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Viesti, le Notizie di Bratskij Mir Anno V - Numero 8 - Agosto 2007 NOTIZIE DA SAN PIETROBURGO Sulla riva del Golfo si vive lo “Spazio della gioia”! Per la gioia? Ci vuole spazio! Tanto spazio! E’ sufficiente ... la riva del Golfo di Finlandia? Sì. Sì, sicuramente. Allora ... tutti in macchina. E che macchina! “Così vivono solo i figli dei milionari italiani!” ha esclamato padre Alexiei, appena vista spuntare, di fronte alla Cesminskaia, la Mercedes bianca che avrebbe portato lo “Spazio della gioia” sul Golfo. Ma che diavolo: per dare spazio alla gioia ... anche la Ferrari, se necessario! E a far che sul Golfo? I timori erano tanti, prima di partire il trenta giugno. Certamente, il tempo dei giorni precedenti ... non era di quelli che promettevano un gran che di felicità! Pioggia assai spesso, a volte battente e molto violenta; vento, a volte anche molto forte, di quelli che non soffiavano a San Pietroburgo da un bel pezzo; addirittura temperature ... fresche. Insomma, una tipica estate della città zarista, di quelle che il gran caldo ed il sole stabile dello scorso anno avevano sbrigativamente e ingannevolmente fatto dimenticare. Ma i veri timori erano di altro genere. Lo “Spazio della gioia” è un progetto del “Centro di crisi per bambini”. Un progetto che ... mi sta molto a cuore e, dunque, come tutte le cose preziose, di cui pubblicamente si parla poco; sì, perché … chi parla dei suoi ricchi segreti e delle cose preziose che ha in casa? La brava Galia, psicologa (ma ciò non è poi così importante), è anima di questa realtà, che raggruppa ormai parecchi ragazzi e ragazze autistici, assieme alle loro mamme. Parte dell’allegra compagnia E i papà? Già: me lo chiedo anch’io! I papà, perché non frequentano il gruppo “Spazio della gioia” che organizza molte occasioni, e tanto di più, per donare un po’ di allegria e tanto spazio a questi ragazzi ed ai loro genitori? Semplice: i padri, nella maggioranza dei casi, sono spariti formandosi una nuova famiglia, lasciando alle eroiche madri, a quelle per lo meno che hanno una coscienza, tutti gli oneri nei confronti dei figli ammalati. Già, a quelle che hanno una coscienza, perché altrimenti anche le altre madri “spariscono dalla circolazione”, “scaricando” il figlio, nelle migliori delle ipotesi, all’“Internat”. Ma questa volta, tra i partecipanti al primo campeggio organizzato dallo “Spazio della gioia” sul Golfo di Finlandia, un papà, finalmente, c’era! Aveva fatto capolino in Galia, dunque, alla vigilia della partenza, oltre che per il tempo atmosferico, qualche comprensibile timore nel portare questi ragazzi per la prima volta in campeggio sul Golfo, seppur essi fossero accompagnati dalle loro mamme, da altri collaboratori del “Centro di crisi per bambini” e da cari amici volontari. Ma i timori, alla vista della Mercedes bianca ... se ne sono volati via assieme al vento, alle nuvole ed alla pioggia che non sono più, miracolosamente, ricomparsi fino ad... esattamente al ritorno in città della “truppa”! Insomma, arrivati in “Mercedes” al posto prescelto, vicino alla spiaggia, diciassette persone si sono messe a piantare le tende che qualche ragazzo vedeva per la prima volta in vita sua. Si gioca in spiaggia Già. Chi lo avrebbe mai detto. Almeno uno ...! Si pesca! E, così, lo “spazio” si è colmato ben presto di gioia, non lasciando assolutamente nessuna tregua alla malinconia, al punto che Galia, facendo eco a padre Alexiei, ha detto e scritto: “E se anche i figli dei milionari vivessero così ... Dio allora dia loro di provare la gioia vera: quella provata da noi in campeggio!”. Tutti in tenda E le ore, poi, al campeggio, sono volate ... come volano via tutte le cose belle: in gran fretta! Canti, giochi, passeggiate sulla spiaggia e nei boschi dell’entroterra, bagnarsi i piedi nel mare non propriamente tiepido; e poi la preparazione del cibo alla “spartana”, la notte passata in tenda, i rumori del bosco vicino e delle onde del mare e ... la presenza di un papà! Tutti in spiaggia 2 E, come se non bastasse, qualcun altro ha aggiunto: “ ... dopo questa fantastica esperienza ... mi è più facile stare in mezzo alla gente!”. L’autismo! Già, se fosse sufficiente un campeggio per ... Ma sicuramente il campeggio è stato soddisfacente per creare uno “spazio” nella routine quotidiana di questi ragazzi e delle loro mamme (e di un papà) fatta, generalmente e troppo spesso, di solitudine, solitudine e poi ancora tanta solitudine. Si gioca a frisbee Ed è per questo, quindi, che Galia e soci, prima di iniziare da settembre il nuovo “anno sociale”, con tante belle novità, hanno già messo in programma un’altra gita di tre giorni, con l’autobus, come quella dello scorso anno: per star sempre più insieme a questi ragazzi ed alle loro famiglie. Per stare assieme a loro ... nella gioia! Le 50 candeline di “Russia Cristiana” Padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana Cinquant’anni! Auguri! E grazie. Grazie, di cuore. Padre Romano Scalfi l’ha fondata nel millenovecentocinquantasette, con l’intento di far conoscere in Occidente, ed in Italia in particolare, tutta la ricchezza della tradizione spirituale, culturale e liturgica della Chiesa Russa. Obiettivo perseguito in piena epoca sovietica, quindi, durante la “perestroika” e fino ai giorni nostri. Padre Scalfi pose il suo quartier generale a Villa Ambivari di Seriate, nella bassa bergamasca, ed attorno a lui si radunarono molti giovani che divennero suoi validi collaboratori in questa cinquantenaria esperienza di amore ad un popolo, quello russo, alla sua religiosità e cultura. Egli trovò, da subito, l’amicizia e la collaborazione di Monsignor Enrico Galbiati, che diverrà più tardi Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, e di don Luigi Giussani: incontro decisivo per il futuro di Russia Cristiana che, già negli anni sessanta, fece conoscere per la prima volta in Italia il “samizdat”: la letteratura clandestina dell’epoca, composta dai dissidenti. A Villa Ambivari, intanto, sorgevano anche numerose attività atte a raggiungere gli scopi che si era prefissato padre Romano: attività che proseguono a spron battuto tutt’oggi. Così, ieri come oggi, un coro accompagna le ricche liturgie bizantine; le edizioni di Russia Cristiana, “La casa di Matriona”, pubblicano in italiano varie opere dell’oriente cristiano facendone conoscere la tradizione letteraria, artistica, filosofica e teologica; la rivista, “La nuova Europa”, è sede di confronto sui temi dibattuti nel vecchio continente con la pubblicazione di materiale d’archivio e inedito, studi e ricerche, interviste, testimonianze e reportage. La biblioteca di Villa Ambivari conta più di ventunmila volumi e costituisce la più vasta biblioteca sulla Russia e l’Unione Sovietica del territorio italiano. Essa è in continuo aggiornamento e si arricchisce di testi in italiano e in russo. Arte, letteratura, filosofia, religione, storia, diritto, dissenso, ateismo sono le voci più significative della biblioteca. Ma dalla fine degli anni settanta, a Seriate è attiva anche un’importante “Scuola iconografica”, che si arricchisce di volta in volta 3 grazie all’esperienza e stage guidati dai grandi iconografi russi. In questi decenni, la “Scuola iconografica di Seriate” ha organizzato anche grandi mostre di icone, come quella dell’ottantanove in Vaticano. Ma “Russia Cristiana”, grazie all’esperienza maturata in questi cinquant’anni, appena apertasi la possibilità, non si è limitata a svolgere la propria attività in Italia; ha iniziato anche ad organizzare viaggi e pellegrinaggi in terra russa, favorendo così l’incontro con la realtà locale, oltre che permettere ai viaggiatori di gettare lo sguardo sulla cultura e l’arte russa. Infine, nel duemilaquattro, “Russia Cristiana” in collaborazione con la Caritas Diocesana di Mosca e con la Facoltà teologica ortodossa di Minsk, ha aperto nel bel centro di Mosca uno spazio librario: la “Biblioteca dello spirito”, che favorisce lo scambio culturale tra la tradizione orientale e quella occidentale. Salutata benevolmente all’apertura dalle autorità religiose della Chiesa cattolica e da quella ortodossa, la “Biblioteca dello spirito” è diventata, fin da subito, non solo un’importante libreria specializzata, ma anche un importante luogo di incontro in cui, in occasione di conferenze o altro, si ritrovano assieme cattolici ed ortodossi, accomunati dalla cultura e dalla ricerca. La “Biblioteca dello spirito”, inoltre, ha già iniziato a pubblicare opere della tradizione occidentale in Russia, favorendo così la conoscenza reciproca. Cinquant’anni vissuti tutti d’un fiato, quelli di Russia Cristiana, dunque. A pieno ritmo, cioè. Senza soste, con entusiasmo e con una grande passione nel cuore: la Russia! La Russia e la sua “cristianità”. Tanti auguri ancora, dunque. E grazie per questa passione per la Russia che, seppur cambiati i tempi storici in questi cinquant’anni, non è mai venuta meno. Anzi, si è arricchita di tante altre iniziative. Ai prossimi ... cinquanta! Musica Sacra e Teologia Sacramentaria aprono il cammino “A Sua Santità Papa Benedetto XVI con affetto cristiano e gratitudine”: e chi se l’aspettava una cosa del genere? Padre Sierghiei me lo aveva preannunciato un paio di settimane prima; ma io, in verità, non avevo prestato allora troppa attenzione e non aveva capito bene cosa volesse dirmi. Ma una domenica di luglio, al termine della liturgia serale nella Chiesa della Santissima Trinità, mentre mi avvicinavo a baciare la Croce, padre Sierghiei, diacono, interrompendo il canto, mi bisbiglia in un orecchio: “Non uscire subito, devo darti una cosa!”. Mi sono così fermato e mentre gli altri fedeli si allontanavano, padre Sierghiei, riapparendo da dietro l’Iconostasi mi ha donato un CD (e pensare che io non so neppure cosa sia e come si faccia per farlo funzionare!) con stampate, in un italiano ortograficamente un po’ scorretto, in verità, la frase dedicatoria al Papa Benedetto XVI. In copertina anche una foto d’epoca della Cattedrale: quando ancora erano ben visibili le cupole lignee più alte d’Europa, andate in cenere lo scorso anno a causa di un incendio, le cui origini sono ancora tutte da chiarire. Ed è proprio la cupola centrale, avvolta nelle impressionanti fiamme dello scorso anno, a riempire il retro della copertina di questo CD che contiene “La Messa” eseguita dal Coro della Cattedrale della Santa Trinità di San Pietroburgo. “Messa” diretta e composta da Jury Volotkovsky. Un compositore di Musica Sacra ortodosso, così, che si è messo a comporre Musica Sacra cattolica! In latino, per di più! E non è il primo. Come pure vi sono stati, nella storia, compositori cattolici che hanno scritto “Messe ortodosse”. Un Coro ortodosso, quello di una delle Cattedrali più importanti di San Pietroburgo, diretto dallo stesso compositore Jury Volotkovsky, che si mette a cantare una “Messa” cattolica e ad incidere la propria esecuzione su un CD! E poi quella dedica al Papa! Perché? Boh! Non l’ho chiesto a padre Sierghiei. Non mi sembrava il caso. Magari, prima o poi, glielo domanderò. Del resto non ho avuto quasi modo di porre domande. Si è avvicinato, infatti, anche padre Constantin che mi ha portato un'altra copia del CD ... perché i frati sono molti e uno non basta! 4 E poi padre Veceslav ... fresco fresco di ordinazione sacerdotale: tanti auguri a questo giovane sacerdote ortodosso che vuole presentare una tesi presso l’Accademia teologica di San Pietroburgo sulla comprensione della “Teologia Sacramentaria” nella Chiesa Cattolica e nella Chiesa Ortodossa. Un lavoro scientifico importante, quello che si prefigge di compiere padre Veceslav, che aiuterà senza dubbio la conoscenza reciproca delle Chiese su uno dei pilastri su cui si fondano entrambe le stesse Chiese: la Sacramentaria. Una ricerca che darà senz’altro i suoi frutti, e non solo scientifici. Per questa ricerca scientifica, infatti, padre Veceslav ha chiesto aiuto a noi frati; egli sarà, così, a pranzo da noi, per poi parlare ... della comprensione dei Sacramenti dal punto di vista della teologia cattolica e, certamente, dal punto di vista ortodosso. Tante preghiere per Padre Bossi Padre Giancarlo Bossi La speranza non ha mai ceduto alla trepidazione. Non ho mai conosciuto padre Giancarlo Bossi. Le nostre strade, infatti, non si sono mai incrociate: lui era già da quattro anni in missione nelle Filippine quando io sono entrato in Convento. Pur essendo della stessa cittadina, poi, siamo in realtà originari di due parrocchie diverse. Ma appena giuntami dalla “rete” la notizia del suo rapimento ... mi sono messo a pregare! A pregare si sono messi anche, informati del fatto, gli altri frati della mia Comunità ed i parrocchiani del Sacro Cuore. Alla sera, tardi, davo ogni giorno un’occhiata alle notizie, leggendole sugli informatori internet italiani, con la speranza di poter trovare finalmente quell’annuncio che tutti si attendevano. Ho letto, così, delle molte iniziative organizzate, ad iniziare da quelle di preghiera delle Parrocchie di Abbiategrasso, del PIME, della Diocesi di Milano. Ho letto anche della grande testimonianza di fede e di speranza da parte dei parenti. Ho saputo dei tanti appelli e delle varie iniziative di solidarietà volte a chiederne la liberazione. Sì, ho letto anche delle polemiche. Leggevo e pregavo. Pregavo e facevo pregare. Sì, perché solo il Signore ha toccato il cuore dei rapitori, un bel giorno, e solo la preghiera di tanti ha toccato il cuore del Signore. Non sono noti i motivi del rapimento. Con la speranza che tutto si concludesse nel migliore dei modi, con la sua liberazione, e che padre Giancarlo potesse tornare al più presto all’affetto dei “suoi” ed alla passione della sua vita, cioè l’avvento del Regno di Dio tra i suoi poveri che tanto amava, a volte la mia mente andava a tutti quanti, anche qui in Russia, sono stati vittime di episodi di violenza a motivo della loro fede. La mente correva così ai perseguitati ed ai martiri. Ho chiesto la loro intercessione per la liberazione di padre Giancarlo. Ho chiesto l’intercessione di padre Epifanio Akulov. E una sera, il diciannove luglio, finalmente, la notizia in internet della sua liberazione! Il mattino successivo avevo, assai presto, in Parrocchia, un incontro con un gruppo italiano. E’ stata così celebrata una “Messa di ringraziamento” ed il parroco italiano ha dato ai suoi pellegrini l’annuncio della liberazione di padre Giancarlo, in quanto ancora non lo sapevano. Poi la Liturgia della Parola di quella Messa, con una parola emergente dalle letture, che predominava su tutte le altre: liberazione. Dio è la nostra liberazione! Grazie Signore, nostra liberazione, perché hai ascoltato la preghiera per padre Giancarlo, elevata da ogni angolo della terra ed in molte lingue. 5 Grazie a padre Giancarlo, per la sua testimonianza di fede nella prova. Grazie ai suoi familiari, per la loro fortezza. Grazie ai suoi confratelli del PIME per la loro solidarietà. Grazie alle Parrocchie di Abbiategrasso ed a tutti i suoi e miei concittadini che so, dalle cronache giornalistiche, essersi stretti attorno a lui, chi nella preghiera e chi semplicemente nella solidarietà; essersi stretti attorno ad un uomo, un sacerdote, un missionario che sta dedicando tutta una vita al Regno di Dio ed alla sua giustizia. Frate Nicholas, che si è sempre lasciato guidare dal Signore, leggendone la volontà nelle pieghe della storia dell’uomo, venendo a sapere che un intero Continente, l’Africa, si preparava a morire a causa di questa malattia, non ci ha pensato due volte: chiese di partire missionario per il Sud Africa. E, dopo la debita preparazione, si ritrovò in una Johannesburg afflitta dall’AIDS e dall’Apartheid. Frate Nicholas impara la lingua degli africani, ne visita spesso i ghetti a Soweto. Sta dalla loro parte, celebra la Messa nella loro lingua. Frate Nicholas: tra i poveri e gli ammalati di tutto il mondo Ci vuole del coraggio! E frate Nicholas ... ce l’ha! Ne ha da vendere! Nicholas è diventato prima cattolico, poi Frate Minore (Francescano) e quindi sacerdote, dopo aver visto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale in Giappone. Nato sull’isola di Sachalin, l’isola dalla forma allungata nel Pacifico, nell’Estremo Oriente russo; rifugiato in Giappone assieme a quattrocentomila altri suoi connazionali, frate Nicholas vide morire molti suoi amici sotto le città giapponesi bombardate; altri morirono invece di fame per via dell’assedio. Uno dei sui fratelli, scelta che non riesce ancora oggi a comprendere e tanto meno a condividere, fu uno dei primi “kamikaze” lanciatosi, suicida, contro gli americani, verso la fine della Guerra del Pacifico. Di fronte alle distruzioni della guerra, Akio, questo il suo nome giapponese, iniziò a riflettere, finché ... divenne Tommaso! Divenne Tommaso, dopo aver chiesto, da buon giapponese, il parere ed il permesso dei parenti, rimasti tutti buddisti. E di lì a poco, dopo il battesimo ... divenne addirittura frate Nicholas, francescano e sacerdote cattolico. Da subito, frate Nicholas, mostrò i suoi interessi: formatore nel Seminario francescano di Tokio e impegnato in un lebbrosario giapponese, a contatto con i malati più poveri e rigettati dalla società. Aveva ancora i capelli neri, allora! Poi, qualche decennio più tardi, l’apparire di una nuova malattia: l’AIDS. Frate Nicholas nei ghetti di Johannesburg Ma fa amicizia anche con i bianchi; da buon francescano capisce che lui deve essere un “ponte”! Frate Nicholas conosce Nelson Mandela e l’Arcivescovo anglicano Desmond Tutu che, per la loro opposizione all’Apartheid, furono premiati con il Nobel per la pace, rispettivamente nel millenovecentonovantatrè e nel millenovecentottantaquattro. Il frate giapponese comprende il dramma politico e sociale dei neri del Sud Africa e capisce anche che l’AIDS, in Africa, presto sostituirà l’Apartheid nel flagellare la popolazione di colore. Così, pur continuando a dare una mano nella casa di formazione francescana di Johannesburg, dove novizi neri vivevano assieme a novizi bianchi, frate Nicholas coinvolge molti cittadini stranieri viventi in città, soprattutto uomini d’affari, e di lì a poco nasce una clinica modello per i suoi poveri: gli ammalati, neri, di AIDS. Quelli che nessun ospedale voleva curare: perché neri e perché ammalati di AIDS. Il sistema dell’Apartheid, con la liberazione di Nelson Mandela e la sua elezione, nel 6 millenovecentonovanta, a primo Presidente del Sud Africa, si sbriciola come tutte le fragili strutture inique umane; ma l’AIDS resta a flagellare la popolazione nera. Frate Nicholas aveva ragione. La prima cosa che frate Nicholas ha attuato, aprendo la clinica, è stata quella di costruire delle celle frigorifere: in media, nell’ospedale, morivano otto persone al giorno e non vi era posto per conservare i cadaveri prima della sepoltura! Frate Nicholas conosceva ciascuno. Frate Nicholas e i suoi piccoli ammalati di AIDS Ogni giorno, iniziava a celebrare la Messa nella cappella dei novizi o in quella dell’ospedale, ricordando i nomi dei morti del giorno precedente. Di ciascuno conosceva la storia. Ancora oggi gli vengono le lacrime agli occhi a ricordarne i nomi (seppur, da buon giapponese, racconti raramente queste cose, e solo a chi è in stretta confidenza!). Donne giovanissime. Giovanissime madri. Bambini. Intere generazioni portate via dall’AIDS! L’Africa muore. Nicholas torna in Giappone: va alla corte dell’Imperatore, che conosce personalmente, e riesce a strappare i mezzi necessari per portare avanti l’ospedale. Ospedale che ora, grazie all’opera infaticabile di frate Nicholas, può stare in piedi sulle sue gambe. Due anni fa, frate Nicholas lascia l’Africa. Ma non vuole tornare in Giappone a “viversi una meritata pensione”. L’Africa l’ha ancora nel cuore. I malati di AIDS anche. E addirittura ancora i lebbrosi. E nel suo cuore sono pure i giovani che si preparano alla vita francescana, ai quali, sia in Giappone prima, che in Africa poi, ha insegnato che essere francescani significa amare i poveri e gli ammalati, perché Gesù Cristo si è con loro identificato e lo stesso San Francesco li ha serviti. Frate Nicholas, così, aiuta ancora l’ospedale di Johannesburg grazie alle sue amicizie, ma venuto in contatto, casualmente, con un lebbrosario nei pressi di Xian, in Cina, in cui operano due francescani coreani ed uno lombardo, frate Nicholas ... si è messo ad aiutare anche loro. Frate Nicholas torna in Giappone dopo l’esperienza africana solo per un breve periodo: il tempo di chiedere il permesso di andare in Russia! E in Russia, frate Nicholas, si ritrova ancora una volta in una “casa di formazione” francescana, a San Pietroburgo, in cui dà ai giovani frati (e non solo) l’esempio di una vita di preghiera fedele, di serenità e giovialità, di pronta disponibilità e di umiltà e di serio impegno nello studio della lingua russa. Frate Nicholas fa da testimone al recente rinnovo dei voti di frate Bernardin e frate Vadim Intanto, in attesa di un lavoro pastorale più intenso, frate Nicholas è divenuto cappellano delle Suore di Madre Teresa di Calcutta, presso cui celebra la Messa in inglese: ancora una volta un servizio ai poveri. Frate Nicholas è stato festeggiato dalla sua Comunità il nove luglio, giorno del suo onomastico; per lui si è pregato, con lui si è gioito. 7 Grazie, frate Nicholas, per la tua presenza in mezzo a noi! Cronache dai “campi estivi” Quest’anno l’estate ... non è che sia proprio delle migliori! Tempo assai variabile, spesso pioggia e ... vento! Forte e fastidioso vento tutti i giorni e addirittura, a volte, “freschino”. Insomma, una tipica estate da San Pietroburgo! Un’estate che ha fatto dimenticare quella assai calda dello scorso anno e che ha creato problemi anche ai “nostri vacanzieri”, cioè ai “ragazzi” del “Centro di crisi per bambini”, in vacanza in due differenti colonie, sul Golfo di Finlandia, con i nostri educatori. Certo, se piove ogni giorno, è molto elevato il rischio di annoiarsi, per i ragazzi, costretti a restare al coperto ed al chiuso della struttura del “lagher”. Ma questo accade nel caso in cui non ci siano presenti degli educatori speciali! Con Alieg, Mascha e Tatiana infatti ... il divertimento è sempre assicurato! Sempre e con qualsiasi condizione meteorologica. Dalle due colonie, così, giungono notizie rassicuranti in città: i “ragazzi”, nonostante il maltempo, si divertono a più non posso grazie a tutto ciò che “inventano” gli educatori. E quando una delegazione parte da San Pietroburgo per far loro visita ... scopre che i “ragazzi” sono addirittura cresciuti in statura e sono quasi irriconoscibili! Il prezzo del pane aumenta … come la dieta di molte “babusche” La notizia non è certamente di quelle che possano far piacere. Ma è stata data alla metà di luglio. Ed ora chi lo mangia più il pane? Così, da un giorno all’altro, il prezzo del pane dovrebbe vedere un aumento del venti per cento! E con il pane dovrebbe aumentare anche la farina e poi qualcosa d’altro! Insomma: si prospettano tempi duri! In questi ultimi due o tre anni le cose, soprattutto nelle due città di Mosca e di San Pietroburgo, sono notevolmente migliorate. Gli stipendi medi sono duplicati o addirittura triplicati e le pensioni pure. Un miglioramento che si vede anche ad occhio nudo! Se l’estate scorsa ristrutturavano le facciate dei palazzi ottocenteschi, quest’estate, oltre che a proseguire in questa opera, l’obiettivo delle ristrutturazioni, a giudicare dal numero dei ponteggi, sembrano essere i cortili. I privati, invece, mettono i doppi vetri alle finestre ed alcuni abbandonano le “Comunalke” per acquistare o prendere in affitto un appartamentino più dignitoso. Sono circa cinquecentomila, però, mi ha detto una guida turistica recentemente, le persone che vivono a San Pietroburgo ancora in “condivisione”, dove le condizioni di vita ... non si può dire certo che siano del tutto ottimali! Ma la tendenza, nelle grandi città, è sicuramente volta al positivo, per quel che concerne l’economia. Nonostante un aumento del prezzo del pane così vistoso e le conseguenti lamentele! Al contrario, non si può dire altrettanto riguardo ad alcuni problemi sociali: dilaga la tossicodipendenza, l’alcolismo e l’AIDS. Problemi sociali a cui bisognerà pur iniziare a metterci mano, se il Signore vorrà! Quel che si fa per esprimere la nostra solidarietà, infatti, risulta essere proprio ancora una piccola goccia nel mare dei problemi. Inoltre, sono sempre di più i “nostri” ragazzi a cadere in certe trappole. Del resto ... quali altre prospettive hanno! Tornando al pane, bisogna dire che, ad essere maggiormente colpiti da un simile innalzamento del prezzo del pane, comunque, saranno soprattutto, presumibilmente, le persone anziane, che spesso, già, si limitavano a mangiare proprio ... pane ed acqua! In un cortile, all’inizio della centralissima Moscosksij prospiekt, vi è una “catapecchia” che ritira il “vuoto”; ritira cioè il vetro, le bottiglie di vetro vuote, per rivenderle a chi le riciclerà. Non solo vetro, in realtà. Anche lattine. 8 Inutile dire che la maggior parte di lattine e bottigliette di vetro portano appiccicata addosso un’etichetta di una marca di birra! Ma inutile dire anche che, di fronte alla baracca in lamiera, vi è sempre una fila di “babusche”: le “nonne”, le vecchine che, dopo aver vagato per la città in cerca di bottigliette vuote e lattine, dopo aver rovistato nella spazzatura e dopo averne riempito interi borsoni, portano bottiglie e lattine in questo posto, in cambio di pochi rubli con i quali ... arrotondano la pensione. Ma ora, le “babusche”, con il prezzo del pane salito alle stelle ... non potranno far altro che sperare nella diminuzione del costo della birra e nell’aumento dei suoi consumatori (!). dall’inizio dell’estate nelle colonie fuori città, sul Golfo di Finlandia, Denis, con qualcun altro, ha pensato bene di dare una sistemata ai muri delle quattro stanze che formano il “Centro diurno”. In attesa dell’ultimo timbro Particolare del “Sacro Cuore” Una scrostatina ai muri e alle volte della Chiesa, cioè: segno della forte umidità e di qualche perdita d’acqua; una sistemata alle finestre per chiudere qualche buco che in inverno consente all’aria gelida di entrare nelle camere e poi ... una bella imbiancata a tutto quanto. E così, quando i “ragazzi” rientreranno in città, troveranno un ambiente un po’ rinnovato, più accogliente e pulito e ... con qualche spiffero in meno! La chiesa del “Sacro Cuore” Al Sacro Cuore i lavori di ristrutturazione sono bloccati, per ragioni burocratiche, ormai da ... alcuni anni. A volte sembra proprio che non se ne venga fuori! Il fatto è che ... vi è anche una vera e propria urgenza di dover ristrutturare: e non solo per ragioni estetiche. Sufficiente sarebbe alzare la testa e guardare l’impianto elettrico: padre Epifanio ci deve mettere tutto il suo impegno, lassù, per evitare il peggio! Così si gira per uffici in cerca di timbri e firme, con la speranza di vedere, prima o poi, l’ultimo timbro e l’ultima firma sull’ultimo documento, che consenta di iniziare i lavori. E prima o poi ... questo avverrà! In attesa, intanto, approfittando dell’assenza dei “ragazzi del secondo piano”, che si trovano Nuove “stanze” accoglieranno i frati di San Pietroburgo Ristrutturazione dell’appartamento per i frati I lavori di ristrutturazione del nuovo appartamento per i frati sono proseguiti anche per tutto il mese di luglio. 9 L’appartamento, che si trova nello stesso palazzo, al piano superiore a quello abitato attualmente dai frati, servirà per accogliere, dal mese di settembre, i giovani francescani che, al termine dell’anno di noviziato, entreranno a far parte della Fraternità di San Pietroburgo. A San Pietroburgo, infatti, i giovani frati potranno proseguire la loro formazione francescana e frequentare il Seminario Cattolico per la loro formazione teologica. Dal mese di settembre, inoltre, la Fraternità Francescana sulle sponde della Neva, accoglierà anche un paio di frati che si prepareranno, con lo studio della lingua russa, ad entrare a far parte della Fondazione San Francesco d’Assisi Russia e Kazakhstan. Qui, questi frati, si fermeranno per il periodo necessario alla loro preparazione, per poi trasferirsi nelle altre Fraternità della Fondazione. Proprio necessario, dunque, risultava essere l’acquisto di tale appartamento e la sua sistemazione, così che le quattro stanze in più che ne usciranno al termine, verranno subito tutte occupate a partire dal mese di settembre! Brat Stefano Se vuoi aiutare i Frati Francescani di San Pietroburgo puoi inviare offerte a: • Provincia di Lombardia dei Frati Minori San Carlo Borromeo Banca Intesa, Via Statuto 18, 20121 Milano CIN Y ABI 03069 CAB 09452 c/c 000006831086 • Curia Provinciale dei Frati Minori, conto corrente postale n. 29396207 In entrambi i casi è indispensabile segnalare la causale di versamento: BRATSKIJ MIR (Russia) e specificare l’intenzione delle offerte (Centro di crisi per bambini di strada, opere caritative, opere parrocchiali, ristrutturazione della chiesa parrocchiale, intenzioni di Sante Messe, … altro.). Per ulteriori informazioni puoi rivolgerti a: Segretariato delle missioni francescane Via Farini 10, Milano. Tel. 02/29005998 e-mail: [email protected] Oppure: e-mail [email protected] tel 3498739685 Con immenso affetto e con la preghiera siamo vicini a mamma Emanuela e a papà Andrea ai nonni e agli zii per la perdita del loro piccolo Tobia Università della Terza Età di Vicenza con Don Giuseppe Dal Ferro Parrocchia San Vincenzo di Viganò Brianza (LC) con Don Enrico Baramani Russia Cristiana Avvisi della redazione Se ricevi Viesti attraverso la posta, ma possiedi anche un indirizzo e-mail, comunicacelo: si risparmia in tempo e ... denaro. Invia una e-mail a: [email protected], specificando anche il tuo nominativo stampato sull’etichetta di spedizione. Se conosci altre persone interessate a ricevere Viesti, ti preghiamo di non trasmettere personalmente alcuna copia, ma di comunicarne il nominativo al precedente indirizzo e-mail oppure al telefono 3498739685 (lasciando un tuo recapito): penseremo noi ad inviare direttamente Viesti. 10