Viesti, le Notizie

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Viesti, le Notizie
Viesti, le Notizie
di Bratskij Mir
Anno V - Numero 8 - Agosto 2007
NOTIZIE DA SAN PIETROBURGO
Sulla riva del Golfo si vive
lo “Spazio della gioia”!
Per la gioia?
Ci vuole spazio!
Tanto spazio!
E’ sufficiente ... la riva del Golfo di Finlandia?
Sì.
Sì, sicuramente.
Allora ... tutti in macchina.
E che macchina!
“Così vivono solo i figli dei milionari italiani!”
ha esclamato padre Alexiei, appena vista
spuntare, di fronte alla Cesminskaia, la Mercedes
bianca che avrebbe portato lo “Spazio della
gioia” sul Golfo.
Ma che diavolo: per dare spazio alla gioia ...
anche la Ferrari, se necessario!
E a far che sul Golfo?
I timori erano tanti, prima di partire il trenta
giugno.
Certamente, il tempo dei giorni precedenti ... non
era di quelli che promettevano un gran che di
felicità!
Pioggia assai spesso, a volte battente e molto
violenta; vento, a volte anche molto forte, di
quelli che non soffiavano a San Pietroburgo da
un bel pezzo; addirittura temperature ... fresche.
Insomma, una tipica estate della città zarista, di
quelle che il gran caldo ed il sole stabile dello
scorso anno avevano sbrigativamente e
ingannevolmente fatto dimenticare.
Ma i veri timori erano di altro genere.
Lo “Spazio della gioia” è un progetto del “Centro
di crisi per bambini”.
Un progetto che ... mi sta molto a cuore e,
dunque, come tutte le cose preziose, di cui
pubblicamente si parla poco; sì, perché … chi
parla dei suoi ricchi segreti e delle cose preziose
che ha in casa?
La brava Galia, psicologa (ma ciò non è poi così
importante), è anima di questa realtà, che
raggruppa ormai parecchi ragazzi e ragazze
autistici, assieme alle loro mamme.
Parte dell’allegra compagnia
E i papà?
Già: me lo chiedo anch’io!
I papà, perché non frequentano il gruppo “Spazio
della gioia” che organizza molte occasioni, e
tanto di più, per donare un po’ di allegria e tanto
spazio a questi ragazzi ed ai loro genitori?
Semplice: i padri, nella maggioranza dei casi,
sono spariti formandosi una nuova famiglia,
lasciando alle eroiche madri, a quelle per lo
meno che hanno una coscienza, tutti gli oneri nei
confronti dei figli ammalati.
Già, a quelle che hanno una coscienza, perché
altrimenti anche le altre madri “spariscono dalla
circolazione”, “scaricando” il figlio, nelle
migliori delle ipotesi, all’“Internat”.
Ma questa volta, tra i partecipanti al primo
campeggio organizzato dallo “Spazio della gioia”
sul Golfo di Finlandia, un papà, finalmente,
c’era!
Aveva fatto capolino in Galia, dunque, alla
vigilia della partenza, oltre che per il tempo
atmosferico, qualche comprensibile timore nel
portare questi ragazzi per la prima volta in
campeggio sul Golfo, seppur essi fossero
accompagnati dalle loro mamme, da altri
collaboratori del “Centro di crisi per bambini” e
da cari amici volontari.
Ma i timori, alla vista della Mercedes bianca ...
se ne sono volati via assieme al vento, alle
nuvole ed alla pioggia che non sono più,
miracolosamente,
ricomparsi
fino
ad...
esattamente al ritorno in città della “truppa”!
Insomma, arrivati in “Mercedes” al posto
prescelto, vicino alla spiaggia, diciassette
persone si sono messe a piantare le tende che
qualche ragazzo vedeva per la prima volta in vita
sua.
Si gioca in spiaggia
Già.
Chi lo avrebbe mai detto.
Almeno uno ...!
Si pesca!
E, così, lo “spazio” si è colmato ben presto di
gioia, non lasciando assolutamente nessuna
tregua alla malinconia, al punto che Galia,
facendo eco a padre Alexiei, ha detto e scritto: “E
se anche i figli dei milionari vivessero così ... Dio
allora dia loro di provare la gioia vera: quella
provata da noi in campeggio!”.
Tutti in tenda
E le ore, poi, al campeggio, sono volate ... come
volano via tutte le cose belle: in gran fretta!
Canti, giochi, passeggiate sulla spiaggia e nei
boschi dell’entroterra, bagnarsi i piedi nel mare
non propriamente tiepido; e poi la preparazione
del cibo alla “spartana”, la notte passata in tenda,
i rumori del bosco vicino e delle onde del mare e
... la presenza di un papà!
Tutti in spiaggia
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E, come se non bastasse, qualcun altro ha
aggiunto: “ ... dopo questa fantastica esperienza
... mi è più facile stare in mezzo alla gente!”.
L’autismo!
Già, se fosse sufficiente un campeggio per ...
Ma sicuramente il campeggio è stato
soddisfacente per creare uno “spazio” nella
routine quotidiana di questi ragazzi e delle loro
mamme (e di un papà) fatta, generalmente e
troppo spesso, di solitudine, solitudine e poi
ancora tanta solitudine.
Si gioca a frisbee
Ed è per questo, quindi, che Galia e soci, prima
di iniziare da settembre il nuovo “anno sociale”,
con tante belle novità, hanno già messo in
programma un’altra gita di tre giorni, con
l’autobus, come quella dello scorso anno: per star
sempre più insieme a questi ragazzi ed alle loro
famiglie.
Per stare assieme a loro ... nella gioia!
Le 50 candeline di “Russia Cristiana”
Padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana
Cinquant’anni!
Auguri!
E grazie.
Grazie, di cuore.
Padre Romano Scalfi l’ha fondata nel
millenovecentocinquantasette, con l’intento di far
conoscere in Occidente, ed in Italia in
particolare, tutta la ricchezza della tradizione
spirituale, culturale e liturgica della Chiesa
Russa.
Obiettivo perseguito in piena epoca sovietica,
quindi, durante la “perestroika” e fino ai giorni
nostri.
Padre Scalfi pose il suo quartier generale a Villa
Ambivari di Seriate, nella bassa bergamasca, ed
attorno a lui si radunarono molti giovani che
divennero suoi validi collaboratori in questa
cinquantenaria esperienza di amore ad un popolo,
quello russo, alla sua religiosità e cultura.
Egli trovò, da subito, l’amicizia e la
collaborazione di Monsignor Enrico Galbiati, che
diverrà più tardi Prefetto della Biblioteca
Ambrosiana, e di don Luigi Giussani: incontro
decisivo per il futuro di Russia Cristiana che, già
negli anni sessanta, fece conoscere per la prima
volta in Italia il “samizdat”: la letteratura
clandestina dell’epoca, composta dai dissidenti.
A Villa Ambivari, intanto, sorgevano anche
numerose attività atte a raggiungere gli scopi che
si era prefissato padre Romano: attività che
proseguono a spron battuto tutt’oggi.
Così, ieri come oggi, un coro accompagna le
ricche liturgie bizantine; le edizioni di Russia
Cristiana, “La casa di Matriona”, pubblicano in
italiano varie opere dell’oriente cristiano
facendone conoscere la tradizione letteraria,
artistica, filosofica e teologica; la rivista, “La
nuova Europa”, è sede di confronto sui temi
dibattuti nel vecchio continente con la
pubblicazione di materiale d’archivio e inedito,
studi e ricerche, interviste, testimonianze e
reportage.
La biblioteca di Villa Ambivari conta più di
ventunmila volumi e costituisce la più vasta
biblioteca sulla Russia e l’Unione Sovietica del
territorio italiano.
Essa è in continuo aggiornamento e si arricchisce
di testi in italiano e in russo.
Arte, letteratura, filosofia, religione, storia,
diritto, dissenso, ateismo sono le voci più
significative della biblioteca.
Ma dalla fine degli anni settanta, a Seriate è
attiva
anche
un’importante
“Scuola
iconografica”, che si arricchisce di volta in volta
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grazie all’esperienza e stage guidati dai grandi
iconografi russi.
In questi decenni, la “Scuola iconografica di
Seriate” ha organizzato anche grandi mostre di
icone, come quella dell’ottantanove in Vaticano.
Ma “Russia Cristiana”, grazie all’esperienza
maturata in questi cinquant’anni, appena apertasi
la possibilità, non si è limitata a svolgere la
propria attività in Italia; ha iniziato anche ad
organizzare viaggi e pellegrinaggi in terra russa,
favorendo così l’incontro con la realtà locale,
oltre che permettere ai viaggiatori di gettare lo
sguardo sulla cultura e l’arte russa.
Infine, nel duemilaquattro, “Russia Cristiana” in
collaborazione con la Caritas Diocesana di
Mosca e con la Facoltà teologica ortodossa di
Minsk, ha aperto nel bel centro di Mosca uno
spazio librario: la “Biblioteca dello spirito”, che
favorisce lo scambio culturale tra la tradizione
orientale e quella occidentale.
Salutata benevolmente all’apertura dalle autorità
religiose della Chiesa cattolica e da quella
ortodossa, la “Biblioteca dello spirito” è
diventata, fin da subito, non solo un’importante
libreria specializzata, ma anche un importante
luogo di incontro in cui, in occasione di
conferenze o altro, si ritrovano assieme cattolici
ed ortodossi, accomunati dalla cultura e dalla
ricerca.
La “Biblioteca dello spirito”, inoltre, ha già
iniziato a pubblicare opere della tradizione
occidentale in Russia, favorendo così la
conoscenza reciproca.
Cinquant’anni vissuti tutti d’un fiato, quelli di
Russia Cristiana, dunque.
A pieno ritmo, cioè.
Senza soste, con entusiasmo e con una grande
passione nel cuore: la Russia!
La Russia e la sua “cristianità”.
Tanti auguri ancora, dunque.
E grazie per questa passione per la Russia che,
seppur cambiati i tempi storici in questi
cinquant’anni, non è mai venuta meno.
Anzi, si è arricchita di tante altre iniziative.
Ai prossimi ... cinquanta!
Musica Sacra e Teologia Sacramentaria
aprono il cammino
“A Sua Santità Papa Benedetto XVI con affetto
cristiano e gratitudine”: e chi se l’aspettava una
cosa del genere?
Padre Sierghiei me lo aveva preannunciato un
paio di settimane prima; ma io, in verità, non
avevo prestato allora troppa attenzione e non
aveva capito bene cosa volesse dirmi.
Ma una domenica di luglio, al termine della
liturgia serale nella Chiesa della Santissima
Trinità, mentre mi avvicinavo a baciare la Croce,
padre Sierghiei, diacono, interrompendo il canto,
mi bisbiglia in un orecchio: “Non uscire subito,
devo darti una cosa!”.
Mi sono così fermato e mentre gli altri fedeli si
allontanavano, padre Sierghiei, riapparendo da
dietro l’Iconostasi mi ha donato un CD (e
pensare che io non so neppure cosa sia e come si
faccia per farlo funzionare!) con stampate, in un
italiano ortograficamente un po’ scorretto, in
verità, la frase dedicatoria al Papa Benedetto
XVI.
In copertina anche una foto d’epoca della
Cattedrale: quando ancora erano ben visibili le
cupole lignee più alte d’Europa, andate in cenere
lo scorso anno a causa di un incendio, le cui
origini sono ancora tutte da chiarire.
Ed è proprio la cupola centrale, avvolta nelle
impressionanti fiamme dello scorso anno, a
riempire il retro della copertina di questo CD che
contiene “La Messa” eseguita dal Coro della
Cattedrale della Santa Trinità di San Pietroburgo.
“Messa” diretta e composta da Jury Volotkovsky.
Un compositore di Musica Sacra ortodosso, così,
che si è messo a comporre Musica Sacra
cattolica!
In latino, per di più!
E non è il primo.
Come pure vi sono stati, nella storia, compositori
cattolici che hanno scritto “Messe ortodosse”.
Un Coro ortodosso, quello di una delle Cattedrali
più importanti di San Pietroburgo, diretto dallo
stesso compositore Jury Volotkovsky, che si
mette a cantare una “Messa” cattolica e ad
incidere la propria esecuzione su un CD!
E poi quella dedica al Papa!
Perché?
Boh!
Non l’ho chiesto a padre Sierghiei.
Non mi sembrava il caso.
Magari, prima o poi, glielo domanderò.
Del resto non ho avuto quasi modo di porre
domande.
Si è avvicinato, infatti, anche padre Constantin
che mi ha portato un'altra copia del CD ... perché
i frati sono molti e uno non basta!
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E poi padre Veceslav ... fresco fresco di
ordinazione sacerdotale: tanti auguri a questo
giovane sacerdote ortodosso che vuole presentare
una tesi presso l’Accademia teologica di San
Pietroburgo sulla comprensione della “Teologia
Sacramentaria” nella Chiesa Cattolica e nella
Chiesa Ortodossa.
Un lavoro scientifico importante, quello che si
prefigge di compiere padre Veceslav, che aiuterà
senza dubbio la conoscenza reciproca delle
Chiese su uno dei pilastri su cui si fondano
entrambe le stesse Chiese: la Sacramentaria.
Una ricerca che darà senz’altro i suoi frutti, e non
solo scientifici.
Per questa ricerca scientifica, infatti, padre
Veceslav ha chiesto aiuto a noi frati; egli sarà,
così, a pranzo da noi, per poi parlare ... della
comprensione dei Sacramenti dal punto di vista
della teologia cattolica e, certamente, dal punto
di vista ortodosso.
Tante preghiere per Padre Bossi
Padre Giancarlo Bossi
La speranza non ha mai ceduto alla trepidazione.
Non ho mai conosciuto padre Giancarlo Bossi.
Le nostre strade, infatti, non si sono mai
incrociate: lui era già da quattro anni in missione
nelle Filippine quando io sono entrato in
Convento.
Pur essendo della stessa cittadina, poi, siamo in
realtà originari di due parrocchie diverse.
Ma appena giuntami dalla “rete” la notizia del
suo rapimento ... mi sono messo a pregare!
A pregare si sono messi anche, informati del
fatto, gli altri frati della mia Comunità ed i
parrocchiani del Sacro Cuore.
Alla sera, tardi, davo ogni giorno un’occhiata alle
notizie, leggendole sugli informatori internet
italiani, con la speranza di poter trovare
finalmente quell’annuncio
che tutti si
attendevano.
Ho letto, così, delle molte iniziative organizzate,
ad iniziare da quelle di preghiera delle Parrocchie
di Abbiategrasso, del PIME, della Diocesi di
Milano.
Ho letto anche della grande testimonianza di fede
e di speranza da parte dei parenti.
Ho saputo dei tanti appelli e delle varie iniziative
di solidarietà volte a chiederne la liberazione.
Sì, ho letto anche delle polemiche.
Leggevo e pregavo.
Pregavo e facevo pregare.
Sì, perché solo il Signore ha toccato il cuore dei
rapitori, un bel giorno, e solo la preghiera di tanti
ha toccato il cuore del Signore.
Non sono noti i motivi del rapimento.
Con la speranza che tutto si concludesse nel
migliore dei modi, con la sua liberazione, e che
padre Giancarlo potesse tornare al più presto
all’affetto dei “suoi” ed alla passione della sua
vita, cioè l’avvento del Regno di Dio tra i suoi
poveri che tanto amava, a volte la mia mente
andava a tutti quanti, anche qui in Russia, sono
stati vittime di episodi di violenza a motivo della
loro fede.
La mente correva così ai perseguitati ed ai
martiri.
Ho chiesto la loro intercessione per la liberazione
di padre Giancarlo.
Ho chiesto l’intercessione di padre Epifanio
Akulov.
E una sera, il diciannove luglio, finalmente, la
notizia in internet della sua liberazione!
Il mattino successivo avevo, assai presto, in
Parrocchia, un incontro con un gruppo italiano.
E’ stata così celebrata una “Messa di
ringraziamento” ed il parroco italiano ha dato ai
suoi pellegrini l’annuncio della liberazione di
padre Giancarlo, in quanto ancora non lo
sapevano.
Poi la Liturgia della Parola di quella Messa, con
una parola emergente dalle letture, che
predominava su tutte le altre: liberazione.
Dio è la nostra liberazione!
Grazie Signore, nostra liberazione, perché hai
ascoltato la preghiera per padre Giancarlo,
elevata da ogni angolo della terra ed in molte
lingue.
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Grazie a padre Giancarlo, per la sua
testimonianza di fede nella prova.
Grazie ai suoi familiari, per la loro fortezza.
Grazie ai suoi confratelli del PIME per la loro
solidarietà.
Grazie alle Parrocchie di Abbiategrasso ed a tutti
i suoi e miei concittadini che so, dalle cronache
giornalistiche, essersi stretti attorno a lui, chi
nella preghiera e chi semplicemente nella
solidarietà; essersi stretti attorno ad un uomo, un
sacerdote, un missionario che sta dedicando tutta
una vita al Regno di Dio ed alla sua giustizia.
Frate Nicholas, che si è sempre lasciato guidare
dal Signore, leggendone la volontà nelle pieghe
della storia dell’uomo, venendo a sapere che un
intero Continente, l’Africa, si preparava a morire
a causa di questa malattia, non ci ha pensato due
volte: chiese di partire missionario per il Sud
Africa.
E, dopo la debita preparazione, si ritrovò in una
Johannesburg afflitta dall’AIDS e dall’Apartheid.
Frate Nicholas impara la lingua degli africani, ne
visita spesso i ghetti a Soweto.
Sta dalla loro parte, celebra la Messa nella loro
lingua.
Frate Nicholas: tra i poveri
e gli ammalati di tutto il mondo
Ci vuole del coraggio!
E frate Nicholas ... ce l’ha!
Ne ha da vendere!
Nicholas è diventato prima cattolico, poi Frate
Minore (Francescano) e quindi sacerdote, dopo
aver visto gli orrori della Seconda Guerra
Mondiale in Giappone.
Nato sull’isola di Sachalin, l’isola dalla forma
allungata nel Pacifico, nell’Estremo Oriente
russo; rifugiato in Giappone assieme a
quattrocentomila altri suoi connazionali, frate
Nicholas vide morire molti suoi amici sotto le
città giapponesi bombardate; altri morirono
invece di fame per via dell’assedio.
Uno dei sui fratelli, scelta che non riesce ancora
oggi a comprendere e tanto meno a condividere,
fu uno dei primi “kamikaze” lanciatosi, suicida,
contro gli americani, verso la fine della Guerra
del Pacifico.
Di fronte alle distruzioni della guerra, Akio,
questo il suo nome giapponese, iniziò a riflettere,
finché ... divenne Tommaso!
Divenne Tommaso, dopo aver chiesto, da buon
giapponese, il parere ed il permesso dei parenti,
rimasti tutti buddisti.
E di lì a poco, dopo il battesimo ... divenne
addirittura frate Nicholas, francescano e
sacerdote cattolico.
Da subito, frate Nicholas, mostrò i suoi interessi:
formatore nel Seminario francescano di Tokio e
impegnato in un lebbrosario giapponese, a
contatto con i malati più poveri e rigettati dalla
società.
Aveva ancora i capelli neri, allora!
Poi, qualche decennio più tardi, l’apparire di una
nuova malattia: l’AIDS.
Frate Nicholas nei ghetti di Johannesburg
Ma fa amicizia anche con i bianchi; da buon
francescano capisce che lui deve essere un
“ponte”!
Frate Nicholas conosce Nelson Mandela e
l’Arcivescovo anglicano Desmond Tutu che, per
la loro opposizione all’Apartheid, furono
premiati con il Nobel per la pace, rispettivamente
nel
millenovecentonovantatrè
e
nel
millenovecentottantaquattro.
Il frate giapponese comprende il dramma politico
e sociale dei neri del Sud Africa e capisce anche
che l’AIDS, in Africa, presto sostituirà
l’Apartheid nel flagellare la popolazione di
colore.
Così, pur continuando a dare una mano nella casa
di formazione francescana di Johannesburg, dove
novizi neri vivevano assieme a novizi bianchi,
frate Nicholas coinvolge molti cittadini stranieri
viventi in città, soprattutto uomini d’affari, e di lì
a poco nasce una clinica modello per i suoi
poveri: gli ammalati, neri, di AIDS.
Quelli che nessun ospedale voleva curare: perché
neri e perché ammalati di AIDS.
Il sistema dell’Apartheid, con la liberazione di
Nelson Mandela e la sua elezione, nel
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millenovecentonovanta, a primo Presidente del
Sud Africa, si sbriciola come tutte le fragili
strutture inique umane; ma l’AIDS resta a
flagellare la popolazione nera.
Frate Nicholas aveva ragione.
La prima cosa che frate Nicholas ha attuato,
aprendo la clinica, è stata quella di costruire delle
celle frigorifere: in media, nell’ospedale,
morivano otto persone al giorno e non vi era
posto per conservare i cadaveri prima della
sepoltura!
Frate Nicholas conosceva ciascuno.
Frate Nicholas e i suoi piccoli ammalati di AIDS
Ogni giorno, iniziava a celebrare la Messa nella
cappella dei novizi o in quella dell’ospedale,
ricordando i nomi dei morti del giorno
precedente.
Di ciascuno conosceva la storia.
Ancora oggi gli vengono le lacrime agli occhi a
ricordarne i nomi (seppur, da buon giapponese,
racconti raramente queste cose, e solo a chi è in
stretta confidenza!).
Donne giovanissime.
Giovanissime madri.
Bambini.
Intere generazioni portate via dall’AIDS!
L’Africa muore.
Nicholas torna in Giappone: va alla corte
dell’Imperatore, che conosce personalmente, e
riesce a strappare i mezzi necessari per portare
avanti l’ospedale.
Ospedale che ora, grazie all’opera infaticabile di
frate Nicholas, può stare in piedi sulle sue
gambe.
Due anni fa, frate Nicholas lascia l’Africa.
Ma non vuole tornare in Giappone a “viversi una
meritata pensione”.
L’Africa l’ha ancora nel cuore.
I malati di AIDS anche.
E addirittura ancora i lebbrosi.
E nel suo cuore sono pure i giovani che si
preparano alla vita francescana, ai quali, sia in
Giappone prima, che in Africa poi, ha insegnato
che essere francescani significa amare i poveri e
gli ammalati, perché Gesù Cristo si è con loro
identificato e lo stesso San Francesco li ha
serviti.
Frate Nicholas, così, aiuta ancora l’ospedale di
Johannesburg grazie alle sue amicizie, ma venuto
in contatto, casualmente, con un lebbrosario nei
pressi di Xian, in Cina, in cui operano due
francescani coreani ed uno lombardo, frate
Nicholas ... si è messo ad aiutare anche loro.
Frate Nicholas torna in Giappone dopo
l’esperienza africana solo per un breve periodo: il
tempo di chiedere il permesso di andare in
Russia!
E in Russia, frate Nicholas, si ritrova ancora una
volta in una “casa di formazione” francescana, a
San Pietroburgo, in cui dà ai giovani frati (e non
solo) l’esempio di una vita di preghiera fedele, di
serenità e giovialità, di pronta disponibilità e di
umiltà e di serio impegno nello studio della
lingua russa.
Frate Nicholas fa da testimone al recente rinnovo
dei voti di frate Bernardin e frate Vadim
Intanto, in attesa di un lavoro pastorale più
intenso, frate Nicholas è divenuto cappellano
delle Suore di Madre Teresa di Calcutta, presso
cui celebra la Messa in inglese: ancora una volta
un servizio ai poveri.
Frate Nicholas è stato festeggiato dalla sua
Comunità il nove luglio, giorno del suo
onomastico; per lui si è pregato, con lui si è
gioito.
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Grazie, frate Nicholas, per la tua presenza in
mezzo a noi!
Cronache dai “campi estivi”
Quest’anno l’estate ... non è che sia proprio delle
migliori!
Tempo assai variabile, spesso pioggia e ... vento!
Forte e fastidioso vento tutti i giorni e addirittura,
a volte, “freschino”.
Insomma, una tipica estate da San Pietroburgo!
Un’estate che ha fatto dimenticare quella assai
calda dello scorso anno e che ha creato problemi
anche ai “nostri vacanzieri”, cioè ai “ragazzi” del
“Centro di crisi per bambini”, in vacanza in due
differenti colonie, sul Golfo di Finlandia, con i
nostri educatori.
Certo, se piove ogni giorno, è molto elevato il
rischio di annoiarsi, per i ragazzi, costretti a
restare al coperto ed al chiuso della struttura del
“lagher”.
Ma questo accade nel caso in cui non ci siano
presenti degli educatori speciali!
Con Alieg, Mascha e Tatiana infatti ... il
divertimento è sempre assicurato!
Sempre
e
con
qualsiasi
condizione
meteorologica.
Dalle due colonie, così, giungono notizie
rassicuranti in città: i “ragazzi”, nonostante il
maltempo, si divertono a più non posso grazie a
tutto ciò che “inventano” gli educatori.
E quando una delegazione parte da San
Pietroburgo per far loro visita ... scopre che i
“ragazzi” sono addirittura cresciuti in statura e
sono quasi irriconoscibili!
Il prezzo del pane aumenta …
come la dieta di molte “babusche”
La notizia non è certamente di quelle che
possano far piacere.
Ma è stata data alla metà di luglio.
Ed ora chi lo mangia più il pane?
Così, da un giorno all’altro, il prezzo del pane
dovrebbe vedere un aumento del venti per cento!
E con il pane dovrebbe aumentare anche la farina
e poi qualcosa d’altro!
Insomma: si prospettano tempi duri!
In questi ultimi due o tre anni le cose, soprattutto
nelle due città di Mosca e di San Pietroburgo,
sono notevolmente migliorate.
Gli stipendi medi sono duplicati o addirittura
triplicati e le pensioni pure.
Un miglioramento che si vede anche ad occhio
nudo!
Se l’estate scorsa ristrutturavano le facciate dei
palazzi ottocenteschi, quest’estate, oltre che a
proseguire in questa opera, l’obiettivo delle
ristrutturazioni, a giudicare dal numero dei
ponteggi, sembrano essere i cortili.
I privati, invece, mettono i doppi vetri alle
finestre ed alcuni abbandonano le “Comunalke”
per acquistare o prendere in affitto un
appartamentino più dignitoso.
Sono circa cinquecentomila, però, mi ha detto
una guida turistica recentemente, le persone che
vivono a San Pietroburgo ancora in
“condivisione”, dove le condizioni di vita ... non
si può dire certo che siano del tutto ottimali!
Ma la tendenza, nelle grandi città, è sicuramente
volta al positivo, per quel che concerne
l’economia.
Nonostante un aumento del prezzo del pane così
vistoso e le conseguenti lamentele!
Al contrario, non si può dire altrettanto riguardo
ad alcuni problemi sociali: dilaga la
tossicodipendenza, l’alcolismo e l’AIDS.
Problemi sociali a cui bisognerà pur iniziare a
metterci mano, se il Signore vorrà!
Quel che si fa per esprimere la nostra solidarietà,
infatti, risulta essere proprio ancora una piccola
goccia nel mare dei problemi.
Inoltre, sono sempre di più i “nostri” ragazzi a
cadere in certe trappole.
Del resto ... quali altre prospettive hanno!
Tornando al pane, bisogna dire che, ad essere
maggiormente colpiti da un simile innalzamento
del prezzo del pane, comunque, saranno
soprattutto, presumibilmente, le persone anziane,
che spesso, già, si limitavano a mangiare proprio
... pane ed acqua!
In un cortile, all’inizio della centralissima
Moscosksij prospiekt, vi è una “catapecchia” che
ritira il “vuoto”; ritira cioè il vetro, le bottiglie di
vetro vuote, per rivenderle a chi le riciclerà.
Non solo vetro, in realtà.
Anche lattine.
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Inutile dire che la maggior parte di lattine e
bottigliette di vetro portano appiccicata addosso
un’etichetta di una marca di birra!
Ma inutile dire anche che, di fronte alla baracca
in lamiera, vi è sempre una fila di “babusche”: le
“nonne”, le vecchine che, dopo aver vagato per la
città in cerca di bottigliette vuote e lattine, dopo
aver rovistato nella spazzatura e dopo averne
riempito interi borsoni, portano bottiglie e lattine
in questo posto, in cambio di pochi rubli con i
quali ... arrotondano la pensione.
Ma ora, le “babusche”, con il prezzo del pane
salito alle stelle ... non potranno far altro che
sperare nella diminuzione del costo della birra e
nell’aumento dei suoi consumatori (!).
dall’inizio dell’estate nelle colonie fuori città, sul
Golfo di Finlandia, Denis, con qualcun altro, ha
pensato bene di dare una sistemata ai muri delle
quattro stanze che formano il “Centro diurno”.
In attesa dell’ultimo timbro
Particolare del “Sacro Cuore”
Una scrostatina ai muri e alle volte della Chiesa,
cioè: segno della forte umidità e di qualche
perdita d’acqua; una sistemata alle finestre per
chiudere qualche buco che in inverno consente
all’aria gelida di entrare nelle camere e poi ... una
bella imbiancata a tutto quanto.
E così, quando i “ragazzi” rientreranno in città,
troveranno un ambiente un po’ rinnovato, più
accogliente e pulito e ... con qualche spiffero in
meno!
La chiesa del “Sacro Cuore”
Al Sacro Cuore i lavori di ristrutturazione sono
bloccati, per ragioni burocratiche, ormai da ...
alcuni anni.
A volte sembra proprio che non se ne venga
fuori!
Il fatto è che ... vi è anche una vera e propria
urgenza di dover ristrutturare: e non solo per
ragioni estetiche.
Sufficiente sarebbe alzare la testa e guardare
l’impianto elettrico: padre Epifanio ci deve
mettere tutto il suo impegno, lassù, per evitare il
peggio!
Così si gira per uffici in cerca di timbri e firme,
con la speranza di vedere, prima o poi, l’ultimo
timbro e l’ultima firma sull’ultimo documento,
che consenta di iniziare i lavori.
E prima o poi ... questo avverrà!
In attesa, intanto, approfittando dell’assenza dei
“ragazzi del secondo piano”, che si trovano
Nuove “stanze” accoglieranno
i frati di San Pietroburgo
Ristrutturazione dell’appartamento per i frati
I lavori di ristrutturazione del nuovo
appartamento per i frati sono proseguiti anche
per tutto il mese di luglio.
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L’appartamento, che si trova nello stesso
palazzo, al piano superiore a quello abitato
attualmente dai frati, servirà per accogliere, dal
mese di settembre, i giovani francescani che, al
termine dell’anno di noviziato, entreranno a far
parte della Fraternità di San Pietroburgo.
A San Pietroburgo, infatti, i giovani frati
potranno proseguire la loro formazione
francescana e frequentare il Seminario Cattolico
per la loro formazione teologica.
Dal mese di settembre, inoltre, la Fraternità
Francescana sulle sponde della Neva, accoglierà
anche un paio di frati che si prepareranno, con lo
studio della lingua russa, ad entrare a far parte
della Fondazione San Francesco d’Assisi Russia
e Kazakhstan.
Qui, questi frati, si fermeranno per il periodo
necessario alla loro preparazione, per poi
trasferirsi nelle altre Fraternità della Fondazione.
Proprio necessario, dunque, risultava essere
l’acquisto di tale appartamento e la sua
sistemazione, così che le quattro stanze in più
che ne usciranno al termine, verranno subito tutte
occupate a partire dal mese di settembre!
Brat Stefano
Se vuoi aiutare i Frati Francescani
di San Pietroburgo
puoi inviare offerte a:
• Provincia di Lombardia dei Frati
Minori San Carlo Borromeo
Banca Intesa, Via Statuto 18, 20121
Milano CIN Y ABI 03069 CAB
09452 c/c 000006831086
• Curia Provinciale dei Frati Minori,
conto corrente postale n. 29396207
In entrambi i casi è indispensabile segnalare la
causale di versamento: BRATSKIJ MIR
(Russia) e specificare l’intenzione delle
offerte (Centro di crisi per bambini di strada,
opere
caritative,
opere
parrocchiali,
ristrutturazione della chiesa parrocchiale,
intenzioni di Sante Messe, … altro.).
Per ulteriori informazioni puoi rivolgerti a:
Segretariato delle missioni francescane
Via Farini 10, Milano. Tel. 02/29005998
e-mail: [email protected]
Oppure: e-mail [email protected]
tel 3498739685
Con immenso affetto e con la preghiera
siamo vicini
a mamma Emanuela e a papà Andrea
ai nonni e agli zii
per la perdita del loro piccolo
Tobia
Università della Terza Età
di Vicenza
con Don Giuseppe Dal Ferro
Parrocchia San Vincenzo
di Viganò Brianza (LC)
con Don Enrico Baramani
Russia Cristiana
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