Uscire o rimanere?

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Uscire o rimanere?
Uscire o rimanere?
Una prima analisi dei pareri espressi
dai giovani e dalle loro madri
nell'indagine Idea e nello studio
qualitativo condotto dall’unità di
Urbino.
Gabriella Cortesi - Nicola Giampietro - Isabella Quadrelli
Indagine Idea
Confronto fra ipotesi e
percezioni di figli e madri.
La convivenza
Come viene giudicato dai genitori il fatto che il
figlio viva ancora con loro.
Se in famiglia si è discusso della
“uscita” del figlio.
possibile
Vantaggi e svantaggi dell’uscita
Ai giovani è stato sottoposto un elenco di vantaggi
e svantaggi connessi all’evento della separazione
dai genitori, ed è stato loro chiesto se
ipoteticamente potrebbero realizzarsi nel caso
lasciassero la casa d’origine, o se si sono
effettivamente verificati una volta compiuto il
passo.
Le madri hanno valutato i vantaggi e gli svantaggi
che potrebbero trarre sia i figli al momento della
separazione, sia loro stesse e il partner.
Fattori che favoriscono l’uscita
Entrambe le parti hanno valutato l’incidenza di
una serie di fattori sul far sì che i giovani possano
andare a vivere da soli, convivere o sposarsi:
completare il percorso di studio
trovare un lavoro stabile o almeno
sufficiente all’auto-sostentamento
disporre di un'abitazione adeguata alle
proprie esigenze
incontrare il partner “giusto
Atteggiamenti
rispetto alle tipologie di uscita
Atteggiamento e reazioni dei genitori rispetto alla
possibilità che il figlio si sposi, vada a convivere o
a vivere da solo nell’arco dei successivi 3 anni.
Atteggiamento dei genitori nei confronti della
convivenza.
Osservazione dei figli sugli atteggiamenti dei
genitori.
Gli aiuti dei genitori
casa
contribut
sostegno
nipot
o
faccende
i
economic
o
Aiuti che la famiglia sarebbe disposta a fornire al
figlio nel caso in cui lasci la casa d’origine per
andare a vivere da solo, convivere o sposarsi.
Ipotesi dei giovani.
Esperienza dei giovani usciti dalla famiglia
d’origine.
Confronto fra le generazioni
Le madri hanno riflettuto su alcuni aspetti salienti
della relazione genitori-figli, riferendosi sia alla
loro esperienza attuale di madri che con-vivono
con i figli, sia a quella passata di figlie che
vivevano con i propri genitori.
partecipazione ai problemi della famiglia
tempo trascorso in essa
rispetto e conflitto tra genitori e figli
autonomia di figli e genitori
cura, assistenza e aiuto
Studio qualitativo – unità di Urbino
I fattori che hanno favorito i diversi percorsi di
giovani di età compresa tra 23 e 27 anni che vivono
in famiglia o da soli, coniugati o conviventi.
Gli orientamenti verso famiglia e fecondità dei
giovani che sperimentano diversi percorsi della
cosiddetta transizione allo stato adulto.
Il ruolo svolto dagli “altri significativi” (genitori,
partner, rete amicale) nelle scelte dei giovani
(diversi percorsi di transizione, influenze sugli
orientamenti verso famiglia e fecondità).
Le norme sociali che strutturano il corso di vita e
che influenzano le cadenze degli eventi legati alla
transizione allo stato adulto.
Studio qualitativo –
caratteristiche
Metodologia: approccio biografico.
Campione: giovani uomini e donne che vivono in
famiglia, da soli, che sono coniugati e che
convivono e le loro madri.
Numerosità: 69 interviste, di cui 53 ai giovani e
16 alle madri.
Concetti chiave e dati
Costruzioni
socioculturali
Costruzioni
socio-culturali
Considerare il processo di socializzazione ed
educazione familiare, la così detta transizione allo
stato adulto, nonché l’osservazione di questi
fenomeni nella società e nelle teorie che ne
discutono, non come “categorie universali”, bensì
come costruzioni socioculturali che riflettono cioè
la storia, la cultura, della particolare società in cui
si manifestano (specificità della cultura moderna).
La famiglia contemporanea
9I
genitori hanno cessato progressivamente di
essere interpreti autorevoli del mondo per i loro
figli.
9I figli possiedono una speciale forma di “capitale”
che i genitori generalmente riconoscono, che
permette loro di esprimere ciò che vogliono e di
cui hanno bisogno, e di negoziare il
raggiungimento delle loro necessità (in modi
diretti o indiretti).
9Il
minore affidamento dei genitori al proprio
prestigio di figure autoritarie lascia maggior
spazio per i legami affettivi, per l’amore.
Famiglia ed equità
9 Tale situazione crea un modus vivendi familiare
più egualitario rispetto al passato. Il risultato è che
le giovani generazioni sono socialmente e
individualmente indipendenti, o meglio sono più
autonome.
9 Nella attuale realtà di due generazioni adulte, ma
non anziane, che coesistono nella stessa casa, si
producono continui accomodamenti e transazioni
intergenerazionali che, in prospettiva, potrebbero
produrre futuri nuclei familiari più egalitari rispetto
ai precedenti.
(Idea) Gr. 1 - Rapporto fra le generazioni.
Indici di variazione nel tempo.
Gr. 1 - Indici di variazione rapporto fra le generazioni nel tempo
Maggiore
5
4
3
2
4.autonomia figlio
1
Uguale
0
-1
7.autonomia genitori
attuali
1.partecipazione
3.rispetto reciproco
5.liti
6.cura
-2
-3
-4
Minore
-5
2.tempo
(Biografie) Relazioni tra genitori e figli adulti:
la fiducia
“Io sono sempre stato bravo, non ho mai dato
nessun problema, per cui si sono sempre fidati di
me e io mi fido dei miei genitori, quando faccio
una scelta ci si consiglia, nessuno mi dice… e
naturalmente faccio anche cose che loro
approvano, sono cresciuto con loro e allora non è
che faccio stranezze” (M, in famiglia).
“I vantaggi sono, che hai sempre dei
veri
amici…dei genitori, il genitore è il tuo vero amico,
l'unico e il tuo vero amico, che ti può dare dei
consigli giusti per te.” (M, in famiglia).
(Biografie) Relazioni tra genitori e figli adulti:
rispetto degli spazi e dei punti di vista
personali
“Sto bene, nel senso che proprio: sono con loro
ma… cioè ho il mio spazio, quindi quando voglio
prendermelo me lo prendo e vado tranquilla.” (F,
in famiglia).
“I miei genitori mi hanno sempre lasciato molta
libertà, loro mi hanno sempre detto come la
pensavano ma mi hanno lasciato fare come io
credevo fosse più opportuno, quindi, ti dico, io
non mi sono trovato male” (M, coniugato).
(Biografie) Relazioni tra genitori e figli adulti:
l’affettività
“Beh, prima di tutto si sta in allegria, perché è
bello secondo me che si sta tutti insieme, quindi è
bello perché c’è qualcuno, perché mi accorgo
quando sono sola e che loro non ci sono sento un
po’ di solitudine. Quindi quello per me è il mio
grande vantaggio, il calore proprio che ti dà la
famiglia.“ (F, in famiglia).
“Poi ecco i miei genitori ci vado in vacanza, ci
esco, cioè c’è un bel legame” (F, in famiglia).
(Idea) Relazioni tra genitori e figli giovaniadulti
• Secondo i giovani interpellati, il fatto di vivere
ancora in famiglia, viene vissuto dai propri genitori
come un fatto normale (51% dei casi) o come un
piacere (47%). È osservato come un problema per
i genitori solo dal 2% dei figli.
• Sono in particolare gli uomini a definire “normale”
la situazione per i genitori (58% di loro, contro il
42% delle femmine), mentre le donne colgono
maggiormente il piacere dei genitori nella
convivenza (52% di loro contro il 43% di maschi).
L’età dei giovani non sembra determinare tali
percezioni.
La socializzazione e la trasmissione
culturale nella famiglia.
9 Diversificazione dei meccanismi di trasmissione
culturale, connessi ai cambiamenti sociodemografici vissuti dalla famiglia.
9 Ricerche
condotte,
evidenziano
che
la
generazione degli attuali 25 enni fa riferimento a
“forme normative personalizzate”.
9 Selezione
della
trasmissione.
cultura
familiare
9 Trasformazione dei contenuti.
9 “Modellamento” reciproco fra genitori e figli.
nella
(Biografie) Rielaborazione di modelli
ed aspettative di genere
“Mio padre si occupava di noi, ma dovendo dedicare molto tempo al
suo lavoro… tornava sempre la sera, salvo rarissime uscite. Mio
padre, secondo me, c’è sempre stato poi però avevano con mia
madre questa cosa di dividersi i ruoli in maniera netta. A me non
piace, io non ho scelto... anzi […] nel periodo che io ho trovato
lavoro al comune - gli orari in comune sono proprio da signori, 6 ore
al giorno ed il resto puoi fare altro e io avevo due lavori - avevo
anche buone entrate. La mia scelta però è stata quella di essere il
più possibile padre e marito, e quindi di dedicare qualitativamente e
quantitativamente e ho rinunciato a quel lavoro per essere così. La
scelta di mio padre, finché posso evitarla, vorrei evitarla” (M,
coniugato).
“Io so che quando lui era qui, aveva tutto, insomma, lo dicevamo
prima, non ha mai fatto niente in casa, quindi era tutto pronto, tutto
lasciava lì. So che adesso, invece, lui fa tutto! Fa da mangiare,
pulisce per terra, stira.. toglie i pannolini ai bambini, fa di tutto.. che
io non avrei mai creduto che avrebbe potuto fare tutte ‘ste cose. Se
magari glielo avessi chiesto io, non lo avrebbe mai fatto, non lo so.
Per me è una gran soddisfazione vederlo così. “ (madre di M
coniugato).
(seguito)
“Molto spesso comunque su molte cose anche con il mio moroso io
cerco di spiegargli lui capisce no… adesso non so come dirti.
Vedendo mio padre e mia madre, mio padre era sempre quello che
prendeva le decisioni, adesso non è più così, non le prnedo io, si
prendono insieme. […]Nel rapporto tra mia madre e mio padre, mia
madre è abbastanza remissiva, cioè non è più così, almeno tra me e
il mio moroso non è così. Per altre cose…. Anche per le cose
pratiche io mi gestisco di più, sono molto più simile a mio padre che
a mia madre” (F, in famiglia).
“Dopo la differenza… penso che andrà a finire.. nel momento che
vivremo insieme, che avrò una famiglia sarò esattamente come lei
per certe cose perché magari non so adesso io sono un po’ per la
suddivisione dei compiti e poi invece sono sicura che andrà a
finire… perché lei tende un attimino a caricarsi tutto a volte perché
anche se siamo tanti in famiglia la maggior parte delle cose le fa lei,
come vuole farle lei. E quindi penso che alla fine andrà a finire così”
(F, in famiglia).
(Biografie) Rielaborazione di norme e valori
D- Quando gliel’ha comunicata la notizia che si voleva
sposare, come l’ha presa? Come madre, intendo.
“Beh, una mamma chiede “ma veramente ti vuoi sposare,
ma sei sicura di fare questo passo”.. avevano tutti e due
vent’anni, eh!”.
D- E invece suo marito come l’ha presa?
“Beh, bisogna dire che voleva aspettare un pochino... cioè,
se aspettavano di avere 22-23 anni.. “non si può aspettare
un pochino?” (mamma di F coniugata).
“Non del tutto [contenti] perché erano un po’ gelosi e per la
mia giovane età, avendo 21 anni, non vedevano il motivo,
se avessi avuto qualche anno in più sarebbero stati più
contenti, ma mi hanno sempre lasciato campo libero
essendo una ragazza molto matura” (F coniugata).
(segue)
“[Il mio rapporto di coppia è diverso] perché…del tipo, i miei
adesso non so, magari è anche il tempo che li rende così…
però anche prima, tipo il mio babbo per tanto tempo ha
lavorato distante da Pesaro, 50 km più 50 km, però stava
anche fuori quando loro erano fidanzati che avevano l'età
mia e non si vedevano… magari facevano una settimana
senza vedersi spesso, invece io e lei ci vediamo tutti i
giorni, tutti i giorni, tutti i giorni. A me mi piace vederla, non
sono uno che un giorno, adesso no, stasera esco con gli
amici e noi ci vediamo domani per dire” (M, in famiglia).
“Assolutamente diverso. Lui è sempre lì... invece noi non
eravamo assolutamente gelosi: se ci andava di uscire si
usciva, se non uscivo con lui ero con amici.. cioè, hai capito,
un rapporto molto bello” (madre).
(Biografie) Socializzazione rovesciata
“Si [vado in chiesa] è un’abitudine che abbiamo preso
quando avevamo [i nostri figli] che frequentavano la
parrocchia in seguito alla scuola elementare e
frequentavano il catechismo. Sono stati loro che ci
hanno portato in Chiesa […] si, noi ci siamo avvicinati
alla parrocchia e adesso siamo anche abbastanza
coinvolti“ (madre di M coniugato).
“Ecco, io li ho cresciuti, diciamo, in quel senso, con
questa educazione e questi valori, poi sono loro che
poi hanno fatto la scelta di [continuare] quella strada,
anzi, loro adesso sono più severi di me, in quel
senso, perché loro adesso mi criticano che io non
vado magari tutte le domeniche a messa... e loro ci
vanno” (madre di M coniugato).
Transizione allo stato adulto
9 Nei
sistemi complessi essere giovani appare molto meno
una condizione biologica che una definizione culturale
(costruzione sociale).
9 La giovinezza sembra prolungarsi ben oltre i limiti dell’età e
finisce per coincidere con la sospensione prolungata degli
impegni stabili con una sorta di nomadismo nel tempo, nello
spazio, nelle culture («un tempo dai troppi possibili»,
Melucci).
9 Ma
l’attitudine a pianificare
predominante verso il futuro.
9 Fattori
implica
un
orientamento
strutturali. Disequità generazionale. A questo
contesto sociale (caratterizzato dal rischio), la famiglia
risponde trovando un “modus vivendi”, anzi “con-vinvendi”,
tra le generazioni, in cui le disparità riescono a trovare una
compensazione.
Transizione allo stato adulto:
l’osservazione teorica
9 Nulla
appare come vincolante (continuità con i
valori familiari), nemmeno il ripagamento del
debito alle generazioni precedenti.
9 La
giovinezza si delinea come periodo in cui si
«insabbia il ricambio generazionale».
9 Sembra
che la dimensione rischiosa del vivere
attuale relativizzi (indebolisca) la transizione
generazionale, favorendo il dilazionamento della
responsabilizzazione (transizione debole).
La convivenza di due generazioni
adulte, non anziane: la famiglia
lunga
9 Creerebbe
un «“eccesso di legame”, che, innescando un
circuito di dipendenza dei figli giovani adulti dai loro genitori,
[finirebbe] con l’inibire l’emancipazione ed impedire
l’instaurarsi di un’autonomia attiva».
9 Rappresenterebbe
anche un’opportunità, in quanto può
offrire al giovane adulto le risorse necessarie per portare a
compimento il processo di transizione, per uscire dalla fase
di sperimentazione in campo affettivo e lavorativo, cioè dal
periodo della moratoria, e acquisire ruoli socialmente definiti.
9 Il
giovane dovrebbe trasformare la permanenza in casa in
opportunità (valide per il futuro), e non persistere in una
condizione passiva.
L’autonomia
Per autonomia personale s’intende la capacità
dell’individuo
di
dimostrare,
nell’azione,
autodeterminazione
auto-attribuzione
della
responsabilità delle proprie scelte.
Per auto-sostentamento s’intende la capacità, la
possibilità o l’intenzione dell’individuo di far fronte
alle esigenze economiche e alla gestione pratica
e quotidiana di se stesso.
Paradossalmente, un individuo può scegliere
autonomamente di non auto-sostentarsi.
(Biografie - Idea) Forme di autonomia
Interviste - La maggior parte dei giovani in famiglia si
definisce una persona autonoma e tale giudizio è
confermato dalle madri.
Idea - Il 71% delle madri definisce i propri figli autonomi, il
17,6% dipendenti.
“Autonoma…riesco a fare delle scelte e liberamente, non mi
condizionano i miei genitori, non mi condiziona il mio ragazzo.
Secondo me quello prima di tutto, cioè essere autonomi è
quello. Poi ovviamente essere autonomi economicamente, di
fare delle scelte che comportano un cambiamento economico.
Sono sempre stata... sì, autonoma nelle scelte, soprattutto.
Adesso autonoma anche in maniera pratica con lo stipendio
che ho” (F, in famiglia).
D- Se lei dovesse dare una definizione di autonomia, per cui
lei può dire che suo figlio è autonomo.
“E’ capace di capire che cosa vuole!” (madre di M in famiglia).
(Biografie) Timori legati alla dipendenza
Alcune madri e ragazzi che vivono in famiglia esprimono
timori legati alla dipendenza
“Come sono stati abituati da me loro faranno fatica, nel
senso che la nostra è stata una famiglia molto protettiva, non
hanno mai pensato al lato economico, io sono quella che li
ha accompagnati dal medico, io sono quella che sono andata
con loro dagli insegnanti, […] una famiglia molto presente, io
dico che faranno molto più fatica di altri a fare tutto da soli,
credo però magari alla fine può risultare che il nostro modo
di fare gli ha insegnato anche a fare da sé, magari quello che
ho fatto in loro non ho avuto riscontro, ma quando dovranno
educare loro sono cose che dovranno venire fuori, non
raccogli subito” (madre di F in famiglia).
“Bisognerebbe lasciare [la casa dei genitori] per iniziare,
iniziare a crescere da soli, perché per quanto uno si dia da
fare, però c'è sempre, c'è sempre un'ala protettiva diciamo.
Invece quando ti trovi a vivere dei casi della vita di tutti i
giorni allora c'è l'esperienza che ti forgia” (M, in famiglia).
(Idea) Se cessasse la convivenza con il/la
figlio/a
% casi
Tot
madri
risposte v.a.
91,5
591
1.sarebbe felice per lui/lei
74
578
4.sarebbe in apprensione per lo stile di vita del/la figlio/a
53
583
3.si sentirebbe più libera
37
581
% casi
Tot
madri
risposte v.a.
2. avere meno lavoro in casa
63
591
4. avere maggiore tempo libero per se stessi
59
590
1. risparmiare, avere minori spese
58
589
3. avere meno liti-discussioni familiari
40
584
La madre dice che …
2.avvertirebbe molto la sua mancanza
Possibili vantaggi per i genitori
(Idea) Svantaggi per i genitori se cessasse la
convivenza con il/la figlio/a
(ipotesi delle madri)
% Casi
Tot
madri
risposte v.a.
1.sentire la mancanza del/la figlio/a
87
584
3.affrontare i problemi di coppia e quelli familiari da soli
22
590
2.rimettere in discussione il rapporto con il partner
20
567
4.non controllare più il/la figlio/a
20
587
13
584
Possibili svantaggi per i genitori
5.prestare attenzione alle questioni economiche senza il
contributo del figlio/a
(Idea) Vantaggi possibili per i giovani
all’uscita
Gr. 2 - Vantaggi possibili - confronto madri/figli - %su casi
% Casi Madri
3.avere meno doveri verso
genitori
27
% Casi Figli
33
45
45
4.smettere liti/discussioni
53
2.non essere più controllato
60
62
7.non sentirsi più di peso
72
1.prendere decisioni da
solo
76
83
82
5.stare con il partner
86
90
92
6.mettersi alla prova
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
(Idea) Vantaggi per condizioni di uscita
Gr.4 -Vantaggi per condizioni di uscita
Giovani che vivono con genitori
Celibi che vivono da soli
Famiglie di conviventi
Celibi che vivono con amici, compagni, colleghi
Famiglie di coniugati
120
100
80
60
76
94
86,5 87
82
9493
53
81,5
75
77
69,5
6159
40
100
91 90 92 93
64
59
45
63 63,5
58
52,5
42
49
35,5
27 28 2530
3636
3.avere meno
doveri verso
genitori
4.smettere
liti/discussioni
20
0
1.prendere
2.non essere più
decisioni da solo
controllato
5.stare con il
partner
6.mettersi alla
prova
7.non sentirsi più
di peso
(Idea) Svantaggi possibili per i giovani
all’uscita
Gr. 5 - Svantaggi possibili - confronto madri/figli - % casi
% Casi Madri
11
6.soldi, assistenza ai genitori
20
14
4.prendere decisioni da solo
% Casi Figli
20
7.lasciare soli genitori
47
31
2.occuparsi dei lavori domestici
35
39
5.rinunciare parte tempo libero
39
50,5
49
53
1.prestare attenzione questioni economiche
3.sentire la mancanza affetto familiare
55
0
10
20
30
40
50
60
64,5
70
80
90
100
(Idea) Svantaggi per condizioni di uscita
Gr.5 - Svantaggi per condizioni di uscita
Giovani che vivono con genitori
Celibi che vivono da soli
Famiglie di conviventi
65
70
60
50
47
50
40
Celibi che vivono con amici, compagni, colleghi
Famiglie di coniugati
34 353435
30
35
19
20
10
33 32
26
32
4747
35
39
30
1412,5
1011
34 34
31
24
7
28
21
11
3
6
26
3 4
0
1.prestare
attenzione
questioni
economiche
2.occuparsi dei
3.sentire la
4.prendere 5.rinunciare parte
lavori domestici mancanza affetto decisioni da solo
tempo libero
familiare
6.soldi,
assistenza ai
genitori
7.lasciare soli
genitori
(Idea) Aiuti ai figli autonomi o dipendenti
(ipotesi delle madri)
Se il/la figlio/a andasse a vivere da solo/a, i genitori…
Definizione del/la figlio/a
Dipendente % Autonomo/a %
1.Lo/a aiuterebbero ad avere una casa
84
89
2.Gli/le darebbero un aiuto economico regolare
48
47
83,5
87
46
53
3.Gli/le darebbero un aiuto economico occasionale
4.Lo/a aiuterebbero nelle faccende di tutti i giorni
In modo analogo in caso di matrimonio o convivenza.