riassunto gheraldo colombo
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riassunto gheraldo colombo
Istituto Comprensivo CENTRO 3 – Brescia Scuola Media Statale “G. MOMPIANI” LABORATORIO di LETTURA Classi TERZE Anno Scolastico 2015/16 LETTURA e ANALISI del LIBRO “Sulle REGOLE” di Gherardo COLOMBO Magistrato Coordinamento: Flora BUCCIO Rosangela LOTIERZO CAPITOLO 1 UN PAESE IMMAGINARIO Questo è un paese immaginario: all’angolo della via c’è una salumeria, entra in negozio un vigile urbano, ha il compito di verificare la bilancia . Dopo alcune allusioni, mezze frasi e occhiatine, il vigile esce con un paio di borse della spesa ricolme. Le ha avute gratis, in cambio, non ha controllato nulla. Il negoziante può continuare a vendere la carta della confezione allo stesso prezzo del prosciutto. Questo esempio dimostra che a trionfare sono la furbizia, la forza, la disonestà, sotto l’apparenza delle leggi uguali per tutti, del rispetto per ogni diritto di base. Coloro che si attengono alle leggi formali (che non è detto che siano pochi)sono scavalcati ogni giorno da chi non le rispetta. CAPITOLO 2 LEGGE E GIUSTIZIA Delle regole non si può fare a meno, perché non si può stare insieme senza applicarle, magari inconsapevolmente. Le regole, servono anche per incontrarsi, comunicare; spesso anche i contatti tra le persone hanno regole specifiche, per esempio stare a tavola, frequentare la scuola…. Inoltre tutte le associazioni, comunità, ordini religiosi, bocciofile, cineclub e perfino la mafia hanno bisogno di regole. Regola, legge e legalità sono le parole più usate quando ci si trova di fronte a drammi e contraddizioni relativi ai rapporti umani. Sono termini neutri, il cui significato varia in base al contenuto che esprimono; infatti erano leggi quelle che prevedevano la schiavitù o la pena di morte, ma sono leggi anche quelle che prevedono la libertà di centinaia di Paesi o che prevede l’uguaglianza dei cittadini. CAPITOLO 5 IL DIRITTO VIENE DA DIO La parola “GIUSTIZIA” costituisce da sempre il riferimento per “GIUSTIFICARE” il contenuto delle leggi. Secondo questa tesi il diritto e la giustizia nell’antichità coincidevano, perché si pensava che il diritto venisse da Dio. Ognuno pescava nella parola di Dio la giustizia che voleva secondo le proprie esigenze, trovandovi l’alibi per giustificare anche le più orribili ingiustizie. CAPITOLO 6 IL DIRITTO è GIUSTO SE è «NATURALE» Significa che ogni uomo dentro di sé, fin dalla nascita, possiede alcuni principi fondamentali, comuni a tutti gli altri uomini Si pensava, per intendersi, che ciascuna persona, ovunque fosse stata concepita, in qualsiasi realtà venisse inserita, avesse in sé la consapevolezza che, in linea di principio, non è bene uccidere, non è bene appropriarsi delle cose altrui, non è bene testimoniare il falso. . L’Idea di giustificare il diritto attraverso i principi innati, comuni a qualsiasi persona, è andata progressivamente in crisi. CAPITOLO 8 DA SUDDITO A CITTADINO Il potere del sovrano, in precedenza, era davvero assoluto. Il re condensava in sé la titolarità della legislazione, del governo, e della giustizia. Faceva le leggi, le applicava e verificava se i comportamenti erano conformi alle norme che egli stesso aveva introdotto. Il pensiero illuminista premeva perché la persona fosse riconosciuta in quanto tale, anche solo per il solo fatto di esistere. Tale riconoscimento significava che ciascuno doveva essere tutelato dalle intromissioni del potere, che gli fossero garantite la libertà fisica e di pensiero; che gli potessero essere riconosciute le sue ragioni, anche quando fossero state in conflitto con gli interessi del potere. Quando i membri dell’assemblea legislativa cominciarono a essere eletti dai cittadini piuttosto che nominati dal sovrano, e quando la scelta dei titolari del potere esecutivo passò dall’arbitrio del governante alla decisione dei rappresentanti dei cittadini, si osservò che la giustificazione della legge aveva le basi nella volontà popolare, che aveva scelto i suoi portavoce e li aveva collocati in parlamento, dando loro le indicazioni del contenuto che le leggi dovevano avere. CAPITOLO 9 LA SOCIETA’ VERTICALE La società verticale è conseguenza della diversità tra le idee profonde sul modo di intendere le relazioni umane. La società verticale è frutto della differenza di pensiero filosofico che ognuno ha verso l’esistenza. Salvo rare eccezioni, le società sono state organizzate secondo questo schema gerarchico, fino all’altro ieri della storia, quando la concezione opposta, cioè quella di una società orizzontale, si è affacciata con forza non soltanto nell’ambito delle coscienze, ma anche nelle relazioni umane. CAPITOLO 11 LA COMPOSIZIONE DEI DUE MODELLI Le caratteristiche della società orizzontale e verticale possono, in qualche misura mischiarsi tra loro. Nella società verticale non vengono rispettati i valori della persona, invece nella la società orizzontale, ogni persona ha un valore. Gli egizi non rispettavano le persone infatti il faraone era sopra di tutti, gli altri erano inferiori. Nella repubblica parlamentare le persone sono rispettate e hanno un valore. Il mescolamento delle due concezioni della società e dei due modelli di organizzazione determina una gamma quasi infinita di diverse possibilità, nel tipo di disciplina del vivere comune, e, di conseguenza, nel senso della parola giustizia. CAPITOLO 12 CONSEGUENZE DELLA SOCIETA’ VERTICALE Quando la persona è vista come un semplice strumento, quando ci si modifica, scartando gli inadeguati, quando le relazioni si basano su competizioni nelle quali chi perde muore, allora si è in presenza di un modella di società verticale, che ha come valori fondanti la separazione e l’distruzione. Gli stati che adottano tale modello sociale, non prevedono misure generalizzate, per garantire e tutelare il necessario, affinché la persona possa formare le basi della propria vita, acquisendo gli strumenti per crescere. Per difendere lo spazio racchiuso entro i confini, si iniziò molto presto a accerchiare di mura gli abitati urbani. Spesso bisognava proteggersi dalle aggressioni da parte di persone che non riconoscevano gli altri come propri simili, altre volte era necessario costruirsi un rifugio per non subire le vendette delle aggressioni commesse. Oggi, muri di migliaia di chilometri sono progettati per evitare che “i diversi” riescano a immigrare, senza autorizzazione, in un paese più ricco del loro. La strumentalizzazione della persona, il mancato rispetto del suo valore e la gerarchizzazione dei rapporti, si ripropone in termini ancora più evidenti soprattutto nei confronti dell’ambiente, che viene sfruttato oltre alle sue capacità, mettendo a rischio il futuro del pianeta e delle prossime generazioni, che sperimenteranno sempre più l’forte mancanza degli elementi essenziali per la vita, primo fra tutti l’acqua. CAPITOLO 22 UN TENTATIVO DI SOCIETA’ ORIZZONTALE: LA COSTITUZIONE ITALIANA La Costituzione è l’insieme delle disposizioni che stabiliscono i principi di base attraverso i quali regolare i rapporti tra le persone, che determinano il modello organizzativo della società e individuano i diritti inviolabili e i doveri ai quali non ci si può sottrarre. E’ la legge fondamentale, che informa tutte le norme emanate in uno stato. Si è tornati dunque, a valutare il diritto non in base alla sua paternità, ma in base al suo contenuto. Con la differenza che questo è stato scelto tramite un accordo fra tutti i cittadini. CAPITOLO 23 LA PERSONA PRIMA DI TUTTO Prima di tutto la persona ha una dignità e un valore. Tutti i cittadini, davanti alla legge, sono uguali e devono essere tutelati nello stesso modo. La Costituzione non deve limitare la liberta e l’uguaglianza del cittadino, per non impedirgli la sua partecipazione politica e sociale. La Costituzione stabilisce anche i limiti dei diritti fondamentali. Nella costituzione si precisano anche le procedure e i modi attraverso i quali le amministrazioni, il parlamento e la magistratura devono garantire la democrazia della società orizzontale. La Costituzione è fortemente ispirata al modello di società orizzontale, ma non si ha mai la certezza che riesca effettivamente a realizzarla del tutto. CAPITOLO 25 INCERTEZZE DEL PERCORSO COSTITUZIONALE Non è stato facile attuare la costituzione, emanata l’1 Gennaio del 1948. La corte costituzionale, che fin dall’ inizio avrebbe dovuto svolgere il compito basilare di verificare la legittimità delle leggi, è stata istituita soltanto nel 1953. Il consiglio superiore della magistratura (C.S.M.), che ha la funzione di garantire l’indipendenza e di giudicare gli alti poteri dello Stato, fu istituito nel 1958. Le regioni (strumenti di decentramento e di più diretta democrazia) esistono dal 1970. Soltanto nello stesso anno è stato promulgato lo statuto dei lavoratori, la legge che adatta la disciplina del lavoro ai principi costituzionali. Per uniformare la disciplina del matrimonio al principio di uguaglianza si è atteso il 1975 e non è stato facile, perché la resistenza ad adeguare le leggi ( e più ancora i comportamenti ) alla costituzione è stata forte. La cultura tipica della società verticale, già radicata prima del ventennio fascista ed esasperata dal regime, non poteva essere eliminata da un momento all’altro semplicemente emanando una nuova costituzione. CAPITOLO 26 “CULTURA” Nella storia, nella religione, nell’istinto della persona, il modello di società verticale è talmente radicato da apparire “naturale” e quindi “giusto”. Nella storia della Repubblica Italiana, per esempio si contano numerosi condoni di costruzioni illegali , amnistie di reati, che consentono ad ogni cittadino di rimediare alla propria posizione irregolare attraverso il pagamento di denaro Ognuno di noi ritiene di essere giusto e di essere superiore rispetto agli altri infatti spesso si sente affermare: “Lei non sa chi sono io!”. CONCLUSIONI Le nostre considerazioni Nonostante la difficoltà del linguaggio, il libro mi è piaciuto, perché mi ha permesso di riflettere sulle ingiustizie e sulla criminalità del mondo attuale; benché il libro sia stato scritto circa vent’anni fa, le situazioni sono simili a quelle attuali ed io ho potuto ragionare sulla vita sociale. L.P. 3^ A Secondo me il libro è stato impegnativo perché è di difficile comprensione, però mi ha permesso di capire come funziona il governo, la società orizzontale e l’importanza delle leggi, che ti permettono di vivere meglio, senza confusione, senza conflitti . J.A. 3^ A Per me il libro è stato impegnativo perché l’argomento è complesso ma, mi ha fatto capire meglio che cos’è una società verticale ed orizzontale e come l’autore vede la società; inoltre mi ha fatto riflettere su alcuni aspetti della società che già conoscevo. W.U. 3^ A Mi è piaciuto il capitolo 22 perché parla della Costituzione Italiana ,ho disegnato una pagina del libro insieme alla mia compagna. A.G. 3^B Il libro ”Sulle regole” per me è importante, perché parla di LEGGE, GIUSTIZIA; REGOLE e LEGALITA’. Il primo capitolo era solo un esempio di tutte le illegalità. Nonostante il linguaggio difficile, mi è piaciuto perché tratta temi importanti,che spesso ignoriamo. Mi ha fatto capire come un paese democratico è organizzato socialmente(società orizzontale) e legalmente. E’ interessante scoprire che ci sono ancora nel mondo,società verticali con dittature e monarchie. R.S.- 3^ B A me è piaciuto poco il libro, perché era difficile, ma alcuni capitoli erano molto interessanti, come quello che parlava della Costituzione Italiana (capitolo 22). Il libro parla di leggi , di giustizia, di regole; ho imparato che senza regole non si può vivere bene. E.M. – 3^B Il libro” Sulle regole”, scritto dal magistrato Gherardo Colombo mi è piaciuto, perché mi ha insegnato come è in generale la società italiana, ho scoperto che, in alcuni casi, è ingiusta, per esempio racconta un episodio in cui c‘è un poliziotto che viene corrotto da un salumiere per non fargli fare i controlli. Leggendo questo libro ho capito che la nostra società non è del tutto una società orizzontale, non siamo tutti sullo stesso piano. C.P.S – 3^C Il libro “Sulle regole”, parla delle leggi, della legalità, delle regole e della giustizia. Il primo capitolo intitolato “Un paese immaginario” parla di tutte le illegalità che vengono commesse. Il linguaggio non è stato molto difficile. In alcuni paesi vi è ancora la pena di morte o la dittatura,cose che oggi non dovrebbero esistere più. Alla fine il libro mi ha insegnato alcune cose che non conoscevo. N.M. – 3^B La comprensione di questo libro per me è stata un poco difficile , ma mi è piaciuto perché parla delle regole e della giustizia. Mi è interessata la società verticale perché è come una piramide dove un capo comanda, e tutti gli altri stanno sotto. R.M. - 3^B IL libro mi è piaciuto poco perché il linguaggio non era molto facile. Un argomento che ho capito di più parla della società verticale e orizzontale che significa che tutti sono allo stesso livello,invece la verticale significa che c’è un capo che comanda ad esempio il re, e gli altri devono seguire le sue regole. B.M.- 3^B Questo libro mi è piaciuto, anche se il linguaggio era difficile per me,mi ha insegnato a conoscere le leggi,a capire che cosa è l’illegalità,la mafia,le regole che non sono rispettate da tutti. Ho capito la differenza tra la società verticale e quella orizzontale. S.M. – 3^B Mi è piaciuto un po’ tutto il libro , tranne i capitoli che parlavano della società verticale. Ho imparato a conoscere la mafia, l’illegalità, e che esistono delle regole che dovrebbero essere rispettate da tutti. H.S. – 3^A