Preziosi e pericolosi

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Preziosi e pericolosi
Aperte le iscrizioni per gli
esercizi
spirituali
dei
giovani a Tignale
Guarderà quest’anno alle parole del Magnificat “Grandi cose ha
fatto in me” la tradizionale proposta di esercizi spirituali
per i giovani della diocesi promossa dalla Federazione Oratori
Cremonesi. L’appuntamento è dal 10 al 12 marzo, come sempre
presso l’Eremo di Montecastello, a Tignale sul Garda.
Le giornate saranno scandite da tempi di ascolto del Vangelo,
con momenti di silenzio e preghiera personale oltre che
comunitaria. Ad accompagnare la riflessione dei giovani sarà
la prof. Rosanna Virgili, docente di Sacra Scrittura presso la
Pontifica Università Lateranense di Roma.
Il week-end di esercizi spirituali, proposti come consuetudine
durante il periodo di Quaresima, inizieranno la sera di
venerdì 10 marzo (ore 19), quando è previsto il ritrovo dei
gruppi e singoli a Montecastello (il viaggio è da organizzare
autonomamente).
I giovani potranno contare su camera singola: necessario
portare lenzuola o sacco a pelo, il necessario personale e gli
asciugamani, il resto sarà garantito dall’Eremo. Unica
raccomandazione portare con sé la Bibbica.
La conclusione degli esercizi spirituali nel pomeriggio di
domenica 12 marzo.
Il costo della pensione completa è di 95 euro. Il modulo di
iscrizione, sino a esaurimento dei 40 posti disponibili, deve
essere consegnato in FOCr (e-mail [email protected], fax
0372-25336)
Locandina Tignale 2017
Modulo per l’iscrizione
Gemellaggio terremoto/30. A
San Severino ancora 5000
sfollati
17 febbraio 2017
“L’urgenza della carità”. Inizio questo diario con una
citazione dell’Arcivescovo Francesco Brugnaro che è sempre
disponibile e partecipa ogni volta che può alle riunioni
Caritas che facciamo in Curia a Camerino. L’urgenza della
carità, la necessità di spezzare il pane della fraternità con
responsabilità nei confronti del fratello e con
corresponsabilità nei confronti della comunità. Dobbiamo
sostenere la rinascita, aiutare le persone a pensare cosa e
come ricostruire… In questa direzione continua il lavoro di
mappatura socio-economica e pastorale dell’équipe diocesana: i
ragazzi stanno incontrando le persone nella vicaria di Pieve
Torina mentre è stata completata San Severino dove su 13.000
abitanti ci sono ancora 5.000 sfollati.
Molti sono ospitati negli alberghi sulla costa, specialmente a
Senigallia, circa trecento persone vivono in camper, qualcuno
è in autonoma sistemazione nelle frazioni… Purtroppo in questa
zona sono i commercianti a subire le difficoltà maggiori e
sono anche venuti a mancare dei punti di ritrovo “storici”
come, per esempio, il “Bar dello stadio” che da sempre era
luogo di incontro dopo la Messa.
Il mio collega Marco Tassini, che ha condiviso l’esperienza
nei giorni scorsi (pienamente condivisa… anche giocando a
carte la sera con gli amici di Pian di Pieca), si sta
interessando dell’organizzazione dell’evento per i vent’anni
del terremoto a Scopoli di Foligno in occasione della Festa
triennale della Madonna del Rosario. Abbiamo quindi incontrato
la nostra amica Rosella e fatto un sopralluogo al Villaggio
Menotre.
Ringrazio di cuore, anche a nome del Sindaco di San Ginesio
Mario Scagnetti, i liutai che si sono messi in contatto con
noi per il restauro del violino Riccucci. Non avevamo dubbi
che Cremona avrebbe risposto, ancora una volta, con tanta
generosità. Nelle prossime settimane cercheremo di
concretizzare questa collaborazione. Nel frattempo con la
collega Giorgia Carletti sono stata ad Osimo all’inaugurazione
della mostra “Capolavori Sibillini. L’arte dei luoghi feriti
dal sisma” che, per l’occasione, ha visto anche la
partecipazione del Ministro Franceschini. Le opere d’arte
esposte sono dei musei associati alla Rete Museale dei
Sibillini che comprende otto comuni tra cui San Ginesio. Ci ha
molto colpito la mostra fotografica dei luoghi del recupero
dei beni culturali che testimonia i danni sostenuti dl
patrimonio culturale locale. Questa operazione culturale ha
una notevole valenza sociale e solidale perchè è occasione di
lavoro per i giovani precedentemente occupati presso la Rete
Museale dei Sibillini e supporterà il finanziamento per il
restauro di beni artistici danneggiati dal terremoto.
Sempre in tema di Sibillini (mi hanno rapito il cuore) ne
approfitto per ringraziare l’amico Adriano che, insieme
all’Architetto Matteo Sampaolesi, ci ha permesso di conoscere
la storia di San Ginesio, questo “balcone della Sibilla” da
cui si vedono le colline marchigiane rincorrersi. Paese di
conventi, si narra sia stato qui per il noviziato anche San
Nicola da Tolentino e che, presso l’attuale istituto
magistrale, ci sia un pozzo da cui fece sgorgare l’acqua.
L’impianto urbanistico è romano con schema a incrocio di cardo
e decumano, la pietra arenaria locale ha un’ampia gamma di
riflessi quando illuminata dal sole…e così ogni ora ha un
colore diverso.
Abbiamo avuto modo di realizzare un altro progetto, questa
volta agricolo: attraverso il signor Giambattista Inselmini
del gruppo di Protezione Civile “I ragazzi del Po” di
Guastalla, i trasportatori Fratelli Gazzini, gli agricoltori,
i cittadini e le attività commerciali di Ca’ del Bosco (RE)…
siamo riusciti a far avere delle balle di fieno a Pino,
allevatore di San Ginesio, che ha subito ingenti danni alla
sua attività. Non posso non ringraziare l’amico Leo, anche lui
terremotato, che ha effettuato il trasporto da Norcia a San
Ginesio.
Continuano gli incontri di formazione all’ascolto nelle
vicarie, Giorgia ed io siamo state a Camerino e prossimamente
sarò a San Severino con il mio collega Alessio Antonioli.
Nicoletta D’Oria Colonna
Photogallery
Speciale terremoto con il diario dei giorni precedenti
Mazzolari,
in
apertura
della
beatificazione
autunno
causa
di
Dopo mesi di studio, è giunto a conclusione il lavoro sia dei
censori teologi, sia della commissione storica per ciò che
riguarda la causa di beatificazione di don Primo Mazzolari.
Infatti, il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante
Lafranconi, aveva affidato il compito di presentare la
relazione conclusiva entro il 2016. Il vescovo Antonio ha ora
preso il testimone del percorso e ha deciso di proseguire in
continuità con l’operato del predecessore. Nella mattinata di
sabato 4 febbraio, in Palazzo Vescovile, si è tenuto
l’incontro di tutti gli interessati per fare il punto della
situazione e per progettare i passi futuri.
La Commissione storica ha espresso un giudizio favorevole, non
senza fermarsi ad analizzare eventuali dubbi che potrebbero
sorgere in sede di tribunale. L’analisi della documentazione
raccolta è stata fatta nella sua completezza.
Parere favorevole è emerso anche dai periti teologi nominati
ad hoc. Entrambi hanno sottolineato che negli scritti di don
Mazzolari non si vede nulla che possa configurarsi come
eresia, sia in campo dottrinale sia in questioni di morale.
Anzi, uno studio analitico delle sue pubblicazioni mostra la
costante preoccupazione di don Primo di rimanere fedele alla
verità. Inoltre, circa l’antropologia cristiana, si è
evidenziato quanto lucida fosse la distanza del pensiero di
Mazzolari dalle ideologie diffuse nel suo tempo. In
particolare, emerge in lui una profonda sensibilità
cristologica: egli ha saputo leggere la storia con la lente
della fede in Cristo.
Al termine delle loro deposizioni, le Commissioni hanno
consegnato al Vescovo Antonio il frutto del loro lavoro. I
periti teologi hanno altresì prestato giuramento, come prevede
l’Istruzione Sanctorum Mater.
Dopo questo previo passaggio di studio, la parola passa alla
diocesi di Cremona, che può far partire il processo vero e
proprio. Si provvederà nei prossimi mesi sia alla nomina dei
membri del Tribunale diocesano (il Delegato episcopale, il
Promotore di Giustizia e un notaio) sia a definire una data,
presumibilmente in autunno, per dare il via ufficiale alla
Causa di beatificazione.
quell’occasione.
Il
Tribunale
si
insedierà
in
Nel frattempo si chiede di intensificare la preghiera e di
intraprendere una più capillare opera di diffusione e di
conoscenza della figura di don Mazzolari, particolarmente in
diocesi. Evento speciale sarà senza dubbio la solenne
celebrazione eucaristica di domenica 23 aprile, alle ore 17.30
a Bozzolo, con la presenza del card. Gualtiero Bassetti,
arcivescovo di Perugia-Città di Castello. Verrà ricordato
l’anniversario della morte di don Primo e sulla sua tomba sarà
collocata la rosa d’argento che papa Francesco ha donato come
segno di particolare riconoscenza.
La Fondazione «don Primo Mazzolari» di Bozzolo celebrerà
l’anniversario della morte anche con un Convegno che si terrà
sabato 8 aprile (dalle ore 9.30 alle ore 13) nella Sala Civica
di Bozzolo. Riguarderà il contributo del pensiero di don
Mazzolari alla Costituente, a settant’anni dalla Costituzione
italiana. Il Convegno vedrà la presenza di relatori del
calibro di Francesco Malgeri, dell’Università La Sapienza di
Roma; Nicola Antonietti e Matteo Truffelli, dell’Università di
Parma. Quest’ultimo ricopre ora il ruolo di presidente
dell’Azione Cattolica italiana.
Un altro evento speciale si celebrerà in Cina. Domenica 21
maggio la Fondazione sarà impegnata a Hong Kong per la
presentazione ufficiale della traduzione in lingua cinese del
Tu non uccidere, uno dei manifesti più importanti del
pacifismo cattolico del Novecento. La traduzione è stata
completata in collaborazione con padre Gianni Criveller,
teologo del Pime, e con la Commissione «Giustizia e Pace»
della diocesi di Hong Kong. Segno che la figura di don Primo
riscuote interesse anche fuori dalle ristrette mura di
Bozzolo. Il suo messaggio continua ad aprire strade…: a noi il
privilegio di percorrerle!
Don Bruno Bignami
Presidente Fondazione Mazzolari
Martedì a Soresina serata
sulle Unità pastorali
Serata di approfondimento e formazione per i membri dei
Consigli pastorali parrocchiali della Zona 3 sul tema delle
unità pastorali. L’appuntamento è nella serata di martedì 21
febbraio, alle 21, presso la sala Mosconi del Centro
parrocchiale di Soresina.
“Perché tutti abbiano la vita, in abbondanza. Le unità
pastorali nella Chiesa cremonese” è il titolo dell’incontro
che vedrà intervenire don Gianpaolo Maccagni, vicario
episcopale per la Pastorale, e don Paolo Arienti, docente di
Ecclesiologia.
Locandina
Sullo stesso argomento:
Una riforma per favorire la comunione
Speciale
Perego
mons.
L’annuncio dell’elezione
Ferrara-Comacchio
Gian
ad
Carlo
Arcivescovo
di
Mons. Gian Carlo Perego, nuovo arcivescovo di FerraraComacchio. Sarà consacrato a Cremona
Il primo saluto di mons. Perego: «Quel legame tra
Cremona e Ferrara»
Dopo mons. Mosconi un altro cremonese a Ferrara
La gioia della Migrantes per la nomina ad Arcivescovo
del direttore generale mons. Perego
Intervista a mons. Perego a pochi giorni dall’annuncio
della nomina
LE DATE: ordinazione di mons. Perego il 6 maggio a
Cremona. Ingresso a Ferrara il 3 giugno
Uffici pastorali, ipotesi di
trasferimento
in
Antonio del Fuoco
via
S.
Il Sinodo della Diocesi di Cremona fotografa la Curia come un
“vero e proprio centro pastorale della diocesi”. Così, dopo la
riorganizzazione dell’organigramma
voluta dal vescovo
Napolioni la scorsa estate, arriva anche la necessità di
razionalizzare gli spazi. La riflessione è in corso,
coinvolgendo attivamente gli incaricati dei vari uffici.
Un primo indirizzo, però, appare chiaro: per meglio
“promuovere e coordinare la vita e l’attività pastorale della
Chiesa locale” (cfr. Sinodo, 65), gli uffici pastorali
potrebbero presto trovare una nuova sede presso il Centro
pastorale diocesano “Maria Sedes Sapientae”, di via S. Antonio
del Fuoco, dove già alcune realtà si trovano, quasi a dare
vita a una cittadella della pastorale.
Il Palazzo vescovile certo non sarà abbandonato. Lì
continueranno ad avere sede il Vicario generale, il Vicario
per la Pastorale e il Clero, la Cancelleria, il Tribunale e il
Settore amministrativo, insieme alle realtà con le quali
quest’ultimo opera in stretta collaborazione. Come il Servizio
per la promozione del sostegno economico alla Chiesa e
l’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici, recentemente
traslocato al piano terreno.
Gran parte del Settore delle attività pastorali, invece,
potrebbe spostarsi presso il Centro pastorale diocesano,
pensato proprio per favorire “la comunione di intenti e la
riflessione sui temi maggiori dell’apostolato”, come precisa
il Sinodo.
Una nuova collocazione che prevederà anche nuove modalità di
lavoro, sempre più ragionate in sinergia tra i diversi uffici
nell’intento di creare percorsi comuni. Proprio per questo
nella recente riorganizzazione della Curia gli uffici sono
stati raggruppati in quattro “tavoli di coordinamento”:
Giovani, Famiglia, Servizio e Cultura.
Per tali uffici è prevista la collocazione al piano rialzato
del Centro pastorale diocesano, auspicando una “proficua
collaborazione” anche con le associazioni e i gruppi dell’area
ecclesiale, già presenti nella struttura e a cui sarà
riservato ulteriore spazio.
Al Centro pastorale diocesano dovrebbe trovare nuova sede
anche l’Ufficio di pastorale giovanile con la Federazione
Oratori Cremonesi, lasciando così l’ex chiesa di S. Facio,
meglio conosciuta come Foppone, distante solo pochi metri. Una
nuova collocazione che permetterà di avere a disposizione
adeguati spazi per lo stoccaggio dei materiali.
Ritroverà nuova vita, dunque, il Foppone che, grazie al
recupero della struttura effettuato in passato, potrà
garantire spazi di incontro e confronto, in particolare
nell’ex aula liturgica che potrà essere adibita a sala
polivalente.
La presenza, accanto agli uffici pastorali, della Casa della
Comunicazione tornerà molto utile. I settori pastorali, in
sinergia tra loro, troveranno nell’Ufficio per le
comunicazioni lo strumento più adeguato per mantenere contatti
diretti con il territorio, sia civile che ecclesiale.
Dall’altro la Casa della comunicazione metterà a disposizione
degli uffici i suoi strumenti, oggi sempre più indispensabili
per la conoscenza, l’approfondimento e la diffusione dei
contenuti che si vogliono mettere a disposizione di tutte le
componenti della Chiesa diocesana e del territorio.
Senza tralasciare un’altra presenza significativa. Al di là di
via Stenico si trova infatti la Casa dell’Accoglienza con gli
uffici della Caritas, i cui servizi, proprio nell’ambito di
questa riorganizzazione, potrebbero estendersi anche al di
fuori di tale sede. Tra l’altro proprio la gestione del Centro
pastorale diocesano e del Foppone potrebbe essere affidata a
“Servizi per l’Accoglienza”, la società cooperativa sociale
che fa riferimento alla Caritas.
I dettagli della suddivisione dei locali all’interno del
Centro pastorale diocesano restano comunque ancora da
definire, lasciando spazio anche a luoghi di formazione e
incontro e, al piano superiore, ad associazioni e gruppi
ecclesiali.
Dopo l’estate, con l’avvio del nuovo anno pastorale, potrebbe
già essere operativa la nuova fisionomia del Centro pastorale
diocesano: davvero, dunque, un “centro pastorale” in cui poter
far convergere, in spirito di servizio, le varie articolazioni
della comunità diocesana.
Persecuzioni
contro
i
cristiani,
conferenza
di
padre Cervellera e Rosario
nella chiesa di S. Agata
Il 20 gennaio scorso in decine di città italiane si è pregato
il rosario per i cristiani perseguitati. Anche Cremona era
presente – in comunione con ciò che avveniva non solo in
Italia ma anche in Svizzera, Siria e Iraq – grazie al Comitato
Nazarat (www.nazarat.org). L’evento si ripeterà il 20 febbraio
alle ore 21 nella Chiesa di S. Agata, questa volta preceduto
da una testimonianza d’eccezione. Due giorni prima infatti il
Teatro Monteverdi ospiterà – grazie anche al patrocinio
dell’amministrazione comunale – padre Bernardo Cervellera,
missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME)
nonché Direttore di Asia News, l’agenzia di stampa più
informata sulla situazione dei cristiani nell’immenso
continente asiatico.
Abbiamo raggiunto telefonicamente padre Cervellera a Roma per
un’anteprima dei contenuti della serata cremonese. Il
missionario di origini pugliesi parte da un dato reso noto da
un’indagine del PEW Research Center (USA). Nel 2016 il 75% dei
paesi nel mondo ha presentato casi di discriminazione e
violenza nei confronti delle comunità cristiane. Ciò rende il
cristianesimo la religione più perseguitata al mondo. Questa
persecuzione può avvenire secondo norma di legge oppure al di
fuori della norma di legge e i motivi sono diversi.
Consideriamo la situazione asiatica. In India, paese che
riconosce e tutela formalmente la libertà religiosa, le
comunità cristiane sono spesso vittime del fondamentalismo
induista. La Corea del nord vieta per legge ogni forma di
espressione religiosa in nome dell’ateismo di stato e
imprigiona i cristiani e i loro pastori. Il governo cinese
perseguita tutti i cattolici che non si sottomettono al suo
controllo e ne arresta i sacerdoti. Nei paesi islamici la
pratica della religione cristiana viene più o meno limitata e
scoraggiata con mezzi legali e illegali; qui il picco si
raggiunge in Arabia saudita, dove è proibita persino la
preghiera nelle abitazioni private.
La persecuzione dei cristiani va considerata in tutti i suoi
aspetti. È infatti tipico di ogni comunità cristiana che la
sua vita, pur incentrandosi sulla preghiera e sui sacramenti,
non si fermi a una dimensione puramente religiosa, ma si
esprima in una presenza sociale fatta di ospedali, ricoveri
per gli anziani, orfanotrofi, scuole, lavori culturali. E tali
opere in genere costituiscono una ricchezza per tutti i membri
della società, anche per i non cristiani, in quanto in molti
paesi asiatici lo stato sociale non esiste o se esiste
fornisce servizi di bassa qualità. Le comunità cristiane sono
fattore di sviluppo civile di un popolo, anche quando sono una
piccola minoranza.
La persecuzione dei cristiani non è tuttavia una questione
solamente asiatica o extra-europea. Padre Cervellera mette in
guardia dalla persecuzione soffusa che si diffonde anche nei
paesi occidentali, i quali vanno giustamente fieri delle loro
istituzioni liberal-democratiche e della loro laicità. Qui il
tendenziale relativismo imperante ha generato una forma di
indifferenza nei confronti del fatto religioso che poi s’è
evoluta in indifferentismo. Si tratta di un’ideologia subdola
che, in nome del pluralismo religioso, vieta l’espressione
della fede cristiana nell’ambito pubblico (si pensi a ciò che
puntualmente accade nelle scuole durante il periodo
natalizio). Ciò che in realtà sta a cuore non è tanto il
rispetto per i fedeli di altre religioni (ai quali non
verrebbe mai in mente di negare in Italia le forme di
espressione cristiana), quanto la diffusione di una mentalità
laicista che intende relegare il fatto religioso nella sfera
privata. Successivamente dall’indifferenza relativistica si è
passati a un atteggiamento più aggressivo, laddove ai
cristiani viene negato il diritto di esprimere un giudizio e
prendere posizione nella sfera pubblica in merito a questioni
così decisive come la famiglia, l’eutanasia, il gender ecc.
Ogni manifestazione pubblica di un giudizio cristianamente
ispirato viene duramente contestata e ciò paradossalmente in
nome della tolleranza e della libertà. E tale contestazione,
che mira a intimidire coloro che non si riconoscono in ciò che
Papa Francesco ha chiamato il pensiero unico, non trova alcuna
stigmatizzazione da parte della quasi totalità dei mass media.
Ora – afferma padre Cervellera – stiamo entrando nella terza
fase, quella in cui la censura avverrà secondo norma di legge.
Se si vogliono comprendere meglio le sfide della testimonianza
cristiana in questo tempo l’appuntamento è allora il 18
febbraio alle ore 21 presso il Teatro Monteverdi in Cremona.
Sante Maletta
Il primo saluto di mons.
Perego: «Quel legame tra
Cremona e Ferrara»
Pubblichiamo integralmente il primo saluto ufficiale
dell’arcivescovo eletto, mons. Gian Carlo Perego,
all’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio.
Saluto e abbraccio la Chiesa di Ferrara-Comacchio, di cui la
Provvidenza, attraverso la nomina di Papa Francesco, ha voluto
che io fossi da oggi pastore e guida. È curioso che negli
ultimi secoli, la Chiesa di Ferrara-Comacchio abbia avuto
almeno un pastore cremonese: nel XIX secolo il card. Ignazio
Giovanni Cadolini (1794-1850), amico dell’abate Gioberti, e
nel XX secolo l’arcivescovo Natale Mosconi (1904-1988), amico
di don Mazzolari e padre conciliare.
C’è una sorta di legame tra la Chiesa di Cremona e quella di
Ferrara-Comacchio, forse generato dal comune corso del fiume
Po e dalle meravigliose oasi naturali, che si mantiene nel
tempo, quasi per generare uno scambio, oserei dire, di ragioni
della fede e del cuore che caratterizzano la ricca storia di
due comunità cristiane. E’ in questo flusso di fede e di
grazia che mi inserisco oggi come Pastore della Chiesa di
Ferrara-Comacchio, perché la mia debolezza possa essere
sostenuta, accompagnata, rafforzata nel cammino tra voi e con
voi.
Tra voi e con voi presbiteri, mi sento parte di una famiglia
che è chiamata al servizio ministeriale, con coerenza, nella
correzione fraterna, con gioia. Con voi diaconi mi sento più
sicuro nel conoscere la vita delle persone: occhi, orecchie,
bocca di una vita sociale che è luogo dell’evangelizzazione.
Tra voi e con voi consacrati e consacrate raffinerò il gusto
del silenzio e della preghiera insieme all’attenzione agli
ultimi, ai piccoli di cui attualizzate il carisma.
Tra voi e con voi laici, uomini e donne, leggerò e guarderò
alla vita familiare, politica e sociale con gli occhi, le
sofferenze, le gioie e le speranze di chi vive la quotidianità
di una testimonianza di fede. Tra voi e con voi giovani, alla
ricerca di una vocazione, di una storia originale di fede, tra
studio e lavoro e non occupazione, cercherò di essere compagno
di strada, come Gesù con i discepoli di Emmaus, per saper
leggere i ‘segni dei tempi’.
A voi malati assicuro fin da ora una vicinanza nella
preghiera. A tutti voi, chiedo un po’ di pazienza nei miei
confronti, perché sappia entrare in questo cammino di Chiesa
che mi consegna, quasi fosse un tesoro da porre in nuove mani,
il confratello Arcivescovo Luigi Negri, che ringrazio fin da
ora per la sua vicinanza. Saluto l’Arcivescovo emerito Paolo
Rabitti, già pastore di questa Chiesa particolare.
Desidero salutare e abbracciare anche questa città di Ferrara,
che credo imparerò ad amare come il mio paese di campagna dove
sono cresciuto e diventato presbitero, Agnadello, e la mia
città di Cremona, dove ho vissuto la prima metà del mio
ministero presbiterale prima di passare a Roma, al servizio
della Conferenza Episcopale Italiana, in Caritas Italiana e
poi alla Fondazione Migrantes.
La bellezza artistica di questa città, ereditata dal
Rinascimento, accompagnata dalla bellezza naturale, la
bellezza umana di relazioni sociali, culturali, religiose
rinnovate da nuovi incontri e legami con persone e popoli
diversi, con un’attenzione preferenziale per i piccoli, i
malati e i poveri, sapranno dare speranza e futuro alla città
di Ferrara, di Comacchio e a tutte le nostre comunità del
territorio diocesano. Le scelte di libertà, di responsabilità,
di partecipazione della Chiesa di Ferrara-Comacchio,
abbattendo i muri e nel rispetto dell’autonomia delle cose
terrestri, saranno al servizio di questa rinnovata ‘bellezza’.
Maria ha sempre accompagnato la mia vita di ragazzo, come
Madonna della Vittoria tra i campi, di seminarista e prete,
come Beata Vergine del Sacro Fonte di Caravaggio. Alla Sua
materna intercessione mi affido, invocandola con i titoli più
cari ai cremonesi e ai ferraresi: Maria, Assunta in cielo,
Madonna delle Grazie e in Aula Regia. Ai nostri santi patroni
Omobono, Giorgio, Cassiano martire e al beato Giovanni Tavelli
da Tossignano chiedo di educarmi al coraggio della carità e
della testimonianza di fede. La benedizione di Dio, ricco di
misericordia, accompagni il nostro cammino ecclesiale.
Roma, 15.2.2017
Vostro
Gian Carlo Perego
Arcivescovo eletto di Ferrara-Comacchio
La gioia della Migrantes per
la nomina ad Arcivescovo del
direttore
generale
mons.
Perego
La Fondazione Migrantes si unisce alla gioia dei fedeli della
diocesi di Cremona per la nomina di Papa Francesco, ad
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, di mons. Gian Carlo Perego,
direttore generale della Fondazione Migrantes. Nella scelta
del Pontefice si legge, ancora una volta l’attenzione
particolare verso il mondo migrante e della mobilità umana.
Alla guida della Fondazione mons. Perego, attraverso
molteplici incontri nelle varie diocesi italiane e Missioni
Cattoliche Italiane all’estero, ha sottolineato la centralità
della persona a partire dal mondo migrante in tutte le sue
dimensioni: immigrati, rifugiati, richiedenti asilo, rom,
sinti e camminanti, circensi, lunaparchisti, gente dello
spettacolo viaggiante e italiani residenti all’estero.
Un impegno che certamente continuerà anche come Arcivescovo
della Chiesa particolare di Ferrara- Comacchio – dice il
Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni, Mons.
Guerino Di Tora annunciando, nella sede della Migrantes, la
nomina di Mons. Perego – che porterà avanti “con
disponibilità, senso di responsabilità, lungimiranza
nell’interpretare e rispondere alle reali situazioni del
momento”.
I direttori degli uffici diocesani Migrantes, i delegati e
coordinatori nazionali delle Missioni Cattoliche italiane
all’estero, i cappellani etnici, il personale, i
collaboratori, e tutti i sacerdoti e volontari impegnati nella
pastorale della mobilità umana esprimono gratitudine a papa
Francesco e ringraziano mons. Perego per il suo costante
impegno accanto ai migranti.
Dopo mons. Mosconi un altro
cremonese a Ferrara
Mons. Gian Carlo Perego è il terzo cremonese a guidare la
diocesi di Ferrara-Comacchio. Il primo fu il card. Ignazio
Giovanni Cadolini (1794-1850), seguito dall’arcivescovo Natale
Mosconi (1904-1988), il cui ricordo è ancora vivo in quel
terre, così come a Cremona..
Nato a Soresina nel 1904, Mosconi fu ordinato sacerdote nel
1927. In diocesi svolse il ministero come insegnante in
Seminario, vicario di S. Imerio e segretario della Giunta di
Azione
Cattolica.
Dal
1936
al
1939
fu
direttore
del
settimanale diocesano “La Vita Cattolica”, quindi parroco di
Sant’Abbondio.
Nel 1951 fu eletto vescovo di Comacchio.
La nomina a Vescovo annunciata su “La Vita cattolica”
L’ordinazione episcopale sul settimanale diocesano
Nel 1954 fu trasferito all’arcidiocesi di Ferrara, alla quale,
in seguito, fu unita quella di Comacchio.
L’annuncio del trasferimento a Ferrara
sul settimanale diocesano “La Vita Cattolica”
«Si fece subito amare soprattutto dai giovani – ricorda il suo
biografo ferrarese don Sergio Vincenzi -, per il suo carattere
di trascinatore, per la sua irruente giovialità, per il suo
carattere forte. Il suo “vocione” risuona dal pulpito – con in
una mano i fogli delle sue memorabili omelie e con l’altra a
sistemarsi lo zucchetto sulla testa, in continuazione – ma
soprattutto anche accanto a chi soffriva e come barriera
contro le ingiustizie».
Mosconi si dimostrò subito un personaggio impetuoso, un
lottatore, un passionale, un pastore che amava il suo gregge
al di sopra di tutto: «Era un personaggio all’antica –
sottolinea ancora don Vincenzi -, in senso buono, non vecchio.
Del passato conserva l’impeto, gli insegnamenti, i princìpi,
la fermezza. Dall’altra parte era sempre pronto a un sorriso,
alla battuta scherzosa».
«Era un classico vescovo d’assalto per quei tempi – continua
il biografo – che non perdeva occasione per denunciare le
ingiustizie, le prepotenze e per difendere la Chiesa. Il suo
atteggiamento attivo e quasi focoso, era capace di contagiare,
per la causa del bene, i suoi sacerdoti e i fedeli»
Nel 1976, Mons. Mosconi si dimise
dall’incarico, ma restò a Ferrara fino alla
morte, avvenuta il 27 settembre 1988. Le
esequie furono celebrate dal card. Biffi,
allora arcivescovo metropolita di Bologna
che disse nell’omelia: «Il lungo episcopato
di monsignor Mosconi sarà senza dubbio
oggetto di ricerca e di analisi in altra
sede e con altro agio, in modo che venga
consegnato alla memoria storica di questa
Chiesa un lavoro apostolico di eccezionale
ampiezza e spessore».
Legatissimo alla sua terra, è sepolto nel cappella di famiglia
nel cimitero di Soresina.
L’annuncio della morte su La Vita Cattolica
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