Avvenire_7Aprile2013 - Fondazione Opera San Camillo
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Avvenire_7Aprile2013 - Fondazione Opera San Camillo
speciale FONDAZIONE OPERA SAN CAMILLO DOMENICA 7 APRILE 2013 Prevenzione, dai 40 anni basta un esame del sangue L a prostata è una ghiandola maschile che si trova al di sotto della vescica urinaria e davanti al retto; circonda l’uretra, il condotto che permette l’espulsione dell’urina e del liquido seminale. La prostata produce parte del fluido che trasporta gli spermatozoi durante l’eiaculazione. A partire dai 40 anni di età la porzione più interna della prostata, sotto l’influsso degli ormoni androgeni ed estrogeni, tende ad aumentare progressivamente di volume, comprimendo l’uretra: questo fenomeno è definito Iperplasia prostatica benigna o Ipb. Nel 50% dei casi questo fenomeno può interferire con la normale funzione urinaria, causando disturbi disurici quali indebolimento del getto urinario, sensazione di incompleto svuotamento vescicale al termine della minzione, aumento della frequenza minzionale diurna e notturna, urgenza minzionale, possibili infezioni delle vie urinarie, disfunzioni sessuali e deficit Italia ogni anno vengono diagnosticati dell’erezione. Questi disturbi hanno un circa 43.000 nuovi casi. La diagnosi notevole impatto sulla qualità di vita del differenziale tra Ipb e carcinoma paziente e della coppia: il 33 % dei prostatico comporta l’esecuzione pazienti evita luoghi senza bagni dell’esplorazione digitale della ghiandola pubblici, il 27% non dorme abbastanza, prostatica, del dosaggio nel sangue del il 21% dei pazienti non viaggia per più di Psa-antigene prostatico specifico, di 2 ore di fila. È bene un’ecografia prostatica ricordare che transrettale e di I marcatori ematici più l’Iperplasia prostatica un’eventuale Risonanza efficaci (-2proPsa e phi) benigna non è un magnetica in casi tumore maligno e non permettono di identificare selezionati; la conferma conduce al tumore diagnostica si ottiene precocemente il tumore della prostata. Per infine solo attraverso contro, nella stessa l’esecuzione di biopsie e di evitare inutili biopsie prostatiche ecoguidate. fascia di età aumenta È oggi chiaro che un numero troppo progressivamente il rischio di sviluppare elevato di pazienti viene candidato il carcinoma prostatico, generalmente all’esecuzione delle biopsie prostatiche, asintomatico, che rappresenta la più metodica minimamente invasiva ma non frequente neoplasia solida maligna priva di complicanze: circa il 60% delle nell’uomo; nel corso della propria vita biopsie eseguite in casi «sospetti» l’uomo presenta un rischio di sviluppare risultano infatti negative; inoltre un terzo un carcinoma prostatico pari al 20%. In Pagina a cura della Fondazione “Opera San Camillo”, Casa di cura San Pio X, via Francesco Nava 31, 20159 Milano tel. 02.69511 email: [email protected]; www.sanpiox.net dei pazienti che risultano affetti da carcinoma prostatico ha in realtà una forma clinicamente non significativa, che quindi non necessita di alcuna terapia. Da due anni ci si avvale di un nuovo marcatore ematico: il -2proPsa (precursore del Psa) e di un suo derivato il phi (indice di salute prostatica). Diversi studi, a cui Luciano Nava ha contribuito, hanno confermato il -2proPsa e il phi come marcatori più efficaci nella identificazione precoce dei pazienti con tumore prostatico clinicamente significativo, consentendo così di evitare un 20% di inutili biopsie. I pazienti con sintomatologia disurica, quelli con familiarità per tumore prostatico, e comunque i pazienti a partire dai 40 anni di età (per eseguire un dosaggio del Psa prima dello sviluppo dell’Iperplasia prostatica benigna) dovrebbero essere correttamente valutati e inquadrati in ambito specialistico. L’interno della piramide della clinica Pio X Urologo, radioterapista e oncologo: insieme per stabilire un programma terapeutico ad hoc Così un robot guida la mano del chirurgo Da una console a fianco del lettino operatorio, guardando in un visore tridimensionale, il chirurgo esegue l’intervento nella sua interezza È «Da Vinci» l’ultima metodica per il trattamento del carcinoma prostatico, tra le patologie maschili più diffuse DI LUCIANO NAVA * L’ approccio collegiale multidisciplinare, offerto da urologo, radioterapista e oncologo, consente di indirizzare il paziente al programma terapeutico più appropriato per il suo tumore prostatico, illustrando le indicazioni, i vantaggi e gli svantaggi delle diverse metodiche sono: sorveglianza attiva (monitoraggio del Psa e ripetizione periodica delle biopsie prostatiche nei pazienti con malattia a basso rischio di progressione), prostatectomia radicale chirurgica-laparoscopica-robotica, radioterapia (a fasci esterni o interstiziale), crioterapia, trattamenti focali e terapia medica. La prostatectomia radicale, cioè l’asportazione totale della ghiandola prostatica, rappresenta l’opzione terapeutica più comunemente proposta. Può essere eseguita con approccio tradizionale, attraverso un’incisione chirurgica nella parte inferiore dell’addome o, in modo minimamente invasivo in laparoscopia, inserendo gli strumenti chirurgici attraverso piccoli forellini nella parete dell’addome (porte laparoscopiche), eventualmente con l’ausilio del sistema robotico «DaVinci». Il robot integra sistemi di controllo a distanza, microtelecamere, visori tridimensionali e tecnologia computer-assistita in un’unica macchina, facendo così «immergere» il chirurgo nel campo operatorio e aiutandolo a svolgere interventi meno invasivi, meno traumatici e più precisi. Da una console a fianco del lettino operatorio, guardando in un visore tridimensionale ad alta definizione, il chirurgo esegue l’intervento nella sua interezza, manovrando attraverso dei joystick e dei pedali il sistema, che converte a distanza i movimenti delle sue mani in quelli più fini, delicati e precisi di microstrumenti. L’operatore può così compiere, in spazi chirurgici molto piccoli, movimenti che la mano umana non sarebbe in grado di eseguire. Tutto ciò si traduce nella possibilità di effettuare in modo mini-invasivo interventi chirurgici molto complessi, con eccellenti risultati oncologici e ridotte complicanze intra e post operatorie. In particolare si ottiene un migliore e più precoce recupero della continenza urinaria e della potenza sessuale e per tali ragioni la prostectomia robotica dal 2007 è la prima scelta dei pazienti negli Stati Uniti (80% delle procedure eseguite). Il sistema robotico «Da Vinci» offre al paziente i vantaggi della chirurgia mini invasiva laparoscopica, superandone i limiti e garantendo: piccole incisioni cutanee e minore traumatismo dei tessuti; maggiore delicatezza nella dissezione chirurgica con minor sanguinamento, minore rischio di trasfusioni di sangue e di infezioni; minore dolore post operatorio; periodo di degenza e convalescenza ridotti; precoce ritorno alle normali attività socio-lavorative; minori costi e tempi ridotti per la riabilitazione post-operatoria, per la ripresa della continenza urinaria (tasso di recupero dell’89% a 3 mesi) e della funzione erettile (81% a 12 mesi); risultati oncologici sovrapponibili a quelli della chirurgia tradizionale. * responsabile dell’Unità operativa di Urologia l’équipe L’Unità operativa complessa di Urologia Unità operativa complessa di Urologia della clinica San Pio L ’ X di Milano comprende ambulatori di urologia, urooncologia, andrologia, calcolosi, uro-ginecologia, malattie a trasmissione sessuale, diagnostica ecografica urologica e andrologica, urodinamica, cistoscopia flessibile, riabilitazione andrologica, litotrissia extracorporea per calcolosi urinaria. La parte chirurgica urologica e andrologica, laparoscopia, chirurgia renale e prostatica con robot «Da Vinci» Si Hd; chirurgia minimamente invasiva (percutanea ed endoscopica) per calcolosi, neoplasie della via escretrice e incontinenza urinaria maschile; termo ablazioni per piccole neoplasie renali; laser a Olmio per il trattamento dell’ipertrofia prostatica (Holep) e della calcolosi urinaria. Responsabile è il dottor Luciano Nava ([email protected]). La «mano» del Da Vinci Il robot integra sistemi di controllo a distanza, micro telecamere, visori tridimensionali e tecnologia computer assistita in un’unica macchina, che «aiuta» il chirurgo in sala operatoria Casa di cura San Pio X Il malato è al centro a Casa di Cura San Pio X di Milano si avvale delle più moderne e sofisticate tecnologie medicali L minimamente invasive in campo diagnostico e terapeutico: tra queste le apparecchiature di Radioterapia per il trattamento con tecnica RapidArc, l’Osna per l’analisi del linfonodo sentinella, il sistema robotico daVinci ® Si hd per la chirurgia laparoscopica. L’alta professionalità delle risorse umane impiegate e la collaborazione dedita delle équipe mediche garantiscono un approccio multidisciplinare nel percorso d’assistenza. Le prestazioni di assistenza possono essere erogate in convenzione con il Servizio sanitario nazionale e in forma privata o assicurata. Numeri utili Prenotazioni Servizio sanitario nazionale 02.69516000, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 16. Prenotazioni privati e assicurati: 02.69517000, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 16 e il sabato dalle 8 alle 12. Prenotazioni con il Servizio di Radioterapia 02.69518000, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 16 e il sabato dalle 8 alle 12. Info chirurgia robotica: tel. 02.69517479. Centralino 02.69511. Per informazioni e prenotare via web: www.sanpiox.net La Fondazione Opera San Camillo La Fondazione Opera San Camillo gestisce 18 strutture tra case di cura, ospedali accreditati, ambulatori, residenze di riabilitazione, residenze per anziani non autosufficienti, comunità residenziali per malati psichici. La cultura alla base dell’assistenza sanitaria è l’attenzione al malato nella sua dimensione di persona, assistenza che è conforme ai valori della carità cristiana propri del fondatore dell’Ordine. «Per l’adenoma niente bisturi. Qui usiamo il laser» La procedura viene applicata ai pazienti affetti da Iperplasia prostatica benigna fin dal 2000 Luciano Nava, nominato tutor internazionale, ha al suo attivo una tra le casistiche più ampie accurato inquadramento del paziente affetto da disturbi urinari legati all’Iperplasia prostatica benigna (Ipb) inizia con un’azione mirata a modificare lo stile di vita del paziente e le sue abitudini alimentari, con l’eventuale aggiunta di farmaci specifici caratterizzati da estrema efficacia e limitati effetti collaterali. Nei pazienti che non rispondono a questo tipo di approccio viene proposto il trattamento L’ Visore ottico tridimensionale chirurgico disostruttivo. Ogni anno in Italia vengono effettuati oltre 40mila interventi per Ipb sintomatica, 15mila dei quali con tecniche invasive e con un ricovero di 3-5 giorni. Il dottor Luciano Nava ha al suo attivo una delle più ampie casistiche a livello internazionale per la procedura endoscopica transuretrale minimamente invasiva di enucleomorcellazione dell’adenoma prostatico con Laser ad Olmio (Holep); per questa procedura, che esegue sin dalla sua introduzione in Italia nel 2000, ha un ruolo di tutor internazionale. Questa tecnica consente la completa e duratura rimozione di adenomi prostatici senza limiti di dimensioni attraverso l’uretra, senza quindi ricorrere a tagli chirurgici. Non si tratta solo di allargare il canale urinario intraprostatico, ma di «scollare» l’adenoma dalla capsula con la sonda laser; i lobi prostatici «scollati» vengono successivamente sminuzzati con uno strumento particolare e inviati per l’esame istologico, cosa non possibile con i più comuni laser che «vaporizzano» la prostata. La Holep offre ai pazienti alcuni significativi vantaggi rispetto agli interventi tradizionali. L’intervento è meno invasivo, garantisce un immediato, oggettivo e soggettivo miglioramento dei parametri di svuotamento vescicale, con rimozione del catetere vescicale 24 ore dopo l’intervento in oltre il 90% dei pazienti, e una degenza ospedaliera post-operatoria ridotta a 36-48 ore. Risolve i problemi legati al sanguinamento, senza surriscaldare i tessuti circostanti e senza lesionare i nervi dell’erezione del pene. Elimina praticamente il rischio di trattamenti trasfusionali e si profila come un intervento elettivo per pazienti cardiopatici, ad alto rischio, con problemi di coagulazione, in trattamento antiaggregante e anticoaugulante e portatori di pacemaker. Consente la completa asportazione dell’adenoma, evitando il rischio di una ricrescita del tessuto stesso. In termini disostruttivi (risoluzione dell’ostacolato deflusso di urina) ha risultati comparabili a quelli dell’asportazione chirurgica della prostata, ha un profilo di sicurezza intra e peri operatorio superiore a quello della Turp (resezione prostatica trans uretrale) e ha il minor tasso di re-intervento per ipertrofia residua o recidiva prostatica rispetto a tutte le altre metodiche endoscopiche laser. La Holep è l’unico trattamento laser per il quale siano disponibili risultati a lungo termine (linee guida Società europea di Urologia), indicata nelle mani di operatori esperti e con alti volumi chirurgici per il trattamento di adenomi anche di grosse dimensioni.