Centro Commerciale Naturale di Collesano

Transcript

Centro Commerciale Naturale di Collesano
Consorzio Commerciale Naturale
Collesano
Studio Tecnico
Ing. Stefano Marabeti
Via Dogana n.8 – 90028 Polizzi Generosa
Sostituisce il disegno n° Scale :
e-mail : [email protected]
tel.fax. : 0921/649520
Elaborato:Studio preliminare di fattibilità Il Presidente del Consorzio
Tavola :
Modifiche
Data :
aprile 2011
Il committente
Consorzio Commerciale Naturale
Il Professionista
REV.
1
ELAB. GRAFICA
REDATTO
CONTROLLATO
Chiara Alessio
Ing. Marabeti
Ing. Marabeti
DATA
04/2011
DESCRIZIONE
Studio di fattibilità
CONSORZIO COMMERCIALE NATURALE
DI COLLESANO
Dati informativi:
Comune
Collesano (prov. Palermo)
Indirizzo
Corso Vittorio Emanuele n.2
Cap
90016
Prefisso
0921
Tel.
661158
Fax
661205
Codice istat
082032
Codice fiscale
82000150829
Codice catastale
C871
Sito
www.comune.collesano.pa.it
Popolazione al 01/01/2010
n. 4.149
Frazioni
Borgo ERAS “A”,Borgo Garbinogara,Contrada
M. 2.006 F. 2.143
Gatto
Densità
38,3 abitanti/Kmq
Indice di vecchiaia (2007)
---
Reddito med dichiarato 2005
---
Popolazione maschi anno 09
2.000
Popolazione femmine
2.137
“
Popolazione totale anno 2009
4.137
Nati maschi
16
Nati femmine
13
Nati totale
29
Popolazione resid. in fam.M
2.005
Popolazione resid. In fam. F
2.138
Popolaz.res. in fam.totale
4.143
Popolaz.res.in conviv. M
1
Popolaz.res. in conviv. F
5
Popolaz.res.tot. in conv.
6
Numero di famiglie
1.984
Numero di convivenze
3
Dati popolazione 2007
4.144
0-4 anni
516
4-64 anni
2.596
+ 65
1.032
Storia
Il centro sorge alla sommità del Monte d’Oro,come centro arabo,citato dal geografo arabo Al
Muqaddasi nel X secolo con il nome di Qal’at as-sirat (“ rocca sulla retta via”). Il sito ha avuto una
frequentazione anche in epoca protostorica, come provano le ceramiche rinvenute in alcune grotte,
datate al VII secolo a.C.
Dopo la conquista normanna, con il nome di Molisano ( Collesano), divenne centro di un feudo
esteso tra il torrente Roccella e l’interno delle Madonie ,inizialmente concesso a Rainolfo, nipote
del gran Conte Ruggero. Dopo una ribellione, il centro fortificato venne distrutto da Ruggero II di
Sicilia e ricostruito nel sito attuale, dandolo in feudo ad Adelicia di Montecaveoso (1140).
La località è inoltre citata nel libro di Ruggero del geografo Idrisi, che lo descrive come un centro
fortificato posto in altura, distrutto da Ruggero II. Il geografo scrive: “ rocca sopra un colle scosceso
ed elevato poggio, abbonda di acque ed ha molte terre da seminare,alle quali sovrasta un alto e
superbo monte. Una volta vi sorgeva un castello fortissimo e difendevolissimo ( ne’ cui dintorni
poteano pascolare) pecore e buoi ; ma il ridottato re Ruggiero ha fatto diroccare il Castello e
tramutar l’abitato nel sito dove è oggi”.
Dal secolo XIII fu in possesso delle famiglie Siracusa. Dopo il matrimonio di Bernardo Siracusa,
signore di Collesano con Hilaria Ventimiglia, figlia del primo conte di Geraci, Collesano venne
incorporata nel territorio della Contea e divenne centro del potere dei Ventimiglia sulle Madonie.
Appartenne nel tempo anche alle famiglie dei Cicala, dei Cardona,dei Centelles, degli Aragona,dei
Moncada e dei Ferrantina.
Tra i feudatari di Collesano furono :
-
Adelicia di Montecaveoso ( 1140)
-
Paolo Cicala (1203-05)
-
Andrea Cicala (ante 1245)
-
Jean de Bullas (1270)
-
Francesco Siracusa (1327)
-
Bernardo Siracusa(1334)
-
Francesco I Ventimiglia (1337)
-
Damiano I Palazzi ( dopo 1337)
-
Giovanni Aragona
-
Giovanni Lombardo (1344)
-
Pietro Siracusa ( 1346)
-
Francesco II Ventimiglia
-
Antonio Ventimiglia (1388).
Dati geografici:
•
Superficie 108,40 Kmq
•
Altitudine casa comunale 468,00 m s.l.m.
•
Quota minima 11 m - quota massima 1.656 m
•
Escursione altimetrica 1.645 m
•
Zona altimetrica : montagna litoranea
Coordinate geografiche sessagesimali 37°55’09,84” N - 13°56’11,40” E
Sistema decimale
Regione agraria :
37,9194° N
13,9365° E
n. 4 Montagna litoranea delle Madonie
Comuni confinanti : Campofelice di Roccella,Cerda,Gratteri,Isnello,Lascari,Scillato,Termini
Imerese
Classificazione sismica e climatica
Classificazione sismica : sismicità media
Pericolosità sismica : zona 2 (media)
Zona climatica :
C
Gradi giorno :
1.379
Accensione impianti termici :il limite massimo consentito è di 10 ore giornaliere dal 15 novembre
Luoghi di interesse
Collesano è divisa in quattro quartieri storici : Bagherino, San Francesco, San Pietro e Santa
Caterina.
Architettura militare
Il Castello ,d’impianto normanno, ha subito parecchie significative trasformazioni. In seguito al
terremoto dell’11 gennaio 1963, divenne inagibile e fu abbandonato. Dei ruderi e delle pertinenze è
previsto il recupero per uso pubblico. Intorno ad esso era sorto il primo quartiere di Collesano :
Borgo Bagherino.
Architettura civile
Il palazzo municipale è stato convento domenicano fino al 1869. Edificato ,col concorso del
comune, per iniziativa della contessa Susanna Gonzaga, intorno alla metà del ‘500, l’edificio si
arricchì di una seconda elevazione nel 1769.
Architetture religiose
-
Basilica di San Pietro
-
Chiesa dell’Annunziata Nuova ( o del Rosario)
-
Chiesa di San Giacomo
-
Chiesa di Santa Maria di Gesù
-
Chiesa di Santa Maria la Vecchia
-
Chiesa dei Santi Sebastiano e Fabiano ( o del collegio)
-
Chiesa di Santa Maria della Misericordia ( Collesano) del XV secolo, sconsacrata, attestata
già nel 1539 quando il cappuccino Francesco di Soriano fondò la “Compagnia della
Misericordia “ che aveva sede presso la chiesa
-
Chiesa dell’Annunziata vecchia o dei Cappuccini.
Sito archeologico ambientale di Monte d’Oro
Insediamento medievale . Sulla sommità di Monte d’Oro in contrada Croce, a circa 1 Km
dall’odierno abitato, sono presenti le rovine dell’antico centro arabo-normano di Qal’at as-sirat.
Sulla sommità nord di questo rilievo, in una piattaforma a quota 703 m s.l.m. scoscesa ed
inaccessibile, si estende per circa un chilometro in linea d’aria un antico abitato medievale, che è
visibile ancora per la presenza di numerose rovine ( abitazioni,mura di fortificazione,torri di vedetta
e una struttura interpretabile come un castello).
In questo sito la presenza umana è attestata fin dalla antichità classica ,come dimostra il
ritrovamento in sito di alcuni reperti ( soprattutto ceramici) riferibili ad epoca greco-romana.
Un insediamento umano stabile è datato soltanto in età medievale,sotto la dominazione araba di
Sicilia. Nel XII secolo (1130-1131) si ebbe la distruzione e l’abbandono della città. Il centro rimase
parzialmente abitato ancora nel corso del XII secolo e venne del tutto abbandonato nel secolo
seguente.
Nel 1181 veniva già definita “ villa vetus” ( città vecchia).
In età moderna (XVI-XVIII secolo) l’antico abitato sul Monte venne variamente identificato dagli
storici siciliani dell’epoca con alcune città greco-romane (Paropo,Alesa).
Nel 1972 il sito è stato oggetto di una brevissima campagna di scavi archeologici,condotta dalla
Soprintendenza ai beni archeologici della Sicilia occidentale: sono stati riportati alla luce una buona
quantità di reperti, tra i quali un denaro databile ad età sveva ( XIII secolo),una fibula
altomedievale, una lucerna ed una notevole quantità di ceramica grezza da mensa e da conserva.
I reperti furono trasferiti presso il Museo archeologico regionale Antonio Salinas di Palermo.
Scuole statali
Scuola Materna di Collesano ( dell’infanzia): via R Margherita ( Collesano)
Scuola G.De Maria ( scuola elementare primaria): via Tommaso Villa
Istituto comprensivo di Collesano ( materna,elementare e media): via della Fiera
Scuola media di Collesano ( secondaria di 1° grado): via della Fiera
Attività commerciali ed associazioni
Esercizi commerciali sede fissa
n. 54
Commercio aree pubbliche
n. 10
Pubblici esercizi
n. 16
Agriturismi
n. 8
Turismo rurale
n. 2
Bed & Brekfast
n. 3
Casa vacanza albergo
n. 1
Caseifici
n. 4
Produttori agricoli
n. 5
Istituzioni pubbliche
Caserma forestale :
n. 1
Corpo vigili urbani :
n. 1
Ufficio postale
n. 1
Strutture varie
Campo sportivo
n. 1
Palestre :
n. 1
Isola ecologica :
n. 1
Banche :
n. 2
Museo Targa Florio :
n. 1
Notizie urbanistiche
Piano regolatore generale del Comune di Collesano con annesse prescrizioni esecutive e
regolamento edilizio: adottato con delibera commissariale n.1 del 16/05/2006 ai sensi dell’art.4
della L.R. n.71/78 . Detto piano regolatore è stato approvato con Decreto Assessorato Regionale
Territorio ed Ambiente n.806/DRU dell’11/08/2008, pubblicato sulla GURS n.42 del 12 settembre
2008.
Vincoli
- Classificazione sismica 2° categoria dal 15/05/1969 S=9
- Dal 02/09/1967 al 29/01/1977 – oneri di urbanizzazione ridotti al 50%
- Dal 29/01/1977 al 01/10/1983 – oneri di urbanizzazione e costo di costruzione ridotti al 50 %.
- Vincolo idrogeologico – previsto dall’art.20 del R.D.L. 16/05/1926 ( vedi elaborati vistati ai sensi
dell’art.1 del RDL 30/12/1923 n.3267)
- Vincolo paesaggistico – Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo ai sensi dell’art.7 della legge
n.1497 del 29/6/1939 sulla protezione delle bellezze naturali e panoramiche e per effetto della legge
8/3/1985 n.431 ( legge Galasso)
- Vincolo Parco delle Madonie – D.A. n. 1489/89 del 09/11/1989 di istituzione Ente Parco,
modificato con D.A. n. 263/11 del 18/04/1996. Il nulla osta sostituisce quello previsto dalla Legge
29/06/1939 n. 1497 e ss.mm.ii. (vincolo idrogeologico).
Dati climatici
Per maggiori dettagli vedere le seguenti schede :
Dati stazioni termometriche di Cefalù, Isnello e Scillato
Dati stazioni pluviometriche di Cefalù, Isnello e Scillato.
Territorio
Il centro abitato di Collesano sorge su un’area collinare posta ai piedi del rilievo carbonatico di
Poggio Grotta del Signore ( 897 m s.l.m.) ,delimitato da due torrenti , il Mora a Nord ed il Zubbio
ad ovest,entrambi confluenti a valle nel torrente Roccella.
Il territorio comunale, parte del quale ricade all’interno del Parco delle Madonie, si colloca sul
versante nord-occidentale del gruppo montuoso delle Madonie occidentali. I rilievi, che circondano
il paese e ne caratterizzano il paesaggio con le loro peculiarità,morfologica e vegetazionale, sono :
Monte Castellano ( 1656 m), monte Cuculo ( 1311 m), Pizzo giammarusa ( 1064 m) ed infine
Monte D’Oro (808 m) che si erge isolato ad ovest del centro abitato.
Agricoltura
Diverse sono le fasce di vegetazione ,dalle quote più basse a quelle più elevate ,con varietà di
essenze arboree ed arbustive.
Alle quote più basse troviamo il tipico paesaggio agrario di uliveti, vigneti ed agrumeti ,a cui si
aggiungono i seminativi.
Oltre i 600 metri s.l.m. è presente la macchia mediterranea che forma in alcuni casi anche il
sottobosco dei querceti,costituito a queste quote da roverelle e sughere.
Dai 600 metri ai 1000 il sughereto viene via via sostituito da lecceti,nel cui sottobosco troviamo
specie di notevole interesse botanico quali felci,rose peonie, orchidee, insieme a ciclamini ed
anemoni.
Al di sopra di 1000 metri la specie arborea predominante è il faggio.
Allevamenti
Sono presenti all’interno del territorio, in zone a seminativo ed a bassa quota.
Sorgenti irrigue
Il corpo idrico sotterraneo di Monte dei Cervi è a monte del centro abitato di Collesano , a SW di
Scillato e a SSEE di Polizzi Generosa.
La quantità di pioggia media annua per Monte dei Cervi è di 1000 mm.annui.
Il periodo umido è ottobre-aprile in cui si registra più dell’85% del totale delle piogge. Il periodo
scarso di piogge è giugno-agosto con meno del 4% di piovosità.
In questo corpo idrico sono stati realizzati n.5 pozzi ad uso idropotabile o irriguo che emungono 80
l/sec e n.2 sorgenti ( gruppo Scillato e sorgente Favara ).
Da quest’ultime due sorgenti si captano 775 l/sec di cui 700 circa per uso idropotabile. I pozzi
Mora, costruiti in prossimità delle sorgenti, hanno causato la loro estinzione.
Notizie generali
1. Requisiti demografici o amministrativi del Comune con popolazione inferiore a 30.000
soggetto proponente :
abitanti
2. Esperienze pregresse di Programmazioni Patto territoriale delle Madonie, nato 1996 ed
Negoziata ricadenti sul territorio
approvato dal Cipe nel 1997
Prusst : Cefalù – Madonie, cultura, mare,
sport, natura e infrastrutture.
PIT n. 31 “Reti Madonie”
PIOS : no
3. Altre esperienze di sviluppo locale ricadenti Leader : Gal madonie
sul
territorio
Comunitaria etc.)
(Programmi
di
Iniziativa Progetto integrato regionale : no
Life Natura : no
Urban : no
Equal : no
PIST – Piano integrato sviluppo : gestito dalla
Sosvima
4. Strumenti di pianificazione vigenti o in Piano Regolare Generale
corso
Altro : -
5. Altre esperienze di coinvolgimento del Piano strategico monotematico in agricoltura
partenariato socio - economico
delle Madonie : gestito dalla Sosvima.
Agenda 21 locale : gestita dal Parco
APQ
Giovani
:
fra
i
Comuni
e
le
organizzazioni no profit delle Madonie
Ecoturismo
Mediterraneo
:
laboratorio
progetto pilota
Distretto culturale delle Madonie : -Distretto turistico delle Madonie : gestito dalla
Sosvima.
Altro : no
6.
Comune
riconosciuto
ad
economia Decreto
prevalentemente turistica e città d’arte
Assessorato
Regionale
Produttive n. 1430 del 01/06/2010
Quotazioni immobiliari
Fascia/ zona : centrale/ centro storico
Codice di zona : B1
Microzona catastale n.1
Tipologia prevalente : abitazione di tipo economico
Tipologia magazzini
Stato conservativo normale
Valore di mercato (€/mq)
min. 390
Valore locazione ( €/mq x mese) min. 1,6
max 490 per superficie lorda
max 2,4 per superficie lorda
Tipologia negozi
Stato conservativo normale
Valore di mercato (€/mq)
min. 970
max 1300 per superficie lorda
Valore locazione (€/mq x mese)
min. 4,4
max 5,6 per superficie lorda
Tipologia uffici
Attività
Stato conservativo normale
Valore di mercato (€/mq)
min. 850 max 100 per superficie lorda
Valore di locazione (€/mq)
min. 3,6 max 4,4 per superficie lorda
Tipologia laboratori
Stato conservativo normale
Valore di mercato (€/mq)
min. 420 max 540 per superficie lorda
Valore di locazione (€/mq)
min. 2,1
max 2,8 per superficie lorda
Dati turistici Madonie
Movimento negli esercizi alberghieri A) dal 1/1/2009 al 31/1/2009 B) dal 1/1/2010 al 31/1/2010
Arrivi
Madonie : Italiani
A 995
B 601
% -39,60
Stranieri
A 24
B 16
% -33,33
Totale
A 1019
B 617
% -39,45
Presenze
Madonie : Italiani
A 1941
B 4141
% 113,34 permanenza media 6,89
Stranieri
A 347
B 305
% -12,10
“
“
19,06
Totale
A 2288
B 4446
% 94,32
“
“
7,21
Movimento negli esercizi extra-alberghieri
Arrivi
Madonie:
Italiani
A 514
B 443
% -13,81
Stranieri
A
B 19
% -36,67
Totale
A 544
B 462
% -15,07
30
Presenze
Madonie : Italiani
A 968
B 1493
% 54,24
Stranieri
A
B 20
%-62,96
“
“
1,05
Totale
A 1022
B 1513
% 48,04
“
“
3,27
54
permanenza media 3,37
RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA
Premessa
Occorre procedere e capire gli obiettivi dei centri commerciali e di quelli naturali.
Il centro commerciale, secondo una definizione di origine americana, è un complesso di esercizi
commerciali omogeneo, concepito, sviluppato ,amministrato e gestito come un’unica unità
operativa, commisurata in dimensione e tipologia dei negozi e dei servizi all’area commerciale di
attrazione.
La struttura comprende un parcheggio, le cui caratteristiche sono rapportate alla tipologia ed alla
dimensione degli esercizi.
Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (Cncc) ha condiviso questa definizione ,inserendo
due elementi di novità: nell’ambito del centro commerciale nessun esercizio occupa un ruolo
pressocchè esclusivo e gli operatori ,pur conservando la propria autonomia,si costituiscono in
associazione per la gestione del centro e per l’adozione di comuni politiche promozionali.
I centri commerciali, come sono oggi intesi, sono nati per essere a misura di automobilista e
collocati solitamente in aree caratterizzate da elevata accessibilità veicolare e trasportistica, quasi
sempre nelle periferie delle città.
Questo modello è apparso ,inizialmente, negli Stati Uniti ,dove per la prima volta si è creato lo
scenario urbanistico e sociale tale da consentire questa soluzione, per poi diffondersi anche in altre
parti del mondo.
Il format del centro commerciale è stato introdotto in Italia agli inizi degli anni ’70 in alcune regioni
del Nord sul modello di centri nati in Francia.
Il boom di espansione della formula si è avuto alla fine degli anni ’80 ed è proseguito sino ad oggi
con la presenza della maggior parte delle Province siciliane.
I centri commerciali in Italia hanno due caratteristiche comuni : la presenza di più esercizi e servizi
al dettaglio concepiti ,promossi, realizzati e gestiti in modo unitario e la presenza di infrastrutture e
servizi comuni.
In Sicilia in pochi anni sono diventati tantissimi e, rispetto alla situazione attuale, è previsto un
incremento del 48%.
Sono strutture che mettono in crisi il piccolo negozietto, destinato molto presto a morire se non
vengono messe in campo iniziative tampone ; esse permettono al consumatore di acquistare in
grosse quantità e con prezzi sempre più convenienti.
Da non sottovalutare la possibilità di offrire lavoro diversificato a tante persone.
Un’altra realtà sta comunque sempre più imponendosi in Sicilia e sono i Centri Commerciali
Naturali.
Come definiti e disciplinati dall’art.9 della L.R. 10/2005, sono associazioni costituite
prevalentemente da piccole e medie imprese commerciali, artigianali e di servizio,che si aggregano
ed organizzano per accrescere la capacità attrattiva e quindi reddituale delle imprese che ne fanno
parte, per riqualificare l’immagine e migliorare la vivibilità della zona in cui operano,valorizzandola
sia dal punto di vista commerciale che turistico.
Le singole aziende, pur mantenendo la loro totale autonomia,una volta consorziate danno vita ad
una vera e propria nuova impresa,costituita sulla base di una serie di interessi comuni, capace di
essere competitiva sul mercato.
Dal convegno su “ Centri Commerciali Naturali : quale futuro ?”, tenutosi a Catania nell’ottobre
2010, è emerso che i CCN raccolgono oggi 9.000 attività commerciali, con una media per ciascun
CCN che oscilla da 20 a 40 aderenti.
Inoltre, per rilanciare l’economia delle piccole e medie imprese, arriva anche la proposta di
Feditalimprese Sicilia ,di creare centri commerciali naturali- virtuali ,aiutando così le piccole e
medie imprese ad entrare nel mercato on-line.
L’obiettivo è quello di dare vita ad una rete di esercenti ed imprenditori capace di garantire ai
consumatori servizi di qualità ed offerte vantaggiose.
In pratica ogni strada ,quartiere o paese potrebbe diventare un polo commerciale naturale e virtuale.
Naturale perché costituito da esercizi collocati su una stessa area e virtuale in quanto ogni centro
avrebbe un sito Web dedicato alle attività dell’area.
Introduzione
La presente relazione riporta la prima parte dei contenuti del percorso di definizione e sviluppo
delle linee direttrici per la valorizzazione del centro storico di Collesano, con particolare riferimento
alla sua funzione di principale area commerciale naturale della città.
La metodologia utilizzata valorizza i dati attualmente disponibili e si concentra lungo la direttrice
(via Isnello,via via Palermo, via Roma, via Pietro Cardona, via Umbro I e corso Vittorio Emanuele)
in cui sono ubicati quasi tutte le attività commerciali, aderenti al Consorzio.
Il percorso si svolge perciò tramite:
•
Utilizzo di risultati e dati forniti dal Comune di Collesano e dalla Provincia Regionale di
Palermo;
•
L’approfondimento di alcune tematiche legate a nuovi problemi che interessano oggi le imprese
dei centri storici ( logistica,livello degli affitti,contrazione del mercato,accessibilità)
•
L’esame di dati ed indicatori dello stato del sistema: fenomeno turistico,valori immobiliari e di
affitti in zone limitrofe etc.
•
L’analisi qualitativa dell’offerta presente nelle aree commerciali del centro storico tramite
riprese e schedatura dell’immagine degli elementi di comunicazione esterna degli
esercizi,dell’ambiente urbano e della segnaletica;
•
L’individuazione delle criticità attese e conseguente focalizzazione delle linee direttrici di
valorizzazione.
La presente relazione costituisce il primo report che raccoglie gli elementi conoscitivi fin qui
acquisiti e contiene gli elementi di scenario socio-demografico (residenti in centro storico e nelle
zone di espansione), gli elementi del segmento turistico ed le presenze dovute a motivi vari, i
risultati di una analisi qualitativa sul sistema commerciale del centro storico e sulla modalità di
fruizione dall’esterno ( parcheggi,percorsi e segnaletica).
Scenario demografico
Il comune di Collesano conta al 1 gennaio 2009 n.4137 abitanti di cui 2000 maschi e 2137 donne.
Di questa popolazione il 90% risiede nel centro storico ed il restante 10% circa in zona di
espansione, definita di completamento dal PRG.
Come avviene tendenzialmente nel resto di Italia,si nota la predominanza di femmine rispetto ai
maschi.
La superficie dell’intero territorio è di 108,40 Kmq e la densità alquanto bassa di 38,3 abitanti al
Kmq.
Il centro storico rimane il principale punto di identità cittadina, nonché l’epicentro della vita
sociale,culturale ed economica della popolazione che abita nel territorio comunale.
Scenario socio-economico : i consumi
Date le caratteristiche della città e del suo centro storico, le attività economiche in esso presenti si
indirizzano alle necessità della popolazione residente nel territorio comunale.
Sulla base di detto dato non si è in condizioni di poter stimare in modo esatto le dimensioni del
potenziale mercato derivante dal segmento dei residenti in ambito comunale.
Dall’esame del sito dell’Istituto Tagliacarte si rileva che non vi è nessun dato di consumi pro-capite
nella zona delle Madonie.
In provincia di Siena questo dato è di 7551 € pro-capite, nella provincia di Palermo attorno ad €
3000 circa.
Le percentuali parziali sono:
- abbigliamento
31%
- vestiario,calzature e pellicceria
16%
- mobili,elettrodomestici e spese varie per la casa
20%
- altri prodotti
33%
Volendo ipotizzare un dato pro-capite di 1000 € il mercato annuale è di € 4.137.000,00 circa.
Dal momento che nella zona di espansione esiste pochi esercizi commerciali, tranne qualche
supermarket di generi alimentari e di casa, si può considerare che tutti i consumi siano rivolti in
massima parte negli esercizi del centro storico.
Non essendo in possesso di dati certi, si può ipotizzare che il bacino di mercato,che converge sul
centro storico, si aggira a circa 4 milioni di Euro.
Fenomeno turistico
Anche per questo dato ci affidiamo a quelli forniti dalla Direzione Turismo della Provincia
Regionale di Palermo per la zona Madonie.
In questo contesto buona parte di arrivi e presenze è da addebitare al centro di Collesano, nel cui
territorio vi sono numerosi agriturismi.
Si sono indicati i dati (arrivi e presenze ) per le Madonie mese di gennaio 2010 e per esercizi
alberghieri ed extra-alberghieri.
Il dato che emerge per le strutture alberghiere è la diminuzione di arrivi ed un aumento delle
presenze rispetto al mese di gennaio 2009 ,con una permanenza media di 7,21.
Per gli esercizi extra-alberghieri vi è la diminuzione di arrivi ed un aumento delle presenze, con una
permanenza media di 3,27.
Non si è in possesso di dati dettagliati per ogni mese né di presenza di stranieri né di valore di
mercato annuale.
Sicuramente il fenomeno turistico si manifesta soprattutto nei mesi di luglio ed agosto; in questo
periodo Collesano diventa meta turistica dovuta non solo alla presenza di turisti ma soprattutto alla
presenza di cittadini di Collesano residenti in altre zone.
Il sistema delle attività del centro storico
Analisi dell’offerta
In questa parte si riportano i risultati dell’analisi quantitativa/qualitativa dell’insieme di attività
economiche presenti nell’asse commerciale principale da parte delle attività aderenti al Consorzio.
L’analisi è finalizzata ad identificare la consistenza e le caratteristiche della rete di esercizi presenti
nel centro storico, ad individuarne gli elementi di criticità evidenti ed a verificare i cambiamenti
avvenuti negli ultimi anni.
L’analisi è condotta tramite schedatura delle singole attività commerciali lungo il corso Vittorio
Emanuele (asse principale del centro storico),vie limitrofe e le vie di accesso al centro abitato (via
Isnello e via Palermo).
Si sono rilevati:
-
numero di attività classificati per merceologia
-
numero locali attualmente chiusi
-
conformazione morfologica della via
-
tratti commerciali e non commerciali
-
tipologia prevalente dell’offerta
-
specializzazione dell’insieme delle attività
-
grado di densità commerciale,di omogeneità dell’immagine della via o piazza,della congruenza
delle insegne con l’ambiente urbano
-
classificazione degli elementi di comunicazione esterna degli esercizi ( vetrine,insegne,
tendaggi)
-
evidenziazione di eventuali criticità rilevate nella fase di sopralluogo.
Conformazione morfologica :
- strada ampia e in parte fornita da marciapiedi
Elementi di immagine degli esercizi
Nuovi
Buone condizioni
Degrado
x
x
Insegne
Tendaggi
Assenti
x
Vetrine
x
x
Interni
x
x
Posizionamento commerciale
Esercizi tradizionali
Esercizi specializzati
x
X
Boutique
Altro
Specializzazione: artigianato di servizio
Alta
Medio alta
Media
Densità commerciale
X
Immagine
X
Medio-bassa
Bassa
Omogeneità
x
Insegne coordinate
x
Congruenza
insegne-ambiente
Problemi:
x
Nella seconda parte della mattinata si rileva un intenso traffico di attraversamento dei mezzi di
carico/scarico merci che incidono sulla sensazione di sicurezza dei pedoni. Inoltre la modalità di
raccolta rifiuti comporta un impatto negativo per buona parte della mattinata.
Alcuni degli esercizi commerciali chiusi sono fortemente degradati.
Alcune insegne presentano segnali di degrado.
Caratteristiche dell’offerta presente nell’area analizzata
Lungo le arterie principali vi sono una multitudine di esercizi commerciali ed attualmente non si è
in condizione di sapere quanto aderiranno al Consorzio.
Dall’esame dell’elaborato è possibile constatare come quasi tutte le categorie merceologiche sono
presenti in queste direttrice di sviluppo.
Questo sistema commerciale è fondato sullo shopping di beni per la persona, ed al suo interno
presenta una buona varietà.
Nel complesso l’insieme delle attività si configura come un sistema rivolto a un bacino di mercato
composto certamente da residenti , ma anche da turisti e fruitori di servizi vari.
Pertanto si può affermare che il posizionamento complessivo dell’insieme delle attività è collocato
su un livello qualitativo medio.
Tuttavia nell’analisi puntuale si rilevano alcuni aspetti critici che penalizzano l’offerta quali la
presenza di locali chiusi , degradati.
Complessivamente dette vie hanno un traffico scorrevole delle auto; la presenza di marciapiedi
costituisce un elemento di sicurezza per il traffico pedonale.
Fruibilità del sistema: segnaletica e percorsi
La conformazione morfologica montagnosa dell’abitato,la collocazione del centro storico , la sua
panoramica, l’attrattiva generata dall’insieme delle attività svolte, la presenza di elementi di pregio
storico, artistico ed architettonico per i flussi turistici, rendono necessario un sistema integrato di
aree parcheggio.
Attualmente si può parcheggiare ai bordi delle vie di accesso al centro storico o in appositi
parcheggi o piazze.
Nell’allegata planimetria sono ubicati i parcheggi a servizio delle attività commerciali, ubicati lungo
le direttrici, parcheggi previsti dal PRG come opere di urbanizzazione.
Occorrerebbe collocare nelle zone di ingresso al centro abitato dei pannelli che indicano i parcheggi
più vicini al Centro. Non si ritiene necessario collocare pannelli a messaggio variabile, che indicano
la disponibilità di posti auto.
Il sistema dei parcheggi di accesso al centro storico deve essere richiamato da una segnaletica
presente nel Centro attraverso un sistema di distinzione basata sui colori.
Anche all’uscita dai parcheggi deve essere collocata una segnaletica omogenea di accesso all’area
centrale.
Si trascrive il sistema parcheggi ed i posti presenti:
Parcheggio
Superficie mq
Posti auto n°
via Tommaso Villa
382,00
13
Via Papa Giovanni XXIII
865,00
30
Via Gramsci
304,00
10
Via Gramsci
118,00
4
Scuola media
1585,00
53
Via della Fiera
1632,00
55
Parcheggio previsto PRG
1580,00
53
SOMMANO
218
A questi posti auto bisogna aggiungere quelli lungo le vie di accesso, in numero presumibile di 100
posti auto.
Per tutti i parcheggi attualmente la sosta è gratis.
Criticità rilevate
A conclusione degli elementi di analisi occorre rilevare che il centro storico presenta caratteristiche
di sistema con valenza commerciale quasi buona.
Si sono tuttavia evidenziate delle criticità all’interno di questo sistema che costituiscono ostacolo
allo sviluppo ed al consolidamento di tale sistema.
Allo scopo di individuare ,sin dall’inizio, l’esistenza delle criticità che limitano la piena espressione
di attrattiva e vitalità che ha il centro storico di Collesano si riportano perciò quelle fin qui emerse.
1) Adesione all’iniziativa
Attualmente non vi è in condizione di ipotizzare il numero delle adesioni; certamente la presenza
della totalità di esercizi apporterebbe maggiore vigore contrattuale al Consorzio ed alle iniziative
che si appresta ad organizzare.
2) Visitatori e flussi
Si sono constatati segnali di contrazione del mercato , segnali che debbono essere scoraggiati con
iniziative di rilancio.
Vi è un calo di visitatori (turisti) in confronto con anni passati.
3) Vivacità urbana ed animazione
Il centro storico e soprattutto la via Vittorio Emanuele e via Roma non presentano la stessa vitalità
in tutti i momenti della giornata. Infatti vi è scarsa animazione serale soprattutto in inverno e non vi
è vitalità in estate in momenti e periodi cosiddetti morti.
4) Efficienza urbana e servizi
L’attrattività esercitata dal centro storico ed i flussi dall’esterno rendono necessario un sistema di
accesso molto efficiente. Si sono evidenziati problemi:
- nell’accessibilità in auto (parcheggi) e segnaletica
- nell’approvvigionamento e stoccaggio merci da verificare con gli operatori.
Vi è complessivamente un buon rispetto da parte dei cittadini della zona a traffico limitato.
5) Attrattività commerciale & integrazione dell’offerta
Le attività economiche presenti hanno tutte le caratteristiche di un sistema commerciale integrato
che, alla luce delle minacce anche dello scenario generale, presentano alcuni segnali di difficoltà.
In particolare sono:
-
scarsa presenza di attività con assortimenti profondi
-
scarso livello di scelta fornito da alcuni settori merceologici
-
difficoltà a seguire, per i piccoli negozi, i cambiamenti continui del mercato e dei flussi.
LE DIRETTRICI STRATEGICHE
Alla luce delle criticità sopra citate si propongono alcune direttrici strategiche all’interno delle quali
collocare gli interventi di valorizzazione del centro storico.
Tali direttrici strategiche comprendono una serie di proposte che saranno successivamente
sviluppate.
I parcheggi ed i percorsi
Complessivamente il numero di parcheggi e di posti macchina sono sufficienti.
Occorre solamente saperli indicare, soprattutto al turista.
Solitamente i turisti sono coloro che non conoscono né il centro storico né l’ubicazione dei
parcheggi.
Per questi è particolarmente utile rafforzare il sistema di pannelli a messaggio variabile,
considerando inoltre la possibilità di inserire la disponibilità di posti auto.
I frequentatori abituali conoscono il centro e per loro non vi è bisogno di nessuna indicazione.
Invece quelli saltuari (abitanti in zone di espansione) di solito finiscono per scegliere sempre lo
stesso parcheggio e lo stesso percorso verso il centro.
E’ chiaro che per tutte e tre le categorie citate la realizzazione di percorsi meccanizzati deve essere
comunicata.
Parcheggi pertinenziali
E’ chiaro che i parcheggi esistenti dovranno essere utilizzati per gli esercizi esistenti.
Per tutti quelli chiusi da tanto tempo, qualora si volessero utilizzare, è necessario adeguarsi alla
normativa che prevede una serie di standard da applicare.
Tra questi bisogna considerare l’altezza utile dei locali ed il rispetto delle norme igienico sanitarie
su cui non si può derogare.
Un discorso a parte meritano i parcheggi pertinenziali o parcheggi a servizio dei clienti, non previsti
nello strumento urbanistico.
Ma è ammissibile, da parte degli esercenti, ottenere l’apertura dell’esercizio dietro monetizzazione
da corrispondere al Comune per la realizzazione di altri parcheggi ex novo.
Tutto ciò è previsto dalle leggi in materia di commercio.
Dalla lettura della normativa di riferimento, sembrerebbe che la regione vuole incrementare
l’apertura degli esercizi commerciali, per rivitalizzare i centri storici, che effettivamente sono in
questa fase al collasso.
In questa fase si è previsto negli elaborati grafici l’individuazione di tutti gli esercizi presenti, a
meno di qualche errore.
Successivamente , in relazione alle adesioni, si pensa di allegare al presente studio di fattibilità un
successiva planimetria con l’individuazione di tutti gli esercizi chiusi nel tempo e di quelli di
possibile apertura.
Infine occorre evidenziare l’importanza e la necessità acchè l’Ente si doti del PIANO TRASPORTI
,elemento urbanistico indispensabile per la funzionalizzazione di tutti gli spetti che interessano un
centro abitato antico.
La segnaletica pedonale
E’ chiaro che si deve fare un lavoro organico sulla segnaletica esistente e da collocare, in modo da
offrire una più facile lettura delle opportunità offerte dal centro storico.
Si propone, in prossimità di ogni parcheggio, la collocazione di una segnaletica strutturata dell’area
oggetto dello studio, con indicazione del centro storico e dell’area commerciale naturale.
Può essere realizzata anche una cartina con indicazione della via commerciale e delle principali
merceologie presenti, indicando eventualmente locali dove vengono prodotti elementi di artigianato
locale o prodotti enogastronomici tipici.
Si dovrebbero collocare lungo il corso punti tecnologici informativi collegati ad archivi
centralizzati, contenenti informazioni utili per il turista , su percorsi, servizi orari di apertura etc.
Tale punto informativo, dotato di schermo touch screen, potrebbe essere così strutturato:
-
indicazione del consorzio
-
cartina del centro abitato
-
indicazione del più vicino parcheggio
-
indicazione delle categorie merceologiche presenti lungo il percorso
-
indicazione del sito web.
I cartelli indicanti gli esercizi commerciali potranno riportare il logo del centro commerciale
naturale per creare un coordinamento visivo tra la segnaletica all’uscita del parcheggio e la
segnaletica direzionale.
Percorsi ed illuminazione
Non si ritiene dover intervenire sulla illuminazione serale; l’attuale illuminazione valorizza e rende
vivibile il percorso.
Logistica
Per ciò che concerne i servizi ad integrazione dell’offerta e la raccolta rifiuti, va sottolineato come
le scelte di modalità di entrambi i servizi nel centro storico dovrebbero essere oggetto di
coordinamento in quanto entrambi incidono fortemente sulla vivibilità del centro e sulla reciproca
efficienza nella erogazione dei servizi.
Il problema del carico/ scarico merci è un aspetto particolarmente delicato poiché imprescindibile
dall’attività economica, ma nello stesso tempo di forte impatto sia dal punto di vista dell’ingombro
che per l’inquinamento arrecato.
E’ evidente che la regolamentazione della viabilità può accentuare le problematiche del traffico di
veicoli per trasporto merci.
Nel nostro caso si ritiene opportuno concentrare la consegna merci ed il ritiro rifiuti nel tratto
compreso tra le ore 8,30 e 10,00 di mattina e 15,00-16,00 il pomeriggio, indicando come posteggio
scambiatore la piazza Mazzini e corso Vittorio Emanuele altezza quattro cannoli.
Il trasporto delle merci va considerato anche in uscita dal negozio, ad esempio i pacchi ingombranti.
Al cliente dovrebbe essere rilasciato un tesserino di acquisto tramite il quale può andare a ritirare i
suoi acquisti o presso i parcheggi o presso deposito in prossimità dei parcheggi.
La sperimentazione di tale servizio è interessante ma occorre promuoverlo soprattutto tra gli
operatori che dovrebbero manifestare l’adesione apponendo un elemento identificativo “ Buy &
Go” nelle vetrine.
E’ chiaro che nel centro di Collesano questo sistema può essere attuato solamente in particolari
eventi quali le feste natalizie, la festa del Santo Patrono, Pasqua.
Fidelity Card
La naturale concentrazione dei negozi nel centro storico può essere organizzata in termini di
comunicazione e di marketing come un sistema commerciale unico che si contrappone alla
concorrenza dei centri commerciali.
Per far questo occorre realizzare un rapporto stabile ed organizzato tra gli operatori, in grado di
superare la sporadicità e frammentarietà degli eventi.
I sistemi di fidelizzazione della clientela sono interessanti sia per la loro finalità specifica , sia per il
fatto che per essere attuati necessitano di un legame stabile tra gli operatoti, azioni di
comunicazione e promozione.
Inoltre, affinché il sistema di fidelizzazione con card sviluppi tutte le sue potenzialità, è
indispensabile sviluppare questo strumento sia puntando sulla innovazione e personalizzazione delle
attività promozionali di supporto sia convenzionando la card a servizi di pubblica utilità.
Si può quindi sviluppare una collaborazione tra la pubblica amministrazione, le associazioni di
categoria, il Consorzio ed i singoli operatori.
Nel nostro caso sarebbe interessante verificare la possibilità di innestare la nuova fidelity all’interno
di un sistema esistente (biglietti parcheggi).
Animazione e vitalità urbana
Per rilanciare le attività occorre promuovere un organismo finalizzato ad agevolare
l’organizzazione delle manifestazioni ed integrare le attività di comunicazione e
programmazione.
Occorre redigere un piano di comunicazione annuale, definito con il coinvolgimento di tutti i
soggetti presenti e futuri.
Detto piano ha anche lo scopo di far convergere maggiormente le azioni di comunicazione di
diversi soggetti e stimolare la ricerca di sinergie.
Pertanto necessita :
a) valorizzare l’esistente:
•
inserire eventi legati allo shopping nell’ambito di iniziative culturali che si svolgono nel centro
storico (mostre, sfilate, concorsi)
•
agganciare la promozione dell’artigianato, dei prodotti tipici per valorizzare le tradizioni locali
b) Nuove azioni
L’elenco delle iniziative che compongono il piano di comunicazione deve essere:
•
Aperto alle nuove idee che possono nascere dai vari soggetti (commercianti, artigiani,
ristoratori)
•
Contenere iniziative orientate a singoli segmenti (giovani, turisti, interessati all’ambiente, alla
cultura etc.)
c) Promozione dell’area commerciale e comunicazione
Le iniziative inserite nel piano annuale necessitano di una adeguata comunicazione che può essere
sostenuta con il contributo di diversi soggetti ( enti pubblici, banche, associazioni etc.).
Integrazione attrattività commerciale
Occorre rilevare i limitati spazi di intervento su questi temi, in quanto non ci sono strumenti
normativi in grado di modificare il layout merceologico ed il mix di attività ed attualmente è vietata
la segnaletica direzionale in centro storico.
Si può attuare solamente:
-
la valorizzazione del percorso tramite segnaletica collocata nelle aree di parcheggio
-
un accordo per opzionare i locali lasciati liberi per nuove attività, che integrano l’offerta.
Per aumentare le opportunità di intervento in merito alla valorizzazione delle funzioni
commerciali è necessario favorire l’ampliamento degli spazi commerciali e la crescita dimensionale
degli esercizi.
Per mantenere alta l’attenzione nei confronti dei punti vendita, nonché per informare cittadini e
turisti degli eventi e delle novità, si può realizzare un portale informativo (touh screen) delle attività
del centro storico, in grado di permettere un rapporto continuativo e diretto tra gli operatori ed i
potenziali acquirenti.
In una città a vocazione turistica una iniziativa in tale direzione potrebbe essere utile; la
modalità di realizzazione potrebbe essere quella del virtual tour, cioè un viaggio virtuale nella via
maggiormente commerciale e nei negozi dell’area.
Per la realizzazione di questo portale occorre un soggetto strutturato quale il Consorzio, che si
occupa della promozione dello strumento presso gli operatori nella prima fase e della gestione e del
coinvolgimento degli operatori nella seconda.
Un discorso a parte merita la sistemazione esterna dei negozi.
Sono allegate alcune idee progettuali che di seguito vengono indicate:
-
esempio di vetrina con cornice ed ingresso arretrato con rampa
-
esempio di vetrina ad apertura arcuata con tende e cornice
-
esempio di vetrina senza cornice ed ingresso arretrato con rampa
-
esempio di vetrina prospiciente su strada in pendenza con tende sopra e sotto l’insegna e
cornice.
Riferimenti normativi ed iniziative ammissibili
I riferimenti normativi per la costituzione dei CCN sono :
- la Legge regionale 15 settembre 2005 n. 10 art.9
- la Legge regionale 8 novembre 2007 n.21
- il Decreto 9 aprile 2009 dell’Assessorato alla Cooperazione.
Il CCN deve assolvere alle seguenti caratteristiche:
-
scopo esclusivo è la valorizzazione del sistema economico locale, con particolare riferimento al
commercio tradizionale di vicinato e di medie strutture di vendita,ai pubblici esercizi ed
all’artigianato tradizionale,artistico e di servizio e ciò al fine di incrementare la fruibilità del
centro e del suo territorio , con la promozione della sua immagine;
-
il coinvolgimento nell’area interessata dal CCN di immobili pubblici e privati soggetti a vincolo
di tutela;
-
eventuale coinvolgimento del Comune con quota di bilancio da destinare al sostegno delle
attività;
-
presenza di attività commerciali ed artigianali interessate alla vendita e/o produzione di prodotti
tipici siciliani.
Il CCN può ricevere incentivi sia economici che di supporto tecnico, oltre che dal Comune, dalla
Camera di Commercio, anche dalla Regione, dallo Stato,dalla Unione Europea .
Attualmente vi è la Legge nazionale n.266/97 (contributi per il Commercio) , che prevede contributi
pubblici per la valorizzazione commerciale dei centri storici, aree urbane centrali e zone a forte
vocazione commerciale.
Iniziative da programmare in relazione all’art.6 del decreto
Altre iniziative possibili e da programmare sono:
-
creazione e registrazione del marchio
-
registrazione del dominio internet
-
eventi, pieghevoli, calendari etc.
-
attività di animazione urbana;
-
attività promozionali;
-
attività di comunicazione come informazione,pubblicità,propaganda etc;
-
progetti di arredo urbano,quali fioriere, cestini, orologio, bacheca etc., per i centri commerciali
naturali;
-
accordi con enti di promozione turistica per l’offerta di pacchetti turistici, integrati con l’offerta
commerciale ed artigianale;
-
iniziative con il sistema economico e finanziario al fine di sponsorizzare iniziative del CCN;
-
accordi con la proprietà immobiliare su progetti di riconversione funzionale di immobili
inutilizzati
-
partecipazione a bandi di finanziamento pubblico rivolti alle imprese commerciali per lo
sviluppo di strategie di marketing
-
gestione finanziamenti inerenti la sicurezza ed il controllo, per la realizzazione di impianti
collettivi per la video sorveglianza esteso a tutto il territorio del centro commerciale naturale
-
organizzazione manifestazioni culturali, convegni, dibattiti, seminari per il raggiungimento e la
diffusione dei propri obiettivi, nonché attività di formazione per i titolari e per gli addetti.
Si è in attesa dell’emissione di bandi di finanziamento regionale ,per capire meglio le azioni
ammesse a finanziamento.
Analizzando studi di fattibilità per altri Centri Commerciali Naturali ci si è accorti che nei piani di
azione possono prevedersi altre iniziative:
Interventi volti a riqualificare le attività presenti nella zona
-
adeguamento vetrine,arredamenti, insegne etc.
-
servizi comuni per la logistica, per l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti e per la creazione di
servizi comuni a più imprese per le consegne a domicilio clienti etc.
-
interventi significativi di arredo urbano.
Nel programma può essere compresa l’acquisizione, da parte dell’Ente pubblico proponente,di
immobili o frazioni di immobili destinati o da destinare ad attività commerciale o di servizio di
particolare rilevanza per la qualificazione dell’area.
In tal caso la concessione del contributo deve essere condizionato all’impegno a mantenere la
destinazione d’uso per almeno 15 anni.
Un discorso a parte merita l’art.4 del decreto 9 aprile 2009.
Per l’istituzione dei CCN ci devono essere dei motivi giustificativi e tra questi è citato “eventuale
quota del bilancio comunale destinata al sostegno delle attività dei CCN”.
Tale dichiarazione non è impegnativa in questa fase ma è chiaro che, una volta costituito il
consorzio, tale struttura può chiedere contributi ad Enti e tra essi anche al Comune per la gestione e
l’organizzazione di eventi a sostegno delle categorie.
Potrebbe anche verificarsi che nella redazione del bilancio di previsione dell’Ente possa inserirsi un
apposito capitolo di finanziamento, da impegnare a favore del CCN per la gestione di tutte le
attività promozionali.
Portale Web del centro commerciale naturale
Si può prevedere il portale on line che riunirà i negozi partecipanti all’iniziativa del CCN, anche
virtuale.
Questo portale dovrebbe avere funzione di e-commerce e vetrina ondine.
Al suo interno dovrebbero trovarsi :
•
le vetrine virtuali dei negozi e delle attività aderenti,con funzionalità di commercio elettronico e
prenotazione degli acquisti on-line;
•
informazioni su eventi,iniziative e promozioni in corso nel centro;
•
tutte le informazioni accessorie su centro di Polizzi, sui suoi maggiori punti di interesse ed i suoi
servizi offerti al pubblico.
Ogni esercente potrà dunque costruire un vero e proprio minisito per pubblicare tutte le
informazioni utili a promuovere il negozio o il servizio, corredato delle tecnologie necessarie a
svolgere la propria attività commerciale anche su internet.
Collesano CARD
Trattasi di una nuova carta di fidelizzazione del Centro Commerciale Naturale.
Essa è rivolta principalmente ai clienti che vivono nella città o comunque nei comuni limitrofi, in
quanto è sistema di fidelizzazione per i consumatori realizzato attraverso una operazione a premi
che permette al cliente di accumulare punti sulla sua carta ad ogni acquisto effettuato per ottenere
premi.
La Card dovrà funzionare come una comune carta di fidelizzazione della grande distribuzione o dei
distributori di carburante ma ha una particolarità: può essere utilizzata ogni volta che nella
quotidianità si fanno acquisti o si usufruisce di servizi,andando a fare shopping nei negozi, andando
dal parrucchiere, facendo una nuova assicurazione,consumando una cena al ristorante o acquistando
generi alimentari.
I punti caricati sulla card debbono tenere conto della tipologia merceologica degli esercizi aderenti
al circuito.
Questo sistema è vantaggioso per il cliente che ha così la possibilità di accumulare molti punti con
pochi acquisti. Questo per rendere ancora più attrattivo il ricco catalogo premi,messo in palio dagli
stessi commercianti.
Oltre ai premi ,raccogliendo punti, è anche possibile usufruire di buoni acquisto da spendere sempre
nell’esercizio.
Altra particolarità della Card Polizzi può essere l’evoluto sistema di utilizzazione.
Con questo sistema tutti i dati delle transazioni possono essere visualizzati tramite il web. Nello
specifico si dà la possibilità a tutti gli utenti di accedere tramite un nome utente ed una password
alla propria pagina personale in cui sono indicate le transazioni eseguite ed il saldo punti, cosa che
può fare anche l’esercente con la sua chiave di accesso.
Convenzione con istituti bancari
Si può proporre una convenzione con la Banca di Credito Cooperativistico S.Giuseppe di Petralia
Sottana e con il Banco di Sicilia,
Essa dovrà prevedere che tutti i soci e le loro famiglie ,previa presentazione di un documento che
attesti l’essere socio e l’indicazione dei familiari, possono beneficiare di sconti offerti dai negozi
del CCN di Collesano.
Tale iniziativa dovrà essere pubblicizzata anche nel sito della Banca.
Convenzione con il mondo scolastico
Si può proporre di instaurare una collaborazione con la Consulta degli studenti per emettere una
carta sconto per tutti i frequentatori delle strutture scolastiche locali.
Manifestazioni varie
Una iniziativa di attrazione , organizzata dal CCN, potrebbe essere il Mercatino dei bambini ,da
svolgere lungo il corso, per la vendita della loro “ mercanzia”, l’allestimento delle vetrine natalizie
o pasquali e relative premiazioni, la manifestazione “ Lanterne illuminate” da organizzare in una
data invernale o estiva, la manifestazione di esposizione e vendita di antiquariato, oggettistica,
ceramiche, stampe, libri, fumetti, cartoline, giocattoli, minerali, collezionismo.
E’ chiaro che questo studio di fattibilità è preliminare e dovrà essere confortato dal parere e dai
suggerimenti degli operatori.
Inoltre esso dovrà essere adeguato alle iniziative indicate nei bandi di finanziamento emanati dagli
assessorati competenti della Regione Siciliana.
Collesano lì aprile 2011
Il professionista
Allegati :
-
L’habitat collesanese
Itinerario storico
Associazione di promozione del turismo
La ceramica di Collesano
La Targa Florio e il museo
Prodotti tipici
Strutture ricettive
Tradizione e folklore
Imprese di Collesano
ESERCIZI COMMERCIALI IN SEDE FISSA
n.
DENOMINAZIONE
SEDE
TIPOLOGIA
1
Casale Anna
Via Roma, 19
Abbigliamento
2
Di Giovanni Ignazia Rita
Via Palermo, 12
3
D’Agostaro Michelangela
Via Palermo, 54
4
Andolina Carmelo
Via Montegrappa, 3
Abbigliamento
Abbigliamento e prodotti
sportivi
Alimentare
5
Asciutto Stefano
Via Palermo, 80
Alimentare
6
Asciutto Stefano
Via Umberto I, 34
Alimentare
7
Via T. Villa, 42
Alimentare
Via Imera, 6
Alimentare
9
Lo Re Francesco
Macaluso Germana
Giuseppa
Nicchitta Alessandro
Via Isnello, 66
Alimentare
10
Piampiano Maria
c.so Vitt. Emanuele, 16
Alimentare
11
Signorello Giovanni
Via Roma, 43
12
Mogavero Gandolfo
Via Palermo, 28
13
Castellese Gullo Emanuele Via Roma, 6
Alimentare
Alimentare, commercio al
dettaglio con apparecchi
automatici
Art. igiene, detersivi
14
Campagna Gioacchino
Via Palermo, 37
Bombole GPL a domicilio
15
Carruba Maria
Via Roma, 67
Calzature – pelletteria
16
Cascio Matteo
Via Umberto I, 77
Cartoleria
17
Di Cesare Maria
Via Vittorio Emanuele, 115
Cartoleria
18
Gargano Maria Angela
Via Palermo, 14
Cartoleria
19
Incandela Giuseppe
Via Roma, 42
20
Siragusa Antonina
Via della Grazia, 16
Cartoleria – CED
Commercio concimi e
mangimi
8
22
Merceria di Macrì Anna
Maria
Macaluso Serafino
23
Macaluso Giuseppe
Via Isnello, 52
Elettrodomestici
24
Battaglia Maria
Via Roma, 51
Farmacia
25
Filippone Giuseppe
Via Giacomo Lo Varco, 26
Ferramenta
26
La Russa Teresa
Via Palermo, 56
Ferramenta
27
De Luca Pierpaolo
Via Palermo, 3/A
Fotografo
28
Cirrito Vincenzo
c.so Vittorio Emanuele, 97
29
La Torre Filippo
Via Roma, 12
30
Di Pasquale Francesco
c.so Vitt. Emanuele, 54/56
Inform. Art. cancelleria
Informatica e prodotti per
computer
Macelleria
31
Iachetta Pietro
Via Palermo, 1
Macelleria
21
Via Regina Margherita, 83
Detersivi e merceria
Via Palermo, 49
Elettrodomestici
32
Traina Salvatore
Via Roma, 79
Macelleria
33
Via Montegrappa, 35
Mangimi, concimi etc.
c.da Mondoletto
Materiale edile
Via Palermo
Materiale edile
36
Castellana Salvatore
Comed s.n.c. di Fullone
Gandolfo e C.
Tambuzzo Graziano e C.
sas
Ecotecna srl
c.da Partuccelli
Non alimentare
37
Gaudino Rosa
Via Pietro Cardona, 17
Non alimentare
38
Pacifico Alessandra
PI.RO di D’Agostaro
Giacomo
Via Roma, 83
Non alimentare
Via Benincasa, 11
Non alimentare
Costa Anna
Via Isnello, 33
34
35
39
Via Roma, 58
Non alimentare (Accessori
e ricambi auto)
Non alimentare (ricambi,
accessori auto)
Ottico
c.da Croce
Panificio
Via Polizzi, 45
Panificio
45
Ficarra Ciro
G.L.R. di Grisanti A. La
Russa A.
I Sapori del grano s.n.c.
Via Umberto I, 2
Panificio
46
Gargano Giuseppe
Via Roma, 54
Panificio
47
Santino Rosa
Via Lo Varco, 18
Piante e fiori
48
Spagnuolo Emilia
Via Roma, 57
49
Lo Re Rossella
Via Vittorio Emanuele, 10
50
Curione Adelina
Via Palermo, 149
Piante e fiori
Prodotti vari ed articoli
regalo
Sanitaria
51
Piccolo Mondo s.r.l.
Via Roma, 60
Sanitaria
52
Impelliteri Rosaria
Via Vittorio Emanuele, 14
Tabacchi
53
Mogavero Stefano
Via Isnello, 2
54
Sabatino Caterina
Via Palermo, 52
Tabacchi
Tabacchi ed articoli regalo
varie
40
41
42
43
44
Autocenter di Nicola
Orlando
Tanese Fabio
COMMERCIO AREE PUBBLICHE
N.
DENOMINAZIONE
Via Palermo, 107-111
SEDE
55
Chiappone Antonino
Via Benincasa, 2
56
Cappello Diego
c.da Gatto
57
Sottile Lucio
Via Saffi, 9
58
Restivo Giovanni
Via Brodoloni, 4
59
D’Agostaro Enzo
Via Schicchi, 4
60
Iocolano Giuseppe
Via Montegrappa, 21
TIPOLOGIA
Alimentare (frutta e
verdura)
Alimentare (frutta e
verdura)
Alimentare (frutta e
verdura)
Alimentare (frutta e
verdura)
Alimentare (salumi e
formaggi)
Alimentare (salumi
formaggi)
61
Testaiuti Michele
Piazza Garibaldi, 3
62
Colombo Giuseppe
Via Palermo, 70
63
Sottile Vincenzo
Via Castello, 12
64
Barbera Angelo
Via Bagherino, 20
PUBBLICI ESERCIZI
N.
DENOMINAZIONE
Alimentare (salumi e
formaggi)
Alimentare (frutta e
verdura)
Alimentare (frutta e
verdura)
Alimentare (frutta e
verdura)
SEDE
TIPOLOGIA
65
Barranco Filippo
Piazza Mazzini, 1
Bar, panineria
66
D’Agostaro Sebastiano
Piazza Mazzini, 3
Bar
67
Sealtur snc
c.da Drinzi
Trattoria, pizzeria, bar
68
Traina Pietro
Via Isnello, 76-78
Trattoria
69
Camilleri Giuseppe
Via Palermo, 58
Rosticceria
70
Ecotecna srl
c.da Bartuccelli
Ristorante, bar
71
Simply eat and travel srl
Trattoria, pizzeria, bar
72
Cirrito Maria Rita
73
Lapi Michele
74
Fratelli Battaglia snc
c.da Gatto
c.so Vittorio
Emanuele, 27
Via Palermo, 31
c.so Vittorio
Emanuele, 34
c.so Vittorio
Emanuele, 62
c.da Costa Schiavo
75
76
77
78
79
80
Civello Antonino snc di
Failla Michelangelo e C.
Panzanella Calogero
Fratelli Peri di Peri
Vincenzo e C.
Rinaudo Salvatore
Bar centrale di Mogavero
Filippo e Salvatore snc
Pascal Mineo
AGRITURISMI
DENOMINAZIONE
Arione di Sperandeo
Giuseppa
Bar
Bar, pizzeria
Bar
Bar
Pizzeria bar
Via Palermo, 61
Bar
c.da Pizzillo
c.so Vittorio
Emanuele, 26
Ristorante
Bar
bar
SEDE
c.da Pozzetti
Franzò Giuseppe
c.da Chiusilla
Pucci Donatella
c.da Gargi di cenere
Invidita Sandra
c.da S. Anastasia
Cangelosi Matteo
c.da Tabarani
TIPOLOGIA
Ricezione e
somministrazione
Ricezione e
somministrazione
Ricezione e
somministrazione
Ricezione, vendita prodotti
agricoli, fattoria didattica
Ricezione e
somministrazione
Mandra Chiusilla di
Franzò Giuseppe
c.da Chiusilla
Ilardo Lorenzo
c.da Favara
Pucci di Benischi Alvise
c.da Gargi di Cenere
TURISMO RURALE
DENOMINAZIONE
L’Antico podere del nonno
di Ortolano Fabrizia
Casena Mongerrati di
Messina Maria Concetta
Ricezione e
somministrazione
Ricezione e
somministrazione
Ricezione e
somministrazione
SEDE
TIPOLOGIA
c.da Pozzetti
c.da Mangiatoria
Bed & Brekfast
DENOMINAZIONE
Di Gaudio Antonio (Sealtur
snc)
Paropo di Federico
Gianfranco
L’Agrumendo di Scortino D
SEDE
c.da Drinzi
c.da Favara
c.da Gennara
CASA VACANZA ALBERGO
DENOMINAZIONE
Ecotenca srl
TIPOLOGIA
SEDE
TIPOLOGIA
c.da Bartuccelli
CASEIFICI
DENOMINAZIONE
SEDE
Invidiata Grazia
c.da S. Anastasia
Lo Curto Antonino
c.sa S. Agata
Dispenza Illuminato
Via Palermo, 131
Azienda Cirrito
c.da Gianbardaro
PRODUTTORI AGRICOLI
DENOMINAZIONE
TIPOLOGIA
Caseificio e macelleria rurale
SEDE
TIPOLOGIA
Russo Angela
Via Isnello
Miele
Dispenza Gandolfo
c.da Croce
Prodotti ortofrutticoli
Gulioso Matteo
c.da Pozzetti
Prodotti ortofr. Olivic. Agrumic.
Inzinna Salvatore
c.da Ventisalme/pozzetti
Prodotti ortofr. Olivic. Agrumic
Messina Pietro
c.da Ventisalme
Uova
Vetrina Interattiva 32" - 42" a Video Proiezione
Installazione a soffitto
Installazione a pavimento
Vetrina Interattiva 32" / 42"
Composta da:
1 x Videoproiettore
1 x Personal Computer
1 x Scheda acquisizione Video
1 x Telecamera Infrarosso
1 x Illuminatore Infrarosso (Opz.)
1 x Schermo retroproiezione
1 x Software gestione touch.
Vetrina interattiva da Retrovetrina
Installazione
Vetrina Interattiva 19”
Display Touch Screen da Retrovetrina
CPU Dual Core T2130
RAM 1024 Mb, HDD 80 GB
Lettore Combo, Scheda Wireless
Dimensioni: 432 x 363 x 80 mm
DESCRIZIONE TECNICA
Gennaio 2001
TIPOLOGIA FIORIERA
MODELLO 2203.000
SCALA
1:10
MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI
Descrizione
Fioriera formata da elementi in ghisa UNI EN 1561, il tutto corrispondente per forma, misure e decori vari al disegno che del progetto fa parte
integrante.
La fioriera è composta come segue:
1°) da un piedistallo in ghisa alto cm 7, diametro inferiore cm 41, superiore cm 26, a forma tronco conica con il lato a forma di onda, dotato di un
foro (B) (diam. cm 2,0) per il drenaggio dell'acqua e di tre fori (C) (diam. cm1,4) per il fissaggio al suolo con murature o tirafondi. Il piedistallo
viene fissato alla vasca (2°) con tre viti (A) M10 in acciaio inox;
2°) da una vasca in ghisa con funzione di fiorera alta cm 33, a forma tronco conica (diametro superiore cm 100, inferiore cm 28,5) con il lato a forma
di onda, dotata nella parte superiore di un anello (spessore cm 5).
L'altezza totale della fioriera è di cm 40, il diametro cm 100. Il volume contenuto dalla vasca è di dm3 115, ed il peso totale è circa Kg. 134.
Protezione delle superfici in ghisa
La protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi attraverso le seguenti fasi:
sabbiatura; una mano di primer monocomponente allo zinco; una mano di primer epossidico bicomponente al fosfato di zinco; una mano
applicata per immersione di primer sintetico a base di resine alchidiche; una mano a finire di smalto alchidico.
5
2°
A
ø 28,5
ø 26
1°
C
B
Sezione - Esploso
7
40
33
ø 100
2°
1°
ø 41
Prospetto
3
Cassa orologio
Gennaio 2001
F
A B
TIPOLOGIA OROLOGI
MODELLO 2205.000
SCALA
1:20
C
D
E
2°
MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI
Descrizione
Orologio su mensola in fusione di ghisa UNI EN 1561 e
alluminio UNI 4514, il tutto corrispondente per forma,
misure e decori vari al disegno che del progetto fa parte
integrante.
L'orologio è composto come segue:
1°) da una mensola sporgente cm. 46 alta cm. 60, con
raggio di curvatura di cm. 37. La mensola è decorata
da otto scanalature lungo il tronco curvo (spessore
cm. 5,5) e da due cubi con pigna liscia; il cubo
inferiore è decorato a sua volta con rosette, nella sua
parte alta si delinea l'innesto per la cassa dell' orologio; il cubo superiore è dotato di una piastra quadrata
(lato cm. 16) opportunamente sagomata, tale piastra
è munita di 4 fori Ø1,2 con interasse di cm. 12,8 per
il fissaggio a muro. La mensola è ottenuta da un'unica
fusione di ghisa.
2°) da una cassa orologio alta cm. 71, larga cm. 61,5,
composta da i seguenti elementi:
D - un telaio centrale in fusione di alluminio, fissato
alla mensola con due viti M10 in acciaio inox (a);
F - una corona in fusione di alluminio, decorata da
dieci spicchi e fissata al telaio centrale;
A- due cornici circolari esterne in fusione di alluminio,
decorate da piccole borchie sulla circonferenza e
fissate alla cassa ognuna con quattro viti M6 (b);
B - due schermi protettivi in materiale plastico trasparente (PMMA);
C - due quadranti segna tempo con numerazione in
stile romano, realizzati in materiale plastico color
bianco opalino (PMMA) completi ognuno di meccanismo al quarzo, lancette segna ore e minuti e viti di
fissaggio in ottone (c);
E - una scatola in materiale plastico contenente il
dispositivo elettronico che consente la ricezione e il
sincronismo via radio con automatica variazione dell'ora legale e solare. L'alimentazione avviene tramite
speciali batterie al litio che ne garantiscono il funzionamento per diversi anni.
L'altezza totale dell'orologio è di cm. 90, la sporgenza
massima è di cm. 77.
B A
C
b
c
c
b
a
Fianco
Esploso
90
77
Prospetto
61,5
F
71
2°
16
1°
60
Protezione delle superfici in ghisa e alluminio
La protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi
attraverso le seguenti fasi:
sabbiatura;
una mano di primer monocomponente allo zinco;
una mano di primer epossidico bicomponente al fosfato di zinco;
una mano applicata per immersione di primer sintetico a base di resine alchidiche;
una mano a finire di smalto alchidico.
La protezione delle superfici in alluminio è da ottenersi
attraverso le seguenti fasi:
sabbiatura;
una mano di primer epossidico bicomponente
una mano a finire di smalto alchidico.
a
R 37
Ø 1,2
5,5
46
Esploso
4
16
12,8
12,8
DESCRIZIONE TECNICA
DESCRIZIONE TECNICA
Gennaio 2001
TIPOLOGIA CESTINI PORTARIFIUTI
MODELLO 2274.000
SCALA
1:10
MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI
44
31
PROSPETTO
FIANCO
C
e
ø 3,3
1°
2°
d
c
b
a
33
ø 11,5
ø6
A
ESPLOSO
ø 15
7,5
6
53,5
B
14
Protezione delle superfici in ghisa e lamiera zincata
La protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi
attraverso le seguenti fasi:
sabbiatura;
una mano di primer monocomponente allo zinco;
una mano di primer epossidico bicomponente al fosfato di zinco;
una mano applicata per immersione di primer sintetico a base di resine alchidiche;
una mano a finire di smalto alchidico.
La protezione delle superfici in lamiera zincata è da
ottenersi attraverso le seguenti fasi:
una mano di primer epossidico bicomponente;
una mano a finire di smalto alchidico.
93
Descrizione
Cestino portarifiuti in fusione di ghisa sferoidale UNI EN
1563, acciaio FE 360 UNI 7810 e lamiera di ferro zincata
a caldo UNI EN ISO 1461, il tutto corrispondente per
forma misure e modanature varie al disegno che del
progetto fa parte integrante.
Il cestino portarifiuti è composto come segue:
1°) da una struttura porta cesto, realizzata da una colonnina
(A) in ghisa sferoidale, alta cm.33, con alla base una
flangia (diam. cm. 15), un corpo centrale (diam. cm.
6), sormontato da una scozia e un toro (a) (diam. cm.
11,5), e una parte superiore formata da un cubo (b) ed
un elemento decorativo a forma di pigna (c); un tubo
(B) in acciaio (diam. cm. 3,3) piegato e fuso unitamente
all'elemento A, completo di due boccole (d) per il
fissaggio del cesto tramite due viti M8; due elementi
(C) in fusione di ghisa, a forma di cubo (lato cm. 5),
saldati al tubo B, sui lati interni vi sono due boccole (e)
per il fissaggio al cesto tramite due viti M8;
2°) da un cesto realizzato in lamiera di ferro zincato,
spessore 15/10, alto cm.53,5 diametro cm. 30; il fondo
del cesto è dotato di fori per consentire all'acqua di
defluire.
L'altezza del cestino è di cm. 93, la larghezza massima di
cm.44, la muratura (fusa unitamente all'elemento A) è
alta cm.14.
Il volume di rifiuti che può essere contenuto è di litri 37.
105
91
DESCRIZIONE TECNICA
Gennaio 2001
TIPOLOGIA STENDARDO
MODELLO 2291.000
SCALA
1:20
MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI
101
Descrizione
Stendardo formato da elementi in ghisa UNI EN 1561 e
acciaio FE 510 UNI 7810, il tutto corrispondente per forma,
misure e decori vari al disegno che del progetto fa parte
integrante.
Lo stendardo è composto come segue:
1°) da due elementi di base in ghisa alti cm 13, a forma tronco
conica (diam. inferiore cm 14, superiore cm 7), decorati
nella parte centrale e superiore da venti piccole scanalature (A). Ogni elemento viene fissato al tubo portante
4° tramite un grano M6;
2°) da due elementi intermedi in ghisa alti cm 8, con funzione
di raccordo fra i tubi portanti 4° e il tubo inferiore 5°. Gli
elementi sono a forma di cubo, decorati sulle facce
anteriore e posteriore da rosette (B) e sulla faccia
esterna da una piccola sfera;
3°) da due elementi terminali in ghisa alti cm 14, con funzione
di raccordo fra i tubi portanti 4° e il tubo superiore 5°. Gli
elementi sono per la parte inferiore a forma di cubo,
decorati sulle facce anteriore e posteriore da rosette (C)
e sulla faccia esterna da una piccola sfera. La parte
superiore degli elementi è composta da una sfera contenuta da otto spicchi (D);
4°) da due tubi portanti alti cm 275 (diam. cm 4,8) in acciaio
zincato a caldo UNI EN ISO 1461, di cui cm 50 andranno
cementati nei plinti di fondazione (F). Ogni tubo è predisposto di due attacchi per il sostegno del pannello
pubblicitario;
5°) da due tubi in acciaio zincato a caldo UNI EN ISO 1461
lunghi cm 85,5 (diam. cm 3,3). Ogni tubo è predisposto
di due attacchi per il fissaggio del pannello pubblicitario;
6°) da un pannello pubblicitario composto da:
un telaio esterno (E) alto cm 109, lungo cm 79, realiz
zato con profilato angolare (mm 40 x 20 x 5) di acciaio
zincato a caldo UNI EN ISO 1461, dotato di attacchi per
il fissaggio ai tubi di sostegno 4° e 5°;
un telaio interno alto cm 107,5, lungo cm 77,5, realizza
to in profilato piatto (mm 30 x 5) di acciaio zincato a
caldo;
da un pannello in lamiera zincata (spess. 2 mm), alto
cm 106, lungo cm 76, fissato con 14 viti M6 in
acciaio inox fra i due telai in acciaio.
Il pannello pubblicitario viene fissato ai sostegni con 8 viti
M8 in acciaio inox (a).
Lo spazio pubblicitario utile è: altezza cm 101, lunghezza
cm 71.
L'altezza totale dello stendardo è di cm 230, la lunghezza cm
105 e l'interasse fra i sostegni cm 91.
230
71
Prospetto
D
85,5
14
3°
5°
ø 3,3
3°
C
109
6°
M6
b
79
M8
B
E
8
225
a
Protezione delle superfici in ghisa e acciaio zincato
La protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi attraverso le seguenti fasi:
sabbiatura;
una mano di primer monocomponente allo zinco;
una mano di primer epossidico bicomponente al fosfato
di zinco;
una mano applicata per immersione di primer sintetico a
base di resine alchidiche;
una mano a finire di smalto alchidico.
La protezione delle superfici in acciaio zincato è da ottenersi
attraverso le seguenti fasi:
una mano di primer epossidico bicomponente;
una mano a finire di smalto alchidico.
275
5°
ø 3,3
2°
2°
85,5
4°
4°
ø 4,8
ø7
1°
1°
13
A
F
7
F
Esploso
50
ø 14
DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
Arte a Collesano
La cittadina di Collesano
rappresenta, sicuramente per
ogni visitatore, il posto
ideale per chi vuole vivere la
natura,
per
un
relax
tranquillo
e
rilassante,
addentrarsi nel fascino delle
testimonianze
culturali,
monumentali, artistiche, religiose e sportive e, scoprire il
gusto dei prodotti tipici e gastronomici locali.
Inoltre, vivere le intense emozioni delle feste religiose,
delle manifestazioni tradizionali e di svago. Il territorio di
Collesano, porta naturale del Parco delle Madonie, unisce
quindi, l’incanto dei suoi luoghi, del paesaggio naturale, con il fascino della sua ricchezza
storica,
artistica,
monumentale,
scultorea
e
pittorica.
Il territorio di Collesano concede momenti di vera suggestione e fa rivivere in ogni punto
uno scampolo del nostro passato e della nostra storia. Altro elemento distintivo sono i
suoi abitanti, cordiali, premurosi con gli ospiti.
ITINERARIO STORICO NEL CENTRO URBANO
La prima consistenza urbana del paese si ebbe in epoca
normanna e si sviluppo attorno al Castello con l’antico
quartiere “Bavarino”.
In questo quartiere sono ubicati: il Castello, purtroppo oggi
rimangono poche tracce dell’impianto originario e la Chiesa
S. Maria La Vecchia titolata inizialmente a S. Nicolò di
Bari, primo Santo Patrono di Collesano dopo la conquista
Normanna.
Collesano durante il ‘400 vive un periodo di espansione
economica ed urbanistica. Nel 1451 i Francescani
Conventuali si trasferirono nel nuovo convento con annessa la chiesa crollata
definitivamente nel secolo scorso. Nello stesso periodo si costruisce la Chiesa di S.
Giacomo, con la sua Piazza Grande e alla fine del secolo iniziarono i lavori della nuova
Chiesa Madre: la Basilica minore di S. Pietro.
Il Monastero benedettino di S. Caterina fondato col contributo di Giovanni De Jorno, fu
costruito all’inizio del ‘500 ma, purtroppo nel 1976 crollò la chiesa di S. Caterina, mentre
il complesso monastico è stato riadattato a Scuola Elementare (Via Tommaso Villa).
Intorno alla metà del ‘500 fu costruito il Convento di San Domenico (oggi il palazzo è
sede municipale) e alla fine del ‘600 lo sviluppo urbanistico collesanese è tracciata: il
Castello e le adiacenze del convento di S. Domenico. Con la costruzione del convento e
la chiesa di S. Maria di Gesù, 1612, in zona periferia, secondo la tradizione Francescana,
si delimita definitivamente l’impianto urbanistico.
Su via Roma emerge il Municipio, ex Convento Domenicano, costruito col sostegno della
Contessa Susanna Gonzaga, moglie di Pietro Cardona, all’interno è significativa la visita
alla “Sala dei Sindaci” con un tavolo in legno intarsiato dedicato alle Vittime della mafia,
di recente ristruttirazione. La stessa struttura al primo piano, adiacente al Municipio, con
ingresso dalla parte destra, ospita da qualche anno il “Museo Targa Florio” che raccoglie
immagini, foto inedite, documenti e cimeli della più antica gara del mondo, su strada, che
tanto onore ha dato a Collesano e alla Sicilia.
Attiguo al palazzo municipale la Chiesa dell’Annunziata Nuova o del Rosario. La chiesa
a pianta centrale con una sola navata con 8 cappelle laterali
e un tiburio di forma esagonale. All’interno è conservato,
all’entrata, la tomba monumentale marmorea del Conte
Antonio Ventimiglia, della moglie Alvira Moncada e della
figlia Costanza datate 1460 e nella parte inferiore, la tomba
del Conte Pietro Cardona.
Fra le altre opere d’arte in essa custodite di pregevole
interesse è il quadro della “Madonna del Rosario” del primo
’600, attribuibile allo Zoppo di Gangi e la tela di buona
fattura della “Circoncisione” (1634) del pittore locale
Giovanni Giacomo Lo Varchi (1606 - 1683).
la Fontana Quattro Cannoli costruita sul finire del 1876
dall’Ing. Diliberto D’Anna, sull’omonima piazza, di forma
circolare con 4 cannelle, nella parte centrale un basamento
a tronco di cono è rialzato da un putto metallico poggiante
su un grosso pesce nell’atto di suonare un corno.
La Basilica di S. Pietro, o chiesa Madre, per il suo patrimonio artisticostorico è sicuramente una delle più importanti chiese delle Madonie, e
seconda, per dimensione, solo a quella di Cefalù. La pianta della chiesa
è a 3 navate, ampia la navata centrale e minori le due laterali, sorrette
da 14 colonne di base poligonale.
Rappresenta un segno architettonico caratteristico del paese la
bellissima scalinata su P.zza Duomo. L’ingresso originario era quello
laterale destro sormontato da un portale gotico–catalano prospiciente su
P.zza Plebiscito (u chianu da misericordia), nella quale insiste, fissata
alla navata laterale della chiesa, la Torre di Guardia sicuramente del
periodo normanno, come testimonia l’elegante bifora dallo stile duecentesco. La torre
che ha subito diversi interventi, venne utilizzata come torre campanaria fino al 1912.
La costruzione della chiesa ebbe inizio alla fine del ’400, e venne completata solo nel
1548. Le tre navate sono coperte da un tetto ligneo a capriate, decorato. Nel 1652 venne
rifatto il prospetto della chiesa che rimarrà fino ai primi anni del ‘900.
I cambiamenti effettivi avvenuti nella facciata sono la presenza delle due nuove torri
campanarie che superano una per lato il prospetto. Nel 1985 nelle due piccole nicchie
della parete del primo ordine, vengono poste due statue in bronzo che raffigurano i Santi
Basiliani nativi di Collesano: Saba e Macario, vissuti intorno all’anno 1000. Del primo
periodo permangono la statua della Madonna della Presentazione al tempio (1546) nella
nicchia a sinistra e la tribuna marmorea della Cappella del Sacramento. Un bassorilievo
raffigurante i dodici Apostoli forse di scuola gaginiana, ai lati del Tabernacolo e
un’Acquasantiera datata inizio ’500.
Attaccato alla navata centrale, sospeso a mezz'aria, il complesso ligneo intagliato del
Crocifisso della Provvidenza, un esemplare unico in Sicilia per la sua laboriosità e
ricchezza di rilievo, realizzato da G. Di Marzo e Vincenzo Pernaci, maestri intagliatori e
da Sillaro per la parte pitturata. Mostra un motivo a candeliere con bracci reggi-dolenti in
cui poggiano le sculture della Madonna e di S. Giovanni, centralmente il Crocifisso
inserito in una croce dai capicroce gigliati. È dipinta la figura del Risorto sull'avello
scoperchiato e nei bracci e nei capicroce sono tracciate le figure dei profeti Geremia,
Isaia e David e dei Padri della Chiesa Gregorio Magno, Agostino, e Ambrogio. Nella
parte finale si riscontra la data 1555 e la firma del pittore.
Inoltre, troviamo le statue lignee di S. Giovanni Battista e di S.
Rocco. Accanto all’ingresso è situata una Portantina settecentesca.
Il Fonte Battesimale marmoreo, situato a destra entrando, è datato
1651 da Antonino Ardizzone.
Spicca per la sua particolare forma il Porta Ostensorio Quaresimale
del XIX sec. , opera di notevole pregio è il Ciborio Marmoreo nella
navata destra attribuito a Domenico Gagini. Accanto al Ciborio
realizzato dall’argentiere palermitano Giacinto Omodei il Paliotto
dell’altare maggiore.
l’Organo di Antonino La Valle, di eccellente fattura è realizzato nel
seicento, la parte frontale decorata con 13 pannelli ad opera del
pittore Geronimo Lombardo.
Fa mostra sul presbiterio il Coro ligneo, composto da 40 stalli ed attribuito a Jacopo
Mangio e alle maestranze locali, alla fine del ‘500.
Due imponenti statue, attribuite a Giuseppe Li Volsi, raffiguranti gli Apostoli Pietro e
Paolo, sono ubicate nei basamenti dell’arco trionfale. Mentre sono state pitturate da
Vazzano (lo Zoppo di Gangi) i grandi affreschi che riportano le storie dei Santi Pietro e
Paolo presenti nel cappellone e di alcune storie della vita
di Cristo riprodotte nella volta.
Nella navata di sinistra troviamo la Cappella oggi dedicata
alla Madonna dei Miracoli. La costruzione ha avuto inizio
nel 1632 e, poi, è stata decorata con affreschi e stucchi dal
collesanese Giuseppe G. Lo Varchi.
Questa cappella contiene, anche, una cassa di legno con
pennellate oro in cui sono custodite le reliquie dei SS.
Martiri: Marco, Giacinto e Balilla, traslate intorno al 1660.
Nel 1846 venne trasferita la tela dell’Annunciazione, nota
come il Quadro della Madonna dei Miracoli patrona e
avvocata del paese.
Nel ‘600 vennero aperte dieci Cappelle lungo le due
navate laterali, murate nel secondo dopoguerra per motivi
di stabilità dell’edificio.
L’ex Chiesa di S. Giacomo, (patrono di Collesano fino al 1641) oggi è adibita a
manifestazioni culturali e religiose dopo il completamento del restauro. La struttura la cui
costruzione risale intorno al 1470 realizzata con il sostegno dei Cardona, conti di
Collesano, subì il crollo della navata sinistra. A questo complesso è fissata in un piano
sottostante la fontana dei “Due Cannoli” ricostruita nel 1876 con progetto dell’Ing.
Diliberto D’Anna.
La Chiesa dei SS Sebastiano e Fabiano, chiamata del Collegio (delle figlie della Croce) è
la più antica chiesa costruita fuori le mura del quartiere Bavarino, si presenta con una
sola navata con quattro cappelle laterali dedicate al Crocifisso, a S. Sebastiano, a S.
Michele Arcangelo e alla Madonna col Bambino tra S. Giovanni della Croce e S. Teresa
d’Avila.
Nella parte absidale, è collocata una grande tela datata 1688 che riproduce nella parte
alta, la Sacra Famiglia e in basso (come era nel ‘600) l’abitato di Collesano (prima del
terribile terremoto del 1693). Inoltre, al suo interno, accoglie la vara del “Cristo
nell’Urna” che viene portata in processione durante il Venerdì Santo.
Risale al periodo normanno (1140) la Chiesa di S. Maria la
Vecchia, essa, ha un impianto a tre navate, inizialmente
titolata a S. Pietro, successivamente dal ‘300 dedicata a
Maria Assunta. La facciata della Chiesa è caratterizzata
dall’originale arco acuto di età normanna e dalla torre è
caratterizzata dalla policroma guglia maiolicata a
testimonianza della tradizione dell’arte ceramica
collesanese. I circa 4000 mattoni policromi sono disposti
uno sopra l’altro, con un particolare sistema ad incastro e
sono stati ideati e prodotti proprio dalle fornaci locali nel
‘600 e provenienti dalla chiesa di S. Giovanni Battista,
crollata intorno al 1932.
Intorno al ‘600, sono state apportate trasformazioni del
presbiterio, con una presenza di affreschi e decorazioni di
stucchi rappresentanti la storia della Vergine Assunta, a cura di Giovanni Lo Varchi.
All’interno sono presenti la scultura lignea policroma della Vergine Assunta realizzata
nel XVI sec. di interessante lavorazione e una splendida statua in marmo della Madonna
col bambino attribuita al Gagini (1516).
La cappella di destra è dedicata a S. Lucia martire (protettrice degli occhi). Ogni 13
dicembre e per tradizione al termine della Santa Messa vengono offerti “gli occhialeddi”,
biscotti a forma di occhiali e preparata la cuccia. La
cappella di sinistra è dedicata al Crocifisso.
In prossimità della Chiesa, una piccola via conduce tra i
ruderi del Castello, di origine normanna, che nel periodo di
splendore, ebbe diversi proprietari: Nel 1194 i normanni, lo
cedettero al vescovato di Palermo per poi passare ai Cicala,
ai Ventimiglia, ai Cardona, gli Aragona e ai Moncada.
Sotto il dominio di quest’ultima famiglia, il castello ebbe
un periodo di grande splendore culturale e teatrale per le
rappresentazioni, spesso a carattere religioso, messe in scena dall’Accademia degli
Offuscati. Purtroppo a causa del terremoto dell’11 gennaio 1693 viene reso inutilizzabile.
Oggi rimangono solo qualche brandello delle mura perimetrali e poche tracce
dell’impianto urbanistico.
Dalla Piazza Rosario Gallo (dedicata allo storico collesanese) attraversando Via Collegio,
arriviamo “u stazzuni” antico quartiere di S. Francesco che, nel ‘600 era sede di
numerose officine di ceramisti; apprezzate la fattura e le decorazioni dei manufatti in
tutta la Sicilia. Sono in fase di restauro le antiche fornaci, e in ristrutturazione le strutture
che ospiteranno il Museo della Ceramica.
Nella parte opposta del paese, la Chiesa di S. Maria di Gesù con annesso il Convento dei
Frati Minori Osservanti Riformati. Fu fatta costruire nel 1611 da Maria Aragona e moglie
di Francesco Moncada Conte di Collesano con l’annesso Convento. Aveva in tutto 32
stanze e un chiostro circondato da 12 colonne di pietra, nei capitelli delle colonne sono
scolpiti gli stemmi dei devoti, che parteciparono alle spese.
Dopo il 1866, anche il convento dei Frati Minori venne chiuso e l’edificio passò prima al
demanio dello Stato e poi al Comune che lo adibì prima a caserma, poi a carcere ed oggi
a biblioteca.
Recentemente il chiostro è stato restaurato e viene usato per mostre ed eventi culturali.
Il prospetto della chiesa e la pavimentazione sono stati rifatti nel 1950. L’interno della
chiesa è ad una sola navata, e presenta 6 altari laterali. Fra le opere d’arte in essa
custodite il Quadro della Porziuncola, la tela è datata 1625 di Gaspare Buzzata. L’altare
maggiore scolpito in legno e con intarsi in madreperla custodisce un artistico
Tabernacolo.
Il Crocifisso, opera scultorea lignea, è ubicata nella
cappella in fondo a sinistra dell’unica navata della Chiesa di
S. Maria di Gesù (con annesso complesso conventuale dei
Frati Minori Osservanti Riformati).
Il Crocifisso, vera e propria opera d’arte è stata scolpita e
pitturata nel 1635 da Fra’ Umile da Petralia (1600-1639), il
cui vero nome è Giovanni Francesco Pintorno. L’opera a
tutto tondo presenta una singolarità: il volto del Cristo a
seconda da dove viene osservato (con particolare interesse), presenta tre espressioni
differenti: agonizzante da sinistra, sorridente al centro e morto a destra. Il SS. Crocifisso
è anche compatrono locale sin dal 1635.
I festeggiamenti del SS. Crocifisso si svolgono nei giorni 13 e 14 settembre. La
manifestazione religiosa viene curata dal Comitato omonimo con la direzione del rettore
della Chiesa di S. Maria di Gesù e con il patrocinio del comune di Collesano.
Dal lato opposto vi è l’altare della Madonna della Visitazione con l’immagine marmorea
della vergine scolpita dal palermitano Carlo Aprile.
I Domenicani si stabilirono a Collesano, attorno alla metà
del ‘400 e presero possesso della chiesa dell’Annunziata
Vecchia, ubicata in prossimità del cimitero. Nel corso dei
secoli, questa struttura, fu curata da tre ordini religiosi
(Domenicani, Carmelitani e Cappuccini).
Oggi versa in uno stato rovinoso ed è priva di arredi sacri,
anche se la Chiesa possedeva un ricco patrimonio di opere
d’arte che, dopo la sua chiusura al culto, è stato trasportato
in altre chiese di Collesano, anche il famoso quadro di Maria SS.ma dei Miracoli
ritoccato dal collesanese G. G. Lo Varco nel 1643.
Dell’Annunziata Vecchia, si ricorda per una serie di eventi che la tradizione locale
identifica come i miracoli di Maria Santissima, (poi patrona di Collesano), a partire dal
27 aprile 1571.
L’8 Settembre 1641 fu solennemente confermata e proclamata dai
Giurati, dal Clero e dal popolo MARIA SS. DEI MIRACOLI
celeste PATRONA di Collesano né è testimonianza un atto
pubblico del notaio Pietro Tortoreti del 29 Giugno 1643.
La tela dell’effigie miracolosa, nel 1926, fu definitivamente
trasferita dalla chiesa dei Cappuccini o Madonna dei Miracoli, alla
Chiesa Madre.
Suggeriamo anche, una visita all’antica Abbazia di
Pedale, una delle più antiche abbazie della Sicilia,
fondata nel 1130 dai monaci basiliani, ai quali
subentrarono i Benedettini tra il 1310-1347. Il
complesso monastico, oggi ridotto in abbandono, ha una pianta
quadrangolare con corte interna. La cappella presenta un portale ad arco
acuto e all’interno, unico elemento rilevante un ciborio in pietra con lo
stemma dei Cardona.
L'HABITAT COLLESANESE
L’AMBIENTE E LO SPETTACOLO DELLA NATURA
Il territorio di Collesano da un punto di vista dell'ambiente
naturale, presenta un grande valore paesaggistico e anche
naturalistico.
La notevole differenza ambientale di altitudine che si
sviluppa da 11 metri s.l.m. fino a circa 1656 metri di quota
dei suoi monti, ha permesso diverse varietà vegetative ed
arbustive, e soprattutto un sicuro rifugio per varie specie di
mammiferi e volatili. Il territorio ricco di macchie
vegetative, presenta numerosi sentieri e tracciati naturalistici, che suggeriscono
passeggiate a piedi, a cavallo, in mountain bike; anche per
praticare vari sport all’aperto.
I visitatori e i naturalisti possono ammirare splendidi paesaggi
di una natura incontaminata, ricchi di colori, essenze, di
poesia, e possono anche imbattere con animali selvatici.
Questi sono le principali caratteristiche del massiccio
montuoso sopra Collesano nel corso dei vari periodi
geologici.
Il territorio, parte del quale ricade all'interno del Parco delle Madonie, si colloca sul
versante nord-occidentale del gruppo montuoso delle Madonie occidentali. I rilievi che
cingono il paese e ne caratterizzano il paesaggio e le specificità morfologiche e
vegetative sono: Monte Castellano (1.656 mt.), monte Cucullo (1.311 mt.), Pizzo
Giammarusa (1.064 mt.) e Monte d'Oro (808 mt.). Quest’ultimo che si erge isolato ad
ovest del centro abitato, possiede delle vicenda storiche tutte da esplorare.
Il centro urbano di Collesano si erge su una superficie collinare ubicata ai piedi del monte
Poggio Grotta del Signore (897 m s.l.m.) ed è diviso da due fiumiciattoli a regime
torrentizio, il Mora a settentrione e il Zubbio ad Occidente, entrambi si congiungono a
valle nel torrente Roccella.
Diversificata la fasce vegetativa con varietà di essenze arboree e arbustive, a partire dalla
fascia collinare, fino a 600 mt. Passiamo da un tipico paesaggio agreste fatto di uliveti, di
vigneti e di agrumeti fino alle ampie aree seminative.
Quando si passa alla fascia più alta (> 600 mt.), ci ritroviamo in presenza della macchia
mediterranea, in alcuni casi, caratteristico il sottobosco dei querceti, delle roverelle e
delle sughere. Fino ai 1.000 metri i sughereti lasciano spazio ai lecceti, il cui sottobosco è
costituito da specie di notevole interesse botanico: felci, rose peonie, orchidee, ciclamini
ed anemoni. Sopra i 1.000 mt. il faggio è la specie arborea predominante.
ESCURSIONI NEL PAESE DI COLLESANO
o dell’area urbana del centro storico:
Avviandosi dalla Chiesa Madre o Basilica di San Pietro che custodisce all’interno interessanti
affreschi dello «Zoppo di Gangi» con le storie evangeliche dei Santi
Pietro e Paolo, la tela dell’Annunciazione chiamato dai fedeli quadro
della “Madonna dei Miracoli” e una interessantissima ed unica
struttura intagliata in legno “Crocifisso della Provvidenza” del XVI
sec., ed altre importanti opere scultoree, tele, oggetti.
Si può percorrere la via Vitt. Emanuele e pervenire alla fontana «due
cannoli» del 1877, appoggiata, in un livello più basso, all’ex Chiesa
di S. Giacomo, costruita alla fine del ‘400, procedendo si perviene all’antico quartiere dei
ceramisti, rione “Stazzone”, (che ospiterà il “Museo della Ceramica”, maioliche uniche dal XVII
sec. al XX sec.), e riprendendo il percorso verso valle, si sopraggiunge all’altra fontana detta
«Mora» del XVII sec.
Iniziando invece, il percorso da Piazza Mazzini, “Carricaturi”,
percorrendo il corso principale a valle, si osserva nella sua
magnificenza strutturale, l’ex convento domenicano del sec. XVI, oggi
palazzo Municipale, al cui interno è collocato il “Museo «Targa
Florio», singolare esposizione di foto, cimeli e oggetti, della corsa su
strada, più antica del mondo, inventata
da V.zo Florio.
Nella parte finale del complesso architettonico, si può visitare la
chiesa dell’Annunziata Nuova, detta del Rosario, del XVI sec. e,
a poca distanza, si raggiunge la P.zza “Quattru Cannola” con
l’omonima fontana. Lungo la via, verso la parte alta, si giunge
alla Chiesa Madre (Basilica di S. Pietro sec. XV), dove si
possono ammirare all’esterno la bellissima scalinata e
lateralmente la torre normanna, ex torre campanaria. Inoltrandosi
per le viuzze, verso la parte alta, perveniamo nella chiesa di S. Sebastiano (XIII sec.) che
conserva la tela della “Sacra Famiglia” (dove nella parte bassa dell’opera vediamo il panorama
seicentesco di Collesano), e successivamente per una salita, la chiesa S. Maria la Vecchia di
impianto normanno del XII sec. (all’interno affreschi, tele e sculture) e, infine, i ruderi del
castello anch’esso del sec. XII.
Nel territorio collesanese:
I resti dell’Abbazia di Pedale fondata nel 1130, a 558 s.l.m., dell’Abbazia di S.
Giorgio del periodo normanno, sec. XIII, a 668 s.l.m., il Monte d’Oro dove esistono
i resti di una città di impianto medievale a 808 s.l.m.
Una visita al Casale Volpignano 883 s.l.m. e, inoltre, potete fare visita a Villa Lanza
e Case Rascata.
Tradizioni e folklore
Giovedì Santo
Il Giovedì Santo a Collesano è caratterizzato dai maestosi sepolcri allestiti in tutte le
chiese e il suggestivo momento della lavanda dei piedi in chiesa.
Venerdì Santo
Il Venerdì Santo rappresenta a Collesano, come un po' in tutto il territorio siciliano,un
momento centrale all'interno della Settimana Santa. I riti previsti per quel giorno sono
due: la Cerca al mattino e la processione della Morti e Passioni a sera. La Cerca è oggi
rappresentata da una Via Crucis per le vie del paese, cui prendono parte la Confraternita
del Santissimo Crocifisso e alcuni figuranti. I confrati sono vestiti con i tradizionali abiti
con "cappuccio", che non lascia riconoscerne l'identità. Disposti in fila indiana e recanti
in mano i segni della passione sono seguiti nella processione dal quadro di figuranti, che
comprende il Cristo carico della Croce e attorniato di angioletti, alcuni soldati romani,
Maria, Giovanni e le pie donne. Segue la banda e il popolo. Durante il tragitto il Cristo
"cade" per tre volte. Anticamente tale rito si svolgeva nella notte tra il giovedì e il
Venerdì Santo, e i confrati, con fiaccole accese, effettuavano la visita ai Sepolcri allestiti
nelle varie chiese, "cercando" il Signore. Da lì il nome della manifestazione. Dal 2009,
per la prima volta, le *processioni della "Cerca e Morti e Passioni" vengono trasmesse
ogni anno in streaming sul Web su Madonieventilive grazie all'iniziativa di Peppe
Nicchitta e seguite in Diretta da centinaia di Collesanesi sparsi in tutto il mondo.
Processione "Morti e Passioni"
A sera ha luogo una seconda processione cui partecipano tutte le confraternite. Vengono
in essa recate le statue di San Giovanni evangelista e di Santa Maria Maddalena, il Cristo
Morto nell'Urna, detto comunemente a Morti e Passioni, e il simulacro di Maria
Addolorata.
Festa Patronale "Maria SS. dei Miracoli”
Festa di Maria ss. dei Miracoli patrona e avvocata del popolo collesanese. Si festeggia il
25- 26- 27 di maggio di ogni anno con la suggestiva *processione per le vie del paese
giorno 26. La tela, il cui tema è l'Annunciazione dell'Arcangelo Gabriele, risale
probabilmente alla metà del '400; nel 1643 Giovanni Giacomo Lo Varco ne rinnovò i
colori, ma, superando il suo ruolo di restauratore, aggiunse nella parte alta la figura di
Dio Padre. La tela fu ulteriormente ritoccata nel 1907 dal pittore Ciofalo. Tra i due
personaggi raffigurati è posto un vaso contenente tre gigli che simboleggiano la triplice
verginità di Maria (che non fu persa né prima, né durante né dopo il parto). Dal 2009,per
la prima volta,la Processione è trasmessa ogni anno in streaming sul Web su
Madonieventilive grazie all'iniziativa di Peppe Nicchitta e seguita in Diretta da centinaia
di Collesanesi sparsi in tutto il mondo.
Corpus Domini
Festa del Corpus Domini "Corpo del Signore". Processione per le vie del paese con la
presenza di tutte le confraternite e con la costruzione degli altari "l'artara".
Sant'Antonio da Padova
Festa di Sant'Antonio da Padova. Si festeggia il 13 giugno nella chiesa di Santa Maria di
Gesù. Processione per le vie del paese con l'artistico simulacro.
SS. Crocifisso
Solennità del SS. Crocifisso. Si festeggia il 14 settembre per l'esaltazione della Croce con
la processione per le vie del paese.
Santa Lucia V.M.
13 dicembre. Festeggiamenti nella chiesa di Santa Maria la vecchia con l'artistico
simulacro di Santa Lucia.
San Vincenzo Ferreri
San Vincenzo Ferreri, che si festeggia l'ultima domenica del mese di luglio presso la
chiesa del Rosario. In questo periodo in paese sono presenti diverse manifestazioni.
'A Casazza
Rappresentazione teatrale itinerante della vita morte, passione e resurrezione di Gesù
Cristo. Lo spettacolo, unico nel suo genere, è andato in scena a Collesano per la prima
volta nel 1906, poi nel 1949, nel *1975, nel 1980 e l'ultima volta nel *1985. Queste
ultime tre edizioni sono state dirette dal regista *Niccolò Accurso di Leo.
Sport
Sono presenti le squadre di calcio della "SCD Collesano Calcio" (categoria Promozione)
e della "ASD Golisano Calcio" (3ª categoria). Tra gli altri sport spicca in particolare la
mountain bike con l'"ASD Madonie Bike" impegnata anche nel settore giovanile, con la
prima scuola nata in Sicilia.
Personalità legate a Collesano
• Macario abate, abate e santo
“U PALIU DU PIPIU” (il Palio del Tacchino)
La finalità della manifestazione è quella di rievocare, attraverso la
partecipazione e l’andatura rapida e buffa del tacchino, la vita agreste e le
origini contadine dei nostri genitori, in più, regalare momenti di svago e di
sano divertimento.
Quasi con cadenza annuale il “Circolo Sportivo”, associazione collesanese
senza fini di lucro, nata nel 1956 promuove ed organizza la
manifestazione, con buon esito di pubblico e di personalità presenti.
Indubbiamente si tratta di una manifestazione alquanto originale ed impegnativa nella sua
messa in scena.
Il “Paliu du Pipiu” rappresenta un forte momento di aggregazione sociale, di passatempo
e di divertimento estivo, grazie all’aspetto figurativo e partecipativo del tacchino “Pipiu”
che ci ricorda gli albori contadini collesanesi. Certamente fa parte di una cultura
riconoscibile subito per la sua semplicità ed umiltà che rivive e si rinnova nella
tradizione agricola e nel folklore locale madonita.
Giornate impegnate all’insegna del rilassamento e dell’allegria con i protagonisti, i
tacchini, i suoi addestratori ”capitani”, il tifo dei residenti delle 16 contrade e con la
presenza di personaggi famosi del mondo dello spettacolo.
Collesano esibisce la sua immagine singolare e genuina,
ricca di storia, arte, tradizioni, prodotti tipici e folklore.
Nell’incantevole paesino delle Madonie, lungo il corso
principale, su un percorso cittadino di 100 metri, si sfidano
16 tacchini, ognuno rappresentante, come si diceva prima,
delle 16 contrade collesanesi: Agliastru, Batia, Carricaturi,
Carrubedda, Cruci, Cullieggiu, Du Cannuola, Macallè, Matrici, Mora, Puntalazzu,
Quattru Cannuola, Rusariu, Sancaluoriu, Santamatrigesu, Stazzuni, guidati da altrettanti
capitani che esortano i "pennuti" a correre per raggiungere per primi il traguardo.
Il Palio, solitamente, si svolge nella prima settimana di agosto. Incitati dai loro titolari,
che indossano abiti tradizionali e tipici della cultura contadina siciliana, i tacchini, al
suono di campane, campanacci e fischietti devono percorrere nel minor tempo possibile,
i 100 mt. del Corso principale (gara a eliminazione a più batterie). Fanno da allestimento
scenico, l’incantevole sfondo architettonico, i gruppi folkloristici in costumi d’epoca e gli
sbandieratori medievali.
La competizione prevede l’eliminazione diretta; il tutto si svolge rigorosamente nel pieno
rispetto dell'animale da cortile, che non può essere minimamente toccato, pena la
squalifica. Nelle prime edizioni del palio era anche previsti costumi e carri caratteristici
con i “Pipii” protagonisti.
La singolarità della manifestazione ha sin dall'inizio suscitato l'interesse della TV, tant'è
vero che le ultime edizioni sono state riprese dalla RAI (Rai 2 e 3) e da SKY TV.
Ela Weber, Luisa Corna, Adriana Volpe, Carmen Di Pietro, Ragazzi di "Amici", hanno
fatto da madrine al "Paliu du Pipiu".
I visitatori intervenuti alla manifestazione, potranno visitare anche un'area espositiva dei
prodotti artigianali e dei prodotti tipici dell'agricoltura e della gastronomia locale.
L’esclusiva manifestazione, arrivata all’ottava edizione, negli ultimi anni ha ottenuto
grande consenso ed interesse, ricevuto grande popolarità ed affetto di pubblico,
soprattutto quello ospite del comprensorio madonita.
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE DEL TERRITORIO
“PRO POLIS - Sistema locale di turismo responsabile per Collesano”
È costituita l'Associazione senza scopo di lucro per la promozione e valorizzazione del
territorio Madonita, denominata: “PRO POLIS - Sistema locale di turismo responsabile
per Collesano”. L'Associazione ha sede in Collesano in Corso Vittorio Emanuele.
L'Associazione ha struttura e contenuti democratici. L'Associazione non ha fine di lucro e
si assume l'obbligo di conformarsi, nello svolgimento della propria attività, ai principi di
democrazia interna e, quindi, ai principi di democraticità della struttura, di elettività e di
gratuità delle cariche associative.
Il progetto prende le mosse dalla massima possibile immediata valorizzazione delle
esperienze e delle risorse disponibili sul territorio, in una logica di ottimizzazione
dell’esistente. Con lo scopo di costruire “prodotti turistici specializzati”, ovvero l’insieme
di beni e servizi atti a soddisfare uno specifico target, in relazione ad una specifica
motivazione di vacanza; nonché rendere fruibili le tante risorse del territorio con servizi
di settori diversi, dalla ricettività ai trasporti, dalla ristorazione agli istruttori sportivi,
dagli organizzatori di eventi alle guide, e così via.
Per questo l'Associazione ha per scopo:
* proporre un’offerta turistica integrata e distintiva che valorizza le risorse e le culture
locali, attuazione di strumenti per lo sviluppo turistico locale, offerta integrata di beni
culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, comprendenti i prodotti tipici
dell’agricoltura e dell’artigianato locale.
* progettare e qualificare lo sviluppo turistico locale attraverso la messa a sistema di
interventi da parte di tutti i soggetti interessati alla crescita economica del territorio,
diretti a realizzare, migliorare il prodotto ed eventualmente anche a promuoverlo e
commercializzarlo.
* lo sviluppo e la promozione turistica delle realtà e delle potenzialità naturalistiche,
culturali, storiche, sociali e gastronomiche del territorio Madonita, ed in particolare di
quello Collesanese;
* fornire un servizio di informazione che enfatizzi le numerose attrattive del territorio;
* sensibilizzare i cittadini e gli ospiti estivi al rispetto del territorio;
* fornire un servizio estremamente innovativo che pone particolare attenzione alle
problematiche del turismo a tutela degli interessi collettivi degli operatori turistici e dei
turisti quali fruitori e consumatori dei servizi turistici;
* svolgere fattiva opera per organizzare turisticamente il territorio, proponendo alle
Amministrazioni competenti il miglioramento estetico della zona e tutte quelle iniziative
atte alla promozione turistica delle realtà e delle potenzialità naturalistiche, culturali,
storiche, sociali e gastronomiche del territorio di Collesano;
* promuovere e organizzare, anche in collaborazione con gli Enti Pubblici e/o privati,
iniziative (convegni, mostre, escursioni, spettacoli pubblici, festeggiamenti,
manifestazioni sportive ed enogastronomiche, nonché iniziative di solidarietà sociale,
recupero ambientale, restauro e gestione di monumenti, ecc.) che servano ad attirare e
rendere più gradito il soggiorno dei turisti visitatori dei residenti;
* incrementare l'ospitalità e l'educazione turistica sostenendo uno sviluppo sostenibile
con l'ambiente;
* valorizzare le risorse specifiche delle zone rurali nell’ambito di un’azione integrata
imperniata su una strategia territoriale pertinente e adeguata al contesto locale.
* istituire, organizzare e svolgere corsi di formazione, di qualificazione, di
specializzazione, di perfezionamento ed aggiornamento su tutti i temi attinenti le
opportunità offerte dallo sviluppo del mondo rurale;
L'Associazione potrà, al fine del conseguimento dell'oggetto sociale, svolgere le seguenti
attività connesse e strumentali alle attività istituzionali:
* iniziative rivolte a favorire la valorizzazione turistica e culturale nonché di salvaguardia
del patrimonio storico-culturale, folkloristico ed ambientale;
* iniziative rivolte a richiamare il movimento turistico verso le varie località del territorio
ed a migliorarne le condizioni generali del soggiorno;
* iniziative idonee a favorire, attraverso la partecipazione popolare, il raggiungimento
degli obiettivi anche sociali del turismo;
* provvedere alla formulazione, organizzazione, realizzazione e alla promozione di
iniziative, attività, progetti e programmi a carattere turistico, ambientale e culturale, a
favore degli operatori turistici, in proprio o con la collaborazione degli Enti Locali, le
Università e gli Istituti di Istruzione di ogni ordine e grado, gli Enti Parco e altri
organismi, pubblici e privati, italiani, comunitari ed esteri;
* promuovere viaggi e scambi culturali con altre associazioni, anche all'estero;
LA CERAMICA DI COLLESANO
Probabilmente l'arte ceramica collesanese, può farsi risalire al periodo arabo-normanno.
Questa ipotesi viene soprattutto confortata
dalla toponomastica di alcune contrade del
territorio collesanese risalenti al periodo arabo
e dalla presenza di buone argille in alcune
zone, infatti, gli arabi "dove fu loro possibile
trovare idonea argilla, impiantarono fabbriche
di ceramica".
Si ricordano le contrade "Ciaramitaro" che
vuole indicare ceramica, terracotta" e
"Garcidicinniri" ove erano ubicate le fornaci
per la cottura e, indubbiamente, le cave di
argilla. Non ci sono pervenute terrecotte del periodo arabo-normanno, anche se, durante
il periodo il XII° sec., fiorenti ed efficaci furono le concessioni fatte a Collesano dalla
contessa Adelasia, nipote di re Ruggero II (feudi, chiese, case, villani, ect.). Passarono
quasi cinque secoli per vedere la qualità e la produttività stilistica e decorativa della
maiolica collesanese.
Nella seconda metà del '600 Collesano produsse maioliche di discreta fattura: albarelli,
bombole, bornìe, bottiglie, calamai, ect. Oggetti realizzati e decorati dai maestri ceramisti
"venuti da fuori" con uno stile tardo rinascimentale, di influenza soprattutto palermitana.
Giovanni Saldo di Polizzi e Filippo Rizzuto di Palermo, si trovarono a Collesano dopo la
crisi delle officine palermitane, e trovarono condizioni abbastanza favorevoli per avviare
la loro produzione, grazie alle buone argille estratte in contrada "Bovitello", alla presenza
di maestranze e alle officine locali nel quartiere "Bovarino".
La produzione definita "popolare" alla fine del XVIII° sec. Si arrivo fino agli anni '60 del
XX° secolo. Lucerne antropomorfe a figura umana; i fiaschi "con segreto" e a forma di
ortaggi (melanzane, peperoni, cetrioli, ecc.); borracce, criscintieri, statuette di
rappresentazione "popolare" e "satirica", bummuli, acquasantiere, quartare, boccali,
cannate, lumere, graste, e molti altri oggetti utilitaristici nella caratteristica smaltatura
verde ramina, giallo paglino e in manganese. Particolari, sono le applicazioni plastiche a
basso rilievo del vasellame locale, a motivo floreale e geometrico.
Non ebbe fortuna la modesta produzione di mattoni "stagnati" che riproducevano
composizioni e ornati dei mattoni maiolicati palermitani.
Il "XX° secolo" è caratterizzato per una produzione semplice, utilitaristica e funzionale,
rivolta al consumo di massa.
Oggi, si attende una promozione del settore, attraverso campagne di scavi, ricerche
storiche-archivistiche e rivalutazione della produzione locale. A livello artigianale,
occorre una riprogettazione di oggetti ceramici secondo gli attuali gusti, stili e le nuove
funzionalità del vivere moderno. A livello collesanese un processo di sensibilizzazione
rivolto a chi custodisce testimonianze e tracce della ceramica per restituirli alla storia
locale.
Si auspicherebbe in prospettiva, un ulteriore sviluppo e una promozione culturale,
artistica ed anche economica dell'attività artigianale ceramica locale, intesa, da una parte
a dare una continuità storica e un contributo dialettico, dall'altra ad avviare nuovi processi
produttivi a carattere artigianale o semi-industriale con conseguenti sbocchi
occupazionali.
Attuare il completamento del "Museo delle Ceramiche", la realizzazione di un eventuale
spazio espositivo permanente e/o l'organizzazione di un Studio/Laboratorio della
ceramica autoctona, significherebbe, oggi, per Collesano assumere un ruolo pertinente e
specifico nel contesto madonita di "Comune della Ceramica del Parco delle Madonie".
Questi eventi, potrebbero essere supportati con l’istituzione di una sezione staccata della
Scuola Statale D'arte di Cefalù ad indirizzo ceramistico. Oltre al contributo artistico e
tecnologico, al costruttivo dibattito culturale per un ridisegno delle ceramiche, soprattutto
moderne e funzionali, Collesano potrebbe assumere la giusta connotazione e la vera
identità come esempio di continuità produttiva e stilistica della produzione ceramica
madonita.
Collesano, in provincia di Palermo, nella seconda metà del XVII°
secolo annovera una interessante tradizione nel contesto della
produzione ceramica siciliana. Nel XIX°, la migliore produzione
collesanese, cosidetta "popolare", presenterà una specificità nelle
forme, una identità stilistica e cromatica negli oggetti ceramici più
semplici e funzionali pur non avendo mai un riconoscimento
primario nella produzione ceramica.
I manufatti in cotto "stagnati" e decorati, continuarono la
produzione con varie vicissitudini fino al 1960. Oggi, grazie al
recupero tecnologico si cerca di rafforzare l’aspetto stilistico e cromatico della
produzione locale.
LA CERAMICA DEL XVII° SECOLO
Collesano, Comune del Parco delle Madonie, in provincia di Palermo, a partire dalla
seconda metà XVII° sec. presenta una interessante produzione nel contesto delle
fabbriche ceramiche siciliane. Nel XIX° sec. si avrà la migliore produzione cosiddetta
"popolare" a detta di critici, studiosi e storici, presenterà una particolarità nelle forme,
nello stile e nel singolare cromatismo, pur non divenendo mai imperante nella grande
produzione ceramica. La produzione di oggetti vascolari e mattoni in terracotta,
"stagnati" e decorati, continuarono ad essere presenti fino al 1960.
Nel XVII° sec. Collesano, come accade in altri centri della Sicilia, si adegua all'influenza
della ceramica prodotta dalle officine palermitane, infatti, la produzione è strettamente
legata alle sorti della produzione vascolare, delle forme, dei colori, dei motivi decorativi,
degli artisti palermitani. Il "legame" tra la produzione vascolare di Collesano e di
Palermo, si nota nell’accostamento dei pezzi ceramici prodotti nella seconda metà del
seicento.
A causa dell’involuzione e della decadenza delle officine palermitane, si trasferirono a
Collesano alcune maestranze "venute da fuori" Giovanni Saldo originario di Polizzi
Generosa e Filippo Rizzuto di Palermo. Essi firmarono gran parte della produzione
collesanese del XVII° sec. e diedero vita ad una discreta produzione di manufatti e
segneranno le tappe della produzione e della fioritura successiva.
La produzione ceramica collesanese è composta da: Albarelli, bombole, bottiglie, burnìe,
aromatari, ed altri oggetti per farmacie, tutti decorati secondo uno stile chiamato "tardo
rinascimentale" e conservati oggi, nei musei nazionali, regionali e soprattutto nelle
collezioni private.
Dal 1660 al 1687 come confermano le firme, le date e il luogo impressi nelle varie
maioliche, avviene la migliore produzione di queste maestranze.
Analizzando il contesto della produzione ceramica collesanese e le caratteristiche dei
manufatti prodotti, ci sembra che quattro importanti fattori, a nostro parere, contribuirono
allo sviluppo produttivo dell’arte ceramica “stagnata”: 1) i due maestri "maiolicari"
operanti a Collesano: Giovanni Saldo e Filippo Rizzato; 2) la presenza di altre
maestranze locali; 3) le buone argille presenti nel territorio (c.da Bovitello); 4) la
diminuzione della produzione proveniente dalle officine palermitane.
LE MAESTRANZE LOCALI
Non possiamo trascurare la presenza e la produzione dei ceramisti locali che,
probabilmente continuarono questa attività avviata o sviluppata durante il periodo arabonormanno nelle Madonie (non dimentichiamo la produzione e la presenza di officine
ceramiche nel XV° secolo a Polizzi Generosa (che diede i natali a Giovanni Saldo) paese
vicino a Collesano. Si trasferì inizialmente a Palermo e successivamente lavorò per
qualche decennio a Collesano.
Nell'antico quartiere "Bovarino" (Stazzone) sito in prossimità del castello, operavano
numerosi artigiani locali, esperti conoscitori del "fuoco" (forni per la cottura della
terracotta), della lavorazione dell'argilla, dell'uso del tornio, delle cristalline (smaltatura)
e delle decorazioni, aspetti questi che indubbiamente sostennero queste attività a
Collesano.
Gli artigiani locali con questo solido bagaglio di esperienze,
rappresentarono sicuramente un valido e solido supporto alle
maestranze "venute da fuori". A mio avviso, se non ci fossero state
le competenze organizzative e lavorative, l’acquisizione di uno
stile ceramico della nostra tradizione da parte di queste maestranze
collesanesi, non si sarebbe potuto sviluppare la ceramica a
Collesano, demoralizzando chiunque fosse venuto da altri centri
produttori.
LA PRESENZA DI ARGILLE NEL TERRITORIO COLLESANESE
Altro elemento fondamentale per lo sviluppo e la produzione delle terrecotte collesanesi
del XVII° sec. sono state le ricche cave di argilla, presenti ancor oggi in contrada
"Bovitello" a circa 10 Km. dal centro abitato, verso nord. Questo luogo ricco di terre
argillose avrà sicuramente confortato ed attirato sia le maestranze locali che quelli
provenienti da fuori. Argille di qualità la cui caratteristica plastica e di lavorabilità, si
prestava bene per la realizzazione al tornio di oggetti vascolari creativi, funzionali e
decorativi. Nel 1543, i conti D'Aragona di Collesano donarono al Comune (Università) i
loro feudi di contrada "Bovitello" , ancora oggi risultano beni comunali. Ad avvalorare
l'utilizzo di queste buone argille basti pensare ai numerosi forni (per la cottura della
terracotta) collocati nel centro abitato e sparsi nel territorio, di proprietà di maestranze
private, di vari Conventi e soprattutto di proprietà delle Confraternite durante tutto il
1600, così, come risulta da diversi documenti e atti notarili ritrovati.
LA CRISI DELLE OFFICINE PALERMITANE
Palermo, durante il XVI° sec. ebbe un fiorente periodo nel settore ceramico grazie alle
continue importazioni delle prime maioliche provenienti soprattutto dalla toscana e
dall’Umbria (Faenza, Cafaggiolo, Montelupo, Casteldurante) che giunsero in Sicilia,
attraverso le velieri genovesi (i genovesi, avevano addirittura costituito un Emporio nel
porto di Palermo).
Queste maioliche influenzarono le officine palermitane che si rifanno sempre più al gusto
e alla cultura rinascimentale italiana. Fino alla metà del XVII° la produzione palermitana
di vasellame e di maioliche, raggiunse il suo massimo sviluppo e splendore, rispetto alla
produzione isolana delle nascenti officine di Sciacca, di Trapani, di Caltagirone e di
Burgio che abbandonarono il gusto catalano e lo stile spagnuolo "di mursia".
Verso la metà del ‘600, a causa della riduzione della produzione delle officine
palermitane e fu così che Collesano, entrò nello scenario e nel circuito dei centri
produttori isolani. Collesano prenderà posizione nella produzione di vasellame
particolare e per usi correnti ed esporterà nei paesi vicini e nella stessa città di Palermo.
Le maestranze collesanesi forgiavano oggetti con un nuovo stile estetico e decorativo.
Bene quindi si collocarono le presenze dei due maiolicari esperti: Giovanni Saldo e
Filippo Rizzuto.
Considerato il singolare ruolo di Collesano: presenza di esperto artigianato locale, ottime
argille, interessante tessuto produttivo i due maestri lasciarono belle testimonianze di
maioliche collesanesi.
Tra il XVI° e XVII° sec. le officine rispondevano soprattutto alla domanda di nuove
bornìe, albarelli, vasi in genere richiesti dagli aromatari e dagli speziali che "avevano
bisogno sempre di nuove bornìe delle più svariate forme e dimensioni".
Queste nuove richieste, legate al mercato produttivo, indussero le maestranze a mettersi
in concorrenza con le maioliche importate, al punto da indirizzare la produzione non solo
da un punto di vista quantitativo ma, soprattutto, qualitativo.
Pur imitando forme, dimensioni e decorazioni delle ceramiche faentine, le officine
palermitane inizialmente e, quelle Collesanesi poi, riuscirono a mantenere uno stretto
"legame" stilistico e volumetrico alla terra d'origine. Infatti, rimasero del tutto estranee ed
autonome alcune forme e persino alcune decorazioni tipiche della cultura siculomusulmana, nei vasi ovali e nella decorazione pittorica della treccia "a catenella".
Per i vasi ovali collesanesi, di derivazione palermitana, caratteristica è la forma del collo
allargata nell’innesto con la pancia del vaso a differenza della bocca sempre più ristretta
e, che è presente nei vasi "faentini" modellati al contrario.
Seguendo la sagoma, i vasi vengono decorati e divisi in fasce orizzontali (in pochi
esempi, in verticale o diagonali) la parte centrale imita la decorazione a trofei tipica dello
stile classico rinascimentale. La decorazione a trofei è sempre chiusa da due trecce. Nello
stesso periodo rilevante è la produzione delle "burnìe": in genere seguono le decorazioni
caratteristiche a scomparti orizzontali e verticali al cui centro un grande medaglione
frontale contiene sempre un Santo, seguiti sempre da una decorazione a trofei.
Caratteristica della ceramica collesanese è la treccia, di richiamo arabo, che rappresenta
un segno tangibile di riconoscimento della produzione siciliana, la decorazione a foglie
intrecciate a zig-zag in bianco e contornate su fondo giallo e, un tocco pennellato
centrale, in cobalto. Non mancano i campi pieni di smalto verde ramina.
Un altro elemento nel profilo degli albarelli collesanesi e rappresentata anche una
caratteristica della lavorazione locale al tornio, è la loro forma a "cilindro" con un
lievissimo restringimento nella parte centrale. Tranne pochi esemplari in cui si nota una
imitazione delle forme faentine, caratterizzate da un accentuato restringimento nella parte
mediana, la restante parte degli albarelli documentati, presenta questa evidente forma a
"cilindrone". Altro elemento di influenza è rappresentato dall'altezza accentuata di
qualche albarello, molto rastremato al centro.
A parte queste eccezioni, la parte centrale a forma cilindrica viene chiusa da un
restringimento molto inclinato e basso alla bocca, la quale chiude con una leggerissima
svasatura.
In genere presentano anche una simmetria sia alla base che alla bocca dell'albarello;
abbastanza simili sono le loro dimensioni circolari.
In quasi tutta la produzione collesanese si riscontra la data e il luogo di produzione:
"Collesano", "Fecit in Collesano" qualche volta anche le abbreviazioni senatoriali:
S.P.Q.P. (di Palermo), ed il nome dell'artista ceramista: "M.u Filippus Rizzuto" o "Joanni
Saldo" qualche volta indicano anche il luogo di provenienza "di Politii nel caso del Saldo
o, "Panormi" nel caso di Rizzuto.
Giovanni Saldo, fu il primo maestro ceramista ad essere presente a Collesano, "impianto
la sua officina intorno al primo decennio della seconda metà del sec. XVII. Le maioliche
ritrovate oggi, datate e/o firmate risalgono al periodo che va dal 1660 al 1668".
La sua tavolozza di colori è caratterizzata da un giallo "solare" tendente al rossastro che
utilizza come sfondo, il manganese viene usato nelle linee orizzontali o nei contorni
sottili e nelle leggere fasce orizzontali e, infine, dei tratti sfumati o delle aree di sfondo di
colore verde ramina.
Nella parte centrale dei vasi o degli albarelli, riprende i trofei dello stile palermitano.
All'interno dei medaglioni buccellati, simili in tutte le maioliche di questo periodo,
dipinge Santi a mezzo busto, molti dei quali siciliani (S. Basilla, S. Columba, S. Vito, S.
Lucia martire, S. Rosalia) o "teste di cherubini". Caratteristiche sono le due trecce arabe a
"catena" di colore giallo con elemento centrale e contorni in manganese, e le foglie
intrecciate a zig-zag che fanno da chiusura del decoro centrale. Nella parte mediana, la
chiusura dello scudo è sempre sormontata da trofei d'armi o motivi musicali, nelle quali
una cartella riporta la scritta del maiolicaro, la data, e il luogo di produzione.
Filippo Rizzuto, proveniente da Palermo dopo che venne meno l'officina del Saldo,
trasferisce la sua attività a Collesano. Probabilmente la sua produzione si colloca dal
1667 in poi. Nelle sue ceramiche si nota una maggiore esperienza pittorica e una ricca
tavolozza cromatica, grazie al contatto artistico con maestranze qualificate delle officine
palermitane, infatti, utilizza colori più vivi grazie alla prevalenza di sfondi più carichi e
densi: verdi ramina, giallo, manganesi e varie tonalità di blu e contorni in manganese. Le
foglie intrecciate a zig-zag, chiudono il medaglione e il cartiglio, utilizzano uno sfondo in
manganese, contorni in bruno e pennellata centrale in giallo. Rilevanti sono le fasce
orizzontali in manganese su fondo giallo-arancio, le decorazioni a trofei, con grandi
scudi, corazze, elmi, teste di "lupi" e vistose scritte. Lo stesso Rizzuto riprende al centro
dei medaglioni, immagini dei Santi a mezzo busto.
Caratteristico il trattamento "ad incisione" a motivo floreale con forme circolari e a
spirale su fondo manganese, scalfite tecnicamente, con un punteruolo dopo che lo smalto
di fondo, una volta essiccato, ha perso tutta l'acqua. Il maestro Filippo Rizzuto si dedicò,
grazie all’esperienza accumulata nelle officine palermitane, oltre all'attività vascolare,
anche alle mattonelle maiolicate. Ai giorni nostri, non sono sopraggiunti nelle Madonie,
pannelli maiolicati quasi certamente andati persi, nel corso dei secoli.
I FORNI PER LA COTTURA DELLE TERRECOTTE
Dalle fonti storiche, risultano numerosi forni ubicati nel centro abitato e
nelle campagne del territorio collesanese, per la produzione di "maduni
grossi longhi" tegole, vasi, fiaschi, quartare, lumarelli, e numerosi altra
oggettistica in terracotta.
Non dimentichiamo tutto il vasellame e le giare prodotti dalle fornaci
collesanesi occorrenti per i numerosi trappeti e la lavorazione della canna
da zucchero che operavano a Collesano. Queste presenze testimoniano il
rilevante numero di "stazzunara" e di persone che lavoravano l’argilla
durante tutto il '600.
Il convento di San Francesco ubicato nell'attuale quartiere "Stazzone" aveva il "furnum"
per la produzione di tegole (1605), di proprietà dello stesso convento un forno in contrada
Ciaramitaro (feudo Gargiricinniri) venduto perché non rendeva ed un altro forno "allo
ponti" ceduto anch'esso (come risultano dagli atti notarili dell’epoca).
La confraternita di S. Giovanni Battista (abbastanza ricca) era proprietaria, in contrada
Cammisini "piano delli stinci", di un "furnum tegularum" del quale risulta un successivo
intervento di manutenzione nel 1635, possiede un altro forno nel feudo di Gargiricinniri
vicino alle cave di argilla di "Bovitello" e, un terzo forno (1658) in "quontrada di lo piro".
Non mancano documenti negli archivi storici di famiglie di "stazzunara" e maestri di
"creta" del periodo, nonché, delle tipologie di terrecotte prodotte e i committenti
dell'epoca, principalmente chiese, luoghi per attività e palazzi nobiliari.
FAMIGLIE DI CERAMISTI COLLESANESI
La più antica documentazione riguarda Mastro Antonio Gillino (1602) con la vendita di
10.000 mattuni longhi, nel 1604 Mastro Augustino Gillino produce "lumarelli" per la
festa di S. Giacomo, patrono di Collesano, allora la festa principale. In un importante
documento del 1606 compare la bottega di Mastro Natale Lo Varchi (padre del pittore
Giovanni Giacomo), per la prima volta si parla di vasellame "stagnato" cioè smaltato.
Mastro Baldassarre Traina che fornisce mattoni grossi per riparare la torre di Garbinogara
(1605), Mastro Clemente Cicci (1630), Mastro Nicolò Gurrera, Pietro Cultrara, Antonino
de Bernardo che producono maduna grossi longhi e tegole lavorate nello stazzone di
"piano delli stinci" in contrada Cammisini (1639).
Nel 1644 ritroviamo Mastro Vincenzo Gillino e Mastro Giuseppe La Liotta. Intorno al
1660-1661 si documentano "maduna pinti di Valenza", "maduna quatri" realizzati da
Mastro Giuseppe Savia, nello stesso anno Mastro Domenico Vinturella produce i canali.
Grazie a questa ricerca archivistica, Collesano, dimostra di avere un'intensa attività
nell'arte ceramica.
Alcuni documenti dell'archivio parrocchiale ci testimoniano la presenza di Mastro Filippo
Rizzuto, artista maiolicaro, delle più prestigiose ceramiche prodotte a Collesano. Nel
1677 sposa Rosaria Vinturella e vedova di G. Savia produttore di mattoni stagnati. La sua
attività ceramica nella cittadina madonita dura un ventennio, anche se, nel firmare i pezzi,
indica la sua origine palermitana. Muore fuori Collesano, prima del marzo del 1698.
Numerose famiglie vengono alla luce dai documenti storici: i Cellino (già presenti nel
'600), i Barbera ('600 - '700), i Carrà (fine '600), i Catalano, i Cirri. Poi ancora i Morales,
i Di Paola, i Pizzillo, nell'800 ed infine, le ultime famiglie del '900: Giuseppe Asciutto,
Letterio Iachetta e suo figlio Salvatore.
LA CERAMICA POPOLARE
Nel secolo XVIII, le officine palermitane per far fronte alle richieste locali
e quello dei paesi vicini, producevano essenzialmente mattonelle
maiolicate. A causa però del vasellame che veniva importato dalla Liguria
(Genova, Savona), dalla Campania (Napoli, Vietri) e dai centri siciliani di
Collesano, Burgio e Caltagirone, diminuirono in parte la loro produzione.
Quest’ultimi centri rifornivano Palermo di vasellame di vario tipo ma,
rimaneva inevasa la richiesta di vasellame di qualità artistica, e di un certo
stile raffinato, che rimaneva produzione esclusiva delle città di Napoli, di Savona e di
Marsiglia.
Nella prima metà dell'800 quando l'importazione della ceramica di Napoli, raggiunse
livelli imponenti, le fabbriche siciliane si trovarono in difficoltà, perché non riuscirono ad
adeguarsi alle migliori qualità tecniche richieste e al nuovo stile dei prodotti soprattutto
provenienti della Campania.
Quest’ultimi, grazie anche ai prezzi competitivi, molto apprezzate dal mercato e dalle
richieste siciliane, trovarono numerosi acquirenti in molte comuni della Sicilia.
Collesano, per tutto il secolo XVIII, produceva vasellame di modesta tecnica e fattura
con qualche rara eccezione, finalizzato a soddisfare solamente le richieste locali. I
modesti prodotti collesanesi, venivano venduti in varie cittadine dai "rigattieri" che
giravano, con i carretti, per le fiere e per i mercati dell'isola. Intanto le officine di Burgio,
nella parte occidentale della Sicilia, presero consistenza nella produzione e nel mercato
delle stoviglie e, si indebolirono i rapporti commerciali tra Collesano e Palermo.
Le fornaci collesanesi, non riuscirono a forgiare mattoni di qualità rispetto all'esigente
mercato di allora; continuò invece, a produrre vasellame di uso comune, semplice e
funzionale. Ricordiamo che "…Il Museo Etnografico di Palermo possiede una ricca
collezione di tali lucerne, provenienti dai tradizionali centri ceramici siciliani di
Caltagirone e Collesano. Esse, per lo più di fattura ottocentesca, raffigurano con perfetta
armonia plastica e pittorica, spesso in chiave sottilmente satirica, tipi e figure del mondo
popolare e borghese.
Caratteristiche sono le invetriature usate in verde, giallo-miele e in manganese, di cui
rimangono oggi esemplari "unici nel loro genere"; significative le tipologie, i soggetti
"popolari" utilizzati e, le applicazioni a rilievo floreale e geometrico con stampi
"naturali", in cui viene fuori la spontaneità compositiva e plastica dell'artigianato e delle
maestranze locali.
"Le ceramiche che comunemente vengono denominate popolari, sia per la loro diffusioni
in classi o zone particolari, in genere lontano dai grandi centri culturali, … provengono in
buona parte da quelle stesse manifatture che hanno prodotto, …i pezzi che comunemente
vengono detti "d'arte" e di essi riflettono il mutare dei gusti e delle tendenze, pur
distaccandosi dall'altra produzione per una certa vistosità di stili e di temi. …In realtà le
fabbriche di ceramica costituiscono uno dei più cospicui punti di incontro tra tendenze e
stili "colti" e tecniche artistiche "popolari", sicché i loro prodotti riflettono il confluire di
due filoni culturali che sono spesso perfettamente fusi in un tutto armonico.
Le ceramiche popolari hanno sempre un valore d'uso, oltre ad avere un valore decorativo
ed è più facile la loro classificazione artistico-sociale.
Per il ceramista del popolo, praticità ed artisticità sono, in effetti, due esigenze
inscindibili alle quali, i suoi prodotti debbono necessariamente uniformarsi…
IL NOVECENTO
Con il '900 ci avviciniamo al periodo di decadenza della ceramica
artigianale in tutti i centri produttori siciliani, andamento già avviato
alla fine dell'ottocento. Anche Collesano, subì la stessa sorte, al punto
di cominiciare ad interrompere la produzione e spegnere diversi
forni. La produzione vascolare, artistico, decorativo, di gusto, oggi
diremmo di "qualità" richiesto dalle famiglie nobili, dai farmacisti e
dagli aromatari, infatti, lascia posto a un "oggetto d'uso quotidiano"
della cultura povera, contadina, poco esigente, tendente a soddisfare
solamente un necessità primaria, funzionale. Da un'analisi produttiva
ed artistica di questo contesto locale, emergono alcuni fattori
sfavorevoli: - Si esauriscono le richieste di mercato di un certo livello e vengono meno
anche gli stimoli alla produzione di qualità, alla ricerca, al gusto estetico, alle forme
nuove; I saltuari prototipi di ceramica esportata in America risultarono un fallimento
economico; - L'artigiano locale non predisposto al cambiamento, all'innovazione del
processo produttivo, all'organizzazione del lavoro di tipo specialistico, non opera nessun
investimento; - Le condizioni di tipo lavorativo in cui versavano gli "stazzunari"
continuavano ad essere estremamente precarie ed insicure; - La stessa mancanza di un
ricambio generazionale tra le generazioni dei ceramisti e alle nuove esigenze di lavoro e
di mercato; - Le grandi quantità di maioliche importate da altri centri poiché si ritrovano
di buona fattura e perché alquanto bassi di prezzo. La situazione si fa effettivamente
preoccupante e drammatica per l'artigianato locale e per il patrimonio artistico
collesanese.
Le richieste particolari di oggettistica decorata, risultavano ormai saltuarie anche a causa
dei costi proibitivi.
Abbiamo notizia "che agli inizi del '900 producevano a Collesano con maggior e minor
perfezione" i discendenti delle famiglie Barbera, Catalano, Carrà, Cellino, Cirri e, le
famiglie Asciutto e Iachetta".
Gli artigiani locali continuavano a produrre e ripresentare oggettistica alquanto modesta,
essenzialmente legata all'utilità delle famiglie, ai semplici e funzionali usi e ai costumi
tradizionali, come vasi per acqua, per vino, boccali, lumiere, vasi da fiore e da notte,
fiaschi, scodelle, catusi, collidoca, criscintiere, bornie, statuette, acquasantiere, ect.
Risultano invece, significativi e illuminanti i fiaschi tradizionali e a cucciddatu, le
brocche, le figure antropomorfe col segreto, dove si fondono insieme bravura artigianale
con la canzonatura, lo scherzo e l'astuzia.
Collesano fino al 1960, malgrado le molteplici fornaci operanti nel quartiere "Stazzone" e
fuori dal centro urbano, conservò una posizione di modesto centro produttore, con un
mercato tipicamente locale. I rigattieri del periodo, vendevano questo tipo di merce nei
paesi limitrofi durante le fiere paesane e le feste patronali.
Un “figulo” collesanese Mastru Cirri Vincenzo, sensibile ai nuovi prodotti
e alle nuove tecniche di lavorazione, fece studiare e perfezionare il figlio
Giuseppe a Caltagirone, apprezzato centro siciliano della ceramica ma, la
sua produzione, non ebbe quella qualità desiderata.
I ceramisti collesanesi riprendendo la tradizione ottocentesca, usarono nei
loro prodotti in terracotta e poi “stagnati” (vaso, fiasco, lucerna, statuette,
bornie, acquasantiere, ecc.) vetrine colorate sempre dello stesso tipo. Le
maioliche prodotte infatti, in questo periodo, hanno come caratteristica la
semplicità delle forme e la continuità cromatica: l'utilizzo del giallo miele,
del verde ramina e un po’ meno il colore manganese. Le terrecotte, nella parte alta
vengono trattati con il verde ramina mentre nella parte inferiore, dal giallo miele o
paglino, come qualcuno lo chiama; questi colori restituiscono un’identità, un valore agli
oggetti a tal punto da caratterizzarli come "originali" e "unici" probabilmente nel contesto
della produzione isolana, madonita indubbiamente.
Smalti ripresi in modo generalizzato dalle ultime famiglie ceramiste collesanesi:
Asciutto, Catalano, Cirri, Iachetta al punto da contraddistinguere tutta la produzione fino
al 1960. Invece, la smaltatura in manganese, veniva usata nell'interezza del pezzo
ceramico. Quest’ultimi figuli, esperti del tornio e della cottura, lasciarono pochi oggetti
decorati, probabilmente, non compresero la necessità del decorare a pennello o forse, ed
è anche la cosa più probabile, non sapevano generalmente decorare.
Alla sensibilità cromatica delle maioliche, si accompagnano anche il gusto plastico degli
elementi vegetali a bassorilievo e i graffiti o le incisioni lasciati come segno decorativo e
come riconoscimento dell’artista ceramista.
Gli elementi recuperati dall'ultima generazione collesanese, sono la
forma, lo stile e le tipologie delle ceramiche vascolari del secolo
precedente. I nuovi pezzi, ripresi e forgiati, mantennero le
caratteristiche e le tipologie ottocentesche, senza impulso e senza
mettere nulla di nuovo. Tutta la nuova produzione sembra voler
dare un segno di "rispetto al passato". Nessun esempio
significativo di cambiamento, di crescita, tantomeno di ricerca. Le
lucerne, i bummuli, le bornie, i fiaschi e ogni altra oggettistica,
risulteranno le riproduzioni del passato.
Alle attività artigianali operanti oggi a Collesano è affidato, anche,
il recupero più o meno esplicito di questo patrimonio storico ed artistico e soprattutto
l’identificazione di una specifica caratteristica, tipologia e qualità del prodotto locale.
LA PRODUZIONE DI MATTONELLE
Collesano nella seconda metà del '600 presentava un cospicuo numero di fornaci e
"stazzunara" per la produzione di "maduna longhi e quatri" in cotto e "maduni pinti di
Valenza", cioè stagnati (in particolare nei documenti del 1660).
Tra il '700 e l'800 risulta efficiente l'attività ceramica per la produzione di mattoni
maiolicati, ma non esiste una vera e propria "storia della ceramica di pavimentazione di
Collesano". Sono arrivati oggi, pochi esemplari di mattonelle decorate realizzate nei forni
locali, gran parte di questo materiale è andato perduto o quasi certamente la loro
provenienza risulta insicura e di dubbio stile. Le decorazioni riprodotte nelle piastrelle dai
laboratori collesanesi, imitano certune tipologie palermitane che si ispirano a loro volta,
alle “riggiole” napoletane. A Palermo arrivavano parecchie mattonelle e vasellame
partenopee durante il XVII° secolo, infatti intensa era l'importazione e diviene sempre
più decisa per tutto il XVIII° secolo.
Le numerose officine collesanesi produttrici di mattonelle "stagnate", ancora una volta,
così come avvenne per il vasellame, risentirono dell'influenza decorativa e cromatica
delle fabbriche palermitane e oggi, possiamo sostenere che hanno avuto un discreto
mercato locale, nel comprensorio madonita.
Nel Palazzo Municipale, ex convento domenicano, sono andate perdute le
pavimentazioni “stagnate” prodotte nel 1769 dalla bottega di Mastro Antonino Barbera,
"sotto la direzione di operai napoletani specializzati fatti venire appositamente". Le stesse
mattonelle della pavimentazione realizzata nel 1824, per la chiesa di S. Caterina (distrutta
per il crollo del 1976) "a motivi floreali", sono impresse la firma di "Lu Novu" e quella di
"M.A.B". (Mastro Antonino Barbera), dovevano essere sicuramente della stessa
fabbricazione. Altre mattonelle collocate nell'ex chiesa dei Cappuccini n Collesano e a
Polizzi Generosa, recano questi motivi floreali. Altre tipologie simili a livello decorativo
sono state ritrovate anche a Cefalù, Castelbuono e a Isnello. Probabilmente all'attività
vascolare si integrò quella dalle piastrelle decorate, che dovette durare fino al 1882,
quando venne meno la produzione delle mattonelle e di conseguenza scomparvero, le
forme, gli stampi (matrici) per la decorazione.
Dai pochi esempi di mattoni e piastrelle (tozzetti) decorati di manifattura collesanese,
riscontriamo semplici decorazioni: ornato e composizioni, che imitano quasi sempre
motivi e schemi palermitani o modelli napoletani. Di regola i mattoni in cotto invetriati e
decorati, fabbricati a Collesano misurano cm. 14x14, mentre le piastrelle hanno
dimensioni di 8x8 cm. (si discostano dalle produzioni napoletane cm. 20x20 e da quelle
palermitane cm. 18x13 e cm. 14,5x14,5).
Il mattone, la cui composizione stilistica è diagonalmente divisa da un campo di colore
verde ramina intenso, con contorno sinusoidale e da un ornato un po’ grossolano a
campanula. Quest’ultima, stilizzata, riempie l'altra metà di diagonale, utilizzando colori
tipici della cultura collesanese: giallo-arancio, manganese chiaro e ramina; i contorni
sono spessi e di colore manganese. La specificità di questo mattone,
permette diverse variazioni compositive, non a caso, sono state
ritrovate "anche in area palermitana", con lieve differenze nel
decoro floreale (e sappiamo provenire dalle fabbriche di mattoni di
Naso, fornaci particolarmente attive, vicino Capo d’Orlando, nella
provincia messinese. Costituisce un tipico esempio di imitazione
napoletana: decori vegetali in ramina, giallo-arancio e pennellate in
cobalto. Esemplari della stessa decorazione si trovano a Palermo e
la realizzazione probabilmente risale ai primi anni del '700.
Inoltre, la fascia settecentesca ritrovata in un pavimento conventuale
collesanese, presenta motivi vegetali a foglia con chiusure a spirale, di colore ramina e
contorno in manganese. Anche nella chiusura esterna, il ramina e una tonalità di colore
manganese leggera.
Il mattone utilizzato "come fregio di pavimenti e rivestimenti siciliani" dal motivo a
"treccia", abbastanza frequente nel vasellame collesanese del '600, sottolinea l'influenza
decorativa del periodo arabo. Due i colori presenti: il ramina che contorna la treccia e la
fascia esterna, il giallo-arancio per la fascia interna, infine il contorno a tratti e la
retinatura in manganese. Mattonelle similari sono state rinvenute nelle zone del
messinese, e del palermitano.
La piastrellina (tozzetto) di cm. 8x8 (esiste, anche una diversa versione decorativa),
veniva utilizzata come elemento cromatico nella pavimentazione tutto in cotto. La
centralità in giallo è contornata dal rosone a quattro elementi in ramina e punte in azzurro
dalla tonalità chiara, la composizione è contornata in manganese, questa pavimentazione
è stata rinvenuta in un palazzo baronale a Collesano.
È stata trovata una mattonella decorativa datata 1886 (si noti il numero sei al contrario),
molto semplice e grossolana nel tratto, dalla composizione statica, rappresenta la Sacra
Famiglia, su fondo paglino-arancio e contorni in manganese.
Un caso a parte, rappresentano e meritano attenzione, le guglie delle torri campanarie e le
gugliette maiolicate, ubicate numerose nei paesi madoniti (Collesano, Isnello,
Castelbuono, Geraci, Petralie, San Mauro Castelverde, ect.), certamente di produzione
locale. Caratteristiche sono gli elementi modulari policromi in terracotta ad incastro, la
varietà cromatica delle vetrine usate, che restituiscono nella messa in opera, disegni
geometrici interessanti ed effetti cromatici significativi e singolari. L'attuale guglia
ricollocata nella chiesa di S. Maria la Vecchia, vicino ai ruderi del Castello e proveniente
dalla chiesa di San Giovanni, distrutta a causa della violenta frana del 1932 che distrusse
numerosi edifici a Collesano ne è un esempio.
LA CERAMICA DAL XVII° SECOLO A OGGI IN MOSTRA nel dicembre 1997 e
aprile 1998
Il Comune di Collesano, l'Ente Parco delle Madonie, la Provincia Regionale di Palermo,
con il supporto degli storici, degli esperti e degli artigiani locali, hanno permesso di
sostenere e valorizzare la tradizione ceramica collesanese, organizzando l'interessante
Mostra "La Ceramica di Collesano dal XVII secolo a oggi", visitata e apprezzata da più
di 5000 persone. Curata da Tommaso Gambaro, la mostra è stata allestita da Michele
Sottile nella restaurata ex chiesa di San Giacomo in Collesano dal 23 dicembre 1997 e
proseguita fino al mese di aprile 1998. La mostra, divisa in aree tematiche, tracciava un
preciso itinerario storico, presentando numerosissimi pezzi ceramici prodotti a Collesano
e provenienti da vari musei, gallerie nazionali e regionali, nonché da collezioni private.
Sono state esposte, anche, le produzioni ceramiche degli artigiani locali presenti oggi, al
fine di valorizzare la loro attività.
Sono seguiti interessanti studi storici, ricerche nel settore, interventi di rivalutazione e di
conoscenza di quest'arte "minore" che hanno dato vita a Convegni, Mostre,
Pubblicazioni, Esposizioni e, non ultima, il suggerimento di aprire a Collesano una
sezione staccata dell'Istituto D'arte nel settore della ceramica.
Anche se molta strada è da percorrere dal punto di vista archivistico, storiografico,
promozionale, le notizie e le immagini raccolte ci offrono un interessante panorama della
produzione ceramica collesanese dal XVII° secolo a oggi. Apprezzabile il cammino
storico della famiglia locale (Iachetta) che continua la produzione di oggetti "popolari"
smaltati e decorati e, la nascita, da qualche anno, di attività imprenditoriali locali con
caratteristiche artigianali per la produzione di cotto, di mattonelle smaltate e decorate di
oggettistica varia.
E' necessario, per lo stesso patrimonio di conoscenze e per il destino della ceramica
collesanese, non imitare il passato, cioè “clonare” opere storiche esistenti, ma riproporre
e/o ideare un'oggettistica tradizionale o moderna, attraverso la ricerca continua, la
tecnologia, la progettazione, la realizzazione, giungendo a coniugare gli elementi propri
del passato con le esigenze, la funzionalità, la praticità e il design del modo di vivere
oggi.
SINTESI FINALE E POSSIBILE FUTURO DELLA CERAMICA
Le produzioni ceramiche collesanesi del XVII° secolo riuscirono, a crearsi una "nicchia
di mercato" nell'isola. Le maestranze, operanti a Collesano, non riuscirono, però, a
"segnare" l'ambiente artistico dell'epoca, ne tantomeno ad imprimere uno "stile
collesanese". Infatti, lasciarono modesti "gusti e tendenze" e poche tecniche di
lavorazione (argille, vetrine, decorazioni). Soddisfacente, per quel periodo, è da ritenersi
la produzione dei manufatti vascolari collesanesi, anche se oggi, sono pervenuti in buono
stato, solo, pochissimi esemplari. Queste maioliche che hanno "segnato" la storia di
Collesano, piccolo centro delle Madonie, sono oggi, poco conosciute ed apprezzate dalle
nuove generazioni.
Le ceramiche prodotte nell'800, definite arte "popolare" rimangono l'opera più "sapiente
ed originale" delle maestranze locali, non per la qualità artistica e tecnica, ma perché
hanno "caratterizzato" il luogo. L'artigiano locale, continuò successivamente a produrre
le stesse tipologie ed avvertì subito una crisi "d'identità" e di "progettualità"
accompagnata dalla mancanza di una "ricerca di mercato". "L'unica strada possibile per
far uscire la bottega artigianale dall'isolamento, … è, a parer mio, cercare di 'progettare la
tradizione'. … di pensare ad un artigianato contemporaneo. A Collesano progettare la
tradizione vuol dire individuare le principali tipologie e capire se può esserci ancora una
possibilità di utilizzo, riuso. Capire, cioè se una bornia, un lemmo, un fiasco, possono
essere considerati oggetti d'uso, intuire e ricercare se, oggi, esiste per loro un mercato
concreto. Capire se …la melanzana o il peperone, i monaci o le damine in costume per la
loro forte identità e riconoscibilità, possono essere inclusi in quel mondo di oggetti
depositari di forti segni ludici e funzionali che il mercato oggi richiede e che sembra
accettare di più. Capire, cioè, se alcuni manufatti necessitano di una operazione di
'redesign', di una sorta di riordino ergonomico e di un riadattamento alle nuove ragioni
d'uso (criscintera). Capire, infine, se progettare vuol dire anche ricercare nuove forme,
nuove tipologie con riferimenti più o meno espliciti alla tradizione locale.
Si tratta in sostanza di far conquistare a colori, decorazioni, rapporti formali locali, uno
stile più attuale e aderente al nostro tempo." (G. Levanti - Progettare la tradizione).
LA TARGA FLORIO
LA MITICA CORSA DELLE MADONIE, LA PIU’ ANTICA AL MONDO SU
STRADA
Tra i monti e le colline delle Madonie, custodi nel corso
dei secoli d’interessanti ed artistiche cittadine, insistevano
delle strade disagevoli da percorrere, dai tracciati difficili e
polverosi, dalle curve alquanto impegnative da abbordare,
entro una cornice naturale di smisurato valore
paesaggistico e naturale.
Questi scenari d’incanto ambientale, di legami storici, di
rinomata ospitalità, di antiche tradizioni, di piacevoli
sapori e di genuini gusti, testimoniavano in maniera
rimbombante, l’avanzamento e la velocità delle vetture sempre più
prestigiose, che mettevano a dura prova i piloti, i meccanici e le stesse
case costruttrici, in occasione proprio della famosa ed indimenticabile
Targa Florio.
Nel 1906 inizia, precisamente, l’avventura della Targa Florio, la prima
corsa automobilistica su strada più celebre al mondo, grazie all’intuizione
del giovane Vincenzo Florio, appassionato di corse e motori.
Vincenzo, nasce a Palermo nel 1883, da Ignazio e Giovanna d’Ondes
Trigonia, della gloriosa e benestante famiglia siciliana dei Florio
Siamo nel 1905, quando le qualità e le capacità organizzative di Vincenzo, appena
22enne, vengono esaltate nella cronaca di allora, per l’organizzazione della corsa
automobilistica del bresciano, titolata “Coppa Florio”, vero preludio, promozionale e di
omologazione dell’antica gara siciliana delle strade collinari e di montagna delle
Madonie.
Riuscì in poco tempo a programmare, curare e perfezionare, la gara automobilistica,
passante per i paesi madoniti, che passo nella storia come Grande Circuito delle
Madonie: Cerda, Caltavuturo, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Petralia Soprana,
Geraci, Castelbuono, Isnello, Collesano e Campofelice di Roccella, passando dal
rettilineo di Bonfornello, con arrivo presso l’antico Tempio di Imera.
Il tragitto, di circa 150 Km., che doveva essere percorso per 3 giri, si snodava per le
strade sterrate a serpentina, collinari e montuose, in un
percorso difficile, malagevole e inagibile, ove si faceva fatica
a bloccare gli animali che finivano lungo le strade interessate
dalla gara.
Alla predisposizione e cura di questo acuto progetto sportivo,
durante un soggiorno in Francia, contribuì l’amico francese
Henri Desgrange, direttore di “Auto” periodico parigino.
Al vincitore, la ricca Famiglia Florio, aveva destinato la
bellissima Targa (progettata da René Lalique, linea Art
Nouveau) e un premio in denaro di lire 30.000.
La partenza avvenne il 6 maggio 1906, con la partecipazione
di sole 10 automobili (5 Itala, 2 Clement Bauard, 1 Fiat, 1
Berlier e 1 Hotchkiss. Vinse la 1° edizione della Targa
Florio, Alessandro Cagno, su Itala.
Le qualità della gara sono caratterizzate e riconducibili ad alcuni fattori organizzativi,
sportivi, tecnici, ambientali, partecipativi e di riconoscimento.
La manifestazione automobilistica era conosciuta al di fuori come “Primavera Siciliana”
mentre, per gli abitanti dei paesi delle Madonie e della Sicilia tutta, la Targa Florio
rappresentò, motivo di zelo e di popolarità, non solo come scenario abbondante di risorse,
di paesaggio, di natura incontaminata, di patrimonio culturale ma, anche da un punto di
vista economico e turistico.
Fu proprio Vincenzo Florio che incoraggiò la costruzione delle tribune di Cerda, per
consentire ai nobili e agli imprenditori palermitani ed isolani, l’incolumità della persona,
ed assistere comodamente seduto, allo sfrecciare delle automobili.
Nel 1912, la Targa Florio cambiò percorso, prendendo la denominazione di “Giro di
Sicilia”, e toccò diverse città in tutta l’isola (Palermo, Termini Imerese, Cefalù, Messina,
Taormina, Catania, Siracusa, Noto, Ragusa, Gela, Agrigento, Sciacca, Castelvetrano,
Marsala, Trapani e ancora Palermo) con un percorso lungo circa 965 Km.
Fino al 1930 venne utilizzato il “Medio Circuito” (Cerda, Catalvuturo, Petralia,
Collesano e Campofelice), mentre l’anno dopo venne disputata nel “Piccolo Circuito”
delle Madonie di 72 Km. (Cerda, Caltavuturo, Collesano e Campofelice).
Questo circuito continuerà ad essere utilizzato fino al 1977, alternando un percorso a
volte 7, a volte 14 giri. Nel 1937 e fino al 1940, la corsa venne effettuata nel circuito
ricavato nel Parco della Favorita, nella città di Palermo.
Solo l’edizione del 1955 farà rientrare la corsa nei campionati mondiali di vetture Sport
Prototipi e Gran Turismo.
A partire dal 1958, e fino ad oggi, solo edizioni di “gare di regolarità”, cioè raggiungere
ogni tappa del percorso avendo cura di rispettare uno schema di marcia già disposto (una
specie di sfilata di auto).
La Targa Florio riprenderà ad essere nuovamente una gara agonistica dal ’58 fino al ‘73,
per il suo interesse specifico nella sezione corse, rientrando così nel campionato mondiale
di vetture Prototipi e Gran Turismo.
Negli anni d’oro della Targa Florio, parteciparono nomi
famosi di piloti e titolate case costruttrici, che ebbero nel
1973, inaspettatamente, la conclusione a causa dei
numerosi incidenti gravi, occorsi durante la gara.
Purtroppo, questi tristi incidenti avvenuti nel 1973,
marcarono l’inaffidabilità del circuito delle Madonie,
rispetto alle alte velocità e alle nuove tecniche motoristiche;
si perse, così prestigio e la classe di gara internazionale.
Il 1977 fu anch’esso un anno malinconico da ricordare perché segnò la fine della celebre
gara. Alcuni spettatori, a causa di un’auto uscita fuori pista verso Buonfornello, furono
falciati. Bilancio due morti e tre feriti gravi.
La vera Targa Florio depauperò il suo svolgimento e perse l’entusiasmo e la stima
sportiva. A partire dal 1978 la gara veniva modificata in attività sportiva Rally e chiamata
“Rally Targa Florio”.
Come si possono dimenticare l’entusiasmo della popolazione, lo spirito di partecipazione,
la preparazione, l’accoglienza, la passione, il tifo per la Ferrari, per Nino Vaccarella, ecc.
Precisamente, qualche mese prima della gara, i paesi delle Madonie si predisponevano
allo spirito sportivo, si preparavano all’accoglienza e tutta la popolazione veniva
attaccata da una sorta di epidemia agonistica.
Molti ragazzi facevano le bravate al volante, si scioglievano con le gare incrociate, con la
febbre dei bolidi e facevano rombare i loro motori. Qualche volta si scommetteva per
gioco, sul pilota o sulla marca automobilistica vincente.
Poiché all’alba il circuito veniva chiuso, durante la notte, si dava inizio alle file di
persone appiedate, con i muli, con i trattori e con le auto. Le ferrovie dello stato
predisponevano anche dei treni speciali che conducevano tante persone nelle stazioni di
Cerda, di Sciara-Aliminusa, di Fiumetorto, di Buonfornello, di Campofelice Roccella, di
Lascari e di Cefalù.
Ognuno sentendosi protagonista dell’evento, cercava una «postazione» particolare, che
terminava con l’arrivo dell'ambulanza e delle moto della polizia; ecco il passaggio della
prima automobile da corsa. Dopo la lunga attesa, gli sportivi e non, andavano in
escandescenza e si compiacevano per la passionalità e per l’intensità della gara.
“Se le cose hanno un'anima, se gli avvenimenti hanno un cuore, c'è da pensare che la cara
vecchia Targa Florio è stata lungimirante «scomparendo» in punta di piedi prima che il
mondo attorno a lei diventasse altro da quello che
era”.
Oggi, sono riconoscibili e consultabili riviste, libri,
elenchi, cartoline, ecc. e, in esposizione e bacheche,
parecchi cimeli, targhe, quadri e tanta altra
oggettistica che ripercorrere, da varie aree tematiche,
la leggendaria corsa della Targa Florio. Museo
Targa Florio di Collesano e Museo Vincenzo Florio
di Cerda.
MUSEO “TARGA FLORIO” – COLLESANO (PA)
Collesano è un paese collinare del Parco delle
Madonie, distante da Cefalù circa 28 km. Ricco di
elementi naturali e paesaggistici, di opere
monumentali ed artistiche, paese della ceramica del
Parco, di celebri manifestazioni religiose, viene
anche rievocato, perché percorso ed interessato, già a
partire dal 1906, dalla gloriosa corsa automobilistica “Targa Florio”; oggi
ospita un importante Museo “Targa Florio”.
Il MUSEO “TARGA FLORIO” di Collesano,
sognato, seguito ed attuato dall’Amministrazione Comunale
dell’epoca, con il patrocinio dell’Assessorato ai Beni
Culturali della Regione Siciliana e dell’Automobile Club di
Palermo, è stato ufficialmente inaugurato nel pomeriggio
del 27 giugno 2004.
Il Museo, ospitato nell’ala destra dei locali dell’ex convento
di San Domenico del XVI sec., con annessa chiesa, è
limitrofo alla Sede Municipale. L’area d’ingresso, ubicata
in un terrapieno, ha accesso da Corso Vittorio Emanuele II,
al civico 2. i suoi recapiti telefonici sono: 0921 664684 (Ufficio Turistico) e 0921
661158 – 0921 661104 (Centralino Municipio), mentre, il sito ufficiale è
http://www.museotargaflorio.it. La progettazione e la direzione dei lavori per
l'allestimento del Museo è stata affidata all’arch. Marcello Panzarella.
Il complesso museale, dedicato alla “Targa Florio” (mitica e famosa corsa
automobilistica su strada più difficoltosa e avvincente di tutti i tempi, inventata nel 1906,
da Vincenzo Florio), esclusivo nella sua specificità e caratteristica, racchiude
un’apprezzabile e coinvolgente raccolta di fotografie, immagini, documenti inediti,
targhe, pubblicazioni, periodici, cartoline, parti di auto, oggetti meccanici e tanti cimeli
(caschi, montature, abbigliamenti e accessori da corsa, ecc.).
Nell’attraversare man mano, i locali dell’esposizione e scorrere le
gradevoli bacheche del Museo “Targa Florio” di Collesano, i
visitatori, anziani o giovani, anche non competenti, rinnovano e
rivivono quelle emozioni, quei ricordi memorabili e profondi delle
testimonianze più vere dell’epica corsa che ha visto i paesi delle
Madonie, tempo fa, partecipi e trascinati dall’euforia e dalla passione per i bolidi.
Presentati nelle teche, i caschi di alcuni piloti di eccezionali edizioni: Lodovico Scarfiotti,
Vic
Elford,
Ignazio
Giunti
e
Toine
Hezemans.
Sono esposte, nella sala a destra entrando, le Targhe in metallo bronzeo di proprietà
dell’Automobile Club Palermo, dei periodi storici del 1921, 1932, 1937 e 1950. Al
momento è esposta la prima “Targa Florio” realizzata in oro e smalto dal francese
Lalique, di stile Art Noveau, commissionata nel 1906 dalla famiglia Florio, sicuramente,
rappresenta l’oggetto più significativo ed esclusivo. Inoltre, troviamo le Targhe del 1964
e del 1965 vinte dal barone Pucci e da Nino Vaccarella; in occasione dell’inaugurazione
del museo, i due corridori hanno gentilmente donato le targhe.
L’Automobile Club di Palermo ha contribuito con diversi cimeli ad aumentare le
testimonianze presenti nel museo ed ha concorso attivamente alla costruzione del sito
omonimo. Ricordiamo, inoltre, che l’Automobile Club di Palermo rimane per eccellenza
l’organizzatore della Targa già a partire dagli anni ’60, ed è responsabile oggi, del
marchio “Targa Florio”.
È, altresì presentata la cartolina celebrativa con annullo filatelico speciale, per l’evento e
una pubblicazione editoriale speciale “Museo Targa Florio” (raccolta
di testimonianze di stimati giornalisti: Enrico Benzing de “Il
Giornale”, Michele Fenu e Giulio Mangano de “La Stampa”,
Vincenzo Bajardi del “Corriere dello Sport”.). Alcuni articoli scritti
da Marcello Sabbatici, da Mauro Forghieri, da Sandro Munari, da
Salvatore Requirez e da Giacinto Gargano (attuale conservatore del
museo).
Vero orgoglio dei collesanesi, dell’ Amministrazione Comunale e del
Museo “Targa Florio” il 27 giugno 2004, la partecipazione alla
cerimonia di apertura, le successive testimonianze e reminiscenze del
passato, di alcuni piloti, primi attori e trionfatori di varie gare
(qualcuno ha anche portato con sé dei cimeli, donati in seguito, al museo).
Nino Vaccarella, primo nel ’65, ’71 e ’75, il barone Antonio Pucci, nel ’64 con la
Porsche, Sandro Munari, trionfatore nel ’72, Carlo Mario Abate, primo nel 1963, la prima
donna a disputare una gara in Formula 1, Maria Teresa De Filippis, Armando Floridia,
vincitore dell’edizione ‘76, Carlo e Rosadele Facetti, Tonino Nicodemi, Giampiero
Biscaldi. Sono anche intervenuti i famigliari di alcuni fuoriclasse: Isabella Taruffi,
nell’edizione del ’57, Margot Maglioli, figlia di Umberto, vincitore di tre edizioni,
Cristina Vianini Baghetti, Ida Benignetti e Luigi Scarfiotti, Margherita Riccardelli
Bandini, ed i meccanici della Ferrari: Borsari e Vecchi.
Tutto questo materiale: documenti, fotografie, oggetti e cimeli, raccontano e testimoniano
la lunga storia di questa fantastica corsa che ancor oggi continua a svolgersi, con la
formula del Rally, sulle stesse strade delle Madonie e, riprendono il fascino, gli aneddoti
e lati anche meno conosciuti della mitica corsa.
PRESENTAZIONE DEI PRODOTTI TIPICI
L’aspetto culturale di un popolo
(conoscenze,
abitudini,
costumi,
folklore, metodi di lavorazione, ecc.)
da cui si rilevano i significati più
profondi e radicati della tradizione
tipica locale, sono fortemente connessi
al luogo d’origine.
L’allevamento del bestiame, ad
esempio, è stata una delle principali risorse di molti territori della
Sicilia sin dai tempi antichi, grazie anche ai terreni generosi. Il
territorio delle Madonie, specialmente nella fascia collinare, si
presenta abbastanza adatto a questo tipo di allevamento e, tutto ciò,
favorisce quelle attività dei casari (anche a conduzione familiare),
come la lavorazione del latte e la produzione dei formaggi freschi e
stagionati.
Rappresentano un bel connubio la lavorazione del terreno, l’allevamento, la preparazione
del latte, dei formaggi, i loro marchi, sapori, i gusti che ne caratterizzano il territorio e
danno tipicità ed identità.
Infatti, il territorio di Collesano, già dotato di risorse legate alla zootecnia, all'agricoltura
e alle tradizioni locali, presenta un’ampia varietà di produzioni tipiche e di buona qualità:
i prodotti caseari dai fresco ai stagionati (fior di latte, schiacciata, ricotta, cacio cavallo,
provola, affumicati, pirmintiu, tuma, pecorino, ecc..) i salumi, i vini, l'ottimo olio, i vari
tipi di miele, i funghi, i prodotti conservati sott'olio e sotto aceto, il pane e soprattutto, i
numerosi tipi di dolci.
I modi effettivi di lavorazione, le preparazioni tipiche, alcuni ingredienti ed aromi,
vengono trasmessi gelosamente nel tempo da generazione in generazione, ma in tutti, si
ritrova sempre una forma di emotività ed originalità, alla sua partecipazione, esecuzione e
produzione.
Tra i ventiquattro formaggi storici che la Regione Siciliana ha riconosciuto (con relativa
pubblicazione sulla Gazz. Uff. n. 194/21/08/2000) c’è anche la “Provola delle Madonie”,
che ha acquistato la denominazione di prodotto tradizionale.
Nel libro L'Italia dei formaggi di Luigi Cremona, Francesco Soletti, - riporta la
Provola delle Madonie indicando Collesano, Petralia, Castelbuono tra le aree
produttive ad est di Palermo.
Ricotta fresca di pecora
NOME: Ricotta fresca di pecora
CATEGORIA DI APPARTENENZA DEL PRODOTTO: Lattiero –
caseario
MATERIA PRIMA: Siero di latte di pecora, con aggiunta di latte
TERRITORIO INTERESSATO ALLA PRODUZIONE: Collesano e
Zone Parco in particolare Pollina (PA),
CARATTERISTICHE:
Altezza: cm 30 circa; diametro: cm 20; peso: Kg 1,5: crosta: assente;
pasta: cremosa; colore: bianco.
METODICHE DI LAVORAZIONE, STAGIONATURA E
CONSERVAZIONE:
Si porta il siero, cui viene aggiunto del latte, a 85-90 gradi, mescolando continuamente
(preferibilmente con un bastone di "ferla" ). Dopo l'affioramento del coagulo, si aggiunge
acqua fresca con immersi dei rametti di fico appena colti, si raccoglie e si mette nelle
apposite
forme
a
spurgare.
Certe
volte
si
effettua
la
salatura.
Stagionatura: non si effettua, si consuma fresca.
ATTESTAZIONE
DELLA
DATABILITÀ
DEL
PRODOTTO
Gallo "Le venti giornate dell’agricoltura e dei piaceri della villa", IV sec. d.C..
NOTE
Prodotto di larghissimo consumo, soprattutto nella pasticceria ma
anche nella cucina tipica siciliana. Conosce una molteplicità di
varianti: 1) ricotta col siero, consumata ancora calda, mista al
siero come una zuppa (piatto di rara bontà ottenibile solo in
azienda); 2) ricotta salata, stagionata per la grattugia per almeno
tre mesi in ambienti arieggiati (nel palermitano); 3) ricotta
infornata, immessa nel forno caldo fino a formare una crosta di
colore bruno: talvolta previa stagionatura e salatura, ma quasi
sempre fresca; 4) ricotta secca, asciugata al sole e ritirata in casa
al tramonto fin quando la pasta si presenterà ben soda. Di tutte
queste varianti - come della stessa ricotta fresca di vacca- non sono stimabili la
produzione e il valore.
Provola delle Madonie
NOME: La Provola delle Madonie
CATEGORIA DI APPARTENENZA DEL PRODOTTO: Lattiero – caseario
MATERIA PRIMA: Latte vaccino
TERRITORIO INTERESSATO ALLA PRODUZIONE: Collesano e tutta l’area montana
delle Madonie
CARATTERISTICHE:
Peso: 1 - 1.2kg
Caglio: in pasta di agnello
Crosta: liscia, lucida, di colore giallo paglierino
Pasta: compatta, tenera, elastica, di colore bianco avorio tendente al paglierino
Facce: lisce e curve
METODICHE DI LAVORAZIONE, STAGIONATURA E CONSERVAZIONE:
Il latte riscaldato a 37-38 gradi viene coagulato nel
tradizionale tino di legno od in una caldaia di rame stagnato
aggiungendo caglio in pasta di agnello. Una volta raggiunta
la densità voluta della pasta si rompe la cagliata in grani
grandi come una nocciola. Quindi si lascia acidificare la
massa per un tempo variabile, aggiungendo acqua calda o
siero caldo e successivamente si procede all’estrazione
della massa che viene depositata per asciugare su di un
tavolone di legno. Si taglia poi la pasta a fette sottili, Che vengono poste nel tino di legno
e bagnate con acqua bollente a 85 gradi. Si effettua a questo punto la filatura della pasta,
aiutandosi con un bastone e, quando si raggiunge una buona elasticità, si formano delle
piccole pere. Legate due a due le Provole vanno in ambiente fresco ed areato, a cavallo di
una pertica, dove si affinano per 10-15 giorni
Il Fior di Latte
Formaggio fresco a pasta filata, molle, a fermentazione lattica, per la sua carica
enzimatica e vitaminica, ottenuto con latte intero vaccino proveniente da una o più
mungiture consecutive da effettuare nell'arco di sedici ore. Simile a quella della
mozzarella, originario del sud.
La lavorazione è quella comunemente utilizzata per la mozzarella
vaccina, dalla quale si discosta per forma e consistenza della
pasta. Le principali fasi di lavorazione sono: il riscaldamento del
latte, la coagulazione attraverso aggiunta di caglio di vitello;
l'aggiunta, durante la coagulazione di sieroinnesto (derivante dalla
lavorazione di latte vaccino crudo dell'area di produzione); la
rottura della cagliata e successiva maturazione, l'aggiunta di acqua
quasi bollente durante la vera e propria filatura, la mozzatura a
mano o meccanica, il raffreddamento in acqua, la salatura ed il confezionamento.
La salatura può essere effettuata anche in fase di filatura. La forma è variabile,
normalmente nelle Madonie viene realizzata tondeggiante, qualche volta con testina,
nodino e a seconda del luogo di provenienza a forma di treccia e parallepipedo. Si
presenta di color bianco-latte con sfumature paglierine, con pelle di consistenza tenera a
ed una superficie liscia, lucente ed omogenea.
La pasta è di color bianco latte a struttura fibrosa, a foglie sottili, di consistenza morbida
e con leggera elasticità più accentuata all'origine, che rilascia al taglio e per leggera
compressione, liquido lattiginoso, omogeneo; esente da chiazze o striature.
Questo tipo di formaggio ha un contenuto grasso per il 49% circa e acqua per il 62-65% ,
e si consuma freschissimo.
Ha la forma a sfera o a cubo, che dà una resa del 14-15%.
Sapore: caratteristico, fresco, di latte delicatamente acidulo; grasso sulla sostanza secca:
non inferiore al 40%.
Il fior di latte è ideale per cucinare e riempire. È altresì l'ingrediente principe della pizza,
ossia il piatto più celebre della tradizione meridionale.
La Tuma
Rileggendo un pò la storia gastronomica, la Tuma è un formaggio tipico
siciliano che ha origini antichissime: Omero riporta questo formaggio
nell'Odissea (quando il prode Ulisse incontra Polifemo) mentre Plinio fra
le sue diverse attività, fu il primo a classificare e registrare i formaggi
italiani e quelli “stranieri” allora conosciuti: descrisse il pecorino siciliano
come uno dei più eccellenti di quell’epoca!
L’ambiente delle Madonie è caratterizzato da un territorio che presenta
pascoli estensivi naturali e seminativi con parecchi casi biologici. La presenza antropica è
bassa ed è pari al 5% della popolazione così che l’ambiente risulta incontaminato.
Per questo tipo di formaggio il latte di pecora è quello di solito più usato ma, ci sono
anche trattamenti con latte di mucca e anche misto. Il latte utilizzato è quello intero e
viene raggrumato con caglio caprino o pecorino, e a volte si inserisce anche del pepe nero
per dare più sapore al formaggio. Può essere anche aromatizzato alla rucola, al
peperoncino alle olive, ecc.
La Tuma nasce praticamente nella stagionatura, dopo essere stata messa in forma in una
tina, viene "abbandonata" per 8/10 giorni prima di intervenire per la prima volta: viene
quindi lavata in maniera grossolana della muffa creatasi e "riabbandonata" per altri 8/10
giorni prima di essere finalmente salata, dopo averla lavata e spazzolata molto
accuratamente.
Ogni azienda casearia e/o ogni produttore ha una sua ricetta specifica sulla Tuma, che
normalmente non divulga e tramanda da generazioni in generazioni.
Certamente questa tipologia di formaggio è molto gustosa e saporita ma ha una
deficienza: un odore sgradevole e fastidioso!
Formaggio dal gusto dolce, viene consumato fresco dopo qualche giorno dalla
produzione viene adoperato in diverse preparazioni gastronomiche.
Il Primusali
Zona di Produzione : in tutta la Regione siciliana. In particolare in alcuni paesi dei
Nebrodi e delle Madonie.
Periodo di Produzione : tutto l'anno ( meno in estate , miglio produzione in primavera)
Materia Prima: latte ovino ( ma talvolta con latte vaccino o addirittura misto)
Stagionatura: da 7 a 15 giorni circa
Lavorazione: si porta il latte crudo a temperatura di coagulazione aggiungendovi caglio.
Dopo la coagulazione e la rottura della cagliata, si cuoce con acqua o siero caldo. Dopo
queste operazioni, la massa viene lasciata spurgare per 1-3 giorni, secondo il peso. La
salatura si effettua sulla forma, a secco, aggiungendovi anche pepe nero intero o
frantumato
Caratteristiche del prodotto: forma a ruota; crosta molle e rugosa; pasta morbida; colore
bianco
Il Primusali, un caratteristico formaggio fresco siciliano, tradotto “Primo sale” è un
pecorino fresco, non stagionato, praticamente appena salato. Il procedimento che da
origine al Primusali, magari senza approfondire il percorso di stagionatura, essendo un
formaggio non invecchiato, è il seguente: il latte di pecora crudo, viene messo in un
pentolone di rame, lo si fa cuocere possibilmente a legna, fino a quando il latte non
raggiunge la temperatura di addensamento, dopo di che viene immesso il caglio. A questo
punto, rotta la cagliata formata, si fa cuocere con dell'acqua.
Dopo poco tempo, si mette nelle fascere e si lascia riposare qualche giorno per la
spurgatura. Questo primo procedimento permette di ottenere la Tuma fresca,
contraddistinta dall’assoluta assenza di sale.
Successivamente basta aggiungere una quantità di sale a secco (qualche volta anche in
salamoia), aggiungere del pepe intero e far riposare per 10-12 gg. circa. In conclusione
abbiamo ottenuto il popolare e buon formaggio Primusali.
Il sapore è caratterizzato da una buona sapidità, sembra quasi che si sciolga in bocca, ed
esalta tutte le squisite qualità che ha. Singolare è l'odore che sprigiona questo formaggio,
perché sa di latte di pecora e odore di fieno.
Lo si trova nei supermercati; accoppiato con una fetta di pane caldo, mangiato è ottimo.
Il Pirmintìu
Il pirmintìu è un formaggio tipico delle Madonie, e in particolare di Collesano e
Castelbuono (PA). Si tratta di un formaggio stagionato i cui ingredienti sono: - latte ovino
- caglio - sale – pepe.
Il bello del pirmintiu sta proprio nella sua capacità di coniugare le esigenze di palati
diversi, essendo allo stesso tempo stagionato e piccante, ma anche dolce e delicato.
Premesso che si tratta di un formaggio tipico, il pirmintiu lo si può trovare concretamente
in molte attività alimentari delle Madonie. È anche un formaggio sostenuto e consumato
dagli abitanti di questi luoghi.
Essendo un prodotto legato alla tradizione, difficilmente si potrebbe pensare ad una
nicchia di commercializzazione oltre il livello locale, infatti, trovarlo altrove è alquanto
difficoltoso. L'unico modo per assaggiare questo ottimo formaggio è giungere in Sicilia e
farsi una bella escursione nelle accoglienti Madonie.
STRUTTURE RICETTIVE – TURISTICHE – RISTORATIVE - DI SVAGO E
PER IL TEMPO LIBERO
PRESENTI A COLLESANO PER UNA VACANZA DI QUALITÀ
Trascorrere una vacanza nel territorio di Collesano, “Porta Naturale del Parco delle
Madonie” significa imbattersi in un inesauribile patrimonio ambientale, paesaggistico,
storico, artistico, monumentale, folkloristico e gastronomico e in molteplici altre risorse e
strutture
turistico
ricettive.
Una vacanza a contatto con la natura, con l’arte, con la storia, con le tradizioni, che non
rinuncia al comfort, al riposo, in organizzazioni complete ed accoglienti e con
l’opportunità di rilassarsi in campagna, in piscina o nel centro benessere, dalle numerose
attività culturali, artistiche, religiose, sportive e dalle specialità tipiche gastronomiche
collesanesi da gustare in sagre, feste, ricorrenze e soprattutto nelle singolari strutture.
Certamente il territorio e il centro urbano di Collesano, a 28 chilometri dal polo turistico
balneare della conosciutissima Cefalù, “perla del Tirreno” a pochi minuti dallo stesso
litorale tirrenico di Campofelice di Roccella, a pochi chilometri dalla zona montana:
Piano Zucchi e Piano Battaglia (area sciistica del palermintano) nella sua proposta
turistica ricettiva, di un luogo collinare, all’interno dei confini del Parco Regionale delle
Madonie, presenta apprezzabili requisiti e affascinanti particolarità per una villeggiatura
fantastica ed indimenticabile.
La redazione di www.collesanocorreinrete.it, descrivendo, evidenziando e valorizzando
le migliori strutture ricettive, turistiche, ristorative, gastronomiche, escursionistiche, di
svago e per il tempo libero, ecc. presenti in Collesano, vuole mettere al corrente i propri
visitatori che, sul territorio, insistono strutture e complessi ricettivi che assicurano una
deliziosa vacanza, dei momenti di relax, di benessere, inseriti nel verde, in un ambiente
integro con il massimo dell’appagamento, delle comodità e del gusto.
I dati, gli elementi indicati, le caratteristiche e le foto utilizzate per delineare le strutture
sono prelevati dai siti e dal materiale informativo delle singole realtà turistiche e ricettive,
citandone la fonte sitografica e/o bibliografica. I recapiti presenti nelle varie aziende a
livello toponomastico, telefonico, fax, sitografico, ecc. possono subire variazioni.
TRE IMPRESE DI COLLESANO FANNO PARTE DEL “DISTRETTO
PRODUTTIVO DELLE CERAMICHE SICILIANE”
Il Distretto Produttivo, insieme di imprese appartenenti alla stessa filiera produttiva,
integrate fra loro da relazioni produttive, tecnologiche e di servizio sia in orizzontale che
in verticale, sottoscrivono un "patto" di durata triennale, nel quale manifestano idee e
azioni funzionali alla crescita del Distretto per favorire il miglioramento delle qualità
comuni: prodotti, organizzazione, distribuzione, potenziamento, tecnologie, ecc.
Sulla base degli strumenti legislativi e programmatori regionali vigenti, il patto si integra
con tutte le iniziative per lo sviluppo del territorio previste dai programmi di sviluppo
locale (ASI, PIT, patti territoriali, contratti d'area, leader ed altri strumenti di
programmazione negoziata) e di i internazionalizzazione dell'economia siciliana. Ne
fanno parte enti pubblici, imprese artigiane, organizzazioni di categoria, istituzioni
scolastiche, associazioni, consorzi ecc.
Ubicate in territori ad elevata consistenza imprenditoriale, le imprese che ne fanno parte,
cooperano tra loro per uno sviluppo complessivo e per la crescita dell'intera filiera, sono
sorretti dalle istituzioni impegnate nel sostegno dell'economia locale. Ricordiamo anche,
che le imprese del Distretto Produttivo devono almeno impiegare 150 addetti alla
produzione.
Il Distretto produttivo accede ai finanziamenti regionali, nei tre anni di istituzione ma,
normalmente continuano oltre il triennio finanziabile.
L'Assessorato Regionale alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca emana
appropriati bandi annui per l'assegnazione delle risorse disponibili.
Le imprese interessate faranno pervenire i relativi progetti esecutivi degli impianti, delle
opere, delle attrezzature e dei servizi connessi agli obiettivi dell'avviso. Generalmente
potranno proporre la creazione di osservatori, banche dati e centri studi di Distretto,
progetti di ricerca, creazione di marchi e di portali; partecipazioni a manifestazioni, fiere
in Italia e all'estero, allestimento di strutture promozionali permanenti anche all'estero,
creazione di laboratori tecnici e centri di prova, realizzazione di software gestionali
mirati, attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo, bonifica e riutilizzo di
centri industriali dismessi, promozione e potenziamento di strumenti d'integrazione delle
politiche formative e del lavoro, promozione commerciale di prodotti innovativi,
realizzazione di opere funzionali e connesse al potenziamento, miglioramento e
risanamento del territorio e delle aree produttive incluse nel sistema produttivo locale.
ASSESSORATO
DELLA
COOPERAZIONE,
DEL
COMMERCIO,
DELL'ARTIGIANATO E DELLA PESCA con DECRETO 16 marzo 2007 N. 15
"Individuazione dei patti di sviluppo distrettuali ammessi".
Il "DISTRETTO PRODUTTIVO DELLE CERAMICHE SICILIANE" ufficialmente
riconosciuto dall'Assessorato Regionale alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e
Pesca con Decreto Assessoriale n 185 del 06.02.2010 facente parte della CCIAA di ME
con Prot. 122 è costituito attualmente da 110 aziende ceramiche facenti parte
dell'ALLEGATO "A".
Tra queste imprese del settore sono associati rispettivamente al n° 70 MANGANELLO
ARTE Numero R.E.A: 251414 sede legale VIA PALERMO, 62 COLLESANO (PA)
Codice ATECO 26.21 Cod. Fisc. - P. IVA: 05338830820; n° 71 GIOVANNI
BATTISTA MELI Numero R.E.A: 213098 C.DA PIZZILLO COOLESANO (PA)
Codice ATECO 26.4 Cod. Fisc. - P. IVA: 0465700821; n° 72 COMED SRL Numero
R.E.A: 93878 C.DA MONDOLETTO COLLESANO (PA) Codice ATECO 51.53.2 Cod.
Fisc. - P. IVA: 02537760825. Nell'allegato B è indicato anche il COMUNE DI
COLLESANO.
Il "Patto Distrettuale delle Ceramiche Siciliane" è stato ammesso con D.A. n. 546 del
16/03/2007 dall'Assessorato Cooperazione Commercio Artigianato e Pesca a firma
dell'Assessore On. Ing. Antonino Beninati, con sede legale in Santo Stefano di Camastra
(Messina) nella via Nazionale n°96/b. Il termine di scadenza del Patto Distrettuale delle
Ceramiche Siciliane è fissato al 31/12/2010. Possibile ricandidatura ad un secondo
triennio, tramite la proposta della competente Camera di Commercio di ME.
Alcuni elementi distintivi del "PATTO DI SVILUPPO DEL DISTRETTO
PRODUTTIVO DELLE CERAMICHE SICILIANE"
Recapito Via Nazionale n. 96/b c.da Torrazza - 98077 Santo Stefano di Camastra (ME).
Patto pervenuto il 20 aprile 2006, prot. 4852 del 21/04/2006.
Sottoscrittori: n. 26 Enti, Consorzi e Associazioni di categoria e tra questi i Comuni di:
Caronia, Patti, Reitano, Collesano, Burgio, Monreale, Sciacca e le Province di Messina
ed Agrigento; - n. 2 "Fiera del Mediterraneo" ed Istituto "Fernando Santi", che hanno
aderito al Distretto Produttivo nei termini di cui al D.A. 152 , ma non risultano in elenco;
n. 68 imprese nella provincia di Messina; n. 15 imprese nella provincia di Palermo; n. 28
imprese nella provincia di Agrigento; n. 1 impresa nella provincia di Trapani. Addetti
dichiarati : circa 315 unità lavorative
Fatturato aggregato nelle Province di riferimento Messina, Palermo ed Agrigento (€.
2.500,00 per addetto): €. 2.500.000,00. Fatturato export 15 % del fatturato globale
Il "Patto" si pone come soggetto economico mirante all'aggregazione di imprese che
intendono migliorare gli standard di produzione nel settore delle ceramiche artistiche sia
di alto valore ornamentale, che di produzione corrente.
Esso si colloca per gran parte territorialmente nell'area geografica del Comune di Santo
Stefano di Camastra dove, negli ultimi decenni, si è fortemente concentrata e rafforzata la
produzione di ceramiche e dove, allo scopo di uniformare un livello qualitativo
apprezzabile, è stato adottato un disciplinare di produzione approvato dall'Associazione
Italiana delle Città delle Ceramiche.
Il "Patto" ha valenza interprovinciale essendo presenti in esso Enti, Associazioni,
Consorzi ed aziende di Palermo, Agrigento e Agrigento.
Non risulta di secondaria rilevanza l'incremento del potenziale utilizzo delle ceramiche in
ambito urbano ed edilizio, per le diffuse tendenze al conferimento di uno spiccato pregio
estetico e personalizzazione, ai manufatti da destinare alla fruizione privata e collettiva.
I GOLF CLUB IN ITALIA
Categoria circolo: Affiliato
Indirizzo : Contrada Bartuccelli - 90016 Collesano (PA)
Telefono : +39 0921934387
Fax : +39 0921934199
E-mail : [email protected]
Sito web : www.lemadoniegolf.com
Presidente : Giuseppe LAPIS
Vicepresidente : Isabella LAPIS
Direttore : Fabio BENSAJA
Segretario : Fabio BENSAJA
Maestro/i : Giuseppe MARRA
Green Keeper : Vincenzo ROTONDI
Responsabile attività giovanile:
Num. buche: 18
Percorso: par 72, Uomini: tee campionato mt. 6004 CR 71,2 SR 137, tee normali mt.
5670 CR 69,4 SR 131, Signore: tee campionato mt. 5286 SR 72,4 SR 130, tee normale
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Come raggiungere LE MADONIE GOLF CLUB:
Da Palermo e da Catania: autostrada Palermo - Catania, uscita Buonfornello, ss113 verso
Messina, al km 201,5 girare a destra direzione Campofelice di Roccella e seguire le
indicazioni golf.
Da Messina: autostrada Messina - Palermo, uscita Cefalù, ss 113 verso Palermo, al km
201,5 girare a sinistra direzione Campofelice di Roccella e seguire le indicazioni golf.
Il campo, progettato dal noto designer Luigi Rota Caremoli, sviluppa il suo articolato
percorso su 6004 metri lineari con un par 72 e la diffusa presenza di bunkers. L’impianto
si integra amabilmente nel seducente contesto paesaggistico, arricchito da 5 laghetti
artificiali, dagli oltre 3000 ulivi saraceni e dal vasto agrumeto e carrubeto.
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Tel/fax: (+39) 0921.664466 - Cell: (+39) 338.3908525
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tel: 0921 661306
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di barranco bar e caffe'
90016 Collesano (PA)
1, Via Giuseppe Mazzini
tel: 0921 661306
REPUBBLICA ITALIANA
GAZZETTA
UFFICIALE
DELLA REGIONE SICILIANA
PARTE PRIMA
PALERMO - VENERDÌ 8 MAGGIO 2009 - N.
20
SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE: VIA CALTANISSETTA 2/E - 90141 PALERMO
INFORMAZIONI TEL 7074930 - ABBONAMENTI TEL 7074926 INSERZIONI TEL 7074936 - FAX 7074927
AVVERTENZA
Il testo della Gazzetta Ufficiale è riprodotto solo a scopo informativo e non se ne assicura la rispondenza
al testo della stampa ufficiale, a cui solo è dato valore giuridico. Non si risponde, pertanto, di errori,
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Luca - Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti
DECRETI ASSESSORIALI
ASSESSORATO DELLA COOPERAZIONE, DEL COMMERCIO, DELL'ARTIGIANATO
E DELLA PESCA
DECRETO 9 aprile 2009.
Norme di attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 9 della legge regionale 15 settembre
2005, n. 10, modificata dall'articolo 4 della legge regionale 8 novembre 2007, n. 21. Centri
commerciali naturali.
L'ASSESSORE PER LA COOPERAZIONE, IL COMMERCIO, L'ARTIGIANATO E LA PESCA
Visto lo Statuto della Regione;
Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del governo e dell'amministrazione della Regione
siciliana, approvato con D.P.Reg. n. 70 del 28 febbraio 1979, ed in particolare l'art. 2;
Vista la legge regionale n. 10 del 15 settembre 2005, art. 9, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della
Regione siciliana n. 39 del 16 settembre 2005, modificata con legge regionale n. 21 dell'8 novembre
2007, art. 4, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 53 del 9 novembre 2007,
con il quale si dispone che, al fine di migliorare la fruibilità turistica nel territorio siciliano ed in
particolare per promuovere l'immagine e l'accessibilità dei centri storici e negli ambiti urbani a
vocazione turistica, su proposta del sindaco del comune interessato, l'Assessore regionale per la
cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca promuove tramite i comuni la costituzione e
l'attività dei centri commerciali naturali;
Ritenuto di dare piena attuazione alle norme di cui al superiore art. 9 della legge regionale n. 10 del
15 settembre 2005 modificata dall'art. 4 della legge regionale n. 21 dell'8 novembre 2007, e di
dovere emanare le necessarie ed opportune direttive organizzative e disciplinari;
Decreta:
Art. 1
Per le motivazioni di cui in premessa, sono approvate le norme di attuazione contenute nell'allegato
"avviso", che fanno parte integrante del presente decreto.
Art. 2
e
n
u
Il presente decreto sarà trasmesso alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana per la
pubblicazione integrale.
Palermo, 9 aprile 2009.
DI MAURO
Allegato
"Avviso"
Norme di attuazione delle disposizioni di cui all'art. 9 della legge regionale n. 10 del 15
settembre 2005, modificata dall'art. 4 della legge regionale n. 21 dell'8 novembre 2007
Centri commerciali naturali
Premessa
1) L'Assessore regionale per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca, in attuazione
delle disposizioni di cui all'art. 9 della legge regionale n. 10 del 15 settembre 2005, pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 39 del 16 settembre 2005, così come modificata
dall'art. 4 della legge regionale n. 21 dell'8 novembre 2007, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della
Regione siciliana n. 53 del 9 novembre 2007, emana le seguenti disposizioni.
Art. 1
Elenco dei centri commerciali naturali
1) E' istituito presso l'Assessorato regionale della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e
della pesca - dipartimento cooperazione, commercio e artigianato - servizio 5/s, l'elenco regionale
dei centri commerciali naturali, successivamente definiti C.C.N., nel quale sono iscritti tutti i C.C.N.
accreditati con apposito provvedimento assessoriale a conclusione del procedimento istruttorio
previsto dalle presenti norme di attuazione.
Art. 2
Definizione e scopi del centro commerciale naturale
1) I C.C.N., sono l'insieme di attività terziarie private fra loro vicine e comunque ricadenti in un
ambito urbano definito che, agendo in rete come soggetti di un'offerta commerciale integrata, hanno
lo scopo di:
a) riqualificare l'immagine e migliorare la vivibilità urbana negli spazi in cui opera;
b) accrescere le capacità attrattive delle attività che ne fanno parte;
c) migliorare il servizio offerto ai consumatori ed ai turisti.
2) Al fine di strutturare i C.C.N. come entità giuridiche gli stessi si possono costituire sotto le forme
previste dal comma 2 dell'art. 9 della legge regionale n. 10 del 15 settembre 2005, senza scopo di
lucro.
3) I C.C.N., al fine di potere ricevere incentivi di carattere economico, dovranno essere costituiti
nelle forme del consorzio al momento dell'accreditamento da parte dell'Assessore regionale per la
cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca.
Art. 3
Regia unitaria
1) Nei comuni ove risultano accreditati più C.C.N., al fine di assicurare una regìa unitaria per il
coordinamento delle iniziative, il comune promuove la collaborazione sia tra i C.C.N. che tra i
soggetti coinvolti.
Art. 4
Caratteristiche dei C.C.N.
1) I C.C.N. devono essere composti da un minimo di 20 componenti e devono giustificare la loro
costituzione mettendo in evidenza:
- lo scopo esclusivo della valorizzazione del sistema economico locale, con particolare riferimento
al commercio tradizionale di vicinato e di medie strutture di vendita così come definiti dall'art. 2,
comma 1, lettere e) ed f) della legge regionale n. 28 del 22 dicembre 1999, ai pubblici esercizi e
all'artigianato tradizionale, artistico e di servizio, nell'ambito dell'identità storico-culturale e sociale
della comunità interessata al C.C.N., al fine anche di favorire la fruibilità turistica del territorio con
la promozione dell'immagine e dell'accessibilità dei luoghi interessati;
- il coinvolgimento nell'area interessata dai C.C.N., di immobili pubblici e privati soggetti a vincolo
di tutela;
- eventuale quota del bilancio comunale destinata al sostegno delle attività dei C.C.N.;
- presenza di attività commerciali e artigianali interessate alla vendita e/o alla produzione di
prodotti tipici siciliani.
Art. 5
Gli attori del C.C.N.
1) Possono fare parte del C.C.N., oltre alle P.M.I. commerciali, di servizi e artigianali, le
associazioni della società civile, del mondo dello sport e della cultura, senza scopo di lucro, le
istituzioni private, le banche, le società e/o aziende private di gestione trasporti, di parcheggi,
sponsor privati, le organizzazioni religiose, i centri di assistenza tecnica per le imprese (C.A.T.).
2) Per potere fare parte del C.C.N., i soggetti interessati devono essere in possesso del certificato
camerale delle imprese comprensivo del nulla osta antimafia di cui all'art. 10 della legge regionale n.
575 del 31 maggio 1965 e successive modificazioni e, per i soggetti non iscritti alla C.C.I.A.A.,
produrre dichiarazione sostitutiva rilasciata ai sensi dell'art. 47 del D.P.R. n. 445 del 28 dicembre
2000.
3) I soggetti individuati dal precedente comma 1, pur se non esercitando la propria attività
all'interno dell'ambito urbano definito, possono chiedere di aderire al C.C.N. impegnandosi a
trasferire la propria attività all'interno di detto ambito urbano entro 60 giorni dall'accreditamento del
C.C.N. Trascorso infruttuosamente tale termine, la richiesta di adesione al C.C.N. si intende
rigettata e se, a seguito di tale atto, il numero dei soggetti aderenti dovesse risultare inferiore a
quanto previsto dal precedente art. 4, comma 1, l'accreditamento ottenuto dal C.C.N. si intende
decaduto.
Art. 6
Incentivi
1) I C.C.N. possono ricevere incentivi, sia economici che di supporto tecnico, dalla Regione, dallo
Stato, dall'Unione europea, dagli altri enti locali e territoriali, con i quali stipulano accordi per il
perseguimento delle loro finalità, elaborando e realizzando iniziative per un comune marketing
territoriale.
Art. 7
Attività dei centri commerciali naturali
1) I C.C.N. possono organizzare, fra l'altro, eventi, creazione e registrazione del marchio,
realizzazione delle vetrofanie, pieghevoli, calendari fotografici, registrazione del dominio internet,
feste in occasione del Natale e di altre occasioni religiose e civili ed in particolare:
- attività di animazione urbana;
- attività promozionali che abbiano diretta ricaduta sulle attività economiche espresse dal centro
commerciale naturale;
- attività di comunicazione come informazione, editoria, pubblicità, propaganda, pubbliche relazioni
sui media cartacei radio-televisivi e telematici;
- servizi di supporto e assistenza ai consumi e allo shopping;
- progetti di arredo urbano dei centri commerciali naturali;
- attivazione di strutture di servizio aperte al pubblico, quali punti di contatto e di assistenza agli
acquisti e alla fruizione dei centri commerciali naturali;
- accordi con enti di promozione turistica del territorio per l'offerta di pacchetti turistici integrati
con l'offerta commerciale ed artigianale;
- iniziative con il sistema economico e finanziario al fine di sponsorizzare iniziative del centro
commerciale naturale;
- accordi con la proprietà immobiliare su eventuali progetti di riconversione funzionale di immobili
inutilizzati;
- partecipazione a bandi di finanziamento pubblico rivolti alle imprese commerciali di vicinato per
lo sviluppo delle strategie di marketing;
- gestione di finanziamenti inerenti la sicurezza e il controllo, per la realizzazione di impianti
collettivi per la video sorveglianza esteso a tutto il territorio del centro commerciale naturale;
- organizzare gruppi di lavoro su problemi legati alle attività economiche dell'area di sedime del
centro commerciale naturale;
- organizzare manifestazioni culturali, convegni, dibattiti, seminari per il raggiungimento e la
diffusione dei propri obiettivi, nonché attività di formazione per i titolari e per gli addetti.
Art. 8
Iter dell'accreditamento
1) I C.C.N. inoltrano istanza al sindaco del comune interessato affinché lo stesso la proponga
all'Assessore regionale per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca per
l'accreditamento.
2) Il sindaco, entro 45 giorni dalla data di inoltro, acquisisce la delibera di presa d'atto del consiglio
comunale circa l'istituzione del C.C.N., e propone all'Assessorato regionale della cooperazione, del
commercio, dell'artigianato e della pesca l'accreditamento del C.C.N. allegando la seguente
documentazione:
a) progetto illustrativo dell'attività che il centro si propone di realizzare, con l'indicazione delle vie,
delle piazze e delle aree interessate alla costituzione del C.C.N.;
b) delibera di presa d'atto del consiglio comunale di cui al presente articolo 8, comma 2;
c) certificato camerale antimafia, di cui all'art. 10 della legge regionale n. 575 del 31 maggio 1965 e
successive modificazioni, delle imprese aderenti ai C.C.N., e dichiarazione sostitutiva rilasciata ai
sensi dell'art. 47 del D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000 per gli aderenti ai C.C.N. non iscritti alla
camera di commercio;
d) atti deliberativi di adesione al C.C.N. dei soggetti di cui all'art. 5, comma 1;
e) certificazioni rilasciate dal comune che attestino che le imprese facenti parte del C.C.N.
svolgono le loro attività nell'ambito urbano individuato dal centro commerciale naturale;
f) dichiarazione di impegno delle singole imprese partecipanti all'iniziativa di costituirsi secondo le
forme previste dall'art. 2, comma 2;
g) dichiarazione di impegno delle singole imprese che attualmente non esercitano la propria attività
all'interno dell'ambito urbano definito di competenza del C.C.N., di trasferire la propria attività
all'interno di detto ambito urbano entro 60 giorni dall'accreditamento;
h) copia fotostatica di un valido documento di identità del legale rappresentante delle imprese e
degli enti partecipanti all'iniziativa.
3) Nel caso in cui le amministrazioni non dovessero ottemperare a quanto sopra entro i termini
stabiliti dal presente articolo, verrà nominato un commissario ad acta da parte dell'Assessorato
regionale della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e della pesca che provvederà in via
sostitutiva.
Art. 9
Istruzione dell'istanza ed emanazione del decreto di accreditamento
1) L'istanza di accreditamento del C.C.N. presentata dal comune è esaminata in via preliminare dal
competente servizio 5/s - commercio dell'Assessorato. In caso di carenza della documentazione, il
servizio invita per una sola volta il comune ed il C.C.N. ad integrare la documentazione. Trascorsi
inutilmente 30 giorni l'istanza si considera rigettata.
2) L'istanza istruita positivamente viene proposta all'Assessore regionale per la cooperazione, il
commercio, l'artigianato e la pesca per l'emanazione del decreto di accreditamento, previa
acquisizione dell'atto costitutivo e dello statuto sociale del C.C.N. costituitosi sotto le forme previste
dal comma 2 dell'art. 9 della legge regionale n. 10 del 15 settembre 2005, senza scopo di lucro.
3) Qualora l'atto costitutivo e lo statuto sociale del C.C.N. non dovessero pervenire all'Assessorato
regionale della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e della pesca entro 45 giorni dalla
richiesta, l'istanza di accreditamento è da considerarsi rigettata.
Art. 10
Impugnazioni
1) Contro il decreto di diniego dell'accreditamento è possibile richiedere entro 30 giorni un riesame
della richiesta.
Art. 11
Centri commerciali naturali già operanti
1) I centri commerciali naturali già operanti, ai fini dell'accreditamento da parte dell'Assessorato
regionale della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e della pesca, devono adeguarsi alle
presenti norme attuative.
(2009.17.1232)035
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*
MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile
FRANCESCO CATALANO, condirettore
MELANIA LA COGNATA, redattore
Ufficio legislativo e legale della Regione Siciliana
Gazzetta Ufficiale della Regione
Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-Palermo
Ideazione grafica e programmi di Michele Arcadipane
Trasposizione grafica curata da Alessandro De Luca
Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti
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ISTANZA DI ADESIONE AL “CENTRO COMMERCIALE NATURALE” DI
COLLESANO
Il
sottoscritto
………………………………..
nato
a
…………………………….
il………………………… e residente a…………………………….. via …………………………...
n……………….., nella qualità di :
Titolare di piccola media impresa commerciale
Titolare di impresa di servizi
Titolare di impresa artigianale
Legale rappresentante di associazioni
Legale rappresentante di associazioni sportive
Legale rappresentante di associazioni culturali
Legale rappresentante di istituzioni private
Legale rappresentante di banche
Aziende private di gestione trasporti
Aziende private di gestione parcheggi
Sponsor privati
Organizzazioni religiose
Centri di assistenza tecnica per le imprese.
Denominazione : ………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………
MANIFESTA
la propria adesione alla costituzione del centro commerciale naturale di Collesano.
Collesano, lì
______________________________
Si allega :
-
codice fiscale
-
certificato di iscrizione Camera di Commercio