia bellissima!
- Categoria gruppi extralarge 1° classificato: "Soak Crew": Daniela Cipollone, Chimene Mahuku, Peter Valentin, Marvin Velasquez, Giulia Gatti,
Laura Conti, Bettola Mulberry, Miria Mimmy Marinozzi, Niccolò Salvioni, Andreas Muller, Andrea Cataldo, Stefania Chiarcos, Erika Argalia
- Categoria singoli Senior 3° classificata: Miria Mimmy Marinozzi
- Categoria singoli Baby 3° classificata: Chiara Stazi
- Contratto di lavoro e borsa di studio ad Andreas Muller.
A tutti... i nostri più affettuosi...complimenti!
Cari nonni Antonio e Ada
il 24 aprile sono ben 60
anni di matrimonio per
voi. Noi Sara e Sofia vi
auguriamo ancora tanti
anni di felicità.
Condivisione e formazione al Caffè Alzheimer
Lunedì 27 aprile alle ore 17 secondo incontro del Caffè Alzheimer presso la struttura polifunzionale per anziani
Asp "Vittorio Emanuele II" di Fabriano. Saranno due ore interamente dedicate alla condivisione, allo scambio
di esperienze e alla formazione, per concludere poi con un sereno momento di convivialità. Per l'occasione
sarà aperto il parcheggio dell'auditorium di Santa Caterina. In caso di buone condizioni climatiche si potrà
passeggiare con i propri cari nella splendida terrazza, da dove è possibile ammirare Castelvecchio e la veduta
panoramica del centro storico della città.
Elisabetta Monti
Silvia e Mauro
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L'Azione 25 APRILE 2015
>CRONACA
Uno dei cantieri
della Quadrilatero
Il progetto Quadrilatero
che prevede il raddoppio
della direttrice Ancona-Perugia
impiega 132 persone nei cantieri
La Ss76 pronta nel 2017
Mentre per la Ss318 si prevede la fine dei lavori a dicembre 2015
di ALESSANDRO MOSCÈ
S
i è svolto la settimana scorsa presso il campo base di
Cancelli, nei cantieri della
Perugia-Ancona, l’incontro
tra il Governatore della Regione
Marche Gian Mario Spacca, il
Commissario Straordinario di Dirpa
e Impresa Daniela Saitta, il Presidente e l’Amministratore delegato
della Quadrilatero, rispettivamente
Guido Perosino ed Eutimio Mucilli,
con l’obiettivo di illustrare lo stato
dell’amministrazione straordinaria
e la ripresa dei lavori sulla direttrice
umbro-marchigiana. Nell’occasione è stato ricordato che lo scorso
dicembre si è proceduto all’accettazione dell’offerta vincolante
di Astaldi per l’acquisto del complesso industriale del contraente
generale Dirpa e del sub complesso
industriale Quadrilatero. Per quanto
riguarda i tempi di completamento
di tutte le opere, Daniela Saitta ha
confermato il crono-programma
presentato lo scorso giugno che
prevede i seguenti termini di ultimazione dei lavori: luglio 2017
per la Ss76 e dicembre 2015 per
la Ss318. La ripresa dei lavori sul
tratto Ancona-Perugia è il frutto
della costante azione di monitoraggio e di pressing esercitata in
maniera congiunta dalle istituzioni
locali. I lavori di competenza della
Quadrilatero per il potenziamento
della direttrice Perugia-Ancona
(30 chilometri complessivi) riguardano la Ss76 nei tratti Fossato di
Vico-Cancelli e Albacina-Serra San
Quirico nelle Marche, mentre per la
Ss318 la parte Pianello-Valfabbrica
(territorio umbro). Nell’ambito
del progetto Quadrilatero è inoltre
previsto l’ammodernamento della
strada regionale Pedemontana nei
tratti Fabriano-Matelica e MatelicaCamerino-Muccia/Sfercia. Il raddoppio della Ss76 è e resta un’opera
strategica per la crescita delle Marche. Cantieri aperti, dunque, per un
ponte indispensabile che favorisca
il collegamento tra regioni, mari
e corridoi europei. Grazie ad una
positiva collaborazione tra istituzioni e vertici della società si stanno
superando le ultime criticità prima
di procedere alla realizzazione del
tratto viario. Un impegno per far sì
che si chiuda la fase di incertezze
derivante dalle criticità finanziarie
del contraente generale e dell’impresa affidataria dei lavori. Dal
punto di vista strategico-logistico
il progetto infrastrutturale si inserisce nel sistema delle principali
dorsali del Paese, consentendo di
ridurre il deficit che riguarda le
regioni Marche e Umbria, creando
un efficiente collegamento con le
altre regioni circostanti e verso
l’Europa. In particolare l’impatto
potenzialmente più importante è
relativo agli scambi commerciali
e all’attività economica, ora come
ora non più rimandabili. Il Progetto Quadrilatero permetterà infatti
l’ampliamento del mercato consentendo un’intensificazione degli
scambi tra imprese, ma anche la
nascita di nuove realtà produttive,
nonché una più forte integrazione
tra le diverse economie che porteranno ad uno sviluppo del mercato
del lavoro. L’impatto urbanistico è
relativo al decongestionamento del
traffico, alla significativa riduzione
del tasso di incidentalità, al miglioramento della qualità della vita che
ne consegue, ma anche alla possibilità per i vari comuni interessati
dall’opera, di rilanciare l’immagine
urbana e le relative funzioni commerciali e turistiche agevolate da
una migliorata accessibilità sia sul
breve che sul lungo raggio. Siamo
di fronte alla possibilità di una
più agevole fruizione di funzioni
culturali, sanitarie, commerciali,
di svago ecc. C’è da sperare che
stavolta non si subiscano ulteriori
ritardi rispetto alla tabella di marcia.
Intanto, riaperti i cantieri, gli operai
sono tornati a lavorare in un quadro
di rinnovata affidabilità. Una boccata d’ossigeno sia per le tute blu
che per i professionisti del posto.
Si torna a parlare di occupazione
diretta e indiretta nella nostra zona
con l’impiego di ben 132 persone.
Combattere la mania del gioco con l'Informabus
Fabriano, Sassoferrato e l’Ambito Territoriale X si schierano contro il gioco
d’azzardo, lanciando una serie di iniziative ideate per combattere un fenomeno
di preoccupante attualità. Un flagello
vero e proprio, che tocca generazioni
diverse e che mette in crisi giovani ed
anziani alle prese molto spesso con
situazioni già critiche ancor prima della
dipendenza dal gioco. Nella giornata di
sabato il camper con il materiale informativo ha stazionato in piazza a Fabriano (foto), cercando un dialogo con i fabrianesi che si avvicinavano incuriositi
al mezzo colorato. Gli operatori hanno
raccontato di un problema molto radicato nelle Marche, ma al tempo stesso
anche molta ritrosia nell'affrontare nella
propria città la patologia. “In pochissimi
salgano sul camper per affrontare il
problema – ha raccontato una operatrice - preferiscono il contatto tramite
la rete per iniziare a far fronte alla dipendenza. Molto spesso non sono
neanche loro a fare il primo passo ma i parenti, perché il malato è ancora
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totalmente preso dalla sua dipendenza”.
Un dramma che colpisce principalmente le fasce più deboli della società, ma
che non risparmia anche quello che è
stato definito “ceto medio”. Ma chi
gioca in maniera patologica? Giocano
gli adulti, donne e uomini, nei casinò,
nelle sale slot e nelle bische clandestine, giungendo ad accumulare ingenti
debiti verso banche e finanziarie. Si
gioca nella terza età soprattutto alle
lotterie istantanee (lotto, superenalotto,
gratta e vinci), dove viene bruciato
in pochi giorni l’intero importo della
pensione. Sempre più spesso anche i
giovani e gli adolescenti sono travolti
dal problema, iniziando magari con
scommesse sportive o tornei di poker.
Un problema complesso quindi, di cui
è necessario comprenderne a fondo le
dinamiche. Per tutte le informazioni è possibile fare riferimento al sito
http://www.luderenonlaedere.it.
taccuino
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>FABRIANO<
L'Azione 25 APRILE 2015
E' scoppiata la sushimania!
di ROBERTA STAZI
A
i fabrianesi piace strano!
La passione e l’attrazione per le cucine etniche
crescono, insieme alla
curiosità di assaggiare sapori diversi
da quelli tradizionali. Soprattutto
dai 30 anni in su, la ricerca di
ristoranti giapponesi, argentini,
messicani, tailandesi sta prendendo campo e siccome la nostra
città non offre una grande varietà e
possibilità, si fanno chilometri per
una cena all’insegna della novità.
In particolare negli ultimi anni è
cresciuta la curiosità verso la cucina nipponica, con il sushi e le sue
varianti: sarà anche per questo che
i due corsi organizzati dalla Fabrica
del Gusto con la chef giapponese
Megumi hanno riscosso entrambi
un grandissimo successo! Chi ha
partecipato, ha potuto apprendere le
nozioni base della preparazione culinaria e degustare tutti insieme alla
fine i piatti realizzati. Siamo così
andati a chiedere a Chef Megumi
e ai corsisti stessi, cosa c’è dietro
l’interesse verso questa cucina. La
Chef, quindici anni di esperienza e
attualmente all’Hotel Excelsior di
Marina di Massa che ha un Sushi
Bar interno, ha appreso l’arte della
cucina in Giappone, dove è nata ed
ha vissuto prima di arrivare in Italia.
Ha cominciato con la gavetta della
lavapiatti, perché in Giappone, ci
racconta: “Si comincia lavando i
piatti e piano piano, poco alla volta,
lo chef ti fa apprendere qualcosa”.
L’arte della pazienza è insomma
allenata da subito. Ed è subito la
calma, insieme alla precisione e
alla delicatezza dei movimenti, che
cadono all’occhio osservando chef
Megumi in cucina. Come mai, le
chiediamo, questa attrazione degli italiani verso il sushi? “Non è
facile rispondere, ma pensando ai
miei bambini che vivono con me
in Italia trovo la risposta: le mense
scolastiche italiane propongono
ciclicamente lo stesso menù e più
o meno le stesse cose. In Giappone, invece, le mense propongono
Due corsi organizzati in città
con gran successo,
guidati da una chef giapponese
una cucina internazionale, facendo
scoprire sapori di tutto il mondo.
Per cui questa abitudine ai soliti,
seppur buonissimi, cibi, porta poi
alla ricerca della novità”.
In questa ricerca della novità, ci
si imbatte qualche volta anche in
“fregature”: dei tantissimi ristoranti ‘giapponesi’ presenti in Italia,
solo poco più del 5% può davvero
definirsi tale. Per lo più si tratta di
ex ristoranti cinesi o coreani, riconvertiti. Di conseguenza, anche i prodotti utilizzati non sono giapponesi.
“Il rischio qualità c’è ed è alto – ci
conferma chef Megumi – e quando
vediamo un prezzo troppo basso,
dovremmo porci delle domande.
Quando ho iniziato a lavorare in Italia, non era facile trovare le materie
prime. Ora è più semplice, ma come
in ogni cucina ci vogliono serietà e
professionalità dei ristoratori, e non
basta un nome orientale per far bene
sushi: il sushi ha una preparazione
precisa, anche la pressione delle
mani è fondamentale e sono cose
che richiedono calma e pazienza,
nell’apprendere e nel cucinare”.
“Imparare il sushi – sottolinea
Megumi – è come imparare una
lingua. Il sushi ha bisogno di tempo,
precisione, osservazione delle regole e rispetto delle materie prime”.
Questo rispetto delle materie prime
e dei prodotti freschi accomuna la
cucina italiana con quella giapponese, e comunque, andando in giro
per l’Italia, chef famosi stanno
sperimentando l’unione delle due
cucine introducendo varianti degne
dii nota. Ma perché il sushi piace
e cosa ci attira di più a volerlo
imparare a cucinare e assaggiare?
“Sicuramente la voglia del diverso
– ci racconta Barbara, una delle
corsiste della Fabrica del Gusto con
chef Megumi - . Non che la cucina
italiana mi abbia stancato, ma la voglia di evadere a livello culinario io
l'ho sempre avuta e la soddisfacevo
nei viaggi, perché ritengo che un
Paese si conosca anche attraverso
la sua cucina. Non sono mai stata
in Giappone, ma Chef Megumi ha
tutta la grazia che si addice a una
giapponese: era splendida quando
sventolava il riso nella ciotola di
legno di cipresso col ventaglio,
ed è stato bello provare a rifare i
piatti, il mio diciamo che non è
venuto il massimo della bellezza..
ma era comunque ottimo perché gli
ingredienti erano di prima qualità
e questo rende sempre un piatto di
successo!”. “Anche io – ci racconta
Emanuela - ho partecipato al corso
di sushi perché amo la cucina etnica
in generale: al di là del fatto che mi
piace cucinare e mangiare, sono
profondamente convinta che tra la
cultura di un paese e il cibo ci sia
un legame fortissimo.
Conoscere la cucina di un paese
diverso significa quindi approfondire un aspetto importante della sua
cultura. Questa attenzione penso
derivi dal fatto che sono profondamente fiera delle mie radici e
quindi trovo naturale rispettare
anche quelle di paesi lontani. Con
il Giappone e l'Oriente in generale
poi, ho un legame particolare: i
ragazzi della mia generazione sono
cresciuti a pane e cartoni animati
giapponesi! In Giappone ho fatto
il mio viaggio di nozze e trovo la
cucina Giapponese molto sana, oltre che estremamente interessante”.
Francesca, un’altra corsista, anche
lei curiosa e “viaggiatrice nel dna”,
racconta della sua passione: “Non
avendo purtroppo ancora avuto la
possibilità di andare in Giappone,
frequento volentieri i ristoranti
giapponesi per sentirmi nel paese
del sol levante e perché amo i sapori
intensi del pesce crudo, del wasabi
e della salsa di soia. Adoro inoltre
il raffinato senso estetico dei piatti,
della mise e place e degli ambienti
nipponici!”. Il sushi ha affascinato
anche i vegani come Silvia e Andrea: “Vorrei rielaborarlo – racconta
Andrea – in stile vegano, usando
verdure e frutta”. “Io adoro il sushi
senza pesce: è fresco, leggero, mi
piace il rituale di come si mangia:
una portata alla volta, a terra, con le
bacchette… non si spezza, si bagna
nella soia o wasabi solo su un lato,
poi si mangia la radice di zenzero
e si pasteggia con sake o tisana”.
Le parole di Silvia, unite a quelle
degli altri ragazzi, ci fanno capire
che per chi non l’ha mai mangiato,
la ricerca di una ristorante di sushi
rappresenta sicuramente una ricerca
di novità. Per chi lo ha assaggiato,
invece, rappresenta la ricerca di un
modo diverso di mangiare che nel
rituale del pasto evoca il rituale
della preparazione: la calma e il
gusto di assaggiare, condividere,
esaltare il cibo e i sapori.
Non un pasto veloce, ma un pasto
gustato e vissuto, in un viaggio di
valori che rivivono in cucina e che
ci fanno vivere un’esperienza di
gusto e di vita!
Si mangia con le mani
• In Giappone la parola sushi significa letteralmente "acido" e si riferisce ad
una vasta gamma di cibi preparati con riso. Al di fuori del Giappone viene
spesso inteso come pesce crudo, o come riferimento ad un ristretto genere
di cibi giapponesi, come il maki o anche il nigiri e il sashimi (che in Giappone
non è considerato sushi perché composto di solo pesce fresco).
• Cuochi. A parte qualche rara eccezione, i ristoranti e sushi bar italiani non
hanno cuochi giapponesi. Sono per lo più cinesi, che non hanno nella loro
cultura la cucina a crudo. La cucina giapponese prevede prodotti selezionatissimi, molto freschi e inevitabilmente costosi. I veri cuochi giapponesi,
inoltre, seguono un percorso molto lungo prima di poter preparare il sushi:
in media sette anni. Durante i primi due anni, un apprendista può soltanto
osservare il proprio Shokunin e svolgere mansioni di lavapiatti o pulizia di
pavimenti. In seguito imparerà la tecnica di cottura del riso (molto importante
e difficile) e solo dopo quattro anni potrà apprendere l’arte del taglio del pesce
e della composizione del sushi. In questo stesso periodo imparerà anche ad
acquistare il pesce al mercato, cosa che richiede molta esperienza.
•
Varianti. Le varianti originali del sushi sono circa una decina tra cui il
Makizushi (sushi arrotolato), una polpettina di riso avvolta nel nori, un’alga
commestibile, o il Oshizushi (sushi pressato), in cui a riso e condimenti viene
data la forma di un blocco rettangolare poi tagliato a pezzi, o il Nigirizushi,
una polpetta di riso ricoperta da un condimento, solitamente pesce, che viene
spesso mangiata accompagnata dal wasabi, la pasta verde molto piccante.
Niente a che vedere con le varianti moderne e non considerate ufficialmente
sushi, come il California Roll: in Giappone questa preparazione non esiste.
•
06 fabriano.indd 2
Riso. In Giappone ci sono centinaia di varietà di riso. Tra i più pregiati,
il Koshihikari, è ormai coltivato anche nel vercellese. La varietà più usata è la
Japonica che ha una consistenza diversa da quelle normalmente mangiate al
di fuori del Giappone.
Da non utilizzare il “riso da sushi” venduto in occidente e nemmeno il basmati,
poiché il sushi richiede riso bianco, non aromatico, ma dolce e a grano corto.
Piuttosto è preferibile optare per una varietà italiana.
• Wasabi. Quello che troviamo sulle tavole occidentali è spesso un falso. Quello
originale, l’hon wasabi, è prodotto con una rara pianta, la Wasabia Japonica. La
radice viene grattugiata al momento e il gusto è più profumato e meno bruciante.
Attenzione: il wasabi non va sciolto nella salsa di soia, sarebbe davvero cattiva
educazione, ma spalmato direttamente sul pesce.
•Salsa di soia. Quella tradizionale è fatta con semi di soia, sale e acqua, fer-
mentati per mesi. Può accompagnare il sushi, ma anche no. Solo fate attenzione
a non immergere il boccone dalla parte del riso, che ne soffocherebbe il gusto
e voi vi trovereste a dover pescare una poltiglia con le bacchette. Ricordate:
sempre dalla parte del pesce.
• Zuppa di miso. Anche questa non è un aperitivo. Ma si consuma dopo il piatto
principale o a fine pasto. Il miso è considerato uno dei segreti della longevità
nella tradizione giapponese, è una pasta fatta con semi di soia gialla giapponese
(o con altri cereali), dalla consistenza simile a quella del nostro purè, con forte
potere digestivo e alcalinizzante.
• Il sushi, tradizionalmente, va mangiato con le mani. E così si fa ancora nei
ristoranti in Giappone, anche nei più esclusivi… quindi anche se con le bacchette
non siete un fenomeno non preoccupatevi!
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L'Azione 25 APRILE 2015
>SPECIALE SCUOLA<
7
Le discipline dei linguaggi
nei curricula scolastici
di EMILIO PROCACCINI
N
ei giorni in cui il disegno
di legge cosiddetto de
“La Buona Scuola” sta
compiendo il proprio iter
parlamentare e volendo sospendere,
in questa sede, il giudizio sulla
molteplicità degli aspetti problematici da più parti legittimamente
evidenziati e sottoposti comunque
alla necessaria azione legislativa,
può risultare interessante dar credito ad alcuni aspetti prospettati su
cui, da tempo, c'è stata una maggior
convergenza degli addetti ai lavori e
dell'opinione pubblica. Ci riferisce
alla volontà di recupero di ambiti
disciplinari come quelli dell'Educazione Musicale, dell'Educazione
Artistica e dell'Educazione Fisica,
rispetto ai quali si sono anche concretizzate limitate ma incoraggianti
azioni normative. Tali osservazioni
riguardano principalmente il primo
ciclo di istruzione anche se, come
forse è già noto, una potenziale
misura di riequilibrio disciplinare,
rispetto alle sciagurate passate stagioni di tagli, si è avuta
con il protocollo siglato fra
i Ministeri dell'Istruzione
e dei Beni Artistici e Culturali, attraverso il quale si
vuole «promuovere l’avvicinamento e la conoscenza
dell’arte contemporanea,
incoraggiandone lo sviluppo
e l’educazione artistica», per
mezzo di specifiche e contestualizzate azioni didatticoorganizzative. Si auspica,
naturalmente e nell'ambito
di ovvi aggiustamenti ordinamentali e finanziari, che
tale iniziativa sia il preludio
al reinserimento della storia
dell'arte nelle scuole secondarie di
II° grado. Per quanto riguarda, invece, il mondo degli istituti comprensivi, il repertorio delle opzioni di
insegnamento è già proposto dalle
Indicazioni Nazionali del 2013 che
offrono una pluralità di percorsi, per
lo specifico apprendimento da parte
degli alunni, attraverso la redazione
dei curricoli di istituto. Ponendo
uno sguardo ravvicinato sui campi
di esperienza e sugli ambiti discipli-
ma, nonché senatrice Valentina
Vezzali ed altri. L'iter legislativo
- il cui obiettivo era quello,
attraverso deleghe a successivi atti normativi,
di inserire obbligatoriamente l'educazione motoria e sportiva
nella scuola
primaria
- non ha
portato, viste le prospettive
di spesa,
all'inserimento in
organico di
nuovi docenti specialisti; esso
si è solamente collocato fra
una serie di protocolli fra il Ministero dell'Istruzione
ed il Coni (contribuen-
nari della Musica e dell'Educazione
Fisica, ci si accorge di come l'elaborazione culturale di coloro
che sono stati chiamati a
redigere il documento
ministeriale abbia indicato dei traguardi
per lo sviluppo di
competenze e degli obiettivi di
apprendimento
assolutamente
significativi e
rilevanti dal
punto di vista
pedagogico.
Il principale
motivo ostativo alla piena
realizzazione di
tali finalità, per
quanto riguarda
la scuola dell'infanzia e la scuola
primaria, è l'assenza
strutturale di personale
docente specializzato che
affianchi l'azione didattico-
educativa degli insegnanti di posto
comune. È evidente come l'impianto formativo della scuola di base
sia funzionale alla costruzione di
persone e cittadini con una prospettiva orientativa di lungo termine,
senza accelerazioni specialistiche
che andranno cercate ed attuate
altrove. Ma la peculiarità tecnica
di attività come quelle musicali e
ginnico-sportive costituisce un dato
complesso dal quale la funzione
docente non può prescindere. Fra i
tanti annunci di questi ultimi tempi
– fatti convergere, come si diceva,
nel Ddl “La buona scuola” - l'introduzione nella scuola primaria di
specialisti di Musica ed Educazione
Fisica è stata posta come priorità
ineludibile, a fronte di recenti
tentativi arenatisi nelle sabbie parlamentari: è il caso della proposta
di legge n.793, del 17 aprile 2013,
a firma della campionessa di scher-
do comunque a mantenerli) che ha
consentito solo in alcune scuole
primarie l'affiancamento di laureati
in scienze delle attività motorie e
sportive ai docenti di posto comune.
Lo iato fra le potenzialità formative
dichiarate in sede legiferativa e la
capacità reale di erogare un servizio
è ancor più evidente nel campo
dell'educazione musicale. In questo
caso - al di là di generici auspici,
appelli, abbozzi amministrativi e
della consolidata esperienza nella
scuola secondaria di I° grado - non
ci sono proprio stati interventi di
sostegno come per l'Educazione
Fisica. Tutte le iniziative laboratoriali per le scuole dell'infanzia e
primaria, magari anche importanti
e continuative, sono state assunte
dalle singole istituzioni scolastiche
sfruttando o le dotazioni organiche
derivanti da corsi ad indirizzo
musicale di scuola ex-media, o
risorse aggiuntive individuate nei
bilanci di istituto o attinte alle
tasche delle famiglie: troppo poco,
evidentemente, per supportare i
retorici riferimenti all'Italia come
paese musicale e, soprattutto, per rispondere alle Indicazioni Nazionali,
non più programmi ministeriali da
applicare pedissequamente ma comunque documenti normativi dotati
di prescrittività curricolare. La pur
articolata e meritoria professionalità dei docenti di posto comune non
può essere, a meno di titoli specifici
posseduti, costitutivamente idonea
a sostenere la tecnicalità epistemologica di discipline
afferenti a due delle intelligenze classificate da
Howard Gardner nella
sua Multiple Intelligences Theory (Mit): quella
corporeo-cinestesica e
quella musicale. Tutte le
scuole sono ormai dotate
di curricula verticali per
ogni materia, con un
percorso che va dalla
scuola dell'infanzia a
quella secondaria di I°
grado. I casi di Educazione Fisica e Musica
risultano al riguardo effettivamente penalizzati:
è solo auspicabile che
un'azione legislativa coerente con
le anticipazioni massivamente
presentate ponga rimedio – con
l'assegnazione di docenti specialisti
- ad uno scollamento che impedisce
di fatto un'organica azione curricolare richiesta dalle attività musicali
e ginnico-sportive per il loro ruolo
educativo e formativo, da sempre
incardinato nella cultura classica ed
europea e validato dalle più recenti
acquisizioni neuroscientifiche.
Come rispondere alle esigenze
di classi sempre più diversificate
Al giorno d’oggi le classi nelle scuole italiane assomigliano sempre più a luoghi caleidoscopici con alunni di
differente origine linguistica e con alle spalle retroterra sociali e culturali assai variegati, ma anche bambini
e bambine, ragazzi e ragazze con deficit cognitivi, disturbi specifici di apprendimento o disturbi evolutivi.
Al fine di garantire l’inclusione scolastica, la Scuola utilizza specifici strumenti di intervento per alunni con
Bisogni Educativi Speciali (Bes). Quella dei Bes è, tuttavia, una questione complessa, di stretta attualità
e al centro di riflessioni nel mondo scolastico.
Nel corso di un incontro che si è tenuto mercoledì scorso (15 aprile) al quale ha preso parte una folta platea di docenti del territorio delle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado, si è parlato
proprio di tutto questo, è stata illustrata la normativa, si è cercato di fare chiarezza, raccogliendo dubbi,
ragionamenti e spunti di riflessione concreti da parte degli addetti ai lavori.
L’iniziativa, gratuita, è stata promossa dal Centro Ambulatoriale Santo Stefano di Fabriano.
L’incontro è stato tenuto da tre psicologhe, Viviana Lionetti, Giorgia Orazietti e Francesca Spacca e, nello
specifico, si è parlato della direttiva sui Bisogni Educativi Speciali, è stata specificata la casistica degli alunni
con Bes, illustrata la “scala per la rilevazione delle problematiche Bes” e le attività pratico-applicative da
avviare e sono stati discussi casi specifici proposti dai partecipanti.
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8
>FABRIANO<
L'Azione 25 APRILE 2015
Oltre 1000 persone accolte
I numeri del 2014 nella casa "dei poveri", dove la S.Vincenzo opera
di GIGLIOLA MARINELLI
U
n’emergenza sociale
quella della povertà che
occupa purtroppo un
posto di rilievo nella
cronaca di tutti i giorni. Abbiamo
incontrato il presidente della San
Vincenzo de’ Paoli Francesco Mearelli e la signora Giuliana Chiari,
economa della Casa di Accoglienza
“San Benedetto” di Fabriano sita
in via Mamiani, 40, per cercare
di comprendere a che punto siamo
con gli interventi in merito alla
situazione povertà.
Presidente, come nasce la Casa
di Accoglienza e con quale obiettivo?
La casa di Accoglienza di Fabriano,
fortemente voluta da Nello Tiberi
ed in attività dal 1995, fornisce
ospitalità a viandanti e persone
senza dimora fissa fornendo vitto e
alloggio per la durata di tre giorni.
La struttura ha una capienza di
dieci posti letto per uomini e due
per donne. E’ possibile recarsi alla
Casa di Accoglienza anche solo per
consumare i pasti, pranzo e cena,
anche per residenti nel territorio
che versano in situazioni di difficoltà economiche su richiesta dei
servizi sociali, delle parrocchie o
dei singoli cittadini. Viene fornita
ai richiedenti una tessera per dodici
o venti pasti, questi ultimi preparati
da volontari che a rotazione, una
volta la settimana, dedicano il loro
tempo a questa importantissima
opera umanitaria.
Signora Giuliana, si trovano
facilmente volontari nel nostro
territorio?
Sarebbe necessario aumentare il
numero di volontari che allo stato
attuale compiono un lavoro enorme, ma in questi tempi purtroppo
diventa sempre più difficile trovare
persone disposte a sacrificare il
proprio tempo libero in opere di
volontariato. Basterebbero altre
due o tre persone per rendere i
turni molto più leggeri ed agevoli, pertanto
lanciamo un appello a
persone di buona volontà
disposte a trascorrere
due ore a settimana per
la preparazione dei pasti
nella struttura. Sarebbe
importante che anche i
giovani si avvicinassero
a questo mondo.
Chi si rivolge prevalentemente alla Casa
di Accoglienza?
Nella maggior parte dei
casi sono uomini o donne che hanno perso il
lavoro, che non hanno
più familiari, orfani,
persone anziane che non
riescono più a mangiare
un pasto ogni giorno o che si appoggiano da noi su richiesta dei
servizi sociali anche per pernottamenti sicuri. A Fabriano stanno
aumentando fortemente le richieste
di aiuto, abbiamo un nostro punto di
ascolto presso la Caritas per cercare
di agevolare ed informare in ogni
modo queste persone.
Presidente, la San Vincenzo de’
Paoli da sempre ha provveduto
al reclutamento di beni di prima
necessità soprattutto per le provviste alimentari?
Fino al 2013 la San Vincenzo
de’ Paoli con il Banco Alimenta-
re distribuiva alle
famiglie indigenti
dai cinquanta ai
sessanta quintali
annui di provviste.
Nel 2014 non è
avvenuto il rinnovo
della convenzione
europea e quindi
non sono partiti gli
ordini Agea. Pensate, sono arrivati
solo quindici-venti
quintali di scorte per soddisfare
una richiesta di 1.500 persone, circa
500 famiglie. Sembra però che per
il 2015 questi ordini Agea possano
riprendere, almeno per 15-20 prodotti di prima necessità.
Riguardo il social market, come
funziona il tesseramento?
Per usufruire del social market
bisogna iscriversi attraverso i
servizi sociali o direttamente al
suo interno. Viene rilasciata una
tessera al prezzo simbolico di euro
2.50 mensili. Gli iscritti possono
effettuare la spesa, sempre in base
alla disponibilità giornaliera dei
prodotti.
Signora Giuliana, come si finanzia la Casa di Accoglienza?
Il principale finanziatore è la Curia,
grazie all’otto per mille detratto
con la denuncia dei redditi. Altri
finanziatori sono la San Vincenzo
de’ Paoli come opere speciali, il
Collegio Gentile, le parrocchie e
sempre molto generosa nel nostro
territorio è stata la famiglia Merloni, con particolare ricordo alla
signora Ester, indimenticata nostra
benefattrice.
Parliamo di dati e bilanci della
casa di Accoglienza: qual è la
situazione di Fabriano?
Il bilancio 2014 ha visto una voce
in uscita per un totale di 38.700
euro. Abbiamo fornito 3.605 pasti
per 2.233 cittadini italiani, 101 comunitari e 1.271 extra-comunitari.
Riguardo i pernottamenti abbiamo
accolto 1.005 persone: 548 italiani,
38 comunitari, 419 extra-comunitari. Sono dati importanti che purtroppo prevediamo in forte aumento. Ci
aggiorneremo più avanti quando
saranno finiti gli ammortizzatori
sociali, per questo chiediamo un
interessamento sin da subito delle
istituzioni ma anche dei comuni
cittadini residenti.
Summit in Regione Consulta dei volontari sul web
per le case popolari
Nei giorni scorsi un nuovo incontro tra gli inquilini delle case popolari
di via Urbani, vertici Erap e l’assessore regionale con delega all’Edilizia pubblica Antonio Canzian per cercare di risolvere le problematiche
legate ai circa 30 appartamenti in zona borgo. Un incontro al quale ha
preso parte anche una piccola delegazione del comitato cittadino Sveglia Fabrianesi, che ha accompagnato i residenti in Regione per fare
nuovamente il punto della situazione sulle criticità del gruppo di case
popolari fabrianesi. Al momento sono circa 110 le persone coinvolte
da una problematica che più di una volta è stata sollevata dai residenti
(supportati anche dallo sportello casa del Laboratorio Sociale Fabbri che
tra le altre forme di protesta manifestò con i residenti durante un consiglio comunale dello scorso febbraio): muffa all’interno delle abitazioni
causate di infiltrazioni di acqua, problemi con l’impianto fognario, disagi
con il riscaldamento a pavimento e quello centralizzato con criticità per
quanto riguarda la distribuzione dell’acqua calda, senza considerare
le problematiche legate al canone di affitto considerato dagli inquilini
troppo elevato che però non è entrato nel vivo della discussione. Un
problema molto sentito dalle famiglie dei residenti, che in più di una
occasione hanno chiesto quantomeno una rimodulazione per meglio
affrontare le urgenze della quotidianità. Lo scorso martedì in Regione
i residenti hanno segnalato queste problematiche, come per esempio il
riflusso delle acque nere all’interno dei bagni e nelle vasche da bagno ed
i “capricci” delle caldaie che sembrerebbero rendere difficile l’utilizzo
dell’acqua calda in tutto lo stabile. Per far fronte a tutta questa serie di
criticità sono stati stanziati 130.000 euro per porre rimedio a parte dei
problemi illustrati dagli inquilini lavori che al momento stanno toccando i terrazzi esterni (posti sopra i garage delle case) con un lavoro di
impermeabilizzazione con una guaina che prima degli interventi posti
in essere era assente. E’ stata inoltre promessa dagli stessi vertici Erap
ulteriore attenzione sulla questioni delle fogne (dove già un intervento è
stato posto in essere da parte dall’ente), del riscaldamento centralizzato
e di tutte le eventuali problematiche collegate allo stabile dell’ente marchigiano. Una volontà ribadita anche dall’assessore Antonio Canzian,
che ha proposto un nuovo incontro appena terminati i lavori attualmente
in corso. Bisognerà quindi aspettare il termine dei lavori attualmente in
fase di ultimazione per conoscere nuovi sviluppi, con la disposizione di
un nuovo sopralluogo (previsto dopo circa un paio di settimane dopo
il termine dei lavori) con gli inquilini di via Urbani da parte dell’Erap
e dei suoi ingegneri, per quella che è stata definita ieri come “verifica
dei lavori ultimati”.
s.s.
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“Portale del volontariato.it”. Lo hanno presentato del volontariato.it è stato realizzato con un software
l’assessore ai Servizi Sociali, Giorgio Saitta, il presi- che consente di realizzare delle sezioni modificabili
dente della Consulta del Volontariato, Delfino Bocci, da determinati utenti registrati, uno per associazione,
alla presenza dei rappresentanti della ventiquattro abilitati a modificare solo lo spazio relativo all’associazione d’apparteAssociazioni che
nenza. Era imporcompongono e
tante concepirlo in
Domenico Carquesto modo – ha
bone del Laborasottolineato - per
torio delle Idee,
renderlo utilizzache ha costruito
bile facilmente da
il sito, ora punto
chiunque e già in
di riferimento a
fase di progettaziodisposizione delle
ne, abbiamo presingole realtà che
visto di costruirlo
possono presenrealizzato in modatarsi in rete. QuinL'incontro
lità 'responsive', termine tecnico che sta ad
di, superamento di un gap, non soltanto di
di presentazione
indicare una risorsa web che dinamicamente,
tipo elettronico ma anche mediatico e sociale,
del portale
modifica il proprio aspetto a seconda del devisto che tra gli obiettivi della Consulta, nel
vice con il quale lo si visualizza: pc, tablet o
suo primo anno di attività dopo il rinnovo del
consiglio direttivo, c’è il traguardo di far conoscere le smartphone. In parole povere il portale è perfettamente
modalità su come devolvere il 5 per mille alle Asso- visibile da qualsiasi fonte, senza bisogno di ingrandire
ciazioni e soprattutto di poter interagire, comunicare il testo o spostare con le dita le pagine – e ancora la
e condividere le aspettative dei gruppi che fanno parte home page ospita le news e gli eventi (il calendario)
della Consulta. Cliccando sul menù 'Associazioni' acdella Consulta con l’amministrazione.
L’assessore Saitta, al riguardo, si è complimentato cedo all’elenco completo dei componenti la Consulta
per questa importante azione di visibilità intrapresa, in ordine alfabetico, oppure, altra aspetto elettivo,
sottolineando che, nonostante il taglio di un milione posso cercarle con criterio geografico o a seconda di
di euro da parte del Governo centrale, c’è l’impegno quattro categorie differenti: socio sanitario, disabidi dare risposte concrete alle richieste che vengono lità, promozione sociale, assistenziale. Ogni pagina
dalla Consulta (una dovrebbe arrivare a giorni sul di associazione è un mini sito costituito da: un testo
centro "Un Mondo a Colori") rilevante cinta di tra- generale, contatti, eventi dell’associazione, news, atsmissione tra Comune, mondo associativo e cittadini. tività dell’associazione, elementi multimediali (foto e
Tornando al “portale del volonariato.it” il presidente video). Ogni news pubblicata dalle associazioni potrà
Bocci ha ringraziato “il Laboratorio delle Idee, per la essere condivisa sui social. Inoltre dal menù 'Sedi' si
fattiva collaborazione professionale dimostrata oltre può vedere la geolocalizzazione della sede di ogni asalla Fondazione Carifac e all’Ambito Territoriale 10, sociazione, dal menù 'Info' un testo che spiega il senso
per il contributo economico ricevuto. Essere ascoltati, di questo portale, dal menù 'Contatti' i contatti per coprestare attenzione, garantire per quanto possibile il municare con la Consulta”. Ha concluso il presidente,
flusso di informazioni e promuovere le Associazioni, Bocci: “E stata creata una nuova comunità sociale
ottenendo risposte dagli organi preposti, sono gli concepita su principi di solidarietà, partecipazione e
elementi in funzione dei quali ci stiamo muovendo trasparenza nell’informazione e nella comunicazione
per unire le forze e progettare la nuova comunità verso gli attori sociali, le famiglie ed i cittadini che
sociale, non soltanto limitata a Fabriano, ma aperta vuole far conoscere norme, atti, progetti, notizie ed
anche agli altri cinque Comuni dell’Ambito”. Non a opportunità che riguardano il sociale”.
Daniele Gattucci
caso lo ha spiegato Domenico Carbone: “Il portale
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>FABRIANO<
L'Azione 25 APRILE 2015
di SAVERIO SPADAVECCHIA
F
inalmente si alza il sipario
sulla nuova edizione di
“Fabriano InAcquarello”,
la grande kermesse internazionale dedicata all’acquarello.
27 comunità artistiche, 40 paesi
dai cinque continenti ed oltre 700
opere: questi i primi numeri di una
convention che anche quest’anno
sarà uno dei gioielli della cultura
fabrianese. Le centinaia di opere
saranno a disposizione degli appassionati d’arte in 10 location
storiche fabrianesi: Museo della
carta e filigrana, Santa Lucia, il
complesso storico delle cartiere
Miliani, l’Oratorio del Gonfalone,
il Ridotto del Teatro Gentile, il
complesso delle “Enrico Fermi”
e la Galleria delle Arti. Ma prima
dell’esordio di domani (venerdì 24
aprile ed aperte fino a domenica
26 dalle 9 alle 20) delle mostre si
svolgerà presso la sala convegni
della Biblioteca Multimediale il
convegno per raccontare la nuova
kermesse e la presentazione multimediale delle comunità artistiche.
La giornata di venerdì 24 sarà
anche caratterizzata dall’incontro
degli artisti con il complesso delle
Cartiere storiche: un pomeriggio
pensato per far conoscere agli artisti i segreti della carta fatta a mano
e quella industriale, e di svelare la
bellezza dell’archivio storico della
Fondazione Fedrigoni Istocarta.
Previsti anche momenti di pittura
collettiva, come ad esempio quello
di sabato all’interno del loggiato
San Francesco, per una comunicazione non verbale che andrà oltre le
differenze culturali e linguistiche.
Non mancheranno i momenti culturali, con la visita della città, dei
luoghi storici e del Museo della
Carta e della Filigrana. Al termine
della convention un ristretto e selezionato numero di artisti proseguirà
l'esperienza di incontro con le
masterclass di pittura che si svolgeranno presso alcune countryhouse
della campagna fabrianese. Le
mostre rimarranno visibili fino al
17 maggio (solo nei week-end). La
convention è promossa da Fabriano
Città Creativa Unesco con il Museo
della Carta e della Filigrana e l'associazione culturale InArte, con il
patrocinio di Fondazione Carifac,
Fondazione Fedrigoni -Istocarta,
Pia Università dei Cartai, Regione Marche, Provincia di Ancona,
Ufficio Diocesano Cultura, Lions
Club e Rotary Club di Fabriano,
IWS Italy e con il supporto tecnico di Fabriano Fedrigoni, Escoda,
Sennelier, Winsor & Newton, Artemisia e Artemiranda.
Acquarellisti
da tutto
il mondo
Conven
Internaz tion
in vari pionale
della citunti
t
fino al à
26 april
e
Personale AnnaPavesi in museo Ruggeri-Mannucci
Fondazione Fedrigoni
in sinergia con l'evento
In occasione della sesta edizione di “Fabriano InAcquarello” - convention internazionale dedicata alla
tecnica dell’acquarello su carta, che si terrà a Fabriano dal 23 al 26 aprile - lo storico complesso delle
Cartiere Miliani, di proprietà della cartiera veronese
Fedrigoni S.p.A. ospiterà, in uno dei numerosi
appuntamenti programmati, gli artisti acquarellisti
partecipanti, provenienti da 40 paesi del mondo.
L’Associazione culturale InArte - ente ideatore della
convention - intrattiene da alcuni anni una sinergia
con Cartiera Fabriano e la Fondazione Gianfranco
Fedrigoni Istituto Europeo di Storia della Carta e
delle Scienze Cartarie (Istocarta), di cui l’Associazione è socia da ormai due anni.
Apprezzando il valore culturale della convention, la
Fabriano Fedrigoni S.p.A., in collaborazione con la
Fondazione G. Fedrigoni Istocarta, il 24 aprile alle
ore 15, darà nuovamente vita al suggestivo complesso storico delle Cartiere fabrianesi, ospitando
gli artisti nell’area retrostante il complesso, dove
potranno ammirare un meraviglioso esempio di
“parco archeologico industriale cartario” immerso
nel verde ed attraversato dal corso del fiume Giano
e dalla sua cascata.
Qui, gli acquarellisti potranno vivere un’esperienza
unica, dove “carta” e “pennello” saranno i protagonisti. I due strumenti indispensabili alla realizzazione
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di un’opera d’acquarello, saranno raccontati direttamente dai loro produttori: la Fabriano Fedrigoni
S.p.A. metterà a disposizione un mastro cartaio che
mostrerà le varie fasi di realizzazione di un foglio di
carta a mano, ed un esperto che, attraverso la proiezione di un video, spiegherà le fasi di produzione
industriale di un foglio di carta per acquarello a
macchina in tondo; mentre un importante produttore
spagnolo di pennelli, darà, invece, dimostrazione
della realizzazione artigianale di un pennello. In programma anche una sessione di pittura collettiva, per
un vero e proprio laboratorio artistico a cielo aperto.
Per l’occasione la Fondazione G. Fedrigoni Istocarta,
che ha concesso il patrocinio alla convention, aprirà
le porte agli artisti, con la possibilità di visitare il
prezioso Archivio Storico delle Cartiere Miliani ed
apprezzare i vecchi campionari e cataloghi storici
di carte per acquarello.
Come per le precedenti edizioni, sempre nel complesso storico delle Cartiere Miliani, all’interno di
alcuni locali messi a disposizione della Fabriano
Fedrigoni S.p.A., sarà possibile visitare una delle
dieci mostre di acquarelli allestite nel centro storico
della città di Fabriano, che ospitano le 720 opere
delle 27 comunità artistiche che parteciperanno.
Come di consueto la Cartiera omaggerà gli artisti
con fogli di carta per acquarello Fabriano.
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>FABRIANO<
L'Azione 25 APRILE 2015
La Diocesi pensa a Firenze
L'Ufficio Cultura impegnato per il convegno ecclesiale
artistiche ed un programma di approfondimenti
in collaborazione con la Pastorale Giovanile e
lla vigilia del convegno ecclesiale nazionale che i Caffè letterari, riflessioni su argomenti legati
si terrà a Firenze nel novembre prossimo, don a difficoltà sociali e di attualità, che si stanno
Andrea Simone, parroco di Melano e responsabi- svolgendo al Tanning Pub di Fabriano, tra i
le dell’Ufficio Cultura della Diocesi, ci parla dei quali il tema dell’ideologia gender che ci sarà
progetti realizzati e in itinere. “L’ufficio culturale, costituito a maggio”. Continua don Andrea Simone: “Ora
da due anni e mezzo per volere del Vescovo, si occupa di ci stiamo preparando a partecipare al convegno
mettere insieme varie forme di cultura finalizzate al rapporto ecclesiale di Firenze di novembre 2015, a cui
dell’uomo verso Dio, al dialogo tra credenti e non credenti parteciperanno tutte le diocesi d’Italia, dunque
e alla creazione di occasioni per vivere esperienze di fede, anche la nostra diocesi di Fabriano-Matelica che
ponendosi l’obiettivo di essere un aiuto al cammino di fede dei il Vescovo Giancarlo Vecerrica, Don Umberto
diocesani attraverso l’arte e la cultura. Si è occupato dell’or- Rotili, don Ruben Bisognin, io stesso, il diacono
ganizzazione dei mercoledì della fede, riguardanti i temi del Marco Strona e Cristina Corvo rappresenteranno.
credo, del Padre Nostro e delle beatitudini, con l’impegno di Il convegno è organizzato dai vescovi italiani in
portare a Fabriano maestri e testimoni di fede, tra cui Padre coordinazione con il Papa, ed è un incontro proCantalamessa, predicatore ufficiale della Casa Pontificia, grammatico sulle linee-guida della chiesa e delle
monsignor Marco Frisina, compositore di musica sacra e di Diocesi per i successivi 10 anni, per un cammino
colonne sonore per la Rai, il vescovo di Baghdad, il patriarca unitario”. Il tema del convegno è “In Gesù Cristo,
di Mosca ed altri personaggi di spessore che in questi anni il nuovo Umanesimo”, in occasione del quale è
hanno dato un’importante testimonianza di fede a tutti noi. Tra stato realizzato un video con lo Studio grafico
le attività dell’Ufficio Culturale diocesano, ci sono l’iniziativa Pixel di Fabriano, inserito nel sito Firenze2015.
del Padre Nostro per gli artisti, raccolta di rappresentazioni it, ottenendo già molte visualizzazioni sul canale
Youtube e l’apprezzamento dalla sede nazionale
del convegno di Firenze e del progetto culturale
della Cei, che lo hanno pubblicizzato in blog, siti
e pagine di comunicazione. Il video si compone
di due momenti: nel primo, il nostro Vescovo
descrive lo svolgersi dei mercoledì della fede
Sabato 25 aprile, alle ore 18, in
nell’anno delle Beatitudini; nella seconda parte la
occasione dell’esposizione internazionale “Fabriano in Acquarello”, saranno
responsabile dell’associazione culturale InArte,
presenti più di 700 acquarellisti da tutto il mondo e sarà inaugurata la chiesa
Anna Massinissa, descrive il bando di concorso
di San Biagio e Romualdo come Chiesa degli Artisti della Diocesi. Questo
“Le beatitudini per gli artisti”, che invita gli
grazie all’associazione culturale InArte e all’Ufficio culturale della Diocesi.
artisti a comporre sul tema delle beatitudini una
Per l’occasione verrà scoperta una piccola targa e si assisterà ad un oratorio,
mail-art, cioè una rappresentazione artistica, su
un momento di riflessione cantato e letto, guidato dal coro diocesano e dal
fogli formato cartolina (10x15), dipingendo la
maestro Giuseppe Papaleo.
propria interpretazione delle Beatitudini descritte
L’oratorio sarà in lingua e l’evento una riflessione culturale dal sapore internada Gesù durante il sermone della Montagna.
zionale con il proposito di fare dell’arte un canale di dialogo oltre i parametri
I partecipanti non sono solo fabrianesi, ma
della lingua parlata. Questa chiesa diverrà luogo di incontro per gli artisti, che
chiunque tramite l’arte voglia realizzare una
potranno sentirsi a casa: uno spazio esclusivo per tutti coloro che attraverso
meditazione su questo tema. Non vi sarà una
l’arte aprono alla propria esperienza personale e al mistero di Dio. Saranno
premiazione, ma tutte le opere saranno allestite
presenti il Vescovo, don Andrea Simone, il coro diocesano che intratterrà il
in una grande installazione che sarà esposta a
pubblico con l’oratorio cantato, e circa 700 acquarellisti da tutto il mondo
giugno 2015 in un’iniziativa della diocesi duche esporranno alcune opere nella Chiesa degli Artisti, che sarà tra le ambite
rante il festival “Lo Spirito e la Terra”a Fabriano
location del festival “Fabriano in Acquarello”.
e Sassoferrato. Le cartoline più belle saranno
e.p.
pubblicate in un catalogo a colori nel costituendo
A
di ELISA PALLOTTA
La Chiesa degli Artisti
S.Giuseppe Lavoratore
tra foto, musica e... frittelle
Venerdì 1° maggio, la nostra parrocchia festeggia il suo patrono: san
Giuseppe Lavoratore. Come ormai
tradizione, la festa parrocchiale è
l’occasione per sottolineare alcuni
aspetti delle problematiche del
lavoro, non solo con conferenze
e dibattiti, ma stimolando e accogliendo testimonianze di creatività
lavorative, sia artigianali che artistiche, preferibilmente attive nel
territorio della parrocchia, ma non
solo. Quest’anno il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha deciso di
dedicare la sua
attenzione a un
suo parrocchiano, musicista
geniale e versatile, che già da
ragazzo aveva
manifestato di
avere la musica
nel sangue (foto
a lato), e ormai
ampiamente conosciuto
e apprezzato:
Marco Agostinelli. Il 30
aprile, alle ore
21, nella chiesa
parrocchiale,
l’Agostinelli,
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con il gruppo corale “Città di Sassoferrato” offrirà un concerto di brani
musicali di sua composizione, tra i
quali la singolare e inusuale Missa
Tango, ed un inno a San Giuseppe,
composto per l’occasione. Un altro
contributo verrà offerto dal Fotoclub Arti Visive Fabriano Bfi, che si
è mobilitato per allestire una mostra
fotografica alla ricerca di giovani
che nel nostro territorio, in questo
periodo così buio per il lavoro, invece di chiudersi nel lamento, si sono
inventati o si stanno inventando
nuove professionalità. La mostra
sarà aperta alle ore 17 di giovedì
30 aprile, e rimarrà esposta nei
fine settimana del mese di maggio,
con orari che saranno comunicati
tempestivamente. La mattinata del
1° maggio ospiterà la cresima di 42
ragazzi e ragazze. Nel pomeriggio,
alle 16, nel campo da gioco della
parrocchia (tempo permettendo) il
Quartetto “Eccetera”, di Matelica,
collegato alla scuola Toscanini,
metodo Rusticucci, ospitato in parrocchia, terrà un concerto di musica
moderna. Nel frattempo potranno
esser gustate le famose frittelle di
San Giuseppe. Alle 19, posticipata
di mezz’ora rispetto al solito orario,
la S. Messa conclusiva.
Consiglio Pastorale
Parrocchiale
sito web dell’ufficio diocesano cultura e vi sarà la possibilità
di poter partecipare al convegno di Firenze 2015. Aggiunge
don Andrea Simone: “Il convegno e la preparazione ad esso
saranno un modo per riflettere sull’umanità, di cui Gesù è
l’icona per eccellenza, essendo vero Uomo. L’uomo, infatti,
riesce ad essere davvero tale solo guardando Gesù. In un
contesto di smarrimento generale e di ricerca di certezze e
verità, di problematiche comuni come la scarsità di proposte
valide per il futuro dei giovani e di un’attualità molto buia, il
nostro desiderio è quello di consegnare ai giovani una società
migliore, dove la famiglia ed anche la scuola edificante non
siano più una perla perduta, dove le figure di padre e madre
siano riconosciute, senza che ideologie come il gender prendano il posto della paternità e maternità. Solo tramite Cristo
ed il Vangelo l’uomo riscopre il senso di se stesso e della vita.
Un uomo che è stato vivisezionato, privato della verità, una
verità che trova forma in Gesù Cristo, che ci svela il senso
della vita, ci trasfigura, abbatte la paura della morte perché ci
dà la speranza della resurrezione, nel corpo e nello spirito. Non
stravolge la nostra natura, non ci chiede di essere infallibili,
ma ci fa amare le Beatitudini, svelandoci che l’uomo mite,
misericordioso e umile del discorso della Montagna sia davvero l’uomo glorioso, l’uomo sulle impronte di Gesù, l’uomo
che anche se il mondo disprezza è vero Uomo”.
BREVI DA FABRIANO
~ CADE DALLA BICI
13 aprile ore 10.30. Presso l’incrocio via La Spina-via Turati, un ciclista 60enne cade
dalla bici senza essere urtato da alcuno; quindi soccorso dal 118 e trasportato al
Pronto Soccorso dell’ospedale, viene sottoposto a controlli ed ore dopo dimesso.
Forse era caduto per il caldo o per lo sforzo. Rilievi della Polizia Municipale.
~ RUBANO RAME AL CIMITERO
Marischio, notte 12-13 aprile. Rubati discendenti in rame da due cappelline e danneggiati anche coppi, tetto e interno delle costruzioni. La denuncia contro ignoti viene
sporta presso i Carabinieri.
~ SCONTRO E CONDUCENTI CONTUSI
S. P. Fabriano-Sassoferrato, 15 aprile ore 13. Scontro frontale tra due auto, una
guidata da sassoferratese 37enne, l’altra da fabrianese 40enne che, uscito dalla
fabbrica Airforce, si stava immettendo sulla Provinciale. I guidatori hanno riportato
contusioni; rilievi della Polstrada.
~ VALGONO SE STANNO A DESTRA
Viale Zobicco, 18 arile ore 10. Un bus turistico, scesi i passeggeri al Museo della
Carta, prosegue, va dritto dopo via Chiavelli, ma incontra veicoli che marciano in
senso opposto, l’autista capisce che sta andando controsenso e torna indietro
in retromarcia creando rallentamenti, retromarce di altri veicoli e caos al traffico.
Ha sbagliato il conducente dell’autobus? No, perché il divieto di accesso è posto
sul lato sinistro e quindi non vale. I segnali devono stare sul lato destro, a sinistra
si pongono i doppioni.
~ FRECCE: TOGLIERNE UNA E METTERNE DUE
Piazzale Matteotti. Provenendo da via Dante, se si rispettasse il segnale: obbligo di
superare l’ostacolo a destra - freccia inclinata, bianca, su sfondo blu posto sull’isola
di traffico della Pisana - si dovrebbe andare dritti, cioè in via Cavour, ma non a sinistra: viale Zonghi o via Veneto. Tanti fabrianesi però svoltano come vogliono, cioè
seguendo il flusso, senza far caso alla segnalazione; ma regola vuole che i cartelli
siano giusti e siano rispettati, quindi occorre il segnale blu, rotondo, con due frecce
inclinate verso il basso.
~ CASALINGA SI FA MALE
Borgo, 13 aprile. In casa, una donna che stava stendendo i panni del bucato, inciampa
e cade ed il marito chiama soccorso. Trasportata all’ospedale tramite l’ambulanza
del 118, non sembra grave, s. c.
~ ARRESTATO 17ENNE
Fabriano, 18 aprile. All’alba, un 17enne straniero viene arrestato nella sua abitazione
dai Carabinieri per una sentenza - carcere per un anno, 4 mesi e 15 giorni - passata in
giudicato. Circa 2 anni fa, insieme ad altri minori, fece vari furti in abitazioni e negozi.
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L'Azione 25 APRILE 2015
>FABRIANO<
11
Le bici volano... a Pasqua
La mostra d'epoca attrae sempre più i turisti durante le festività: eccone i motivi
di DANIELE GATTUCCI
O
ttimi risultati in termini
di presenze della Mostra
Biciclette d’Epoca per
Antichi Mestieri del collezionista fabrianese, Luciano Pellegrini. Nel 2014 il riconoscimento
d’eccellenza Tripadvisor e cinquemila presenze sempre nell’anno che
ci siamo da poco lasciati alle spalle
e oggi, tra Pasqua e Pasquetta, più
di trecento persone hanno visitato la
struttura lasciando nel registro delle
partecipazioni commenti entusiasti
e di straordinario encomio.
Per disattenzione, forse, e quindi a
torto le cronache cittadine, per la
principale festività cristiana, hanno
posto in risalto gli esiti del Museo
della Carta, della Grotte di Frasassi
e delle altre nostre eccellenze, trascurando però, quelli della Mostra
Biciclette d’Epoca per Antichi
Mestieri. Eppure il 12 dicembre
scorso un altro importante obiettivo
è stato raggiunto da questo nostro
personaggio arrivato agli onori della
cronaca nazionale partecipando al
programma condotto da Giancarlo
Magalli su Rai Due, Piazza Grande
e questo senza dimenticare che il
11 fabriano.indd 2
nostro concittadino
Pellegrini è stato invitato alla popolare
trasmissione Rai nel
2005 e nel 2013 per
le forti motivazioni
derivanti dalla “Originalità della Mostra”,
“La cura espositiva”,
“L’itinerario di storia
e di vita” e per essere
“bellissima”. Aggettivo ricorrente in ogni
pagina dell’album
presenze riempito di “complimenti, congratulazioni, bravissimi” dai
visitatori della rassegna che sin dai
primi anni d’esordio l’hanno subito
molto apprezzata.
Questo fin da quando il Consiglio
comunale votò all’unanimità un
documento che impegnava la Giunta
a destinare fondi nel Bilancio 2007,
per proseguire il sostegno alla iniziativa (la Mostra era allestita su
due piani ed ospitata in via Cialdini
45 con il contributo determinante
concesso dalla Fondazione Cassa
di Risparmio di Fabriano e Cupramontana) e fino a quando non
venne trovata l’attuale degna sede,
in via Gioberti, Galleria delle Arti,
tra i locali comunali in ristrutturazione. Una scelta lungimirante, tesa
all’incremento del flusso turistico in
città, proprio nel cuore del centro
storico, fazzoletto d’area urbana
che ingloba al suo interno, anche la
galleria dedicata a Mannucci, ottenuta grazie all’impegno pubblico e
del privato (Pellegrini, ha accordato
gratuitamente i suoi oggetti preziosi
all’amministrazione ed alla città)
che dopo tanti momenti itineranti
(è stata ospitata anche Cerreto d’Esi
nella bella sala di Palazzo Refi) ha
ora una collocazione davvero incantevole dovuta al complesso architettonico e al numero degli esemplari
raccolti: dai trentotto iniziali agli
attuali ottantadue, tre dei quali
acquistati di recente da Pellegrini:
parliamo di quella appartenuta al
capostipite della famiglia Zannella,
approntata per la vendita di cravatte
e ombrelli, l’altra del fioraio e quella
del pianoforte. Si può dunque dire
che il primo regalo al comprensorio
montano e a diversi milioni d’italiani di Luciano è quello di poter
vivere in diretta momenti di svago,
d’interesse e stupore per gli occhi
e la mente. Il secondo, se vogliamo
ancor più qualificante, è l’aspetto
culturale. Pellegrini, da innamorato
della vita, pieno di passioni ed istinto, ha portato a termine un percorso
di ricerca virtuoso e potente che
informa sull’attività economica dei
nostri avi, contestualizzandola in
uno straordinario mosaico di ben
ottantadue reperti storici di gran valore sociale che ci aiutano a capire
chi siamo e da dove veniamo.
Da ultimo e non certo per importanza va detto del servizio di prenotazione e assistenza offerto dagli
uomini del Comitato Territoriale
Uisp (Bernardoni, Stopponi, Stazi,
Micucci e Dirminti tra gli altri)
prodigatisi in maniera encomiabile
e disinteressata per garantire le tante
visite comprovate, come detto, da
più di quindici libri di presenze in
cui sono state raccolte un’infinità
di interessanti dediche e commenti.
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>EVENTI<
L'Azione 25 APRILE 2015
Raf inizia da... Fabriano
Sabato al Gentile il debutto nazionale del tour "Sono io"
E’
arrivato a Fabriano il 22 aprile e nei tre
giorni di permanenza nella cittadina
marchigiana prepara il suo nuovo
tour “Sono io”, con il quale debutta
in anteprima nazionale al Teatro Gentile sabato 25
aprile alle ore 21.15. Raffaele Riefoli, in arte Raf,
sceglie le Marche per inaugurare una nuova stagione
della sua carriera dopo la partecipazione alla scorsa
edizione del Festival di Sanremo. È dal palco di
Fabriano che lancerà il nuovo disco registrato tra
l’Italia e gli States e in uscita a maggio. Tre giorni
clou per Fabriano che potrà ospitare ancora una
volta un big della musica italiana e ascoltarlo prima
del pubblico di Firenze, Milano e Roma. Quello che lega Raf a Fabriano
è un rapporto duraturo. Già nel 2001 infatti, portato da Paolo Notari e
Sandro Pascucci, il cantautore si era esibito al Teatro Gentile e aveva letteralmente rapito il pubblico accorso numerosissimo. Standing ovation finale
e tutto esaurito per un concerto ricordato ancora oggi con molto affetto
e grandissima soddisfazione. Una data zero proposta dalla Flexus Eventi
e che si colloca all’interno di quel trend che fa delle Marche la regione
delle grandi anteprime. Da “Self control” a “Cosa resterà degli anni ‘80”,
da “Ti pretendo” a “Oggi un Dio non ho” passando poi per “Siamo soli
nell'immenso vuoto che c'è”, “Il battito animale”,
“Sei la più bella del mondo”, “Infinito”, “In tutti i
miei giorni”, “Dimentica”, “Un’emozione inaspettata”, la carriera di Raf è costellata di grandissimi
successi discografici. Oggi torna sulle scene con
“Come una favola”, la canzone che ha presentato
a Sanremo e che lo stesso Carlo Conti nella conferenza stampa di chiusura della 65° edizione del
Festival ha confessato essere la canzone che a suo
parere doveva aggiudicarsi il podio. Nel 1988 il suo
debutto alla grande kermesse ligure con “Inevitabile
follia”, poi nell’89, la hit "Cosa resterà degli anni
ottanta" e nel 1991 il singolo "Oggi un Dio non
ho". Tre pezzi che sono rimasti impressi nella musica pop italiana e che
fanno di Raf uno dei cantautori più apprezzati nel nostro Paese, con oltre
30 anni di grandi successi. Dopo 14 anni di assenza da Fabriano e a quattro
anni dall’uscita del suo ultimo album “Numeri”, Raf torna sulle scene e
sceglie la Città Creativa dell’Unesco per inaugurare un tour che toccherà
le più importanti città italiane per raccontare nuove storie e ripercorrere,
successo dopo successo, la sua carriera. Info: i biglietti sono acquistabili
online sul circuito Vivaticket e presso la biglietteria del teatro i giorni 23,
24 e 25 aprile. (via Gentile da Fabriano, 1 / tel. 0732 3644).
25 aprile:
questi
gli eventi
Per il 70° anniversario della Liberazione
l’amministrazione comunale, dopo la
commemorazione al cimitero di Cancelli
di mercoledì 22 aprile, ha previsto per
sabato 25 aprile alle ore 8 la deposizione
di corone di alloro presso i cippi commemorativi di bivio Nebbiano, S. Donato,
stazione ferroviaria di Albacina, Vallina.
Poi alle 9.15 presso il cimitero di Cortina
S. Maria la commemorazione alla Loggia
dei Caduti della Resistenza. Alle 10 la
S. Messa celebrata nella chiesa di S.
Filippo in Corso della Repubblica, mentre
alle 10.45 la formazione del corteo da
piazza del Comune e la deposizione di
corone d’alloro presso il Loggiato S.
Francesco ed ai Monumenti ai Caduti ed
alla Resistenza presso i Giardini pubblici.
Quindi alle 11.55 la commemorazione
ufficiale davanti alla Resistenza e nel
pomeriggio alle 17.30 presso i Giardini
pubblici il concerto della Banda musicale
“Città di Fabriano”.
Far ripartire il nostro paese: Un mondo in pace, senza armi:
se ne parlerà in un seminario incontro con l'esperto Simoncelli
Il Gruppo Centrale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro organizza anche
quest’anno un seminario che riunirà gli studenti delle regioni Marche, Umbria, Abruzzo
e Lazio segnalati per il Premio Alfieri del Lavoro. Istituito nel 1961, il Premio è riservato
annualmente a 25 studenti italiani che hanno
conseguito la media complessiva più alta nel
ciclo di studi medi superiori, accompagnata
dal massimo dei voti nell’esame di Stato.
E’ un numero ristretto significativamente
collegato a quello dei Cavalieri del Lavoro
che il Presidente della Repubblica nomina il
2 giugno in occasione della Festa della Repubblica. Gli studenti che saranno premiati
insieme ai nuovi Cavalieri del Lavoro per
l’anno 2015 potranno anche partecipare alle
prove di selezione per l’ammissione al Collegio “Lamaro Pozzani”, della Federazione dei
Cavalieri del Lavoro, che ospita gratuitamente
a Roma i giovani iscritti ai corsi universitari
negli Atenei della Capitale. Agli studenti
abruzzesi che supereranno le prove saranno
assegnate anche quest’anno le borse di studio
del Fondo “Nicola e Perfetta Jacovitti”. La
manifestazione si svolgerà a Fabriano, presso
il Gruppo Ariston Thermo in via Merloni
45, venerdì 24 aprile. Tema del seminario
sarà: “Ripartire dal sapere per far ripartire il
Paese”, riprendendo così il filo ideale avviato
già nelle passate edizioni. L’inizio dei lavori
è previsto per le ore 11. Dopo l’intervento
del Presidente del Gruppo Centrale Cavaliere
del Lavoro Corrado Antonini, prenderanno
la parola i Cavalieri del Lavoro Francesco
Merloni, Gian Luigi Tosato ed Ercole Pellicano. Concluderà il direttore scientifico
del Collegio universitario Lamaro Pozzani
prof. Stefano Semplici. L’incontro, dopo uno
spazio aperto al dibattito, si concluderà alle
13.30 con un buffet. La finalità dell’iniziativa
è quella di consolidare il rapporto fra scuola
ed il mondo del lavoro, evidenziando i punti
che il nostro sistema è in grado di esprimere.
Un appuntamento culturale e di informazione
da non perdere, quello organizzato dal Movimento Cinque Stelle di Fabriano, presso la
video sala conferenze del Complesso di San
Benedetto, di venerdì 24 aprile alle ore 21.
Il tema proposto, molto attuale e di grande
interesse sociale è: “Difesa e crisi globali: le
armi unica risposta?”; relatore sarà il prof.
Maurizio Simoncelli, storico ed esperto di
geopolitica, vice presidente dell’Istituto di
Ricerche Internazionali Archivio Disarmo,
autore di numerosi libri e varie ricerche
sull’industria militare e sulle forze armate
italiane. Sono numerosi gli argomenti che
il prof. Simoncelli porterà all’attenzione del
pubblico presente ed in particolare: Geopolitica della sicurezza internazionale; conflitti,
rischi e minacce. Spese militari e commercio
mondiale di armamenti. Il nuovo modello di
difesa e ruolo strategico dell’Italia. Sicurezza,
disarmo e controllo degli armamenti; il caso
nucleare. La conferenza parte da un principio
che è sancito e regolato dalla nostra Costituzione, che all’articolo 11 declama: “L’Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa
alla libertà degli altri popoli e come mezzo
di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con
gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove
e favorisce le organizzazioni internazionali
rivolte a tale scopo”. Un altro importante
ospite, il Deputato alla Camera Luca Frusone, membro della IV Commissione Difesa
e membro della delegazione parlamentare
presso l’assemblea parlamentare dell’Nato
e di altre cariche istituzionali, porterà il suo
contributo per spiegare quale è la posizione
dell’attuale Governo e renderci partecipi di
quanto attualmente avviene nello scacchiere
internazionale, prestando anche attenzione a
quelle politiche alternative all’uso delle armi.
Sandro Tiberi
A Salmaregia tra foto e leggende...
Il primo maggio avrà luogo nello
storico castello di Salmaregia una
manifestazione dal titolo “Immagini del territorio tra Marche ed
Umbria”, organizzata dall’Ast
Club, associazione per lo sviluppo
turistico e la valorizzazione del
territorio.
Trattasi di una mostra fotografica
di gigantografie a colori allestita
tra le viuzze del castello medievale famoso per la sua storia, il
cui nome è legato alla leggenda
che vuole lì sepolta una parte del
corpo dell’imperatore Ottone III di
Sassonia. L’agglomerato, che ospita
la mostra, si erge su una vallata di
straordinaria bellezza coronata dai
monti del nostro Appennino posta
a confine delle due regioni Marche
ed Umbria tra i Comuni di Fabriano,
Fiuminata, Pioraco e Nocera Umbra. “Abbiamo progettato questa
iniziativa – ci spiega il presidente
dell’associazione, Alberto Orfei
– per far rivivere nel giorno della
tradizionale festività questo luogo e
far conoscere con esso l’arte, la storia e la natura del nostro ambiente.
Le immagini pertanto metteranno in
luce le rocche, i castelli, le abbazie
e vari monumenti significativi delle
città vicine, ma anche le montagne
come il Cucco, il Catria, lo Strega,
le fresche vallate bagnate dai fiumi,
i parchi naturalistici, gli ipogei delle
famose Grotte di Frasassi e quanto
di interessante nasconde il nostro
entroterra, ancora poco conosciuto,
ma così ricco di contenuti dal punto
di vista turistico”. Alla manifestazione, sostenuta dalla Fondazione Carifac, partecipano anche i
Comuni di Fabriano, Fiuminata,
Pioraco e Nocera Umbra. In caso
di cattivo tempo la manifestazione
verrà rimandata alla domenica della
settimana successiva.
Traballo: danze e canti delle Marche
Spazio alla musica tradizionale all’interno di FabrianoInAcquarello
2015 con il concerto di danze e canti del territorio marchigiano
de “Il Traballo”.
Il gruppo, nato dall’unione di musicisti e appassionati di musica
tradizionale, si esibirà venerdì 24 aprile alle ore 22 in piazza del
Comune con un repertorio incentrato sul saltarello, ballo tipico
della tradizione nostrana. Il gruppo Traballo si è esibito sia in Italia
che in Europa partecipando a numerosi festival internazionali e
12 eventi.indd 2
ha collaborato con numerose associazioni e gruppi musicali,
ampliando sempre più le sue conoscenze su tradizioni e danze
italiane ed europee.
Quello di venerdì sarà un momento di divertimento rivolto non
solo ai tanti artisti che da tutto il mondo giungeranno in città per
la convention, ma anche a tutta la cittadinanza, che è invitata a
partecipare come occasione importante di socializzazione, ma
anche di riscoperta di una tradizione locale.
22/04/15 10.26
L'Azione 25 APRILE 2015
13
>SPAZIO LAVORO<
Mingarelli neo presidente
Alla guida della Piccola Industria delle Marche
D
iego Mingarelli (nella
foto) è stato eletto Presidente del Comitato
Regionale della Piccola
Industria delle Marche per il biennio 2015-2017.
Nel ringraziare il Comitato Piccola
Industria per la stima e la fiducia
dimostrata nei suoi confronti, e il
presidente uscente Luciano Brandoni per l’ottimo lavoro svolto,
Mingarelli ha commentato: “Accolgo questa nomina con grande entusiasmo, ma al contempo conscio
della grande reosponsabilità che
mi attende. La Piccola Industria
ha davanti a sé delle sfide epocali.
Veniamo da tanti, troppi anni di
difficoltà ma le imprese piccole
e medie marchigiane hanno tutte
le carte in regola per continuare
a essere protagoniste del futuro
della nostra regione. Sono loro
l’anima delle Marche e dell’Italia
e, se adeguamente aiutate, possono
contribuire allo sviluppo del territorio. Su questo Confindustria ha un
ruolo fondamentale e noi di Piccola
Industria faremo di tutto per assicurare che la nuova Confindustria
Regionale sia vicina alle imprese
Sassoferrato - Ultimi giorni di
lavoro per le sei dipendente Ritrama, tutte donne sassoferratesi, che
lavorano nel settore amministrativo
e commerciale della multinazionale
alla zona industriale sentinate della
Berbentina. Il primo maggio scatta
il loro trasferimento a Caponago
in provincia di Monza. In caso di
rifiuto devono licenziarsi. Da quando la notizia della riorganizzazione
gestionale della multinazionale era
stata imposta a novembre, nulla
è valso per far cambiare idea ai
vertici Ritrama Spa. E adesso si
arriva al dunque. Il primo maggio
scatta il trasferimento. Sul tavolo di
trattativa, vantaggi per chi decide
di partire a lavorare al nord – che
non compensano le spese per rifarsi
13 spazio lavoro.indd 2
che ne hanno bisogno”.
“Lavoreremo su 4 punti: - ha continuano Mingarelli - sviluppo di
partnership, internazionalizzazione, innovazione e finanza.
Utilizzeremo il forte network della
nostra associazione per renderci
facilitatori della nascita di partnership a tutti i livelli, tra le imprese,
con le Università, con le Istituzioni.
Lavoreremo su azioni concrete per
far cogliere alle nostre imprese le
incredibili opportunità che ci sono
a livello mondiale, grazie alla crescita della domanda internazionale
e all’indebolimento dell’euro. Ci
impegneremo per far conoscere le
innovazioni che possono rendere
competitivi i nostri prodotti.
E sul fronte finanza aiuteremo
le nostre imprese a intercettare
le opportunità dai cambiamenti
in atto, derivanti dal quantitative
easing e dalla normativa sulle Pmi
innovative”.
Diego Mingarelli è amministratore
unico della Diasen Srl di Sassoferrato, azienda che produce prodotti
eco-sostenibili per il settore delle
costruzioni e che è stata più volte
inserita nel rapporto GreenItaly
quale una delle 100 eccellenze
dell’edilizia green italiana. Presidente del comprensorio fabrianese
di Confindustria Ancona dal 2008
al 2012, dal 2013 ricopre la carica
di Presidente di Piccola Industria
di Confindustria Ancona. E’ anche
componente del Consiglio Nazionale d’Indirizzo del Green Building
Council Italia.
SPAZIO LAVORO
a cura del Centro Informagiovani della C.M. Esino-Frasassi
~ CONCORSO PER DOCENTI D’ITALIANO A PARIGI
L’Istituto Italiano di Cultura a Parigi ha indetto una selezione per il reclutamento di
5 docenti d’italiano da destinare a tempo pieno ai corsi di lingua italiana presso la
capitale francese. Requisiti: essere in possesso di una laurea in Lettere o Lingue
e Letterature Straniere con votazione non inferiore a 110/110 secondo il vecchio
ordinamento; essere di madrelingua italiana; avere una buona conoscenza di
una delle principali lingue straniere, conseguita presso università, istituti o enti
autorizzati al rilascio di certificazioni linguistiche.
Titoli preferenziali: avere una buona conoscenza della lingua francese; svolgere
attività di dottorato o aver conseguito un dottorato di ricerca in materie letterarie
presso università in Francia; avere conseguito un dottorato di ricerca in materie
letterarie in Italia; svolgere attività di ricerca di comprovato valore scientifico presso
dipartimento universitario, centro di ricerca, biblioteca o archivio in Francia; essere
in possesso di una certificazione glottodidattica per l’italiano lingua straniera; aver
conseguito un dottorato di ricerca in glottologia o glottodidattica o un master in
didattica dell’italiano lingua straniera; avere un’esperienza lavorativa nel settore
specifico dell’insegnamento della lingua e cultura italiana a stranieri. Scadenza:
11 maggio. Per maggiori info e per scaricare il bando: www.iicparigi.esteri.it.
~ LAVORO PER INFERMIERI ANCHE NEOLAUREATI NEL REGNO UNITO
L’agenzia per il lavoro Orienta ricerca infermieri (anche neolaureati) per conto del
Sistema Sanitario Britannico, per inserimenti in ospedali in Inghilterra. Si offrono
ottime condizioni economiche. Indispensabile una buona conoscenza della lingua
inglese. Si richiede disponibilità a trasferirsi all’estero e/o voglia di fare un’esperienza
di lavoro all’estero e il possesso di regolare iscrizione all’IPASVI. Per informazioni
e candidature: Orienta, Via Danzia 3/N - 37010 Affi (VR), tel: 045.6704321, fax:
045.4850804, e-mail: [email protected].
Per ulteriori informazioni sulle opportunità presentate o su altre offerte, corsi,
concorsi ed eventi, rivolgetevi al Centro Informagiovani della C.M., Via Dante
268, Fabriano - tel. 0732.695238 - fax 0732.695251 - e-mail: cig.fabriano@
cadnet.marche.it - o visitate il sito www.cadnet.marche.it/cig. Orario di apertura: lunedì, mercoledì, venerdì, 9:30/12:30; martedì e giovedì, 14:30/18:00.
La Ritrama verso Monza
una vita lavorativa – e, per chi opta
per il licenziamento, agevolazioni
per l’assunzione ed un corso di
formazione.
Eppure Ritrama Spa non se la passa
affatto male. Tra unità produttive,
distributive, sede logistiche ed
amministrative, il gruppo fondato
dall’americano Arnold Rink nella
periferia di Milano nel 1962, vanta
13 poli dispersi nel mondo intero.
Con i suoi 800 dipendenti – 170
solo a Sassoferrato, la punta di diamante - sforna tra 12 e 15 miliardi
di metri quadri di pellicole per
un mercato mondiale in perenne
crescita e di cui ne controlla il 5%.
Va così bene che vanta un fatturato
da 400 milioni che questi ultimi
cinque anni è cresciuto pure del
10% e recentemente ha annunciato
che vuole investire in un nuovo
impianto.
Di borsa non se ne parla. Ritrama
Spa è una vera e proprio multinazionale tascabile, ossia un’impresa di medie dimensioni che si
distingue per la sua forte presenza
internazionale ed è riconducibile a
un sistema di governance italiano.
Il che significa che vanta radici
italiane. E poiché ha questo sistema
di direzione è impossibile capire
il perché i vertici della sede non
accettino che per queste 6 donne, perno delle loro famiglie, sia
impossibile trasferirsi al Nord e il
perchè non trovino una soluzione
all’interno del stabilimento sentinate. “Va ribadito che in questo caso
non è in discussione il posto di
lavoro - affermava il responsabile
delle risorse umane della Ritrama
già a novembre scorso-. Si tratta di
un trasferimento nella nostre sede
milanese che abbiamo comunicato
alle sei persone coinvolte nella
riorganizzazione. Persone ovviamente che hanno tutto il tempo per
valutare la nostra proposta”.
Veronique Angeletti
Jobs Act con la Cna
Cosa cambia per le imprese e gli artigiani
Jobs Act, cosa cambia per le imprese e gli artigiani, se ne parlerà
mercoledì 29 aprile alle ore 18, presso la sede della Cna in via
Martiri della Libertà 46.
L’incontro informativo, gratuito, sulle novità formative fiscali e del
job Act, è organizzato dalla Cna di Fabriano per le imprese artigiane
del territorio, riservato alle aziende del distretto fabrianese per illustrare le novità del Jobs Act recentemente approvato dal Parlamento
Italiano che modifica la normativa che regola il lavoro dipendente e
le novità fiscali introdotte dalla Legge di Stabilità 2015.
L'incontro verrà presentato da Brunella Bianchi (responsabile sindacale territoriale), seguirà Mauro Monachesi (consulente del lavoro)
su “I decreti attuativi del Jobs Act” e concluderà Claudio Straccini
(consulente fiscale) sulle “Novità fiscali introdotte dalla Legge di
Stabilità 2015”.
d.g.
22/04/15 10.33
14
>MATELICA<
L'Azione 25 APRILE 2015
Borsellino con gli studenti
Il fratello del giudice ucciso dalla mafia incontra i ragazzi della Media
di RICCARDO ANTONELLI
C
i sono incontri scolastici
nella vita di uno studente
che non si dimenticano.
Quello di lunedì mattina
all’Istituto Comprensivo "Mattei" di
Matelica è uno di questi. L’ospite?
Salvatore Borsellino, fratello di
Paolo, giudice antimafia ucciso il
19 luglio 1992. Non c’è persona
forse migliore di lui per spiegare la
malavita organizzata a dei ragazzi
di 13 anni. E’ lui infatti a girare
da anni nelle scuole di tutta Italia
in nome del fratello, di Falcone e
degli uomini della scorta uccisi nei
due attentati del ’92. Lo fa perché
la lotta alla mafia non è solo repressione, la lotta alla mafia non la
fanno i carabinieri e la polizia, ma
la lotta alla mafia si fa nelle scuole,
la fanno gli insegnanti, come un
esercito compatto fatto di storia e
cultura. E per combattere quello
per lui definito come un tumore,
bisogna capire chi e che cosa c’è
dietro Cosa Nostra, 'Ndrangheta,
Sacra Corona Unita, Camorra e
mafia siciliana. Salvatore spiega
tutto minuziosamente, dalle origini
di questa organizzazione all’odierna
Mafia Capitale. Secondo lui tutto ha
inizio secoli fa, quando in Sicilia
il popolo era oppresso da spagnoli
e francesi. All’epoca i latifondisti
ed i nobili per difendersi dai vari
pericoli statali, pagavano uomini
del posto per farsi proteggere e per
dare il via a traffici illeciti di vario
tipo. L’evoluzione della mafia poi
è progredita a passi più veloci di
quelli dell’industria. Un esempio su
tutti è quello della globalizzazione.
Mentre le grandi aziende italiane
si muovono solo negli ultimi anni
per conquistare il mercato estero,
la mafia già nella prima metà del
‘900 aveva avviato una serie di
traffici e rapporti internazionali con
‘aziende’ d’oltreoceano: prima in
Colombia per trattare con i narcos
e comprare la droga a basso prezzo, poi negli Usa per rivendere ed
esportare i criminali ‘espulsi’ dalla
penisola italiana. La storia prosegue
e per capire l’evoluzione mafiosa
interna, Salvatore Borsellino fa
riferimento alla prima strage di
stato: Portella della Ginestra. Nel
1947, durante una manifestazione
del primo maggio nell’omonimo
luogo, un gruppo di banditi con
a capo Salvatore Giuliano spara
sulla folla uccidendo centinaia di
persone. L’informazione distorta
uscita da quell’eccidio fa ricadere
la colpa sui comunisti e l’opinione
pubblica alle guarda caso vicinissime elezioni si sposta sulla Dc. I
mandanti? A quanto è dato sapere
tra il gruppo di fuoco c’era anche
una rappresentanza della Cia: erano
infatti gli anni del dibattito tra lo
schieramento Usa e Russia. Facen-
“Il Mago di Nooz”,
le scuole a teatro
Mattinata speciale al Teatro Piermarini di Matelica: più di 200
bambini hanno popolato la platea e i palchetti per assistere allo spettacolo Il Mago di Nooz allestito per l’occasione da Ruvido Teatro.
“Il teatro è casa vostra” ha detto il sindaco Alessandro Delpriori
ai bambini in platea, “noi pensiamo che si possa imparare come
a scuola anche guardando uno spettacolo o ascoltando musica”.
“Il teatro diventa un luogo sociale dove si formano i caratteri e si
cresce nello spirito critico e nel senso civico, il Piermarini non è
un luogo paludato e solo per grandi, ma diventa la piazza di tutta
la città dove si crea bellezza.”
È quanto ha dichiarato Cinzia Pennesi, che come assessore alla
Cultura e allo Spettacolo ha ideato e curato tutta la stagione teatrale
volendo con forza gli appuntamenti con le scuole.
Durante questa stagione sono state a teatro tutte le scuole di ogni
ordine e grado di Matelica; i ragazzi hanno ascoltato Mozart, parlato
di opera e di lirica, assistito a partecipato agli spettacoli teatrali
con entusiasmo e attenzione, spesso molto di più che i “grandi”.
Per il primo anno di amministrazione è stato un successo straordinario che sarà senz’altro ripetuto per le stagioni future e che
speriamo di poter estendere anche alle scuole dei comuni limitrofi.
L’utilizzo del teatro come luogo di formazione e come punto di
incontro per la cittadinanza è una delle strategie fondamentali
dell’attività amministrativa della Giunta Delpriori che, con investimenti minimi, ha portato dei frutti insperati.
Sulla stessa linea è la prossima apertura dell’Enoteca della città
di Matelica all’interno del foyer del Piermarini, un luogo donato
alla cittadinanza che unisce la cultura, la bellezza, ma anche la
promozione di tutto il territorio.
14 matelica.indd 2
do due più due capiamo bene come
l’associazione mafiosa dell’epoca
si mise a servizio di un preciso
gruppo politico per movimentare
il giudizio degli italiani (vedi film
‘Salvatore Giuliano’ di Francesco
Rosi). Da lì passiamo all’uccisione
del generale Dalla Chiesa, prima
idolatrato dalla classe politica per
aver sconfitto i terroristi delle Br
responsabili dell’assassinio di Aldo
Moro, poi abbandonato a se stesso
in una lotta contro la mafia mai voluta fino in fondo. La fine è quella
che tutti conosciamo. Poi la morte
di Falcone e quella di Borsellino.
E’ qui che Salvatore inizia il triste
racconto di quella orrenda mattinata di luglio e svela il retroscena
dell’agenda rossa che poi diventerà
anche il nome del movimento contro la mafia da lui stesso fondato.
“Mio fratello teneva sempre con lui
un’agenda rossa in cui nelle ultime
settimane aveva appuntato diverse
prove ed indizi clamorosi. Quel maledetto giorno poco
dopo l’attentato, un
carabiniere salì sulla
macchina di Paolo e
prese la sua borsa.
Poco dopo la rimise
al suo posto. L’agenda non fu mai
più ritrovata”. E in
quel quaderno probabilmente erano
contenuti indizi sulla trattativa tra Stato
e mafia, oltre a prove sui responsabili
dell’attentato al suo
“vero fratello” Giovanni Falcone ed infine addirittura alla
scoperta dell’arrivo
a Palermo del tritolo
che lo avrebbe fatto
esplodere sotto casa
della madre pochi giorni dopo. Borsellino sapeva che doveva morire,
così come lo sapeva suo fratello e
la sua famiglia. L’amore per la sua
terra però era troppo forte, se per
ottenere giustizia Paolo Borsellino
sarebbe dovuto morire, beh lui si
sarebbe sacrificato. Ed infatti l’ha
fatto: sperava solo grazie anche a
quell’agenda di aver fatto in tempo
a finire il suo compito. Purtroppo
non ce l’ha fatta, ma la sua morte
ha svegliato l’Italia. “Il giorno del
suo funerale – spiega il fratello Salvatore – la gente era arrabbiata, non
solo con la malavita, ma anche con
i politici seduti in prima fila nella
chiesa. Qualcosa nella testa delle
persone era scattato. Addirittura in
pieno centro a Palermo, dove non
abbiamo ‘via Roma’ o ‘via Garibaldi’ ma ‘qui hanno ammazzato
il giudice’ o ‘qui hanno sparato
a’, si potevano vedere striscioni
alle finestre contro la mafia. Per
questo e per le parole di mia madre, da quel giorno ho ritrovato
la speranza. Speranza che avevo
perso 45 anni prima, quando sono
scappato da Palermo per andare a
Milano. Da quel giorno appunto io
e mia sorella abbiamo promesso di
girare l’Italia per far capire cos’è la
mafia. E se oggi sono qui – conclude – è proprio perché la lotta alla
malavita si fa nelle scuole, grazie
ad un esercito di professori.” Commosso e con la sua agenda rossa
in mano contenente la foto del
fratello Paolo, Salvatore si prende
tutti gli applausi dell’aula magna.
Emozionati, ma più che fieri di
questo incontro, anche il preside
Trecciola ed il sindaco Alessandro
Delpriori. “Incredibile il silenzio e
l’attenzione di tutti questi ragazzi” ha commentato Trecciola. Al
sindaco invece la domanda finale
all’ospite sul perché secondo lui
Paolo Borsellino ha deciso di
rischiare la vita fino all’ultimo
giorno. “Per spiegarlo – chiude
Salvatore - basta citare questa sua
famosa frase: ‘Palermo non mi
piaceva, per questo ho imparato
ad amarla. Perché il vero amore
consiste nell’amare ciò che non ci
piace per poterlo cambiare’”.
Acli a raccolta per il 1° maggio:
si parlerà anche della crisi
Nel 1961 le Acli hanno
fatto erigere il monumento ai caduti sul lavoro nello spiazzo Beata Mattia.
Da allora, ogni anno,
le Acli curano l’organizzazione della Festa
del Lavoro, alla quale
partecipano rappresentanti dell’amministrazione
comunale, dei partiti, dei
sindacati e delle associazioni. E da un loro importante esponente sarà tenuto il consueto comizio, i
cui temi sono concordati
tra le confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil. E,
c’è da scommetterci, sarà
un comizio e un primo
maggio meno…celebrativo e meno ordinario:
nel settimo anno della
crisi, con le novità nella
legislazione sul lavoro e,
purtroppo, all’indomani
dell’annuncio di Whirlpool-Indesit, che utilizzerà
la scure per “sforbiciare”
il numero di effettivi nei
suoi stabilimenti, ci sarà
di certo di che parlare!
Il programma: alle ore
10.30, la S. Messa in
suffragio dei Caduti sul
lavoro, celebrata nella
chiesa di Santa Maria
Cattedrale.
Alle ore 11.15 ci sarà il
corteo da Piazza Mattei
a Spiazzo Beata Mattia,
con la partecipazione
della Banda Musicale “P.
Veschi” di Matelica. Alle
ore 11.30, dopo la deposizione della corona nel
Monumento dei Caduti
sul Lavoro, il saluto delle
Acli e dell’amministrazione comunale, ci sarà
il comizio celebrativo,
a cura delle Confederazioni Sindacali Cgil,
Cisl e Uil. Alle ore 12.30
ci sarà un incontro al
Circolo Acli di via Pergolesi 10.
a.g.
Il giornalista Pino Scaccia 22/04/15
10.35
15
L'Azione 25 APRILE 2015
Incontriamo S.Patrignano
di ANTONIO GENTILUCCI
I
ragazzi si accomodano sulle
poltroncine del Cinema teatro, hanno dai 13 ai 17 anni.
Sanno che davanti a loro ci
sono cinque ragazzi, vengono da
San Patrignano e ognuno di loro
ha una storia alle spalle; e sanno,
o meglio immaginano, che sono lì
per dire loro di non fare delle cose;
sono in fondo, gli stessi discorsi
che, da diversi anni, si sentono fare
dai genitori, dagli insegnanti, dagli
allenatori, se fanno sport. Sono stati
praticamente “precettati” dalla loro
società, sennò, forse, in quel sabato
pomeriggio, avrebbero fatto altro,
distratti dalla leggerezza della loro
adolescenza.
I ragazzi, Giuseppe, Gimmy, Tommaso, Nicolaj e Andrea cominciano
a parlare e, semplicemente descrivono se stessi, le loro sbruffonate,
le loro paure, mascherate da senso
di onnipotenza. Non dicono: “Non
fate…”, dicono “Ho fatto…”.
Ci sono Tommaso e Andrea che
vivevano per il calcio, il gesto di
farsi il borsone per andare a “farsi
il c…o” in allenamento era una
routine cui mai avrebbero pensato
di rinunciare. E invece è successo,
per Tommy passo dopo passo, quasi
a misurare il numero di gironi che
giorno dopo giorno lo portavano
all’inferno: “alla fine avevo anche
venduto le scarpette. Non mi interessava più”. Per Andrea la storia è
stata diversa: “vivevo per il calcio.
Arriva un giorno la chiamata a
giocare per il Lecco. Sembrava che
avessi cominciato a raggiungere i
traguardi sognati. Mia madre però
mi scoraggiò, non voleva che la
scuola ne andasse di mezzo, per lei
questa era la cosa più importante.
Ci ho rinunciato, ma dopo mi sono
abbandonato a me stesso ed ho
preso la peggior piega possibile”.
Per questo si sente di dire a quei
tanti ragazzi che condividono quel
suo amore: “Se avete una grande
passione e l’abbandonate, per fare
poi questa fine, per voi quello sarà
il rimpianto più grosso!”. Nei loro
racconti la famiglia c’entra sempre. Giuseppe ha portato anche
il fratello, cui avrà dedicato ogni
momento per insegnargli a non
fare i suoi errori. Tommy racconta
che i genitori, ad un certo punto,
gli sembrava avessero ceduto. Il
padre per tre settimane non era
"Abbiamo lasciato
loro qualcosa,
ne siamo convinti"
Alla fine dell’incontro non ho resistito alla tentazione
di andare a conoscere e stringere anche io la mano a
quei ragazzi. C’erano anche un paio di domande che
mi erano venute in mente, ascoltandoli. Quanta fatica
vi costa andare in giro per l’Italia a raccontare le vostre
esperienze. Fatica nel senso di dover sempre confrontarsi con quella parte così oscura della propria vita, che
vi siete lasciati alle spalle ma che poi richiamate alla
memoria, per aiutare altri ragazzi. Risponde Giuseppe:
“Paura ci sarà sempre, non sai mai chi ti trovi davanti,
se ti ascoltano, se non ti ascoltano. Le cose che hai
dentro sono talmente sentite che ancora ti fanno star
male e ti chiedi se sia davvero il caso di raccontarle o
se non sia fiato perso. Ma dopo questo percorso che
facciamo a San Patrignano, tutto diventa la forza per
andare avanti”. Gimmy aggiunge: “La cosa che colpisce
di più chi ci ascolta è proprio il fatto di raccontarci, è la
tranquillità che ci mettiamo noi. Con il lavoro che fai
su te stesso negli anni, sei talmente forte che diventa
una cosa normale parlarne”.
E’ capitato che qualcuno, via mail, chat, o direttamente,
vi abbia poi detto: avevo imboccato un vicolo cieco e
mi avete aiutato ad uscirne? Nicolaj dice: “Qualcuno te
lo dice già lì. Altri tengono un contatto diretto, anche
tramite Facebook, e qualcuno si apre e ti chiede una
mano”.
Una passione forte, avete detto ai ragazzi, è la prima
cosa che può tenervi lontani dalle dipendenze, e tutti
voi avete raccontato di averne avute, anche più di una:
ma non è bastato. E allora mi immagino voi, qui, ad
ascoltare, e qualcuno come voi a dirvi quello che oggi
avete detto. Vi avrebbe aiutato, o dovevate seguire
quella strada fino in fondo? Andrea ci dice: “Quello
che volevamo far passare oggi è che bisogna essere
tenaci fino in fondo: lo sbaglio che ho commesso, al di
là di mia madre, è stato quello di non aver creduto fino
in fondo ciecamente alle mie potenzialità, di fronte ad
un no non sono andato avanti, mi sono abbattuto davanti ad una porta chiusa. Incontri come quello di oggi
possono comunque essere d’aiuto, perché ti spingono,
come abbiamo visto anche nel video, a dare sempre
il massimo”. Nicolaj e Gimmy sottolineano anche il
fatto di essere vicini a loro come età e dicono “forse
tra di loro, insieme, non lo ammettono neanche. Ma
quando ci ripensano la sera, da soli…qualcosa abbiamo
lasciato loro. E allora magari, piano piano, cominciano
a parlarne tra di loro”.
a.g.
15 matelica.indd 2
andato al lavoro, lo aveva accompagnato ovunque. Ma poco dopo
essere tornato da solo, una canna
da condividere con gli amici era
bastata per reinnescare un circolo
vizioso che lo aveva portato ancora
più giù. “E’ stato lì che i miei mi
hanno detto: o vai in comunità o te
ne vai di casa. Sono stato per tre
mesi in giro come un vagabondo. E
poi un giorno incrocio mio fratello.
Era con i suoi amici, mi riconosce
ma fa finta di non vedermi. Di lì a
poco sarei entrato in comunità. E
devo dire che i miei hanno avuto
coraggio a resistere, sapendo che
il loro figlio era in giro tutta la
notte, senza un tetto. Ma oggi devo
ringraziarli, senza quel gesto di
rottura, non credo che oggi sarei
qui”. Genitori protagonisti dunque,
ma non presenti. Ci spiega Mario
Gambini, responsabile del settore giovanile, che “le esperienze
precedenti ci hanno dimostrato
che nel confronto-dibattito tra i
rappresentanti della Comunità di
San Patrignano ed i ragazzi e le
ragazze, la presenza dei familiari ha
creato forti freni inibitori nel porre
domande e approfondire particolari
argomenti, per cui l’idea che ab-
biamo avuto è quella di creare una
prima parte dell’incontro riservata
esclusivamente ai tesserati, con la
presenza solo di pochi adulti tra dirigenti ed istruttori, un referente per
ogni gruppo/squadra presente”. La
famiglia sarà basilare anche nelle
parole di chiusura del presidente
del Matelica calcio, Mauro Canil,
che ci terrà a dire che nella vita di
un ragazzo prima viene la famiglia,
poi la scuola, poi lo sport. Questa
la triade che, insieme, può far crescere bene un ragazzo, tenendolo
lontano dalle dipendenze.
Il dibattito successivo è il segno più
verace di quanto sia stato bello ed
emozionante l’incontro: le prime
domande sono semplici, dirette,
c’è ancora un po’ di imbarazzo.
Poi non si alza quasi più neanche
la mano, è una vera chiacchierata,
dove le curiosità si fanno sempre
più…concitate. Ma anche i cinque
sono molto curiosi di sapere chi
hanno davanti: si informano sugli
allenamenti, su cosa fanno la sera,
sul loro carattere. Li stimolano
e li provocano anche: Gimmy e
Giuseppe chiedono: “cosa è per
voi la libertà?”, una domanda che
forse li trova un po’ impreparati,
ma siamo certi che a letto, la sera,
sguardo al soffitto, se la saranno
posta tutti. Uno chiede a Tommy:
“ma se qualcuno ti offrisse una
canna in una serata con amici, che
faresti, fumeresti ancora? “No, te lo
dico ora, ma con certezza. Perché…
non mi serve più”. In questo non mi
serve più c’è tutta la consapevolezza di una vita ritrovata, di passioni
riemerse: “oggi gioco con la squadra della comunità e sono tornato a
scuola”…”ed è anche un secchione,
ridacchiano gli altri.
Alla fine, insieme ad un video del
progetto WeFree di San Patrignano
(dalla droga, certo, ma non solo.
Dal giudizio degli altri, dalla paura
di non essere “abbastanza”, dallo
specchio, dalla bilancia e da tutto
quello che ci impedisce di essere
noi stessi) ci tengono a proporre
anche un bellissimo video, che si
può trovare anche su YouTube e
che si chiama: “Why do we fall”,
letteralmente, “Perché cadiamo”.
Ci sono tanti argomenti di cui si è
già parlato e tanti ragazzi si saranno sentiti chiamati direttamente.
Dalla voce che dice: “Perché dici
che non sei bravo in matematica?
Perché non l’hai studiata seriamente”, alla scena di un
Will Smith che dice ad
un bambino: “Se hai un
sogno, devi proteggerlo”, dalle immagini di un
Derrick Rose che, miglior giocatore di basket
Nba, subisce infortuni
gravi su infortuni gravi, sempre soffrendo e
sempre rialzandosi, fino
alla citazione finale di
un discorso di Michael
Jordan che dice che “i
limiti, come le paure,
sono spesso soltanto
delle illusioni”.
Alla fine la scena più
bella è questa: Tommaso sta andando verso il
proiettore per caricare
proprio questo video
quando un ragazzo si
alza e gli chiede di avvicinarsi: “Era solo per
stringerti la mano. Sei
uno bravo!”.
Cronaca di un incontro tra i ragazzi della
Comunità ed i giovani atleti del Matelica calcio
taccuino
Geppi Cucciari posticipa, taccuino
il 29 aprile al Piermarini
Lo spettacolo di Geppi Cucciari (nella foto)
Donne forti, piano piano – inizialmente programmato il 27 aprile al Teatro Piermarini di
Matelica nella stagione promossa dal Comune
con l’Amat - è posticipato a mercoledì 29
aprile per sopraggiunti e improrogabili impegni dell’artista. Geppi Cucciari è una comica,
conduttrice televisiva e attrice italiana. La sua
carriera inizia nel mondo del teatro con il gruppo Scaldasole, ma presto entra a far parte del
laboratorio artistico di Zelig e partecipa stabilmente a programmi radiofonici (Radio Deejay).
Raggiunge una popolarità di livello nazionale
grazie alla partecipazione a Zelig Circus, nonché a numerosi spettacoli teatrali e produzioni
cinematografiche. Nel 2012 viene premiata
al 52° Premio regia televisiva come miglior
personaggio televisivo femminile dell’anno.
Ad accompagnata a Matelica, in amichevole
partecipazione, Cinzia Pennesi al pianoforte. La
Biglietteria del Teatro Piermarini (0737 85088)
è aperta per informazioni il 27, 28 e 29 aprile
dalle ore 17 alle ore 20 (il giorno di spettacolo
fino all’inizio previsto alle ore 21.15). Per altre
informazioni: Amat 071 2072439.
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Sabato25 e domenica 26 aprile
COMUNALE
Orari: 8.30-13 15.30-19
Viale dei Martiri tel 073783640
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Il lunedì e il giovedì
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Tel. e Fax 0737 787551
e-mail:
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CINEMA MULTISALA GIOMETTI
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22/04/15 11.04
16
>MATELICA<
Pino Scaccia:
“Così vi spiego
la mafia russa”
di GABRIELE SPITONI
U
n flusso ininterrotto
di racconti, aneddoti,
analisi e interpretazioni,
capace di ammaliare i
tanti intervenuti, quello che Pino
Scaccia ha regalato ai matelicesi lo
scorso sabato 18 aprile.
Invitato a presentare il suo ultimo
libro, “Mafija”, lo storico (ex)
inviato del telegiornale di Rai
Uno, sollecitato dal consigliere
di maggioranza (e giornalista del
quotidiano “Il Tempo”) Pietro de
Leo e dal presidente del consiglio
comunale Alessandro Casoni, ha
intrattenuto il pubblico spaziando
entro una vasta quantità di temi.
In primo luogo l’oggetto del suo libro: ovvero la potenza, la grandezza
e l’influenza della mafia russa. «La
mafia russa è ancor più infida delle
altre, se vogliamo. Opera tentando
di rimanere invisibile. Non commette gesti eclatanti, non vuole
apparire, ma si muove sottotraccia,
acquisendo proprietà e gestioni
nel settore che costituisce la vera
ricchezza del nostro paese: il turismo», ha affermato il giornalista.
«Ogni settimana, le figure apicali
delle principali organizzazioni
della mafija vengono in Italia. Noi
neanche ce ne accorgiamo». Eppure il fenomeno è rilevante, se si
tiene conto del fatto che su 60.000
cosche mafiose russe, circa il 10%
opera in Italia, cioè seimila. Numeri
impressionanti.
«E’ bene chiarire due aspetti», ha
proseguito Scaccia: «Innanzitutto
sarebbe più corretto parlare di mafie
russe, al plurale, o di mafia sovietica, nel senso che i gruppi criminali
oggi attivi sembrano uniti intorno
ad un principio etnico-nazionale
che pare riprodurre l’allora conformazione dell’Urss: esiste, infatti,
una mafia georgiana, una mafia
cecena ecc., ognuna delle quali è
specializzata in un determinato settore. In secondo luogo, è importante
rilevare quanto l’organizacja russa
sia abile nel concludere accordi e
spartirsi affari con le organizzazioni
italiane. Sembrerebbe che a bordo
della famosa nave da crociera Concordia, prima del terribile naufragio
nei pressi del Giglio, ci fosse un
meeting tra mafia russa e italiana
per decidere il prezzo della cocaina
proveniente dal Sud America e da
immettere nel mercato europeo».
Il famoso giornalista ha, infatti,
messo in evidenza come oggi le
organizzazioni mafiose siano caratterizzate da una natura transnazionale e costituite da una fitta
L'Azione 25 APRILE 2015
Pino Scaccia
con il sindaco
Delpriori
Sul suo mestiere di giornalista:
“Internet mi ha cambiato”
rete di relazioni globali, che rende
ancora più difficile l’opera degli
investigatori: in proposito, Paolo
Borsellino era stato lungimirante
già oltre vent’anni fa.
Scaccia ha poi animato un’interessante riflessione su come sia
cambiato il giornalismo negli ultimi
anni, con il sopravvento di internet,
la velocità nella diffusione delle
informazioni e i rischi che da ciò
derivano non solo per la professione del reporter ma anche per la
corretta fruizione delle notizie da
parte dei “consumatori”, ovvero
dei lettori. Costanti i riferimenti e
le regressioni alla sua interminabile
esperienza professionale, capaci
Ciclo su Pio II,
si conclude
il Rinascimento
Si è concluso con successo lo scorso sabato 18 aprile alle
17 presso la Sala Multimediale dell'Oratorio di S. Teresa il
ciclo di conferenze dedicato al “550° Anniversario di Pio II
nelle Marche” con un intervento di don Ugo Paoli, V. Prefetto
Emerito dell'Archivio Segreto Vaticano.
Il passaggio del Papa nella nostra zona alla volta di Ancona,
dove morì il 18 luglio 1464, è stata la fonte di ispirazione di
9 incontri, iniziati lo scorso settembre, incentrati sulla cultura nazionale e locale del '400 e coordinati dal prof. Igino
Colonnelli e dal prof. Angelo Antonelli.
L'iniziativa ha riscosso da subito partecipazione creando un
pubblico di appassionati che, sia per interessamento verso
la materia trattata, sia per curiosità dovuta al susseguirsi di
esperti relatori che hanno sviscerato il '400 sotto ogni profilo,
non si è perso nemmeno un convegno.
Illustre primo cittadino, l’ultima lettera di
un breve carteggio tra me ed il sindaco che,
prima di Lei, governò sulla nostra città,
il dott. Paolo Sparvoli, rimase e rimane
senza risposta.
Lasciato passare senza alcun riscontro il tempo d’attesa di
30 giorni concessi dalla legge 241, mi venne da credere che
il vecchio sindaco non essendo stato rieletto, mi sarei dovuta
rivolgere direttamente a Lei, che gli era succeduto nel bene
e nel male. Pertanto, il giorno 12 novembre scorso passai a
Lei la mia consegna con una lettera e copie di documenti,
protocollata nel suo ufficio presso il Comune di Matelica.
E fin da quel momento mi posi in attesa della sua risposta.
Questa volta più fiduciosa perché quasi sicura che, nello stock
di allettanti promesse della sua campagna elettorale ci fosse
inclusa anche quella di una “rimessa in pristino” delle antiche
“belle maniere”, quelle che durante i secoli caratterizzarono
la nostra civiltà e che adesso sembrano del tutto scomparse
anche dai piani più elevati.
La mia tarda età non mi consente altre lunghe attese, per
cui La prego di mettermi in sollecito contatto con me onde
sistemare, una volta per sempre, l’annosa questione delle quasi
300 mie opere, donate al Comune di Matelica, il quale si è
dimostrato più volte inadempiente ed incurante di attenersi
alle condizioni figuranti in quell’atto di donazione che io
vorrei, insieme con Lei, correggere ed aggiornare. Sono sicura
16 matelica.indd 2
Attenzione verso quest'iniziativa è arrivata anche da parte del
sindaco Delpriori, che, presente alla conferenza di sabato per
un saluto insieme all'assessore alla Cultura Cinzia Pennesi,
elogiando la qualità di tali incontri ha espresso quanto “sarebbe bello trovare qualche risorsa per stampare gli atti di
questo ciclo di conferenze”. L'incontro dello scorso sabato,
presieduto da don Ugo Paoli è stato incentrato su la “Vita
religiosa a metà Quattrocento nel territorio di Fabriano e
Matelica”. Dunque ci si è chiesto quale fosse la situazione
della Chiesa a metà '400 e quale fosse l'interfaccia di tale
condizione nel nostro territorio in specifico: il territorio fabrianese, che divenne diocesi nel 1728 e quello matelicese
nel 1785, riuniti poi in una sola diocesi, com'è tutt'ora. Don
Dafne: “Sindaco,
smentire la profezia
di San Giacomo”
che adesso vorrà concedermi la sua attenzione, altrimenti
non mi resterà che invocare, quale sua attenuante, l’episodio
di San Giacomo della Marca, tal quale ce lo tramandarono
storici attendibili che, con dovizia di particolari, ci informarono di come S. Giacomo, mandato dal Papa a Matelica per
controllare i costumi dei suoi abitanti, trovasse molti di essi
dediti al vizio del Candelaio. Il santo servo di Dio molto se
ne addolorò e spinse quei peccatori ad emendarsi di sì turpe
peccato e li esortò piangendo a pentirsi e a tornare sulla via
dei buoni costumi.
Ma in pochi ascoltarono le sue prediche. I più lo derisero ed
una commissione di maggiorenti, attraverso la porta di San
Sebastiano, lo scacciò a suon di spintoni. Fu allora che il
Santo espresse il suo sdegno lanciando un calcio su una pietra
delle mura di cinta con tale forza da lasciarci l’impronta del
di suscitare grande interesse nel
pubblico. Alla presentazione hanno partecipato anche il sindaco
di Matelica Alessandro Delpriori
e l’assessore alla Cultura Cinzia
Pennesi, che hanno ringraziato
Pino Scaccia della sua presenza,
in grado di dare ancora maggior
prestigio e visibilità al contenitore
permanente di eventi culturali e di
promozione del territorio qual è
Matelica festival. Dal canto suo,
l’autore non ha potuto non notare
la calorosa accoglienza riservatagli
ed ha espresso gratitudine all’intera
città, non da ultimo sede della casa
editrice che pubblicò uno dei suoi
primi volumi, “La torre di Babele”.
Ugo Paoli ha spiegato che a livello globale la Chiesa nel '400
usciva dal Medioevo, entrando nell'età moderna e ci sono tre
date fondamentali da ricordare: il 1417 con la ricomposizione
dello Scisma d'Occidente e l'elezione di Papa Martino V, il
1439 che vede la riunione con la Chiesa d'Oriente e il 1447,
anno di elezione di Papa Nicolò V. Con quest'ultimo iniziò la
fase dei papi del rinascimento, della quale fece parte anche
Pio II. Tale papa come i due precedenti, Nicolò V e Callisto
III, sentì molto la lotta contro i Turchi e volle riconquistare
Costantinopoli, con una crociata che mai partì. Dunque, nel
momento in cui dai papi giungeva l'invito alla crociata rivolto
ai principi cristiani, questi ultimi e gran parte dell'Occidente
rimasero indifferenti a tale appello. Mentre la Chiesa del '400
in un quadro generale si presenta in tumulto e agli albori
dell'età moderna, nel piccolo delle nostre zone abbiamo la
fiorente vita di molti ordini religiosi, come i Benedettini, le
Monache benedettine, i Francescani, le Monache clarisse, gli
Agostiniani e i Domenicani. Lo stesso Pio II dedica attenzione
ai Benedettini, nella congregazione dei Silvestrini poiché il 13
giugno del 1461 stabilì la concessione di 5 anni di indulgenza
ai fedeli che avessero visitato il Monastero di San Silvestro
in Montefano. Ed è con questa ultima nota sulla Chiesa del
'400 che si è conclusa la serie di interessanti incontri, i quali
nei mesi hanno trattato la musica, l'architettura, la grammatica
fornendoci un quadro completo del secolo di Pio II. Ora non
ci resta che attendere la pubblicazione degli atti dei convegni.
Laura Antonelli
sandalo. E poi se ne andò. Ma, dopo pochi passi, volgendosi
indietro con un braccio alzato, scagliò la sua maledizione:
condannò, Matelica ed i suoi abitanti, ad essere governata,
per allora e per sempre, soltanto da teste di legno!
Così sta scritto nei
documenti conservati nella chiesa di
Sant’Andrea delle Fratte, a Roma.
Coraggio, sindaco
Alessandro, sia Lei
per primo a dare
una smentita a tale
profezia sicché essa
perda per sempre
quel suo apocalittico
potere che per tanto
tempo ci perseguitò condizionando la
nostra vita.
Con osservanza.
Maria Giuditta Boldrini
San Giacomo
della Marca
22/04/15 10.41
17
L'Azione 25 APRILE 2015
Corso di apicoltura,
vocazione del territorio
Sesto ciclo di incontri di 1° livello
"R
di LUCA MARINI
iscoprire la vocazionalitá del territorio, unica e
irripetibile, per questo non delocalizzabile e, soprattutto, non replicabile. Far diventare il settore
primario il vero primato dell'economia italiana".
Sotto questi auspici, pronunciati dell'assessore all'Agricoltura del
Comune di Matelica, il dottor Roberto Potentini, si è concluso
sabato 18 aprile il sesto corso di apicoltura di primo livello, tenuto
dalla Cooperativa Apicoltori Montani, con il patrocinio della Regione Marche e del Comune di Matelica. Un corso ed un percorso
lungo, impegnativo, a tratti faticoso, ma sempre interessante, che ha
portato 60 appassionati a vario titolo dell'affascinante mondo delle
api a conseguire l'agognato attestato, dopo il superamento dell'esame finale. Una "classe" di studenti variegata e multiforme, proveniente
anche da fuori regione, che ha seguito con scrupolo e profitto le lezioni
teorico-pratiche tenute da docenti capaci e con decennale esperienza, a
partire dal presidente della Cooperativa, Pierluigi Pierantoni. Con questa
iniziativa, che ormai sta diventando una tradizione, la Cooperativa Apicoltori Montani vuole dare il suo contributo alla diffusione della conoscenza
di un mondo affascinante e, per certi versi, ancora misterioso, che ha
incantato poeti e scrittori di tutte le epoche: le api. Un mondo seriamente
minacciato dagli agenti chimici che sempre più invadono l'agricoltura e
tutti gli annessi: la terra, l'aria, l'acqua: in pratica noi stessi. Minacciare
le api significa, in definitiva, compromettere la sopravvivenza dell'uomo.
È bene prenderne atto, prima che sia troppo tardi.
Da sinistra
il dr. Potentini, assessore all'Agricoltura
del Comune di Matelica, Patrizio Gagliardi,
vice presidente del
consiglio provinciale di Macerata e
Pierluigi Pierantoni, presidente della
Cooperativa Apicoltori
Montani e promotore
del corso
Scoperta
discarica
a La Morca
Una discarica abusiva di rifiuti
ingombranti è stata segnalata
lungo la scarpata della strada
che da Esanatoglia conduce
a Fiuminata, poco prima del
valico de “La Morca”. Si tratta
in prevalenza di resti di elettrodomestici, tra cui si distingue
chiaramente un frigorifero (vedi
foto).
La discarica era stata peraltro
“immortalata” dalle telecamere della Rai in occasione
della recente tappa ciclistica
della “Tirreno – Adriatico”, da
Esanatoglia al Terminillo, transitata proprio sul valico de La
Morca. Un “biglietto da visita”
certamente poco edificante per
il Comune di Esanatoglia, sul
cui territorio insiste la discarica!
Purtroppo dobbiamo constatare
che malgrado da molti anni
esistano, praticamente in ogni
Comune, le cosiddette “isole
ecologiche”, dove tutti i cittadini possono, gratuitamente,
conferire ogni genere di rifiuto,
specie quelli ingombranti, c’è
Erbeggiando con il gruppo Micologico
Un grande successo ha riscosso l’evento “Erbeggiando”, organizzato e
coordinato dal Gruppo Micologico
Matelicese, svoltosi domenica 12
aprile. La giornata è iniziata sotto il
segno di un caldo sole primaverile
a Piazzale Gerani, punto di ritrovo
per il gruppo di appassionati della
natura e dei suoi frutti. L’escursione è stata un’occasione per i soci
del gruppo micologico e per molte
giovani famiglie di trascorrere una
giornata all’aperto nella meravigliosa campagna matelicese e di
arricchire le proprie conoscenze
in tema di piante e fiori buoni da
mangiare. La passeggiata è stata
guidata da Alessandra Vitanzi,
naturalista esperta di piante, fiori
e frutti eduli, che da tempo collabora con il gruppo micologico sui
temi di vegetazione, botanica ed
ecologia.
Da anni il Gruppo Micologico
Matelicese organizza numerose
attività dedicate principalmente
al mondo dei funghi, ma anche a
quello delle piante e a quello culi-
Nel cesto una parte delle erbe
raccolte
nario, quest’ultimo trait d’union tra
i primi due. Tali attività avvicinano
appassionati soci e non, offrendo
importanti occasioni gratuite di conoscenza ai fruitori. Numerosi sono
stati gli eventi dedicati alle erbe
mangerecce nel corso degli anni,
tra convegni, passeggiate e serate
di riconoscimento delle piante e
loro utilizzo, con preparazione di
infusi, tisane e liquori. Domenica
scorsa si è svolto il più recente di
questi appuntamenti, che ha visto la
partecipazione di circa 50 persone
tra cui moltissimi bambini, da pochi mesi ai 10 anni di età.
Un valore aggiunto alle numerose
informazioni elargite da Alessandra è stato rappresentato dalle sapienti indicazioni di massaie, presenti alla passeggiata, memori delle
tradizioni passate circa l’utilizzo
delle piante in cucina e nei rimedi fitoterapici.
E’ così che i
più curiosi ed
attenti partecipanti hanno
riportato a
casa notizie,
fotografie, ricette e consigli gastronomici, mentre i
bambini esperienze tattili
ed olfattive di
una proficua,
Pomeriggi a quattro zampe
Si è conclusa nel pomeriggio di domenica 19 la due
giorni che l’Associazione
studentesca “MedVet”, con
il supporto dell’Università
di Camerino e il patrocinio
del Comune di Matelica, ha
organizzato con l’intento
di creare spunti formativi
riguardante sia l’ambito professionale, culturale e dare
vita ad una vera integrazione
ed interazione tra la popolazione studentesca e la comunità locale. Sotto il nome di
“On all four” (dall’inglese
“a 4 zampe”) l’iniziativa ha
coinvolto studenti, professo-
17 matelica.indd 2
ri, professionisti del settore e
appassionati ed a realizzato,
in entrambe le giornate, un
vero e proprio percorso di
cultura animale volto ad
arricchire sia il bagaglio culturale degli studenti del Polo
di Medicina Veterinaria sia
quello di tutte le persone interessate a questo argomento. Dopo la prima giornata
dedicata agli animali esotici
e selvatici, questa seconda si
è concentrata su nutrizione,
comportamento animale e
pronto soccorso. Dopo una
mattina di lezioni ed approfondimenti nel pomeriggio si
sono potute vedere dal vivo
le tecniche di comunicazione
non verbale e addestramento
naturale con il cavallo (a
cura dell’Associazione Cre
“Cavallo a Dondolo” Onlus)
e varie e divertenti dimostrazioni di Agility Dog (a cura
di Twist & Shout di Matelica). Non è mancato poi un
informalissimo e spassoso
concorso per “Il meticcio più
bello de Materga”. Molta la
soddisfazione espressa dai
ragazzi dell’Associazione
“MedVet”, sia per le nozioni
apprese e la possibilità di
fare esperienze dirette, che
amichevole, calda e profumata
domenica all’aria aperta.
La giornata si è conclusa con un
pranzo conviviale presso un agriturismo della zona, che cortesemente
ha cucinato per l’intero gruppo
l’abbondante raccolto, così da
permettere di degustare il fresco
sapore delle erbe di campo primaverili appena colte.
Gruppo Micologico Matelicese
Un momento di relax dei partecipanti
all’uscita
ancora qualche individuo incivile e beota che trova più comodo
scaricare la propria immondizia
in montagna o lungo le scarpate
delle strade.
E’ chiaro che questi personaggi
non abitano poi mai troppo
distanti dai luoghi di queste
discariche abusive…
Segnaliamo quindi al Corpo
Forestale ed alla Polizia Locale di Esanatoglia la presenza
di questa discarica, affinché
provvedano quanto prima alla
sua rimozione.
Danilo Baldini,
delegato responsabile
della Lac per le Marche
Due giorni con Unicam e Comune
per la partecipazione agli
eventi. Appuntamento quindi alla prossima iniziativa!
(informazioni: ass.medvet@
gmail.com)
Gli eleganti Aidan e Hielo
Buck ama le coccole!
s.n.
L’Agility Dog
22/04/15 10.43
18
>SASSOFERRATO<
Camilletti festeggia 50 anni
con "Masterchef" Barbieri
A
di VERONIQUE ANGELETTI
rredamenti Camiletti,
azienda di riferimento
per la casa - e non solo
-, festeggia quest’anno i
suoi primi cinquanta anni di attività. Un traguardo importante che la
famiglia ha voluto condividere con
amici, clienti e conoscenti organizzando, domenica 12 aprile, una
splendida festa nel suo showroom di
via Crocefisso. Tanto per festeggiare
come da bottega, in cinquant'anni, è
diventata azienda e, partendo dalle
campagne di Monterosso, oggi è
presente oltre i confini dello stivale.
Un successo tutto da imputare a
precise scelte di marketing e commerciali e al fatto che hanno saputo
anticipare le tendenze e rispondere
con professionalità alle richieste di
un mercato particolarmente esigente. Ma un successo che attinge ad
una speciale alchimia dove l’espritmaison – tipicamente marchigiano
Lo chef pluristellato Bruno Barbieri (al centro) ospite da Camilletti Arredamenti
- regna ancora sovrano.
Perché è un dato di fatto
che quest’azienda non è
altro che la storia di una
famiglia ben nostrana. Di
un uomo di Monterosso,
un artigiano, che decide
nel 1965 di aprire nella
sua casa al bivio che porta
al santuario della Madonna del Cerro una bottega.
Lì produce infissi e per
alcuni clienti crea mobili.
Poi con l’intuito di completare la propria gamma commercializza altri prodotti e costruisce
i primi scalini del successo che lo
porta, nel 1986, a edificare sulla
provinciale che collega Sassoferrato
a Pergola un showroom di ben 3000
mq. Tuttora centro nevralgico e logistico dell’azienda. Ma il grande
merito di Alberto è di aver saputo
coinvolgere i propri figli, Claudio
prima, Lorenzo dopo, per concertare un cambiamento di strategia.
Il cliente non lo si aspetta ,ci si va
incontro. Ed è così che nel 2000, la
famiglia apre un negozio a Fabriano,
nel 2007, un altro ad Ancona e con il
centro Ernestomeda a Walferdange,
in Lussemburgo. Un’esprit-maison
che riposa sulla loro passione per
il made in Italy, sul capire la personalità del cliente, sull’intuire il
I candidati che hanno
partecipato al concorso di cucina
lanciato su Facebook
dettaglio e l’originalità che fanno
la differenza e soprattutto su quel
giusto equilibrio tra design, arte
contemporanea e praticità. Un modo
di rispondere al cliente che padre e
figli sono riusciti a trasmettere a tutti
i quindici collaboratori che lavorano
con loro. “I nostri punti forza –
spiegano – sono nella consulenza
che predispone la progettazione
dell’ambiente che ci è affidato. Poi
l’organizzazione e l’assistenza nella
consegna. Lavoriamo con partner
eccezionali, di fama mondiale, di
alto profilo e di perfetta qualità che
sanno soddisfare il cliente, qualsiasi
sia il suo budget".
L'Azione 25 APRILE 2015
Un ospite
d'onore
in cucina
Due gli ospiti d’onore della festa. Lo
chef Bruno Barbieri e la tipica pasticceria marchigiana.
Barbieri venuto a
Sassoferrato, per
presentare il suo
nuovo libro ha
premiato tre delle
ricette proposte
dai candidati al
concorso lanciato
il 16 marzo scorso
su Facebook. Tra di loro due
sassoferratese Gabriela Fiori
con la pizza di Pasqua e Romina
Agostinelli con la zuppa inglese e
poi altri venuti da vicino e lontano
con la cicerchiata, la ciambella
di Pasqua, il maritozzo e lo
scroccafusi. Premiati: Donatella
Bartolomei con il bostrengo, dolce della tradizione marchigiana,
uno dei più antichi d'Italia, noci,
mandorle, fichi secchi addolcito
con sapa e miele; Adriana Agostinelli con la crescia foiata, ricetta
che affonda le sue radici nella
terra maceratese e Stefania Stura
con i croccatelli, dolcetti tipici del
Carnevale, profumatissimi per via
dell'aggiunta del limone, che possono essere cotti al forno o fritti.
"La notte della Tosca":
25 aprile: si celebra la Liberazione
con una serie di intensi appuntamenti al Sentino c'è il debutto
Nel 70° anniversario della Liberazione, la storica data del 25 aprile
verrà celebrata ufficialmente a
Sassoferrato con una cerimonia che
avrà inizio alle ore 10.45, in piazza
Matteotti (Castello), dove è fissato
il raduno delle Autorità, Associazioni Combattentistiche e d’Arma,
Scuole, ecc. Quindi, alle ore 11, il
corteo muoverà verso il Parco della
Rimembranza dove sarà celebrata
la S. Messa al campo. Dopo la
funzione religiosa si terrà l’orazione ufficiale da parte del sindaco,
al termine della quale avverrà la
deposizione di una corona di alloro
dinnanzi al Monumento ai Caduti.
Un’altra corona di alloro verrà
Difendere la Costituzione
In una società moderna, la convivenza civile si basa
sulle leggi e le leggi sulla Costituzione, mentre la
Costituzione si fonda su di un fatto storico che la
legittimi e che regga, dunque, l’intero ordinamento.
Per l’Italia democratica questo fatto si chiama
Resistenza anti-fascista.
Per questo il 25 aprile è festa nazionale, rappresenta la liberazione dal
nazi-fascismo, da cui è nata l’identità democratica moderna del nostro
paese ed ha il suo ultimo fondamento nella vittoria della Resistenza,
di cui la Costituzione ne codifica la “buona novella”.
In questo 70° anniversario stiamo assistendo non ad una semplice
revisione della Costituzione, bensì, al completamento di una riforma della medesima di tale portata, che né questo, né nessun altro
Parlamento ha il potere legittimo di realizzare.
Si ritiene, perciò, sia un compito morale, culturale e politico, il ribadire
l’attualità della Resistenza in difesa della Costituzione Repubblicana
nella prossima ricorrenza del 25 aprile, firmata dal democristiano De
Gasperi, dal comunista Terracini ed elaborata da figure del livello
di Calamandrei. Anti-fascismo ed identificazione con gli alti valori
costituzionali sono un tutt’uno.
Semmai la Costituzione avrebbe bisogno di essere finalmente attuata
e non di essere stravolta nei suoi valori fondativi, nel venir meno dei
quali va in pezzi il patto stesso di una nazione equilibrata e si rischia
di lasciare il passo ad una sorta di “legge della giungla”, volta a
suggellare il potere di chi ha più mezzi a discapito delle moltitudini
di questo nostro paese, equilibrio, che le norme presenti nella nostra
stupenda Costituzione, hanno pur sempre, in qualche accettabile
misura, garantito.
Goffredo Bellocchi, delegato provinciale Anpi di Sassoferrato
18 sasso.indd 2
successivamente deposta in piazza
Bartolo, sulla lapide dei Partigiani
Caduti. In caso di cattivo tempo la
S. Messa sarà celebrata nella Collegiata di San Pietro (Castello). La
giornata prevede, inoltre, altri due
appuntamenti, il primo dei quali
si svolgerà nella stessa mattinata:
la visita alla stele, fatta erigere nel
Parco della Rimembranza dall’Associazione sassoferratesi nel mondo,
in memoria dei dieci concittadini
deceduti a seguito dell’affondamento del piroscafo “Empresse of Ireland”, avvenuto il 29 maggio 2014
nelle acque del fiume San Lorenzo,
in Canada. Il secondo appuntamento
è in programma alle ore 17 a Palazzo Oliva: l’incontro pubblico,
promosso dall’Anpi di Sassoferrato
per rievocare la cerimonia organizzata nel 1977 dall’amministrazione
comunale dell’epoca, con la quale
venne reso omaggio agli ex Partigiani protagonisti della Resistenza.
Un debutto atteso! La neonata “Compagnia della Staccia” esordisce al
Teatro del Sentino venerdì 24 aprile, alle ore 21, con uno spettacolo di
propria produzione, La notte della Tosca, commedia brillante scritta da
un’autrice di valore, Roberta Skerl. La regia di questa divertente e coinvolgente rappresentazione è firmata da Angela Bruschi. A portarla in scena
un cast composto da attori locali con tanto entusiasmo ed anche con una
certa esperienza teatrale alle spalle: Anna Maria Branchini, Ferdinando
Fioranelli, Marcella Maiolatesi, Giulia Marini e Maura Misci, quest’ultima
anche nella veste di aiuto regista. La notte della Tosca è una commedia
di grande attualità che, con leggerezza e ironia, mette l’accento su due
dei problemi più drammatici e angosciosi della realtà quotidiana: anziani
soli e donne che perdono il lavoro. Tre infermiere ausiliarie di una casa di
riposo per anziani si ritrovano licenziate da un giorno all’altro e sprofondano nella disperazione più nera. Le tre donne, alle prese con situazioni
familiari borderline, non possono sopravvivere senza stipendio e intendono
reagire alla situazione inscenando una protesta. Ma cosa decideranno di
fare? Il vecchio Oscar, che da anni aspetta la morte nella sua stanza, sarà
in grado di dar loro sufficiente coraggio per rivoltarsi e fare un “casino
cosmico”? Anna, Linda e Ivana seguiranno il consiglio del vecchio, un ex
sindacalista, rincoglionito, appassionato di lirica, che cerca di convincerle a
compiere un gesto clamoroso? L’idea della disoccupazione e dell’incertezza
sul proprio futuro servirà a far diventare le tre infermiere delle ribelli? In
fondo ribelle è chi non dà per scontato che le cose debbano andare sempre
nello stesso verso! E allora… non resta che assistere allo spettacolo, il cui
ingresso è gratuito.
Grave frana, cambia la viabilità
Una grave frana ha coinvolto quasi meta della
carreggiata della strada
che collega CatobagliRadicosa a Rotondo
(foto). Pertanto per chi
vuole recarsi al Santuario
della Madonna del Cerro, Rotondo, Doglio o
Sementana si consiglia di
passare per Monterosso.
Il danno è grave, ma il
sindaco Ugo Pesciarelli
rassicura: “Interverremo
in tempi brevi”. Le foto
pubblicate
nel numero scorso,
legate alla
mostra
del Mam's
sono di
Matteo
Mingo
22/04/15 10.41
L'Azione 25 APRILE 2015
Un'antica tradizione è l'occasione per radunare il paese
C'è il piantamaggio
con la solidarietà
di GIAN MARCO LODOVICI
A
nche a Cerreto d’Esi
arriva da quest’anno
l’antica tradizione del
Piantamaggio. il Piantamaggio o Albero di Maggio è una
delle più folcloristiche tradizioni
tra quelle presenti nel calendario
dei nostri territori e non solo. La
cerimonia risale a tempi remotissimi e, nel corso degli anni, ha
assunto diversi significati. Prima
che cristiana, la festa fu sicuramente pagana, per celebrare i riti
di maggio, della fertilità e della
primavera.
Si piantava così un albero rubato
nella notte del 30 aprile, assunto
come simbolo fallico, si ponevano
rami di fiori gialli profumatissimi
davanti alle finestre delle ragazze e si cantavano ad esse strofe
amorose. Nel passaggio dal culto
pagano a quello cristiano, l’albero
del maggio è diventato l’albero
della cuccagna. Secondo alcune
teorie, inoltre, l’uso dell’albero
può assumere anche una funzione
cosmica-religiosa. Il coordinatore
dell’evento Manuel Pupilli ha sentito il bisogno di poter svolgere una
serata come questa, tra preparativi
che verranno e giovani presenti ad
aiutare. Nella notte del 30
aprile a fianco al vecchio
mattatoio, verrà issata la
pianta e tenuta ben salda
a terra, ripulita a dovere
e portata a tronco nudo.
In tutto questo un grande
aiuto verrà dato anche
dalla parrocchia di don
Gabriele Trombetti, sempre disponibile a nuove
iniziative, rimarcando la
necessità di tramandare
queste usanze ai giovani
che ne vorranno far tesoro e che
trovano in tutto questo un valido
motivo per condividere insieme ai
coetanei momenti di vero star bene.
Nella serata verranno poi distribuite
t-shirt con un logo dell’evento per
chi lo vorrà, mentre tutto il ricavato
verrà totalmente devoluto al neoCircolo Fenalc “i Grillo” al centro
parrocchiale.
Aria di "CambiaMenti” a Cerreto
Si presenterà alle
prossime elezioni
comunali la nuova
lista civica “CambiaMenti”, nata su
impulso di uomini e donne
cerretesi delusi dalla precedente
gestione comunale con l’obiettivo di “far tornare la politica” al
servizio del cittadino. Alle imminenti elezioni per il comune
di Cerreto d'Esi, in programma
il 31 maggio, oltre al Pd, saranno protagonisti così volti nuovi
e completamente estranei alla
politica. E sarà una sfida interessante, perché in ballo c’è davvero il futuro di questo paese, alle
prese con il commissariamento
prefettizio, e una delicata fase
di ricostruzione in un territorio
martoriato dalla crisi e dalla
disoccupazione.
CambiaMenti, in questo contesto, si propone di portare avanti
idee innovative. Fra queste,
la creazione di un “punto di
ascolto dei cittadini” volto a
costruire insieme un programma elettorale che tenga conto
delle loro esigenze e richieste,
19
>CERRETO D'ESI<
in un contesto collaborativo in cui
cittadini ascoltano e collaborano
con altri cittadini.
Nell’ottica di una gestione comunale “condivisa con i cittadini”,
persone comuni, lontane da ogni
schieramento partitico e/o movimentista, si propongono così di
affrontare questioni locali importanti: dal risanamento finanziario
alla precaria situazione occupazionale cerretese.
Gli organizzatori della lista si
dicono stanchi del continuo rimescolamento di personaggi che
da più di dieci anni hanno portato
il Comune ad un indebitamento
record a fronte del quale il cittadino – sostengono - ha ricevuto,
oltre ad un inevitabile aumento
della tassazione, ben poca cosa in
termini di miglioramento dei servizi, con addirittura realizzazioni
di strutture sovradimensionate rispetto alle reali esigenze del paese
e conseguente impennata dei costi
di gestione.
“Il messaggio che questo gruppo
di cerretesi intende lanciare è
quello della necessità di un cambio
di passo e di mentalità. La lista in
questione è formata da alcuni
cerretesi – ha dichiarato l’agente
immobiliare David Grillini, 45
anni, candidato sindaco della
lista – che con grande entusiasmo hanno deciso di mettersi in
gioco, quasi tutti per la prima
volta, certi che l’inesperienza
politica di molti di loro possa
risultare più salutare ed efficace
rispetto ai risultati ottenuti dai
più navigati predecessori che
hanno gestito il bene comune
dei cittadini di Cerreto d’Esi”.
Così l’ambizioso progetto diventa praticamente obbligatorio per
Cerreto d’Esi per poter fronteggiare l’attuale perdita di lavoro,
salvaguardare in maniera prioritaria quello rimasto, valorizzare
il territorio cerretese in maniera
integrata, ossia potenziando agricoltura e turismo, reimpiegando
strutture lavorative esistenti,
recuperando il centro storico,
ma soprattutto per tornare ad un
benessere più diffuso e ridistribuito, percorrendo nuove strade che
possano produrre benefici non
solo nell’immediato, ma anche
nel futuro.
Una targa ricordo
per Euplo Natali
Il 25 aprile la cittadinanza cerretese si riunirà per commemorare il 70°
anniversario della Liberazione. Dopo il tradizionale saluto delle autorità,
il programma prevede l’omaggio floreale presso il Murales della Resistenza e l’inaugurazione della targa celebrativa del nuovo spazio della
memoria dedicato a Euplo Natali. L’ex partigiano morto nella strage di
piazza della Loggia compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, è un nostro
concittadino: egli nasce il 3 gennaio 1905 a Cerreto d’Esi e frequentò le
scuole a Fabriano fino al conseguimento del diploma di istituto tecnico.
A 18 anni compiuti, Euplo Natali si trasferì a Brescia dove trovò la morte
nell'attentato di Piazza della Loggia.
Questa intitolazione è stata fortemente voluta dalla sezione cerretese
dell'Anpi, associazione dei partigiani di ieri e degli antifascisti di oggi
composta da uomini, donne e giovani che si sentono fieri, fedeli custodi dei
valori della Resistenza e della memoria storica affinchè essa non si dissolva.
Il corteo partirà da piazza Marconi per andare al murales della Resistenza
per un omaggio floreale ai partigiani. Si alterneranno vari interventi celebrativi dopo aver scoperto la targa che ricorda Euplo Natali.
Al termine il corteo proseguirà per il Monumento ai Caduti per depositare
una corona d'alloro. La banda municipale chiuderà la manifestazione con
le note del silenzio e con l'inno nazionale.
Le proposte di Cola
in vista delle Primarie
In vista delle primarie del 26 aprile con cui il Partito Democratico sceglierà
il proprio candidato sindaco per le prossime elezioni amministrative del 31
maggio, il candidato Angelo Cola (nella foto) ha incontrato la cittadinanza
promuovendo l’incontro pubblico “Governare il Comune, governare la
Regione” che ha visto la partecipazione del consigliere regionale Enzo
Giancarli. Cola ha illustrato proposte politiche concrete e credibili, contestualizzandole con l’attuale situazione socio-economica e formulando
esplicitamente le sue progettualità per il
futuro del nostro paese ai cittadini che
hanno riempito la sala, evidentemente
interessati ad ascoltare le risposte sulle
problematiche della nostra comunità.
Dopo dieci mesi di commissariamento
prefettizio, l’iniziativa è stata un’occasione di ascolto, di confronto democratico
e costruttivo sulle questioni più attuali:
la necessità di ridurre la tassazione sugli
immobili e terreni, aggredendo il deficit,
razionalizzando tutte le spese, compresa
quella del personale. Utilizzando anche gli
strumenti messi in campo dall’unione dei
Comuni. E’ strategica inoltre la riduzione
dei costi energetici senza dimenticare
l’ambiente oltre alle questioni sull’occupazione, il sociale, i servizi al cittadino, lo
sviluppo economico. Importante è anche
creare nuovi servizi tenendo conto delle modifiche socio-economiche intercorse negli ultimi anni che hanno portato a problemi rilavanti sul piano
della sicurezza e della legalità. I cittadini non devono essere lasciati soli.
Proponiamo la creazione dello sportello alla legalità. Enzo Giancarli ha
illustrato come l’iniziativa per il buon governo del Comune sia in forte
sinergia con l’azione amministrativa svolta dalla Regione, attraverso una
fattiva collaborazione tra soggetti ed enti. La campagna elettorale di Cola
in vista del voto delle primarie del 26 aprile vedrà un altro importante
momento di confronto sull'organizzazione e gestione dei servizi sociali
che si svolgerà giovedì 23 aprile alle 21 presso la Sala dello Stemma.
All’iniziativa parteciperà il consigliere regionale nonchè presidente della
Commissione Sanità della Regione Marche Gianluca Busilacchi e tutti i
protagonisti del settore operanti nel territorio: i referenti degli enti, tutti
gli operatori, i rappresentanti della cooperazione sociale.
La sensibilità del Cag per il mondo della disabilità
Uno fra gli obiettivi più importanti previsti dal Centro
Educativo Luigina Mazzolini è far crescere in ognuno
dei ragazzi, la consapevolezza che, al mondo, colui che
presenta disabilità sa esser l’individuo più speciale che
ci sia. E’ quindi fondamentale far crescere nei ragazzi quella
voglia di conoscere “il disabile”, stargli vicino, osservare i suoi limiti
ed apprezzarli uno per uno, facendo sì che questi siano per lui dei pregi.
L’obiettivo del Cag è appunto quello di sensibilizzare i ragazzi ad ammirare le persone con disabilità, ammirare il modo in cui sanno sorprendersi vedendo la neve cadere, gioire sapendo di aver vinto in un gioco
di squadra, emozionarsi vedendo il mare, osservando ed imparando il
modo in cui il mondo sa spiazzarli e divertirli. Ed è in onore a questo,
alla conoscenza del mondo dalla loro prospettiva, che il nostro Centro
Educativo si è permesso di creare un’attività ricreativa con il Servizio
Residenziale “C’era l’Hacca” di Fabriano, centro che ospita ragazzi affetti
da disabilità, organizzando ogni mercoledì, al bocciodromo di Cerreto,
un pomeriggio in loro compagnia con la presenza di cinque dei ragazzi
del nostro centro educativo, che svolgeranno il compito di animare ed
interagire con loro giocando a bocce. L’esperienza vissuta dai nostri
19 cerreto.indd 2
ragazzi ha lasciato il segno in ognuno di loro, vedere come talvolta sono
questi ragazzi ad insegnare a noi anche i più semplici dei giochi, come
quello delle bocce, vedere come amino il genere umano e come ne apprezzino la compagnia, come ne sentano la vicinanza, è un'esperienza
che dovrebbe portare alla riflessione ognuno di noi, la stessa riflessione
che ha colpito i nostri ragazzi.
E’ quindi un grande onore per il Cag avere la possibilità di occuparsi di
un’esperienza formativa tanto grande, come quella dei laboratori creativi
con la Comunità Protetta “Giovanni Paolo II” ove i nostri animatori e al
tempo stesso organizzatori, possono passare del tempo con gli anziani
del centro: l’incontro è previsto ogni venerdì. L’accettazione del disabile,
interagire con lui, conoscerlo e trascorrerci del tempo, come hanno fatto
i nostri ragazzi del Cag, è un’esperienza utile alla propria conoscenza
personale, un’esperienza che sa arrivare al cuore, sa restare impressa,
come ogni singolo ragazzo affetto da disabilità, con il quale abbiamo
avuto la fortuna di parlare. “Molte volte il disabile è commiserato e con
ciò discriminato proprio da quelli che hanno paura di riconoscersi in lui,
direttamente o indirettamente”. (G. Pontiggia)
Francesca Stridi
22/04/15 10.34
20
L'Azione 25 APRILE 2015
>CHIESA
Torino, 18 aprile:
visita in anteprima
per i giornalisti
alla Sindone (Foto Sir)
L'ostensione
della Sindone
e l'emozione
dell'arcivescovo
Nosiglia
Un segno per vivere la fede
di M.MICHELA NICOLAIS
P
er i giornalisti comincia in
Duomo, con un percorso
a ritroso rispetto agli altri
pellegrini, l’Ostensione
della Sindone. “È il momento
più importante del mio servizio
episcopale”, dice con voce commossa monsignor Cesare Nosiglia,
arcivescovo di Torino. È la prima
Ostensione, per lui, in veste di
Custode della sacro telo: lo ricorda alle centinaia di giornalisti che
affollano la cattedrale, nelle prime
ore della mattina.
Lo sguardo di Gesù. I cronisti
presenti sanno di essere privilegiati,
rispetto ai due milioni di pellegrini - queste le previsioni - che
da domenica scorsa alle 16, dopo
la Messa del mattino celebrata
dall’arcivescovo sempre in Duomo, sono cominciati ad affluire
per contemplare il lenzuolo in cui
è stato avvolto l’“Uomo dei dolori”. Esattamente sotto la Sindone,
per i 67 giorni dell’Ostensione,
che si protrarrà fino al 24 giugno,
sarà a disposizione dei visitatori
il “Compianto sul Cristo morto”
del Beato Angelico. Ciò di cui è
testimonianza la Sindone, ha detto
mons. Nosiglia, è “un amore così
grande che non si è lasciato vin-
VIVERE IL VANGELO
di Don Aldo Buonaiuto
cere dal male. Anche sulla Croce
l’amore di Dio è sempre più forte
di ogni avversità”. La Sindone
“non è la contemplazione di un
morto, ma di una persona, Gesù,
che attraverso il dono di sé che ci
ha dato la vita. Non siamo noi che
contempliamo, ma è Lui che ci fa
capire che ci sta guardando”, ha
aggiunto sulla scorta delle parole
pronunciate da Papa Francesco
durante l’Ostensione televisiva del
2013: “Lasciamoci raggiungere
da questo sguardo che non cerca i
nostri occhi ma il nostro cuore”. Il
21 e 22 giugno Francesco sarà qui,
per “venerare la Sindone e rendere
onore a san Giovanni Bosco”, nel
secondo centenario della nascita.
L’attesa è cominciata.
Attenzione a disabili e malati.
Una statua, in alluminio, che riproduce la Sindone per i non vedenti:
è una delle novità che i pellegrini
che accorreranno per l’Ostensione
della Sindone troveranno nel percorso di 850 metri che da piazzale
Partigiani li condurrà al Duomo.
Nel tratto finale, c’è la sala della
“pre-lettura” della Sindone, dove
un filmato illustra nel dettaglio
le parti dell’immagine destra e
sinistra del corpo avvolto nel telo,
in modo che quando pochi minuti
dopo i pellegrini sfileranno davanti
al sudario possano immediatamente
vedere e riconoscere.
Lungo tutto l’itinerario di avvicinamento alla Sindone, che i pellegrini
potranno percorrere tutti i giorni
(tranne il 20 e il 21 giugno, in
occasione della visita del Papa),
dalle 7.30 alle 19.30, i grandi pannelli dei “Santi sociali” di Torino, a
partire dai due dedicati a don Bosco
(di cui si celebrano i 200 anni dalla
nascita) fino al pannello dedicato
alla beatificazione più recente,
quella di Chiara Badano.
Particolare attenzione verrà riservata ai malati e ai disabili, per i quali
- per la prima volta a Torino - sono
stati realizzati due “accueil”, sul
modello di Lourdes. Ogni giorno,
i volontari - 4.600 in tutto - saranno a disposizione per la corsia
“prioritaria” a loro riservata. Due
le “penitenzierie” a disposizione
per le Confessioni: una davanti al
Duomo, in piazza san Giovanni,
e l’altra nella chiesa dello Spirito
Santo, in via Porta Palatina.
Occhi chiusi, eppure… Il volto
dell’“Uomo dei dolori” ha gli
occhi chiusi. Eppure, ci guarda.
E noi riusciamo a ricambiare il
suo sguardo soltanto se non ci
lasciamo prendere dall’ossessione
dell’autenticità. Lo spiega, con
delicatezza, devozione e rispetto
un quadro della Sindone in casa,
e mia madre me ne raccontava la
storia senza problemi”. Poi, con il
crescere dell’età e gli studi biblici,
“mi sono reso conto che c’era una
corrispondenza innegabile con il
Vangelo”.
Immagine nuda e in bianco e
nero. L’uomo della Sindone è
nudo, sottolinea monsignor Ghiberti, suggerendo d’immedesimarsi nel senso di vergogna e di
umiliazione che può aver provato
la Madonna, sicuramente divenuta
oggetto, in quel momento, di pubblico ludibrio.
Quanto all’impatto del lenzuolo
sui pellegrini che accorreranno,
Ghiberti tiene a dire che “non si
viene a contemplarlo per cercare
effetti speciali”. Anche l’immagine
è nuda, perché non c’è colore: anzi,
ciò che la caratterizza è proprio
l’assenza di colore.
Segno dell’umiliazione, della
debolezza totale, dell’annientamento dell’umano, unico preludio
possibile alla Resurrezione. “La
Sindone è il segno della centralità
dell’incarnazione”. Il Crocifisso
che è Risorto è il sigillo della
storicità del cristianesimo, l’unica
religione che ha scelto di entrare
nella storia degli uomini per farli
passare dall’ombra alla luce.
Domenica 26 aprile dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,11-18)
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario
- che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge,
e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me
e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto:
anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la
do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto
dal Padre mio».
Una parola per tutti
Gesù è il buon pastore. Lo si riconosce dalla relazione che ha con le sue pecore – coloro che credono il lui – basata
e nutrita dalla conoscenza vicendevole. L’Unigenito chiama il suo popolo “le mie pecore” perché è l’Emmanuel,
il “Dio con noi”. Questi, scontento dei pastori di Israele, aveva promesso che il suo stesso Figlio sarebbe venuto
a guidare un nuovo popolo. In Cristo la promessa è mantenuta. Nessuno potrà strappargli le sue pecore, a meno
che queste non lo rifiutino. Egli partecipa loro la vita eterna, realtà di cui ogni uomo ha bisogno e brama. Il Messia non si limita a curare i vicini, ma a ricongiungere a sé anche i lontani che rifiutano il Salvatore o quanti, pur
20 chiesa.indd 2
monsignor Giuseppe Ghiberti,
presidente onorario della Commissione diocesana per l’ostensione
della Sindone, biblista, tra i più
affermati studiosi delle corrispondenze tra Sindone e Vangeli. È lui
la guida dei giornalisti nella chiesa
del Santo Sudario, che prende il
nome dall’omonima Confraternita,
fondata nel 1898, vent’anni dopo
l’arrivo della Sindone a Torino.
È in questa chiesa, alla quale è annesso il Museo della Sindone, che
si custodisce il telo: ora che la Sindone è in Duomo per l’Ostensione,
ne rimane una fedele riproduzione
nella cornice originale dei Savoia.
“Il mio cuore fa il tifo che appartenga a Gesù”, confessa monsignor
Ghiberti, che tiene però soprattutto
a precisare che la contrapposizione
tra chi è “pro” o “contro” la Sindone, tra i tifosi e gli increduli, è
impropria e indebita: l’“unicum”
del lenzuolo non è tanto il tessuto,
certamente molto resistente per l’epoca, ma l’immagine. “La Chiesa
non ha la competenza diretta per
stabilire l’autenticità della Sindone”, che spetta agli studiosi, come
aveva ricordato Giovanni Paolo II,
ma la Sindone “è un segno: non
conta per se stesso, conta per ciò
a cui rimanda. E può essere un
aiuto a vivere la fede”. “Avevo
volendolo conoscere, non l’hanno ancora trovato. Il mercenario è colui che, invece, si limita a prendere dai suoi
animali il latte, la lana e la carne. Il suo unico interesse è di guadagnare qualcosa e se vede dei pericoli fugge
perché del prossimo gli importa solo ciò che può dare profitto, non la sua sorte.
Come la possiamo vivere
- Il Vangelo della IV settimana di Pasqua è rivolto a tutti noi e in particolar modo a coloro che hanno una responsabilità sugli altri nel campo familiare, politico, economico, sociale e spirituale. È la qualità del rapporto
che determina l’identità dell’autorità, non il “titolo onorifico” né il legame di parentela.
Cristo è l’esempio del vero pastore che si prende cura di chi gli viene affidato. Il mercenario, all’opposto,
si basa sull’inganno e la sopraffazione lasciando inascoltato il grido del povero, dell’oppresso e sfruttando il
fratello bisognoso.
Il Redentore è venuto ad annunciare nuovi cieli e nuova terra per ogni uomo: per i ladri, per i peccatori,
per ogni cristiano. Facendo diventare Dio il perno della nostra vita, smetteremo di essere noi il centro di tutto.
Immersi nell’egocentrismo, infatti, siamo la causa di tutti i nostri malesseri, cattiverie, falsità… in una
parola di tutte le nostre sofferenze. Rapportandoci con Gesù viviamo i suoi sentimenti, ragioniamo come lui,
compiamo le sue stesse opere e l’invidia non sarà più la cattiva ispiratrice dei nostri pensieri.
22/04/15 10.31
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>CHIESA<
L'Azione 25 APRILE 2015
Il matrimonio, una strada
Il Papa ha voluto offrire al mondo la testimonianza di un'opzione chiara
di FRANCESCO IACOBINI
I
l Papa ha dedicato la catechesi
delle ultime settimane al mistero della creazione divina
dell’uomo e della donna, letto
come il più grande dei doni di Dio e
come segno della complementarità,
della reciprocità e della relazionalità che stanno alla base della
condizione umana.
Nel “maschio e femmina li creò”
del Libro della Genesi (1,27) si
comprende come la differenza
sessuale porti in sé stessa l’immagine di Dio, che non riguarda
solo la singolarità del maschile e
del femminile, ma appunto la loro
stessa unione.
Per la prospettiva dell’antropologia
cristiana, ha ricordato Francesco,
questa vicendevole necessità, che
è poi la modalità concreta tramite la quale la vita e la storia del
mondo proseguono, si traduce in
un impegno serio, che coinvolge
nel profondo. Guardato così, il matrimonio non è un vincolo, quanto
una corrispondenza a una vocazione fondamentale, e una strada nella
quale realizzare la propria libertà.
La riflessione del pontefice, quindi,
ha fatto riferimento al rapporto
problematico tra tale, fondamentale
opzione e la cultura contemporanea, almeno nelle grandi agenzie
che presiedono alla diffusione di
valori e comportamenti. “Per esempio, io mi domando se la cosiddetta
teoria del gender non sia anche
espressione di una frustrazione e
di una rassegnazione, che mira a
cancellare la differenza sessuale
perché non sa più confrontarsi con
essa. Sì, rischiamo di fare un passo
indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non
la soluzione”, ha detto Bergoglio.
Media, commentatori e social network dapprima hanno cercato per
lo più di sottacere queste parole,
poi si sono affrettati a replicare il
consueto stereotipo della guerra tra
Chiesa e mondo, tra cattolicesimo
e diritti civili, tra Medioevo e modernità. Ma in realtà Francesco,
nell’esporre di nuovo la bellezza e
la completezza dell’insegnamento
fondamentale della Chiesa sull’identità della persona, si è sottratto
alla logica dei facili incasellamenti
e degli interdetti. Ha preferito svolgere il discorso anche sotto forma
di domanda, con un approccio
autenticamente critico, che provoca
le certezze troppo sbrigativamente
date per acquisite dall’opinione
pubblica e che colloca il tema su
un piano di serietà, che dovrebbe
interessare tutti.
Infatti, un tempo così tecnologico,
sviluppato e “liberato”, come quello
che noi pensiamo di vivere, rischia
di scoprirsi sorprendentemente incerto e fragile proprio di fronte ai
temi fondamentali dell’umano, alle
loro implicazioni inedite, alle loro
esigenze e opportunità. Un tempo
in cui le persone sembrano disporre
di infinite facoltà di manipolazione culturale e scientifica, ma non
riescono a inquadrarle dentro un
orizzonte equilibrato, che non le
disperda nel vortice dell’incerto e
del destrutturato, in mezzo a significati sbiaditi o scomparsi. In questa
situazione nuova, il confronto con
le domande originarie e indelebili
della vita, come quella della differenza e della reciprocità tra uomo
e donna, è esposto alla tentazione
dell’evasione e dell’aggiramento,
traducendosi magari in una quantità
di proposte e rivendicazioni inedite
che appaiono aperte a tutte le possibilità, proprio perché disancorate
(Foto archivio Sir)
da una visione realistica e coerente,
talvolta anche dal punto di vista
logico.
Ciò che invece risulta evidente
a ogni sguardo onesto è come la
spirale delle risposte affrettate alle
questioni di genere, basate sull’
idea semplice e irresistibile della
coincidenza tra desideri e diritti, si
rivolga infine contro quell’insieme
delicato di significati, segni e dispositivi concreti che costituiscono
la dignità della persona umana,
qualunque sia la sua condizione.
Il discorso papale, quindi, è stato
fondamentalmente un invito a farsi
carico di tutti questi problemi anche con serietà culturale e scientifica, e ad affrontarli con approccio
esigente e motivazioni fondate.
E qui sta anche il compito odierno dei cristiani, che non devono
lasciarsi confinare nella logica
amareggiata e cupa della sola negazione, ma che sono chiamati a
offrire al mondo la testimonianza
di un’opzione chiara, e insieme
capace di assumere le domande
reali, anche quelle non previste o
non desiderate.
C’è, infatti, un rischio di rassegnazione e frustrazione che può pervadere anche il campo ecclesiale,
la tentazione di trincerarsi dietro
la rimozione della realtà. Mentre
invece – è l’invito che traspare da
tutto l’insegnamento di Francesco - si tratta di partecipare a un
confronto epocale con argomenti
convincenti, con capacità di ascolto
e con proposte credibili dirette a
ogni persona, quale che sia il suo
stato e la sua condizione. Perché
si può affermare la verità senza
cedere alla dittatura dell’opinione,
e insieme senza essere sordi e ciechi di fronte a ciò che attraversa le
esistenze concrete.
C’è molto da fare quindi, e il Papa
invita a mettersi alla stanga.
FERIALI
ore 7.00: - S. Caterina (Auditorium)
ore 7.20: - S. Silvestro
ore 7.30: - M. della Misericordia
- Mon. S. Margherita
ore 7.45: - Monastero Cappuccine
ore 8.00: - Casa di Riposo
- Collegio Gentile
- S. Luca
ore 8.30: - Cripta di S. Romualdo
ore 9.00: - Mad. del Buon Gesù
- S. Caterina (Auditorium)
ore 16.00: - Cappella dell’ospedale
ore 18.15: - Ss. Biagio e Romualdo
ore 18.30: - Cattedrale S.Venanzio
- S. Giuseppe Lavoratore
- Sacra Famiglia
- M.della Misericordia
- S. Nicolò (lun.-merc.-ven.)
- S. Nicolò Centro Com. (mart.-giov.-sab.)
- Oratorio S. Giovanni Bosco
FESTIVE DEL SABATO
ore 18.00: - Collegiglioni
ore 18.30:- Cattedrale S.Venanzio
- S. Giuseppe Lavoratore
- Collegio Gentile
- M. della Misericordia
- Sacra Famiglia
- S. Nicolò Centro Com.
- Oratorio S. Giovanni Bosco
FESTIVE
ore 7.00:
ore 8.00:
ore 8.30:
ore 8.45:
ore 9.00:
ore 9.30:
ore 10.00:
ore 10.15:
UNA FINESTRA SUL SEMINARIO REGIONALE
ore 10.30:
ore 11.00:
La "settimana" dei seminaristi
Quando Gesù dice “vieni e seguimi!” ci propone un’avventura
meravigliosa: stare dietro a Lui
significa, a qualsiasi età, lasciare
tutto e annunciare al mondo intero l’Amore di Dio! Prima del
“sì” definitivo, la Chiesa propone un cammino di sette anni a
coloro che si sentono chiamati
da Cristo a diventare sacerdoti.
Qualcuno si domanderà: cosa
fanno 40 giovani in seminario?
Beh, vediamo più da vicino una
loro settimana “tipo”… Il Vespro
solenne della domenica dà il “la”
alla settimana: tutti i seminaristi
(chi dalla propria diocesi per il
tirocinio pastorale, chi da altre
esperienze ecclesiali del weekend) rientrano in seminario per
questa preghiera prima di cena.
Ogni giorno, dopo la sveglia delle 6.30, i seminaristi scendono
in cappella per il momento di
preghiera mattutino: lodi comunitarie e meditazione personale
oppure la santa Messa. Poi di corsa
a colazione. Alle 8.40 la campanella richiama tutti all’ordine per
l’inizio delle lezioni. Infatti, dal
lunedì al venerdì, si frequentano
i corsi dell’Istituto Teologico
Marchigiano, che per fortuna dei
ragazzi si trova nella stessa sede
del Seminario. Dopo quattro ore
di scuola, viene condiviso il pranzo in refettorio e dalle 13.30 alle
15 è previsto un tempo di riposo.
Alcuni sfruttano questo momento
per passeggiare e dialogare, altri
per schiacciare un pisolino, mentre
i più sportivi giocano a ping-pong,
calcetto, pallavolo… Dopodiché è
lo studio personale a impegnare il
seminarista per tutto il pomeriggio.
Dal tardo pomeriggio fino all’ora
di cena sono previsti incontri e
attività, comuni o differenziati in
base all’anno formativo di ciascuno. Ecco alcuni esempi. Il martedì,
divisi in gruppi, si condividono le
riflessioni personali sulle letture
AGENDA LITURGICA
di Don Leopoldo Paloni
~ CRESIME A CERRETO D’ESI: sabato 25 aprile alle ore 11 e domenica 26 alle ore 11.15.
~ INAUGURAZIONE DELLA “CHIESA DEGLI ARTISTI” A SS. BIAGIO E ROMUALDO:
sabato 25 aprile alle ore 18.
21 chiesa.indd 2
ore 11.15:
ore 11.30:
ore 11.45:
ore 16.30:
ore 18.15:
ore 18.30:
della domenica precedente (la
“collatio”). Il mercoledì i formatori
tengono incontri specifici su temi
attinenti la vita sacerdotale: preghiera, spiritualità, crescita umana
e pastorale. Il cuore della settimana
è la serata del giovedì perché, in un
clima di silenzio e digiuno, si vive
un tempo di Adorazione Eucaristica; in questo momento è proprio la
relazione a tu per Tu con Gesù a
ricordare chi è la Sorgente dell’Amore. Il venerdì, divisi in gruppi
i seminaristi approfondiscono,
meditano e pregano le Letture
della domenica successiva.
Con la Celebrazione Eucaristica
del sabato mattina, ringraziando
Dio per tutti i doni ricevuti nella
settimana, si affidano a Lui le
varie esperienze che i seminaristi
vivranno durante la domenica…
… e la settimana ricomincia!
Filippo Vici (Diocesi di Senigallia),
Francesco Olivieri
(Diocesi di Fabriano)
~ CRESIME AD ATTIGGIO: domenica 26 aprile alle ore 10.
~ VISITA PASTORALE DEL VESCOVO NELLA ZONA PASTORALE “COLLAMATOATTIGGIO”: lunedì 27 aprile alle ore 21 incontro con le famiglie a San Michele; martedì
28 aprile alle ore 21 incontro con gli operatori pastorali a Bassano; mercoledì 29 aprile
ore 20 incontro dei giovani ad Argignano.
- S. Caterina (Auditorium)
- S. Maria in Campo
- M. della Misericordia
- Casa di Riposo
- S. Nicolò (Centro Comunitario)
- Sacra Famiglia
- S. Margherita
- S. Luca
- Cappella dell’ospedale
- Ss. Biagio e Romualdo
cripta
- S. Giuseppe Lavoratore
- S. Caterina (Auditorium)
- Collegio Gentile
- Cattedrale San Venanzio
- Collepaganello
- M. della Misericordia
- Nebbiano
- Cupo
- Attiggio
- Moscano
- S. Silvestro
- S. Nicolò
- S. Giuseppe Lavoratore
- Monastero Cappuccine
- Cattedrale San Venanzio
- Sacra Famiglia
- M. della Misericordia
- S. Maria in Campo
- Melano
- Argignano
- Cattedrale San Venanzio
- Ss. Biagio e Romualdo
- S. Giuseppe Lavoratore
- M.della Misericordia
MESSE FERIALI
7.30: - Regina Pacis
8.00: - S.Teresa
9.30: - Concattedrale S. Maria
18.00: - Concattedrale S. Maria
18.30: - S. Teresa - S. Francesco
- Regina Pacis
MESSE FESTIVE DEL SABATO
18.00: - Concattedrale S. Maria
18.30: - S. Teresa
19.00: - Regina Pacis
Messe FESTIVE
7.30:- Beata Mattia
8.00:- Concattedrale S. Maria
8.30:- Regina Pacis - Ospedale
9.00:- S. Rocco - S.Francesco
9.30:- Invalidi - S. Teresa
10.30:- Concattedrale S. Maria
- Regina Pacis
11.00:- S. Teresa -Braccano
11.15:- S. Francesco
11.30:- Regina Pacis
12.00:- Concattedrale S. Maria
18.00:- Concattedrale S. Maria
18.30:- S. Teresa - Regina Pacis
22/04/15 10.30
22
>DEFUNTI<
ANNIVERSARIO
ANNIVERSARIO
ANNIVERSARIO
Martedì 28 aprile
ricorre il 4° anniversario
della scomparsa dell'indimenticato
CHIESA della SACRA FAMIGLIA
Martedì 28 aprile
ricorre il 2° anniversario
della scomparsa dell'amato
I parenti e gli amici lo ricordano
nella S. Messa delle ore 18.30 nella
chiesa di San Venanzio.
Giovedì 30 aprile
ricorre il 1° anniversario
della scomparsa dell'amata
BRUNA BERIONNI
in BARTOLINI
Il marito Mariano, le figlie Francesca e Paola, il genero Stefano, il
nipotino Luca e i parenti tutti la ricordano con affetto. Si ringrazia chi
si unirà alle preghiere.
ROBERTO COLONNA
I familiari, i parenti, gli amici lo ricordano con affetto. S.Messa martedì 28 aprile alle ore 18.30. Si
ringrazia chi si unirà alle preghiere.
ANNUNCIO
ANNIVERSARIO
ANNIVERSARIO
CLAUDIO CASADIO
TARABUSI
Sabato 18 aprile è venuta a mancare all'affetto dei suoi cari, all'età
di 89 anni
ESILIA CUPPOLETTI
ved. ROSSI
Lo comunicano il figlio Gianrico,
la nuora Daniela, il nipote Mosè, i
fratelli, la sorella, i cognati ed i familiari tutti.
Onoranze Funebre Belardinelli
ANNUNCIO
Mercoledì 15 aprile, a 66 anni,
è mancata all'affetto dei suoi cari
FELICITA GIACOMINI
in NUCCI
Lo comunicano il marito Pierino,
la figlia Valeria, il genero Carlo Alberto, le nipoti Chiara e Aurora, la
sorella Anna Maria, i cognati, i parenti tutti.
Marchigiano
ANNUNCIO
Mercoledì 15 aprile, a 88 anni,
è mancata all'affetto dei suoi cari
SILVIA PERINI
in ORAZI
Lo comunicano il marito Lorenzo, le
figlie Maria Antonietta ed Agata, i
generi, i nipoti Samuele, Lorenzo,
Maria Stella e Sibilla, i fratelli, la
sorella ed i parenti tutti.
Gruppo Bondoni
Venerdì 24 aprile
ricorre il 48° anniversario
della scomparsa dell'amato
GIOVANNI MAZZONI
La moglie, la figlia, il genero, le
nipoti e i pronipoti lo ricordano
con affetto. S.Messa domenica 26
aprile alle ore 11.30 nella chiesa di
Argignano. Si ringrazia chi si unirà
alle preghiere.
ANNUNCIO
"Che la fugacità del tempo non
cancelli in voi il mio ricordo"
Domenica 19 marzo, a 65 anni,
è mancata all'affetto dei suoi cari
MARY TROSO in TIBERI
Lo comunicano il marito Roberto,
i figli Tatiana e Lorenzo, il genero
Venanzo, la nuora Paola, i nipoti
Aurora, Alessio, Joele, la suocera
Romelia e i parenti tutti.
Marchigiano
ANNUNCIO
Martedì 21 aprile è venuta a mancare all'affetto dei suoi cari,
all'età di 55 anni
STEFANIA RUZZICONI in BARTOLINI
Lo comunicano il marito Renzo, il figlio Luca ed i parenti tutti.
Onoranze Funebre Belardinelli
CHIESA di S. VENANZIO
Nel 4° anniversario
della scomparsa del Maestro
VITTORIO MARIANI
le sorelle e i nipoti lo ricordano con
affetto. La S.Messa di suffragio
sarà celebrata lunedì 27 aprile alle
ore 18.30.
ANNUNCIO
Domenica 19 aprile è venuta a
mancare all'affetto dei suoi cari,
all'età di 92 anni
ERSILIA ESPOSTO GASPARETTI
ved. ARTEGIANI
Lo comunicano le figlie Anna e Maria, i generi Alfio e Bruno, la sorella
Maria, i nipoti, i pronipoti, la cognata ed i familiari tutti.
Onoranze Funebre Belardinelli
Gli annunci
vanno portati
in redazione
entro il martedì
mattina
Il rabbino Toaff
era legato
a Fabriano
La famiglia
Bacchi
lo aiutò contro
le repressioni
naziste
L’
ex rabbino capo di
Roma Elio Toaff è
mor to domenica
scorsa a Roma.
Avrebbe compiuto 100 anni
a fine aprile. Storico l’incontro
di Toaff con Giovanni Paolo II
nell’aprile del 1986 (preceduto, nel 1981, dalla visita dello
stesso Toaff nella chiesa di
San Carlo ai Catinari, nei
pressi del Ghetto). Nato nel
1915, Elio Toaff conobbe in
giovinezza l’umiliazione delle
leggi razziali. Si laureò a fatica
in Giurisprudenza, perché
nessun professore voleva
dare la tesi a un ebreo. Voleva
andare in Palestina come i
fratelli, ma il padre, rabbino
di Livorno, lo avviò agli studi
rabbinici e lo invitò a rimanere
in Italia, perché, diceva “un
rabbino deve rimanere con
22 defunti.indd 2
la sua gente”. Gli anni della
guerra furono durissimi, specie a
partire dal 1943, quando divenne
rabbino ad Ancona. In fuga con
la moglie Lia, Toaff fu catturato
dalle SS e condannato alla fucilazione. Mentre si scavava la
fossa, si mise a pregare. Lo notò
un capitano che,
commosso, alla
fine, lo fece
fug g ire. C on
sapiente ironia,
Toaff, negli anni
scorsi ricordava l’episodio,
e gli brillavano
gli occhi: “La
preghiera mi ha
salvato”. Dal ‘46
al ‘51 ricoprì l'incarico di rabbino
capo di Venezia.
Era considerato
in modo unanime una delle
massime autorità spirituali e
morali ebraiche dell’Italia nel
secondo dopoguerra. Con un
tweet il premier Matteo Renzi ha
espresso il suo cordoglio: “Un
pensiero carico di gratitudine e
affetto per il rabbino Elio Toaff,
L'Azione 25 APRILE 2015
ANNIVERSARIO
BRUNO MEZZOPERA
n. 12/08/1916 m. 24/04/1976
ADRIANA MONTI
n. 29/07/1926 m. 23/07/2009
Nell'anniversario della scomparsa degli amati Bruno Mezzopera e Adriana
Monti, i figli Giovanni, Carla e Paola, la nuora, i generi ed i nipoti li ricordano
con affetto.
ANNIVERSARIO
ANNIVERSARIO
CHIESA della MISERICORDIA
Sabato 25 aprile
ricorre l'8° anniversario
della scomparsa dell'amata
VANDA BARTOCCETTI
ved. ANTONINI
La figlia, il genero, i nipoti ed i parenti la ricordano con affetto. Nella
S.Messa di sabato 25 aprile alle ore
7.30 sarà ricordato anche il marito
AMEDEO
Si ringrazia chi si unirà
alle preghiere.
Chiesa di S. GIUSEPPE LAV.
Lunedì 27 aprile
ricorre il 1° anniversario
della scomparsa dell'amata
BIANCA FERRETTI
ved. BALLANTI
Il figlio Nello, la nuora Maria Claudia, le nipoti Emanuela con Andrea,
Simona, il pronipote Gioele ed i parenti la ricordano con affetto. Nella
S. Messa di lunedì 27 aprile alle ore
18.30 sarà ricordato anche il marito LUIGI BALLANTI. Si ringrazia
chi si unirà alle preghiere.
RINGRAZIAMENTO
ANNUNCIO
Le famiglie Ronchetti
Ronchetti, Gatti,
Gatti Rinaldi, commosse per la manifestazione di affetto ricevuta per la
perdita della loro cara
ELIDE FALZETTI
ringraziano quanti si sono uniti al
lutto.
Marchigiano
Mercoledì 15 aprile, a 91 anni,
è mancata all'affetto dei suoi cari
OLGA BIANCHETTI
in FAGGIONI
Lo comunicano il marito Giuseppe,
la figlia Maria, il genero, i nipoti, i
pronipoti, i parenti tutti.
Marchigiano
RINGRAZIAMENTO
ANNUNCIO
Ivana
e Giambattista Bottacchiari
ringraziano di cuore quanti si sono
uniti al dolore per la perdita del loro
caro
GILDO BOTTACCHIARI
Marchigiano
E' venuto a mancare all'affetto dei
suoi cari, all'età di 76 anni
CAV. CORRADO CESAURI
Lo comunicano la moglie Giuliana,
il figlio Walter, la nuora Eleonora
ed i parenti tutti.
Onoranze Funebre Belardinelli
grandissimo italiano e uomo
simbolo della comunità ebraica”.
E’ stato menzionato anche a
Fabriano, perché con la nostra
città aveva avuto a che fare. Un
“giusto” che è stato protetto da
un fabrianese negli anni duri dei
rastrellamenti nazisti, come ha
scritto Gian Pietro Simonetti su
Facebook. Quel grande fabrianese era il papà di Edgardo Bacchi
e nonno di Paolo Bacchi. Anche
Sonia Ruggeri puntualizza che
“ricordare è un dovere”. Toaff, un
grande dell’ebraismo, un “uomo
di pace e di dialogo”, che la famiglia Ruggeri ha avuto l’onore
di conoscere nella Sinagoga di
Roma, quando egli volle rivedere
Giovanni Ruggeri. “Era stato mio
padre, infatti, ad accompagnare
Toaff, sua moglie e il suo piccolo
presso la grande e coraggiosa
famiglia Bacchi, poiché mia
nonna paterna, allora, era in
contatto con una famiglia ebrea di
Ancona. Io e i miei
fratelli siamo vicini
alla famiglia Toaff
e alla comunità
ebraica”, scrive
ancora la Ruggeri.
Una folla commossa ha reso
omaggio a Livorno
all’ex rabbino di
fronte al tempio di
piazza Benamozegh. Il feretro è
stato esposto per
ricevere il saluto
della 'sua' Livorno,
prima della celebrazione del
funerale al cimitero ebraico
dove Toaff verr tumulato
accanto alla moglie. Gli interventi commossi del sindaco
Filippo Nogarin, dei presidenti della comunità ebraica di
Roma Riccardo Pacifici e
di Livorno Vittorio Mosseri,
dell'ambasciatore di Israele
Naor Gilon e il saluto del
vescovo Monsignor Simone
Giusti. In rappresentanza del
governo è intervenuto il ministro dell’Istruzione Stefania
Giannini. "La presenza del
Governo testimonia la vicinanza alla Comunità ebraica,
ma anche il riconoscimento
simbolico del valore che Elio
Toaff rappresenta per la storia del nostro paese sotto il
profilo umano, sotto il profilo
culturale e sotto il profilo del
suo impegno politico". Così
il Ministro dell’Istruzione
Stefania Giannini a Livorno
durante l'omaggio della città
a Elio Toaff. “È stato anche
un grande partigiano”, ha
proseguito il Ministro, “un
professore universitario che
in tempi ormai remoti ha
cominciato a dare un messaggio chiaro di dialogo, di
conoscenza reciproca come
base di una convivenza di
pace. In questo momento in
particolare ci sembra opportuno ricordarlo al massimo
livello e con tutto il cordoglio
e la partecipazione”.
ANNIVERSARIO
CHIESA di VALLEREMITA
Lunedì 20 aprile
è ricorso il 5° anniversario
della scomparsa dell'amato
SEVERINO POCOGNOLI
Il figlio, la nuora ed i parenti tutti
lo ricordano con affetto. S. Messa
sabato 25 aprile alle ore 16.30. Si
ringrazia chi si unirà alle preghiere.
"Non piangete la mia assenza, sono
beato in Dio e prego per voi. Io vi
amerò dal cielo come vi ho amati
in terra".
22/04/15 10.28
23
L'Azione 25 APRILE 2015
>CULTURA
La compagnia Papaveri e Papere
impegnata in laboratori teatrali:
poi il debutto
Gli allievi vanno in scena
di SAVERIO SPADAVECCHIA
E’
stato un grande successo lo spettacolo di
venerdì della compagnia fabrianese Papaveri e Papere, “Papaveri o Papere?”,
che ha portato in scena 51 allievi di
età compresa tra i 6 ed i 60 anni.
Ancora una volta le assi del Teatro
Gentile hanno dato ospitalità al progetto dall’associazione denominato
“#fabrianofareteatro”, sostenuto dal
patrocinio del Comune di Fabriano,
dell’Unione Italiana Libero Teatro,
la collaborazione della Fondazione
Pergolesi Spontini ed il contributo
della Fondazione Carifac. Il sipario fabrianese si è alzato venerdì
pomeriggio con i piccoli attori
seguiti da Sofia Cartuccia e Francesca Spaccia. Sono stati due i lavori
presentati dai piccoli attori ispirati
all’opera di Jacques Offenbach “I
racconti di Hoffmann”. Gli allievi
dei laboratori, ragazzi e bambini
indistintamente, hanno infatti lavorato attorno al tema proposto dal
progetto Social Opera 2015 della
Fondazione Pergolesi Spontini di
Jesi a cui Papaveri e Papere ha
aderito.
Un approccio di totale libertà, dove
la fantasia dei giovani attori e la capacità di “conoscere il palco” hanno
permesso di “vivere” la prima esperienza per i giovanissimi alla ricerca
del misterioso Hoffmann.
Uno spettacolo che ha divertito
genitori, fratelli e sorelle corsi a
teatro per vedere le prime scintille
di un talento che i piccoli attori
Gobbetti: una dote in comunità
Domenica 19 aprile si è conclusa,
all’Oratorio del Gonfalone, una
splendida mostra sulla storia e le
attività dell’Associazione “Casa
Madonna della Rosa Onlus” di
Fabriano, di cui il principale fondatore è don Nicola Gatti, al quale
va tributato il merito di aver dato
la possibilità a tante persone con
problemi psichici di non
essere trasferite in altre strutture lontano dal
luogo e dagli affetti in
cui sono cresciute. Un
successo che testimonia
la grande partecipazione
del volontariato fabrianese che in diciotto anni
di attività della Casa ha
condiviso, aiutato, con
un forte e lodevole amore
di servizio disinteressato,
la quotidianità ed il benessere verso i tanti ospiti che hanno trascorso in
Comunità una parte importante della loro vita.
Tramite la mostra, molti
visitatori hanno potuto
apprezzare con stupore
bellissimi e diversi lavori
artigianali esposti, creati
dagli ospiti: oggetti in
ceramica, con la carta,
23 cultura.indd 2
con la stoffa e opere pittoriche su
tela e legno. Tra i tanti ospiti della
Casa emerge la figura del giovanissimo Alessandro Gobbetti, che
grazie all’operato degli operatori
e volontari, è riuscito ad esprimere
con il suo talento, la vena artistica
che era assopita fin dai banchi di
scuola. Le due opere esposte al
Gonfalone eseguite su una tavola di
legno dalle dimensioni di 120x240,
(vedi foto) sono la testimonianza di
una creatività interiore che Alessandro ha potuto esternare con notevole
capacità tecnica ed espressiva. Le
opere hanno catturato l’attenzione
di tanti visitatori che hanno chiesto informazioni sull’artista. Sono
molte le opere che
Gobbetti, in soli due
anni, ha realizzato ed
esposte presso la Casa
Madonna della Rosa
rendendo vive le pareti,
le stanze degli ospiti,
portando luce, colore
e allegria con grande
beneficio di chi li ammira. Anche il presidente della Comunità,
Francesco Giardini, si
è impegnato a trovare
con l’aiuto di sponsor
e privati, materiale,
colori e quanto altro
per permettere ad Alessandro di continuare
ad esercitare questo
talento artistico che gli
sta portando un grande
beneficio al suo benessere psico-fisico.
Sandro Tiberi
dimostreranno in futuro. Solo nella
serata è stata la volta degli allievi
al primo e secondo anno di attività
teatrale: seguiti da Maria Grazia
Tiberi i giovani attori hanno presentato “Reality” e “Juke box”. Il
primo costruito intorno al distorto
sistema dei reality show ed il secondo attorno al juke box di un bar
frequentato da strani personaggi.
Ma l’associazione Papaveri e
Papere non si è certo fermata
alla dimostrazione del talento dei
suoi giovani allievi, perché sono
proseguite sabato scorso ad Ostra
(durante la seconda edizione della
rassegna regionale del teatro brillante Ridiamoci Su) le repliche del
successo “Uomini sull’orlo di una
crisi di nervi”.
Ancora una volta infatti sono andate
in scena le storie di quattro uomini
(alle soglie e qualcuno ben oltre
la soglia dei terrorizzanti “anta”)
ed una femme fatale per così dire
improvvisata e per molti versi sorprendente chiamata a stravolgere
una partita di poker sonnacchiosa.
LA GUERRA E LA FEDE
di Don Leopoldo Paloni
Lo sterminio armeno:
se vi pare poco...
Poveri Armeni: da sempre cornuti e mazziati. Oggetti di ricorrenti stermini da parte
di altre componenti etniche dell’Impero Ottomano si ritrovarono nel 1915 membri di
una nazione che aveva proclamato “la guerra santa”. Alcuni di loro si arruolarono
in una brigata armena nell’esercito russo, mentre la maggior parte di loro combatté
lealmente fra le file delle armate turche. Fu questo il pretesto per un’operazione di
evacuazione forzata di milioni di armeni mandati a morire nel deserto. La storiografia
turca nega la volontà di pulizia etnica e quindi la qualifica di genocidio per quello
che considerano solo un drammatico episodio di guerra motivato dal timore di un
possibile tradimento armeno. Va ricordato che l'apparente coerenza di tesi da parte
della storiografia turca contro l'esistenza del genocidio è dovuta in buona parte al clima
di repressione che si respira nel paese. Ad esempio, lo storico turco Tener Akcam, il
primo a parlare apertamente di genocidio, fu arrestato nel 1976 e condannato a dieci
anni di reclusione per i suoi scritti; l'anno successivo riuscì a fuggire e a rifugiarsi in
Germania; ora lavora negli Stati Uniti. La tesi turca si fonda solo su un equivoco perché
il timore di tradimento originato dalla stessa fede condivisa fra russi ed armeni non
significa necessariamente l’esistenza di cordiali rapporti fra le due confessioni. Ne
fanno fede le continue risse durante le pulizie pasquali del Santo Sepolcro fra monaci
armeni ed ortodossi che a dispetto della santità del luogo se le sono date sempre di
santa ragione. In realtà gravi furono anche le responsabilità della Russia interessata
ad impadronirsi degli Stretti e di
Costantinopoli. A loro lo sgombro
degli armeni faceva comodo e
difatti non mossero un dito in loro
favore, convinti della vittoria Inglese
a Gallipoli e del conseguente crollo
ottomano che si era intanto preso
il disturbo di eliminare i precedenti
scomodi inquilini. La tecnica
dell’avvoltoio non funzionò, ma gli
armeni continuarono ad essere un
popolo martire stretto fra cinici e
potenti vicini.
22/04/15 11.08
24
>CULTURA<
L'Azione 25 APRILE 2015
Da Giotto a Gentile, e poi?
Sfruttare questo patrimonio
di PAOLA ROTOLO
“F
abriano è una meravigliosa città storica,
dalle mille potenzialità artistico-culturali”: esordisce così il nostro
interlocutore Giampiero Donnini,
critico d’arte che ha sviluppato fin
da ragazzo il gusto di scoprire i
tesori della cultura. “La mia è una
vecchia passione derivata dalla
ricerca nel territorio. Verso la fine
degli anni Novanta ricordo che le
chiese venivano lasciate aperte,
incustodite, ora non è raro che per
visitarle sia necessario richiederlo
giorni prima”. Donnini ha effettuato gli studi ad Urbino per poi trasferirsi a Milano dove si occupava dei
Caroselli. Lì ha investito la maggior
parte dei suoi guadagni in cultura,
fino ad ottenere un patrimonio
di libri notevole: “Nonostante la
grande offerta che Milano mi faceva dal punto di vista strettamente
bibliografico, accusavo molto la
mancanza del mio territorio ed il
contatto diretto con le opere d’arte. Certo, i libri mi permettevano
di viaggiare senza viaggiare, ma
spesso sentivo l’esigenza di tornare a Fabriano. Ho cominciato
a pubblicare articoli concernenti
l’ambito semantico dell’arte e
della cultura aprendomi la strada al
mondo scientifico rivelatosi ostico,
difficilissimo da penetrare. Ho
pubblicato saggi scientifici anche
su ‘Paragone‘ e sul ‘Burlington
Magazine’. Inizialmente scrivevo
della pittura umbro-marchigiana
del Trecento e del Quattrocento, poi
ho iniziato ad avvicinarmi ai secoli
successivi. Lo stile del Maestro di
Campodonico mi aveva particolarmente affascinato, non a caso la
mia prima pubblicazione riguardava la critica di una tavola che gli era
stata erroneamente attribuita. Fui
molto criticato per questo, ma ora a
distanza di anni mi danno ragione”.
La Fondazione Carifac ha richiesto
a Giampiero Donnini un progetto
valido per impostare la mostra
“Da Giotto a Gentile”, che evidenziasse la stretta correlazione tra la
cultura fabrianese e quella umbra.
Si è pensato a Vittorio Sgarbi sia
come curatore che come figura che
fungesse da ritorno d’immagine.
“Con tutto il gruppo di Sgarbi, più
qualche ragazzo di Fabriano, siamo
riusciti a gestire la mostra nella
maniera più efficiente possibile e
la nostra città ha avuto un ritorno
importante. Sarebbe la vera svolta
se solo cambiasse la mentalità,
perché il problema è a monte”. Ora
si sta maturando un nuovo progetto,
Il Museo della Carta: secondo Donnini, i turisti che arrivano a Fabriano
dovrebbero essere portati in tour anche nel resto della città
un’ulteriore mostra
per il 2016, che sia un
continuum della precedente: “Siamo nella
mani di una classe
politica ignorante e
inconsapevole, avulsa
dalla cultura, figlia
della politica merloniana, che andrebbe
al più presto sostituita
con menti giovani”,
aggiunge Donnini.
“E’ la cultura che
governa una città e
bisognerebbe saper
sfruttare al meglio il
patrimonio che abbiamo. La recente mostra
ha portato a Fabriano
una ventata di novità
ed è impossibile non
rendersi conto come
dalla sua chiusura ci
sia stato un periodo di
quiete quasi tetra, di
stallo”. Per la mostra
è stato scelto il titolo
strategico “Da Giotto a Gentile”
perché un titolo come “La pittura
del Trecento” non avrebbe avuto
la stessa efficacia. Ora si sta valutando che titolo dare alla prossima.
All’inizio si pensava “Da Gentile
a Gentileschi” per un discorso di
continuità, ma Sgarbi, che collaborerà anche a questo progetto,
vorrebbe puntare su un titolo più
ad effetto, come “Da Caravaggio
a Canova”. Potremo ammirare
tutto il nostro Quattrocento e
Cinquecento e lo straordinario patrimonio del Seicento e Settecento
che abbiamo a Fabriano, che non
è mai stato adeguatamente né discusso, né mostrato. “All’interno
stiamo pensando di inserire Lapis,
straordinario pittore marchigiano, Pasqualino Rossi, Giovanni
Loreti, Francesco Guerrieri, che
è probabilmente il maggiore pittore marchigiano del Seicento, e
Guercino, integrando il tutto con
l’arte di Camerino e Matelica”,
spiega Donnini. “Oltre a questo
progetto, sarebbe importantissimo
tenere vivo l’interesse intorno alla
Pinacoteca di Fabriano, anche con
mostre temporanee, di un mese.
A tal proposito il presidente della
Fondazione Carifac Guido Papiri
si sta impegnando molto. C’è da
dire che la Fondazione ha messo
in moto un’azione meritoria per
far subentrare l’istituzione cittadina
nella gestione della Pinacoteca.
Sarebbe costruttivo organizzarvi
anche delle lezioni sull’esempio
di ciò che è stato fatto al museo di
Zurigo, dove, dopo che un’indagine
aveva stabilito che c’era un significativo allontanamento dei giovani
dallo stesso museo, si è deciso di
trasferirlo ai giovani. Hanno preso
la tavola di Allegretto di Nuzio e
l’hanno portata nelle scuole, non
limitandosi però a citarne l’autore,
ma raccontando l’oggetto nella sua
totalità, inserendolo in un contesto
culturale e suscitando attenzione
verso l’opera sotto tutti i punti di
vista. Questo è quello che dovremmo fare anche noi”, puntualizza
Donnini. “Dovrebbe esserci più
attenzione anche ai pullman che
arrivano a Fabriano in gita. Magari
pensare di organizzare tour della
città che non limitino i gruppi solo
alla visita al Museo della Carta.
C’è sempre un cordone ombelicale
L'esperto d'arte
Donnini anticipa
qualcosa sul
prossimo evento...
che lega le persone all’ambiente
culturale che respirano e Fabriano,
ed è figlio della cultura merloniana
legata al monopolio. D’altronde la
nostra è una città genuflessa fin dai
tempi dei Chiavelli, legame storico
con questa mentalità ancorata al padrone. E’ per questo che dobbiamo
puntare sulle nuove generazioni,
perché solo da loro possono uscire
le idee migliori e orientate al cambiamento. Dalla vecchia guardia
non possiamo aspettarcelo. Noi
italiani siamo celebri nel mondo
per essere inaffidabili e voltagabbana. E’ anche il nostro filone
storico a dircelo, basta notare come
in entrambe le due guerre fossimo
alleati a delle nazioni per poi uscirne da alleati di altre. Ma di certo
vantiamo anche delle peculiarità
positive, tra cui indiscutibilmente
la creatività e l’arte, figlie di una
cultura nostrana fatta di anarchici
e liberi pensatori. Non è per essere esterofili a prescindere, ma è
innegabile che all’estero le cose
funzionano meglio e probabilmente
questo lo si deve al fatto che là non
ti chiedono chi ti manda, ma cosa
sai fare”.
Il poeta Peppe Terenzi è stato un autentico anticipatore
Nelle scorse settimane i mezzi di informazione hanno dato,
giustamente, molto spazio alla notizia della scomparsa di un
concittadino speciale come Giuseppe Terenzi (classe 1927),
che, insieme a Enrico Stelluti Scala (1852-1905), a Onofrio
Angelelli (1870-1938), a Ugo Falessi (1903-1978), a Carlo
Canavari (1895-1981), al longevo Pietro Girolametti (1924)
e al più giovane Teseo Tesei (l’Anonimo Borghigiano), ha
dato lustro e nobiltà al vernacolo fabrianese, a questo punto
una vera e propria scuola iniziata nel XIX secolo. Perché
Giuseppe Terenzi, detto Pèppe, può considerarsi speciale?
Non è una domanda da poco e non è sufficiente affermare
che lo è perché le sue poesie si trovano in un testo raro come
la “Antologia della poesia dialettale dell’alta valle dell’Esino
dall’800 ad oggi” (due edizioni, 1979 e 1983, curate da Balilla
Beltrame) o perché della sua opera esistono due volumi: “Er
vorgare fabrianese” (1977), introvabile, e “Poesie in dialetto
fabrianese” (2000), oltre all’audiocassetta incisa nel 1981
con la sua stessa voce o le poesie pubblicate sui periodici
locali. È invece più facile attribuire la sua originalità al fatto
che la lettura dei suoi racconti in vernacolo piace a tutte le
generazioni, anche a quelle dei giovanissimi del III millennio,
come si constata quando si declamano a scuola ai quindicenni
o quando lui stesso, lo scorso anno, le ha declamate con ben
altra presa ai più maturi redattori del giornale del Liceo Classico “Il Linceo”, alla presenza di don Nicola Gatti, suo grande
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estimatore e autore di una felice prefazione al
suo ultimo libro, e di Andreina Leporoni, autrice
dei disegni che ne corredano i passaggi salienti.
In fondo, è vero, Terenzi parla di un mondo che
ormai non c’è più, come quello del Novecento,
ma a pensarci bene i problemi sono gli stessi: il
Maglio che chiude i battenti nel 1964, gettando
sul lastrico centinaia di famiglie, fa pensare alle
catastrofiche conseguenze della delocalizzazione
odierna, che a Fabriano ha creato circa 4000 disoccupati; la delusione per la pochezza di certa
politica clientelare e di parte, di cui lui ne fece
le spese negli anni Settanta, oggi è viva più che
mai; i conflitti generazionali tra padre e figlio,
le liti condominiali, le chiacchiere al mercato, i
nonni mandati all’ospizio, l’emancipazione femminile… e (siamo a 100 anni dal 1915) la lettera
che arriva dal fronte della Prima guerra mondiale, portando
alla mamma la tragica notizia della morte del figlio Mario.
Poi gli esilaranti bozzetti con i doppi sensi legati al sesso,
come “la vipera” e la “lucciola innamorata”, dove a prevalere sono l’ironia gradevole e il gusto per la risata che viene
naturale nei racconti tra gli amici. A ben vedere la poesia di
Peppe Terenzi piace anche per la spontaneità del linguaggio
dialettale, che non viene mai meno, pur nel rispetto di alcuni
accorgimenti stilistici e metrici che in lui sono
stabili, come la quartina, l’endecasillabo, la
rima alternata e i vari registri, patetico, comico,
satirico e di denuncia sociale. Su questo geniale
poeta fabrianese hanno scritto importanti studiosi
come Renzo Armezzani e Aldo Crialesi, i quali
hanno a ragione evidenziato che l’originalità di
Terenzi sta nel fatto che la sua ricerca ci consiglia
di non smarrire i motivi profondi della saggezza
popolare, secondo la quale nella vita bisogna
essere pronti a tutto e che, con umiltà, bisogna
sempre rimboccarsi le maniche e andare avanti,
senza piangersi addosso ma, soprattutto, senza
portare rancore o odio, che fanno vivere male.
A prevalere, quindi, nei suoi personaggi sono
alternativamente la velata malinconia e il sorriso,
due tratti della saggezza della popolazione dei
decenni scorsi, che ha saputo ricavare dalla sua storia la coscienza che per farcela bisogna restare sempre uniti, nel bene
e nel male, confidando nella comprensione, nella tolleranza,
nella solidarietà e nella forza morale. Valori, oggi, in discesa
libera. Per tutte queste ragioni, forse verrà il momento che
di lui ci accorgeremo tutti, allora sì che ci meraviglieremo
di avere avuto tra di noi un autentico anticipatore.
Terenzio Baldoni
22/04/15 10.18
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L'Azione 25 APRILE 2015
Prestazioni che lasciano
ben sperare per il futuro
>SPORT
Volley: il team Under 14
vola in semifinale regionale
Domenica memorabile per le ragazze dell'Under 14 Verde della Pallavolo Fabriano. Guidate
dagli allenatori Giuliani e Rossini, le fabrianesi ai quarti di finale del Campionato Regionale
battono perentoriamente prima la formazione dell’Helvia Recina per 2-0 (25-15; 25-16), poi,
nel secondo incontro, quella di San Benedetto del Tronto con identico risultato (25-15; 25-13),
raggiungendo così la semifinale del torneo Regionale ed un posto assicurato tra le prime nove
compagini della regione. Questo risultato arriva a coronamento di un campionato giocato in
crescendo, sia dal punto di vista tecnico che caratteriale ed è un grande riconoscimento per
il lavoro fatto dai coach Rossini e Giuliani. La semifinale si giocherà a Fabriano il 3 maggio
alle ore 9.30 alla palestra dell'ITAS Vivarelli. La formazione: Becchetti, Boldrini, Cacciamani,
Ciarmatori, Ciccolessi, Gambini, Imperiale, Maiolatesi, Malzew, Maraniello, Mariani, Pascolini,
Tronchi. Per quanto riguarda l’Under 16 Giallo, anch’essa impegnata nella fase Regionale della
propria categoria, dopo aver perso malamente il primo incontro, ha reagito prepotentemente
vincendo con un secco 3-0 contro la formazione del Pagliare Volley. In Terza Divisione, netta
affermazione delle ragazze della Pallavolo Fabriano che vincono per 3-0 contro la formazione
della Pallavolo Sassoferrato, conquistando così la momentanea seconda posizione in classifica
proprio a discapito della compagine sentinate.
L'Under 14
I Cadetti
Marika Giacometti,
Lorenzo Lattanzi
e Gaia Gagliardi
ATLETICA
Trofeo Città di Fermo - Esordienti, Ragazzi e Cadetti
Fabriano acciuffa il podio
I 29 biancorossi hanno tenuto testa ai team di P.S. Giorgio e Fermo
D
i nuovo il podio, di nuovo
terzi, stavolta su 14 società in
classifica. Tante medaglie, ma
trasferta lunga e difficile, a prevalere
sono i padroni di casa di Porto San
Giorgio e Fermo. L’Atletica Fabriano
(192 punti) è stata preceduta in classifica soltanto da Porto San Giorgio
(269) e Fermo (261), che giocavano
in casa e di conseguenza hanno potuto
schierare un numero maggiore di atleti,
in particolare gli Esordienti, che hanno
portato quei punti in più necessari per
la vittoria. In termini di piazzamenti,
ad ogni modo, sono stati proprio i
biancorossi a prevalere. Basti pensare
PODISMO
che i 192 punti dei fabrianesi sono
stati conquistati da 29 atleti, mentre
quelli di Fermo da 43 e di Porto San
Giorgio da 42. Nella media ponderale
non c’è discussione, l’Atletica Fabriano
ha avuto i risultati migliori. Non sono
mancate le vittorie, addirittura nei 300
Cadette è stata doppietta, con Marika
Giacometti medaglia d’oro in 46”60
e Gaia Gagliardi argento in 47”19,
entrambe al personal best. Sempre le
Cadette (Sara Zuccaro, Martina Ruggeri, Gaia Gagliardi e Marika Giacometti)
pur litigando parecchio con i cambi,
hanno dominato la staffetta 4x100 corsa
in 54”45. Senza discussione anche la
Trail e Mezza maratona
vittoria di Berat Mehmedi con 8”78
nei 60 piani Ragazzi, così come la staffetta 4x100 (Berat Mehmedi, Michele
Gambini, Saverio Petrongari e Giacomo
Lorenzini) oro in 58”00, poi, le altre
coppie sul podio (argento e bronzo)
sono state Michele Gambini (3.72 e
personale) e Giacomo Lorenzini (3.64)
nel salto in lungo (Paolo Dominici
quinto con il personale a 3.23) e Veronica Tavares (1.31) e Federica Carini
(1.28, nettamente primato personale)
nel salto in alto (personal best anche
per Sara Corvo e Chiara Romagnoli
con 1.15). Altre medaglie sono arrivate
dal Cadetto Lorenzo Lattanzi, argento
GINNASTICA
L'Avis in bella evidenza
a Spoleto e S.Benedetto
Dalla montagna al mare, la Podistica Avis Fabriano è stata presente
con i suoi rappresentanti ad alcune belle gare nel fine settimana
appena trascorso. Quattro gli atleti avisini che domenica 19 aprile
hanno partecipato al primo “Trail della Vecchia Ferrovia” a Spoleto,
gara di 17 chilometri che si è svolta lungo il tracciato in cui fino al
1968 circolava il treno che portava a Norcia. Dal 2011 gran parte
del percorso della ferrovia dismessa è stato trasformato in pedonale
e per il trekking, da qui l’idea di una gara di corsa, invito raccolto
da 116 runners appassionati di sentieri naturali. Tra i fabrianesi, di
rilievo la prestazione di Sauro Tittarelli che ha impiegato 1h 25’
03” (3° nella categoria 45-49 anni) e Maria Bornoroni con 1h 32’
27” (quarta donna in assoluto, prima tra le over-40). Molto bene
anche Gabriele Salvatori (1h 25’ 40”) e Gabriele Fiorani (1h 34’
11”). Sempre domenica 19 aprile, a San Benedetto del Tronto si è
svolta la “Mezza Maratona dei Fiori” sulla classica distanza dei 21
chilometri e 97 metri lungo la celeberrima Riviera delle Palme. Un
grande evento con 1.470 runners presenti, tra i quali c’erano anche gli
avisini Massimo Gambella (che ha limato il “personale” chiudendo
a 1h 25’ 46”) e Ferruccio Cocco (che è sceso a 1h 32’ 41”). Per la
cronaca, la vittoria è stata appannaggio del keniano Julius Rono con
1h 05’ 44”; al terzo posto il fabrianese Antonio Gravante (tesserato
con l’Atletica Potenza Picena) che ha impiegato 1h 09’ 11”. Procedendo a ritroso, il 16 e 17 aprile l’avisino Claudio Berettoni aveva
partecipato alle prime due tappe del Giro dell’Umbria: a Gualdo
Tadino (dove ha corso in 42’ 02” i 10,5 km di gara) e a Nocera
Umbra (34’ 04” negli 8,6 km previsti). Questo fine settimana sarà
altrettanto ricco di appuntamenti per la Podistica Avis Fabriano, che
sarà presente in gruppo a Lucrezia di Cartoceto (10 km) e a Deruta
(12 km), e con una rappresentanza alla mezza maratona di Numana.
25 sport.indd 2
nei 300 con il personal best di 41”05,
dalla Cadetta Martina Ruggeri, argento
negli 80 metri con 10”88, dalla Staffetta
Cadetti (Patrick Veiga, Thomas Cipriani
e Lorenzo Lattanzi) ugualmente d’argento in 50”99, dalla Cadetta Lucia
Marcellini, bronzo nel triplo con 9.17,
come di bronzo è stata la staffetta 4x100
Ragazze (Vesna Braconi, Ludovica Bardella, Luana Tavares e Giorgia Gerace)
in 58”29. Da ricordare le medaglie
(argento nei 50 metri, bronzo nel salto
in lungo) dell’Esordiente Alessandro
Giacometti, a cui hanno fatto eco le
promettenti esibizioni di Matteo Loroni, Marco Riccioni, Pietro Stopponi
e Ludovica Del Principe. Tantissimi
i primati personali. Oltre a quelli già
citati, da ricordare Patrick Veiga negli
80 (10”57), Nicolò Loroni, quarto nei
1000 in 3’10”17, Paolo Dominici nei 60
Ragazzi in 9”57, Saverio Petrongari nei
600 in 1’56”39, Luana Tavares (8”91),
Federica Carini (9”28), Veronica Tavares (9”38), Sara Corvo (9”42), Chiara
Romagnoli (9”70), Giulia Dominici
(9”83) nei 60 metri Ragazze, Vesna
Braconi (1’56”40), Giulia Dominici
(2’05”21) e Elena Vito (3’15”20) nei
600 Ragazze. In definitiva, un ottimo
esordio che lascia ben sperare per il
prosieguo della stagione agonistica. Ritmica
L'allieva Giulia Fattorini
è campionessa d'Italia
Giulia Fattorini tra l'allenatrice Cantaluppi e la coreografa
La Fondazione Carifac Ginnastica Fabriano da oggi potrà
iscrivere un’altra ginnasta nel
lungo elenco delle Campionesse
d’Italia. E’ Giulia Fattorini, che
da individualista ha centrato
l’ambìto titolo nel Campionato
Italiano di Categoria Allieve
Seconda Fascia. Questo campionato è il più difficile ed è
partecipato dalle migliori ginnaste italiane, in quanto ognuna di
esse deve presentare tutti gli attrezzi ed il Corpo Libero. A Ter-
ranuova Bracciolini
città dove hanno avuto
luogo le finali, Giulia
ha affrontato quindici
avversarie molto agguerrite, ma per lei
era la giornata giusta,
inanellando esercizi
pressochè perfetti al
Corpo Libero, Fune,
Cerchio e Clavette che
gli hanno garantito il
titolo di Campionessa
d’Italia. Non possiamo dimenticare che nella stessa
finale la nostra ginnasta Sofia
Raffaeli ha raggiunto un ottimo
quinto posto, mentre Talisa
Torretti, reduce da un fastidioso
infortunio, non ha potuto esprimere le sue notevoli capacità.
Ma grande entusiasmo l’ha fatto
vivere anche Serena Ottaviani,
che ha disputato la Categoria
Allieve di Prima Fascia, riuscendo con una serie di esibizioni di
prim'ordine a guadagnarsi una
splendida medaglia d'argento e
il titolo di vice-campionessa d’I-
talia, frutto della sua
dedizione che ogni
giorno mette in pedana. Gli altri piazzamenti sono quelli di
Roberta Giardinieri,
quattordicesima tra
le Allieve di Prima
Fascia, e di Cecilia
Meriggiola quindicesima nel nutrito
numero delle Senior.
Per cui si torna a
Fabriano con due
prestigiosi podi, frutto del lavoro
delle allenatrici Cantaluppi. Il
prossimo fine settimana è in
programma la fase interregionale della Serie C con Talisa
Torretti, Giulia Fattorini, Sofia
Raffaeli e Fabiana Pappalardo,
campionesse italiane in carica.
Poi si arriverà alla trasferta
di Minsk in Bielorussia dove
dall'1 al 3 maggio la Nazionale
Italiana Junior "Made in Fabriano" sfiderà le altre nazioni del
Continente per il Campionato
Europeo di Ritmica.
Calcio a 5:
in serie D
Campodonico
e Nebbiano
fanno il pieno
Nella penultima giornata di
campionato, blitz del Nebbiano
che espugna per 2-3 il campo
osimano del Casenuove grazie
ai gol di Samuele Farneti (2) e
Leporoni.
Bella vittoria anche per il Campodonico, che si impone per 7-5
sull’Anconitana con segnature
di Mannelli (2), Biocco (2) e
Lezzerini (3).
Mastica amato l’Avis Genga,
sconfitta 5-3 dalla Dorica.
La classifica ad una giornata
dal termine del campionato:
Imbrecciata 63; Dragons Cupramontana 56; Villa Musone 46;
Nebbiano 38; Giovane Aurora
37; Casenuove 36; Aspio 35;
Vir tus Moie 32; Dorica 31;
Monserra e Anconitana 29;
Candia Baraccola Aspio 28;
Campodonico e Avis Genga 19.
f.c.
22/04/15 10.16
26
>SPORT<
CALCIO
L'Azione 25 APRILE 2015
Serie D
Il Matelica viene raggiunto:
non riesce più a vincere
I
di DIEGO PICIOTTI
l Matelica pareggia per 2-2 nella
gara interna contro la Sambenedettese. I ragazzi di mister Bartoccetti
giocano un ottimo primo tempo, ma
subiscono nella ripresa la rimonta
degli ospiti che realizzano due reti in
due minuti.
Nei biancorossi si rivede D'Addazio
che torna titolare al centro della difesa
dopo l'infortunio, mentre come terzino
sinistro viene schierato Corazzi. A
centrocampo Iotti ritrova una maglia da
titolare ed in avanti viene confermata la
coppia Jachetta-Mandorino alle spalle
dell'unica punta Ambrosini. Le squadre
giocano a viso aperto fin dalle prime
battute; gli ospiti tengono la linea difensiva molto alta, ma così facendo si
espongono alle ripartenze del Matelica
che può sfruttare la velocità di Ambrosini e Jachetta con le palle lunghe. Al
2' Tozzi Borsoi ruba palla a Borgese e
calcia dal limite, palla che sfiora il palo.
Al 21' Mandorino serve Ambrosini con
un assist delizioso che scavalca la difesa
avversaria, il numero 9 del Matelica si
presenta davanti al portiere e chiude in
rete di destro; 1-0. I padroni di casa si
esaltano dopo il gol e si fanno pericolosi più volte dalle parti di Fulop. Al
27' Jachetta salta l'uomo e verticalizza
MATELICA
SAMBENEDETTESE
2
2
MATELICA - Spitoni, Girolamini, Corazzi
(75' Benedetti), Borgese (67' Lazzoni),
D'Addazio, Cesselon, Moretti, Iotti,
Ambrosini, Mandorino, Jachetta. All.
Bartoccetti
SAMBENEDETTESE - Fulop, Viti, Baldinini, Franco, Borghetti, Fedi (58' D'Angelo),
Emili (46' Vallorani), Carteri, Tozzi Borsoi,
Napolano, Padovani. All. Paolucci
RETI - 21' Ambrosini, 30' Mandorino,
74' Carteri, 75' Padovani
per il taglio di Ambrosini che viene
disturbato al momento del tiro e calcia
a lato. Al 30' ci prova Mandorino dalla
distanza, Fulop blocca. Al 34' Jachetta
semina il panico nella difesa avversaria
con una serie di dribbling e mette un
pallone basso a centro area per Iotti
che non controlla bene e viene chiuso
in extremis dagli avversari. La risposta
della Samb è tutta in un paio di lanci
lunghi su Tozzi Borsoi, ma D'Addazio
è sempre attento e riesce a contenere il
numero 9 ospite. Al 43' Mandorino calcia una punizione dai 25 metri, la palla
supera la barriera e rimbalza davanti a
Fulop che si fa ingannare dalla traiettoria e regala ai biancorossi il gol del 2-0.
Il Matelica merita il doppio vantaggio
al termine dei primi 45 minuti, ma deve
subire il forcing offensivo degli ospiti
ad inizio ripresa. Al 9' Tozzi Borsoi
serve di tesa Padovani davanti a Spitoni,
ma il numero 11 della Samb controlla
male e spreca un'ottima opportunità.
All'11 ci prova Carteri dal limite, palla
fuori di poco. Al 29' il nuovo entrato
D'Angelo viene innescato da Tozzi Borsoi e serve l'assist vincente per Carteri
che anticipa l'uscita bassa di Spitoni e
la mette in rete. Mister Bartoccetti cerca
CALCIO
di correre ai ripari inserendo
Benedetti per Corazzi, ma
gli ospiti realizzano subito
il gol del pareggio: su un
lancio lungo la difesa dei
biancorossi si fa trovare fuori
posizione, Padovani supera
Cesselon in velocità e calcia
in corsa trovando l'angolo
alla destra di Spitoni: 2-2.
Gli ospiti ci credono e si
buttano in avanti alla ricerca dei 3 punti, affidandosi
soprattutto alle scorribande
di D'Angelo che si fa vedere
con continuità sulla fascia
destra. Al 40' Napolano si libera e calcia
di destro sugli sviluppi di un corner;
gran risposta di Spitoni che respinge.
Al 46' ultimo squillo del Matelica che
ci prova in contropiede: Ambrosini e
Jachetta gestiscono un buon pallone con
quest'ultimo che calcia di sinistro dal
limite, ma non impensierisce Fulop. La
partita finisce in parità, un risultato che
non serve a nessuna delle due squadre.
Per i padroni di casa le notizie positive
sono il ritorno al gol di Ambrosini dopo
quasi due mesi di astinenza ed il buon
gioco fatto vedere nel primo tempo.
Prossimo turno in trasferta sul campo
dell'Olympia Agnonese, domenica 26
aprile ore 15.
Promozione
Fabriano Cerreto da record, gioca per il titolo regionale
FABRIANO CERRETO
VALFOGLIA
3
1
FABRIANO CERRETO - Latini, Di Luca,
Campioni, Zuccaro (40’ st Brunelli),
Boria, Pierotti, Piergallini (32’ st Fiori),
Bartoli, Marinelli, Salvetti, Martellucci
(18’ st Thair). All. Spuri Forotti
VALFOGLIA - Andreoni, Pieri, Martelli
(35’ st Cavalli), Sisti, Serafin, Crosetta
(41’ st Tartaglia), Raineri, Rosselli,
Rossini, Longhi, Bottazzo (20’ st
Pensierini). All. Martinelli
RETI - 33’ pt Piergallini, 37’ pt Marinelli,
4’ st Piergallini, 27’ st Rossini
CALCIO
Finale con il botto e con la quindicesima vittoria consecutiva
per un Fabriano Cerreto che ha dominato a scena aperta un
campionato iniziato tra alti e bassi e proseguito con un’autorità suprema, che nessuno si aspettava. Settanta punti fatti
(ben 45 nel girone di ritorno con 15 successi consecutivi).
Nove punti di distacco inflitti alla seconda in classifica, la
Pergolese, che avendo 11 punti di distacco dalla terza andrà
direttamente a fare lo spareggio con la vincente dei playoff
del girone B.
Le terze in classifica sono distanziate dalla squadra di Spuri
Forotti di ben 20 punti. E’ stata sicuramente una cavalcata
incredibile, quella fatta dal Fabriano Cerreto, che entrerà nella
storia non solo delle due città, ma anche negli annali dei vari
campionati disputati in regione ed oltre. Vittorie a ripetizione
ed equilibrio di una squadra che sembra stata fatta su misura
per un campionato che alla fine è stato dominato senza nessun
timore reverenziale nei confronti di altre società che sono in
Seconda Categoria
CALCIO
questa categoria da tanti anni. Ricordiamo che il Fabriano
Cerreto è salito in Promozione per aver vinto lo scorso anno
i playoff di Prima Categoria e gli spareggi finali. Contro il
Valfoglia, dopo un inizio incerto, il Fabriano Cerreto ha preso
in mano il gioco ed in quattro minuti ha chiuso l’incontro a
suo favore prima con un tiro dai sedici metri di Piergallini e
poi con un diagonale al volo di Marinelli. Un eurogol davvero
fantastico da far invidia ai più grandi goleador del passato e
presente. Nella ripresa terza rete con doppietta di Piergallini,
poi il Fabriano ha la possibilità di chiudere la gara in goleada,
invece rallenta la manovra e dà in la alla rete degli ospiti con
Rossini che approfitta di una disattenzione difensiva.
Adesso si pensa allo spareggio in gara unica che assegnerà
il titolo regionale di categoria, contro l’Helvia Recina. L'appuntamento è per domenica 26 aprile allo Stadio Comunale
di Fabriano alle ore 16.30.
Angelo Campioni
Prima Cat. gir. A
Argignano e Fabiani salve, SassoGenga
Serradica allo spareggio può esultare
Nel girone D, obiettivo playout centrato
dal Serradica. Nonostante la sconfitta
interna rimediata contro la capolista San
Biagio per 0-3, la squadra di Colonnelli
può ancora sperare nella salvezza. Il
penultimo posto conquistato permette
al Serradica di accedere ai playout
che si disputeranno il 2 maggio con
il Victoria Strada. La formazione del
Serradica: Pierotti Sa., Lazzari, Stridi
(57’ Regini), Scotini, Pierotti Si., Nabil,
Terza Categoria:
Real Matelica giù
In Seconda Categoria girone D, esordio
negativo per il Serradica che perde contro la Labor 3-0. Ad aprire le marcature
è Binci che al 31’ trasforma un rigore.
Il raddoppio arriva al 60’ con Zagaglia
mentre la rete che chiude i conti la
26 sport.indd 2
Birelli (67’ D’Innocenzo), Vinciarelli,
Ercoli (67’ Carbone), Bucchi, Baroni;
all. Colonnelli. Partita da incorniciare
per l’Argignano che batte 6-2 l’Osimo
2011 e chiude la stagione in decima
posizione con 33 punti conquistati. A
sbloccare la gara è Mariani al 10’, ma
al 26’ l’autogol di Lucernoni ristabilisce
la parità. Pareggio che dura solo un
minuto: al 27’ Lattanzi firma il 2-1 e si
ripete al 37’ e al 59’ siglando il terzo e
il quarto gol. La quinta rete la realizza
Mancini al 68’ mentre la sesta arriva
al 70’ ad opera di Piermattei. L’ultimo
gol del match è di Recanatesi all’89'.
La formazione dell’Argignano: Mecella
Ja., Lucernoni, Conti, (69’ Zamponi),
Mecella Ju., Galuppa, Cinti, Mariani,
Mancini, Lattanzi (75’ Sagramola), Nubola, Lulzim; all. Sentinelli. Nel girone
F, la Fabiani Matelica perde per 1-0
contro il Pioraco, secondo in classifica,
e termina la stagione all’undicesimo
posto con 37 punti.
Luca Antonio Somma
Salvezza conquistata
per il Sassoferrato
Genga. Il pareggio per
1-1 ottenuto contro il
Montecalvo e il passo
falso del Montelabbate, 2-2 contro la
Mercatellese, permettono alla squadra di Guerri di evitare
i playout e di assicurarsi anche per
il prossimo anno la permanenza in
Prima Categoria. I gol del match sono
stati messi a segno da Arcangeli al 50’
(foto) e da Politi al 60’. Il Sassoferrato
Genga ha terminato la stagione in
undicesima posizione con 35 punti.
Nelle trenta partite disputate la squadra
ha collezionato 9 vittorie, 8 pareggi e
13 sconfitte con 29 gol segnati e 36
subiti. La formazione del Sassoferrato
Genga: Pettinelli, Altarocca, Giacchini, Fioranelli, Pizzi, Marchi, Hoxha
(46’ Baldarelli), Arcangeli, Conti (70’
Zucca), Monno, Piermattei; all. Guerri.
l.a.s.
CALCIO
Prima Cat. giro. B
Fortitudo
ai saluti
con un pari
FILOTTRANESE
FORTITUDO FABRIANO
1
1
FILOTTRANESE - Sollitto, Fiordoliva
(44’ st Meriggi), Giachetta, Pancaldi, Maschini, Santinelli, Caporaletti
(43’ st Baleani), Giuliodori (30’ st
Sesterzi), Marozzi, Corneli, Canesin.
All. Giuliodori
FORTITUDO FABRIANO - Tamburini,
Ruggeri, Ippolito, Guidarelli, Clementi,
Bernardi, Biocco (30’ st Pallotta), Moretti Manuel (40’ st Bartocci), Mamudi,
Piccolini, Gobbi. All. Ruggeri
RETI - 40’ st Mamudi, 47’ st Santinelli
La Fortitudo Fabriano termina il
campionato con un pareggio in trasferta
sul campo della Filottranese (1-1). La
squadra ha lottato per un posto nei
play-off fino a poche settimane fa, ma
alla fine non è riuscita a centrare questo obiettivo, raggiunto invece proprio
dalla Filottranese che adesso andrà a
disputare la seconda fase del torneo per
l’accesso alla categoria superiore. Certo
è che i cartai hanno salvato una stagione
iniziata sotto una cattiva stella, con
l’incredibile “valzer” delle panchine
(troppi avvicendamenti) e, nonostante
tutte queste disavventure, è riuscita a
chiudere a metà classifica a ridosso
delle prime cinque.
La squadra rossoblù ha dato il massimo, anche perché di più non si poteva
pretendere da questi ragazzi. Alcuni
diranno si poteva fare di più e meglio,
ma non sempre tutte le ciambelle
riescono con il buco. L’importante
quest’anno era riconfermare un certo
equilibrio a livello societario. Contro
la Filottranese, la Fortitudo ha cercato
di vincere la gara, ma non c’è riuscita
solo per mera sfortuna.
Il pareggio è giunto nei minuti di recupero. Primo tempo molto equilibrato,
poi nella ripresa gli ospiti sono stati
più incisivi e al 40’ sono passati in
vantaggio con Mamudi al suo dodicesimo centro stagionale (3 su rigore).
Finale al cardiopalma con il pareggio
di Santinelli al 47’.
Terminato il campionato, già si pensa
al futuro. Sembra che i dirigenti siano
intenzionati a fare meglio di quest’anno.
a.c.
classifiche
SERIE D girone F
Maceratese 73; Fano 67; Sambenedettese 58; Campobasso 52; Chieti 49; San
Nicolò e Civitanovese 46; Matelica 43;
Giulianova 42; Jesina 41; Fermana 39;
Recanatese 34; Termoli e Amiternina
32; Castelfidardo 30; Vis Pesaro 26;
Agnonese 25; Celano Marsica 16.
PROMOZIONE girone A
Fabriano Cerreto 70; Pergolese 61;
Piandimeleto e Marzocca 50; Barbara
47; Camerano 45; Marina 44; Real
Metauro 43; Passatempese 41; Dorica
Torrette 40; Conero Dribbling 36; Marotta
34; Belvederese 33; Valfoglia 29; Vadese
20; Cagliese 14.
PRIMA CATEGORIA girone A
Laurentina 54; Mercatellese, Cantiano
e Piobbico 50; S. Orso 49; Villa San
Mar tino 47; Gabicce Gradara 46;
Montecalvo 41; Fermignanese 39;
Mondolfo 36; Sassoferrato Genga 35;
Montelabbate 34; Peglio e Urbino Pieve
33; Usav Pesaro 27; Della Rovere 19.
PRIMA CATEGORIA girone B
Vigor Castelfidardo 63; Villa Musone
54; Osimana 50; Filottranese e Miciulli
Senigallia 47; Vallesina
46; Fortitudo Fabriano
42; Filottrano 40; Le Torri 39; Monsano 37; Avis Arcevia 33; Colle
e Castelfrettese 31; Leonessa Montoro e
Collemarino 29; Cameranese 28.
SECONDA CATEGORIA girone D
San Biagio 66; Osimo Stazione 65; Borghetto 58; Borgo Minonna 57; Cupramontana 55; Sampaolese 50; Chiaravalle 47;
Staffolo 39; Labor 37; Osimo e Argignano
33; Castelbellino 30; Offagna 26; Victoria
Strada 24; Serradica 18; Spes Jesi 17.
SECONDA CATEGORIA girone F
Valdichienti 69; Pioraco 60; Rione Pace
59; Sarnano 57; Trodica e Caldarola 52;
Elfa Tolentino e San Ginesio 42; Esanatoglia 41; Robur 39; Fabiani Matelica
37; Sefrense 34; Corridonia 26; Serralta
24; Montecassiano 20; Nova Camers 11.
TERZA CATEGORIA girone F
Treiese 65; Castelraimondo 62; Visso
54; Real Tolentino 48; Juventus Club
45; Pievebovigliana 43; Belfortese e
Chiesanuova 35; San Francesco Cingoli
33; Abbadiense 28; Palombese 27; Real
Matelica 19; Appignano 16; Collevario 3.
22/04/15 10.14
CALCIO a 5
Serie C2
Il Cerreto fa il pieno
e vola ai play-off
di FERRUCCIO COCCO
E
cco com’è andata la penultima
giornata del campionato di serie
C2 per le squadre del nostre
territorio. Sono arrivati alcuni verdetti:
buoni e – purtroppo – meno buoni.
GIRONE A – La Virtus Fabriano ha
perso di misura sul campo dorico di
Pietralacroce: 2-1. I cartai, penultimi
in classifica, salutano la serie C2 al
termine di una stagione difficile e scendono in serie D. L’ultima di campionato
vedrà la Virtus impegnata sul campo
amico contro il Chiaravalle (venerdì
24 aprile, PalaGuerrieri, ore 21.30).
Siamo certi che i fabrianesi onoreranno
questa partita e vorranno accomiatarsi
dal campionato con un risultato positivo. La classifica ad una giornata dal
termine: Dinamis Falconata 70; Pieve
d’Ico 61; Cagli 59; Futsal Ancona 56;
Ankon 54; Casine 51; Jesi 47; San Costanzo 42; Pianaccio 41; Pietralacroce
39; Chiaravalle e Numana 38; Tre
Colli Pinocchio 24; Brecce Bianche
16; Virtus Fabriano 13; Mantovani 8.
GIRONE B – Il Cerreto di mister
Kristian Giordani batte 8-3 il Fontespina e si qualifica per i playoff con
27
>SPORT<
L'Azione 25 APRILE 2015
Mister Kristian Giordani del Cerreto
una giornata d’anticipo. Il match è
rimasto in equilibrio per tutto il primo
tempo, poi i rossoneri hanno ingranato
le marce alte e sono arrivati i gol a raffica. Sono andati a segno Francucci (2),
Biondi, Trottini, Centocanti, Gubinelli
(2) e Sakuta. Sabato 25 aprile ultima
di regular season a Tolentino contro
le Cantine Riunite, con l’obiettivo
BASKET
Serie C nazionale
di strappare almeno un pareggio per
“blindare” il secondo posto in classifica ed affrontare così i playoff con
il vantaggio del campo. Dice addio ai
playoff, invece, il Cerreto d’Esi di
mister Maurizio Buratti, che ha perso
3-2 a Montelupone. Ad inizio ripresa
i cerretesi conducevano la gara grazie
alle reti di Di Ronza e Cannoni, ma
poi i padroni di casa hanno ribaltato la
situazione in loro favore. Disco rosso
anche per la Junior Matelica di mister
Antonio Colluto, superata a domicilio
per 2-5 dal Recanati. I gol di Catena
e Diletti hanno tenuto l’incontro in
parità per larghi tratti, ma nel finale gli
ospiti – alla disperata ricerca di punti
salvezza - hanno “sgassato”, vincendo.
Sabato 25 aprile la fase regolare si
chiude con il derby tra Cerreto d’Esi
e Junior Matelica (PalaCarifac, ore
15). La classifica ad una giornata dal
termine: Sambucheto 73; Cerreto 52;
Futsal Macerata 50; Campocavallo e
Montelupone 49; San Severino 47;
Cerreto d’Esi e Cantine Riunite Tolentino 44; Castrum Lauri 42, Gagliole
40; Osimo 38; Santa Maria Nuova 36;
Juniro Matelica 29; Fontespina 27;
Recanati 26; Real Trading 11.
CALCIO a 5
Il Real Fabriano
si giocherà la salvezza
contro la Torrese
In un match tra due squadre assetate
di punti salvezza, il Real Fabriano
cede per 6-7 contro l’Ascoli Piceno.
Gli ascolani iniziano subito forte,
infilando in pochi minuti un parziale di 0-3. Da quel momento in
poi accade l’impensabile. Biancini
apre le danze con un sinistro da
stropicciarsi gli occhi e, dopo il
suo gol, ne arriveranno addirittura
altri cinque per il Real che ribalta
la partita e si porta sul 6-3 (a segno
Morelli, Angeloni e Carnevali con
una tripletta). Ascoli però non si
fa impressionare e grazie al solito
Angelini riesce nell’impresa impossibile. Con il portiere in movimento,
la formazione ospite trascinata dal suo
numero 8 ribalta ancora una volta la
partita e con un gol nei minuti finali si
porta addirittura sul 6-7.
La formazione: Cesaroni, Mosciatti,
Angeloni, Angelelli, Bello Burzo,
Carnevali, Biancini, Ciculi, Bartolini,
Morelli, Bartolucci, Bartal. Il Real
Fabriano dovrà dunque giocarsi la
permanenza in serie C1 ai playout
contro la formazione di Torre San Patrizio. Ininfluente ai fini della classifica
l’ultima giornata di campionato, il 24
BASKET
Serie C regionale
Halley, non riesce l'impresa La Janus è in caduta libera
Non c’è stata l’impresa di fine campionato, anche se l’Halley Matelica
ci è andata molto vicino. Alla fine, la
squadra di Ortona si è rivelata troppo
forte e troppo motivata.
Matelica ci ha provato, restando a
contatto con i padroni di casa per tutto
il primo quarto (24-22). All’inizio di
secondo quarto gli uomini di Pecchia
riescono persino a mettere il muso
avanti 24-27, ma Ortona ci mette poco
a riprendere in mano il pallino (49-39)
e ad allungare conducendo in porto la
vittoria.
Per l'Halley, finisce così un campionato
che era partito male, con una squadra
che doveva conoscersi e digerire gioco
e sistemi di coach Andrea Pecchia, proseguito in crescendo, nobilitato con le
due vittorie consecutive con Falconara
classifiche
SERIE C NAZIONALE
Ortona 48; Falconara 42;
Campli 40; Osimo 34;
Pisaurum 32; Halley Matelica 30; Tolentino e
Pedaso 24; Valdiceppo 20; Pescara 18;
Perugia e Loreto Pesaro 16; Civitanova
14; Gubbio 6.
SERIE C REGIONALE
Girone per la vittoria del campionato
Fossombrone 40; Janus Fabriano
38; Urbania e Stamura Ancona 36;
Fermignano 34; Bramante Pesaro 24.
SERIE D - Seconda fase
Basket Giovane Pesaro 10; Porto Recanati 8; Cerreto 6; Castelraimondo 0.
PROMOZIONE - Fase Gold
New Basket Jesi 22; Dinamis Falconara, San Severino e Dinamo Ancona 14;
Acqualagna e Independiente Macerata
12; Brown Sugar Fabriano e Adriatico
Ancona 8.
PROMOZIONE - Fase Silver
Marotta 26; Chiaravalle 18; P73
Conero, Morrovalle e Gladiatores
Matelica 14; Camerino 8; Pollenza 6;
Futura Osimo 4.
27 sport.indd 2
ORTONA
HALLEY MATELICA
82
77
STAMURA ANCONA
JANUS FABRIANO
83
52
ORTONA - Di Carmine 12, Gialloreto 6,
Musso 14, Brown 12, Munjic 8, Agostinone 5, Leonzio 7, Diomede ne, Gattesco 5,
Comignani 9, Martone 4. All. Sorgentone
STAMURA ANCONA - Strappato 3, Bini
11, Bellesi 5, Battagli 4, Curzi 4, Giachi
18, Novelli 5, Mosca 9, Guida 5, Canali 12,
Alessandroni 7, Badaloni. All. Marsigliani
HALLEY MATELICA - Pecchia J. 2, Novatti
12, Servadio 15, Amoroso 30, Usberti 8,
Ferretti ne, Riccioni, Nasini ne, Ciccolini
ne, Dolic 10. All. Pecchia A.
JANUS FABRIANO - Carnevali 6, Bugionovo 7, Silvi 2, Nizi 3, Braccini, Toppi 6,
Mustacchio 1, Ciappelloni, Calandrillo
27. All. Bolzonetti
e Osimo, poi a sprazzi fino alla fine,
con qualche partita gettata al vento e
qualche problema fisico di troppo. Ora
si può cominciare a pensare al prossimo
futuro. Tante certezze, ma sicuramente
qualche cosa da cambiare c’è. E una
considerazione: questo campionato
sprint, indecifrabile, senza playoff e
con una stagione che si chiude già a
metà aprile, sarà stata solo una (brutta)
parentesi.
Antonio Gentilucci
Prosegue il momento da incubo della
Janus Fabriano che al PalaRossini di
Ancona incappa nel terzo ko di fila.
La caduta è più che mai fragorosa al
cospetto della Stamura, i biancoblù
vengono travolti 83-52 dopo una gara
a senso unico.
Nell’occasione la Janus, oltre alle
numerose difficoltà incontrate nelle
ultime settimane, ha dovuto rinunciare
pure a Paoletti, fermato per due giornate dopo l’espulsione rimediata nel
BASKET
Promozione
match interno contro Urbania. Fabriano
resta in partita solo nei primi minuti
con alcune buone iniziative di capitan
Carnevali poi inizia il monologo dei dorici. Giachi e Mosca lanciano la prima
fuga della Stamura e in casa Janus non
c’è reazione. Battagli e Bini firmano
il +14 (27-13 al 13’) ma la squadra
di Bolzonetti non riesce a tamponare
l’emorragia e resta con la testa sott’acqua a lungo. Ancona sfiora il trentello
di margine già all’intervallo (46-21 al
20’) e la musica non cambia al rientro
sul parquet. La Stamura continua ad
andare sul velluto contro una Janus in
netta difficoltà, dove il solo Calandrillo
arriva in doppia cifra. Gli ultimi due
quarti servono più che altro per le statistiche mentre la Janus dovrà in fretta
ritrovare la strada smarrita, tanto più in
questa settimana che porta al big match
di Fossombrone (domenica 26 aprile,
ore 18, Palasport di Fossombrone), ora
come ora proibitivo per una Janus che
sarà di nuovo senza Paoletti.
Luca Ciappelloni
BASKET
I Gladiatores
vincono fuori,
Brown ancora ko
Brava Thunder
che tiene testa
alla corazzata
I Brown Sugar Fabriano cadono
all’overtime contro l’Adriatico Ancona
81-87 e restano nelle retrovie del girone
Gold. L’ultima giornata della seconda
fase, in programma contro Acqualagna
(venerdì 24 aprile, ore 21.15, Palestra
Mazzini), servirà solo come rodaggio
in vista della post-season.
Restano invece aggrappati al sogno playoff, nel girone Silver, i Gladiatores
Matelica. La squadra di Sestili espugna
il campo del Conero Basket 58-66 e
raggiunge in terza posizione la stessa
compagine anconetana e Chiaravalle.
L’ultimo turno mette di fronte i matelicesi proprio al Chiaravalle (venerdì 23
aprile, ore 21.30, Palasport di Matelica)
e un successo garantirebbe in ogni caso
i playoff ai Gladiatores.
l.c.
La Thunder Halley Matelica ha tenuto testa alla fortissima compagine
del Basket Club Perugia, vincitrice
del campionato. Nonostante il risultato
finale di 49-58 per le umbre, la gara
ha visto la squadra di casa battersi
con grinta mantenendo alto il livello
di concentrazione e dando vita ad una
sfida avvincente ed emozionante con
un buon ritmo offensivo, coadiuvato da
una buona difesa. Il tabellino: Cerioni
5, Ricciutelli I. 8, Stopponi 9, Mosconi, Gargiullo, Ricciutelli G. 5, Pedica,
Stronati F. 20, Stronati A., Pecchia 2;
all. Costantini. Un plauso alle matelicesi che hanno dimostrato, una volta
ancora, quanto sia grande la loro forza
di volontà e il loro cuore e che hanno
regalato al coach, alla società e a tutti
i tifosi la soddisfazione di entrare nella
Serie C1
L'allenatore del Real Fabriano
Alessio Prioretti
aprile, proprio a Torre San Patrizio
(ironia della sorte…). La classifica ad
una giornata dal termine: Corinaldo 71;
Etabeta 56; Bocastrum United 55; Cus
Macerata 53; Montecchio 49; Nuova
Ottrano 48; Pagliare 46; Falconara 45;
Ascoli e S. Angelo 42; Grottaccia 41;
Torrese 36; Real Fabriano 31; Urbino
24; Castelbellino 23; Campiglione 8.
Lorenzo Alunni
Pattinaggio:
Camilla Fattori
in azzurro!
Il pattinaggio fabrianese si tinge d’azzurro. Camilla Fattori, infatti, è stata
convocata con la Nazionale Giovanile e
nel week-end scorso è andata in trasferta
a Geisingen, in Germania, per una tappa
di Coppa Europa dove erano presenti
atleti di tutto il mondo. La ragazza della
Fortitudo Fabriano Pattinaggio si è ben
comportata ottenendo buoni risultati:
è giunta quarta nella 500 metri sprint,
quinta nel giro lanciato e sesta nella finale
B della 5000 metri a punti. Per Camilla
è stata una grandissima soddisfazione,
idem per l’allenatore Patrizio Fattori
(che poi è anche il padre) e per tutta la
società. Tornando all’attività di gruppo, si
ricomincia a gareggiare per il Challenge
Centro Italia: i ragazzi della Fortitudo
sabato saranno impegnati a Marina di
Grosseto e domenica a Piombino.
Serie C femminile
Poule per la promozione. Un grazie
altrettanto importante è diretto a tutte
le altre protagoniste che hanno onorato
i colori della società nei campionati
under 19 ed under 15, con ottimi
miglioramenti. Altra nota positiva è la
convocazione di Asia Zamparini fra le
migliori giovani cestiste delle Marche.
Un grosso in bocca al lupo a lei per le
finali nazionali under 15 che giocherà
con il Porto Sant'Elpidio, dopo il passaggio dalla Thunder.
Lucia Granini
BASKET
Camilla e Patrizio Fattori
Serie D
Cerreto agli spareggi contro Macerata
Il Cerreto perde a Porto Recanati 83-77 l’ultima partita della seconda fase e
si posiziona al dodicesimo posto nella classifica generale della Top 16. In virtù
di questo piazzamento per i biancoblù nel primo turno playoff ci sarà il Basket
Maceratese, che ha concluso al quinto posto. La serie, al meglio delle tre partite,
inizierà domenica 26 aprile a Macerata. Gara2 è in programma a Cerreto mercoledì 29, mentre l’eventuale ‘bella’ si giocherà domenica 3 maggio a Macerata.
l.c.
22/04/15 10.21
28
>FABRIANO<
L'Azione 25 APRILE 2015
Una mostra in bella copia
L
A luglio una rassegna di famose
opere pittoriche dei maestri
tibetani con la Pro Fabriano
a Pro Fabriano, sempre attenta a proporre iniziative
ed eventi nel territorio, è in procinto di organizzare
una grande mostra mondiale di opere realizzate in
“bella copia”, riproducenti manufatti di alcuni tra i
più grandi maestri della cultura artistica, grazie ai consolidati
legami di amicizia con i più autorevoli maestri d’arte tibetana
capaci di evidenziare un’indiscussa abilità manuale ed interpretativa. E’ superfluo ricordare che secondo l’odierna diffusa bileo straordinario voluto da Papa Francesco, mettendo al
convinzione dei critici d’arte, il fenomeno della falsificazione centro la misericordia di Dio. “Sono grato – ha ricordato il
d’arte, presente già nell’antichità, è
Vescovo – all’associazione turistica Pro
ritenuto, se dichiarato ed eseguito
Fabriano che ci propone questa mostra di
magistralmente da specialisti, come
riproduzioni dei grandi interpreti dell’arte
in questa mostra fabrianese, come
del passato eseguite a mano dai maestri
aspetto rilevante della storia dell’arte
copisti. E’ un grande dono imparare a
e meritevole di dignità artistica. La
riprodurre le cose belle prodotte da altri.
mostra sarà inaugurata sabato 4 luPer vivere occorre imparare perché, come
glio presso le sale del Grande Museo
dice Romano Guardini, ‘la vita nasce dalla
del cinema. Saranno esposti oltre 120
vita’. Mi auguro che anche nel nostro
dipinti che riproducono in bella copia
territorio sorgano gruppi di giovani che afle più grandi opere dei pittori del pasfrontano le difficoltà attuali, creando nuove
sato come Giotto, Gentile, Leonardo,
occasioni di lavoro, di impegno sociale ed
Michelangelo, Botticelli, Caravaggio.
artistico. Auguro che il legame intimo tra
Questa mostra è stata sostenuta anche
bellezza, bontà e creatività possa aprirci a
dal Vescovo della Diocesi Giancarlo
tutto il mondo e non ci stanchiamo mai di
Yeshe Burang, autore della "Bella copia"
del celebre autoritratto di Raffaello
Vecerrica per l’occasione del Giuimparare da tutti”.
Adinolfi e l'ideologia di genere:
come scardinare l'immagine di uomo
L’appassionante conferenza di Mario Adinolfi dell’11 aprile a Fabriano (che vulcano quest’uomo che
gira l’Italia ad infiammare gli animi
in difesa della famiglia mortalmente
minacciata dall’ideologia del genere!) mi ha richiamato alla mente un
articolo di Francesco D’Agostino
letto su “Studi Cattolici” del settembre 2014. D’Agostino, giurista
e docente dell’Università di Roma
Tor Vergara, è stato presidente del
Comitato Nazionale
di Bioetica; nel suo
articolo “ideologia di
genere e persona” indica le derive che scaturiscono dai tentativi
di “denaturalizzare”
l’uomo. Vorrei fare una
sintesi per i lettori de
“L’Azione” di questo
importante articolo,
perché quello che si
muove a livello politico
come proposte di legge e polemiche
sull’omofobia ha radici profonde
a livello teorico come “Gender
Studies”. I quali sostengono che
non conta tanto la caratterizzazione
anatomica e fisiologica sessuale,
quanto l’identità di genere, cioè il
come una persona si identifichi e
decida di identificarsi nella propria
mente; e questa è una conquista
identitaria, espressione di libertà
oltre quelli che sono considerati
condizionamenti fisici. Queste teorie, sorte ormai da vari decenni, non
sono riuscite ad imporsi a livello
di senso comune (l’obbiezione di
maggiore evidenza è che solo le
donne reali possono partorire figli),
ma hanno ottenuto importanti vittorie mediatiche, perché sono accolte
con favore da molti mass-media o
comunque non trovano adeguato
contrasto. Ci riusciranno in futuro
ad entrare nel senso comune? C’è
Mario Adinolfi durante
l'intervento in sala Ubaldi
Il Vescovo don Giancarlo
con Papa Francesco
da dubitarne fortemente e ne dubita anche qualche studioso serio,
pur simpatizzante di queste teorie.
Quello che conta – si incomincia
a dire – è scardinare l’immagine
tradizionale dell’uomo (e della
donna) come animale famigliare,
svuotare dall’interno il triangolo
famigliare padre-madre-figlio, per
aprire una nuova fase dell’autocomprensione storica dell’uomo.
E ancora: la legalizzazione del
matrimonio omosessuale dovrebbe
essere il primo passo per la completa legalizzazione dell’omoparentalità (ciò anche come conseguenza
delle tecniche di procreazione
assistita e di produzione embrioni
costitutivamente senza genitori).
Si parla di liberalizzazione sociale dell’eros
e della soggettività, di
“poliamory”, di de naturalizzazione dell’uomo,
nella presenzione che
dire di no alla natura significa dilatazione della
libertà dell’uomo. Sono
prospettive seriamente
preoccupanti (infernali
le chiama Adinolfi) e
sorprende che non ci sia
adeguata informazione in proposito
e che manchi a livello culturale e
politico un movimento efficiente di critica e contrasto. Perché
deve muoversi un “privato” come
Adinolfi, quando ci sono forze
politiche, associazioni e movimenti
ecclesiastici e non ecclesiali che
dovrebbero farsi carico di queste problematiche di importanza
fondamentali per ogni società?
Conclude Francesco D’Agostino.
Sarebbe veramente una dilazione
della libertà?
Ma se non c’è più una natura (la
natura dell’uomo) da rispettare, si
apre a nuove e impensate forme di
dominio. Se la determinazione del
genere è un fatto volontaristico,
è possibile, probabile, che sia la
volontà del più forte e imporsi su
quella del più debole; che cioè
finisca a prevalere sulle volontà
individualistiche, la pretesa regolativa avanzata dal potere politico
o mediatico.
Aldo Crialesi
Sul prossimo numero pubblicheremo un'altra riflessione sull'incontro di Mario Adinolfi svoltosi nei
giorni scorsi a Fabriano.
Animalisti e Melchiorri,
che successo Rabbit!
Successo per la
rappresentazione
teatrale sabato 11
aprile di “Rabbit, la
mossa del coniglio”,
spettacolo scritto da
Lorenzo Angelini,
liberamente ispirato dal romanzo "Oblomov" di Ivan Goncarov. con la regia di Giovanni Boni
e due attori fabrianesi straordinari come Mauro Allegrini e Laura Pavoni. L’Associazione Animalisti di Fabriano ne ha voluto e curato la produzione, e tra i collaboratori (oltre al service e
scenografia di Antonio Solinas, alle musiche di Marco Agostinelli e alle riprese di Videomotive)
ce n’è stato uno speciale, un’artista che ha creato qualcosa di originale ad hoc per lo spettacolo:
Massimo Melchiorri. Era la prima volta che il professore e talentuoso artista si cimentava con
delle creazioni per il teatro, e chi ha visto lo spettacolo è rimasto affascinato dalla scultura sul
palco che raffigurava l’alter ego del protagonista. “Non sapevo cosa sarei riuscito a creare – ci
racconta lo stesso Massimo – e il comun denominatore di questo
iter creativo e realizzativo è stata la sorpresa. Sì, sorpresa, perché
con materiali naturali, tutti naturali, ho creato il calco ed ero
già stupito di quanto fatto. Poi, quando ho creato gli occhi, con
delle biglie da ping pong, la scultura sembrava aver ricevuto
un infuso di vita. Sembrava che ci osservasse!". Massimo ha
realizzato anche una proiezione durante lo spettacolo, estremamente difficile e realistica, e non solo: nella stessa giornata, ha
anche supportato l’Associazione Animalisti in piazza creando
dei ritratti dei cagnolini! Una personalità poliedrica che vede
nell’arte un modo per utilizzare la propria emotività per vedere
le cose in maniera diversa, per esprimere se stessi. “Grazie a
Massimo e a tutti quelli che hanno collaborato per la riuscita di
questo spettacolo – commenta Mauro Allegrini – persone davvero
speciali, con cui c’è un legame si stima e amicizia. Grazie al
nostro regista, straordinario, e grazie al pubblico che ci ha fatto
sentire il suo calore”.
Roberta Stazi
28 fabriano.indd 2
A Valleremita camminata
“Sulle tracce di Francesco”
Il 19 aprile, a Valleremita, anche con il tempo un po’ incerto, si sono ritrovati in circa
duecentocinquanta alla camminata organizzata dall’Aula Verde di Valleremita denominata
“Sulle tracce di Francesco”. Il percorso iniziato da Valleremita, verso la prima sosta a
Camporege (450 slm) nel campo del miracolo di San Francesco con il passaggio nella
chiesetta del Seminario, si è proseguito per la visita alla ex chiesa della Ss.ma Trinità, ora
chiamata chiesa di San Francesco (risalente all’anno mille circa) che è stata recentemente
ristrutturata e li Padre Pierluigi ci ha fatto una bellissima presentazione e illustrazione della
storia collegata al posto, a San Francesco e all’Eremo di Valdisasso, al via della fine dei
lavori di ristrutturazione. Successivamente è iniziata la salita al monte Rogedano con breve
sosta nella “piana” (916 slm) per ammirare l’effetto della catena dei monti dell’Appennino,
poi giù verso l’Eremo dove ci attendeva lo staff per rifocillarci dopo la bella fatica. Molti
hanno elogiato l’iniziativa anche perché non erano mai passati in quei luoghi. Erano presenti
persone venute appositamente da Pescara, dal pesarese e turisti provenienti dall’Argentina.
Durante il percorso c’è stata l’assistenza dei volontari della Croce Rossa di Fabriano.
22/04/15 10.05
29
>DIALOGO<
L'Azione 25 APRILE 2015
Annuncio shock: G
esuberi Indesit
li esuberi Indesit, annunciati al termine dell’incontro
al Mise con l’azienda, sono 1.350, di cui 1.200 nelle
fabbriche e 150 nei centri di ricerca. Il piano di
integrazione della multinazionale americana, che a
luglio scorso aveva acquisito il 60% dell’azienda, prevede la
chiusura degli stabilimenti di Caserta, di None e di Albacina.
Whirlpool annuncia investimenti per 500 milioni di euro per
lo stabilimento di Melano. L’azienda ha annunciato che fra i
due siti di Melano e Albacina i lavoratori coinvolti nel nuovo
progetto sono 812, per produrre 2,3 milioni di piani cottura.
Allo stato attuale risulterebbero 250 esuberi. Abbiamo lasciato
spazio alle osservazioni della politica, che commenta la situazione allo stato attuale.
GIAN MARIO SPACCA,
presidente Regione Marche
Prevista la chiusura degli stabilimenti
di Caserta, None e Albacina
PATRIZIA TERZONI,
SERENELLA FUCKSIA,
deputata Movimento 5 Stelle
senatrice Movimento 5 Stelle
Salvaguardia
della comunità
e del lavoro
Su vicende di tale rilevanza per la comunità marchigiana non serve fare polemiche ma bisogna unire
gli sforzi per difendere i lavoratori e il territorio.
La salvaguardia dell’occupazione fino al 2018 è
uno degli impegni sottoscritti a dicembre 2013 nell’accordo
Mise-Indesit-regioni-forze sociali.
Noi abbiamo sempre chiesto a Whirlpool, e chiediamo
tutt’ora, il riconoscimento di quell’accordo e il rispetto degli
impegni assunti. Le nostre posizioni sono state scandite da
questo documento e non ce ne sono state altre.
Per ora le regioni non sono state invitate a partecipare, a
differenze di tutte le precedenti occasioni.
Un'operazione Whirlpool torni
ROSSI,
di macelleria sugli impegni EMANUELE
candidato regionale Sinistra Unita
sociale
già presi
Un piano
da rigettare
del tutto
Da mesi ci stavamo sfiatando in ogni stanza dei
bottoni sulle perplessità circa il piano Whirlpool e il
futuro della Indesit. Oggi è arrivato il conto: 1.350
esuberi e chiusura immediata degli stabilimenti di Albacina e Caserta. Nel mezzo una promessa di pulcinella che al
danno unisce la beffa, perché il piano rivendicherebbe volumi
di produzione in crescita in Italia. Quanto proposto da Whirlpool non solo è inaccettabile: è insultante. Eppure lo scorso
luglio, quando la società americana acquisì la maggioranza
delle quote Indesit, il premier Matteo Renzi bollò l’operazione
come fantastica, seguito a ruota dal Governatore delle Marche
Gian Mario Spacca, il quale si spellò le mani asserendo che
con Whirlpool si dava il via a una nuova strategia di lungo
periodo. Di fronte a questo scempio, che sancisce il massacro
definitivo del tessuto economico della aree del fabrianese e
del casertano, ho deciso di presentare subito un’interrogazione
parlamentare. Non solo: daremo battaglia nell’incontro con le
Rsu previsto a Roma. Il governo ha dato il via ad un’autentica
operazione di macelleria sociale. Non la permetteremo e non
ci faremo più abbindolare dalle fandonie.
Prevista la chiusura di 3 stabilimenti: Albacina,
Carinaro, None e annunciati 1.350 esuberi (1.200
operai e 150 impiegati e tecnici specializzati) con
pesanti ricadute secondarie sull’indotto. In positivo il piano
industriale prevede un potenziamento sia per lo stabilimento
di Melano, nel fabrianese, dove si dovrebbe mantenere e rilanciare la produzione dei piani cottura, che di Varese, dove
sarebbero previste 250 assunzioni. Il bilancio complessivo
è allarmante anche perché è stato annunciato un probabile,
ulteriore ridimensionamento del numero di impiegati nel
giugno prossimo, quando sarà ufficializzato un secondo
piano riorganizzativo. Se questo dato verrà riconfermato ci
troveremo di fronte ad un dimezzamento della forza lavoro.
In questo momento le priorità devono essere il mantenimento
dell’occupazione ed il rilancio delle Marche. Dopo l’annuncio
si cristallizza una situazione difficilissima, soprattutto per un
territorio, come quello marchigiano e di Fabriano in particolare, già fortemente segnato dalla crisi. Whirlpool ritorni
sui suoi passi e rispetti gli impegni dell’accordo del 2013
mantenendo il polo fabrianese, eccellenza e risorsa industriale.
STEFANO SANTINI, candidato regionale Pd
Approfondire le ripercussioni
Il Piano Industriale italiano presentato da Whirlpool lascia intravedere solo una parte della strategia di riorganizzazione e integrazione della multinazionale dopo l’acquisizione di Indesit Company. A breve termine la garanzia
occupazionale produttiva in primis, ma anche la riallocazione dei dipartimenti di ricerca e sviluppo e la progressiva
integrazione degli uffici centrali e dei siti di assistenza post vendita, devono essere analizzati nel loro insieme per essere
convincenti e non penalizzanti per gli occupati diretti e i colletti bianchi che lavorano nel comprensorio fabrianese. Poi i
piani degli investimenti a medio-lungo termine di Whirlpool devono fornire la certezza della volontà di radicarsi al territorio
in un tempo ragionevolmente lungo, non solo per garantire stabilità produttiva, ma anche sviluppo e crescita. Affermare
che la multinazionale abbia scelto Melano come sito per la produzione dei piani cottura per tutto il gruppo significa anche
approfondire le ripercussioni sulla filiera produttiva. Riterrei corretto che ai prossimi appuntamenti di approfondimento la
multinazionale invitasse i rappresentanti sindacali e politici del territorio.
29 dialogo.indd 2
Il Piano Whirpool è da combattere e rigettare. In
primo luogo non sono state convocate le rappresentanze territoriali, sia sindacali che politiche,
nell’incontro che si è tenuto presso il ministero dello
Sviluppo. In secondo luogo la chiusura dello stabilimento
di Albacina è l’ennesimo colpo ad una zona già stremata da
una grave crisi occupazionale. Il piano industriale presentato
da Whirpool prevede 1.350 esuberi su piano nazionale, 280
stimati a Fabriano, e la chiusura di tre stabilimenti: Caserta,
Albacina e None. Conosciamo già il conseguente effetto
domino sull’indotto. Un piano persino peggiore di quello
vecchio. Ha ragione il segretario della Fiom a ricordare che
Renzi definì l’acquisizione di Indesit da parte di Whirpool
un’operazione fantastica e che Spacca usò toni rassicuranti
quando incontrò i vertici di Whirpool: ecco i risultati disastrosi. La nostra collettività non può rimanere in silenzio ed
è compito principale della politica alzare la voce in difesa dei
lavoratori, perché non farlo sarebbe una scelta e una grave
responsabilità. Le mobilitazioni degli operai di Albacina e
degli impiegati fabrianesi sono state repentine ed importanti,
la reazione della nostra comunità deve essere altrettanto rapida. Fabriano non può più affidarsi ai vecchi potenti di un
tempo: i Merloni hanno preso i soldi della vendita di Indesit
e non hanno più peso nelle decisioni, per cui davanti a noi
ci sono gli interessi di una multinazionale che calpesta la
dignità del nostro territorio. Noi siamo pulci per loro, e solo
insieme potremmo far sentire la voce di un comprensorio. I
lavoratori, i commercianti, la politica, gli industriali, i tanti
giovani e precari debbono cogliere l’urgente necessità di
una mobilitazione collettiva a difesa della tenuta sociale di
Fabriano. È finito il tempo di sperare in accordi familistici,
oggi è il tempo di lottare.
22/04/15 10.08
30
>DIALOGO<
L'Azione 25 APRILE 2015
Campodiegoli "fai da te"
Strade buie: gli abitanti si sono tassati, comprando le lampadine
di CLAUDIO BIONDI*
G
li abitanti della
frazione di Campodiegoli hanno provveduto a
comprare a proprie spese
alcune lampadine che da
mesi non funzionavano e le
hanno fatte installare. Non è
stato uno scherzo di aprile,
non è una battuta, non una
simpatica barzelletta, questa
è la pura realtà, incredibile
ma vero! Stufi di essere presi
in giro e sentirsi rispondere
sempre che “non ci sono i
soldi”, hanno provveduto a
proprie spese. La situazione
era diventata insostenibile,
uscire di sera e camminare al
buio per le vie della frazione era diventato pericoloso
soprattutto per i più anziani,
da qui la decisione di provvedere in proprio. Abbiamo
voluto approfondire la questione, in effetti in Comune
non ci sono lampadine per
la normale e semplice manutenzione e nessuno se ne
preoccupa e la
risposta è sempre la stessa:
“non ci sono i
soldi”. C’è da
rimanere allibiti! Non riescono neanche
a organizzare
la normale manutenzione.
E i soldi che
noi tutti cittadini paghiamo
per le tasse comunali sempre
più alte che fine fanno? Certo se si spendono per incaricare professionisti esterni,
come ingegneri, architetti per
fare progetti, per i controlli
della sicurezza sui cantieri e
addirittura per semplici accatastamenti, quando in Comune all’Ufficio Tecnico ci sono
più di 40 tecnici in grado di
farli, allora possiamo capire
che mancano i soldi. Però i
soldi per i premi di “risultato” per i vari funzionari ci
sono sempre. Chi figli… chi
figliastri! Vorremmo ricordare che un tempo c’erano
meno di 10 tecnici in Comune e certamente queste situazioni non si verificavano.
Ogni frazione
aveva inoltre il
suo cantoniere
che faceva la
normale manutenzione, puliva e segnalava
a chi di dovere
le esigenze del
paese. Oggi tutto questo non
avviene, i consigli di circoscrizioni non
ci sono e gli
amministratori
si vedono quando ci sono le
elezioni poi non più. E pensare però che c’è, questo sì
l’assessore alla Partecipazione, ma di che partecipazione
parliamo, di che gestione
unitaria con i cittadini si può
fare, se queste realtà non esistono da tempo? I consigli di
circoscrizione e di quartiere
non ci sono e non li vogliono assolutamente nominare,
e pensare che nelle prime
pagine dei programmi elettorali dei partiti che hanno
espresso questa amministrazione, figura ed è in grande
evidenza “la partecipazione
democratica alla gestione
della cosa pubblica”. Quanta
ipocrisia! Nelle passate amministrazioni comunali questo non avveniva, i consigli
di circoscrizione c’erano e a
questi partecipavano anche
gli amministratori comunali,
i quali di persona ci rendevano conto delle problematiche
di ogni frazione. Ma per
ritornare alle lampadine che
gli abitanti di Campodiegoli
Don Franco ricordava
così don Pocognoni
e Giuseppe Baldini
Era una spia ma gli salvarono la vita.
Dell’indimenticabile Don Franco
Paglioni (vedi “L’Azione” del 4
aprile) ho un altro ricordo, che capita
molto opportuno nella ricorrenza del
25 aprile, Festa della Liberazione.
Era stato organizzato a Matelica un
convegno sui sacerdoti nella Resistenza e io rievocai le tragiche vicende di don David Berrettini, parroco
di Marischio, e di don Ermenegildo Vian,
parroco di Bastia di Fabriano. Naturalmente
non poteva mancare il ricordo, anzi l’omaggio all’eroico don Enrico Pocognoni, che
è il simbolo della Resistenza a Matelica.
Parlo di lui don Franco, che premise di
aver preparato la sua relazione per essere
letta alla presenza del Presidente della
Repubblica, che però non venne più (come
promesso) a rendere più solenne un importante convegno sulla lotta partigiana (in
che anno?). Non parlò in generale della
resistenza a Matelica, ma riferì di un episodio particolarissimo, che mi colpì molto
e che quindi mi è rimasto nella memoria,
anche se ora non ne ricordo tutti i dettagli.
I fatti erano questi. I partigiani di stanza
a Braccano (con loro c’erano don Enrico
e Giuseppe Baldini) avevano subito le
conseguenze negative di una delazione
ed avevano scoperto la spia. In tempi di
guerra - ed allora era guerra - si procede
sommariamente: riunito un consiglio con
funzioni di tribunale, la decisione fu di
condanna, condanna a morte per il delatore.
Ma don Enrico si oppose, ripugnava alla
sua coscienza questa uccisione e in questa
opposizione trovò l’appoggio di Giuseppe
Baldini. Tutti e due si recarono in chiesa,
di notte, a pregare davanti al tabernacolo e
dalla preghiera e dall’adorazione eucaristica trovarono l’energia e la determinazione
per chiedere ed ottenere la revoca della
condanna a morte, garantendo loro che il
delatore, salvato ma allontanato dal gruppo
partigiano, non sarebbe più stato pericoloso
perché pentito; se questa previsione fosse
stata smentita dai fatti ne avrebbero risposto
loro, don Enrico e Baldini, con la vita.
A chi gli chiedeva chi fosse il delatore pentito, don Franco rispose che non lo sapeva.
Quanto aveva raccontato gli era stato riferito
da Giuseppe Baldini che
nonostante le sue insistenze,
non aveva voluto rivelare
questo nome. Quest’uomo –
aveva detto - è ormai morto,
ma i figli sono vivi e non è
giusto rendere di pubblico
dominio vicende tanto amare
che probabilmente essi non
conoscono.
Forse, o senza forse, questi miei ricordi
non sono precisi, ma penso che a Matelica
ci sia che può rievocare questo episodio
con sufficiente precisione; forse è cosa
già conosciuta da molti. Ma mi pare una
memoria tanto importante da meritare
una larga diffusione, da entrare come pagina esemplare e luminosa nella storia di
Matelica e della Resistenza, non soltanto
matelicese. In tempi di guerra e di
guerriglia la pietà è morta, ma non per
uomini come don Enrico Pocognoni
e Giuseppe Baldini. Era questo lo
stile, il comportamento dei partigiani cristiani, che va sottolineato,
se non è stato fatto prima, in questo
settantesimo anniversario della Liberazione d’Italia. Mi ritorna alla mente
la splendida “Preghiera del ribelle”
dell’eroico e santo Teresio Olivelli,
ribelle per amore. “quanto più s’addensa e incupisce l’avversario, facci
limpidi e diritti”. Perché non viene
mai riproposta in queste cerimonie
commemorative del 25 aprile?
E per finire, don Enrico ha il posto
che merita nell’ideale sacrario degli
eroi; ma Giuseppe Baldini non merita
un ricordo di particolare attenzione?
a.c.
Don Franco Paglioni
sono stati costretti a comprarsele non è per caso che anche
noi della città dovremmo
fare lo stesso, provvedere in
proprio, per vedere sistemate le nostre strade, i nostri
giardini, per fare le strisce
pedonali? Se tanto mi dà tanto! Il rischio lo possiamo.....
correre! Ci viene un dubbio
non era meglio......quando
era peggio?
*ex assessore ai Lavori Pubblici
Anche Firenze
ha il suo spazio
sulla carta
Il negozio in
via del Corso
a Firenze
Egregio direttore, come riferito nell’articolo di
Alessandro Moscè, anche a Firenze in pieno
centro storico è aperta da molti anni “Fabriano
boutique”. In un arredamento molto elegante
e raffinato sono esposti i prestigiosi prodotti
del marchio Fedrigoni. Il negozio si trova nella
centralissima via del Corso, in una zona di
Firenze, tra piazza del Duomo e piazza della
Signoria, nella quale è rimasto il tipico impianto urbanistico medievale. La strada è percorsa
giornalmente da migliaia di visitatori, perché
è compresa nel classico percorso turistico che
dalla Cattedrale porta fino alla casa di Dante.
Di fronte alle due ampie vetrine che si aprono
all’angolo di via Dei Cerchi sostano molti turisti italiani e stranieri che possono ammirare
la carta di Fabriano e gli altri articoli esposti.
Sandro Boccadoro
Quanto dovremo aspettare per una Fabriano boutique?
A pag.5 del numero dell’11 aprile de “L’Azione” ho letto
con molta meraviglia che in via del Babuino a Roma è
stato rinnovato il punto vendita fabrianese per la carta di
Fabriano.
Come giustamente dice Alessandro Moscé non sarebbe più
logico aprire a Fabriano un negozio così? A Roma ce ne
sono due, per non dire quelli di Milano, Firenze, Verona,
Venezia, Taormina, Parigi, Londra, Monaco di Baviera,
Berlino, Atene, Pechino.
Non è una vergogna per Fabriano non avere niente quando
30 dialogo.indd 2
La città non riesce a promuovere in loco le sue qualità
è proprio qui che è nata la carta e soprattutto quella preziosa
fatta a mano. Due giovani fabrianesi più di due anni fa si
sono rivolti al sindaco ed allo stesso Fedrigoni per aprire
in via Balbo una “Boutique Fabriano”, abbinata al vicino
Museo della Carta, volendo vendere tutti i tipi di carta: per
ufficio, per scuole e per preziose lampade d’arredamento
confezionate con la filigrana… E’ stato risposto con il
diniego più assoluto. Perché? Devono venire gli architetti veneziani a svegliare i fabrianesi. Non sappiamo da
soli quale tesoro offrono le nostre Cartiere? Gli altri ci
copiano, ci rubano le nostre risorse e lavorano, mentre
Fabriano dorme! Nemo propheta in patria, è proprio vero:
che amarezza, che vergogna!
a.t.
22/04/15 10.10
31
>dialogo<
L'Azione 25 aprile 2015
Gli attuali eroi della società
I fattori culturali ed ambientali influenzano i comportamenti violenti
di Giovanni Mazzotta*
H
o letto sull’ultimo numero de “L’Azione”
l’articolo di Alberto
Campoleoni dal titolo:
“Bullismo, educatori da educare”, sulle cui riflessioni concordo
pienamente. Partendo dall’ultima
frase, “per ripartire… la prima
condizione è riconoscere ciò che è
successo, guadagnare consapevolezza, dare il nome alle cose…”.
Mi piace chiarire un concetto che
in ambito psichiatrico e soprattutto
quando ci sono episodi di bullismo
si vuole sottacere. Bisogna avere
il coraggio di fornire un nome alle
cose che accadono e gli esperti sottolineano come il comportamento
di bullismo vada inquadrato nell’ottica psichiatrica dei comportamenti
violenti.
Nel mondo animale, quindi anche nell’uomo, comportamenti di
rabbia e aggressività esistono da
sempre come fenomeni fisiologici,
istintivi, innati e geneticamente
determinati ai fini della sopravvivenza della specie, ma sono ben
altra cosa rispetto alla “violenza”,
intesa come aggressività patologica
quando è presente con manifestazioni immotivate ed esagerate in
risposta a cause esterne di minima
entità. Nel loro sviluppo i bambini
utilizzano comportamenti aggressivi con i loro coetanei per stabilire
una condizione di dominanza nel
gruppo, ma anche per scaricare a
livello motorio le tensioni psicologiche interne (giochi di ostilità). Ad
esempio già all’età di due anni il
bambino manifesta un’aggressività
pro sociale, che non ha la finalità
di infliggere un danno all’altro, ma
semmai quella di conquistare un
obiettivo socialmente approvato.
Momento topico nello sviluppo
delle conoscenze biologiche è
stata la scoperta fatta negli anni
Novanta del secolo scorso dagli
scienziati italiani Rizzolatti, Fogassi e Sinigaglia del “Sistema
Mirror” o “Neuroni a specchio”
all’interno del cervello. Queste
strutture cerebrali sono fondamentali per l’apprendimento del
linguaggio, ma soprattutto sono
ritenute le aree dell’empatia e sono
alla base degli apprendimenti per
“imitazione”. Sono queste le aree
cerebrali che permettono di decifrare, sentire e decifrare a livello
motorio le meta-rappresentazioni.
Le meta-rappresentazioni sono
abilità per comprendere gli stati
mentali propri e degli altri e sono
una funzione simbolica, che se
da una parte servono per imitare, dall’altra possono regolare il
comportamento aggressivo, ma
anche deviare l’aggressività in
forme più subdole, ma non meno
dolorose (ad esempio compare il
giudizio negativo, l’esclusione dal
gruppo, il pregiudizio). Nella fase
adolescenziale l’istinto aggressivo
è ancora una molla positiva in
quanto determina e definisce il processo di identificazione personale:
tuttavia, se questo processo non
è ben canalizzato, può portare a
comportamenti di violenza.
Questi comportamenti possono
essere sia di violenza fisica, come
spesso si legge nelle cronache giornalistiche sui fenomeni di bullismo,
nei disturbi di condotta propri degli
adolescenti, ma anche ad altre forme di violenza, più subdole, ma
che sono fonte di un grandissimo
disagio (esempio forme di discriminazione e/o di razzismo).
La società attuale esprime tutta
la sua “fragilità” nell’affrontare
la tematica dei comportamenti
violenti degli adolescenti. Infatti
interessi consumistici mass-mediatici, programmi televisivi in primo
luogo, utilizzo inappropriato degli
telefonini, Facebook, Youtube,
chat ecc. spingono a guardare con
ammirazione ed emulare coloro
che raggiungono i loro obiettivi
e traguardi, usando un’eccessiva
aggressività o trasgressione (i
modelli degli adulti tipo cantanti
o personaggi famosi devono essere
aitanti, belli, trasgressivi, menefreghisti, ecc.).
A questo punto il discorso diventa
sociologico ed allora possiamo
chiederci quali siano i modelli e
i “nuovi eroi” dell’attuale società,
ricordandoci tutti che sono principalmente i fattori ambientali-culturali ad influenzare maggiormente i
comportamenti devianti e violenti.
La rivoluzione studentesca del ’68,
volendo distruggere l’autoritarismo
e la figura del “padre”, che esercitava l’autorità, ha portato a distruggere nelle generazioni successive
anche il significato e il rispetto di
ogni autorità. Si badi bene che il
principio di autorità si differenzia
dall’autoritarismo.
Nel primo caso l’autorità si fonda
sull’esistenza di un bene condiviso,
di un medesimo obiettivo, che si
raggiunge con colloqui, mediazioni e compromessi fra posizioni
distanti; nel secondo caso colui che
rappresenta l’autorità si impone
all’altro grazie alla sua forza e la
violenza.
La perdita della funzione educazionale dei genitori e la presenza poi
di rapporti conflittuali e deteriorati
tra l’adolescente e gli adulti, fra gli
adolescenti e gli educatori delle
agenzie di socializzazione (scuola,
gruppi di amici ecc.) determinano
il mancato apprendimento delle
norme sociali e del vivere civile.
Il disorientamento delle proposte
sociali e dei modelli adulti spinge
i giovani alla ricerca spasmodica di
“emozioni”, che vengono appagate
con i giochi contro le regole giuridiche e morali: l’impulso all’agire
violento diventa una sfida contro
se stessi ed una fuga da se stessi.
C’è in altri termini nei ragazzi che
si comportano da bulli il mancato
superamento della fase narcisistica
infantile, periodo dello sviluppo
in cui il bambino si sente motore
di ogni avvenimento esterno, impedendo così che venga maturato
ed appreso il concetto di limite.
Nel mito di “Narciso” (Narciso
era il personaggio mitologico che
innamoratosi della propria immagine nell’acqua si lancia nel lago
e muore), c’é la rappresentazione
dei comportamenti patologici adolescenziali.
Vale a dire l’adolescente come
Narciso può tuffarsi nel lago per
raggiungere la propria immagine
ed in questo modo non affronta
o si misura nell’altro (compagno,
vicino amico, nemico, etc).
Quando c’è patologia il “ragazzo
narciso” ha un senso grandioso
di sé, quasi di ipomaniacalità e la
competizione viene vista soltanto
come mezzo per eliminare il rivale.
I ragazzi con disturbo narcisistico
hanno sentimenti di superiorità
sprezzante, senso di dominio enorme, svalutazione degli altri, scarsa
tolleranza alle frustrazioni ecc. In
altri termini ad agire con violenza.
In conclusione sono gli adulti che
per primi si devono aggiornare, riconoscere il loro ruolo di educatori
e soggetti attivi, imitati dai minori,
al fine di agire in maniera positiva
ed efficace per uno sviluppo psicologico del minore nel range di
normalità di una società civile.
* Specialista in Neurologia e Psichiatria
Le commemorazioni non
sono delle celebrazioni
Coraggiosa scommessa
per il rinnovamento
Il cielo, dopo le ultime nevi, quella mattina era di un
celeste smagliante. Mentre avveniva la deposizione
delle corone di alloro sotto le lapidi dei caduti si poteva
immaginare che la mattina di quel 25 aprile di oltre
mezzo secolo prima avrebbe potuto avere la stessa brillantezza. Un bambinetto nel corteo canticchiava “Bella
ciao” accompagnando le note della banda comunale;
era possibile raffigurarsi l’entusiasmo di chi, giovane
o anziano, si era trovato a festeggiare, in quel lontano
25 aprile, la fine di un lungo incubo con a fianco la
presenza ancora palpabile di quei tanti che si erano
giocati la vita per rendere quel giorno ogni istante più
vicino. Certo, più di mezzo secolo è un’immensità di
tempo, tutto il tempo di un essere umano spesso, e la
memoria si fa sempre più labile e sempre più incurante
di dimenticare. Ma la Storia è una sorta di filo rosso,
lungo e sottile, che silenzioso si dipana da ogni essere
che ci ha preceduto, ci avvolge durante tutta la vita per
allacciarsi ad ognuno che dopo verrà, in un fluire incessante per cui ciascuno è e sarà, di volta in volta, figlia e
figlio, madre e padre. Forse basterebbe appena un po’ di
tale consapevolezza ad evitare che le commemorazioni
scadano in celebrazioni, o peggio in rituali doverosi.
Solo che per riconoscersi come carne e spirito radicati
Al Partito Democratico interessa il rinnovamento: con strumenti democratici ha selezionato il proprio candidato presidente Luca Ceriscioli e il
candidato consigliere Stefano Santini.
Questo perché credere nello svecchiamento delle istituzioni ha una radice
profonda: il coraggio di investire su persone nuove, di mandare avanti i
giovani, chi è in grado di vedere il mondo in modo diverso e innovativo,
e, quindi, capace di trovare soluzioni reali e concrete ai problemi della
nostra società. Al Partito Democratico non interessa, invece, la politica di
chi è disposto a tutto pur di mantenere la propria poltrona: Spacca, dopo
aver concluso il secondo mandato come eletto del Partito Democratico e
dopo 25 anni di attività politica in regione grazie all’elettorato del centrosinistra, oggi si ripropone come candidato presidente della coalizione
di centrodestra, insieme a Forza Italia. Da un lato chi vuole veramente
cambiare in meglio, per il vantaggio di tutti; dall’altro chi vuole mantenere se stesso ed il proprio entourage, interessato esclusivamente al suo
vantaggio personale.
La scelta è in mano agli elettori: siamo convinti che la nostra visione
politica, questa coraggiosa scommessa, sarà vincente. Perché è innegabile
che chi vive ed è a diretto contatto con la realtà della società meglio può
rappresentarla nelle istituzioni rispetto a chi, invece, è da troppi anni che
vive nei palazzi e non è più capace di partecipare con i cittadini alle loro
aspirazioni, ai loro problemi, al loro futuro.
al passato, dovremmo
con la stessa intensità
sia conoscerlo sia farlo
conoscere questo passato, vicino o lontano che sia. Appassionarsi alla Storia nasce dal desiderio di ricercarsi e
ritrovarsi nel tempo, con la consapevolezza che niente
ci è estraneo di ciò che è stato, di niente potremmo fare
a meno. Bisognerebbe sentire fortemente la necessità di
far scoprire alle giovani generazioni (ma, ahimé, non
solo a loro!) una tale convinzione, forse la sola capace
di restituire un senso, un valore, una dignità che tanto
mancano nell’attuale temperie politica e morale. Se la
superficialità e spesso la stanchezza spingeranno alla
rinuncia a sapere ed a riflettere per correre dietro ad
un consumismo ottuso spacciato per liberatorio, se
l’informazione resterà prostrata al servizio di chi più
ha potere e lo gestisce con sfacciato personalismo,
sarà sempre più difficile riuscire a ritrovarsi partecipi
dell’entusiasmo di una mattinata d’aprile di tanti anni
fa, e sarà sempre più difficile ritrovare quella via che
con semplicità e coraggio ci è stata indicata da chi ha
inteso lasciarci, con il sacrificio di sé, una terra più
libera, una vita più dignitosa.
Laura Pavoni
Michele Crocetti,
segretario Pd Fabriano, responsabile organizzazione Pd Marche
Un mio nipote, da poco maggiorenne, mi ha chiesto: “Nonno perché la nostra bella cittadina è tanto trascurata? Non lo merita proprio, perché è ricca d’arte
e di bei monumenti. La città dove sto frequentando l’università è ben tenuta ed infatti sono presenti negli incroci evidentissime le strisce, la pavimentazione
non è trascurata come da noi; pensa che pochi giorni fa mi trovavo a passare per il crocevia di piazza Garibaldi ed una signora, a causa della pavimentazione
sconnessa e dell’assenza di strisce, per evitare un’auto che sopravveniva, è caduta fratturandosi un polso, e riportando gravi danni al gomito e solo per poco ha evitato l’intervento
chirurgico, ma non l’ingessatura fino alla spalla. Interrogati i vigili comunali mi hanno detto che per mancanza di fondi il Comune non è in grado di prendere i dovuti accorgimenti”.
Ma io ho risposto: dove sono finiti i soldi dell’Imu riscossi recentemente? Forse sono finiti per riscoprire il fiume Giano che poteva anche aspettare?
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dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12.30
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