Solidal – Domande frequenti FAQ Domande

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Solidal – Domande frequenti FAQ Domande
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Solidal – Domande frequenti F.A.Q.
Oggi la vera divisione è tra chi vuole una globalizzazione selvaggia, senza il rispetto delle regole negoziate e
condivise, senza il rispetto dei diritti umani e sociali, del lavoro ed ambientali; e chi invece, sceglie di lavorare
per una globalizzazione eticamente sostenibile. Dal documento “Tutte le bugie del libero commercio” 2005
Se il commercio mette a repentaglio la vita, la limita o la impoverisce, allora può distruggere il mondo, se
invece la valorizza, allora può cambiare il mondo. A.Roddick
Sono due i termini della questione: da una parte i produttori dei paesi poveri, dall’altra i consumatori dei
paesi ricchi. Sono questi gli estremi che si devono collegare tra loro. Da questa conoscenza può nascere il
cambiamento. Chico Mendes seringuero
INDICE
SOLIDAL – DOMANDE FREQUENTI
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FREQUENTI F.A.Q.
Perché devo acquistare un prodotto solidal Coop?
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Solidal Coop è beneficenza o assistenza verso i più deboli?
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Il Commercio Equo è contro la globalizzazione e lo sviluppo economico?
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Che differenza c’è tra i prodotti solidal Coop e gli altri prodotti?
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Quali sono gli aspetti più importanti del commercio equo e solidali?
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Quanto, in valore o in percentuale, viene riconosciuto al produttore?
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Com’è composto il prezzo equo?
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Chi garantisce o certifica che i prodotti solidal effettivamente favoriscono un
commercio più equo?
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Chi produce i prodotti solidal Coop?
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Solo la Coop fa prodotti equosolidali?
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Com’è la qualità dei prodotti solidal Coop?
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I prodotti solidal Coop costano di più degli altri prodotti?
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Chi ci guadagna dai prodotti solidal. I produttori ... o la Coop?
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Perché allora tutti i prodotti Coop non sono equosolidali?
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Vista la situazione di crisi in Italia, cosa fa la Coop per aiutare il paese?
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Perché devo acquistare un prodotto solidal Coop?
Innanzitutto perché sono buoni ed hanno un prezzo “equo” sia per i produttori sia
per i consumatori, inferiore ad analoghi prodotti di marche note. Per questo,
garantiscono un ottimo rapporto qualità/prezzo, come avviene per tutti i prodotti Coop. E
in questo caso, la bontà, non è solo dentro il prodotto ma è diffusa lungo tutta la filiera e, in
particolare per chi, in qualche angolo remoto del Sud del mondo, lavora la terra, alleva
animali, cuce palloni, raccoglie e trasforma il cotone... Assicurare una vita dignitosa a chi
produce prodotti che noi consumiamo (quasi sempre senza sapere nulla su chi li produce),
significa investire non solo sul loro futuro ma anche sul nostro e quello dei nostri figli,
contribuendo allo sviluppo di un’economia diffusa, equilibrata e sana, evitando flussi
migratori incontrollabili, provocati da povertà e assenza di prospettive non solo di
benessere ma più semplicemente, di vita. La sfida del commercio equo è di “far diventare
un bisogno la scelta etica del consumatore”.1
L’autosviluppo alla base del commercio equosolidale, oggi è un’opportunità di
lavoro dignitoso per le persone più svantaggiate2, domani è un’opportunità di
benessere più diffuso per l’umanità. Quindi anche per noi.
Solidal Coop è beneficenza o assistenza verso i più deboli?
Solidal Coop – e più in generale il commercio equo e solidale - non é carità,
beneficenza o filantropia. Non è la “mancia” che sancisce una relazione comunque
impari. L’assistenza è un primo, importante passo contro l’indifferenza. Ma oltre
l’assistenza c’è l’autosviluppo sostenibile.
Il modello del Commercio Equo offre un sistema di commercio nel quale i produttori
emarginati, i commercianti e i consumatori distribuiscono più equamente i profitti
del commercio. In questo senso, lo scopo del Commercio Equo é quello di accrescere il
reddito e le opportunità dei gruppi di produttori più deboli.
Più generalmente, lo scopo del Commercio Equo é contribuire all’alleviamento della
povertà nelle zone disagiate del pianeta, al Sud come al Nord, e ridare dignità ai
produttori. Il modello del Commercio Equo rafforza le capacità dei produttori,
mettendoli in condizione di essere protagonisti del proprio sviluppo.
E per i consumatori è una libera scelta, è un’opportunità d’acquisto che pone in
primo piano e sullo stesso piano, la dignità di chi produce e di chi consuma.
Il Commercio Equo è contro la globalizzazione e lo sviluppo
economico?
Il commercio equo e solidale rappresenta una forma giusta e sostenibile di fare
business. Esso fornisce un modello in cui la crescita economica va di pari passo con
forme di tutela sociale ed ambientale, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile alle
future generazioni. Il commercio equo favorisce la globalizzazione dei diritti e della
dignità di tutte le persone. Per questo, il commercio equo non è contro il mercato ma, al
contrario, è il mercato stesso, nella sua accezione più completa: scambio, relazioni
paritarie, costruzione di progetti che portano reciproci vantaggi a chi produce e a chi
acquista, sviluppo che diffonde benessere. E’ imprenditorialità responsabile, economia
solidale, commercio comunitario.
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Tonino Perna citato da Padre Zanotelli
Basti pensare, che quasi 1,5 miliardi di persone vive con meno di 1 euro al giorno, che quasi 900 milioni di persone
soffrono la fame quando le risorse del pianeta potrebbero sfamare il doppio della popolazione del pianeta.
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Che differenza c’è tra i prodotti solidal Coop e gli altri
prodotti?
Non è possibile fornire una risposta generale, sono peraltro tante le differenze, tutte
positive, tra i prodotti solidal Coop e gli altri. Di seguito, alcune indicazioni di massima (ne
possono essere citate solo alcune). Per ulteriori informazioni, rivolgersi al numero verde
gratuito 800 805580.
Prodotti convenzionali*
Finalità
Profitto per coloro che gestiscono i
rapporti di forza (spesso
multinazionali o transnazionali)
A chi vanno i
benefici
A pochi e quasi sempre nel Nord del
mondo
Filiera o catena
commerciale
Spesso lunga con numerosi
intermediari che lucrano ognuno per
la propria parte (generalmente:
produttore, coyote o intermediario
che acquista dall’agricoltore,
grossista, multinazionale,
distributore, commerciante)
Prezzo
riconosciuto ai
produttori
In funzione delle quotazioni
mercato, quindi con sensibili margini
di oscillazione. L’acquirente, grazie
alla sua posizione di forza, cercherà
sempre di “strappare” un prezzo
inferiore rispetto ai corsi del
mercato. Per cui, i prezzo effettivo
riconosciuto ai produttori sarà
normalmente al di sotto del corso di
mercato.
Profitto
Concentrato tra i diversi intermediari
del Nord (multinazionali, distributori,
importatori ecc)
Relazioni sociali
Impari. L’acquirente detta sempre le
proprie condizioni. La relazione è
basata su un impari rapporto di
forza che vede quasi sempre il
produttore perdente.
Prodotti equo-solidali solidal
coop
Autosviluppo per i produttori. Ovvero
contribuire all’alleviamento della
povertà nel Sud e ridare dignità ai
produttori. Il modello del Commercio
Equo rafforza le capacità dei
produttori, mettendoli in condizioni di
essere protagonisti del proprio
sviluppo.
A tutti coloro che, direttamente e
indirettamente, partecipano alla filiera
equo-solidale.
Più corta: produttore, importatore
autorizzato, distributore autorizzato,
commerciante.
Il prezzo di vendita deciso con i
produttori deve coprire i costi di
produzione e permettere ai lavoratori
un livello di vita dignitoso.
Si compone di un prezzo minimo
garantito, indipendente dalle - spesso
enormi - fluttuazioni delle quotazioni
dei mercati ufficiali, e di un fairtrade
premium fisso destinato a progetti di
sviluppo decisi e gestiti
democraticamente dalle cooperative
e/o organizzazioni dei produttori.
Maggiormente equidistribuito a favore
dei piccoli produttori del Sud del
Mondo
Paritarie. L’aspetto peculiare insito nei
prodotti solidal Coop è la
collaborazione tra i partner ed il
rispetto reciproco: collaborazione tra
produttori del Sud ed importatori del
Nord, Coop, le organizzazioni dei
marchi di garanzia e i consumatori.
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Relazioni
commerciali
Prodotti convenzionali*
Prodotti equo-solidali solidal
coop
Di breve periodo e in funzione della
sola convenienza per il dealer,
senza garanzie di continuità per il
futuro. Impossibilità di
programmazione per il medio
periodo.
Durevoli, con prospettive di medio
lungo periodo. In questo modo, i
produttori possono programmare il
loro futuro ed impegnarsi in attività di
miglioramento e sviluppo.
Ricadute sociali
ed economiche
per la comunità
Scarse. Al contrario, spesso si
alimentano situazioni di degrado
sociale e povertà che colpiscono
coloro che sono esclusi o comunque
in una situazione di debolezza. I
benefici sono per pochi,
perpetuando una distribuzione
iniqua della ricchezza ed un
incremento degli squilibri economici,
sociali, culturali.
Ambiente &
Salute
Per far fronte ad impegni assunti
con gli acquirenti, spesso si fa un
ricorso massiccio a fitofarmaci e,
sempre di più, a sementi OGM. Si
persegue un utilizzo intensivo e
spesso non sostenibile di risorse
comuni.
Lavoro
In molti casi la mano d’opera non
gode di nessuna forma di tutela, con
conseguente diffusione di
discriminazioni di sesso e di razza,
lavoro coatto, lavoro minorile,
assenza norme di igiene e
sicurezza, salari inferiori al livello di
sussistenza, orari di lavoro
esasperati, divieto di associazione.
Numerose e in funzione della
situazione specifica. La gestione deve
essere democraticamente decisa
dalla comunità dei produttori. I
progetti possono finanziare la
fornitura di beni pubblici fondamentali
(salute, educazione, crescita
professionale), la creazione di
infrastrutture (strade, pozzi,
magazzini ecc.), attività di
microcredito per i produttori ecc. I
produttori sono tenuti a documentare
l’utilizzo sociale delle risorse.
Si privilegiano pratiche agricole tese a
salvaguardare la salute dei lavoratori
e l’ambiente, quali l’agricoltura
biologica, la rotazione delle colture,
ecc. Spesso si tratta di tecniche
colturali tramandate nei secoli.
L’equo-solidale rispetta la biodiversità
e un utilizzo equilibrato delle risorse
comuni.
La filiera del commercio equo e
solidale alla quale aderisce solidal
coop, difende la dignità dei lavoratori
e lo sviluppo armonico della loro
comunità produttiva, ponendo sempre
al centro l’uomo. I produttori del Sud
s’ impegnano a operare e prendere
decisioni secondo procedure
democratiche all’interno delle loro
organizzazioni.
* Per prodotti convenzionali si intendono i prodotti non a marchio Coop, poiché, i prodotti Coop hanno la
certificazione etica SA8000, a tutela dei diritti dei lavoratori e, per ciò che concerne la sicurezza e la tutela
ambientale, offrono numerose garanzie (OGM free, riduzione-riciclo-riutilizzo imballi, certificazioni sostenibili
come FSC per il legno e derivati, Friends of the Sea per l’ittico, Ecolabel ecc.).
Quali sono gli aspetti più importanti del commercio equo e
solidali?
Ecco i principi fondamentali, che si traducono in benefici per i produttori, del commercio
equo e di solidal coop:
Produttore
Si sceglie di collaborare con gruppi che hanno scarse o nessuna possibilità di
accesso al mercato tradizionale, assicurandosi che tutti i membri del gruppo partecipino
al processo decisionale su come utilizzare i benefici derivanti dal prezzo pagato dal
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mercato equo. Le strutture, nella maggior parte dei casi sono Consorzi o Associazioni di
Cooperative che, su richiesta e previa verifica ed eventuale autorizzazione, possono
rientrare nel registro internazionale dei produttori certificati (è il caso dell’organizzazione
internazionale di certificazione che coordina i marchi di garanzia del commercio equo e
solidale nel mondo, FLO Fairtrade Labelling Organizations). Nel caso del tè, delle Banane
e del Pallone questo criterio è stato esteso, vista la particolare situazione produttiva di
queste filiere, anche ad aziende che praticano condizioni equivalenti, con riferimento in
particolare alle norme ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro).
Prezzo equo
È stabilito un prezzo minimo che copra non solo i costi di produzione, ma assicuri al
gruppo produttore un margine per investimenti. Viene inoltre riconosciuta una
quota di prezzo destinata ad investimenti sociali, detta FairTrade Premium. La
decisione sull’utilizzo del FairTrade Premium spetta all’assemblea dei soci e dei produttori.
È importante chiarire che il prezzo effettivo pagato può essere anche molto più alto del
prezzo minimo. Esso viene infatti fissato, seguendo anche l’andamento delle Borse, tra il
gruppo produttore ed il licenziatario, prima dell’imbarco del prodotto. Il prezzo equo inoltre
prevede meccanismi di stabilizzazione del prezzo che allontanano i produttori di beni
primari dal rischio dell’alta volatilità dei prezzi della materia prima.
Supporto finanziario
I produttori hanno diritto a richiedere prefinanziamenti e/o garanzie creditizie al
compratore, fino al 60% del valore del contratto. Contrastando così il monopolio dei
creditori locali che prestano spesso a tassi di usura e riducendo l’impatto del razionamento
del credito sui piccoli produttori privi di garanzie patrimoniali.
Relazioni durevoli
Impegno a stabilire relazioni commerciali stabili ed a programmare gli acquisti nel
lungo periodo, in modo che i produttori possano pianificare con maggiore certezza
il loro futuro. La durata di tali accordi riguarda almeno due raccolti, e viene definita tra
gruppo produttore e licenziatario.
Assistenza tecnica
Nell’ambito di rapporti commerciali basti sulla mutualità, la condivisione delle conoscenze
e degli obiettivi, sono previsti servizi quali attività di formazione e assistenza tecnica, a
supporto dei produttori e delle loro organizzazioni.
Finanziamento di opere di pubblica utililità
Scelta preferenziale, nella filiera del CEES, di progetti in cui una parte del sovrapprezzo va
a finanziare la fornitura di beni pubblici fondamentali (salute, educazione, crescita
professionale) con impatto fondamentale sulle prospettive future di autosviluppo.
Lavoro
Intervento per migliorare le condizioni di lavoro e per rimuovere i fattori che portano
al lavoro minorile, non attraverso una messa al bando dei prodotti dei prodotti contenenti
lavoro minorile, ma attraverso una crescita del reddito delle loro famiglie povere. In
diversi casi, il solo fatto di assicurare un lavoro, a condizioni dignitose, è di per sé un primo
passo verso l’autodeterminazione, per combattere la povertà e l’esclusione.
Ambiente
Attenzione alla sostenibilità dei processi produttivi: preferenza per agricoltura biologica e
sistemi agronomici e di trasformazione rispettosi dell’ambiente e della salute dei lavoratori.
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Quanto, in valore o in percentuale, viene riconosciuto al
produttore?
Nel 2005, i prodotti solidal coop, hanno complessivamente comportato maggiori
entrate per i produttori del Sud del Mondo, rispetto alle stesse quantità vendute ai
prezzi di mercato, per circa 900.000 US$. I ricavi complessivi, per i produttori del Sud del
Mondo che hanno fornito materie prime per solidal coop, hanno superato i 2,3 mio US$
(contro 1,4 mio US$ che avrebbero ricevuto dal mercato).
L'incidenza delle risorse economiche per i produttori nel 2005, sul prezzo finale ivato la
pubblico, è stata, a seconda del prodotto, dal 10% al 35% (basti pensare che in alcuni
casi arrivano in Italia prodotti finiti, come lo zucchero, le camicie e le polo o i palloni,
mentre in altri casi le sole materie prime da trasformare come il caffé o il cacao).
L'incidenza media è di circa il 20/22%.
Ogni anno, i dati economici possono subire oscillazioni anche sensibili, poiché sono
condizionati dai prezzi di mercato delle materie prime (che a loro volta, scontano fenomeni
speculativi, congiunture particolari derivanti dallo squilibrio tra domanda e offerta, eventi
meteorologici che possono compromettere i raccolti, problemi dovuti a guerre o a
situazioni sociali particolarmente difficili).
Non è comunque il prezzo, l’elemento più importante per i produttori del Sud del
Mondo ma lo sono altrettanto, e in molti casi di più, la continuità di relazioni
commerciali durevoli, la garanzia di pagamento ed i prefinanziamenti agevolati (vedi
“Quali sono gli aspetti più importanti del commercio equo e solidali”).
Com’è composto il prezzo equo?
Il prezzo minimo garantito (PMG) comprende il prezzo garantito (PG) per la raccolta e il
premio di sviluppo (PdS).
Quest’ultimo non varia. Quando, eccezionalmente, il corso mondiale della materia prima
supera il prezzo garantito, questo si allinea sul corso mondiale. In altri termini, il PMG è
sempre superiore al corso mondiale.
Esempio caffè arabica in US$/libbra.
Quando il corso mondiale è inferiore al prezzo garantito, PMG (1,26) = PG (1,21) + PdS
(0,05). Quando il corso mondiale è superiore al prezzo garantito, come nel 1998, ( era di
1,91 US$/libbra), il PMG si adegua,in questo caso 1,96 = (1,91) PG + (0,05) PdS.
Ecco la rappresentazione grafica che può spiegare il concetto meglio delle parole :
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Chi garantisce o certifica che i prodotti solidal effettivamente
favoriscono un commercio più equo?
Per tutti i prodotti solidal Coop garantisce …. Coop. Per i prodotti alimentari e per i palloni,
Coop si avvale della certificazione internazionale Fairtrade. FLO (Fairtrade Labelling
Organizations) offre la garanzia e l’esperienza di un marchio di certificazione
internazionale che accoglie oltre 500 Organizzazioni di Produttori certificati che
rappresentano oltre 1 milione di agricoltori e lavoratori (che superano i 5 milioni se si
considerano i dipendenti coinvolti), in più di 50 nazioni. Fairtrade Italia, è un'associazione
indipendente, senza scopo di lucro, che fa parte di FLO (alla quale aderiscono 20 marchi
di garanzia operanti in altrettanti paesi). Fairtrade Italia e Coop, garantiscono che ogni
prodotto solidal contribuisce, in misura variabile, ai benefici aggiuntivi per i produttori
coinvolti e per la loro comunità.
Fairtrade però non certifica tutte le filiere o progetti coerenti con i principi e gli obiettivi del
commercio equo e solidale (caso molto frequente per i prodotti non food).
Alcuni casi: le polo piquet solidal, il cui cotone viene coltivato in India secondo i criteri del
commercio equo e solidale e con i metodi dell’ agricoltura biologica, nel quadro di un
progetto realizzato grazie alla collaborazione con Coop Svizzera e Remei, la cui gestione
sociale è affidata alla fondazione bioRe Association; le camicie solidal, nascono da una
collaborazione tra Coop e i Centri Missionari Toscani che, tramite le suore Francescane di
S.Elisabetta di Firenze, operano a Madaplathuruth nella provincia di Kerala (India
meridionale). In questo caso, i benefici sociali derivanti dall’attività economica, sono
supervisionati dalle suore Francescane e Coop.
Inoltre, anche ai prodotti solidal Coop, viene applicata la certificazione etica SA8000, che
elenca i requisiti per un COMPORTAMENTO ETICAMENTE CORRETTO delle imprese
verso i lavoratori coinvolti.
Chi produce i prodotti solidal Coop?
In tutte le confezioni solidal Coop, sono riportate le ragioni sociali delle aziende
produttrici del Sud del Mondo (quasi sempre Cooperative ma, in alcuni casi, anche
aziende private che rispondono ai criteri previsti dal CEES), che hanno fornito la materia
prima (come ad es. nel caso del caffè, del cacao, del tè ecc.) o il prodotto finito (es
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ananas, banane, zucchero, polo mezza manica, palloni ecc.). Una parte dei prodotti,
viene trasformata e confezionata da industrie qualificate, generalmente italiane,
sempre certificate da FLO-TransFair (per i prodotti alimentari).
Solo la Coop fa prodotti equosolidali?
I prodotti solidal Coop si trovano solo nei supermercati Coop e negli Ipercoop. Altri
distributori hanno prodotti equo-solidali ed esistono dei negozi che vendono solo tali
prodotti, le Botteghe del Mondo.
Coop è stata la prima catena italiana ad aver creduto nel commercio equo e solidale,
lanciando nel 1995 il primo caffè (Caffè per la solidarietà). Ma l’idea di solidarietà e
mutualità alla base del commercio equo-solidale, in Coop nasce … con la prima
Cooperativa, ovvero a Rochdale (Inghilterra), nel 1844, quando 28 tessitori del Lancashire,
"codificarono" per la prima volta i principi basilari della Cooperazione. 10 anni dopo, in
Italia a Torino, viene fondata la “Società degli operai”. I principi fondanti della
cooperazione di consumo, coincidono più che mai con quelli del commercio equo e
solidale.
Com’è la qualità dei prodotti solidal Coop?
Il livello qualitativo, è uguale a quello di tutti i prodotti Coop. Anche i prodotti solidal
Coop, prima di essere immessi in commercio, devono essere Approvati dai Soci, per cui
devono superare un test di gradimento da parte dei consumatori Soci.
Anche per questo, possiamo affermare che i prodotti solidal sono buoni o validi!
Inoltre, quando possibile, le materie prime impiegate sono da agricoltura biologica, come
nel caso del caffè, delle tavolette di cioccolata, delle banane, della polo in cotone…
Tutti i controlli per l’igiene e la sicurezza sono garantiti da Coop.
E infine, come tutti i prodotti a marchio Coop, non contengono Organismi Geneticamente
Modificati (OGM) e coloranti.
I prodotti solidal Coop costano di più degli altri prodotti?
I prodotti solidal Coop devono garantire un prezzo equo all’origine ma anche al
consumo. Il maggior costo sostenuto per garantire un flusso commerciale più equo, non
deve pesare in modo eccessivo sul consumatore. Per questo, in condizioni normali, un
prodotto solidal Coop ha un costo comunque inferiore rispetto ad un analogo prodotto di
marca (nonostante il costo superiore della materia prima da filiera equa e, in diversi casi,
biologica): basti pensare che la polo solidal da cotone biologico costa meno di 16 euro,
contro i 26-70 euro dei prodotti di marca; analogamente, il caffè 100% arabica biologico
solidal comporta un risparmio medio del 10% rispetto al caffè 100% arabica convenzionale
del leader di mercato (oltre ad una quotazione più remunerativa per il produttore, lo stessa
gestione della filiera bio implica costi mediamente più elevati) . Al contrario, rispetto a
prodotti Coop similari, normalmente il prezzo di solidal risulta superiore.
Chi ci guadagna dai prodotti solidal. I produttori ... o la Coop?
Ci guadagnano i produttori, che hanno una retribuzione più equa del proprio lavoro, ci
guadagna il consumatore, che ha la garanzia di un prodotto buono e pulito sotto ogni
punto di vista. La Coop, in quanto distributore e titolare del marchio solidal, per scelta ha
deciso di contenere il proprio margine di contribuzione: normalmente, il margine
percentuale sul prezzo finale dei prodotti solidal è inferiore a quello degli analoghi
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prodotti Coop. Il margine lordo, è variabile da categoria a categoria e deve comunque
permettere la copertura di tutti i costi, fissi e variabili, e assicurare comunque una giusta
remunerazione per l’attività imprenditoriale sostenuta da Coop.
Perché allora tutti i prodotti Coop non sono equosolidali?
Perché solo una piccola parte dei produttori, seppur in forte crescita, può attualmente
accedere ai canali del commercio equo e solidale. Questo significa meno disponibilità
di materia prima e di prodotti, soprattutto in occasione di particolari congiunture
sfavorevoli. Obiettivo del programma solidal Coop è sensibilizzare i propri clienti
circa i benefici derivati da una filiera sostenibile, sotto il profilo sociale, ambientale
ed economico, creando una spirale virtuosa che, stimolata dalla domanda, si
traduca in un’offerta crescente e di qualità. In questo ambito, Coop impegna tutte le
proprie risorse per promuovere una maggior diffusione dei prodotti solidal (senza
dimenticare che tutti i prodotti Coop rispondono a principi di base in tema di tutela
dei diritti delle persone e dell’ambiente), contribuendo di conseguenza, allo sviluppo di
forme di commercio più eque. Naturalmente, è necessario non imporre tali scelte ai
consumatori (da questo punto di vista, le Botteghe del Mondo, al contrario di Coop,
svolgono una funzione “militante”), che possono così decidere autonomamente tra un
acquisto solidal(e) o di altro tipo.
Inoltre, per i motivi sopraccitati, i solidal Coop NON offrono mai la massima convenienza di
prezzo (pur non essendo cari) e, in momenti come questo, è necessario difendere il potere
d’acquisto, soprattutto dei consumatori con meno risorse, offrendo anche prodotti
economici.
Infine, attualmente i prodotti solidal fanno riferimento unicamente a filiere (ovvero processi
produttivi e di trasformazione dal campo alla vendita) che partono da materie prime che,
un tempo, erano definite “coloniali” (es caffè, cacao, tè, banane ecc). Ma dal momento che
il Nord e Sud geografici, per ciò che concerne lo squilibrio globale, sono entità sempre
meno discriminanti (il Nord e il Sud sono ovunque, l’emarginazione è a Nairobi, a
Bangkok, a Lima ma anche a Ginevra, a Milano…), non è escluso che domani solidal
possa accogliere forme di autosviluppo, ovvero prodotti, non necessariamente “coloniali”.
Vista la situazione di crisi in Italia, cosa fa la Coop per aiutare
il paese?
Coop è la più importante impresa della distribuzione italiana. In Coop lavorano oltre
50.000 persone. Coop contribuisce in modo proficuo allo sviluppo del territorio e
dell’indotto produttivo e sociale, sia attraverso le attività sociali atte a promuovere azioni di
solidarietà a livello locale sia attraverso il proprio assortimento e i rapporti di partnership
con realtà produttive (sia a livello agricolo sia industriale) eccellenti e, preferibilmente,
italiane. Per questo, oltre ai numerosi fornitori italiani nazionali e locali che, con i propri
marchi, sono presenti nei nostri negozi, per i prodotti a marchio Coop si privilegiano, a
parità di condizioni, aziende cooperative e non italiane.
Ed è anche per questo motivo, che abbiamo ripristinato l’indicazione sulle etichette dei
prodotti Coop di chi produce e trasforma il prodotto, secondo i valori e i capitolati di Coop.
Diversi prodotti solidal, peraltro, pur utilizzando materie prime certificate equosolidali, sono
trasformati da qualificate aziende italiane (ad es caffè, tutti i prodotti contenenti cacao
come tavolette cioccolato, cioccolatini, uova di Pasqua ecc, miele, succo d’arancia, tè,
riso, ecc), a loro volta registrate, come licenziatari, da Fairtrade-TransFair Italia.