Preziosi e pericolosi
Transcript
Preziosi e pericolosi
Aperte le iscrizioni per gli esercizi spirituali dei giovani a Tignale Guarderà quest’anno alle parole del Magnificat “Grandi cose ha fatto in me” la tradizionale proposta di esercizi spirituali per i giovani della diocesi promossa dalla Federazione Oratori Cremonesi. L’appuntamento è dal 10 al 12 marzo, come sempre presso l’Eremo di Montecastello, a Tignale sul Garda. Le giornate saranno scandite da tempi di ascolto del Vangelo, con momenti di silenzio e preghiera personale oltre che comunitaria. Ad accompagnare la riflessione dei giovani sarà la prof. Rosanna Virgili, docente di Sacra Scrittura presso la Pontifica Università Lateranense di Roma. Il week-end di esercizi spirituali, proposti come consuetudine durante il periodo di Quaresima, inizieranno la sera di venerdì 10 marzo (ore 19), quando è previsto il ritrovo dei gruppi e singoli a Montecastello (il viaggio è da organizzare autonomamente). I giovani potranno contare su camera singola: necessario portare lenzuola o sacco a pelo, il necessario personale e gli asciugamani, il resto sarà garantito dall’Eremo. Unica raccomandazione portare con sé la Bibbica. La conclusione degli esercizi spirituali nel pomeriggio di domenica 12 marzo. Il costo della pensione completa è di 95 euro. Il modulo di iscrizione, sino a esaurimento dei 40 posti disponibili, deve essere consegnato in FOCr (e-mail [email protected], fax 0372-25336) Locandina Tignale 2017 Modulo per l’iscrizione Gemellaggio terremoto/30. A San Severino ancora 5000 sfollati 17 febbraio 2017 “L’urgenza della carità”. Inizio questo diario con una citazione dell’Arcivescovo Francesco Brugnaro che è sempre disponibile e partecipa ogni volta che può alle riunioni Caritas che facciamo in Curia a Camerino. L’urgenza della carità, la necessità di spezzare il pane della fraternità con responsabilità nei confronti del fratello e con corresponsabilità nei confronti della comunità. Dobbiamo sostenere la rinascita, aiutare le persone a pensare cosa e come ricostruire… In questa direzione continua il lavoro di mappatura socio-economica e pastorale dell’équipe diocesana: i ragazzi stanno incontrando le persone nella vicaria di Pieve Torina mentre è stata completata San Severino dove su 13.000 abitanti ci sono ancora 5.000 sfollati. Molti sono ospitati negli alberghi sulla costa, specialmente a Senigallia, circa trecento persone vivono in camper, qualcuno è in autonoma sistemazione nelle frazioni… Purtroppo in questa zona sono i commercianti a subire le difficoltà maggiori e sono anche venuti a mancare dei punti di ritrovo “storici” come, per esempio, il “Bar dello stadio” che da sempre era luogo di incontro dopo la Messa. Il mio collega Marco Tassini, che ha condiviso l’esperienza nei giorni scorsi (pienamente condivisa… anche giocando a carte la sera con gli amici di Pian di Pieca), si sta interessando dell’organizzazione dell’evento per i vent’anni del terremoto a Scopoli di Foligno in occasione della Festa triennale della Madonna del Rosario. Abbiamo quindi incontrato la nostra amica Rosella e fatto un sopralluogo al Villaggio Menotre. Ringrazio di cuore, anche a nome del Sindaco di San Ginesio Mario Scagnetti, i liutai che si sono messi in contatto con noi per il restauro del violino Riccucci. Non avevamo dubbi che Cremona avrebbe risposto, ancora una volta, con tanta generosità. Nelle prossime settimane cercheremo di concretizzare questa collaborazione. Nel frattempo con la collega Giorgia Carletti sono stata ad Osimo all’inaugurazione della mostra “Capolavori Sibillini. L’arte dei luoghi feriti dal sisma” che, per l’occasione, ha visto anche la partecipazione del Ministro Franceschini. Le opere d’arte esposte sono dei musei associati alla Rete Museale dei Sibillini che comprende otto comuni tra cui San Ginesio. Ci ha molto colpito la mostra fotografica dei luoghi del recupero dei beni culturali che testimonia i danni sostenuti dl patrimonio culturale locale. Questa operazione culturale ha una notevole valenza sociale e solidale perchè è occasione di lavoro per i giovani precedentemente occupati presso la Rete Museale dei Sibillini e supporterà il finanziamento per il restauro di beni artistici danneggiati dal terremoto. Sempre in tema di Sibillini (mi hanno rapito il cuore) ne approfitto per ringraziare l’amico Adriano che, insieme all’Architetto Matteo Sampaolesi, ci ha permesso di conoscere la storia di San Ginesio, questo “balcone della Sibilla” da cui si vedono le colline marchigiane rincorrersi. Paese di conventi, si narra sia stato qui per il noviziato anche San Nicola da Tolentino e che, presso l’attuale istituto magistrale, ci sia un pozzo da cui fece sgorgare l’acqua. L’impianto urbanistico è romano con schema a incrocio di cardo e decumano, la pietra arenaria locale ha un’ampia gamma di riflessi quando illuminata dal sole…e così ogni ora ha un colore diverso. Abbiamo avuto modo di realizzare un altro progetto, questa volta agricolo: attraverso il signor Giambattista Inselmini del gruppo di Protezione Civile “I ragazzi del Po” di Guastalla, i trasportatori Fratelli Gazzini, gli agricoltori, i cittadini e le attività commerciali di Ca’ del Bosco (RE)… siamo riusciti a far avere delle balle di fieno a Pino, allevatore di San Ginesio, che ha subito ingenti danni alla sua attività. Non posso non ringraziare l’amico Leo, anche lui terremotato, che ha effettuato il trasporto da Norcia a San Ginesio. Continuano gli incontri di formazione all’ascolto nelle vicarie, Giorgia ed io siamo state a Camerino e prossimamente sarò a San Severino con il mio collega Alessio Antonioli. Nicoletta D’Oria Colonna Photogallery Speciale terremoto con il diario dei giorni precedenti Mazzolari, in apertura della beatificazione autunno causa di Dopo mesi di studio, è giunto a conclusione il lavoro sia dei censori teologi, sia della commissione storica per ciò che riguarda la causa di beatificazione di don Primo Mazzolari. Infatti, il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, aveva affidato il compito di presentare la relazione conclusiva entro il 2016. Il vescovo Antonio ha ora preso il testimone del percorso e ha deciso di proseguire in continuità con l’operato del predecessore. Nella mattinata di sabato 4 febbraio, in Palazzo Vescovile, si è tenuto l’incontro di tutti gli interessati per fare il punto della situazione e per progettare i passi futuri. La Commissione storica ha espresso un giudizio favorevole, non senza fermarsi ad analizzare eventuali dubbi che potrebbero sorgere in sede di tribunale. L’analisi della documentazione raccolta è stata fatta nella sua completezza. Parere favorevole è emerso anche dai periti teologi nominati ad hoc. Entrambi hanno sottolineato che negli scritti di don Mazzolari non si vede nulla che possa configurarsi come eresia, sia in campo dottrinale sia in questioni di morale. Anzi, uno studio analitico delle sue pubblicazioni mostra la costante preoccupazione di don Primo di rimanere fedele alla verità. Inoltre, circa l’antropologia cristiana, si è evidenziato quanto lucida fosse la distanza del pensiero di Mazzolari dalle ideologie diffuse nel suo tempo. In particolare, emerge in lui una profonda sensibilità cristologica: egli ha saputo leggere la storia con la lente della fede in Cristo. Al termine delle loro deposizioni, le Commissioni hanno consegnato al Vescovo Antonio il frutto del loro lavoro. I periti teologi hanno altresì prestato giuramento, come prevede l’Istruzione Sanctorum Mater. Dopo questo previo passaggio di studio, la parola passa alla diocesi di Cremona, che può far partire il processo vero e proprio. Si provvederà nei prossimi mesi sia alla nomina dei membri del Tribunale diocesano (il Delegato episcopale, il Promotore di Giustizia e un notaio) sia a definire una data, presumibilmente in autunno, per dare il via ufficiale alla Causa di beatificazione. quell’occasione. Il Tribunale si insedierà in Nel frattempo si chiede di intensificare la preghiera e di intraprendere una più capillare opera di diffusione e di conoscenza della figura di don Mazzolari, particolarmente in diocesi. Evento speciale sarà senza dubbio la solenne celebrazione eucaristica di domenica 23 aprile, alle ore 17.30 a Bozzolo, con la presenza del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città di Castello. Verrà ricordato l’anniversario della morte di don Primo e sulla sua tomba sarà collocata la rosa d’argento che papa Francesco ha donato come segno di particolare riconoscenza. La Fondazione «don Primo Mazzolari» di Bozzolo celebrerà l’anniversario della morte anche con un Convegno che si terrà sabato 8 aprile (dalle ore 9.30 alle ore 13) nella Sala Civica di Bozzolo. Riguarderà il contributo del pensiero di don Mazzolari alla Costituente, a settant’anni dalla Costituzione italiana. Il Convegno vedrà la presenza di relatori del calibro di Francesco Malgeri, dell’Università La Sapienza di Roma; Nicola Antonietti e Matteo Truffelli, dell’Università di Parma. Quest’ultimo ricopre ora il ruolo di presidente dell’Azione Cattolica italiana. Un altro evento speciale si celebrerà in Cina. Domenica 21 maggio la Fondazione sarà impegnata a Hong Kong per la presentazione ufficiale della traduzione in lingua cinese del Tu non uccidere, uno dei manifesti più importanti del pacifismo cattolico del Novecento. La traduzione è stata completata in collaborazione con padre Gianni Criveller, teologo del Pime, e con la Commissione «Giustizia e Pace» della diocesi di Hong Kong. Segno che la figura di don Primo riscuote interesse anche fuori dalle ristrette mura di Bozzolo. Il suo messaggio continua ad aprire strade…: a noi il privilegio di percorrerle! Don Bruno Bignami Presidente Fondazione Mazzolari Martedì a Soresina serata sulle Unità pastorali Serata di approfondimento e formazione per i membri dei Consigli pastorali parrocchiali della Zona 3 sul tema delle unità pastorali. L’appuntamento è nella serata di martedì 21 febbraio, alle 21, presso la sala Mosconi del Centro parrocchiale di Soresina. “Perché tutti abbiano la vita, in abbondanza. Le unità pastorali nella Chiesa cremonese” è il titolo dell’incontro che vedrà intervenire don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la Pastorale, e don Paolo Arienti, docente di Ecclesiologia. Locandina Sullo stesso argomento: Una riforma per favorire la comunione Speciale Perego mons. L’annuncio dell’elezione Ferrara-Comacchio Gian ad Carlo Arcivescovo di Mons. Gian Carlo Perego, nuovo arcivescovo di FerraraComacchio. Sarà consacrato a Cremona Il primo saluto di mons. Perego: «Quel legame tra Cremona e Ferrara» Dopo mons. Mosconi un altro cremonese a Ferrara La gioia della Migrantes per la nomina ad Arcivescovo del direttore generale mons. Perego Intervista a mons. Perego a pochi giorni dall’annuncio della nomina LE DATE: ordinazione di mons. Perego il 6 maggio a Cremona. Ingresso a Ferrara il 3 giugno Uffici pastorali, ipotesi di trasferimento in Antonio del Fuoco via S. Il Sinodo della Diocesi di Cremona fotografa la Curia come un “vero e proprio centro pastorale della diocesi”. Così, dopo la riorganizzazione dell’organigramma voluta dal vescovo Napolioni la scorsa estate, arriva anche la necessità di razionalizzare gli spazi. La riflessione è in corso, coinvolgendo attivamente gli incaricati dei vari uffici. Un primo indirizzo, però, appare chiaro: per meglio “promuovere e coordinare la vita e l’attività pastorale della Chiesa locale” (cfr. Sinodo, 65), gli uffici pastorali potrebbero presto trovare una nuova sede presso il Centro pastorale diocesano “Maria Sedes Sapientae”, di via S. Antonio del Fuoco, dove già alcune realtà si trovano, quasi a dare vita a una cittadella della pastorale. Il Palazzo vescovile certo non sarà abbandonato. Lì continueranno ad avere sede il Vicario generale, il Vicario per la Pastorale e il Clero, la Cancelleria, il Tribunale e il Settore amministrativo, insieme alle realtà con le quali quest’ultimo opera in stretta collaborazione. Come il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa e l’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici, recentemente traslocato al piano terreno. Gran parte del Settore delle attività pastorali, invece, potrebbe spostarsi presso il Centro pastorale diocesano, pensato proprio per favorire “la comunione di intenti e la riflessione sui temi maggiori dell’apostolato”, come precisa il Sinodo. Una nuova collocazione che prevederà anche nuove modalità di lavoro, sempre più ragionate in sinergia tra i diversi uffici nell’intento di creare percorsi comuni. Proprio per questo nella recente riorganizzazione della Curia gli uffici sono stati raggruppati in quattro “tavoli di coordinamento”: Giovani, Famiglia, Servizio e Cultura. Per tali uffici è prevista la collocazione al piano rialzato del Centro pastorale diocesano, auspicando una “proficua collaborazione” anche con le associazioni e i gruppi dell’area ecclesiale, già presenti nella struttura e a cui sarà riservato ulteriore spazio. Al Centro pastorale diocesano dovrebbe trovare nuova sede anche l’Ufficio di pastorale giovanile con la Federazione Oratori Cremonesi, lasciando così l’ex chiesa di S. Facio, meglio conosciuta come Foppone, distante solo pochi metri. Una nuova collocazione che permetterà di avere a disposizione adeguati spazi per lo stoccaggio dei materiali. Ritroverà nuova vita, dunque, il Foppone che, grazie al recupero della struttura effettuato in passato, potrà garantire spazi di incontro e confronto, in particolare nell’ex aula liturgica che potrà essere adibita a sala polivalente. La presenza, accanto agli uffici pastorali, della Casa della Comunicazione tornerà molto utile. I settori pastorali, in sinergia tra loro, troveranno nell’Ufficio per le comunicazioni lo strumento più adeguato per mantenere contatti diretti con il territorio, sia civile che ecclesiale. Dall’altro la Casa della comunicazione metterà a disposizione degli uffici i suoi strumenti, oggi sempre più indispensabili per la conoscenza, l’approfondimento e la diffusione dei contenuti che si vogliono mettere a disposizione di tutte le componenti della Chiesa diocesana e del territorio. Senza tralasciare un’altra presenza significativa. Al di là di via Stenico si trova infatti la Casa dell’Accoglienza con gli uffici della Caritas, i cui servizi, proprio nell’ambito di questa riorganizzazione, potrebbero estendersi anche al di fuori di tale sede. Tra l’altro proprio la gestione del Centro pastorale diocesano e del Foppone potrebbe essere affidata a “Servizi per l’Accoglienza”, la società cooperativa sociale che fa riferimento alla Caritas. I dettagli della suddivisione dei locali all’interno del Centro pastorale diocesano restano comunque ancora da definire, lasciando spazio anche a luoghi di formazione e incontro e, al piano superiore, ad associazioni e gruppi ecclesiali. Dopo l’estate, con l’avvio del nuovo anno pastorale, potrebbe già essere operativa la nuova fisionomia del Centro pastorale diocesano: davvero, dunque, un “centro pastorale” in cui poter far convergere, in spirito di servizio, le varie articolazioni della comunità diocesana. Persecuzioni contro i cristiani, conferenza di padre Cervellera e Rosario nella chiesa di S. Agata Il 20 gennaio scorso in decine di città italiane si è pregato il rosario per i cristiani perseguitati. Anche Cremona era presente – in comunione con ciò che avveniva non solo in Italia ma anche in Svizzera, Siria e Iraq – grazie al Comitato Nazarat (www.nazarat.org). L’evento si ripeterà il 20 febbraio alle ore 21 nella Chiesa di S. Agata, questa volta preceduto da una testimonianza d’eccezione. Due giorni prima infatti il Teatro Monteverdi ospiterà – grazie anche al patrocinio dell’amministrazione comunale – padre Bernardo Cervellera, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) nonché Direttore di Asia News, l’agenzia di stampa più informata sulla situazione dei cristiani nell’immenso continente asiatico. Abbiamo raggiunto telefonicamente padre Cervellera a Roma per un’anteprima dei contenuti della serata cremonese. Il missionario di origini pugliesi parte da un dato reso noto da un’indagine del PEW Research Center (USA). Nel 2016 il 75% dei paesi nel mondo ha presentato casi di discriminazione e violenza nei confronti delle comunità cristiane. Ciò rende il cristianesimo la religione più perseguitata al mondo. Questa persecuzione può avvenire secondo norma di legge oppure al di fuori della norma di legge e i motivi sono diversi. Consideriamo la situazione asiatica. In India, paese che riconosce e tutela formalmente la libertà religiosa, le comunità cristiane sono spesso vittime del fondamentalismo induista. La Corea del nord vieta per legge ogni forma di espressione religiosa in nome dell’ateismo di stato e imprigiona i cristiani e i loro pastori. Il governo cinese perseguita tutti i cattolici che non si sottomettono al suo controllo e ne arresta i sacerdoti. Nei paesi islamici la pratica della religione cristiana viene più o meno limitata e scoraggiata con mezzi legali e illegali; qui il picco si raggiunge in Arabia saudita, dove è proibita persino la preghiera nelle abitazioni private. La persecuzione dei cristiani va considerata in tutti i suoi aspetti. È infatti tipico di ogni comunità cristiana che la sua vita, pur incentrandosi sulla preghiera e sui sacramenti, non si fermi a una dimensione puramente religiosa, ma si esprima in una presenza sociale fatta di ospedali, ricoveri per gli anziani, orfanotrofi, scuole, lavori culturali. E tali opere in genere costituiscono una ricchezza per tutti i membri della società, anche per i non cristiani, in quanto in molti paesi asiatici lo stato sociale non esiste o se esiste fornisce servizi di bassa qualità. Le comunità cristiane sono fattore di sviluppo civile di un popolo, anche quando sono una piccola minoranza. La persecuzione dei cristiani non è tuttavia una questione solamente asiatica o extra-europea. Padre Cervellera mette in guardia dalla persecuzione soffusa che si diffonde anche nei paesi occidentali, i quali vanno giustamente fieri delle loro istituzioni liberal-democratiche e della loro laicità. Qui il tendenziale relativismo imperante ha generato una forma di indifferenza nei confronti del fatto religioso che poi s’è evoluta in indifferentismo. Si tratta di un’ideologia subdola che, in nome del pluralismo religioso, vieta l’espressione della fede cristiana nell’ambito pubblico (si pensi a ciò che puntualmente accade nelle scuole durante il periodo natalizio). Ciò che in realtà sta a cuore non è tanto il rispetto per i fedeli di altre religioni (ai quali non verrebbe mai in mente di negare in Italia le forme di espressione cristiana), quanto la diffusione di una mentalità laicista che intende relegare il fatto religioso nella sfera privata. Successivamente dall’indifferenza relativistica si è passati a un atteggiamento più aggressivo, laddove ai cristiani viene negato il diritto di esprimere un giudizio e prendere posizione nella sfera pubblica in merito a questioni così decisive come la famiglia, l’eutanasia, il gender ecc. Ogni manifestazione pubblica di un giudizio cristianamente ispirato viene duramente contestata e ciò paradossalmente in nome della tolleranza e della libertà. E tale contestazione, che mira a intimidire coloro che non si riconoscono in ciò che Papa Francesco ha chiamato il pensiero unico, non trova alcuna stigmatizzazione da parte della quasi totalità dei mass media. Ora – afferma padre Cervellera – stiamo entrando nella terza fase, quella in cui la censura avverrà secondo norma di legge. Se si vogliono comprendere meglio le sfide della testimonianza cristiana in questo tempo l’appuntamento è allora il 18 febbraio alle ore 21 presso il Teatro Monteverdi in Cremona. Sante Maletta Il primo saluto di mons. Perego: «Quel legame tra Cremona e Ferrara» Pubblichiamo integralmente il primo saluto ufficiale dell’arcivescovo eletto, mons. Gian Carlo Perego, all’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio. Saluto e abbraccio la Chiesa di Ferrara-Comacchio, di cui la Provvidenza, attraverso la nomina di Papa Francesco, ha voluto che io fossi da oggi pastore e guida. È curioso che negli ultimi secoli, la Chiesa di Ferrara-Comacchio abbia avuto almeno un pastore cremonese: nel XIX secolo il card. Ignazio Giovanni Cadolini (1794-1850), amico dell’abate Gioberti, e nel XX secolo l’arcivescovo Natale Mosconi (1904-1988), amico di don Mazzolari e padre conciliare. C’è una sorta di legame tra la Chiesa di Cremona e quella di Ferrara-Comacchio, forse generato dal comune corso del fiume Po e dalle meravigliose oasi naturali, che si mantiene nel tempo, quasi per generare uno scambio, oserei dire, di ragioni della fede e del cuore che caratterizzano la ricca storia di due comunità cristiane. E’ in questo flusso di fede e di grazia che mi inserisco oggi come Pastore della Chiesa di Ferrara-Comacchio, perché la mia debolezza possa essere sostenuta, accompagnata, rafforzata nel cammino tra voi e con voi. Tra voi e con voi presbiteri, mi sento parte di una famiglia che è chiamata al servizio ministeriale, con coerenza, nella correzione fraterna, con gioia. Con voi diaconi mi sento più sicuro nel conoscere la vita delle persone: occhi, orecchie, bocca di una vita sociale che è luogo dell’evangelizzazione. Tra voi e con voi consacrati e consacrate raffinerò il gusto del silenzio e della preghiera insieme all’attenzione agli ultimi, ai piccoli di cui attualizzate il carisma. Tra voi e con voi laici, uomini e donne, leggerò e guarderò alla vita familiare, politica e sociale con gli occhi, le sofferenze, le gioie e le speranze di chi vive la quotidianità di una testimonianza di fede. Tra voi e con voi giovani, alla ricerca di una vocazione, di una storia originale di fede, tra studio e lavoro e non occupazione, cercherò di essere compagno di strada, come Gesù con i discepoli di Emmaus, per saper leggere i ‘segni dei tempi’. A voi malati assicuro fin da ora una vicinanza nella preghiera. A tutti voi, chiedo un po’ di pazienza nei miei confronti, perché sappia entrare in questo cammino di Chiesa che mi consegna, quasi fosse un tesoro da porre in nuove mani, il confratello Arcivescovo Luigi Negri, che ringrazio fin da ora per la sua vicinanza. Saluto l’Arcivescovo emerito Paolo Rabitti, già pastore di questa Chiesa particolare. Desidero salutare e abbracciare anche questa città di Ferrara, che credo imparerò ad amare come il mio paese di campagna dove sono cresciuto e diventato presbitero, Agnadello, e la mia città di Cremona, dove ho vissuto la prima metà del mio ministero presbiterale prima di passare a Roma, al servizio della Conferenza Episcopale Italiana, in Caritas Italiana e poi alla Fondazione Migrantes. La bellezza artistica di questa città, ereditata dal Rinascimento, accompagnata dalla bellezza naturale, la bellezza umana di relazioni sociali, culturali, religiose rinnovate da nuovi incontri e legami con persone e popoli diversi, con un’attenzione preferenziale per i piccoli, i malati e i poveri, sapranno dare speranza e futuro alla città di Ferrara, di Comacchio e a tutte le nostre comunità del territorio diocesano. Le scelte di libertà, di responsabilità, di partecipazione della Chiesa di Ferrara-Comacchio, abbattendo i muri e nel rispetto dell’autonomia delle cose terrestri, saranno al servizio di questa rinnovata ‘bellezza’. Maria ha sempre accompagnato la mia vita di ragazzo, come Madonna della Vittoria tra i campi, di seminarista e prete, come Beata Vergine del Sacro Fonte di Caravaggio. Alla Sua materna intercessione mi affido, invocandola con i titoli più cari ai cremonesi e ai ferraresi: Maria, Assunta in cielo, Madonna delle Grazie e in Aula Regia. Ai nostri santi patroni Omobono, Giorgio, Cassiano martire e al beato Giovanni Tavelli da Tossignano chiedo di educarmi al coraggio della carità e della testimonianza di fede. La benedizione di Dio, ricco di misericordia, accompagni il nostro cammino ecclesiale. Roma, 15.2.2017 Vostro Gian Carlo Perego Arcivescovo eletto di Ferrara-Comacchio La gioia della Migrantes per la nomina ad Arcivescovo del direttore generale mons. Perego La Fondazione Migrantes si unisce alla gioia dei fedeli della diocesi di Cremona per la nomina di Papa Francesco, ad Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, di mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. Nella scelta del Pontefice si legge, ancora una volta l’attenzione particolare verso il mondo migrante e della mobilità umana. Alla guida della Fondazione mons. Perego, attraverso molteplici incontri nelle varie diocesi italiane e Missioni Cattoliche Italiane all’estero, ha sottolineato la centralità della persona a partire dal mondo migrante in tutte le sue dimensioni: immigrati, rifugiati, richiedenti asilo, rom, sinti e camminanti, circensi, lunaparchisti, gente dello spettacolo viaggiante e italiani residenti all’estero. Un impegno che certamente continuerà anche come Arcivescovo della Chiesa particolare di Ferrara- Comacchio – dice il Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni, Mons. Guerino Di Tora annunciando, nella sede della Migrantes, la nomina di Mons. Perego – che porterà avanti “con disponibilità, senso di responsabilità, lungimiranza nell’interpretare e rispondere alle reali situazioni del momento”. I direttori degli uffici diocesani Migrantes, i delegati e coordinatori nazionali delle Missioni Cattoliche italiane all’estero, i cappellani etnici, il personale, i collaboratori, e tutti i sacerdoti e volontari impegnati nella pastorale della mobilità umana esprimono gratitudine a papa Francesco e ringraziano mons. Perego per il suo costante impegno accanto ai migranti. Dopo mons. Mosconi un altro cremonese a Ferrara Mons. Gian Carlo Perego è il terzo cremonese a guidare la diocesi di Ferrara-Comacchio. Il primo fu il card. Ignazio Giovanni Cadolini (1794-1850), seguito dall’arcivescovo Natale Mosconi (1904-1988), il cui ricordo è ancora vivo in quel terre, così come a Cremona.. Nato a Soresina nel 1904, Mosconi fu ordinato sacerdote nel 1927. In diocesi svolse il ministero come insegnante in Seminario, vicario di S. Imerio e segretario della Giunta di Azione Cattolica. Dal 1936 al 1939 fu direttore del settimanale diocesano “La Vita Cattolica”, quindi parroco di Sant’Abbondio. Nel 1951 fu eletto vescovo di Comacchio. La nomina a Vescovo annunciata su “La Vita cattolica” L’ordinazione episcopale sul settimanale diocesano Nel 1954 fu trasferito all’arcidiocesi di Ferrara, alla quale, in seguito, fu unita quella di Comacchio. L’annuncio del trasferimento a Ferrara sul settimanale diocesano “La Vita Cattolica” «Si fece subito amare soprattutto dai giovani – ricorda il suo biografo ferrarese don Sergio Vincenzi -, per il suo carattere di trascinatore, per la sua irruente giovialità, per il suo carattere forte. Il suo “vocione” risuona dal pulpito – con in una mano i fogli delle sue memorabili omelie e con l’altra a sistemarsi lo zucchetto sulla testa, in continuazione – ma soprattutto anche accanto a chi soffriva e come barriera contro le ingiustizie». Mosconi si dimostrò subito un personaggio impetuoso, un lottatore, un passionale, un pastore che amava il suo gregge al di sopra di tutto: «Era un personaggio all’antica – sottolinea ancora don Vincenzi -, in senso buono, non vecchio. Del passato conserva l’impeto, gli insegnamenti, i princìpi, la fermezza. Dall’altra parte era sempre pronto a un sorriso, alla battuta scherzosa». «Era un classico vescovo d’assalto per quei tempi – continua il biografo – che non perdeva occasione per denunciare le ingiustizie, le prepotenze e per difendere la Chiesa. Il suo atteggiamento attivo e quasi focoso, era capace di contagiare, per la causa del bene, i suoi sacerdoti e i fedeli» Nel 1976, Mons. Mosconi si dimise dall’incarico, ma restò a Ferrara fino alla morte, avvenuta il 27 settembre 1988. Le esequie furono celebrate dal card. Biffi, allora arcivescovo metropolita di Bologna che disse nell’omelia: «Il lungo episcopato di monsignor Mosconi sarà senza dubbio oggetto di ricerca e di analisi in altra sede e con altro agio, in modo che venga consegnato alla memoria storica di questa Chiesa un lavoro apostolico di eccezionale ampiezza e spessore». Legatissimo alla sua terra, è sepolto nel cappella di famiglia nel cimitero di Soresina. L’annuncio della morte su La Vita Cattolica Pagina 1 Pagina 11 Pagina 16