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Il volto femminile della migrazione a Vigevano Volontari per e con gli amici extracomunitari IL VOLTO FEMMINILE DELLA MIGRAZIONE A VIGEVANO Vigevano, 23 ottobre 2009 Ore 18:00-22:00 Comune di Vigevano – Sala Consigliare Pagina | 1 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Indice “Il volto femminile della migrazione a Vigevano”: Una premessa pagg. 3-4 Capitolo I Indagine demografica • Introduzione pagg. 5-6 • Uno sguardo d’insieme pagg. 7-27 Capitolo II Indagine Sociale • Introduzione pagg. 28-29 • Il questionario: uno strumento di conoscenza pagg. 30-61 • Bibliografia e sitografia pag. 62 Indice delle tabelle • Tab. A pag. 8 • Tab. B pag. 9 • Tab. 1 M.E.N.A. pag. 11 • Tab. 2 Est – Europa pag. 15 • Tab. 3 Sud – America pag. 19 • Tab. 4 Asia pag. 22 • Tab. 5 Centro – Sud Africa pag. 25 • Tab. 6 Cina pag. 28 • Tab. 7 U.E. pag. 29 • Tab. 8 Altro pag. 30 Pagina | 2 Il volto femminile della migrazione a Vigevano “IL VOLTO FEMMINILE DELLA MIGRAZIONE A VIGEVANO” Una premessa: Il progetto “Il volto femminile della migrazione a Vigevano”, finanziato nell’ambito della Legge regionale 01/08 (l’ex 22/93), biennio 2008/09 è stato implementato con l’intento di promuovere interventi mirati sia alla conoscenza della condizione sociale delle donne straniere a Vigevano, sia alla disposizione di piani di intervento che facilitino l’inserimento delle stesse nel territorio e attraverso loro, l’integrazione delle famiglie. L’attività di ricerca si è svolta del corso di 12 mesi (ottobre 2008 – settembre 2009), durante i quali sono state concretizzate le azioni e le metodologie proposte all’interno del progetto. L’indagine si è avvalsa della collaborazione dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Vigevano, che ha fornito i dati relativi alla presenza degli stranieri residenti, e delle mediatrici culturali dell’associazione Oltremare – Volontari per e con gli amici extracomunitari, le quali hanno offerto sostegno alla compilazione dei questionari di rilevazione della condizione delle donne straniere loro connazionali. L’attività si è avvalsa dell’opera dei seguenti soggetti: • Responsabile del progetto • Coordinatore; • 15 mediatrici culturali dell’associazione Oltremare. Volontari per e con gli amici extracomunitari; • Un impiegato amministrativo dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Vigevano. Pagina | 3 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Il progetto si è sviluppato in tre tempi: 1. Rilevazione demografica sui seguenti dati: • Numero degli stranieri presenti sul territorio alla data al 15 dicembre 2008; • Numero degli uomini e delle donne straniere presenti, suddivise nelle fasce d’età 0-3; 4-5; 6-10; 11-13; 14-18; 19; 20-35; 36-50; oltre 50; • Confronto tra i dati anagrafici della città di Vigevano e quelli del Quinto rapporto effettuato dalla Fondazione I.S.M.U.1 Il confronto si avvarrà anche di alcuni dati relativi alle rilevazione effettuate nel 2006, durante la ricerca Conoscere per agire, finanziato nell’ambito della Legge regionale 22/93, biennio 2006/07. 2. Indagine sociale: • Definizione degli ambiti di rilevazione definiti nel questionario strumento dell’indagine; • Campionatura del 7% stabilita, sia sulla base dei dati emersi dalla rilevazione demografica, sia sulla disponibilità alla somministrazione del questionario da parte di mediatrici culturali di lingua madre; 3. Analisi e condivisione dei dati: • Analisi, sia dell’andamento del fenomeno migratorio, sia degli elementi che hanno composto il questionario d’indagine; • Redazione della dispensa quale prodotto cartaceo di questa ricerca; • Condivisione delle esperienze tra i soci di “Oltremare” quale momento di confronto e di analisi delle criticità incontrate durante il percorso di accompagnamento alla compilazione dei questionari e la Consulta Femminile del Comune di Vigevano che ha inserito nelle proprie azioni la presente ricerca; • Restituzioni dei dati raccolti, contenuti nel presente materiale cartaceo, tramite la tavola rotonda per condividere le conoscenze e sostenere le scelte operative delle 1 Ogni anno questo istituto redige un rapporto sulla situazione degli stranieri nella Provincia di Pavia. I dati sono relativi all’anno precedente e alla reale presenza sul territorio, evidenziando con più precisione le dinamiche dei processi di migrazione verso il territorio ospitante, nonché le dimensioni del fenomeno della clandestinità. Pagina | 4 Il volto femminile della migrazione a Vigevano istituzioni pubbliche e private che già operano nel territorio, volte a rendere sempre più efficace il progetto di accoglienza in atto nella città di Vigevano. Capitolo I “INDAGINE DEMOGRAFICA” Introduzione Gli ultimi conteggi aggiornati al 15/12/08 dall’Ufficio Anagrafe del Comune di Vigevano, annoverano nel registro anagrafico 68872 stranieri provenienti da 91 nazioni, di cui 3237 donne, così suddivise nelle seguenti aree geografiche3: • M.E.N.A. (Medio Est and North Africa) 1032 • Est Europa 1148 • Sud America 496 • Asia 187 • Centro-Sud Africa 183 • Cina 116 • Unione Europea 54 • Altro 21 Questa prima serie di dati è utile per fare alcune considerazioni in merito al flusso migratorio nella città di Vigevano. Il mondo nordafricano e mediorientale (da adesso M.E.N.A.), dalla fine degli anni Novanta, è quello maggiormente rappresentato nel territorio vigevanese e in particolare l’Egitto presente con 1.581 unità, di cui 543 donne. 2 Alla data del 20/10/2009, 7750 stranieri iscritti nel registro anagrafico. A tal riguardo un sentito ringraziamento va a Massimo Asperges, Capo Ufficio Anagrafe del Comune di Vigevano, che ha supportato efficacemente il nostro lavoro di raccolta dati. 3 Pagina | 5 Il volto femminile della migrazione a Vigevano L’area esteuropea annovera anche alcuni paesi oggi facenti parte dell’Unione Europea (da adesso U.E.), tra i quali la Romania e la Bulgaria, da poco presenti in questo gruppo che risulta essere il secondo raggruppamento di nazioni presente a Vigevano. Dopo l’entrata nell’U.E. della Romania nel 2007, la stessa con 903 unità di cui 426 donne, è divenuta la nazione numericamente più rappresentata di tutta l’area geografica e la seconda più presente nel territorio d’indagine.4 Il rapido aumento della popolazione rumena nella lista anagrafica di Vigevano ha fatto elevare anche la presenza di donne, facendo diventare l’est Europa l’area geografica a maggiore presenza femminile con 1148 unità. L’area geografica del Sudamerica, presente con 840 unità di cui 496 donne, è la terza area geografica più presente a Vigevano, principalmente rappresentata da Ecuador, Perù e Brasile, i cui progetti migratori hanno caratteri di stabilità simili a quelli dei principali paesi dell’area M.E.N.A. e dell’Est Europa. La quarta area geografica presa in considerazione è quella relativa al mondo asiatico (con l’eccezione della Cina)5 e comprende principalmente le Filippine con 192 unità di cui 98 donne, Lo Sri Lanka ed il Bangladesh; queste ultime registrano un recente graduale aumento. L’ultima area presa in considerazione è quella centro-sudafricana, con 352 unità di cui 183 donne e la Costa d’Avorio con 232 unità di cui 123 donne è la nazione che più rappresenta questa parte di mondo, inoltre si registra la presenza di altre 16 nazioni africane. La grande frammentazioni di stati ed i rispettivi dati sulla loro composizione, mostrano la caratteristica recente di questi processi migratori. Oltre ai paesi delle aree geografiche appena citate, sono presenti a Vigevano anche cittadini provenienti dalle nazioni facenti parte della U.E. come il Belgio, la Danimarca, la Francia, la Finlandia, la Germania, i Paesi Bassi, la Spagna e la Svezia. 4 Occorre precisare che tale aumento non è da attribuire ad un flusso recente, ma ad una emersione e regolarizzazione di rumeni già presenti a vario titolo sul territorio di Vigevano. 5 Vedi tabella n° 6. Pagina | 6 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Infine si segnala la presenza di cittadini degli Stati Uniti, dell’Australia, della Nuova Zelanda, del Giappone e della Svizzera. Uno sguardo d’insieme Dopo questa breve introduzione sulla stato della migrazione nella città di Vigevano, qui di seguito saranno riportate le cartine dei paesi membri dell’U.E., i futuri paesi candidati, quelli candidabili e per evidenziare quanti paesi dell’est Europa, oggi appartengono ad altre classificazioni politiche. Successivamente saranno elencati tutti i paesi oggetto di questa parte demografica, e al fine di cogliere gli aspetti più salienti di ogni singola area geografica, saranno inserite apposite tabelle per ogni descrizione dei dati. Description Tab. A English: EU 27: States with applications Current members Candidate countries Pagina | 7 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Potential candidate countries Accession rejected in a referendum 1972 and 1994 Application frozen Application rejected Tab. B Description6 English: EU 27: Further European Union enlargement Current members Candidate countries Potential candidate countries Membership possible 6 Le immagini sono state prese dal sito internet http://it.wikipedia.org/wiki/Stati_membri_dell%27Unione_europea Pagina | 8 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Unione Europea: Austria, Belgio, (Bulgaria), Cipro, Danimarca, (Estonia), Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, (Lettonia), (Lituania), Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, (Polonia), Portogallo, Regno Unito, (Repubblica Ceca), (Romania), (Slovacchia), (Slovenia), Spagna, Svezia e (Ungheria). M.E.N.A. 16 stati Algeria, Armenia, Azerbaigian, Egitto, Giordania, Iran, Iraq, Kazakistan, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Pakistan, Siria, Tunisia, Turchia. Est Europa 16 stati Albania, Bielorussia, Bosnia, Bulgaria, Rep. Ceca, Croazia, Lituania, Macedonia, Moldavia, Polonia, Romania, Russia, Rep. Slovacca, Slovenia, Ucraina, Ungheria. Sud America 16 stati Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Rep. Dominicana, Ecuador, Rep. El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Paraguay, Perù, Uruguay, Venezuela. Asia 8 stati Bangladesh, Cambogia, Filippine, Nuova Guinea, India, Sud Corea, Tailandia, Vietnam. Centro- Sud Africa 17 stati Benin, Burkina Faso, Camerun, Rep. Capo verde, Congo, Costa d’Avorio, Eritrea, Gambia, Ghana, Kenya, Madagascar, Mali, Rep. Mauritius, Nigeria, Senegal, Togo, Uganda. Unione Europea: 10 stati Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Olanda, Spagna, Svezia. Altro: 7 stati Australia, Canada, Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Svizzera. Pagina | 9 Il volto femminile della migrazione a Vigevano 90 nazioni Tab. 1 M.E.N.A. Totale delle presenze anagrafiche 2707 Maschi Femmine 1675 1032 Minori M F T 0-3 anni 189 202 391 4-5 anni 73 74 147 6-11 anni 165 128 293 12-14 anni 50 33 83 15-18 anni 47 40 87 Totale minori 524 477 1001 19 anni 22 11 33 20-35 anni 570 409 979 36-50 anni 510 120 630 Oltre 50 anni 49 15 64 Totale adulti 1151 555 1706 Adulti N° medio per famiglia 3,84 N° di famiglie 705 Pagina | 10 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Età media (anni) 27,7 19,9 24,3 Gli immigrati dai paesi nordafricani e mediorientali7, con 2707 unità, rappresentano il 39,45% di tutto il flusso migratorio presente a Vigevano e l’Egitto, con le sue 1581 unità, rappresenta il 57,88% di tutto il flusso migratorio proveniente da questa parte di mondo8. Quest’ultimo dato si differenzia in maniera significativa dalle rilevazioni effettuate dalla Fondazione I.S.M.U. nell’annuario statistico 2007, da cui si evince che l’etnia egiziana, con circa 2800 unità presenti sul territorio della provincia di Pavia, non caratterizza il flusso migratorio della stessa, come avviene in quello della città di Vigevano.9 Tornando alla tabella M.E.N.A., è osservabile come la presenza maschile, con 1675 unità sia molto superiore a quella femminile con 1032 unità. Questo dato è frutto di una condizione migratoria che vede l’Egitto (1581 unità, di cui 543 donne), il Marocco (512 unità, di cui 233 donne), la Tunisia (329 unità, di cui 125 donne) e la Turchia10 (109 unità, di cui 51 donne) essere giunti ad uno stadio migratorio stabile, che consente di avviare le pratiche di ricongiungimento famigliare. Per le altre nazioni quali l’Algeria, il Libano, la Libia e tutti gli altri paesi citati in nota, il loro numero limitato di presenze, evidenzia una migrazione più recente. Queste prime considerazioni sono comprovate dalla numerosa presenza di minori sulla totalità del flusso nordafricano. Il 36,98% della popolazione dei paesi M.E.N.A. è minorenne. Ancora l’Egitto (591 minori, 270 F e 321 M) rappresenta la maggioranza (59,04%) della 7 I 16 paesi facenti parte di quest’area geografica, presenti a Vigevano sono: Algeria, Armenia, Azerbaigian, Egitto, Giordania, Iran, Iraq, Kazakistan, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Pakistan, Siria, Tunisia e Turchia. 8 Va inoltre aggiunto che l’Egitto rappresenta il 23,34% della totalità del movimento in entrata. Ciò significa che a Vigevano circa uno straniero su quattro è di origine egiziana. 9 Fonte: n/elaborazioni su dati Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità. Tabella 2.3 a p. 22 del Quinto rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. Questo dato dice che gran parte di tutta la migrazione egiziana risieda a Vigevano perché i dati appena riportati sono il risultato di una stima che conta la reale presenza sul territorio. L’anagrafe vigevanese, al contrario, conta solamente la presenza regolare 10 Il caso della Turchia è emblematico, in quanto i turchi presenti a Vigevano sono di origine kurda. Per tale motivo, come rifugiati politici, migrano subito con la famiglia al seguito. Queste considerazioni possono valere anche per la Siria, con 107 unità, di cui 47 donne. Su tale argomento si legga la Convezione di Ginevra del 1951, consultabile sul sito internet www.meltingpot.org oppure si legga di M. Ambrosini, Sociologia delle migrazioni, Bologna, il Mulino, 2005, pag. 21 Pagina | 11 Il volto femminile della migrazione a Vigevano totalità dei minori (1001 unità). Seguono il Marocco (165 unità, 92 F e 73 M, pari al 16,48%) e la Tunisia (132 unità, 60 F e 72 M, pari al 13,19%). Procedendo con analisi delle fasce d’età, in generale è osservabile che la fascia d’età 0-3 anni, con 391 unità (39,06%) e quella 4-5 anni con 147 presenze (14,69%), sono quelle preponderanti. In sostanza, i 538 minori da 0 a 5 anni, cioè i possibili fruitori di asili nido e scuole materne, rappresentano il 53,75% di tutti i minori nordafricani iscritti alle liste anagrafiche vigevanesi. Per quanto riguarda tutti gli altri minori, quelli in fascia d’età 6-11 anni annoverano 293 presenze, pari al 29,27% di tutti i minori regolarmente presenti dei paesi M.E.N.A. Infine va considerato un netto calo delle presenze anagrafiche dei minori nelle fasce d’età 12-14 anni e 15-18 anni, rispettivamente con 83 e 87 minori. Adesso è possibile considerare come il numero medio di persone per famiglia sia di poco inferiore a 4 (3,84). Anche in questo caso il dato è frutto dei diversi stadi migratori propri delle etnie prese in considerazione. Occorre comunque segnalare che rispetto all’anno 2006, anno in cui la ricerca “Conoscere per agire”, del tutto analoga a questa nella sua prima parte di analisi demografica, rilevava un numero medio di persone per famiglia pari a 2,12. Il dato è estremamente rilevante perché le nazioni presenti nel 2006 sono le stesse di oggi. Questo dato è uno tra i più significativi per descrivere l’attuale flusso migratorio dei paesi M.E.N.A. L’aumento costante delle migrazioni ha fatto si che anche per i migranti provenienti da altre nazioni si verificassero le condizioni di stabilità necessarie per avviare i ricongiungimenti famigliari. Gli uomini, un tempo appena migrati, costituivano famiglie mononucleari che mantenevano basso il numero di persone per famiglia. Ora con le famiglie ricongiunte questo indice assume una forma diversa, più simile ai progetti famigliari tipici delle zone di origine11. In ultima analisi, è importante osservare come le fasce d’età 20-35 anni e 36-50 anni sono più dense di migranti nordafricani, complessivamente con 1609 unità (59,44% di tutto il flusso M.E.N.A.) di cui solamente 529 donne e 1080 sono i maschi12. Quanto all’età media, il 11 Anche l’Egitto non si discosta da questa propensione. Infatti nel 2006 l’indice registrava 3,20 persone per famiglia. Oggi il dato è di 3,84. 12 Anche questo è un dato importante. Così come i ricongiungimenti famigliari riuniscono le famiglie, altre nuove migrazioni arrivano sul nostro territorio. Va comunque considerato che l’allargamento delle famiglie va analizzato anche in rapporto agli allargamenti parentali; ciò avviene negli stadi migratori più avanzati. Pagina | 12 Il volto femminile della migrazione a Vigevano dato di 19,9 anni delle donne è frutto della minore presenza di maggiorenni rispetto agli uomini, la cui età media è di 27,7 anni. Complessivamente l’età media dei nordafricani è di 24,3 anni Tab. 2 Est Europa Totale delle presenze anagrafiche 2199 Maschi Femmine 1148 1051 Minori M F T 0-3 anni 62 59 121 4-5 anni 28 34 72 6-11 anni 71 77 148 12-14 anni 38 36 74 15-18 anni 29 41 70 Totale minori 228 247 475 19 anni 14 16 30 20-35 anni 479 511 990 36-50 anni 251 258 509 Oltre 50 anni 79 116 195 Totale adulti 823 901 1724 Adulti N° medio per famiglia Pagina | 13 3,33 Il volto femminile della migrazione a Vigevano N° di famiglie 660 Età media (anni) 28,7 29,8 29,3 L’area geografica esteuropea13, con 2199 presenze è la seconda area che caratterizza la migrazione nel territorio vigevanese. A differenza del flusso nordafricano, quello est europeo, rappresenta una parte importante non solo nella migrazione locale ma anche in quella provinciale. Infatti Albania, Romania (circa 7750 unità ciascuna) e Ucraina (circa 2300 unità) sono le tre etnie maggiormente presenti nel territorio provinciale.14 Nella città di Vigevano queste tre popolazioni con 1934 unità, 960 F e 974 M, rappresentano l’87,95% del flusso migratorio esteuropeo. Gli altri stati oggetto della tabella in esame contano una presenza marginale. Tra questi va segnalata la Moldavia con 71 unità (50 femmine e 21 maschi) e la Bulgaria con 65 unità (38 femmine e 27 maschi) registrate all’anagrafe vigevanese. Passando ad analizzare la composizione di questo flusso migratorio, va segnalato che esso è costituito da 1148 maschi, di cui 228 minori e 1051 femmine, di cui 247 da 0 a 18 anni. Le migrazioni dei paesi esteuropei, generalmente sono caratterizzate da un flusso fortemente femminile e da progetti migratori temporanei. Anche in questo caso i dati relativi al flusso migratorio esteuropeo evidenziati dalla ricerca “Conoscere per agire”, relativi all’anno 2006, possono offrire elementi di confronto. A quel tempo a Vigevano erano registrati all’anagrafe 1205 stranieri, di cui 549 maschi e 656 femmine. In quel periodo i dati evidenziavano una migrazione “al femminile” per paesi come la Polonia, la Bulgaria e come l’Ucraina (94 femmine e 28 maschi). Diverso era lo stato dei processi migratori di Albania (346 maschi e 294 femmine) e Romania (156 femmine e 135 maschi), in quanto l’etnia Albanese è stata la prima popolazione ad insediarsi nel territorio locale all’inizio degli anni Novanta, avviando così un progetto migratorio permanente; mentre la Romania, dal 2004 ad 2006 aveva fatto registrare una 13 I 16 paesi facenti parte di questa area geografica sono: Albania, Bielorussia, Bosnia, Bulgaria, Rep. Ceca, Croazia, Lituania, Macedonia, Moldavia, Polonia, Romania, Russia, Rep. Slovacca, Slovenia, Ucraina, Ungheria. 14 Fonte: n/elaborazioni su dati Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità. Tabella 2.3 a p. 22 del Quinto rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. Benché la Romania dal 01/01/07 sia entrata a fare parte dell’Unione Europea, per motivi culturali e geografici in questo elaborato si è preferito considerarla come un paese extraeuropeo. Pagina | 14 Il volto femminile della migrazione a Vigevano crescita a livello provinciale molto forte e continua, dovuta principalmente all’avvicinarsi della sua entrata nell’U.E.15. Alla luce dei dati pregressi, la lettura di quelli odierni rileva una naturale progressione di questa migrazione che ha portato la Romania ad essere il paese più rappresentato di questa parte di mondo in Vigevano, con 903 unità (426 femmine e 477 maschi), seguito dall’Albania con 844 unità (389 femmine e 455 maschi) e Ucraina (187 unità di cui 145 femmine e 42 maschi). Osservando la composizione delle fasce d’età dei minori, quella d’età 0-3 anni con 121 minori e 6-11 anni con 148 minori, sono quelle più numerose. La fascia d’età 4-5 anni annovera invece 72 minori. Questi dati possono essere uno strumento utile per osservare, sia l’effetto dei ricongiungimenti famigliari che delle nuove migrazioni di intere famiglie. Più precisamente, Albania e Romania annoverano 193 minori compresi tra 0 e 5 anni, ossia il 40,63% di tutti i minori esteuropei presenti all’anagrafe di Vigevano. In particolare, da 0 a 3 anni, abbiamo 57 albanesi e 54 rumeni per un totale di 111 su 121 minori registrati (91,74%). Dall’età di 4-5 anni abbiamo 39 albanesi e 27 rumeni, per un totale di 66 su 72 minori registrati (91,67%) Proseguendo nella lettura delle altre fasce d’età, quella da 20 a 35 anni con 990 esteuropei (511 femmine e 479 maschi), risulta essere in assoluto la fascia più numerosa di tutto il flusso in esame. Rilevante è anche il numero di presenza nella fascia d’età 36-50 anni con 509 unità (258 femmine e 251 maschi). Questi dati sono significativi nel senso che essi raggruppano tutti i migranti adulti provenienti dall’Est Europa. Infine, analizzando l’incidenza dei minori rispetto alla totalità degli esteuropei, è osservabile che con una percentuale del 21,60% (26,47% nel 2006), tali minori hanno un’incidenza meno forte rispetto alla situazione nordafricana-mediorientale 36,98% (31,48% nel 2006), confermando che i minori aumentano 15 Fonte: n/elaborazioni su dati Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità. Tabella 2.3 a p. 22 del Quinto rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. Questa tabella riporta la crescita della Romania dal 2005 al 2007. Si va da una presenza nel territorio provinciale di circa 6000 unità nel 2005, ai 6750 del 2006, per avere nel 2007 una presenza con circa 7750. Pagina | 15 Il volto femminile della migrazione a Vigevano in base alla stabilità del processo migratorio. In ultima analisi, il numero medio di persone per famiglia è pari a 3,33. (2,41 nel 2006). Il dato è frutto dalle medie molto diverse tra loro: • 3,93 dell’Albania (3,25 nel 2006); • 2,36 dell’Ucraina (1,45 nel 2006); • 3,16 della Romania (2,30 nel 2006); • 2,98 della Bulgaria Quanto all’età media, il dato è pari a 29,3 anni (28,7 per i maschi e 29,8 per le femmine) Pagina | 16 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Tab. 3 Sud America Totale delle presenze anagrafiche 840 Maschi Femmine 344 496 Minori M F T 0-3 anni 31 25 56 4-5 anni 9 17 26 6-11 anni 21 27 48 12-14 anni 13 22 35 15-18 anni 29 28 57 Totale minori 103 119 222 19 anni 4 8 12 20-35 anni 125 193 318 36-50 anni 104 141 245 Oltre 50 anni 8 35 43 Totale adulti 241 377 618 Adulti N° medio per famiglia 3,22 N° di famiglie 261 Età media (anni) 27 Pagina | 17 29,6 28,6 Il volto femminile della migrazione a Vigevano L’area geografica sudamericana16 con 840 unità, 344 maschi e 496 femmine è il terzo flusso maggiormente presente nel territorio locale. I paesi maggiormente rappresenti sono l’Ecuador con 408 unità (239 femmine e 139 maschi)17, pari al 48,57% del flusso sudamericano in entrata, il Perù con 191 unità (68 maschi e 123 femmine)18 pari al 22,74% e il Brasile con 106 unità (49 femmine e 57 maschi)19, pari al 12,62%. Le rimanenti 105 unità provengono dai restanti 13 paesi sudamericani presenti sul territorio. Questi dati locali sono confermati anche da quelli provinciali.20 L’annuario statistico 2007 riporta una presenza sul territorio provinciale di circa 2000 ecuadoriani e di circa 1000 peruviani. Un elemento di novità rispetto ai dati registrati del 2006, è rappresentato dal grande aumento della presenza di stranieri provenienti da paesi di questa parte di mondo. Da 9 stati siamo passati ai 16 attuali e nonostante questo aumento, 105 sono complessivamente i sudamericani di nazionalità diversa da quelle appena sopra citate. Nel 2006 questi migranti erano complessivamente 101. Ciò sta a significare che la migrazione dei paesi sudamericani si divide in due sostanziali tipologie: Una di tipo stabile, caratterizzata da un costante aumento di tutti gli indici demografici presi in considerazione e l’altra di tipo temporanea, caratterizzata da un alternanza di migranti, in genere donne con i propri figli, che risiedono per un breve tempo al fine di sostenere insieme le proprie necessità e quelle dei loro parenti in patria. Analizzando la composizione delle fasce d’età dei minori, si osserva un certo equilibrio dei dati, così ripartiti: 56 nella fascia 0-3 anni, 26 nella fascia 4-5 anni, 48 nella fascia 6-11 anni, 35 nella fascia 12-14 anni e 57 nella fascia 15-18 anni, formando così un totale di 222 minori, pari al 26,43% di tutti i sudamericani iscritti all’anagrafe vigevanese. Anche sotto questo punto d’analisi, l’etnia ecuadoriana caratterizza fortemente la presenza dei minori nella 16 I 16 paesi facenti parte di questa area geografica sono: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Rep. Dominicana, Ecuador, Rep. El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Paraguay, Perù, Uruguay, Venezuela. 17 Nel 2006 erano presenti 194 unità (81 maschi e 113 femmine), pari al 50,52% del flusso sudamericano in entrata. 18 Nel 2006 erano presenti 89 unità (32 maschi e 57 femmine), pari al 23,18% del flusso sudamericano in entrata. 19 Nel 2006 erano presenti 40 unità. 20 Fonte: n/elaborazioni su dati Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità. Tabella 2.3 a p. 22 del Quinto rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. Pagina | 18 Il volto femminile della migrazione a Vigevano tabella in questione, con i suoi 144 minori pari al 64,86%21. Anche il Perù ha una discreta incidenza con i suoi 44 minori pari al 19,82%22. Per quanto riguarda le altre fasce d’età, come per il mondo esteuropeo, le fasce 20-35 anni (318 unità) e 36-50 anni (245 unità) sono quelle più numericamente rilevanti, soprattutto sono le fasce d’età dove il divario tra femmine e maschi è più ampio (complessivamente con 229 maschi e 334 femmine). Rilevante anche la fascia degl’oltre 50 anni con 8 maschi e 35 femmine. Ecuador e Perù con 188 minori su 222, con una percentuale del 84,68% vanno considerati come popolazioni che hanno avviato un processo migratorio permanente. Gli altri stati considerati in questa tabella, rappresentano una presenza marginale. Il Brasile tra questi è quello più prossimo ad un progetto migratorio stabile con i suoi 106 iscritti all’anagrafe vigevanese. Anche se, a differenza di Ecuador e Perù, registra solo la presenza di 6 minori. Da ultimo, consideriamo il numero medio di persone per famiglia. I dati di Ecuador e Perù sono rispettivamente pari a 3,48 (2,27 nel 2006) e 3,30 (1,65 nel 2006) persone per famiglia. La media dell’area geografica si attesta a 3,22, contro l’1,56 del 2006. Il Brasile si attesta a 2,32 persone. Quanto all’età media, il dato è pari a 28,6 anni (27 anni per i maschi e 29,6 anni per le femmine). 21 22 Nel 2006 erano 62, pari al 69,66% Nel 2006 erano 15, pari al 16,85% Pagina | 19 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Tab. 4 Asia Totale delle presenze anagrafiche 404 Maschi Femmine 187 227 Minori M F T 0-3 anni 17 16 33 4-5 anni 8 4 12 6-11 anni 24 12 36 12-14 anni 14 5 19 15-18 anni 6 10 16 Totale minori 69 47 116 19 anni 2 1 3 20-35 anni 71 66 137 36-50 anni 68 48 116 Oltre 50 anni 17 25 42 Totale adulti 158 140 298 Adulti N° medio per famiglia 3,56 N° di famiglie 113 Età media (anni) 28 Pagina | 20 27,8 27,9 Il volto femminile della migrazione a Vigevano La quarta area geografica presa in esame è quella relativa all’Asia23. Come considerazione iniziale, si precisa che i dati relativi alla Cina sono raccolti nella tabella n° 6. Attualmente i cinesi regolarmente presenti a Vigevano sono 240, 116 femmine e 114 maschi, mentre la presente stimata nella provincia di Pavia è di circa 1000 unità24. Quello asiatico è il flusso straniero meno presente a livello provinciale, tuttavia un’eccezione in termini di progetti migratori è costituita dalle Filippine, che con 192 unità, 98 femmine e 94 maschi (nel 2006 108 unità, 55 femmine e 53 maschi) rappresenta il 47,52% (nel 2006 il 40.60%) del flusso asiatico in entrata. Inoltre occorre segnalare la presenza in aumento della comunità del Bangladesh, che oggi conta 113 unità (27,97%) e quella cingalese con 79 unità (19,55%). Simili a quelle delle Filippine, sono le considerazioni che possono essere fatte per la comunità cinese. Come la comunità cinese, la comunità filippina a livello provinciale non compare tra le etnie più presenti25. Passiamo ad analizzare la composizione delle fasce d’età. In generale, i dati consentono di osservare che i paesi provenienti da questa parte di mondo abbiamo ancora dei progetti migratori temporanei, anche se i dati dello Sri Lanka e del Bangladesh sono notevolmente aumentati rispetto alle rilevazioni del 2006 e questo fa presupporre l’inizio di qualche progetto migratorio più stabile. Più precisamente, i dati relativi ai minori, 116 unità, sono abbastanza omogenei nelle varie classi d’età. Analizzando le fasce d’età che vanno dai 18 ai 50 anni, la fascia d’età 20-35 anni risulta essere la più numerosa con 137 unità. Come sopra descritto, diversa è invece la situazione dei migranti filippini, con 55 minori su 116 asiatici (47,41%) e con 137 maggiorenni su 298 migranti dall’Asia (45,97%). In ultima analisi, il numero medio di persone per famiglia di questi stati è prossimo a 3,56 contro l’1,60 del 2006. Questo dato in forte aumento conferma quanto sostenuto a proposito della maggiore stabilità dei processi migratori di queste nazioni. Il dato delle Filippine è pari a 3,60 persone per famiglia, mentre quello della Cina è di 3,78. 23 I 9 paesi facenti parte di questa area geografica sono: Bangladesh, Cambogia, Cina, Filippine, Nuova Guinea, India, Sud Corea, Tailandia, Vietnam. 24 Fonte: n/elaborazioni su dati Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità. Tabella 2.3 a p. 20 del Quinto rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. 25 Ibidem Pagina | 21 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Tab. 5 Centro-Sud Africa Totale delle presenze anagrafiche 352 Maschi Femmine 169 183 Minori M F T 0-3 anni 14 14 28 4-5 anni 7 8 15 6-11 anni 12 23 35 12-14 anni 3 8 11 15-18 anni 13 8 21 Totale minori 49 61 110 19 anni 2 3 5 20-35 anni 56 73 129 36-50 anni 58 43 101 Oltre 50 anni 4 3 7 Totale adulti 120 122 242 Adulti N° medio per famiglia 3,80 N° di famiglie 93 Età media (anni) 27,3 Pagina | 22 25 26,1 Il volto femminile della migrazione a Vigevano La regione centro-sud africana26 con 352 unità, 169 maschi e 183 femmine, rappresenta la quinta area geografica oggetto di questo elaborato. Degli stati che compongono la tabella in esame, la Costa d’Avorio è lo quello più rappresentato con 232 unità, 109 maschi e 123 femmine, con una percentuale pari al 65,91% di tutto il flusso migratorio in esame.27 Se a livello locale l’aumento delle iscrizioni ivoriane nelle liste anagrafiche vigevanesi è stato forte, qualcosa è mutato è livello provinciale. Il Terzo rapporto sull’immigrazione straniera nella Provincia di Pavia, relativo all’anno 2005, nonché documento cardine della parte demografica della ricerca Conoscere per agire, segnalava una presenza più numerosa di ivoriani con circa 750 ivoriani nella provincia.28 Rispetto al 2004, la popolazione aveva avuto un aumento provinciale del 102,8%29. I nuovi dati registrano la presenza di 590 ivoriani nella Provincia di Pavia. Ne consegue che come per il mondo egiziano, la maggior parte degli ivoriani presente in provincia, risiede a Vigevano (232 registrati a Vigevano su 590). Le stesse considerazioni appena espresse possono valere anche per la popolazione senegalese, che a livello provinciale nel 2005 contava 850 unità, nell’anno 2007 annovera 670 unità30. A livello locale, se nel 2006 l’anagrafe annoverava 30 senegalesi, oggi gli stessi sono 22. Proseguendo l’analisi sulla composizione delle fasce d’età, come per il mondo asiatico, si registra una certa omogeneità di densità tra le fasce dei minori. In ogni caso, tra di essi, la fascia d’età 6-11 con 35 unità risulta quella più rappresentata. In quest’ambito la comunità ivoriana con 88 minori su 110 (80%) dimostra tutto il suo “peso” demografico sulla strutturazione della parte minorile di questo flusso in entrata. Allo stesso modo se osserviamo l’incidenza dei minori sulla totalità, una percentuale del 29,81% e la sola etnia ivoriana conta per il 24,15%, ossia lo 81,01%. 26 I 17 paesi facenti parte di questa area geografica sono: Benin, Burkina Faso, Camerun, Rep. Capo verde, Congo, Costa d’Avorio, Eritrea, Gambia, Ghana, Kenya, Madagascar, Mali, Rep. Mauritius, Nigeria, Senegal, Togo, Uganda. 27 Nel 2006 gli ivoriani erano 167 unità, 79 maschi e 88 femmine, con una percentuale pari al 63,02% di tutto il flusso migratorio africano. 28 Fonte: n/elaborazioni su dati Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità. Tabella 2.3 a p. 20 del Terzo rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. 29 Fonte: n/elaborazioni su dati Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità. Tabella 2.4 a p. 19 del Terzo rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. 30 Fonte: n/elaborazioni su dati Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità. Tabella 2.3 a p. 19 del Quinto rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. Pagina | 23 Il volto femminile della migrazione a Vigevano In ultima analisi, la media del N° medio di persone per famiglia è pari a 3,80, mentre il dato ivoriano è di 4,03 (2,61 nel 2006). Il dato medio di quasi 4 persone per famiglia sta ad indicare che la migrazione di questi paesi avviene “in massa”, probabilmente per le difficili situazioni socio-politiche che molti di questi paesi africani stanno vivendo. L’età media complessiva è pari a 26,1 anni. Pagina | 24 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Tab. 6 Cina Totale delle presenze anagrafiche 240 Maschi Femmine 114 116 Minori M F T 0-3 anni 15 11 26 4-5 anni 10 7 17 6-11 anni 12 12 24 12-14 anni 4 5 9 15-18 anni 7 5 12 Totale minori 48 40 88 19 anni 0 1 1 20-35 anni 40 47 87 36-50 anni 30 22 52 Oltre 50 anni 6 6 12 Totale adulti 76 76 152 Adulti N° medio per famiglia 3,80 N° di famiglie 63 Età media (anni) 24,8 Pagina | 25 25 25,2 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Tab. 7 Unione Europea Totale delle presenze anagrafiche 105 Maschi Femmine 51 54 Minori M F T 0-3 anni 3 2 5 4-5 anni 2 1 3 6-11 anni 2 2 4 12-14 anni 0 1 1 15-18 anni 2 1 3 Totale minori 9 7 16 19 anni 0 0 0 20-35 anni 5 12 17 36-50 anni 25 30 55 Oltre 50 anni 11 6 17 Totale adulti 41 48 89 Adulti N° medio per famiglia 2,94 N° di famiglie 36 Età media (anni) 24,8 Pagina | 26 25 25,2 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Tab. 8 Altro Totale delle presenze anagrafiche 39 Maschi Femmine 18 21 Minori M F T 0-3 anni 2 0 2 4-5 anni 0 1 1 6-11 anni 0 0 0 12-14 anni 1 0 1 15-18 anni 0 0 0 Totale minori 3 1 4 19 anni 0 0 0 20-35 anni 1 2 3 36-50 anni 4 10 14 Oltre 50 anni 10 8 18 Totale adulti 15 20 35 Adulti N° medio per famiglia 2,87 N° di famiglie 13 Età media (anni) 46 Pagina | 27 49,6 47,8 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Capitolo II “INDAGINE SOCIALE” Introduzione Dopo aver analizzato i dati demografici relativi alla città di Vigevano, è possibile ora passare alla descrizione della seconda parte di questa ricerca, ossia all’analisi delle risposte che le donne intervistate hanno dato ai quesiti posti dal questionario di rilevazione sulla condizione migratoria delle donne. Dopo la definizione degli ambiti di rilevazione, la somministrazione del questionario è stata affidata alle seguenti mediatrici dell’Associazione Oltremare: • Fatbardha Gjyli e Hyka Anila (Albania); • Ilham Benyssef, Soumiya Ben Chardoud e Naoui Zahra (Marocco); • Ilham Ibech (Siria); • Tourkhani Hounaida (Tunisia); • Florinela Coca e Flaminzeanu Marilena (Romania); • Jun Jun Zhou (Cina); • Mila Daskalyuk (Ucraina); • Nancy e Zoila Heredia (Ecuador); • Nila Tolentino (Filippine). • Dominique Boli (Costa d’Avorio) le quali, condividendo la lingua madre delle intervistate, hanno facilitato la comprensione dei quesiti da parte delle donne loro connazionali. Durante questa fase della ricerca sono state raggiunte 173 donne provenienti dai seguenti paesi: Pagina | 28 Il volto femminile della migrazione a Vigevano • 45 donne egiziane, 19 donne marocchine, 3 donne tunisine e 2 donne turche per un totale di 69 donne provenienti dall’area M.E.N.A.; • 24 donne albanesi, 17 donne rumene, 8 donne ucraine e 1 donna polacca per un totale di 50 donne provenienti dall’area esteuropea; • 18 donne ecuadoriane, 8 donne peruviane, 3 donne brasiliane e 1 donna boliviana per un totale di 30 donne provenienti dall’area sudamericana; • 8 donne cinesi, 5 donne filippine 10 donne ivoriane e 1 donna cingalese completano il quadro delle interviste effettuate. Le domande del questionario, sono state raggruppate nelle seguenti 7 aree tematiche: • INFORMAZIONI GENERALI; • LINGUE CONOSCIUTE; • SCELTE MIGRATORIE; • CONFRONTO TRA ESPERIENZE DI VITA IN TERRITORI DIVERSI; • DIFFICOLTA’ E RETI DI SUPPORTO; • VALORI; • CONDIZIONE LAVORATIVA. Su ogni area tematica, saranno evidenziate nel loro insieme, le risposte delle donne intervistate ed appartenenti alle aree geografiche sopra considerate. L’intento sarà quello di comprendere per ognuno di questi ambiti le eventuali somiglianze e/o differenze che possono scorrere tra le diverse culture che compongono la migrazione femminile nella città di Vigevano, nonché le eventuali criticità che caratterizzano l’integrazione delle stesse nel tessuto sociale della città. Pagina | 29 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Il questionario: uno strumento di conoscenza Qui di seguito vengono riportate le domande relative a ciascuna area d’indagine e di seguito le sintesi delle relative risposte. 1 - INFORMAZIONI GENERALI VOLONTARI PER E CON Viale Sforza 5 27029 Vigevano PV tel. 339-8105683 Cell. presidente 338/6713540 C.F. 94005660181 QUESTIONARIO DI RILEVAZIONE SULLA CONDIZIONE MIGRATORIA DELLE DONNE INTERVISTATRICE (Nome, Cognome, Nazione e telefono) ____________________________________________________________________ NAZIONALITA’ INTERVISTATA_____________________________________ ANNO DI NASCITA_________________ ETA’________ LUOGO DI NASCITA_______________________________________________ ANNO DI ARRIVO IN ITALIA _________ CITTADINANZA____________ CONDIZIONE GIURIDICO (relativo al soggiorno)________________________ STATO CIVILE______________________________________________________ TITOLO DI STUDIO (perseguito in Italia o all’estero) ________________________ Pagina | 30 Il volto femminile della migrazione a Vigevano M.E.N.A. In questo primo ambito, sono stati raccolti alcuni dati relativi allo stato civile, alla condizione giuridica, all’età, all’anno di arrivo in Italia e al titolo di studio delle donne intervistate. Delle 69 donne intervistate, di nazionalità egiziana, marocchina, tunisina e turca, solo 4 non sono sposate e tra queste 1 è immigrata per motivi di studio. Questo dato ci consente di comprendere che la modalità più frequente con la quale queste donne sono arrivate a Vigevano è il ricongiungimento famigliare. A due domande specifiche sulle altre esperienze migratorie all’estero e/o in Italia, contenute nel gruppo “Scelta migratoria” del questionario, le risposte dicono che la città di Vigevano è stata la meta principale dei progetti migratori delle nazioni sopra citate, dando un’ulteriore conferma del grado di stabilità degli stessi. Se consideriamo l’età, si osserva che le donne egiziane intervistate sono in età compresa tra i 18 e i 43 anni, mentre quelle marocchine sono tra i 21 e 57 anni. Prendendo in considerazione l’anno di arrivo in Italia, le intervistate provenienti dal nord africa sono immigrate tra il 1993 ed il 2008. In particolar un terzo delle donne egiziane sono giunte a Vigevano prima dell’anno 2000. Quanto alle marocchine, due terzi della loro migrazione a Vigevano è avvenuta dopo il 2000. Questi dati diventano ancora più significativi se confrontati con il titolo di studio acquisito in patria. Di queste 69 donne, 22 nel loro paese hanno conseguito la laurea, 30 il diploma, 10 hanno completato la scuola dell’obbligo, 4 hanno completato le elementari e in 3 casi il dato è stato omesso. Tendenzialmente, ad un maggiore grado di scolarizzazione, corrisponde una migrazione più recente. Oltre a ciò, come sarà meglio evidenziato successivamente, le donne laureate sono più propense a cercar lavoro per sostenere economicamente la famiglia. In ultima analisi occorre evidenziare che 3 di queste donne hanno ottenuto la cittadinanza italiana e altre 4 la carta di soggiorno. Pagina | 31 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Est Europa Procedendo con l’analisi delle risposte date dalle 50 donne provenienti dall’Albania, dalla Romania, dall’Ucraina e dalla Polonia, si osserva che 36 sono sposate, 10 sono nubili, 3 sono divorziate ed 1 è vedova. Le donne albanesi intervistate, 24, sono in età compresa da 22 a 53 anni, le donne rumene, 17, tra i 27 ed i 37 anni e quelle ucraine tra i 17 ed i 49 anni. La donna polacca ha 28 anni. Analizzando l’anno di arrivo in Italia, si osserva che la migrazione delle donne albanesi è precedente rispetto a quelle delle altre donne provenienti dall’Est Europa. Infatti esse sono migrate in Italia tra il 1992 ed il 2007 e 18 donne su 24 tra il 1995 ed il 2000. Quanto alle donne rumene, la loro migrazione è avvenuta tra il 2003 ed il 2007, mentre per le donne ucraine, esse sono giunte in Italia tra il 1999 ed il 2008. Quanto al grado di scolarizzazione, tra le 24 donne albanesi 11 di esse hanno frequentato le scuole medie, 10 sono in possesso di un diploma, 2 sono in possesso di una laurea ed in un caso il dato è stato omesso. Quanto alle donne 8 ucraine, solo una è in possesso di laurea, 1 è in possesso di un diploma, 1 ha frequentato le scuole medie e negl’altri 5 casi il dato è stato omesso. Tra le 17 donne rumene, abbiamo 5 donne laureate, 8 donne in possesso di diploma, 2 donna hanno frequentato le scuole medie, 1 dichiara di aver frequentato la 10° classe ed in un caso il dato è stato omesso. La donna polacca ha conseguito una laurea in Polonia ed un Master in Italia. In ultima analisi, va segnalato che tra le 24 donne albanesi, 12 di esse sono in possesso della carta di soggiorno e due sono cittadine italiane. Tutte le altre donne hanno il permesso di soggiorno. Quanto alle donne rumene, 4 donna possiede la carta di soggiorno, mentre le altre 13 hanno un permesso di soggiorno. Infine tutte le donne ucraine hanno il permesso di soggiorno, così come la donna polacca. Pagina | 32 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Sud America Passando ad analizzare le risposte delle 30 donne provenienti dall’Ecuador, dal Perù, dal Brasile e dalla Bolivia, risulta che 17 sono sposate e che le altre 13 sono nubili. Le donne ecuadoriane intervistate, 17, sono in età compresa tra i 22 ed i 56 anni. Quanto alle donne peruviane, 8, 2 sole di esse sono sposate. Infine le 3 donne brasiliane e la donna boliviana chiudono il quadro di questa prima analisi, anch’esse tutte sposate. Considerando l’anno di arrivo in Italia, è possibile riscontrare che le intervistate ecuadoriane sono giunte in Italia tra il 1999 ed il 2007, quelle peruviane tra il 1998 ed il 2006 ed infine le 3 donne brasiliane hanno avuto una migrazione precedente rispetto a quella delle altre donne intervistate, essendo in Italia dal 1995, 1998 e 1999. La donna Boliviana è giunta nel 2004. Passando al grado di scolarizzazione, tra le 30 donne intervistate nessuna di esse possiede una laurea, ma 17 possiedono un diploma di scuola superiore, alcune di esse come infermiera. Quanto alle altre 13 donne, 8 di esse hanno frequentato la scuola dell’obbligo e 4 le scuole elementari. Solamente in un caso la riposta è stata omessa. In ultima analisi occorre segnalare che tra le 30 donne interviste 1 di esse ha ottenuto la cittadinanza italiana e altre 4 hanno la carta di soggiorno. Asia Procedendo con l’analisi delle risposte date dalle 8 donne provenienti dalla Cina e dalle 5 donne provenienti delle Filippine, si osserva che 4 donne filippine sono sposate e una è rimasta vedova. Quanto alle donne cinesi, 4 di loro sono sposate, 2 sono nubili e 2 sono separate. Le donne cinesi intervistate, sono in età compresa da 28 a 51 anni, mentre le donne filippine sono tra i 36 ed i 58 anni. La donna cingalese non ha dichiarato la sua età. Analizzando l’anno di arrivo in Italia, si osserva che la migrazione delle donne cinesi in Italia è compresa tra il 1991 ed il 2006, mentre le donne filippine sono giunte tra il 1981 ed il 2001. La donna cingalese è giunta in Italia nel 1995 Pagina | 33 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Quanto al grado di scolarizzazione, tra le 8 donne cinesi 3 di esse hanno frequentato le scuole medie, 2 sono in possesso di un diploma e le altre 3 hanno frequentato le scuole elementari. Quanto alle 5 donne filippine, 2 sono laureate e 3 sono diplomate. La donna cingalese possiede la terza media. In ultima analisi, va segnalato che tra le 8 donne cinesi, 3 di esse sono in possesso della carta di soggiorno e tutte le altre donne hanno il permesso di soggiorno. Quanto alle donne filippine, 2 donne sono in possesso della carta di soggiorno, mentre le altre 3 hanno un permesso di soggiorno. Infine la donna cingalese possiede la carta di soggiorno. Centro - sud Africa Procedendo con l’analisi delle risposte date dalle 11 donne provenienti dalla Costa d’Avorio, si osserva che 4 sono sposate, 6 sono nubili ed in un caso il dato è stato omesso. Le donne ivoriane intervistate, sono in età compresa da 28 a 63 anni. Analizzando l’anno di arrivo in Italia, si osserva che la migrazione delle donne ivoriane nella stessa è compresa tra il 1995 ed il 2007 Quanto al grado di scolarizzazione, tra le 11 donne intervistate, 2 di esse possiedono una laurea, 1 è in possesso di un diploma, 7 hanno frequentato le scuole medie ed in un caso il dato è stato omesso. In ultima analisi, va segnalato che tra le ivoriane intervistate , 5 di esse sono in possesso della carta di soggiorno, mentre tutte le altre hanno il permesso di soggiorno. Pagina | 34 Il volto femminile della migrazione a Vigevano 2 - LINGUE CONOSCIUTE 1)____________________________ 2)_________________________ 3)___________________________ 4)_________________________ Per la conoscenza della lingua italiana, in una scala da 1 a 5, quale pensa che sia il suo livello? ITALIANO ORALE 1 2 3 4 5 ITALIANO SCRITTO 1 2 3 4 5 1) E’ complessivamente soddisfatta del suo grado di conoscenza della lingua italiana? Sì NO 2) Ritiene che un approfondimento linguistico sarebbe necessario? Sì NO 3) Per quale motivo? _______________________________________________________________ 4) Ha già frequentato corsi di lingua italiana? Pagina | 35 Sì NO Il volto femminile della migrazione a Vigevano M.E.N.A. Una delle necessità maggiormente messe in evidenza dalle donne intervistate è quella relativa all’apprendimento della lingua italiana. Le 69 intervistate provenienti dall’area del M.E.N.A. conoscono oltre alla lingua araba, declinata in più dialetti, anche la lingua francese, in un terzo dei casi anche la lingua inglese31 e le donne turche anche il curdo. Rilevato ciò, la prima domanda di questa area del questionario richiede che l’intervistata valuti da 1 a 5, con 3 come livello sufficiente, le proprie competenze sia di italiano scritto, sia di orale. Nel suo insieme questo dato registra un grado di competenza pari 2,8 per l’italiano orale e 2,3 per la conoscenza di quello scritto.32 Alla domanda n° 2, in 45 casi su 69 la risposta è stata negativa, mentre alla n° 3, quasi la totalità delle riposte è stata positiva, segno questo di un desiderio di miglioramento delle proprie competenze, anche da parte di donne laureate che hanno acquisito una buona conoscenza del mezzo linguistico. Occorre comunque segnalare che sono stati riscontrati alcuni casi di donne che nonostante la conoscenza dell’italiano fosse nulla, non avvertono necessità di apprendimento perché casalinghe che svolgono solo quest’attività e non hanno contatti con l’esterno. Tra le motivazioni che giustificano un continuo apprendimento linguistico, si evidenzia la necessità di poter comunicare con gli italiani senza difficoltà, una maggiore autonomia personale, la ricerca di un lavoro ed il sostegno dei propri figli nello studio. Infine alla quarta ed ultima domanda di questa area tematica, relativa a precedenti frequentazioni di corsi di italiano, le risposte in 52 casi su 69 sono state negative. Questa evidente frattura tra il bisogno evidenziato e la inadeguata risposta allo stesso, sottolinea la necessità di 31 Occorre segnalare che delle 22 donne laureate, 4 lo sono in lingue straniere. Ritengo questo un segnale importante di apertura verso il mondo occidentale, oltre che verso il mondo del lavoro. 32 In molti casi negativi la risposta segnata è stata di “zero” in entrambe le competenze. Ciò può evidenziare sia il disagio, che il bisogno di apprendimento. Pagina | 36 Il volto femminile della migrazione a Vigevano intensificare la pubblicizzazione delle offerte esistenti e la ricerca di nuove vie di alfabetizzazione, particolarmente indirizzate a donne con famiglia. Est Europa Analizzando i dati relativi alle competenze linguistiche delle donne intervistate, provenienti dall’area esteuropea, i dati relativi alle richieste di attribuzione di un punteggio sulle competenze acquisite nell’italiano orale e scritto, sono assai diversi tra loro. Nel loro insieme, per le donne albanesi si riscontra un livello medio di 4,3 per l’italiano orale e 3,8 per quello scritto. Quanto alle donne ucraine, si riscontra un valore medio di 3,9 per l’italiano orale, ma 2,4 per le competenze di quello scritto. Infine le donne rumene solo quelle ad avere le competenze più scarse del mezzo linguistico italiano, con un valore medio di 2,2 nell’orale e 1,4 nello scritto. Le risposte relative alla domanda n° 1 hanno evidenziato che 12 donne rumene su 17 sono insoddisfatte del loro grado di conoscenza della lingua italiana, che tutte e 17 vorrebbero poter migliorare la conoscenza del mezzo linguistico (domanda n° 2) al fine di poter soddisfare il bisogno di comunicare con i vigevanesi, di poter aiutare i propri figli a scuola e di poter cercare impieghi migliori (domanda n° 3). Solo una donna rumena ha precedentemente seguito un corso di italiano per stranieri (domanda n° 4). Diversa è la situazione delle donne ucraine ed albanesi. 5 donne ucraine su 8 sono soddisfatte della competenza raggiunta nella conoscenza della lingua italiana, ma ciò nonostante, esse avvertono la necessità di approfondire ulteriormente le loro conoscenze linguistiche. Occorre segnalare che in 3 casi su 8, gli impegni lavorativi attualmente non consentono di poter aderire alle offerte formative presenti nella città di Vigevano33. In 2 casi, nonostante la conoscenza della lingua non sia stata ritenuta adeguata, esse non hanno manifestato la volontà di approfondirla, in quanto non intendono soggiornare ancora a lungo in Italia. Quanto alle altre 6 donne, esse hanno dichiarato le stesse motivazione delle donne 33 Ritengo che ciò sia un ulteriore invito a ricercare nuove vie di alfabetizzazione per donne lavoratrici e con famiglia. Pagina | 37 Il volto femminile della migrazione a Vigevano rumene nel voler approfondire la conoscenza della lingua italiana. Solo una donna su 8 ha frequentato precedentemente corsi di italiano per stranieri. Quanto alle donne albanesi, nonostante abbiano dichiarato un elevato grado di soddisfazione nella conoscenza della lingua italiana, in 16 casi su 24, desiderano ulteriormente approfondire le loro competenze linguistiche34. Una prima spiegazione è data dal fatto che in 14 casi su 24, queste donne hanno imparato la lingua italiana frequentando i corsi di italiano per stranieri, facilitando così il loro inserimento sociale e comprendendo a pieno l’importanza della conoscenza del mezzo linguistico. Una seconda è data dalla loro migrazione, precedente rispetto ad altre donne provenienti da altre nazioni. Anche in questo caso si registrano le stesse motivazioni sopra citate nell’approfondire lo strumento linguistico. Sud America Prendendo in considerazione i dati relativi alle competenze linguistiche delle donne sudamericane intervistate, si riscontra un livello medio pari a 3,7 nell’italiano orale, mentre lo scritto è pari a 2,9. Sebbene il livello di competenza sia stato giudicato complessivamente più che sufficiente, la domanda n° 1 registra 22 volte su 30 insoddisfazione nella conoscenza del proprio strumento linguistico. Quanto alla domanda n° 2, tutte le donne desiderano approfondire le proprie competenze linguistiche, al fine (domanda n° 3) di soddisfare meglio il bisogno di comunicare con gli italiani, per trovare con più facilità lavoro e per sostenere i propri figli nei percorsi scolastici. Infine alla domanda n° 4, solo 5 donne su 30 dichiarano di aver frequentato corsi di italiano per stranieri. Asia Prendendo in considerazione i dati relativi alle competenze linguistiche delle donne cinesi e filippine intervistate, per le prime si riscontra un livello medio pari a 3,1 nell’italiano 34 Una donna lo ha frequentato in Albania. Pagina | 38 Il volto femminile della migrazione a Vigevano orale e di 1,2 nello scritto. Quanto alle donne filippine, i valori medi sono di 2,8 sia per l’italiano orale, sia per quello scritto. Quanto alle risposte relative alla domanda n° 1, si registra che 6 cinesi su 8 sono insoddisfatte della conoscenza del proprio strumento linguistico e che le stesse vogliono approfondire le loro conoscenze della lingua italiana (domanda n° 2). Anche le 5 donne filippine intervistate dichiarano di non essere soddisfatte delle loro competenze della lingua italiana e che tutte loro desiderano approfondire lo strumento linguistico. Le motivazioni che le donne cinesi hanno dichiarato nel voler approfondire l’italiano (domanda n° 3) sono di soddisfare meglio il bisogno di comunicare con gli italiani e per trovare con più facilità lavoro. Le stesse motivazioni sono state espresse anche dalle donne filippine. Infine alla domanda n° 4, la metà delle donne cinesi ha frequentato precedentemente un corso di italiano per stranieri, mentre nessuna donna filippina ha precedentemente frequentato corsi di italiano per stranieri. Centro - sud Africa Analizzando i dati relativi alle competenze linguistiche delle donne ivoriane intervistate, si riscontra un livello medio pari a 2,8 nell’italiano orale, mentre lo scritto è pari a 2,5. Le risposte alla domanda n° 1 evidenziano che solo 4 donne su 11 sono soddisfatte della conoscenza della lingua italiana. Le risposte alla domanda n° 2 evidenziano che tutte le donne desiderano approfondire le proprie competenze linguistiche, al fine (domanda n° 3) di soddisfare meglio il bisogno di comunicare con gli italiani, per trovare con più facilità lavoro e per sostenere i propri figli nei percorsi scolastici. Infine alla domanda n° 4, 8 donne su 11 dichiarano di aver frequentato corsi di italiano per stranieri. Pagina | 39 Il volto femminile della migrazione a Vigevano 3 - SCELTA MIGRATORIA 1) Per quale motivo ha scelto l’Italia come paese dove migrare? __________________________________________________________________ 2) E’ venuta in Italia per sua scelta o per raggiungere la famiglia? __________________________________________________________________ 3) In quali altri nazioni ha soggiornato? __________________________________________________________________ 4) In quali altre città d’Italia ha vissuto? __________________________________________________________________ 5) E’soddisfatta o delusa di vivere in Italia (perché)? __________________________________________________________________ M.E.N.A. Questa è la terza area tematica del questionario oggetto di quest’analisi. Composta da 5 domande, mette in evidenza sostanzialmente 2 punti. Il primo di questi è la motivazione che ha spinto le intervistate ha migrare a Vigevano, principalmente dettata dalla necessità di ricongiungersi con il marito e quindi di ricomporre una famiglia.35 Occorre evidenziare che per un terzo delle risposte date dalle 69 intervistate, non si è potuto parlare di scelta migratoria, come esplicitato dalle riposte allo specifico quesito. Queste riposte consentono di evidenziare i due principali tipi di bisogno che un progetto migratorio intende soddisfare. Da una parte la ricerca di una migliore condizione economica e 35 In alcuni casi questo ricongiungimento è avvenuto dopo 10 anni di migrazione dal proprio marito. Pagina | 40 Il volto femminile della migrazione a Vigevano dall’altra il bisogno di ricomporre la famiglia, soprattutto di ricomporre quegli affetti su cui poggia non solo la struttura delle famiglie, ma anche l’equilibrio delle società medio orientali, equilibrio fondato sulla solidarietà del sangue e sul tessuto parentale.36 Il secondo punto è quello relativo alla domanda inerente al grado di soddisfazione delle scelte migratorie effettuate. In generale la risposta è positiva ed in particolar modo è la ritrovata unione di famiglie ad essere il motivo fondante del positivo risultato del progetto migratorio. Oltre a ciò, è stato riscontrato un maggiore benessere economico ed un migliore funzionamento dei servizi al cittadino rispetto al proprio paese d’origine. Est Europa Quest’area tematica è composta da 5 domande. Alla domanda n° 1, nel loro complesso le donne intervistate hanno dichiarato di essere giunte in Italia per ricongiungersi al proprio marito, per trovare lavoro, per avere una qualità della vita migliore e perché a Vigevano vivevano già parenti ed amici. In molti casi, donne le albanesi hanno dichiarato che la scelta di migrare a Vigevano o in Italia è stata compiuta dai loro mariti. Alla domanda n° 2, la metà delle donne intervistate ha dichiarato di aver seguito il proprio marito e la propria famiglia (principalmente donne albanesi) mentre l’altra metà una scelto autonomamente di migrare in Italia. Le risposte alle domande n° 3 e 4 hanno dimostrato che come per il mondo nordafricano, Vigevano è metà principale di migrazioni di donne esteuropee ed in particolar modo di donne albanesi. Solo 3 casi su 12 hanno scritto di essere migrati in altri nazioni (Spagna e Francia)37 e solo 4 casi su 12 hanno sostenuto di essere state in altre città d’Italia, come Matera, Pavia, in Provincia di Varese, Milano ed altre città dell’hinterland milanese. In ultima analisi, le risposte alla domanda n° 5 hanno evidenziato la soddisfazione di molte donne albanesi nel vivere a Vigevano, in quanto sono riuscire a realizzare i loro obiettivi. Anche il grado di soddisfazione delle donne ucraine e rumene è alto ed in particolar modo si 36 Per approfondire l’argomento, si consiglia la lettura del testo di U. Fabietti, Culture in bilico, Milano, Mondadori, 2002 - cap. IV Nel caleidoscopio “tribale”, pp. 84-86 37 Da rivelare che delle 24 donne albanesi intervistate, nessuna ha mai soggiornato in altre nazioni prima di giungere in Italia. Pagina | 41 Il volto femminile della migrazione a Vigevano sono verificati alcuni episodi dove la soddisfazione del proprio progetto migratorio nasce dall’aver ricevuto le cure adeguate alle proprie malattie o per i propri infortuni, cure che non si sono rilevate tali nei rispettivi paesi d’origine. Sud America Quest’area tematica consente di evidenziare i fattori che determinano l’evolversi di un processo migratorio. Alla domanda n° 1, relativa alle motivazioni della scelta dell’Italia quale paese dove migrare, le riposte hanno evidenziato la ricerca di un paese dalle maggiori possibilità economiche, dove la rete parentale e/o amicale potesse facilitare l’inserimento sociale nella città di Vigevano. In 9 casi su 30 è stata evidenziata la maggiore facilità nel migrare verso l’Italia per turismo. Inoltre in alcuni casi le risposte evidenziano progetti migratori verso l’Italia, dove i propri parenti necessitano di aiuto o di sostegno nella cura di minori38. Infine nel caso di una ragazza, la sua migrazione a Vigevano è stata imposta dai suoi genitori. Le risposte relative alla domanda n° 2 sono una conferma di quanto riportato precedentemente. Su 30 donne intervistate, 6 hanno riposto che è stata una scelta propria, 12 sono migrate a Vigevano per dare aiuto ai propri figli o parenti e le altre 12 intervistate si sono ricongiunte ai propri mariti. La terza e la quarta domanda evidenziano anche in questo caso come l’Italia ed in particolar modo Vigevano siano mete di arrivo per migranti dal Sudamerica. Tra le 8 donne peruviane, nessuna di esse è stata in altri paesi e solo 3 donne hanno vissuto a Milano e a Novara. Le donne ecuadoriane, invece, hanno migrato prima in Spagna (un solo caso), in 5 casi sono giunti direttamente a Vigevano e le altre donne hanno dichiarato di essere state negli Stati Uniti d’America. Da segnalare infine un caso di donna brasiliana che prima di giungere in Italia, a Milano prima e Vigevano poi, ha vissuto in Germania, Inghilterra, Israele ed Spagna. 38 Questo è il caso più conosciuto negli studi delle migrazioni sudamericane. Molte ragazze-madri sono raggiunte dalle rispettive madri o zie, le quali si prendono cura dei loro figli, consentendo ad esse di poter lavorare. Pagina | 42 Il volto femminile della migrazione a Vigevano L’ultima domanda, relativa alla soddisfazione o meno nel vivere in Italia, ha avuto molteplici risposte positive e non. Nel caso delle donne ecuadoriane, le riposte hanno mostrato più insoddisfazione; le motivazioni sono da attribuirsi alla lontananza dei parenti, alle diversità di abitudini, che in alcune riposte hanno evidenziato il desiderio di far ritorno al proprio paese39 e in alcuni casi sono stati manifestati esempi di intolleranza nei loro confronti. Sono presenti anche donne soddisfatte dell’aver deciso di vivere a Vigevano e manifestano una generale realizzazione dei loro obiettivi. Quanto alle altre donne intervistate, le riposte mostrano soddisfazione per le scelte migratorie fatte. Alcune di esse si sono sposate, altre sono riuscite ad adattarsi alle abitudini vigevanesi, altre ancora manifestano soddisfazione perché ora lavorano e sono più autonome. Asia Dalle risposte relative alla prima domanda, non emerge nella quasi totalità delle donne cinesi un motivo preciso per il quale si è scelto di migrare in Italia. Se in 3 casi è avvento un ricongiungimento famigliare, negl’altri 5 la scelta è avvenuta per casualità, per aver deciso di seguire amici o conoscenti prossimi alla partenza. Quanto alle donne filippine, le principali motivazioni per le quali queste donne sono giunte in Italia sono relative ai ricongiungimenti famigliari e alla rete sociale costituita dai filippini presenti a Vigevano, che accoglie e sostiene le proprie connazionali. Le risposte alla seconda domanda, fanno emergere che la scelta di venire in Italia, sia per le donne cinesi, che per le donne filippine è stata prevalentemente autonoma. Nella terza e quarta domanda, il senso di precarietà dovuto alla mancanza di un progetto migratorio concreto è emerso con forza. Molte donne cinesi hanno soggiornato in diverse città italiane prima di giungere a Vigevano. Milano, Genova, Venezia, Piacenza, Brescia, Como, Torino etc. sono state le principali mete precedenti. Le nazioni dove hanno precedentemente 39 In questa occasione vorrei portare un esempio personale. Per due anni ho fatto sostegno ad una ragazza ecuadoriana che appena giunta in Italia e spesso mi parlava di come fosse nostalgica del suo paese e di come la città di Vigevano e la sua piazza, fossero esteticamente tanto belle, ma allo stesso tempo così diverse, disorientanti. Ricordo il timore con cui entrava nel distaccamento della sua scuola. Osservava l’edificio e le classi con molta attenzione. Anche la “mancanza” di vegetazione e la “comida” erano motivo di disagio e di non identificazione dei luoghi. Pagina | 43 Il volto femminile della migrazione a Vigevano soggiornato sono state la Russia, l’Albania e la Spagna40. Quanto alle donne filippine, la migrazione in Vigevano è avvenuta direttamente. Solo una donna prima di giungere a Vigevano ha soggiornato a Taiwan e a Milano. In ultima analisi (domanda n° 5), il grado di soddisfazione nel vivere in Italia è abbastanza alto. Dalle risposte a queste domande emerge che per le donne cinesi, la povertà e la fame dono state motivo di migrazioni verso l’occidente, mentre le donne filippine intervistate hanno evidenziato un grado molto elevato di soddisfazione, dichiarando che si sentono integrate nel territorio vigevanese. Centro - sud Africa Le risposte relative alla prima domanda fanno emergere due principali motivi per i quali le donne ivoriane hanno intrapreso un lungo percorso migratorio. Il primo motivo è relativo alle opportunità di studio e di lavoro, mentre il secondo motivo è relativo al ricongiungimento famigliare. Analogamente, dalle risposte alla seconda domanda si evince la scelta autonoma di migrare per le donne che sono andate in cerca di opportunità di studio e di lavoro, mentre nei casi di ricongiungimenti famigliari, la famiglia è stata la motivazione che ha mosso la migrazione verso l’Italia. Anche dalle risposte alla terza domanda è possibile evidenziare quanto appena detto precedentemente. Le donne ivoriane, prima di giungere in Italia, sono migrate principalmente in Francia, in Belgio e in Inghilterra, nazioni dove la migrazione africana ed in particolar modo ivoriana ha una lunga storia. Anche le risposte alla quarta domanda, relativa alla città italiane dove si è vissuto precedentemente, hanno evidenziato le città di Milano, Brescia e Cremona come le principali città dove si è migrato prima di giungere a Vigevano. 40 Emblematica è stata la risposta di una donna cinese che ha dichiarato di esserci fermata in Italia solo perché nessuno le ha dato aiuto nel preparare i documenti per andare in Spagna. Pagina | 44 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Quanto alla quinta domanda, la soddisfazione nel vivere in Italia è solo parziale. Molte donne hanno manifestato sofferenza per la mancanza di lavoro e per la retribuzione dello stesso. 4 - CONFRONTO FRA ESPERIENZE DI VITA IN TERRITORI DIVERSI41 1) Quali cose positive e negative ha scoperto vivendo in Italia? __________________________________________________________________ 2) Quali cose faceva nel suo paese d’origine che fa anche qua? __________________________________________________________________ 3) Quali aspetti della vita del suo Paese le mancano di più in quanto donna, madre e moglie? __________________________________________________________________ 4) Quali aspetti del vivere in Italia come figlia, moglie e madre le piacciono di più? __________________________________________________________________ M.E.N.A. Composta da 4 domande, l’analisi di quest’area tematica consente di approfondire l’esperienza migratoria delle donne intervistate. La prima domanda chiedeva vi evidenziare gli aspetti positivi e negativi riscontrati nel vivere in Italia. Gli aspetti positivi riscontati sono principalmente relativi alle libertà personali. La maggiore libertà di circolazione, unita ad una maggiore disponibilità di passare il tempo libero con il proprio marito, una maggiore pulizia ed ordine ed una maggiore accessibilità al mondo del lavoro, sono state le risposte maggiormente evidenziate.42 Tra gli 41 42 Occorre qui ricordare che la compilazione di questa parte di intervista era facoltativa. In alcuni casi è stata apprezzata la grande eleganza nel vestire delle donne italiane. Pagina | 45 Il volto femminile della migrazione a Vigevano aspetti negativi, nella quasi totalità delle riposte è stati evidenziati momenti di diffidenza, di pregiudizio, di razzismo e di difficoltà nei rapporti per la mancanza di conoscenza della lingua italiana ed una generale difficoltà di adattamento alle diverse usanze. La seconda domanda chiedeva quali attività che venivano svolte nel proprio paese di origine, sono svolte anche in Italia. L’attività maggiormente svolta da queste donne nel loro paese è quella domestica, unità alla crescita dei loro figli. Solamente in 9 casi sono state segnalate attività lavorative, ed 1 in particolare oggi svolge a Vigevano la stessa attività di sarta che svolgeva in Marocco.43 La terza e quarta domanda riguardavano gli aspetti di vita che come donna, madre e moglie mancano di più del proprio paese e quelli invece che riscontra positivamente in Italia. Le risposte a queste ultime due domande sono state in alcuni casi omesse ma in generale si può osservare che: • Come donna, la mancanza dei festeggiamenti delle proprie tradizioni con i parenti e ciò che più manca, evidenziando ancora una volte il grande disagio dovuto alla lontananza dai parenti sopra citato; • Come madre, accompagnare i figli alle scuole arabe e non poter seguire al meglio l’istruzione dei propri figli come nel paese d’origine; • Come Moglie, oltre a recare visita ai parenti nel tempo libero, non è stato riscontrato nessuna particolar mancanza, sintomo che la ritrovata unione costituisce motivo di serenità. Est Europa Quest’area tematica è composta da 4 aree domande ed in molti casi in alcune domande le riposte sono state omesse. 43 Mi sembra interessante segnalare che in nessun caso si è evidenziata l’attività dello studio come attività lavorativa, sebbene molte delle donne intervistate abbiate conseguito laurea in settori economici o giuridici. Pagina | 46 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Le riposte alla domanda n° 1 hanno evidenziato difficoltà nel trovare lavoro, paura per la propria incolumità per via di furti ed omicidi44, troppa burocrazia e tanta diffidenza nei confronti degli stranieri. Le risposte hanno anche mostrato elementi positivi quali aver conosciuto molte persone disponibili al dialogo ed in alcuni casi è stato evidenziato il desiderio di non pensare alle cose negative ma solo a quelle positive, senza dare altra spiegazione. Quanto alla domanda n° 2, sono state raccolte poche risposte. Dai dati si è evidenziato che molte donne, albanesi soprattutto, in patria studiavano, mentre tra le principali professioni svolte nei paesi d’origine si riscontra la professione di direttore artistico in un coro, d’imbianchina, d’operaia, di commerciante, d’insegnante e d’infermiera (in questo caso la professione viene svolta anche in Italia) In qualche caso è stato dichiarato: “tutto o niente” . Alla domanda n° 3, le risposte evidenziano principalmente mancanze di tipo affettivo, che avvolgono la donna in quanto tale, in quanto madre ed in quanto moglie, come la mancanza della propria famiglia per quasi tutte le donne esteuropee intervistate che hanno scelto autonomamente di migrare, oppure il senso di reciproco sostegno che era presente nei luoghi nativi. In particolare, le donne ucraine hanno evidenziato mancanza di senso di amicizia tra le conoscenze fatte ed in alcuni casi la mancanza di tranquillità. Infine, le risposte delle donne intervistate alla domanda n° 4 hanno evidenziato in molti casi un profondo senso di soddisfazione nel vedere i propri figli crescere ed andare a scuola. Oltre a ciò emerge la soddisfazione di essere utile, sopratutto economicamente, alla famiglia e di aver ricongiunto la famiglia dopo anni di distacco. Sud America Composta da 4 domande, 3 delle donne intervistate hanno deciso di omettere le riposte. Alla prima domanda, relativa agli aspetti positivi e negativi del vivere a Vigevano, le risposte mostrano una maggiore libertà di espressione, più sostegno alle famiglie da parte degli enti locali, maggiore possibilità di trovare un’occupazione e tanta accoglienza da parte dei cittadini 44 Questo dato è interessante perché esso consente di evidenziare quale sia il grado di percezione di determinate problematiche sociali, oggetto di cronaca nei telegiornali e nella carta stampata. Pagina | 47 Il volto femminile della migrazione a Vigevano vigevanesi. Allo stesso modo, sono stati evidenziati momenti di intolleranza nei loro confronti, un’educazione dei figli molto permissiva, leggi troppo severe in materia di immigrazione, e la mancanza di valori religiosi, soprattutto nei giovani. Quanto alle attività svolte nel proprio paese d’origine, le riposte evidenziano una concezione dello studio diversa rispetto alle donne nordafricane. Se per queste donne, soprattutto le laureate, l’attività dello studio non è quasi mai stata intesa come attività lavorativa, per le donne sudamericane intervistate è esattamente il contrario. Sebbene non ci siano tra di esse donne laureate, molte riposte hanno sottolineato un’attività di studio nel loro paese ed una messa in atto della stessa dopo essere giunti in Italia. Sono questi i casi delle donne che svolgono attività di sostegno e di cura alle persone, come infermiere, O.S.S., badanti etc. Venendo agli aspetti di vita che come donna, madre e moglie mancano di più nel vivere in Italia, molte risposte hanno evidenziato un altro degli aspetti della migrazione Sudamerica, ossia quello delle famiglie divise. Spesso come madri hanno evidenziato sofferenza nell’avere lasciato i propri figli nel paese d’origine, sebbene altri figli più grandi vivano con loro a Vigevano. Tra gli altri motivi di disagio, si leggano la minore libertà per sé stesse, minore tranquillità, maggiore stress ed ancora una volta grande differenza nelle abitudini. Infine, tra gli aspetti di vita positivi del vivere in Italia, si riscontra un benessere economico maggiore, la possibilità di godere e di condividere le giornate con i propri figli, anche sposati e anche di poter continuare a vivere con i propri mariti. Asia Come prima analisi, occorre evidenziare che molte donne cinesi hanno omesso le risposte di quest’area del questionario. Quanto alle donne filippine, le loro risposte alla prima domanda evidenziano tra gli aspetti positivi quelli di essere ritornati a vivere tutti insieme come nelle filippine, di avere un lavoro che consente di avere una qualità di vita migliore e di poter aiutare i propri famigliare in patria. Pagina | 48 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Alla seconda domanda, le donne filippine non hanno dato nessuna risposta, mentre le risposte relative alla terza domanda mostrano sofferenza per non poter svolgere più le attività che in patria svolgevano con i propri parenti. Alla quarta domanda, le risposte in generale evidenziano un grado di libertà pari a quello avuto nel loro paese di origine. Le donne intervistate hanno anche dichiarato di essere sempre disponibili a sostenere i propri connazionali durante le situazioni di difficoltà. Centro - sud Africa Le risposte relative agli elementi positivi nel vivere in Italia sono il miglior sistema scolastico, sanitario e l’emancipazione della donna. Quanto agli elementi negativi, sono emersi il razzismo ed i tempi per avere e rinnovare il permesso di soggiorno. Alla seconda domanda, le donne intervistate hanno quasi all’unanimità dichiarato che non svolgono nessuna attività in Italia che svolgevano in costa d’Avorio. Alla terza domanda, le donne intervistate dichiarano che la famiglia e gli amici sono ciò che manca di più nella quotidianità. Alla quarta domanda, molte risposte sono state omesse. 5 - DIFFICOLTA’ E RETI DI SUPPORTO 1) Quali sono le difficoltà che la sua famiglia ha dovuto affrontare all’inizio di questa esperienza migratoria? __________________________________________________________________ 2) E quali difficoltà come donna? __________________________________________________________________ Pagina | 49 Il volto femminile della migrazione a Vigevano 3) Nelle situazioni problematiche, si è rivolta a strutture pubbliche? Sì NO 4) Se Sì, a quali? __________________________________________________________________ 5) Quali sono i problemi, le gioie, le sofferenze che incontrate nella migrazione e nel ricongiungimento famigliare? __________________________________________________________________ 6) Trovandosi in una situazione di difficoltà a chi si rivolge nella sua famiglia? __________________________________________________________________ 7) Sente di poter contare sull’aiuto di altre persone? __________________________________________________________________ M.E.N.A. Composta da 7 domande, anche in questo caso sono stati riscontrate molte riposte omesse. In generale possiamo affermare che i principali problemi affrontati all’inizio dell’esperienza migratoria dalle famiglie sono stati la mancanza della conoscenza della lingua italiana, la mancanza di un lavoro e la difficoltà nell’avere i documenti necessari per la regolare circolazione nel paese. Quanto alle difficoltà avute come donna, la lingua ha rappresentato la principale difficoltà. In 14 casi 69 va segnalato che non ci sono state particolari difficoltà sia famigliari che personali nell’integrarsi a Vigevano.45 Alle domande relative a quali strutture pubbliche vi siete rivolte in caso di bisogno, solo 24 donne su 69 hanno richiesto aiuto presso i servizi del Comune di Vigevano. La metà di queste richieste sono state relative agli alloggi popolari e l’altra metà ha fatto richiesta di assistenza sociale. Alla domanda relativa a quali gioie, sofferenze e problemi sono state riscontrate nella migrazione e nel ricongiungimento famigliare ancora una volta son emersi tutti gli aspetti sociali ed emotivi sopra citati. Tra le gioie più frequenti c’è quella relativa all’attesa del primo genito o all’attesa di altri figli. In 11 casi su 69, le donne intervistate hanno riscontrato questa 45 Una possibile spiegazione è data dalle reti sociali a cui una persona fa capo nel bisogno di aiuto. Come è possibile osservare alle domande 6 e 7 di questo punto, chi non ha riscontrato problemi nel vivere qui, ha anche riposto di avere amici o parenti a cui chiedere aiuto nei momenti di necessità. Pagina | 50 Il volto femminile della migrazione a Vigevano gioia durante la loro migrazione, gioia unita alla speranza di un vita migliore per le future generazioni. Nelle ultime due domande mirate alla comprensione delle possibili reti di aiuto le donne intervistate, salvo pochi casi, quelli appunto che non hanno riscontrato particolari problemi nel migrare a Vigevano, oltre all’aiuto offerto dal marito hanno dichiarato di aver provveduto personalmente alle difficoltà incontrate. Est Europa Quest’area tematica è composta da 7 domande. Le risposte alla prima domanda hanno evidenziato che l’uso della lingua italiana, la mancanza di un lavoro, il stabilirsi in un alloggio adeguato e l’inserimento dei figli sono state le principali difficoltà riscontrate appena giunti in Italia e/o nel territorio vigevanese. Le stesse risposte, con l’aggiunta del senso della solitudine, sono state date dalle donne intervistate alla domanda n° 2. Quanto alla terza e quarta domanda, la quasi totalità delle ucraine e romene intervistate ha richiesto aiuto alle strutture pubbliche (domanda n° 3) quali i servizi sociali, i patronati, A.S.L. e la questura (domanda N° 4). Quanto alle donne albanesi, la rete sociale ha sostenuto le stesse con le rispettive famiglie durante le difficoltà incontrate. Infatti su 24 donne, solo 12 hanno richiesto aiuto alle strutture locali. Le risposte alla quinta domanda hanno evidenziato insoddisfazione nei confronti della burocrazia italiana, per le lunghe attese dei i permessi di soggiorno e per l’impossibilità di poter fare migrare in Italia i propri figli maggiorenni. Quanto alle gioie, le donne intervistate, soprattutto albanesi, ancora una volta evidenziano di aver raggiunto una migliore condizione di vita rispetto a quella del proprio paese di origine. Le risposte alle sesta domanda, relativa sulla possibilità o meno di poter chiedere aiuto a famigliari in situazioni di difficoltà, ha mostrato ancora la figura del marito e della madre (qualora presenti) come figure su cui poter fare affidamento. Quanto alle risposte della settima domanda, ancora una volta la rete sociale albanese, rispetto a quella ucraina e rumena, riesce dare maggiore sostegno nei momenti di necessità. Pagina | 51 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Sud America Composta da sette domande, in questa sezione si evidenziano le difficoltà emerse all’inizio dell’esperienza migratoria. La domanda n° 1, relativa alle difficoltà incontrate dalle famiglie delle donne intervistate, le maggiori difficoltà emerse sono state l’apprendimento della lingua italiana, l’accesso al mondo del lavoro, la reperibilità dei documenti, l’accesso ad alloggi adeguati alla composizione delle famiglie e al diverso stile di vita. La domanda n° 2, relativa alle difficoltà riscontrate come donna, le risposte sono state simili a quelle appena evidenziate nella prima domanda. In particolare, sono emerse difficoltà da parte di donne sole, relative ai lavori in alcuni casi troppo pesanti, alla mancanza della famiglia e alla solitudine. Va considerato che alcune donne intervistate non hanno riscontrato difficoltà. Alla domanda n° 3, su 30 donne intervistate, 13 hanno chiesto sostegno presso le strutture pubbliche della città di Vigevano. In particolar modo (domanda n° 4) è stato chiesto sostegno ai servizi sociali per le case popolari, ai sindacati, alla questura e ai patronati. Alla quinta domanda emergono ancora una volta le difficoltà evidenziate nelle risposte alla domanda n° 1. Le intervistate hanno espresso le maggiori gioie per essersi ricongiunte alle proprie famiglie, nel poter educare i loro figli e per poter pensare ad un futuro più stabile e con maggiore benessere. Quanto alle sofferenze, i lunghi tempi di attesa per i permessi di soggiorno, la lontananza dal proprio paese di origine e la solitudine sono state le riposte più diffuse in questi questionari. Occorre considerare che il mantenimento dei figli residenti nel paese di origine, in alcuni casi è stato vissuto come elemento di gioia, mentre in altri come sofferenza. Le risposte alle ultime due domande, relative alle reti di sostegno, evidenziano che mariti, parenti ed amici possono essere di supporto durante i momenti di difficoltà. In alcuni casi è stato anche specificato che il sostegno principalmente offerto è morale. Quello economico non è un tipo di sostegno che questa rete sociale è in grado di offrire. Pagina | 52 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Asia Le risposte relative alla prima domanda hanno evidenziato che le famiglie delle donne filippine hanno incontrato all’inizio della loro esperienza migratoria in Italia difficoltà nel trovare un impiego e nel regolarizzare le loro condizioni giuridiche. Quanto alle famiglie delle donne cinesi, le principali difficoltà riscontrate sono state relative all’apprendimento della lingua italiana ed alla regolarizzazione dei permessi di soggiorno. Le risposte relative alla seconda domanda hanno evidenziato che le donne filippine non hanno avuto particolari difficoltà personali all’inizio di questa esperienza migratoria, mentre le donne cinesi hanno riscontrato le stesse difficoltà a livello personale che le loro rispettive famiglie hanno vissuto precedentemente. Alla terza domanda le donne filippine hanno dichiarato di avere richiesto l’aiuto delle strutture pubbliche e alla quarta domanda è stata esplicitata la struttura dello Sportello Stranieri per la regolarizzazioni dei documenti di soggiorno. Anche le donne cinesi si sono rivolte principalmente alla struttura dello Sportello Stranieri, ma in alcuni casi è emerso che non c’è stato bisogno di nessun sostegno da parte della pubblica amministrazione. Alla sesta e settima domanda, sia per le donne cinesi, sia per quelle filippine, la rete famigliare è il principale sostegno su cui appoggiarsi durante i momenti di difficoltà. Centro - sud Africa Quanto alle difficoltà riscontrate dalla famiglia e individualmente come donna, all’inizio di questa esperienza migratoria, le risposte hanno evidenziato l’apprendimento della lingua italiana, l’ambientamento al clima, l’affitto di una casa e la mancanza di lavoro. Nelle situazioni problematiche, i servizi sociali e la Caritas sono state le strutture presso cui queste donne hanno richiesto aiuto. Durante le prime fasi dell’insediamento nel territorio vigevanese, le donne ivoriane hanno dichiarato le stesse sofferenze espresse nelle risposte all’inizio del paragrafo. Quanto alle gioie, si è evidenziata la grande speranza che i rispettivi progetti migratori nella città di Vigevano possano essere positivi e che possa migliorare la qualità della vita. Pagina | 53 Il volto femminile della migrazione a Vigevano 6 - VALORI 1) Quali sono i valori più importanti che lei ha ricevuto da sua madre e suo padre? __________________________________________________________________ 2) Quali sono i valori più importanti che volete dare ai vostri figli? __________________________________________________________________ 3) Quali attività svolge con i suoi figli? __________________________________________________________________ 4) Ha dei figli inseriti nella scuola? Se Sì quali? __________________________________________________________________ 5) I suoi figli partecipano attivamente alla vita scolastica? Quali sono le maggiori difficoltà? __________________________________________________________________ 6) I suoi figli hanno amici italiani? Se sì, conoscete e parlate i loro genitori? __________________________________________________________________ 7) Come immagina la vita futura di sua/o Figlia/o? __________________________________________________________________ Pagina | 54 Il volto femminile della migrazione a Vigevano M.E.N.A. Composta da 7 domande, le prime due chiedono quali sono i valori ricevuti dai propri genitori e quali vorrebbe trasmettere ai propri figli. Anche in questo caso emergono molti degli aspetti dai precedentemente evidenziati. La fede, la famiglia, l’onore, il rispetto per sé stessi e per gli altri, l’amicizia sono questi i valori ricevuti e trasmetti ai propri figli. La terza domanda, relativa alle attività svolte con i propri figli ha trovato molte risposte omesse. Oltre ad aver evidenziato l’importanza di insegnare la lingua araba ai propri figli, un’altra possibile risposta è data dal fatto che anche alla domanda successiva, relativa all’inserimento o meno di figli nelle scuole di ogni ordine e grado anche in questo caso le riposte sono state omesse. Ciò potrebbe significare che durante le migrazioni il numero medio di figli per famiglia diminuisca e che in alcuni casi non siano nati ancora bei bambini rendendo così impossibile rispondere. A conferma di quanto appena detto, un dato estremamente importante è il numero totale di figli registrato da questi 69 questionari.46 Sono 22 i figli di donne egiziane, 11 maschi e 11 femmine. Di questi solo 4 frequentano le scuole medie e 4 le scuole materne. Quanto ai bambini marocchini, abbiamo 18 minori di cui 10 maschi e 8 femmine. Anche in questo caso la maggior parte di loro frequentano le scuole elementari. Sulla base di questi dati, abbiamo una media di un figlio a famiglia, media del tutto analoga alla media delle famiglie italiane. Le ultime tre domande sono inerenti alle difficoltà che i bambini possono o meno aver incontrato a scuola, alle amicizie italiane o meno e quale futuro le donne interviste immaginano ai loro figli. Complessivamente le madri di questi bambini riscontrano un buon grado di integrazione nelle scuole e sono soddisfatte anche delle amicizie che con il tempo vengono a crearsi. In alcuni bambini si sono verificate difficoltà nell’apprendimento della lingua italiana, evento che ha reso più difficile integrazione degli stessi nella classe. Anche la conoscenze tra le famiglie italiane e arabe è stata facilitata dalle amicizie nate a scuola e in qualche caso sono state dichiarate sporadiche frequentazioni tra le stesse. In ultima analisi occorre 46 A questo punto occorre registrare una criticità del questionario. Tra tutte le domande non ne esiste un esplicita che chieda quanti figli vivano in Italia o all’estero. Il dato è stato recuperato solo in parte grazie alla quarta domanda dell’area VALORI. L’autore di questo elaborato si scusa con tutti coloro leggeranno lo stesso. Pagina | 55 Il volto femminile della migrazione a Vigevano sottolineare che tutte le donne intervistate auspicano un futuro migliore per i propri figli rispetto al loro. Est Europa Composta da 7 domande, le riposte fornite alla prima di esse dalle donne intervistate hanno principalmente individuato nella dedizione al lavoro, nell’onestà, nell’umiltà, nella capacità di fronteggiare autonomamente le difficoltà della vita e nella pazienza, le virtù più importanti ricevute dai propri genitori e che intendono infondere nei loro figli (domanda n° 2). Le risposte relative alla terza domanda sono state omesse da parte delle donne ucraine e rumene. Quanto alle donne albanesi, sebbene molte donne abbiano omesso la risposta, le attività svolte con i propri figli più piccoli sono quelle relative al disegno, alle passeggiate al parco dove s’incontrano con altre madri di bambini e all’aiuto nello svolgimento dei compiti quotidiani. Anche le risposte alla domanda n° 4 sono state in parte omesse, sebbene nelle domande precedenti le donne intervistate abbiano dichiarato di vivere con i propri figli. Dai dati in possesso emergono alcune donne albanesi con figli frequentanti le scuole elementari e soprattutto medie. Sono presenti anche casi di donne ucraine e rumene con figli frequentanti le scuole dell’obbligo e in un caso una donna ucraina ha dichiarato che uno dei suoi figli frequenta un corso di professionalizzazione. Alle domande n° 5, le risposte sono state positive, evidenziando ancora una volta il ruolo fondamentale della scuola quale luogo di aggregazione e di integrazione. Quanto alla sesta domanda, le donne hanno dichiarato di conoscere i genitori dei compagni italiani di scuola dei propri figli, ma di avere con essi solo iterazioni verbali sporadiche. Quanto alla domanda n° 7, la risposta è stata omessa da tutte le donne ucraine e rumene, mentre le donne albanesi immaginano in generale una vita migliore per i propri figli. Sud America Pagina | 56 Il volto femminile della migrazione a Vigevano I primi due quesiti di quest’area tematica chiedevano quali sono i valori ricevuti dai propri genitori e quali si vuole trasmettere. Come prevedibile, le risposte a queste due domande sono le stesse. I valori riscontrati come più importanti sono l’umiltà ed il rispetto; seguono la serietà, l’umanità, la perseveranza e la disciplina. La terza domanda, relativa alle attività svolte con i propri figli, non ha avuto molte riposte. Questo è da attribuirsi principalmente a due fattori. Il primo è che molti figli di queste donne intervistate, sono sposati o comunque adulti e quindi più che di attività svolte insieme, è più corretto parlare di condivisione delle esperienze quotidiane, come già evidenziato all’inizio della questa trattazione sulle risposte delle donne sudamericane. Il secondo è che in alcuni casi i bambini sono molto piccoli e pertanto è ancora difficile sostenere di svolgere attività con loro. Dai dati emersi, è difficile poter stabilire il numero di figli di queste donne, sia perché molti di esse vivono in Sudamerica, sia perché molti non sono più in età scolare; pertanto le domande n° 4 e 5 hanno solo registrato 5 ragazzi in età compresa tra i 6 ed i 16 anni, i quali hanno amicizie con coetanei italiani e non riscontrano problemi né d’integrazione, né di apprendimento. Infine, anche in questo caso, tutte le madri auspicano un futuro pieno di opportunità per i loro figli (domanda n° 7). Asia Le risposte date dalle donne asiatiche intervistate in quest’area tematiche sono state parziali perché tra le cinque donne filippine, solo una è madre di un figlio che frequenta una struttura educativa. In questo caso è possibile fornire un’analisi delle risposte alle prime due domande, dalle quali si evince che l’amore e l’educazione sono i valori ricevuti dai rispettivi genitori e tramandati ai rispettivi figli. Quanto alle donne cinesi, la responsabilità ed il senso dell’ottimismo sono i valori principali ricevuti dai propri genitori e trasmessi ai rispettivi figli. Quanto alle attività svolte Pagina | 57 Il volto femminile della migrazione a Vigevano con i propri figli, le donne cinesi intervistate hanno dichiarato che le attività ludiche sono le attività svolte con i figli più piccoli, mentre con quelli più grandi spesso si studia l’italiano. Dalle risposte relative alle domande sull’integrazione dei figli, la maggior parte dei figli di queste donne intervistate sono ben inseriti nella scuola e non hanno problemi di apprendimento, ma in alcuni casi le mamme di questi bambini evidenziano problemi d’integrazione degli stessi tra i corrispettivi coetanei. Centro - sud Africa Le risposte relative alle prime 2 domande evidenziano che i valori ricevuti, tramandati e ritenuti più importanti sono l’onestà, il rispetto, l’amore, l’educazione e la correttezza. In alcuni casi è stato fatto accenno ai valori religiosi, senza specificare quali essi siano. Le risposte relative alla terza domanda evidenziano che quasi nessuna donna ivoriana svolge attività con i propri figli. Le risposte relative alle domande n° 4, 5 e 6 mostrano che nella metà dei casi intervistati, queste donne non hanno figli in Italia. Le donne-madri hanno dichiarato invece di avere figli frequentanti principalmente le scuole materna, tranne in un caso nel quale una donna è madre di una ragazza frequentante la scuola superiore. Infine alla domanda n° 7, le donne-madri intervistate esprimono grande preoccupazione per il futuro dei loro figli. 7 - CONDIZIONE LAVORATIVA 1) E’ casalinga? Sì NO 2) Svolge un lavoro dipendente o autonomo Sì NO 3) Se Sì, quale? __________________________________________________________________ 4) In quale modo ha trovato lavoro? __________________________________________________________________ Pagina | 58 Il volto femminile della migrazione a Vigevano 5) E’soddisfatta del suo lavoro? Perché? __________________________________________________________________ 6) Quali momenti del suo lavoro risultano per lei difficili o troppo pesanti? __________________________________________________________________ 7) Se ha già lavorato nel suo paese di origine, quali differenze lavorative ha riscontrato? __________________________________________________________________ 8) Ha un regolare contratto di lavoro? Sì NO 9) E’ soddisfatta della retribuzione? Sì NO 10) Quali relazioni è riuscita a realizzare con i datori di lavoro o con i suoi compagni/e? _________________________________________________________________ M.E.N.A. Questa ultima parte del questionario è stata solo svolta in 3 casi su 69. Oltre ad una donna che svolge la professione di sarta, una maestra di sostegno e una lavoratrice autonoma le altre donne attualmente non svolgono nessuna professione. Da rilevare che in tutti e 3 i casi la retribuzione non soddisfa le aspettative di queste donne lavoratrici. Est Europa Contrariamente alla realtà delle donne nordafricane, le donne esteuropee in 45 casi su 50 svolgono un’attività lavorativa (domande n° 1 e 2). Le principali professioni svolte sono quelle di badante, O.S.S., di operaia ed infermiera (domanda n° 3). Le risposte alla domanda n° 4, evidenziano come le conoscenze della rete sociale di queste donne sia stata un valido strumento per trovare un posto di lavoro. Tra i motivi di soddisfazione per il proprio impiego, sono emersi l’ambiente lavorativo sereno e la possibilità di poter aiutare chi è sofferente, mentre sono motivi di insoddisfazione la turnazione notturna, che appesantisce il lavoro e che crea difficoltà nella gestione della propria famiglia Pagina | 59 Il volto femminile della migrazione a Vigevano ed in alcuni casi è stata manifestata insoddisfazione nel non poter fare nulla per alleviare le sofferenze delle persone che assistono. Le risposte alla domanda n° 7 non hanno evidenziato particolari differenze tra i mondo del lavoro italiano e quello dei paesi dell’Est Europa. Molte donne hanno dichiarato che l’attività svolta nel proprio paese di origine non è quella che svolgono attualmente. Altre donne, principalmente quelle che sono in possesso di un diploma da infermiera o da assistente sanitario, oggi svolgono la stessa professione senza riscontrare particolari differenze. Le riposte alle domande n° 8 e 9, evidenziano che l’attività svolta è regolamentata da un regolare contratto anche se non sempre la retribuzione viene considerata adeguata al lavoro svolto. Infine, tutte le donne intervistate hanno dichiarato di aver un buono rapporto con i propri datori di lavoro, basato principalmente sulla fiducia e sul rispetto. Sud America Contrariamente alla realtà delle donne nordafricane, le donne sudamericane in 29 casi su 30 hanno un’occupazione (domande n° 1 e 2). Le principali professioni svolte sono quelle di badante, O.S.S., operaia, cameriera nei ristoranti ed infermiera (domanda n° 3). Le risposte alla domanda n° 4, evidenziano come il “passaparola” sia stato per queste donne lo strumento vincente per trovare un posto di lavoro. Tra i motivi di soddisfazione per il proprio impiego, sono emersi il guadagno (anche se non sempre viene ritenuto idoneo alle mansioni svolte) e l’ambiente lavorativo sereno, mentre sono motivi di insoddisfazione la formula del lavoro stagionale, che non consente un guadagno costante nel corso di tutto l’anno e la turnazione notturna, che appesantisce il lavoro e che crea difficoltà nella gestione della propria famiglia. Le risposte alla domanda n° 7 hanno evidenziato difficoltà nel riconoscere differenze tra il mondo del lavoro italiano e quello dei paesi sudamericani. Molte donne hanno dichiarato che l’attività svolta nel proprio paese di origine non è quella che svolgono attualmente. Altre Pagina | 60 Il volto femminile della migrazione a Vigevano donne, principalmente quelle che sono in possesso di un diploma da infermiera o da assistente sanitario, oggi svolgono la stessa professione senza riscontrare particolari differenze. Le riposte alle domande n° 8 e 9, evidenziano che l’attività svolta è regolamentata da contratto e, soprattutto per le donne peruviane, la paga soddisfa le loro esigenze. Infine, tutte le donne intervistate hanno dichiarato di aver un buono rapporto sia con i propri datori di lavoro, sia con i propri colleghi, basato principalmente sulla fiducia e sul rispetto. Asia Dalle risposte alle prime tre domande, si evince che tutte le donne filippine intervistate lavorano come colf o come addette alle pulizie, mentre il lavoro è stato trovato grazie tramite il sostegno di amici o grazie al datore di lavoro dei rispettivi mariti (domanda n° 4). Quanto al grado di soddisfazione per la professione svolta, tutte le donne intervistate hanno manifestato soddisfazione per la retribuzione (domanda n° 5). Le risposte alla domanda n° 6, evidenziano un carico di lavoro non eccessivo, ma sono state riscontrate grandi differenze tra il mondo del lavoro italiano e quello filippino (domanda n° 7). Le risposte alle ultime tre domande, evidenziano un contratto di lavoro regolare con una buona retribuzione e un buon rapporto di lavoro tra colleghi e con i superiori. Passando ad analizzare la condizione lavorativa delle donne cinesi, si evidenzia che tutte le donne lavorano e molte di esse hanno un’attività autonoma come ambulante o come gestore di bar. Tutte le donne che svolgono la professione di ambulante hanno comprato la licenza e la maggior parte di loro è soddisfatta dell’attuale impiego, soprattutto se confrontato con il lavoro subordinato di alcuni loro amici. Quanto ai momenti più pesanti nella propria professione, le risposte hanno evidenziato che il fine settimana e le giornate con poco incasso sono i momenti più pesanti. Infine, le professioni svolte in Cina erano diverse da quelle svolte in Italia. Quanto alle ultime tre domande, la quasi totalità delle donne intervistate ha omesso le risposte. Pagina | 61 Il volto femminile della migrazione a Vigevano Centro - Sud Africa I dati relativi alla condizione lavorativa delle donne ivoriane, evidenziano che solo 4 donne lavorano. Queste 4 donne svolgono la professione di colf e hanno trovato il loro attuale impiego grazie allo strumento del “passaparola”, attraverso gli annunci sul giornale e tramite cooperativa. Dai restanti dati emersi dalle sommarie risposte delle altre domande di questa area tematica, si evince la precarietà degli attuali impieghi di queste donne. Infatti su 4 donne, 2 dichiarano di non aver un regolare contratto di lavoro, mentre nessuna di esse è soddisfatta della retribuzione per il lavoro svolto. Infine il rapporto con i propri datori di lavoro viene descritto come molto formale, ma corretto. Bibliografia M. Ambrosini, Sociologia delle migrazioni, Bologna, il Mulino, 2005; Fondazione I.S.M.U., Quarto rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. Annuario statistico 2006; Fondazione I.S.M.U., Quinto rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Pavia. Annuario statistico 2007; U. Fabietti, Culture in bilico, Milano, Mondadori, 2002 LETTURE CONSIGLIATE Pagina | 62 Il volto femminile della migrazione a Vigevano G. Dalla Zuanna, P. Farina, S. Strozza, Nuovi immigrati – i giovani immigrati cambieranno il nostro paese?, Bologna, il Mulino, 2009 Sitografia www.meltingpot.org Pagina | 63