Applicazione del fasciame esterno

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Applicazione del fasciame esterno
Applicazione del fasciame esterno
Introduzione
Uno dei maggiori problemi incontrati dai neofiti del modellismo navale è l’applicazione del
fasciame. Nonostante quest'argomento sia stato trattato in molte pubblicazioni, a mio parere alcune
guide e manuali di modellismo non spiegano in modo sufficientemente chiaro la tecnica corretta,
omettendo o addirittura illustrando in maniera errata alcuni passaggi importanti di questa
operazione.
Il sistema del doppio fasciame, proposto in alcune scatole di montaggio, è in parte un tentativo di
aggirare il problema; il primo strato di listelli di spessore maggiore serve solo a creare una
superficie più o meno uniforme sulla quale applicare il secondo strato; questo è costituito da listelli
di spessore ridotto, che possono essere curvati più facilmente e hanno la funzione di simulare il
fasciame reale. Il punto vero, a mio giudizio, è però: perché eseguire due volte il lavoro?
Infatti, il modo più semplice (sottolineo semplice e non facile) per applicare il fasciame è utilizzare
la tecnica impiegate per le navi vere, dove ciascuna tavola ha la propria forma, in modo che possa
essere collocata al proprio posto, seguendo la curvatura dello scafo e aderendo ai corsi superiori e
inferiori senza lasciare ampie fessure. Il procedimento è forse un po' laborioso, ma il risultato sarà
esteticamente migliore e non sarà necessario, alla fine dell’operazione, rappezzare con stucco e
inserti la superficie risultante.
Figura 1 - Vista da poppa e da prua del fasciame del Bonhomme Richard (da un disegno di Jean Budriot)
In quest'articolo ho cercato di riassumere in alcuni punti gli aspetti principali di questa operazione,
nella speranza che i lettori possano trarre qualche indicazione utile per la loro attività.
Una precisazione importante è che la mia esperienza è basata principalmente sul modellismo di
arsenale, in particolare riguardante le navi da guerra britanniche del XVIII° secolo.
1. Preparazione dello scafo
Prima di applicare i listelli occorre controllare la simmetria dell'ossatura e verificare che la
superficie da ricoprire sia il più regolare possibile. Nel caso lo scafo sia stato realizzato con vere
ordinate, esse formeranno una superficie pressoché continua e quindi l’operazione di applicazione
dei listelli risulterà semplificata. Nel caso di finte ordinate di compensato, come quelle della
maggior parte dei kit in commercio, si può intervenire inserendo tra un'ordinata e l'altra dei
riempitori, realizzati da blocchetti di legno (qualunque tipo di essenza è adatto a questo scopo,
anche quelle più “tenere”). Un vantaggio conseguente è che lo scafo risulterà molto più rigido e si
eviteranno quindi svirgolature dovute a stress causati da listelli che "tirano".
Con la carta vetrata o con una limetta si deve creare l'opportuno angolo lungo il bordo delle
ordinate, in modo che i listelli non poggino su dei "gradini", ma aderiscano perfettamente alla loro
superficie. In prossimità della prua e della poppa quest’angolo è più accentuato, a causa della
maggiore curvatura delle linee dello scafo.
Lungo la ruota di prua, la chiglia e il dritto di poppa deve essere inoltre ricavata la battura, cioè una
scanalatura a sezione triangolare (il cui angolo varia a seconda della posizione) nella quale vanno a
inserirsi le estremità dei vari corsi e, in particolare, il primo corso sopra la chiglia, chiamato anche
torello.
2. Ordine secondo cui applicare il fasciame
I primi corsi da applicare sono quelli delle cinte, cioè quelli in corrispondenza dei ponti di batteria,
formati da tavole di spessore maggiore rispetto alle altre e che, in un certo senso, fissano la curva
formata da prua a poppa dai corsi inferiori. Questa curvatura, come del resto la linea di insellatura,
si è ridotta sensibilmente nel corso dei secoli; (basti confrontare il profilo di un vascello dell’inizio
VXII sec. con quello di un vascello dei primi anni del XIX sec.).
In seguito si procede dal basso verso l'alto, cioè partendo dalla chiglia, nella cui battura va a
inserirsi il primo corso, il torello, che a prua non deve andare oltre il punto di intersezione tra la
chiglia e la ruota di prua.
Un accorgimento utile può essere quello di dividere orizzontalmente lo scafo in settori di altezza
all'incirca uguale, delimitate da linee che assecondano la curvatura dello scafo; queste linee
aiuteranno a verificare che i vari corsi di fasciame seguano effettivamente le linee dello scafo e
possono essere tracciate direttamente o rappresentate tramite cordini o sottili quadrelli di legno
incollati con poca colla vinilica.
Figura 2 - Scafo con la cinta installata
E' buona pratica applicare alternativamente un corso di fasciame sul lato destro e uno sul lato
sinistro, non tanto per evitare svirgolature (lo scafo dovrebbe essere sufficientemente rigido) ma
piuttosto per controllarne la simmetria. Dopo avere applicato ciascuna coppia di corsi si potrà
verificare, guardando da prua e da poppa, che le linee descritte dai loro bordi superiori e inferiori
siano speculari rispetto al dritto di poppa e alla ruota di prua.
3. Dimensione dei listelli
Utilizzare un unico listello per realizzare un intero corso di fasciame è qualcosa che, oltre ad andare
contro il buon senso, mal si accorda con le leggi della fisica. Mi spiego: occorre dare al listello la
curvatura necessaria per seguire le linee dello scafo; questa curvatura varia sensibilmente da prua a
poppa e segue diverse direzioni; maggiore è la lunghezza del listello e maggiori sono gli stress che
vengono introdotti nella sua struttura; è questo il motivo per cui a volte il listello si comporta come
una molla, vanificando tutti i tentativi di sistemarlo nella sua posizione. Per evitare questi problemi
si devono utilizzare più listelli lungo lo stesso corso, come avviene nelle navi vere, che verranno
curvati lungo al massimo due direzioni e tagliati in modo da assecondare la curvatura dello scafo e
seguire l'andamento dei corsi adiacenti.
Figura 3 - Proiezione del fasciame interno. Per ogni tavola vengono riportati la lunghezza e la larghezza reali,
tuttavia la forma risultante non corrisponde a quella effettiva. Da Mungo Murray "The Sixty-Gun Ship", 1768
4. Forma dei listelli
Una delle fasi critiche dell'applicazione del fasciame consiste nel dare la forma corretta a ciascun
listello; infatti, siccome le ordinate si restringono verso le due estremità dello scafo, è impossibile
utilizzare listelli di larghezza costante e ottenere un buon risultato.
Innanzi tutto occorre misurare il profilo dello scafo in diversi punti (per esempio in corrispondenza
delle ordinate), utilizzando una fettuccia o anche un semplice pezzo di spago. Riportando le misure
su un foglio si otterrà di quanto deve ridursi la larghezza complessiva dei listelli verso prua e verso
poppa. Ovviamente lungo l’ordinata centrale i listelli avranno la larghezza massima. Dividendo
ciascuna misura per il numero dei listelli si ottiene, a ogni ordinata, di quanto deve essere ridotto
ciascun listello. Questa rastrematura però non è sufficiente a garantire un risultato perfetto; infatti, il
profilo di ciascun listello deve essere corrispondente all'andamento dei listelli adiacenti (sopra e
sotto). Spesso occorre ricavare la forma corretta da una tavoletta di larghezza maggiore di quella
definitiva del listello (anche il doppio, N.B.: sottolineo di larghezza e non di spessore).
Figura 4 - I listelli, specialmente a prua e a poppa possono assumere forme anche complesse
Partendo dal torello si osserva che, una volta applicato lungo la chiglia, il suo bordo superiore forma
una curva. Riportando questa curva su una striscia di cartoncino leggero si ottiene la curva del
bordo inferiore del secondo corso (che verrà applicato sopra il torello). Una tecnica molto pratica
per riportare il profilo consiste nell’adagiare la striscia sullo scafo e tracciare la curva con un
compasso ad apertura fissa, appoggiando la punta metallica sul bordo superiore del listello.
Figura 5 - Il profilo del bordo inferiore è stato riportato su una striscia di carta. Lungo i tratti verticali verranno
riportate le misure della larghezza del listello in corrispondenza di ciascun’ordinata.
Sulla stessa striscia di cartoncino si riportano le misure relative alle larghezze in corrispondenza
delle ordinate, per cui si avranno un certo numero di punti che, una volta raccordati tra di loro,
formeranno il profilo superiore del secondo corso. A questo punto non rimane che riportare su legno
il profilo complessivo, tagliare e rifinire il bordo dei listelli che compongono il secondo corso.
Il procedimento verrà quindi ripetuto per i corsi superiori fino ad arrivare alle cinte.
5. Piegatura dei listelli
A seconda dell'essenza utilizzata i listelli saranno più o meno rigidi. Bisogna il più possibile evitare
di forzarli nella loro posizione, per evitare rotture e stress nella struttura del modello.
Se il legno utilizzato è eccessivamente fragile o secco sarà difficile dare ai listelli la giusta curvatura
senza romperli; alcune essenze non si prestano a quest’operazione, mentre altre come il pero, il
melo o il ciliegio sono più adatte1. Sarebbe ideale utilizzare un legno compatto, senza venature
troppo evidenti e di colore uniforme. Occorre prestare attenzione anche al fatto che i listelli siano
tagliati lungo la direzione della venatura, altrimenti sarà più probabile che si verifichino crepe o
rotture al momento della piegatura.
Per dare la curvatura si possono utilizzare diverse tecniche; la maggior parte di queste prevede che
il listello venga prima bagnato e successivamente riscaldato. L'azione del calore e la successiva
formazione di vapore infatti alterano la struttura cellulare del legno, per cui questo tende a formare
una concavità dalla parte della fonte di calore. E' importante non lasciare troppo a bagno il legno e
non utilizzare fonti di calore a temperatura troppo elevata, per evitare di rovinare l’aspetto del
legno, in particolare se il fasciame verrà lasciato “a vista”.
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Riguardo alle essenze da utilizzare nella realizzazione di un modello occorrerebbe un articolo a parte, essendo
l’argomento vasto e, per certi aspetti, controverso.
Prima di incollare il listello occorre che questo sia perfettamente asciutto, quindi si può tenere in
posizione con vari metodi (spilli, mollette, elastici, etc.) fino al momento dell'incollaggio.
6. Fissaggio dei listelli
Per garantire una buona adesione del fasciame allo scafo (avendo seguito i suggerimenti al punto 1.)
è sufficiente una buona colla vinilica. Specialmente nei punti più critici sarà meglio utilizzare le
solite mollette, elastici etc. per tenere in posizione il listello per il tempo necessario alla colla per
fare presa.
7. Finitura
Una volta terminata l'applicazione dei listelli non rimane che carteggiare lo scafo in modo da
renderlo perfettamente levigato. Ovviamente possiamo rimediare ai piccoli difetti con leggere
stuccature.
In seguito si può cercare di simulare in vari modi i sistemi utilizzati nelle navi vere per fissare le
tavole del fasciame; a questo proposito suggerisco di fare un po' di ricerca prima di applicare
miriadi di chiodini lungo lo scafo; spesso il risultato, oltre che esteticamente discutibile è anche
poco realistico dal punto di vista storico.
Figura 6 - In questo modello della nave Hancock sono stati riprodotti accuratamente i chiodi di legno con cui
venivano fissate le tavole del fasciame alle ordinate
L'ultima operazione consiste nell’applicare il colore (smalto o acrilico) o la verniciatura al naturale
(utilizzando oli, cera, vernici etc.).
Personalmente credo che un fasciame ben eseguito possa anche essere lasciato al naturale; ritengo
invece che siano da evitare invece gli strati di colore o di vernice troppo spessi, che tolgono
realismo al modello; è inoltre preferibile applicare il colore o la vernice in più mani, ripassando la
superficie con carta abrasiva molto fine tra una mano e l’altra.
8. Ultimo suggerimento
Può capitare che il calcolo della larghezza porti (specialmente a prua) a dei listelli eccessivamente
rastremati; in questi casi si può rimediare adottando le seguenti alternative, applicate anche nelle
navi vere:
A. Uno o più listelli immediatamente sotto la cinta terminano prima di raggiungere la prua,
formando un "dente" che si va a inserire nel listello sottostante che, di conseguenza, da quel
punto in poi si allarga:
Figura 7
B. Un listello si interrompe indentandosi con quello superiore e quello inferiore:
Figura 8
A poppa invece può succedere che sia necessario aumentare la larghezza dei listelli in
corrispondenza della battura del dritto di poppa. Si possono quindi utilizzare le soluzioni precedenti,
con la differenza che i listelli si allargano verso il dritto di poppa, come illustrato nella figura
seguente:
Figura 9 - Soluzioni alternative dell'applicazione del fasciame a poppa
Ricordo infine che i listelli che formano i corsi vanno sfalsati tra di loro, in modo analogo a quello
che accade per il fasciame dei ponti.
Figura 10 - Modello di sloop nel museo di Annapolis: le tavole del fasciame dei vari corsi sono sfalsate seguendo
uno schema regolare. Foto di Tomasz Aleksinski
9. Bibliografia
PETER GOODWIN , ‘The Construction and Fitting of English Man of War 1650-1860’, Naval Institute Press 1992.
J. DODDS & J. MOORE, ‘Building the Wooden Fighting Ship’, Hutchinson 1984.
E. AYMO BOOT, ‘Come costruire un modello di veliero’, Hoepli 1980.
DAVID ANTSCHERL, ‘A Primer on Planking’, in Workships to Workboats Vol 3 - N. 1,2.