Risparmio, assicurazioni e pensioni in Cina: proteggere l`individuo
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Risparmio, assicurazioni e pensioni in Cina: proteggere l`individuo
OsservatOriO Risparmio, assicurazioni e pensioni in Cina: proteggere l’individuo nella transizione al mercato. Il ruolo di Generali Sergio Balbinot Amministratore Delegato, Generali S.p.A. F ino circa al 1980 la politica di protezione sociale cinese è stata la ciotola di riso di ferro (iron rice bowl o, in cinese, tie fan wan, 铁饭碗), che indicava l’assoluta garanzia di impiego, assistenza, protezione sociale garantita dallo Stato alla popolazione. Famiglie e transizione al mercato in Cina: dalla “iron rice bowl” alla Borsa Quando prese il potere nel 1949, il Partito comunista cinese identificò nella creazione di un sistema di sicurezza sociale e di garanzia dell’occupazione il più importante degli obiettivi di politica sociale. L’eliminazione della povertà fu ottenuta essenzialmente tramite un sistema di garanzia, “dalla culla alla tomba”, di salario, lavoro, protezione pensionistica e assistenza medica. Questo sistema, noto come la ciotola di riso di ferro, era così fondamentale che, in passato, in Cina il licenziamento di un cittadino veniva indicato come “rompere la ciotola” e corrispondeva a una forma di annichilimento totale. Il lavoratore licenziato era escluso da ogni copertura, e non avrebbe più avuto alcuna risorsa per sostenere se stesso e la propria famiglia. Questo sistema, affidabile ma rigido, non esiste più. In trent’anni di riforme, la Cina ha percorso molta strada verso una propria versione dell’economia di mercato. Un’economia caratterizzata da maggiore flessibilità, apertura al commercio estero, mobilità, e da una fortissima crescita fondata sulla produzione di grandi imprese di Stato, per lo più rivolta ai mercati internazionali. Un grande successo, ormai misurato su scala globale. Ma il costo sociale è stato e resta immenso. Quelle istituzioni e meccanismi, privati e pubblici, di protezione dell’individuo, che si sono evoluti nei 200 anni di crescita delle economie occidentali, in Cina rimangono parziali e incompleti. La capacità degli strumenti offerti dal mercato agli individui per proteggerli e permetter loro di diversificare rischi e investimenti rimane fortemente limitata. Le distorsioni, che ne derivano nei comportamenti delle famiglie, si misurano a livello macroeconomico, e sono una fonte potenziale di grande instabilità e di futuro freno alla crescita. Lo sviluppo di nuovi strumenti di mercato di risparmio, investimen- Risparmio, assicurazioni e pensioni in Cina: proteggere l’individuo nella transizione al mercato. Il ruolo di Generali / 117 to, protezione, e di mercati finanziari profondi ed efficienti, è un ingrediente fondamentale per una futura crescita equilibrata. Le autorità cinesi ne sono ben consapevoli. È su questa base che sono state lanciate importanti riforme del sistema pensionistico, della gestione del risparmio, del sistema finanziario, e che si è cominciato a favorire l’ingresso di partner internazionali nel settore assicurativo e finanziario. È in questo contesto che grandi gruppi internazionali, professionisti della protezione assicurativa e della gestione della ricchezza, sono stati ammessi sul mercato cinese, per offrire, in cambio della grande opportunità che questo immenso mercato in crescita e la sua nuovissima classe media garantiscono, i propri prodotti e il proprio savoir faire, la propria capacità di investimento istituzionale e le proprie tecnologie. In Cina, per esempio, oggi operano già 24 joint venture con partner internazionali nel settore vita. Risparmio/Consumo, Famiglie Piccole e Medie Imprese/Grandi Imprese di Stato, Domanda Interna/Esportazione Un sintomo fondamentale di questo modello di crescita si riscontra nell’elevatissimo tasso di risparmio, sia delle imprese che delle famiglie, e nel basso tasso di consumo. Il tasso di risparmio delle famiglie in pochi anni è passato dal 10% del Pil al 25%. Il risparmio nazionale si avvicina al 60%, un valore esagerato. I consumi sono intorno al 40%. Questo fenomeno ha varie dimensioni e spiegazioni. Quella che ci interessa, e sulla quale concentro qui la mia attenzione, è quanto questo rifletta, da un lato, la fine della ciotola di ferro sopra citata, e quindi l’affermarsi di un meccanismo di forte risparmio precauziona- le (come hanno osservato di recente anche Giavazzi, Blanchard e Trentinaglia) e di autofinanziamento eccessivo, in un mondo sempre più incerto e di mercato, dove le vecchie certezze di Stato sono state sostituite da volatilità e mobilità. D’altro canto, riflette anche una scelta consapevole di politica economica delle autorità cinesi, scelta che ha però i suoi limiti, e che è in corso di riesame. In numerosi studi, da Horioka (2006) a Chamon e Prasad (2008), Huang (2009) e, infine, Aziz e Li Cui, Fondo Monetario Internazionale (2007), si esamina questo paradosso del risparmio cinese e del ruolo che ha nello spiegare i bassi consumi. Volendo sintetizzare i principali messaggi di questa letteratura, sostanzialmente, l’elevato risparmio è spiegato da alcuni fattori fondamentali. La fine del Welfare State e l’elevato e crescente tasso di dipendenza nel sistema, che corrisponde a un invecchiamento crescente della popolazione. L’aumento di alcune spese fondamentali, che una volta venivano coperte dalla collettività, e che diventano sempre più importanti e care: la casa, l’assistenza medica, le coperture assicurative, la copertura pensionistica, l’istruzione dei figli e, in generale, il costo della vita, soprattutto nelle zone urbane. Infine, e questo è un fattore molto importante anche nel spiegare il calo (e il basso livello) dei consumi, la dinamica del reddito disponibile delle famiglie e da lavoro: una dinamica di ristagno e calo relativo molto pronunciato. Questo aspetto è funzione anche, e non solo, della transizione al mercato, che mette l’individuo a maggior rischio e lo costringe a dover gestire autonomamente e con strumenti propri la propria protezione futura, la distribuzione intertem- OsservatOriO porale del risparmio e la protezione pensionistica. Ciò tra l’altro diventa ancor più difficile in un sistema, come quello cinese, dove gli strumenti e i mercati finanziari sono ancora limitati e volatili e le opportunità di investimento, di risparmio di lungo periodo, sono poche e incerte e, al momento, non in grado di competere con “il materasso” o i depositi bancari. La dinamica del reddito disponibile delle famiglie è funzione però, in modo cruciale, anche di precise scelte di politica economica, che hanno favorito la produzione sul consumo, le grandi imprese di Stato sulla piccola iniziativa privata, la produzione per l’esportazione rispetto alla domanda interna, il finanziamento e sussidio, con i depositi dei cittadini nelle grandi banche di Stato, e i bassi tassi di interesse, di attività di produzione industriale pesante, il “capitale pubblico” a scapito dei salari. Poco reddito pro capite, dunque, poca certezza, e pochi strumenti finanziari spingono le famiglie cinesi a risparmiare molto, a detenere altissimi livelli di liquidità e a deprimere i consumi. L’evoluzione della protezione sociale e assicurativa Un altro aspetto fondamentale di questa transizione, che, come dicevo sopra, influisce molto sulla dinamica del risparmio (e quindi dell’investimento e della crescita), riguarda i meccanismi di protezione sociale. A partire dal 1991, e poi nel 1997, fino ad oggi, le autorità cinesi hanno cominciato a trasformare il sistema pensionistico da un meccanismo centralizzato di Welfare generalizzato e generosissimo, a ripartizione, in un sistema a più pilastri, caratterizzato da un ruolo crescente della previdenza complementare e dei dispositivi a capitalizzazione. La generosità del passato, combinata all’invecchiamento della popolazione, ha accelerato la crisi del sistema pensionistico di Stato. La situazione è aggravata dalla passata politica cinese del figlio unico, e dal conseguente fenomeno del 1-2-4, cioè di una coppia che deve provvedere ai bisogni del figlio, alla propria pensione e al mantenimento dei rispettivi genitori che, in una società priva di un sistema previdenziale, si trasforma in oversaving per paura del futuro. In Cina il rapporto di dipendenza (numero di anziani pensionati per lavoratore attivo) passerà dal 12% del 2007 al 60% del 2050. La generosità del passato ha causato un serio gap nel finanziamento della sicurezza sociale, stimato dalla World Bank pari a circa il 75% sul GDP di debito pensionistico implicito nel 2005. Non è il 100-200% dei paesi OCSE, ma il reddito pro capite cinese non è neppure quello dell’occidente. Come previsto dagli studi della World Bank, l’impatto dell’invecchiamento della popolazione sui paesi emergenti è accelerato rispetto ai paesi sviluppatisi tra la rivoluzione industriale e il dopoguerra, ma la loro crescita, per quanto stellare nel caso della Cina, non è sufficiente a permetter loro di affrontare tale impatto con le stesse risorse. Le riforme sono, quindi, ancor più urgenti. Nel 2008, il sistema pensionistico cinese, dopo molte riforme, ha coperto solo il 40% della forza lavoro. Di questo 40%, solo circa il 7% riguarda il settore rurale. Il grosso del sistema riguarda la forza lavoro urbana, impiegata nelle grandi imprese pubbliche. La riforma pensionistica più recente ha gettato le basi per un si- Risparmio, assicurazioni e pensioni in Cina: proteggere l’individuo nella transizione al mercato. Il ruolo di Generali / 119 stema a più pilastri, comprensivo di previdenza complementare privata. Il meccanismo più solido e di successo, che rappresenta un misto fra secondo e terzo pilastro, è il sistema delle “Enterprise Annuities” (rendite d’impresa): un sistema a contribuzione definita, pienamente finanziato, a cui contribuiscono le grandi imprese pubbliche, i lavoratori e lo Stato, e i cui attivi possono essere dati in gestione a entità private, come società di gestione del risparmio. Nonostante una notevole dinamica iniziale, questo meccanismo ancora non ha raggiunto la diffusione attesa. In parte questo è dovuto alla nonobbligatorietà dello schema, seppure caldamente raccomandato dal governo nei confronti delle SOEs, e alla mancanza di una chiara politica di incentivazione fiscale che il governo centrale sta cercando di definire senza alterare troppo gli equilibri locali (in Cina le autorità regionali godono di una certa autonomia nel fissare le aliquote d’imposta). Esiste, poi, anche un vero e proprio “terzo pilastro”, interamente privato, fatto di piani pensionistici supplementari pienamente volontari, che di solito sono gestiti dalle società assicurative. Purtroppo il tasso di rendimento interno di questi nuovi schemi è ancora poco attraente, e la copertura limitata. Ancora, i prodotti pensionistici, e assicurativi, fanno fatica a competere col risparmio liquido investito in depositi bancari, circa 2,000 miliardi di $ nel 2006. Un altro aspetto, che rende ancora difficile un pieno sviluppo della previdenza e un’estensione della copertura a una porzione maggiore della popolazione attiva, concerne la governance. Come scrive Gregorio Impavido (IMF, 2009), il sistema pensionistico cinese rimane altamente frammentato e decentrato, e gli standard di controllo e di gestione variano incredibilmente da una componente all’altra del sistema stesso, e, soprattutto, da una provincia all’altra della Cina. Il settore assicurativo cinese è in rapida crescita. Nonostante l’impatto della crisi finanziaria globale, nel 2009, il fatturato in premi lordi è cresciuto del 13,8%, in eccesso rispetto alla crescita del Pil, superando per la prima volta la soglia del trilione di Renminbi. Anche gli attivi gestiti dal settore sono cresciuti in maniera significativa, raggiungendo un valore di 4,1 trilioni di renminbi. Quello assicurativo rimane, tuttavia, un settore ai suoi inizi se confrontato con gli standard dei paesi più avanzati. La penetrazione assicurativa (Premi/Pil) nel 2009 è pari a circa il 3,3%, e la densità (Premi pro capite) pari a 834 renminbi. Nel mondo, in media questi valori sono più vicino al 10% e ai 600 $. Gli attivi in gestione sono pari al 4% del totale delle attività finanziarie in Cina, al 20% in media nel mondo. C’è quindi molto terreno da coprire, ma vi sono anche grandissime opportunità di crescita. Prodotti assicurativi e pensionistici sono sempre più necessari e richiesti, per permettere alle famiglie e alle imprese di far fronte alla transizione della Cina a un’economia di mercato, con una popolazione in via di invecchiamento, e rischi sempre più in capo agli individui che alla collettività. L’offerta del settore privato e assicurativo: protezione e diversificazione, complementarietà con lo Stato assistenziale Un dinamico settore assicurativo promuove la crescita, l’innovazione e OsservatOriO la diversificazione del rischio. Questo è un risultato empirico ormai confermato1 in più studi e analisi. Il settore assicurativo, come investitore istituzionale e meccanismo di trasferimento del rischio, può contribuire alla crescita economica favorendo una allocazione più efficiente di vari tipi di rischio – inclusa, nel caso dei prodotti pensionistici delle rendite vitalizie, la protezione contro i rischi legati all’invecchiamento e alle dinamiche lavorative. Nel far questo, contribuisce a una migliore mobilizzazione del risparmio nazionale. L’ondata di liberalizzazioni e riforme, che hanno interessato il settore assicurativo e previdenziale in molti paesi emergenti, ha confermato l’impatto favorevole che questi settori hanno su crescita e sviluppo. L’industria assicurativa contribuisce alla crescita e alla creazione di valore, nel contempo promuovendo l’accumulazione e il trasferimento dei rischi attraverso molti canali. Questi comprendono lo stimolo all’imprenditorialità, la protezione sociale privata, la migliore intermediazione finanziaria e allocazione del capitale di lungo periodo, la gestione del rischio per individui e imprese e la stabilizzazione dei consumi e dei redditi lungo il ciclo di vita degli agenti economici. Oggi il ruolo delle assicurazioni come investitori istituzionali, gestori del risparmio e fornitori di prodotti pensionistici e di long term care è sempre più importante e complementare al ruolo dello Stato, soprattutto di fronte all’invecchiamento della popolazione e alle difficoltà delle finanze pubbliche. La Cina ormai da anni è consapevole di questo ruolo e delle sfide che le vengono poste dalla rapida trasformazione in economia matura, e ha dato quindi impulso all’allargamento del settore e dei suoi partecipanti, nazionali e internazionali. Il Gruppo Generali in Cina: partnership e transfer of knowledge Il Gruppo Generali è un operatore finanziario e assicurativo multifunzionale, multicanale e internazionale, capace di offrire prodotti pensionistici, di gestire i benefit aziendali, gestire il risparmio, offrire LTC, protezione vita e danni, riassicurazione. Uno dei pilastri della strategia del Gruppo è l’espansione geografica su nuovi mercati ad alto potenziale. Forti della solida quota di mercato sui mercati maturi europei, ci orientiamo verso paesi emergenti che offrono grandi opportunità di crescita e che traggono il massimo beneficio dal trasferimento di know how e best practices assicurative e finanziarie. L’Asia è una delle regioni cruciali per la nostra strategia di espansione geografica, una regione con incredibili opportunità di crescita. Il tasso di crescita dei premi assicurativi in Asia, e soprattutto in Cina, è di vari multipli più elevato che nei paesi maturi, e si tratta di un mercato che ha ancora una quota limitata del fatturato assicurativo mondiale, e tassi di penetrazione e densità molto bassi. Le popolazioni sono più giovani, e la modernizzazione e industrializzazione crea nuovi bisogni, individuali e collettivi. Nel contempo, l’invecchiamento della popolazione e la riduzione degli Stati assistenziali creano altre opportunità di servizio da parte di operatori privati. Si tratta di paesi complessi, con sistemi normativi eterogenei e spesso ancora in fase di evoluzione, culture degli affari molto diverse e poca cognizione del valore del nostro marchio nel mondo. La nostra tattica di ingresso su Risparmio, assicurazioni e pensioni in Cina: proteggere l’individuo nella transizione al mercato. Il ruolo di Generali / 121 questi mercati passa quindi dalla partnership con grandi operatori locali, e da un dialogo coi policy maker del paese. In Cina le autorità sono molto sensibili al ruolo “sociale” e di promotore di benessere economico dei partner privati, soprattutto se di grandissime dimensioni come il Gruppo Generali. Non a caso fra gli interlocutori con i quali ci siamo confrontati vi sono la comunità degli affari, ma anche le autorità provinciali (nel Guangdong, una regione che ricorda la California come dimensioni e peso economico, ho avuto l’opportunità e l’onore di essere stato prescelto come consigliere economico dal Governatore), centrali e di partito (con interventi alla Scuola di partito e un dialogo aperto con i massimi leader politici del paese). Il nostro partner industriale in Cina è una grande impresa pubblica, la China National Petroleum Corporation, la 13° azienda nella graduatoria mondiale di Fortune 500, con la quale abbiamo creato una joint venture per distribuire prodotti vita, danni e benefit aziendali. L’operazione in Cina è cominciata già nel 1996 con l’apertura di un ufficio di rappresentanza a Pechino, che è divenuto veramente operativo a partire dal 2002. Con il passare del tempo, abbiamo ottenuto licenze per operare in numerose province, nel settore vita, danni e, di recente, abbiamo acquisito quota rilevante di una Società di Gestione del Risparmio, che ci permetterà di gestire gli attivi pensionistici e di fare ingresso nel mercato delle Enterprise Annuities. Il Gruppo quindi offre i propri prodotti, le proprie tecnologie, il proprio savoir faire, nel settore vita, danni, nella gestione degli attivi, nel trovare soluzioni assicurative per i pensionati e nella gestione dei benefit aziendali, un business globale in cui il Gruppo primeggia nel mondo. Dopo sette anni, siamo stabilmente collocati ai vertici della classifica di raccolta premi tra gli assicuratori stranieri con una quota di mercato che supera il 10%, e la partnership prevede crescita e espansione futura, confermando il ruolo multifunzionale e multicanale del nostro Gruppo, un atout che ha trovato grande riscontro sul mercato cinese. Soddisfare i bisogni di una immensa nuova classe media, di imprese private nuove e in crescita, di una popolazione in cerca di impieghi di lungo periodo e di una allocazione più efficiente del proprio risparmio, di protezione e di diversificazione dei rischi. Queste sono le sfide che abbiamo affrontato sui nostri mercati di origine e che oggi affrontiamo in Cina, un paese dove il concetto di partnership fra sistema paese e grandi operatori privati è fondamentale. n NOTE 1 M. Arena, Does Market Activity Promote Economic Growth? A Cross-Country Study for Industrialized and Developing Countries, WB Policy Research Working paper 4098, Dec. 2006. ANIA, Ambrosetti, Relazione 2007 su Assicurazioni e Crescita.