Calendario Aggiornato Esposizioni Brescia

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Calendario Aggiornato Esposizioni Brescia
BRESCIA
ESPOSIZIONI
APRILE 2015
Infopoint Turismo Bresciatourism
MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
MOSTRE NEI MUSEI CIVICI
& NEGLI SPAZI ESPOSITIVI DI BRESCIA
MUSEO SANTA GIULIA
L’ospite eccellente, le opere della Pinacoteca Tosio Martinengo in Santa Giulia
L’esposizione “L’ospite eccellente” presenta una ricca selezione di dipinti appartenenti alle raccolte della
Pinacoteca, temporaneamente ospitati presso il Museo della Città al fine di garantirne la visione ai bresciani e ai
visitatori provenienti da altre città attraverso un criterio espositivo che valorizza le opere, ponendo in luce gli
autori più significativi – tra i quali Raffaello, Moretto, Romanino, Savoldo e Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto
– e importanti artisti di interconnessione sulla via maestra dell’intenso realismo che ha caratterizzato la pittura
bresciana ed il collezionismo locale.
La mostra allestita a Santa Giulia consente di compiere un percorso virtuale attraverso la storia della pittura
bresciana – o eseguita a Brescia e per Brescia da importanti artisti italiani – a cominciare dal Tardogotico e fino
al pieno Settecento. Non mancano, naturalmente, i più noti capolavori ai quali è legata la fama della raccolta
cittadina: dal Cristo Redentore e dall’Angelo di Raffaello allo Stendardo di Orzinuovi di Vincenzo Foppa, dal Cristo e
l’Angelo di Moretto all’Adorazione dei Pastori di Lorenzo Lotto, dal Flautista del Savoldo allo straordinario nucleo
dei dipinti di Giacomo Ceruti, tra i quali spiccano tre tele appartenenti al cosiddetto Ciclo di Padernello.
Parallelamente, trovano posto nell’esposizione anche i Profeti del Moretto, il ciclo dipinto da Giulio e Antonio
Campi per palazzo della Loggia, e notevoli opere di genere del Seicento e del Settecento (paesaggi, marine e
nature morte). Accanto al taglio cronologico, particolare attenzione viene prestata all’approfondimento di alcuni
temi specifici, quali il ritratto (sia di grande che di piccolo formato, con belle miniature di scuola nord-europea e
italiana provenienti in gran parte dalla collezione di Paolo Tosio), la pittura devozionale e quella destinata a
ornare gli edifici ecclesiastici, con le grandi pale d’altare provenienti dalle chiese di San Barnaba (il polittico di
Vincenzo Civerchio e Francesco Napoletano) e di Sant’Eufemia (l’imponente Sacra conversazione dipinta da
Moretto) e con le due Natività di Moretto e Romanino. Le cento opere esposte a Santa Giulia trovano posto
accanto ad alcuni ambienti del complesso monastico che – sempre in connessione ai lavori di palazzo
Martinengo – sono stati destinati a deposito.
“D’importanza grande e d’eccezionale rarità…”
Collezioni d’arte applicata dei Civici Musei di Brescia
Il percorso espositivo consente di ammirare esemplari di rara bellezza provenienti dalla civiche raccolte di arti
applicate, la cui formazione si deve ai generosi lasciti di illuminati collezionisti e mecenati come Gabriele
Scovolo, Paolo Tosio, Camillo Brozzoni e Leopardo Martinengo da Barco.
Avori medievali, oreficerie sacre del Quattrocento, bronzetti rinascimentali, cammei di età neoclassica, il
prezioso medagliere sono espressione di creatività artistica e di sapienza tecnica, oltre che testimonianze di storia
del gusto. Per rarità, qualità e quantità degli esemplari, meritano particolare attenzione la serie delle maioliche
“istoriate”, in grado di documentare l’attività dei maggiori centri ceramici italiani del Cinquecento, e il gruppo
dei vetri di produzione muranese, straordinaria esemplificazione delle tecniche e delle tipologie dal XV al XVIII
secolo. Gli “oggetti d’arte” selezionati per questa occasione, insieme ai molti altri conservati da alcuni anni nei
depositi, costituiscono un patrimonio di straordinaria importanza che trova pochi confronti nei musei italiani.
Dal 9 maggio 2015 al 17 gennaio 2016
“Brixia. Roma e le genti del Po”
Un incontro di culture. III-I Secolo A.C.
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NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Perché i Romani decisero di volgersi, nel proprio programma di espansione, anche verso l’Italia settentrionale?
Che cosa li ha attirati nelle terre del Po, occupate da popolazioni di cultura e tradizioni così lontane dalle loro?
Come avvenne questo incontro e quali cambiamenti comportò per queste genti e per i Romani stessi?
Una mostra archeologica che affronta per la prima volta questi affascinanti temi attraverso un viaggio nel tempo
e nello spazio che consente di ripercorrere, attraverso reperti inediti, il mutamento di cultura provocato
dall’incontro tra Romani e genti indigene a nord del Po. Dal confronto, talvolta dallo scontro, sono sorti nuovi
insediamenti urbani, mentre l’acquisizione di un diverso status giuridico e l’integrazione religiosa hanno
originato la costruzione di edifici dapprima sconosciuti. Il territorio riceve una nuova organizzazione così da
determinare una nuova conformazione del paesaggio. Anche il gusto privato muta, acquisendo tratti tipicamente
romani che convivono tuttavia con abitudini e tradizioni riferite alle origini.
Emblematica è certamente Brixia che, capoluogo dei celti Cenomani, integra progressivamente la propria cultura
con quella di Roma, tanto da far costruire, all’inizio del I secolo a.C., un santuario all’interno dell’area sacra
chiamando architetti e maestranze da Roma.
Per la prima volta si apriranno le porte anche di questo luogo straordinario.
Orari: da martedì a domenica: 9.30-17.30 (chiusura biglietteria ore 16.30). Chiuso tutti i lunedì non festivi.
Ingresso: Intero € 10,00 - Ridotto € 7,50 (gruppi da 10 a 30 persone e convenzioni) - Ridotto € 5,50 (da 14 a 18
anni e sopra i 65 anni) - Scuole € 3,00 - Scuole con didattica € 4,50
MUSEO SANTA GIULIA, Via Musei 81/B, tel. 030 2977833/834, [email protected],
www.bresciamusei.com, www.rinascimento.bresciamusei.com
CAPITOLIUM
Il Capitolium riapre le porte del tempo
Impossibile perdere una emozione assolutamente unica: assistere al ritorno degli antichi Dei all’interno del loro
Capitolium, duemila anni dopo il loro primo ingresso. Accadrà a Brescia dove riapre il Capitolium, uno degli
edifici di età imperiale meglio conservati in Italia settentrionale.
A rendere eccezionale questa riapertura è non solo la bellezza, l’imponenza e l’importanza intrinseca del
monumento simbolo di Brescia ma il nuovo percorso museale che Francesca Morandini, curatore per
l’archeologia dei Civici Musei e Paola Faroni responsabile per l’edilizia monumentale del Comune di Brescia, in
team con Filli Rossi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, hanno ideato. Ad
accompagnare il visitatore all’interno dell’antico Tempio, al cospetto di Giove, Giunone e Minerva saranno luci,
suoni e atmosfere ricreate da Studio Azzurro.
Varcati i nuovi portali in bronzo, il visitatore sarà accolto nella Cella Orientale del Tempio, da una installazione
di profonda suggestione evocativa, un vero e proprio racconto, fatto di voci, suoni e immagini.
L’installazione multimediale permetterà ai visitatori di conoscere ed esplorare il sito così come doveva
presentarsi in origine, valorizzando l’ambiente e consentendo di comprendere meglio il significato del tempio e
rendendo la visita indimenticabile. Ma a stupire ancora di più saranno gli ambienti restaurati e soprattutto ciò
che durante i restauri qui è emerso. Le novità sono infatti numerose e rilevanti; dai pavimenti originali in marmi
colorati del I secolo d. C., agli arredi dell’antico tempio, alla dettagliata sequenza stratigrafica, alla cronologia del
tempio stesso. Il Capitolium era il tempio principale di ogni città romana ed era il simbolo stesso della cultura di
Roma; in esso era attribuito il culto alla “triade capitolina” e cioè le principali divinità del pantheon latino: i già
citati Giove, Giunone e Minerva. Nello spazio antistante il tempio si radunavano i fedeli per le principali
cerimonie e venivano compiuti i sacrifici. I pavimenti originali in pregiati marmi policromi, le statue e gli arredi
di culto – che rientrano dopo un lungo periodo nella loro antica sede - godranno di nuove visuali e nello stesso
tempo saranno protetti e conservati. Nuovi portali in bronzo infatti, altamente tecnologici, permetteranno di
rivivere l’atmosfera sacrale e solenne delle antiche aule di culto, garantendo anche un’ottimale situazione
microclimatica per la conservazione delle parti originarie del tempio. I resti archeologici di questo straordinario
complesso vennero portati in luce tra il 1823 e il 1826 quando i membri dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti,
grazie a una sottoscrizione pubblica, poterono affrontare scavi estensivi nell’area, partendo da un capitello che
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affiorava in un giardino privato. La campagna di indagini fu di tale successo da indurre l’amministrazione ad
aprire all’interno del tempio, parzialmente ricostruito, il primo museo civico di Brescia, il Museo Patrio. Aveva,
in particolare, creato un’immensa emozione la scopertura di un tesoro occultato da una parete del tempio. Un
deposito di opere bronzee magnifiche qui nascoste forse per salvarle da scempi o per sottrarle alla fusione per
battere moneta. Erano i cosiddetti “grandi bronzi” di Brescia, esposti oggi in Santa Giulia: un insieme unico di
statue ed elementi di arredo in bronzo dell’edificio. Tra essi, oltre a ritratti di imperatori, cornici decorate,
frammenti di statue, emerge per bellezza e rarità la statua della Vittoria alata, capolavoro della bronzistica del
primo secolo dopo Cristo. Questa apertura costituisce la prima tappa di un intervento complessivo di recupero
dell’area, che includerà anche con successive aperture i recenti scavi archeologici e il santuario di età
repubblicana. L’intervento si pone in continuità con il recupero delle domus dell’Ortaglia e l’inserimento di
questo contesto nei percorsi di visita del Museo della città del marzo 2003, nel solco della tradizione
archeologica bresciana che, a partire dai provvedimenti del 1480 - per i quali vennero murate negli edifici
rinascimentali in piazza della Loggia le “lapidi iscritte” di età romana trovate in città-, dimostra la precoce
sensibilità della città nei confronti del suo antico passato.
Orari: tutti i giorni, escluso martedì, ore 10.00-17.00 (ultimo ingresso 16.30). Chiuso tutti i martedì non festivi.
Ingresso: Intero € 4,00 - Ridotto € 3,00 (dai 14 ai 18 anni e sopra i 65 anni; gruppi da 10 a 25 persone)
Area archeologica del Capitolium, Via Musei 57, tel. 030 2977833/834, [email protected],
www.bresciamusei.com
PALAZZO MARTINENGO
Dal 24 gennaio al 14 giugno 2015
“Il cibo nell’arte: capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”
Questa sorprendente mostra, strettamente legata al tema dell’Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita”, è la più importante esposizione dedicata al cibo nell’arte mai organizzata finora in Italia. Per la prima volta
Palazzo Martinengo ospiterà una prestigiosa selezione di oltre 100 dipinti di altissima qualità, che coprono un
arco temporale di oltre quattro secoli, per offrire al pubblico l’occasione unica ed irripetibile di compiere un
emozionante viaggio alla scoperta della rappresentazione del cibo e degli alimenti nelle varie epoche storiche.
L’accurata scelta delle opere, effettuata dal curatore Davide Dotti coadiuvato da un comitato scientifico
internazionale, dimostrerà quanto le ricerche specialistiche più recenti hanno confermato, vale a dire l’esistenza
di un secolare e forte legame fra il cibo e le arti figurative, fra la straordinaria tradizione eno-gastronomica e la
cultura artistica italiana, caratteri distintivi della nostra identità nazionale.
Sala dopo sala il visitatore scoprirà così che i pittori attivi tra XVII e XIX secolo amavano dipingere i cibi e i
piatti tipici delle loro terre d’origine, ed incontrerà in talune opere pietanze ed alimenti oggi completamente
scomparsi di cui è difficile immaginare il sapore. Inoltre, grazie alla collaborazione con alcuni dei più rinomati
dipartimenti di Scienze dell’Alimentazione delle Università italiane, che analizzeranno in maniera scientifica le
tavole imbandite e le dispense immortalate nelle tele del ‘600 e ‘700, lo spettatore avrà preziose informazioni
sull’alimentazione e i gusti dell’epoca.
L’esposizione, che si articolerà secondo un suggestivo percorso iconografico e cronologico, sarà suddivisa in
dieci sezioni tematiche rispettivamente dedicate a: L’allegoria dei cinque sensi, Mercati dispense e cucine, La
frutta, La verdura, Pesci e crostacei, Selvaggina da pelo e da penna, Carne salumi e formaggi, Dolci vino e liquori
Tavole imbandite, Il cibo nell’arte del XX secolo.
In Palazzo Martinengo i capolavori dell’arte antica di Campi, Recco, Baschenis, Brueghel, Guercino, Salini,
Todeschini ed altri ancora, dialogheranno in maniera avvincente con quelli dell’arte moderna e contemporanea
di Magritte e De Chirico, Manzoni e Fontana, Lichtenstein e LaChapelle fino a Andy Warhol, solo per citare i
nomi dei più famosi. A conclusione del percorso espositivo, quale ultima sorpresa della mostra, il visitatore sarà
meravigliato dalla visione della “piramide alimentare”, una stupefacente istallazione che è stata commissionata
per l’occasione ad un noto artista contemporaneo italiano.
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Un’affascinante racconto attraverso quattro secoli di storia dell’arte per esplorare le differenti correnti pittoriche
succedutesi nel corso del tempo – dal barocco al rococò, dal romanticismo ottocentesco alle avanguardie del
novecento – ed apprezzare, mai come prima d’ora, le varie iconografie correlate alla rappresentazione del cibo
che gli artisti hanno affrontato esprimendo al massimo grado estro ed originalità.
La mostra di Palazzo Martinengo, sorprendente ed innovativa, lascerà il pubblico letteralmente “a bocca aperta”
facendogli vivere un’indimenticabile esperienza plurisensoriale che delizierà non solo l’occhio ma anche il più
fine palato.
Orari: da mercoledì a venerdì: dalle 9:00 alle 18:00; sabato, domenica e festivi: dalle 10:00 alle 20:00; lunedì e
martedì chiuso
Ingresso: Intero € 10,00 - Ridotto € 8,00 (*visitatori dai 6 ai 26 anni, visitatori oltre i 65 anni, portatori di
handicap, soci Touring Club con tessera, soci FAI con tessera, insegnanti, militari, forze dell’ordine non in
servizio, possessori di tessera Village Card dell’Outlet Franciacorta)
Palazzo Martinengo, Via Musei, 30 tel. 030 5785122, [email protected].
MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA
Dal 9 maggio al 3 giugno 2015.
Fabio Cigolini, “Strett"
L’idea di istantanea si deve all’inglese John Herschel, che rifacendosi ad una metafora della caccia, coniò il
termine snapshot, ricollegando questo genere di fotografia a quel colpo sparato in fretta senza prendere la mira.
La street photography è nel panorama fotografico attuale molto praticata, facilitata dai mezzi di cui oggi
disponiamo; ma quell’incontro fugace tra fotografo e soggetto non sempre si concretizza in una bella immagine.
Nel caso di Fabio Cigolini questo incontro avviene ed accade in modo intuitivo: saper riconoscere in una
situazione, su uno sfondo dai forti valori plastici ed estetici, che qualcosa accadrà. E questo accadimento in
Cigolini lo troviamo nello sguardo stupito di un bambino, nei cromatismi accesi di un manifesto pubblicitario,
nell’andatura veloce dei passanti.
In questi scatti c’è anche molto di quel realismo poetico francese, che aveva visto nelle coppie di innamorati, nei
dormienti, nei sognatori, nei bambini, nei venditori di fiori e nei musicisti di strada, i soggetti privilegiati delle
sue fotografie.
Una mostra che si fa erede da una parte della tradizione della street photography e dall’altra della narrazione
poetica della vita, nel suo semplice fluire quotidiano, il tutto coniugato ad un taglio ed una cromia
contemporanei e moderni.(Luisa Bondoni)
BIOGRAFIA: Fabio Cigolini nasce a Brescia il 14 marzo 1957, Socio già dal 1987 del Cinefotoclub-Brescia che
dopo una pausa ritorna a far parte del gruppo nel 2014.
Dal 2001 con la Nikon D100 (prima reflex) crede nel digitale e abbandona ogni tipo di pellicola.Già dal primo
anno di tesseramento al circolo bresciano, giungono le prime soddisfazioni, vince per tre anni la “scuola
fotografica di approfondimento” e per più volte i Concorsi Nazionali “Premio “S.Faustino”, ”Premio Brescia”
di Fotografia Artistica e Concorso “Mille Miglia”. Nel 2002 gli viene assegnato dalla Federazione Italiana
Associazione Fotografiche il titolo Onorifico “BFI”. Nel 1999 vince il Concorso indetto dal FAI dal tema
“Ferro Battuto”.
Il 1° Concorso di BresciaOnline “La Fotografia su Internet” per la sezione “La mia Città” replicando nel 2006
nella sezione Bianconero. Nel 2002 il “Trofeo Lombardia organizzato dalla FIAF , il Concorso indetto dalla
Pastorale di Roma dal titolo”Le Croci” ed altre vittorie in ambito nazionale;il “Trofeo Rhodigium”(RO), “Il
Cavocchio”(Guardiagrele –CH), il “D.Grasso “(Lecce), il Cernobbio (CO) per due anni consegutivi e il
“Brescello”(RE).
* Anno 2007 - primo classificato 6° "Trofeo Lombardia" organizzato dalla FIAF
* Anno 2010 - Primo assoluto DigitalGiro Bresciano.
* Anno 2014 - Primo Premio "Premio Brescia"
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MOSTRE NEI
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* Anno 2014 – Concorsi interni scuola fotografica
Numerose anche le mostre personali ;
Galleria “Contatto” (Piacenza), Rua Sovera (BS), Libreria Tarantola (BS) , Center Point FBItech (BS), Bar
Gallery (BS), “Il Gabbiano”- Gussago (BS), Ufficio Turistico Iseo (BS) e collettive nazionali ed internazionali ;
Rivoltella del Garda (BS), Valverde (CT), Naxos (MS), West Room Gallery Yonkers (New York) , Tokio ,
Calcutta (India) , Ashford (Inghilterra), Ucrania e Crimea.
Nel 2005 con l'immagine "London" viene scelto con altri 9 autori Italiani a rappresentare l'Italia al 17° Salone
d'Arte Fotografica "Il Volto delle Nazioni" 13° MONDIALE FOTOFESTIVAL - CENTRO ARTE VISIVE
BATANA a Rovigno (Croatia) per la mostra e relativo volume in occasione del 55° anniversario dell'attività
fotografica e del 20° anniversario della Photo Art Gallery "Batana" dove oltre a l'Italia hanno partecipato altre
otto nazioni: Francia, Croazia, India, Cina, Lussemburgo, Pakistan, San Marino e Gran Bretagna.
Dal 9 maggio al 3 giugno 2015.
“Lo sguardo degli altri". Mostra fotografica collettiva Centro Fotografico Down.
Il progetto fotografico realizzato con pellicole istantanee in collaborazione con 16 ragazzi del CBD centro
bresciano down parte da un idea di Silvano Peroni e Ernesto Mezzera per dare continuità al precedente progetto
fotografico realizzato nel 2012 “ La settima onda “ e che vedeva coinvolti i fotografi Massimo Alfano Enrico
Beneduce Elena Bertelli Marco Bianchetti Manuel Colombo Ernesto Mezzera Marco Pasinelli Franca Perletti
Silvano Peroni Laura Predolini e Antonella Panteghini con la presentazione di un bellissimo testo di Stefania
Balotelli.
In quell’occasione ogni fotografo aveva il compito di ritrarre i ragazzi del centro ognuno col proprio stile e
sensibilità e ne è uscito un lavoro di visibilità per il centro bresciano down non indifferente,tante mostre e
convegni in tutta la provincia di Brescia e la mostra a Reggio Emilia nell’ambito di fotografia europea.
In questa nuova ed entusiasmante avventura i ragazzi hanno seguito con interesse e poi con passione quello che
Silvano Peroni gli proponeva. Era una sfida un rimettersi in gioco sia per chi in qualche maniera si augurava che
i ragazzi attraverso ben 6 incontri pomeridiani che si svolgevano il sabato pomeriggio, si confrontassero con un
mezzo fotografico semplice ed intuitivo,e da parte loro ,riuscire ad esprimersi e a raccontare la loro storia non
come modelli ma come fotografi.
Un’ esperienza condivisa pure da Roberta Rubagotti , Franca Perletti e da Luca Peroni ,collaboratori
indispensabili per Silvano Peroni per la riuscita del progetto . Chi ha fotografato il backstage e chi con tatto e
sensibilità coinvolgeva i ragazzi a condividere il loro “sentire “.Se tutto questo ha preso forma è grazie
innanzitutto a Edi, Cinzia ,Mirko Mezzera per aver spronato Silvano ad onorare il sogno di Ernesto.
Grazie al Centro Bresciano Down ,ai genitori dei ragazzi ,ad Alessio e a tutto il suo staff, al presidente del
centro,al Museo della Fotografia di Brescia, a Luisa Bondoni, che hanno appoggiato in questi mesi tutto il
lavoro, il progetto verrà presentato al pubblico.
Mostra nel cassetto: Don Fabio Corazzina,personaggio bresciano dell'anno nell'obiettivo di Enzo
Serramondi
Orari: martedì-mercoledì-giovedì dalle 9.00 alle 12.00 / sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso: gratuito
Sala Mostre e Conferenze del Museo Nazionale della Fotografia, Via S. Faustino 11D, tel. 03049137,
[email protected] - www.museobrescia.net.
MUSEO DIOCESANO
La maniera grande – Dipinti del XVI secolo dalla Pinacoteca Tosio Martinengo
In occasione della chiusura per restauri della Pinacoteca Tosio Martinengo sono stati depositati presso il Museo
Diocesano diciassette dipinti di grandi dimensioni, per lo più destinati alle chiese della città e rappresentanti della
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grande stagione della pittura bresciana del Cinquecento. Un percorso che dall’ultima maniera di Vincenzo Foppa
conduce alle prime prove di Moretto e Romanino, fino ai risultati della maturità dei due artisti, segnati
dall’incontro con i grandi del Rinascimento italiano, da Raffaello a Tiziano.
Orario: tutti i giorni, escluso mercoledì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Ingresso: intero € 5, ridotto € 3, rid. over 60 € 2. Ingresso gratuito per scolaresche. Laboratori didattici € 3.50
Museo Diocesano, Via Gasparo da Salò 13, tel. 03040233
www.diocesi.brescia.it/museodiocesano - [email protected]
SALONE VANVITELLIANO
Dal 14 febbraio al 31 ottobre 2015
“Civica Liuteria Bresciana – Strumenti antichi dal Museo della Città”
La mostra “Civica liuteria bresciana. Strumenti antichi dal Museo della città” è un progetto del Comune di
Brescia e di Fondazione Brescia Musei che nasce con la finalità di far conoscere e valorizzare la straordinaria
collezione degli strumenti musicali della città, di cui vengono esposti in questa occasione cinque pregevoli pezzi
prodotti dalle famiglie liutarie bresciane più importanti. Gli strumenti in esposizione sono la testimonianza
dell’importanza della tradizione liutaria cittadina, che si sviluppò in particolare nel Cinquecento e nel Seicento, e
della qualità del lavoro delle botteghe specializzate nella costruzione di strumenti, la cui attività era nota e
apprezzata già a partire dal XV secolo. La collezione degli strumenti musicali dei Musei Civici, che conta ben
228 pezzi, è costituita da due nuclei principali: quello degli strumenti ad arco e quello degli strumenti a pizzico, a
cui si affiancano alcuni strumenti a fiato, a percussione e a tastiera, oltre ad alcuni pezzi provenienti da paesi
extraeuropei. Tale raccolta si formò inizialmente grazie alla donazione del tenore bresciano Francesco Pasini
(1848-1911) che lasciò al Comune di Brescia alcuni strumenti di grande pregio, ancora oggi rappresentativi del
nucleo principale della collezione. A questa prima donazione, si aggiunse nel 1994 la collezione di Virginio
Cattaneo e nel 2003 quella di Magda Zanelli, che donò tre strumenti appartenenti al padre, lo scultore Angelo
Zanelli. Completano la mostra una serie di pannelli didattici e due video che raccontano la storia della liuteria
bresciana tramite interviste a esperti, storici e liutai, così da rendere i contenuti accessibili a qualsiasi tipologia di
pubblico, specializzato e non.
Orari: da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 19.00; sabato dalle 8.00 alle 12.00; domenica chiuso. Ingresso libero.
Salone Vanvitelliano, Palazzo Loggia, www.comune.brescia.it
BIBLIOTECA QUERINIANA
Dal 15 maggio al 6 giugno 2015.
Inaugurazione venerdì 15 maggio 2015 alle ore 17.30.
Carte in tavola.
In linea con il programma dell’Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, energia per la vita” dal 15 maggio al 6 giugno, nel
suggestivo atrio storico della Biblioteca Queriniana di Brescia, si terrà la mostra “CARTE IN TAVOLA”
proposta da Gianfranco Schialvino e Adriano Benzi in collaborazione con il personale del Settore Cultura,
Turismo e Biblioteche del Comune di Brescia.
Si tratta dell’esposizione di una preziosa selezione di “menu”, ovvero dei cartoncini posti sulla tavola ad uso dei
commensali che, sia in passato che oggi, esplicitano la sequenza delle portate di un banchetto.
L’origine di tale tradizione, derivata dalla trascrizione in “minuta” delle proposte alimentari quotidiane presso le
famiglie aristocratiche, segna il passaggio dal “servizio francese”, che prevedeva l’immediata disponibilità di tutte
le portate, al “servizio alla russa” che stabiliva la successione delle portate secondo un ordine prestabilito.
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Il cibo è stato da sempre un formidabile marcatore sociale, basti pensare ai precisi codici alimentari impiegati per
indicare i cibi più adatti ai differenti ceti sociali e, come documentato da alcuni dei menu esposti, l’abbondanza e
la diversità del cibo consumato è da sempre stata esibita come attributo del potere a sottolineare la ricchezza
della tavola e la disponibilità di alimenti rari e ricercati.
L’immaginazione sarà sollecitata dall’osservazione degli elaborati supporti, dalla preziosità ostentata nelle diverse
tecniche decorative impiegate, dalle differenti situazioni proposte che spaziano dai sontuosi banchetti reali ai
viaggi del pontefice, dai convivi di stato, alle situazioni più intime e famigliari come la celebrazione di una
nascita.
E ancora, dalle “carte” vergate a mano con eleganti grafie rese oggi demodé dalla consuetudine all’uso del PC e
della stampa individuale si passa a una serie di menu d’artista elaborati, talvolta come gioco, ma più
frequentemente per guadagnare un pasto in attesa dell’agognata fama. Tra gli altri, i preziosi menu progettati per
il famoso ristorante “La Colomba” di Venezia - trasformato in ritrovo per artisti dal collezionista d’arte Arturo
Deana che lo rileva nel 1929 - creano un legame ideale con la mostra “ Il cibo nell'arte. Capolavori dei grandi
maestri dal Seicento a Warhol”, ospitata in Palazzo Martinengo a Brescia dove è esposto lo stendardo realizzato
nel 1966 per lo stesso ristorante da Lucio Fontana. Inoltrandoci oltre la rappresentazione evocativa ed estetica,
saranno i sensi a essere stimolati dalla descrizione degli alimenti e dal sapiente accostamento dei sapori,
rammentandoci come l’arte culinaria e il gusto, inteso come elemento sociale e culturale, si sia evoluto nel tempo
adeguandosi ai cambiamenti messi in atto nella produzione, nella diffusione e nella conoscenza delle diverse
tradizioni gastronomiche.
Orari: da martedì a venerdì dalle 8.45 alle 18.00; sabato dalle 8.30 alle 12.30
Biblioteca Civica Queriniana, Via Mazzini 1, tel. 0302978200/1
SPAZIO “LA SCUOLA IN MOSTRA”
Dal 16 aprile al 16 maggio 2015
“Uguale/diverso” del Liceo delle Scienze Umane “Fabrizio De André”
Orari: lunedì, martedì e giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 15.45, mercoledì dalle 9 alle 15.45 e venerdì
dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 15.30.
Spazio “LA SCUOLA IN MOSTRA”, Piazzale Repubblica, 1, tel. 030 2978923 – 030 2978913.
AMBIENTE PARCO
Mate.Land. - La terra della matematica
Sabato e domenica dalle 15.00 alle 18.00
Studiato per ogni ordine e grado scolastico, Mate.land offre uno stimolo divertente alla matematica, un
percorso accompagnato dai nostri operatori scientifici dove ognuno ci mette la testa e... le mani, vietato NON
toccare!
Un laboratorio scientifico che rapisce alunni e famiglie da cui è difficile andare via.
Dopo avere ospitato MateFitness, uno dei progetti del CNR-PSC di Genova, ecco per l'anno 2014-15
questo nuovo e stimolante percorso matematico
Natur.acqua
Sabato e domenica dalle 16.30 alle 17.30
Percorso guidato: l'acqua in tutte le sue forme, l'uso consapevole dell'acqua, uso l'acqua risparmiando, il
trasporto dell'acqua... e al interno c’è anche la sala gioco.lab "gioca con l'acqua e il sapone" per i più piccoli!
Casa Eco.logica – Abitare Smart
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Sabato e domenica dalle 15.15 alle 16.15
Abitare Smart/la casa Eco.logica è un progetto educativo che vuole sensibilizzare i cittadini sul tema dell’abitare
sostenibile, in edifici a misura d’uomo e d’ambiente, intelligenti nella struttura, negli impianti e nei
comportamenti d’uso, progettati e realizzati per ridurre il nostro impatto sull’ambiente e aumentare il comfort di
chi li abita.
Il percorso si apre con il Villaggio degli Eco.cubi, un luogo dove scoprire come la corretta costruzione
dell’involucro di un edificio possa contribuire sensibilmente non solo al risparmio energetico, ma anche ad
aumentare il benessere abitativo. Cinque casette colorate, prototipi di abitazioni poste in sequenza tra la meno e
la più attenta ai consumi e tra la meno e la più confortevole per l’uomo.
TARIFFE DI INGRESSO VALIDE PER TUTTE LE ESPOSIZIONI:
Intera: € 7
Ridotta: € 5 per convenzioni, minori di 25 anni e maggiori di 65 anni e convenzioni
Famiglia con due genitori con bambini: €14 due genitori con figli (max. 14 anni)
Famiglia con un genitore con bambini: € 7 un genitore con figli (max 14 anni)
Ambiente Parco, Largo Torrelunga, 7, Tel. 030 361347, www.ambienteparco.it
MOSTRE NELLE GALLERIE DI BRESCIA
MOSTRE INAUGURATE A MARZO 2015
PACI CONTEMPORARY
Dal 7 marzo al 26 maggio 2015
Sandy Skoglund,“Unpublished Works”
La mostra presenterà in anteprima il ciclo di dodici lavori appartenente alla serie “Reflections in a Mobile
Home”, attraverso il quale l’artista si focalizza sugli interni e i dettagli domestici della vita quotidiana di una casa
mobile americana degli anni Settanta, dimostrando la sua formazione da autodidatta ed iniziando a sviluppare
quell’interesse per la messa in opera di veri e propri set da cui trarre lo scatto fotografico che connoteranno le
sue opere future. La mostra sarà anche l’occasione per ammirare, in anteprima mondiale, il lavoro dal titolo
“The Grey Foxes”, originariamente esposto al Centre Pompidou di Parigi come parte integrante della mostra
collettiva intitolata “L’Invention d’un Art”. L’installazione, invece, è tuttora parte della collezione permanente
del Museo d’Arte di Denver.
Orari: da martedì a sabato, ore 10.00-13.00 e 15.30-19.30.
Paci Contemporary, Via Trieste 48, tel. 030.290635, www.pacicontemporary.com, [email protected]
MOSTRE IN AUGURATE A D APRILE2015
MUSEO KEN DAMY – SPAZIO CONTEMPORANEA
Dal 12 aprile al 23 maggio 2014
“Photo&food”, autori vari.
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
L'expo di milano è dedicato al cibo, numerose mostre d'arte su questo tema sono in cantiere e qualcuna è già
aperta con risultati a mio parere deludenti, perlomeno in termini estetici. La fotografia almeno nel reportage ha
da sempre affrontato il tema 'nutrire il mondo', o per essere precisi la denutrizione di molte popolazioni nate in
terre ostili; la miseria e la povertà sono più fotogeniche dell'opulenza, e vincono premi ritenuti importanti. Ma io
non volevo affrontare il tema da questo lato, non ne sarei stato all'altezza. Ho cercato quindi partendo dalle
nature morte di alcuni autori come mario giacomelli, olivier chistinat ed altri di entrare in sintonia con il
'soggetto cibo' in termini estetico descrittivi. Con mia sorpresa le opere trovate presso collezioni importanti e nel
mio archivio personale mi hanno convinto a realizzare una grande mostra che occupa tutti e due gli spazi
espositivi che dirigo da lunghi anni nel centro storico di brescia. Ad oggi il problema non è quindi di cercare
nuovi pezzi ma di scartarne alcuni, come sempre il settore che sacrificherò di più è quello narrativo a cui
dedicherò una sola sala. La bellezza non abita nella miseria, e non voglio entrare in una questione fotografica
ancora oggi irrisolta. Un solo esempio: il grande salgado è malvisto da molti fotogiornalisti che lo definiscono
troppo estetizzante anche in situazioni drammatiche. Per il sottoscritto è solo il piu bravo.
Orari: dal giovedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30 o su appuntamento
Museo Ken Damy, Corsetto S. Agata, 22, tel. 030 3758370, www.museokendamy.com,
[email protected]
ASSOCIAZIONE ARTISTI BRESCIANI AAB
Dal 9 maggio al 17 giugno 2015.
“ Ricognizione 2014/2015”
La rassegna costituisce uno dei momenti determinanti nella vita dell’Associazione Artisti Bresciani Il grande
successo di partecipazione dimostra che sono stati pienamente raggiunti gli obiettivi che l’iniziativa si era
proposta fin dalla prima edizione nel 1995: offrire ai soci artisti l’opportunità di testimoniare il proprio impegno
di ricerca e di lavoro e di confrontarsi pubblicamente; documentare, sia pure sommariamente, la produzione
degli operatori bresciani nell’ultimo anno; approfondire e rafforzare i legami associativi.
Nel corso delle diverse edizioni sono stati proposti ben 417 artisti; la serie di cataloghi delle mostre sociali
pertanto costituisce di per sé un materiale prezioso per l’analisi e la conoscenza dell’attività artistica nella nostra
provincia negli ultimi vent’anni. Una socia è stata presente a tutte le esposizioni: Anna Maria Bonoldi.
Anche quest’anno il consiglio direttivo ha deciso di suddividere la rassegna in tre sequenze secondo un criterio
alfabetico, ritenendo utile che ciascuna di esse suggerisca un confronto fra diverse generazioni (i partecipanti più
giovani hanno 21 anni, il più “active aged” 94) e tendenze (che spaziano dalla valorizzazione della tradizione
fino al lavoro di ricerca, sperimentazione e innovazione).
Orari: da martedì a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.30
Associazione Artisti Bresciani AAB, Vicolo delle Stelle 4, Centro culturale Il chiostro, Contrada San Giovanni,
12., tel. 03045222, www.aab.bs.it - [email protected]
SPAZIO AREF
Dal 9 maggio al 14 giugno 2015
“Quanto gli occhi possono vedere.10 pittori contemporanei a confronto con fotografie della
Grande Guerra”
Quanto gli occhi possono vedere è una duplice esposizione di fotografie, prestate dal Museo Storico Italiano
della Guerra di Rovereto, e di opere di pittura appositamente realizzate da dieci artisti bresciani in occasione del
100° anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale.
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
I locali a piano terra di SpazioAref accolgono le trentadue fotografie dell’archivio del Museo Storico Italiano
della Guerra di Rovereto, mentre alcuni ambienti del primo piano ospitano le opere pittoriche realizzate per
l’occasione dai dieci artisti coinvolti nell’iniziativa: Biro, Diego Finassi, Francesco Levi, Claudia Manenti,
NoiSeGrUp, Luciano Pea, Camilla Rossi, Sara Scaramelli, Andrea Sciola-König, Osvaldo Vezzoli. Gli artisti
sono stati invitati a creare con il proprio stile e con le proprie tecniche, coerentemente con il proprio ambito
creativo, un elaborato sulla Prima Guerra Mondiale, partendo dalla lettura di fotografie risalenti al periodo della
guerra, incentrate su aspetti quali la violenza, la trincea, la distruzione, gli armamenti, la propaganda bellica, le
gerarchie militari, l’infanzia e la guerra.
Orari: da giovedì a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.30.
Aref – Associazione Artistica e Culturale Emilio Rizzi e Giobatta Ferrari, Galleria di Spazio Aref, Piazza Loggia,
11f, tel. 0303752369, www.aref-brescia.it - [email protected]
MARZIA SPATAFORA
Dal 18 aprile al 23 maggio 2015
Paolo Barlascini, “The WOW! Signal”
Paolo Barlascini (Sondrio 1976) dopo gli studi architettonici inizia una carriera eclettica, avvicinandosi
all’illustrazione, al disegno e alla scenografia. Tuttavia predilige la pittura, disciplina in cui tutta la sua formazione
e le sue peculiarità confluiscono e vengono esaltate, oltre a far emergere tutte le influenze della mitteleuropa:
l’artista vive e lavora dal 1999 a Berlino, luogo di grande fermento culturale.
The Wow! Signal viene presentato in anteprima internazionale allo Spazio Culturale Marzia Spatafora e segna
una svolta tematica: l’artista si concentra sul codice WOW!, così istintivamente chiamato nel 1977 quando venne
captato dallo spazio, grazie alla sua intensità e alla sorpresa nel riceverlo.
Il rapporto con la decodificazione di un codice sposta l’attenzione inevitabilmente sul rapporto con l’immagine,
come sottolinea il curatore Gianluca Ranzi nel testo critico che accompagna il catalogo della mostra, edito da
Maretti Editore.
Troviamo quindi immagini che rimandano ad altro in un gioco infinito, dense di significato e dettate da un
notevole virtuosismo tecnico.
Orari: dal martedì al sabato dalle 15.45 alle 19.30.
Marzia Spatafora, Via Felice Cavallotti, 5 tel. 030 3771648, [email protected], www.marziaspatafora.it
GALLERIA COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA
Dal 18 aprile al 18 giugno 2015
Giorgio Laveri, “…e non c’è niente da capire…”
“Ma se i tuoi occhi fossero ciliegie
io non ci troverei niente da dire
e non c'è niente da capire”
(Francesco De Gregori – Niente da capire)
Comunicative e intriganti, le ceramiche smaltate di Giorgio Laveri derivano da una profonda passione per
questo materiale, coltivata per oltre trent'anni nelle terre di Albisola con sapienti sperimentazioni perfezionate in
quella striscia di Mediterraneo che va da Nizza a Vallauris. In questo lembo di Mediterraneo, da cui proviene
l'artista, nasce la fucina culturale che ha segnato l'avventura creativa del Novecento, con una storia antica che
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
risale alla Magna Grecia: dalle ceramiche dell'avanguardia futurista a Bruno Munari, per arrivare a Lucio Fontana
e Agenore Fabbri, da Leoncillo a Mirko e Afro, fino a Rotella, Baj e Guy Debord. Debord è tra i fondatori
dell'Internazionale Situazionista, movimento rivoluzionario nato nella seconda metà del Novecento che portò
alla definizione di quell'estetica della contestazione; l'arte si è evoluta così verso un'esaltazione della libertà
creativa individuale e una riappropriazione degli spazi pubblici, un'innovazione che i futuristi già proclamavano a
inizio Novecento con l'avvento del teletattilismo, nelle scenografie teatrali di “ironie impalpabili e deliziose” e
insospettabili analogie tra l'umanità, il mondo meccanico, il mondo animale e il mondo vegetale. “Se i tuoi occhi
fossero ciliegie, io non ci troverei niente da dire” dice la canzone di De Gregori, che ben rappresenta lo spirito
manipolatore dell'acuta ironia di Laveri, interprete contemporaneo di questa parte di storia dell’arte, passando
attraverso l’estetica Pop e il ready-made dadaista. L’arte di Laveri rappresenta un invito ad osservare le cose con
uno spirito libero dai condizionamenti culturali.
Ed è proprio da una pièce teatrale futurista – le Roi Bombance di Marinetti – che Laveri trae l'ispirazione per
tradurre in ceramica le sue esperienze cinematografiche e teatrali: è del 1984 il piatto in ceramica su cui trionfa la
forchetta di Re Baldoria, sormontata da una corona. Quest'opera rappresenta l'icona delle ricerche sperimentali
di Cineceramica, 1986 (piatti e pellicole - fotogramma in ceramica) e Fotogrammi in ceramica (primi anni '90)
dove fotogrammi di icone del cinema vengono fissati su una pellicola che trasforma l'immagine fotografata in
ceramica, in una inedita forma estetica sospesa tra manualità e tecnologia, tradizione e innovazione, artigianato e
arte. Con un'ulteriore riduzione concettuale, il procedimento viene sintetizzato nei rullini in ceramica della serie
Discorso da sviluppare (1996) che apre la strada all'elevazione dell'oggetto alla dignità di monumento e a tutti i
cicli di oggetti in ceramica sviluppati dall'artista in più di trent'anni di ricerca: dai rullini kodak ai grandi giocattoli
colorati, dai rossetti della serie Truka (2004), dove gioca con le metafore del trucco di scena, alle penne
stilografiche trasformate in sculture policrome per Stylò (2005) e Stylò Coupe (2006) che ricordano le morbide
metamorfosi degli orologi di Dalì.
Tutto questo senza dimenticare i birilli e le palle del bowling dal titolo Strike (2007), le caffettiere dal design
all'italiana (Moka, 2008), i cavatappi Borracho, lavori dedicati ai mezzi e alle forme della comunicazione
pubblicitaria, caratterizzati da nomi ed escamotage linguistici che ricordano l'abilità comunicativa dei futuristi, e
il clacson Laveri pot-pot! (2009), dedicato al mondo della velocità meccanica e lo strumento musicale Tuba, fino
ad arrivare ai divertenti Temperamatite alle golose Ciliegie (2012) da mangiare con gli occhi. Scegliendo di
lavorare la ceramica, Laveri ha saputo esprimere una originalissima poetica, dove la critica al consumismo si
traduce in gioco: le sue sculture trasformano in monumenti dalla parvenza onirica gli oggetti del quotidiano in
una continua trasmigrazione tra realtà e fantasia. L'artista trasforma gli oggetti del nostro vissuto quotidiano in
sculture ampliate nelle loro proporzioni, attraverso una manualità primitiva che plasma la curvatura delle forme
con precisi calcoli e tempi di tornitura; con la pressione delle dita, Laveri cuoce la ceramica a gran fuoco o a
piccolo fuoco per i metalli preziosi utilizzando una tecnica antica e sapiente, piegandola ai capricci del fuoco e
dell'aria per modellarla in nome di un'idea creativa dove la sapienza della bottega artigianale si collega ad
un'estetica molto più recente, ludica e infantile, che deve solo essere sentita, non compresa razionalmente – da
qui il titolo della mostra - e che si pone tra la poetica del ready-made dadaista, il Surrelismo e la cultura della
Pop Art, con le sculture oversize di Oldenburg.
Attivo nella sperimentazione dell'arte della ceramica fin dagli anni '80, l'artista, fondatore del MAM. Movimento
Artistico del Mediterraneo, ha ottenuto importanti riconoscimenti e vanta numerose partecipazioni a livello
internazionale: le sue opere sono state esposte dal Palais de la Méditerranée di Nizza a Hong Kong, dal Museo
Renoir di Cagnes sur Mer a Strasburgo, dal Museo della Ceramica di Mondovì alla Florida.
Dal 2 maggio al 15 settembre 2015.
“Giò Pomodoro. Sole Produttore, Comune Raccolto”
La mostra vuole essere un omaggio al grande scultore marchigiano, il primo italiano in assoluto a ricevere, poco
prima di morire, nell'aprile del 2002, il Lifetime Achievement Award in Contemporary Sculpture
dall'International Sculpture Center's Board, organismo formato da scultori, critici, collezionisti, direttori di
musei, che dal 1960 promuove il mondo della scultura; un premio che, prima di lui, era stato riservato a nomi
del calibro di Claes Oldenbourg e Robert Rauschenberg, Eduardo Chillida e Nam June Paik, Louise Bourgeois e
Anthony Caro, vincitore con lui del Primo Premio per la scultura alla I Biennale per i Giovani di Parigi nel 1959.
La mostra si concentra sulle sei “sculture-teorema” dalle forme geometriche che costituiscono sei versioni, sotto
forma di bassorilievi in bronzo, ideate dall'artista sul tema a lui caro del Sole Produttore; Pomodoro ha curato
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
personalmente la lavorazione dei rilievi durante il processo di fusione in bronzo, utilizzando le maestranze e i
laboratori delle fonderie Bettoni di Brescia nel 1974 e li ha proposti come oggetti sperimentali, archetipi da
editare in dieci esemplari numerati e firmati alla ditta Arser di Brescia. Questi multipli non possono essere
considerati come copie dell'originale perché ne conservano pienamente il significato estetico, realizzando una
molteplicità che mantiene tutto il carattere artistico e d'espressione del prototipo. La serie di opere è stata
presentata per la prima volta in Germania a Düsseldorf in occasione della mostra Iki Kunst Messe Internazional
nel novembre del 1974; in Italia viene esposta in anteprima alla Galleria Lorenzelli, per poi essere esposta in una
mostra itinerante nelle maggiori gallerie nazionali e internazionali. La mostra è accompagnata da bellissime
immagini del lavoro di sformatura e fusione in bronzo dei Soli scattate dall'amico fotografo Lorenzo Capellini e
da Gianni Berengo Gardin. All'origine di questi bronzi a grande scala c'è la sperimentazione grafica, di matrice
costruttivista, di una struttura che esprima in uno studiato sviluppo a incastro di forme concrete e definite il
tema del sole come fonte primordiale della vita, fertile produttore di energia vitale che ritroviamo in una cartella
di litografie dedicata a Pablo Neruda nel 1973. Anche nel caso dei Soli, questa fase di progettazione schematica
tramite il disegno, che si concretizza negli studi realizzati per ognuno di essi, precede l'esecuzione della scultura;
ma il disegno che presiede l'esecuzione viene riequilibrato, in questo caso, con il momento in cui si scolpisce
utilizzando lo scalpello, che permette di aderire con assoluta fedeltà e precisione, oltre che all'idea dell'opera,
all'opera stessa che sta nascendo. Questo recupero della riflessione sul fare scultura coincide proprio con la
fertile stagione produttiva che Pomodoro, approdato all'uso della pietra come materiale prediletto nel 1965 per
la precisione che consentiva di ottenere, stava vivendo nella seconda metà degli anni '70 e che culmina con due
mostre, entrambe del 1974: una alla Galleria Naviglio di Milano dove espone le sculture in pietra e marmo
appartenenti al ciclo dei Marat, degli Archi e dei Sole produttore, comune raccolto e l'altra alla Loggetta
Lombardesca di Ravenna. Una mostra, quest'ultima, che ha dimostrato, come sostiene Tommaso Trini, nello
stesso anno dei Soli, la volontà di Pomodoro di estendere il messaggio della sua scultura alla dimensione
comunitaria. Negli anni '50 l’artista ha sperimentato un linguaggio materico fatto di segni impressi come
scalfiture nella forma da un gesto automatico, poi sviluppati in senso naturalistico nei bassorilievi in bronzo
come “segni in negativo” e in un ordine compositivo più geometrico nelle Fluidità contrapposte, verso la fine
degli anni ‘50. I Soli ereditano questa strutturazione geometrica dove i segni si trasformano in linee che vanno a
definire la struttura del materiale in forme geometriche archetipiche, come la linea, mossa in direzione
orizzontale, verticale oppure obliqua, il cerchio, il triangolo, il quadrato verso la definizione di una nuova
astrazione nella forma estetica della scultura. Su queste forme elementari, che assumono la valenza di archetipi
costruttivi, l'artista inserisce frasi dal significato metaforico che ammiccano alla necessità di trovare un’armonia
universale all’interno delle comunità umana per formare una società ideale. L'artista non si lascia sedurre dalla
forma per dare rilievo alla costruzione geometrica mimetizzandola con linee di fuga e con questi concetti
referenziali costituiti dalle scritte che esprimono realtà elementari di struttura fisica, come cardine, seme, ruota.
Nel Sole produttore 3 il concetto sociale emerge con più forza: nella forma ellittica a tre uncini appaiono le
parole “collettivo possibile reale”, cioè “affinché una forma collettiva sia reale, occorre che i frutti siano in
comune. Questi arricchimenti fantastici sono densi di riferimenti alla fecondità produttiva della terra, al raccolto
che sono le sue principali fonti di sostentamento da condividere come risorsa in modo egualitario, come nella
“societas perfecta” descritta da Tommaso Moro nel suo romanzo Utopia. Nel Sole produttore 6 questi concetti
vengono espressi ancora più chiaramente: l'artista evidenzia la necessità che i frutti della terra vengano raccolti
da ognuno in equa parte. Queste sono le aspirazioni di un artista capace di trasformare il materiale in “materia
collettiva” e politicamente impegnato, fin dagli anni ’60-’70, come dimostrano opere come quella dedicata a
Majakovskij (Bandiera per Vladimiro) oppure Folle (Galleria Nazionale di Roma); un impegno che si protrasse
fino all’opera dedicata al Governo di unità popolare del Cile (1973) per culminare nel grande intervento
progettato per la fruizione collettiva di Ales (1974 – 1977) dedicato alla memoria di Gramsci. Negli anni Settanta
il simbolo del sole produttore acquistò particolare rilievo nelle strutture circolari: nei Soli Produttori queste
strutture vengono spezzate per accentuare le potenzialità delle forme di aprirsi a tensioni dinamiche differenti.
Da sempre affascinato dal potenziale vitale e simbolico dell'immagine del sole, l'ha trasformata nei suoi lavori
monumentali in una sorta di segno araldico severo e massiccio, come la stele monumentale in bronzo e granito
dal titolo Spirale per Galileo Galilei che viene collocata nel 1992 di fronte al Palazzo dell'Università di Padova e
il Sole per Galileo Galilei, il monumento fiorentino del 1997 sul Lungarno Serristoli fino ad arrivare alla Scala
solare - Omaggio a Keplero, la scultura eretta nel 1993 di fronte all'università di Tel Aviv. In queste sculture la
forma spiraliforme che assumono i soli, in omaggio al progresso scientifico, viene ricavata da calcoli fondati su
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
numeri simbolici, specie sul numero aureo, il cui rapporto matematico fisso permette di individuare lo sviluppo
nello spazio della spirale logaritmica.
Orari: Da martedì a sabato 10-12 e 15-19. Domenica su appuntamento.
Galleria Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero, 13, tel. 030 3758583, cell. 338 9528261,
[email protected], www.colossiarte.it
GALLERIA DELL’INCISIONE
Dal 18 aprile al 7 giugno 2015
Richard Müller, “Disegni e incisioni”
Si tratta della mostra di uno fra i più singolari esponenti della cultura artistica tedesca di inizio secolo: Richard
Müller (1874-1954).
Le opere presentate sono disegni a matita e opere calcografiche, un grande pastello e due oli.
L’artista, erede della grande tradizione grafica tedesca e influenzato dall’incontro con Max Klinger, raggiunge gli
esiti più sorprendenti nelle incisioni, dove il rigore della forma e la raffinata eleganza stilistica si fondono in
un’invenzione fantastica che percorre il Surrealismo.
Nella vasta produzione calcografica, Müller dà vita a un linguaggio unico in cui la resa iperrealistica delle figure si
intreccia al gusto decorativo della Secessione, anticipando le ricerche della Nuova Oggettività. Ne è esempio
emblematico la serie de “la bella e la bestia” in cui nudi femminili dalla sensualità sfrontata e innocente
dialogano con animali inconsueti, primo tra tutti il marabù.
Di particolare fascino anche le incisioni dedicate a “la grande bestia” che vedono ancora protagonista l’uccello
saprofago col piumaggio ricoperto da medaglie e onorificenze.
E ancora, nell’atmosfera visionaria del sogno mülleriano, armadilli, formichieri, scimmie beffarde e irriverenti,
camaleonti feroci e aragoste giganti, associati a personaggi e oggetti, si incontrano ed animano una sua
straordinaria mitologia. Una declinazione più intima si ritrova nei ritratti degli amati cagnolini e negli sguardi
malinconici degli animali esotici prigionieri del giardino zoologico di Dresda, luogo d’elezione dei primi lavori.
Orari: da martedì a domenica, dalle ore 17.00 alle 20.00.
Galleria dell’Incisione, Via Bezzecca 4, tel. 03030469, www.incisione.com, [email protected]
MOSTRE IN AUGURATE A MAGGIO 2015
LICEO STATALE VERONICA GAMBARA
Dall’1 al 31 maggio 2015.
“Francesco Sinistri, fotografo di guerra 1915-1918”
La mostra, curata da Alberto Redaelli, raccoglie 50 fotografie inedite scattate durante la Grande Guerra
dall’ufficiale di complemento del Servizio Automobilistico Francesco Sinistri (Edolo, 30 gennaio 1888-Brescia 2
agosto 1968).
Sinistri, trascorse gli anni della Grande Guerra sulle autocolonne che rifornivano le prime linee del Fronte del
Cadore e, dopo la ritirata di Caporetto, del Grappa e del Piave. Inoltre fu presente per un certo periodo
(primavera-estate del 1917) anche su fronte Giulio. Il personaggio fu un appassionato fotografo “reporter ante
litteram” “lungo la strada”, utilizzando al meglio una fotocamera “Contessa Nettel Piccolette”, strumento che
permise al Sinistri di ritrarre con rapidità e immediatezza uomini, mezzi, armi e paesaggi, lasciandoci una
interessante e preziosa testimonianza di quei drammatici avvenimenti.
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Orari: da martedì a sabato, 10.00-12.30 e 15.30-19.30.
Aula Magna del Liceo Statale “Gambara”, Via Veronica Gambara, 3, Tel. 030 3775004.
ASSOCIAZIONE ARTE E CULTURA PICCOLA GALLERIA U.C.A.I
ASSOCIAZIONE PER L’ARTE LE STELLE
Dal 2 al 17 maggio 2015.
Micio Gatti, “Mutatis Mutandis. Copie non conformi”
Micio Gatti, classe di ferro 1933, è un caricaturista iseano autodidatta. Ha esposto più volte le sue interpretazioni
fisiognomiche di contemporanei a Iseo e a Brescia. Da presidente dell’Arsenale di Iseo ha promosso indagini sui
caricaturisti bresciani del secolo scorso e sui vignettisti attuali raggruppati nei “Pennini Graffianti”.
Con la mostra a S. Zenone all’Arco di Brescia el fa l’öf föra de la caàgna, perché si cimenta nel commento
grafico di quadri celebri dal ‘400 ad oggi caricando sui tratti originali e sulle intenzioni degli autori. Per
autenticare queste illecite superfetazioni ha accompagnato ognuna delle trenta tavole esposte con un commento
esplicativo in versi.
Orari: da mercoledì a domenica dalle ore 16.00 alle 19.00. Ingresso gratuito.
Associazione per l’arte Le Stelle, Vicolo San Zenone 4, tel. 030 2752458 / 335 1370696 , [email protected],
www.artelestelle.it, www.ucaibrescia.it
STUDIO LB CONTEMPORARY ART
Dal 9 maggio al 12 giugno 2015
Contemporary Art in Contemporary Food
Ci sono momenti nella storia delle civiltà in cui certi temi diventano il fulcro della sensibilità collettiva. Ora
sembra che l'intero pianeta si stia interrogando sulla possibilità di una crescita sostenibile e sulla sorte della
Terra, considerata un Paese finito anziché inesauribile.
Complice la vicinanza con EXPO 2015 anche Studio LB Contemporary Art ha voluto investire le proprie
risorse, chiedendo ad alcuni artisti della galleria, di ragionare sugli stessi temi. Da questa idea nasce la mostra
Contemporary Art In Contemporary Food.
Orari: da lunedì a domenica, dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00.
Studio Lb Contemporary Art, Via Musei 83, tel. 335 6166605, www.studiolb.eu - [email protected]
CENTRO MATER DIVANAE GRATIAE
Dal 9 maggio al 7 giugno 2015.
“Gesù Cristo! Nostro perenne annuncio”, omaggio a Paolo VI nell’anno della beatificazione
Nell’anno di celebrazione della beatificazione di Giovanni Battista Montini Paolo VI, il Centro Mater Divinae
Gratiae, sede dell’iniziativa, l’Associazione per l’arte Le Stelle, che si ispira e trae origine dal pensiero del
pontefice bresciano, e l’Unione Cattolica Artisti Italiani di Brescia promuovono in suo onore una esposizione di
oltre trenta opere contemporanee tra dipinti, sculture, fotografia e grafica.
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Le opere traggono origine dalla proposta di riflettere e tradurre visivamente il memorabile discorso tenuto dal
papa a Manila nel 1970, accorato annuncio universale di Cristo, e uno scritto sull’arte (1931) del giovane
Montini, che preconizza lucidamente le possibilità di una nuova arte sacra che “si trova davanti al sommo
problema di esprimere l’ineffabile” e si deve porre l’obiettivo di “raggiungere con l’esperienza dei sensi qualche
riverbero, qualche palpito della Luce invisibile.”
Una sfida raccolta dagli artisti che da anni si riconoscono nella Associazione, approfondendo i temi e le
proposte attraverso opere studiate e realizzate per l’occasione. Come le precedenti collettive, questa mostra
vuole offrire nuovi spunti di dialogo aperto sui temi del sacro, sulla percezione nel nostro mondo
contemporaneo dei valori della cristianità: la croce che salva, la luce dell’ineffabile presenza di Dio, l’umanità
assetata di speranza.
Le opere, corredate da catalogo e da libro di sala con le personali riflessioni degli autori, propongono visioni
estremamente diversificate sia per contenuto che per codici espressivi; ognuna di esse raccoglie suggestioni ed
interpretazioni in forma e colore in grado di donare nuova luce alle parole del Beato Paolo VI, rilevandone
l’indiscutibile attualità.
Gli artisti, di area non solo bresciana e lombarda, provenienti anche da Trentino, Veneto e Toscana, hanno
saputo cogliere nel pensiero del Pontefice l’assoluta forza del messaggio cristiano, a fronte delle tragedie
consumate nel Mediterraneo, dello smarrimento della fede, del bisogno di riconciliazione tra spirito e materia.
Orari: dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.30. Ingresso gratuito.
Centro Mater Divinae Gratiae, Via Sant’Emiliano, 30, Tel. 030 384721, www.materdivinaegratiae.it.
ab/arTE GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Dal 9 maggio al 6 giugno 2015.
Pierluigi Ghidini, “La città ideale”
A cura di Andrea Barretta con un allestimento di Riccardo Prevosti.
La sperimentazione Pier Luigi Ghidini l’ha già superata fin dagli anni Settanta del Novecento andando tra
postimpressionismo e maniera cubista, poi l’innovazione negli anni Novanta che imposta il realismo fantastico
tra naturalismo e simbolismo, e che traccia l’utilizzo di un “filo” conduttore utile allo sviluppo della creatività
che sedimenta nei passi precedenti e si rinnova nel cammino dello svelamento a se stesso, fino alla permanenza
“abitativa” nell’arte di ridipingere un mondo che non vuole rinunciare all’utopia. Ecco, dunque, che collega
angoscia e calvario, condanna ed espiazione, immagini alla fonte di un surrealismo che concilia con una propria
autonoma ricerca artistica che, pur superando la razionalità, approda al “cambiare” agognato da André Breton, e
mostra se non un mondo nuovo almeno un parallelo dipinto nell’animo.
Di conseguenza le scelte principali sono subito ancorabili al rinvio alla memoria, agli anni Ottanta in cui si libera
dagli ultimi schemi espressivi di derivazione geometrica e affronta la fantasia nei giochi dell’immagine. Ormeggia
poi in una diversa dimensione e nelle sue ultime realizzazioni assume le roventi contraddizioni dell’umanità
andando per quartieri periferici o industriali, indossando il colore forte o visibilmente tremulo alla luce che
inonda città ideali lontane dalla miseria dell’esistente e vicine a un presidio a sostegno dell’immaginazione.
Per questo nell’intera opera di Ghidini ravvisiamo l’interesse documentario carico di una determinazione che
non lascia margine a diversi esiti se non quelli di una sintonia che pervade i suoi “quadri”, come per le pagine di
un libro dove l’artista mette a disposizione di chi legge un suo canovaccio. Quadro nel quadro a comporre scene
di un cantastorie, a girare per parlarci della frammentazione sociale all’interno di un nucleo urbano, per stupire o
non stupire per niente, perché ci sono modi diversi di vedere il mondo e ritrarlo, nel creare il piacere di
sovrapposizioni che rimandano in un altrove in cui attingere l’origine, per rilevare la sfida d’indizi tesi al ricordo
e nel non detto che risuona nell’essenza da tradurre in modo letterale. Ecco, allora, scene perennemente
assolate, i muri intonacati e puliti, inattaccabili dalle intemperie e con un riguardo armonico a ciò che sta intorno
nel dare originalità alla veduta, tra azzurri pallidi e gialli aranci per catturare le vibrazioni della luce e rimanere
trasognati per la mancanza di ombre là dove i colori più si accendono e si stemperano nella natura.
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
Ingredienti di una pittura del silenzio per essere parte dell’appartenenza temporale - misteriosa quanto basta sempre in procinto di un qualcosa d’impensabile, finché non palesa la soglia da superare per entrare in scenari
nuovi come fondali o quinte che si aprono su costruzioni a volte impossibili, rimandi infiniti che trasformano
giochi di pareti come specchi a interconnettere universi culturali.
Pier Luigi Ghidini avanza un’inedita variabile dello spazio nella dislocazione degli artefici avvertibili nei suoi
quadri quando ci rendiamo conto che vi possiamo accedere e abitarli, e ancora di più quando rileva il rendere
intellegibile la nostra epoca, in un’osservazione straniante che nomina in modo compiuto la sua tessitura
d’invenzione nelle rifiniture di confessione dell’invisibile, con intuizioni nel ritmo spaziale delle case che
pronunciano il paesaggio ma anche lo smarrimento.
Tutto questo perché non tiene conto di giustificare la sua scelta stilistica né di sostenerla con dichiarazioni
teoriche perché in quest’assenza-presenza legittima una trasmissibilità della sua arte nel vuoto che è venuto a
crearsi tra gli artisti e la gente comune. E questa mediazione è il suo porsi come “genere” che spiega la difficoltà
di integrarsi nell’artificio culturale attuale e nell’occorrenza esplicativa in cui riconoscere la pittura come
prototipo letterario.
Orari: da giovedì a sabato: 9.30-12.30 e 15.30-19.30.
Galleria d’arte moderna e contemporanea ab/arTE, Vicolo San Nicola 6, tel. 0303759779, cell. 338 4429564
[email protected], www.abarte.it
GALLERIA AGNELLINI ARTE MODERNA
Dal 16 maggio al 31 ottobre 2015.
Inaugurazione sabato 16 maggio 2015 alle ore 18.30.
Robert Rauschenberg
Orari: da martedì a sabato, 10.00-12.30 e 15.30-19.30.
Galleria Agnellini Arte Moderna, Via Soldini 6/A, tel. 0302944181, [email protected]
www.agnelliniartemoderna.it
BRESCIA CON IL TERZO PARADISO
Dall’8 maggio 2015.
Brescia aderisce al progetto “Il Terzo Paradiso – Coltivare la città” della Fondazione Pistoletto-Cittàdellarte
Dall’8 maggio 6 spazi di proprietà comunale accoglieranno 6 installazioni di Michelangelo Pistoletto. Si parte da
Santa Giulia l’8 maggio con l’inaugurazione alla presenza dell’artista
L’Ordine degli Architetti della Provincia di Brescia, in collaborazione con il Comune di Brescia e la Fondazione
Brescia Musei, ha promosso e ha aderito al progetto “Terzo Paradiso – Coltivare la Città” ideato da Cittadellarte
– Fondazione Michelangelo Pistoletto, che da diversi anni coinvolge centinaia di realtà in tutto il mondo che si
sono attivate per realizzare iniziative, eventi, performance. In particolare durante il periodo dell’Expo 2015 il
Terzo Paradiso sarà a sostegno della filosofia del “coltivare la città”, strettamente collegata al tema cardine di
Expo “Nutrire il pianeta energia per la vita”.
Brescia aderisce anche a quest’ultima sfida – con ben sei spazi pubblici, nei quali vengono realizzate sei
installazioni, fra loro collegate in un percorso espositivo, a partire dal prestigioso Museo di Santa Giulia. Tutte le
installazioni raffigurano il simbolo del Terzo Paradiso, che è rappresentato da una riconfigurazione del segno
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MOSTRE NEI
NEI MUSEI E NELLE GALLERIE D’ARTE
matematico dell’infinito e saranno collocate in punti diversi, dal centro alla periferia, al fine di proporre, tra le
altre cose, di sostenere una cultura del cambiamento e la rinascita della città conseguita con la partecipazione
attiva dei cittadini ai processi di decisione e gestione del territorio.
Brescia è il luogo ideale per intraprendere un percorso di consapevolezza sulla rigenerazione delle città. Luogo di
idee, incontri, scambi di esperienze, laboratori per la redazione di progetti sostenibili orientati alla
trasformazione consapevole del pianeta, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto è l’organizzazione da cui è nato il
Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, simbolo ideato per diffondere nel mondo un messaggio di rinascita e
di condivisione, attraverso la promozione di attività artistiche orientate ad ottenere effetti tangibili sulle ricadute
sociali dei luoghi.
Le attività che Cittadellarte-Fondazione Pistoletto svolgerà durante i prossimi mesi a Brescia si inserisce nel
solco di questa vocazione dell’arte a realizzare spazi di esperienza che possano coniugare etica ed estetica,
l’impegno per l’ambiente e la ricchezza di stimoli artistici culturali, ciò che Cittadellarte realizza in modo
permanente nella sua sede di Biella con l’innovativa veste di Terme Culturali.
Il termine paradiso proviene dall’antico persiano e significa giardino protetto. L’umanità ha vissuto due paradisi.
Il primo è quello in cui la natura regolava totalmente la vita sulla terra. Il secondo è il paradiso artificiale
sviluppato dall’intelligenza umana nel corso dei secoli, attraverso un processo che ha portato l’umanità a
migliorare la propria qualità di vita, giungendo tuttavia a confliggere con il mondo naturale.
“Il Terzo Paradiso mira alla ri-conciliazione tra polarità diverse come natura e artificio e si può realizzare solo
attraverso l’assunzione della responsabilità sociale collettiva”.
(Michelangelo Pistoletto)
Le 6 installazioni
A partire dall’8 maggio le 6 installazioni si potranno vedere in 6 luoghi pubblici della città, scelti dall’artista e dai
suoi curatori in accordo con l’Ordine degli Architetti, il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei.
I 6 luoghi sono stati scelti fra il centro e la periferia e costituiscono un unico percorso espositivo.
Tre installazioni sono state ideate da Michelangelo Pistoletto da inserire in tre luoghi storici:
il Museo di Santa Giulia, il Palazzo Martinengo alle Palle, il Parco dell’Acqua.
Il simbolo, declinato in differenti materiali e dimensioni, è stato disegnato per essere ospitato nella porzione
esterna delle Domus dell’Ortaglia, nella zona ludica del Parco dell’Acqua e al centro del giardino storico del
porticato di Palazzo Martinengo alle Palle.
Le altre tre installazioni vengono ospitate nei giardini di tre istituti scolastici:
V. Chizzolini, F. Lana e San Polo1.
Le installazioni rimarranno allestite dall’8 maggio al 31 ottobre 2015, tranne quelle al Museo di Santa Giulia e al
Parco dell’Acqua che sono state pensate per avere natura permanente.
Info: www.architettibrescia.net, www.bresciamusei.com, www.comune.brescia.it
L’Infopoint Turismo Comune di Brescia non si assume alcuna responsabilità per quanto riguarda eventuali
variazioni di programma.
Per segnalazioni di mostre da inserire nel Calendario, Vi preghiamo di contattarci entro il 12 e il 28 del mese.
Infopoint Turismo Stazione
[email protected]
Piazzale Stazione, 25122 Brescia
Aperto tutti i giorni: 9.009.00-13.00 e 13.3013.30-17.30
Tel. +39 030 8378559 [email protected]
Aperto tutti i giorni: 9.009.00-13.00 e 13.3013.30-17.30
Infopoint Turismo Piazza Duomo
Via Trieste 1, 25121 Brescia
Tel. +39 030 2400357
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