Sottotitoli senza pudore - Ventiquattro Magazine 29

Transcript

Sottotitoli senza pudore - Ventiquattro Magazine 29
Sottotitoli senza pudore - Il Sole 24 ORE
1 di 2
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Tempo%20libero...
Stampa l'articolo
Chiudi
Sottotitoli senza pudore
testo di Elena Carella foto di Reed Young
I dialoghi originali delle serie americane vengono spesso
stravolti da traduzioni approssimative, troppo politically correct,
così "House vs. God"diventa "House e Dio". I fan sono corsi ai
ripari sottotitolando le puntate e diffondendole in versione
integrale su web. Con precisione e rapidità formidabile
Non si conoscono ancora gli effetti, ma il numero delle
teledipendenze si amplia sempre più. Colpa di Lost, Dexter,
Prison Break, Mad Men o Heroes: hanno trame avvincenti, capaci
di inchiodare chiunque al divano per giorni e notti intere;
soprattutto beneficiano del lavoro coordinato di un gruppo di
appassionati che rende disponibili i sottotitoli dell'ultima puntata a
poche ore dalla messa in onda negli Stati Uniti. Così chiunque, a
prescindere dalle conoscenze dell'inglese, può seguire il suo
telefilm preferito in lingua ori-ginale, senza aspettare i sei o otto
mesi mediamente necessari per vedere le puntate doppiate in
italiano.
Sono trecento questi benefattori della rete riuniti nel progetto Italian Subs che, per passione e per spiccata
propensione allo sharing, forniscono gratis e in tempi record i sottotitoli delle serie televisive. Lo fanno combattendo
contro il libero adattamento del testo che troppo spesso annulla caratteri e dialoghi dei personaggi originali a
vantaggio di una banalizzazione spacciata per «adeguamento al gusto italiano». Appiattimento, stravolgimento,
incompetenza: sono queste le parole che circolano sui blog quando si scopre che nel doppiaggio il proprio
personaggio preferito si è trasformato in un perfetto sconosciuto. «Penso che le emittenti sottovalutino gli italiani spiega Metalmarco, amministratore di Italian Subs - reputandoli un popolo pigro. Credono che offrendo una tv
monolingua si faccia loro un piacere, ma poi non dobbiamo lamentarci se quando andiamo all'estero parliamo a
gesti. In altri Paesi, come la Croazia, i film in lingua originale sottotitolati sono all'ordine del giorno anche in prima
serata. È una grande occa-sione per conoscere una cultura, oltre che un ottimo esercizio per l'inglese».
Tra sviste e adattamenti si perdono le sfumature, elemento fondamentale per il successo di ogni personaggio.
Eclatante è il caso di Heroes, grande successo nella versione originale e grande flop in quella doppiata. Negli Stati
Uniti in brevissimo tempo il serial è diventato oggetto di culto. In Italia, invece, la prima stagione, iniziata il 2
settembre 2007, già il 25 ottobre dello stesso anno era a rischio cancellazione per i bassi ascolti. Stesso destino è
toccato anche a How I Met Your Mother (in Italia E alla fine arriva mamma!), Two and a Half Men (da noi Due uomini
e mezzo) e The Big Bang Theory, che in Italia non vengono viste perché, come contestato nei blog, non fanno più
ridere.
Tra le centinaia di telefilm ogni anno importati dagli States, sono le comedy a risultare più disastrose. Lo sanno bene
gli estimatori dei Simpson che, una serie dopo l'altra, hanno visto i loro idoli smettere di dire parolacce. Gli
appassionati di Buffy l'ammazzavampiri già dopo poche puntate hanno organizzato via web la "prima campagna di
pro-testa interseriale" contro l'adattamento selvaggio. Pesanti proteste si sono scatenate anche per Six Feet Under:
una scena in cui si esprimeva un commento negativo sugli omosessuali è sparita nella versione in italiano.
Neppure Dr. House esce immune dalle sforbiciate. Famosa è la puntata in cui la paziente è una suora e Gregory
House, rivolgendosi a una delle consorelle, le fa notare di essere caduta in quattro peccati capitali in soli due minuti
(superbia, invidia, ira e gola). Subito dopo la suora gli dice ciò che pensa di lui e il medico le risponde con la frase
cen-surata: «Dal modo in cui mi sta guardando adesso direi che siamo passati a cinque: la lussuria». E che non sia
una svista risulta evidente considerando il titolo dell'episodio: House vs. God ("House contro Dio") è diventato in
italiano House e Dio.
Il telefilm Streghe è invece un mix di tagli su tutti gli argomenti: religione, sesso, morte. Si elude l'argomento
masturbazione femminile nel primo episodio, quando Piper dice: «I asked if Prue would have sex other than herself
this year» ("Ho chiesto se quest'anno Prue avrebbe fatto sesso con qualcun altro oltre che con se stessa").
Diventato: «Volevo sapere se quest'anno Prue è andata a letto con qualcuno». Si elude l'argomento droghe, seppur
leggere, nell'episodio 108: «Ma che avete fumato? Sto facendo una pozione per far svenire», diventato «Cercate di
29/05/2009 13.59
Sottotitoli senza pudore - Il Sole 24 ORE
2 di 2
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Tempo%20libero...
seguirmi, ho ideato questa pozione per non congedarmi». E infine si elude l'argomento sesso nell'episodio 110,
quando la frase «Dio, ho biso-gno di sesso!» diventa «Mi manca Jason!».
Alberto Rossini, responsabile programmi per Mtv e Comedy Central, riconosce che tradurre bitch con "befana" (vedi
Streghe) vuol dire non rispettare il pubblico, prenderlo in giro. «Per evitare questo, ad esempio, abbiamo fatto
ridoppiare tutto South Park. Nella versione mandata in onda su Mtv infatti, i personaggi usano un linguaggio molto
più simile a quello americano e il "cazzarola" usato prima ora non c'è più. Ma la tv è per tutti, non solo per pochi. Per
cui non credo che sia un errore sostituire "il vincitore di American Idol" con "il vincito-re di X-Factor" se lo rende
comprensibile da più persone». Non va peraltro dimenticato che le parolacce nella televisione americana
abbondano pericolosamente, tanto che a fine a-prile la Corte Suprema ha confermato il divieto alle emittenti di usare
termini volgari prima delle dieci di sera, prevedendo sanzioni fino a 325mila dollari.
I membri di Italian Subs (o "subbers") sono paladini del testo originale e della fedeltà nella traduzione. La loro
comunità, in costante crescita, svolge questo lavoro gratis e a un ritmo da fare invidia alle più organizzate
compagnie di traduzione e adattamento: in media dopo 2-3 giorni dalla messa in onda negli States i sottotitoli sono
già disponibili, ma per le serie più seguite viene applicata la regola delle ventiquattr'ore. È Metalmarco a spiegarci
con orgoglio: «Per Lost puntiamo la sveglia alle quattro di mattina del giovedì (ora in cui finisce la messa in onda in
America) per tradurlo il prima possibile. L'ultima puntata è stata rilasciata alle 6,30 di mattina. Un record».
I "subbers" sono studenti, come Devilmark che si impegna «perché tiene allenato il mio inglese ed è bello poter
rendere un po' più felici le persone che possono godersi le proprie serie tv preferite in anticipo», ma anche
casalinghe, disoccupati, impiegati part-time e ragazzi che vogliono trasformare questa loro passione in lavoro. Come
Tutorgirl che racconta: «I miei amici mi danno della fissata, ma in fondo apprezzano quello che faccio. Ho cercato di
spiegare anche ai miei genitori questa mia attività ma, dopo due anni, non è loro ancora del tutto chiara». Ci
vogliono passione e volontà per impegnarsi otto, dieci e a volte addirittura venti ore alla settimana in un'attività che
si mantiene solo con le donazioni fatte al sito dagli utenti. Un'attività che però potenzialmente può durare all'infinito
perché il ricambio di traduttori è costante.
L'idea parte a fine 2005, sulla scia di siti simili brasiliani, dove la cultura del sottotitolo è molto diffusa. Da allora lo
staff, che era composto da una ventina di persone, ha raggiunto quota trecento, tra cui sette amministratori e venti
traduttori senior, per rispondere alle richieste di un pubblico che conta 140mila iscritti al sito e che cresce al ritmo di
oltre quattromila nuovi ingressi al mese. Un fenomeno che condividiamo con Francia e Spagna, dove hanno sede i
gruppi più attivi, seguiti da Croazia, Polonia e Grecia. Dietro c'è la volontà di non subi-re filtri, di poter essere curiosi,
di potersi fare delle domande, di scandalizzarsi, di offendersi. O semplicemente la volontà di essere considerate
persone che non tradurrebbero mai "Ehi, perché non vai al David Letterman Show?" con "Ehi, perché non vai al
Maurizio Costanzo Show?"
Redazione Online
Tutti i servizi
I più cercati
Pubblicità
P.I. 00777910159 - © Copyright Il Sole 24 Ore - Tutti i diritti riservati
Fai di questa pagina la tua homepage
partners
29/05/2009 13.59