Sierra Leone - amnesty :: Rapporto annuale

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fatto che la pubblica accusa avesse violato il divieto di leggi penali retroattive contenuto
nella Carta africana dei diritti umani e dei popoli, anche se i presunti reati costituivano
tutti violazioni del diritto internazionale già quando furono commessi. A novembre, la
Corte dell’Ecowas ha stabilito che il Senegal poteva processare Hissène Habré soltanto
istituendo una giurisdizione speciale o ad hoc.
MISSIONE E RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL
A settembre, una delegazione di Amnesty International ha visitato il Senegal in occasione
della pubblicazione di un rapporto sull’impunità e ha incontrato le autorità.
Senegal: Land of impunity (AFR 49/001/2010)
SIERRA LEONE
REPUBBLICA DELLA SIERRA LEONE
Capo di stato e di governo: Ernest Bai Koroma
Pena di morte: mantenitore
Popolazione: 5,8 milioni
Aspettativa di vita: 48,2 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 160/136‰
Alfabetizzazione adulti: 39,8%
Il governo ha continuato la riorganizzazione delle istituzioni e delle infrastrutture avviata
subito dopo la guerra civile, promovendo lo sviluppo e fornendo il servizio sanitario e
scolastico di base. Il governo ha introdotto un sistema di cure mediche gratuite per le
donne in gravidanza e per i bambini sotto i cinque anni, per cercare di ridurre l’elevato
tasso di mortalità materna. Malgrado alcuni progressi, tuttavia, il paese ha continuato a
soffrire di una povertà diffusa, collegata a violazioni dei diritti socioeconomici; di un elevato tasso di violenza sessuale e di genere; di violazioni dei diritti dei minori; dell’impunità per i passati crimini contro l’umanità; della debolezza del sistema giudiziario; della
mancata applicazione di raccomandazioni cruciali della Commissione verità e riconciliazione (Truth and Reconciliation Commission – Trc); di una corruzione imperante; e
dell’incombente minaccia della violenza etnica.
CONTESTO
La Sierra Leone ha continuato nel suo percorso per superare l’eredità della guerra civile,
durata 11 anni, dal 1991 al 2002, che aveva determinato una devastazione economica,
il crollo delle infrastrutture, sfollamenti di massa e atrocità come la schiavitù sessuale,
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il reclutamento forzato di bambini soldato e le amputazioni. Ci sono stati progressi sul
fronte legislativo, con l’attuazione di recenti normative come la legge sui capi villaggio,
quella sui diritti dei minori, quella sulla violenza domestica e quella sulla registrazione
del matrimonio tradizionale e sul divorzio.
A ottobre, la Sierra Leone ha ratificato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità.
Nonostante il lavoro della commissione anticorruzione, che ha ottenuto una serie di successi giudiziari, la corruzione è rimasta un problema persistente.
SISTEMA GIUDIZIARIO
Il settore della giustizia ha continuato ad avere notevoli difficoltà. Pochi sono stati i progressi nel processo di riforma legislativa, compresa la riforma costituzionale.
Il sistema di giustizia penale ha continuato a subire le conseguenze di una grave carenza
di magistrati, di lunghi ritardi nei procedimenti, del sovraccarico di lavoro degli avvocati,
dell’inadeguatezza della pubblica accusa, dei ritardi nelle nomine dei presidenti dei tribunali locali, di una competenza limitata e della corruzione: tutti fattori che hanno direttamente ostacolato l’accesso alla giustizia dei cittadini della Sierra Leone.
Malgrado alcuni miglioramenti delle condizioni carcerarie, le prigioni erano sovraffollate,
con servizi medici e cibo inadeguati. Molti reclusi sono stati tenuti in custodia preprocessuale e i minorenni sono stati detenuti assieme agli adulti. Queste, assieme ad altre
problematiche, hanno reso la detenzione in Sierra Leone pericolosa e talvolta letale; le
condizioni sono risultate spesso talmente dure da costituire trattamento o pena crudele,
disumana o degradante.
POLIZIA E FORZE DI SICUREZZA
La brutalità, la corruzione, l’uso eccessivo della forza, le precarie condizioni nelle guardine della polizia e le detenzioni prolungate senza accusa sono state la norma. La polizia
si è dimostrata inoltre spesso incapace di mantenere l’ordine pubblico. Non sono state
avviate indagini sulle uccisioni rituali e sono state poche le inchieste sui casi di violenza
sessuale e di genere.
A febbraio, i poliziotti inviati per contenere i disordini innescati dagli alunni presso lo stadio nazionale
hanno ferito molti bambini, alcuni non più grandi di sei anni.
Nessun poliziotto è stato chiamato a rispondere per le uccisioni irrisolte causate dalla polizia a Lungi, nel
settembre 2009, quando tre persone morirono sotto i colpi d’arma da fuoco e almeno altre 13 rimasero
ferite.
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LIBERTÀ DI ESPRESSIONE – GIORNALISTI
Nonostante i miglioramenti riguardo alla libertà di stampa dopo la guerra, il governo non
ha abolito le disposizioni sulla diffamazione sediziosa contenute nella legge sull’ordine
pubblico del 1965, che prevedevano restrizioni eccesive alla libertà di stampa.
Un’istanza presentata dall’Associazione dei giornalisti della Sierra Leone che contestava
la costituzionalità della legge è stata respinta dalla Corte suprema nel novembre 2009.
Nel corso del 2010 non è stata avviata alcuna iniziativa di riforma, sebbene nel 2009 il
presidente avesse promesso che il governo avrebbe rivisto la legge.
I giornalisti si sono detti preoccupati che alcune delle disposizioni contenute nella legge
sulle telecomunicazioni della Sierra Leone, approvata nel 2009, potessero compromettere l’indipendenza del sistema radiotelevisivo.
DIRITTI DEI MINORI
I minori hanno subito gravi violazioni dei loro diritti in molti campi. Il governo non ha
provveduto a sostenere e applicare la legislazione interna e a rispettare gli obblighi dettati
dai trattati internazionali per proteggere i minori e garantirne i diritti.
Migliaia di bambini hanno conosciuto le peggiori forme di lavoro minorile, nelle miniere
di diamanti e in altri settori molto pericolosi. Le migliaia di minatori bambini della Sierra
Leone hanno subito gravi violazioni dei loro diritti fondamentali. Privati dell’istruzione,
dell’assistenza medica e delle tutele più elementari, hanno sopportato lavori faticosi e
pericolosi. Alcuni sono morti in pozzi crollati o in incidenti nelle miniere. Altri sono rimasti segnati per tutta la vita da lavori massacranti e dall’esposizione alle malattie.
Pochi programmi governativi hanno affrontato in maniera adeguata le continue necessità
dei bambini e giovani colpiti dalla guerra: orfani, sfollati non accompagnati ed ex bambini
soldato. I bambini di strada sono stati esposti a un’ampia gamma di abusi, con una protezione scarsa se non inesistente.
VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE
La violenza domestica ha continuato a dilagare. Pochi casi riportati sono stati denunciati
alle autorità e anche su questi le indagini sono state inadeguate, pochi i procedimenti
giudiziari, con accordi al di fuori delle sedi giudiziarie e con interferenze da parte dei
capi villaggio. Alla fine del 2010, solamente un caso era stato perseguito, ai sensi della
legge sulla violenza domestica del 2007. La mancanza di accesso alla polizia per le
donne, le parcelle esorbitanti presentate dal personale medico-sanitario e le pressioni
esercitate al fine di regolare le controversie al di fuori delle aule di tribunale hanno nel
complesso contribuito all’impunità e all’inerzia dello stato.
Non sono cessate le usanze discriminatorie, come le mutilazioni genitali femminili (FeRapporto annuale 2011 - Amnesty International
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male genital mutilatino – Fgm) e il matrimonio forzato o precoce. Le Ngo hanno ottenuto
qualche risultato nelle campagne per fermare le Fgm tra le ragazze ma la loro incidenza
è stata comunque calcolata attorno al 90 per cento. Le leggi approvate nel 2007, la
legge sui diritti dei minori e la legge sulla registrazione del matrimonio tradizionale e sul
divorzio, vietano il matrimonio al di sotto dei 18 anni ma sono state ampiamente ignorate.
Spesso sono state date in spose anche bambine non più grandi di 10 anni.
Hanno continuato a verificarsi casi di stupro di ragazze da parte di stretti familiari, degli
insegnanti e del personale di sicurezza, così come i casi di gravidanze di adolescenti, di
traffico di minori, di sfruttamento sessuale e di discriminazione di genere nella scuola.
MORTALITÀ MATERNA
Il presidente Ernest Koroma ha lanciato il 27 aprile un “servizio sanitario gratuito” per le
donne in gravidanza, per le madri che allattano e per i bambini al di sotto dei cinque
anni. Il nuovo programma per abolire le tariffe sanitarie, stando alle fonti, costerebbe 90
milioni di dollari Usa e dovrebbe riguardare 230.000 donne in gravidanza e circa un milione di bambini al di sotto dei cinque anni, nel solo 2010. Madri e bambini dovrebbero
poter accedere a un pacchetto di cure sanitarie che comprende tutte le terapie e i farmaci
a costo zero, assicurando cure minime essenziali a tutti. È un balzo in avanti importante
per un paese che ha tra i peggiori tassi di mortalità materna e infantile del mondo.
Tuttavia, il lancio dell’assistenza sanitaria gratuita è risultato frettoloso e malpreparato.
I sistemi di assegnazione e distribuzione si sono rivelati inadeguati, i meccanismi di monitoraggio e di responsabilità per lo più inesistenti. Di conseguenza molte donne e bambini hanno dovuto ugualmente pagare per alcuni o tutti i farmaci.
Molti fattori che contribuiscono alla mortalità materna non sono ancora stati affrontati,
come gli aborti non sicuri, le Fgm, i matrimoni precoci e la mancanza di un’educazione
sessuale e riproduttiva.
GIUSTIZIA INTERNAZIONALE
È proseguito durante l’anno il processo a carico dell’ex presidente liberiano Charles Taylor
davanti al Tribunale speciale per la Sierra Leone (Special Court for Sierra Leone – Scsl)
all’Aia.
Dal 2002, il Tribunale ha condannato al carcere otto uomini: Moinina Fofana, Allieu
Kondewa, Issa Sesay; Morris Kallon, Augustine Gbao, Alex Brima, Ibrahim Kamara e
Santigie Kanu. Sam Hinga Norman è morto per cause naturali nel 2007, così come
Foday Sankoh nel 2003. Sam Bockarie è stato ucciso in Liberia nel 2003 e Johnny Paul
Koroma è rimasto latitante.
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I pochi processi celebratisi davanti al Tribunale hanno contribuito a far parzialmente luce
sulla verità riguardo ai gravi crimini commessi durante il conflitto armato della Sierra
Leone dal 1996. Le condanne dei leader del Fronte rivoluzionario unito (Revolutionary
United Front – Ruf), Issa Sesay, Morris Kallon e Augustine Gbao, sono state le prime per
gli attacchi ai peacekeeper delle Nazioni Unite, in quanto violazioni del diritto internazionale umanitario, e per il matrimonio forzato quale atto disumano equiparabile a crimine contro l’umanità.
Tuttavia, meno di una dozzina dei responsabili delle centinaia di migliaia di crimini ai
sensi del diritto internazionale sono stati chiamati a rispondere davanti all’Scsl e la maggior parte dei perpetratori sono rimasti impuniti. L’Accordo di Lomé del 1999 contiene
un provvedimento di amnistia per i responsabili di crimini ai sensi del diritto internazionale commessi in Sierra Leone. Ciò non costituisce un impedimento per il luogo a procedere davanti all’Scsl, ma prevale ai sensi della legge interna della Sierra Leone, per
questo nessuna indagine o nessun processo per crimini commessi durante la guerra civile
ha avuto luogo davanti a un tribunale nazionale della Sierra Leone.
Rimangono le preoccupazioni in merito all’inaccessibilità al pubblico dell’Scsl, ai suoi
costi di gestione e alla sua lentezza, alla giustizia selettiva, agli inadeguati programmi di
continuità (finalizzati a ricostruire il sistema giudiziario locale e rafforzare le istituzioni
locali) e all’incapacità di perseguire attori aziendali come i mercanti di diamanti. Nel
corso dell’anno, mentre l’Scsl stava stabilendo una politica di accesso ai propri archivi,
si è temuto che tale politica potesse essere oltremodo restrittiva e potesse non permettere
alla pubblica accusa di utilizzare gli archivi per perseguire i criminali di guerra sotto altre
giurisdizioni, come la Liberia.
VIOLENZA POLITICA
La minaccia di violenze politiche ed etniche tra i sostenitori dei due principali partiti
politici, il Partito popolare della Sierra Leone (Sierra Leone People’s Party – Slpp) e il
Congresso di tutto il popolo (All People’s Congress – Apc), è cresciuta in vista delle elezioni del 2012. La violenza e le violazioni dei diritti umani consumate durante le precedenti elezioni del 2007 e dopo la vittoria dell’Apc, non erano state ancora perseguite o
punite, sebbene una commissione giudiziaria avesse verificato che vi erano stati abusi.
I giovani sostenitori dell’Slpp, del Movimento popolare per il cambiamento democratico
(People’s Movement for Democratic Change – Pmdc) e dell’Apc si sono scontrati per
tutto il 2009 e nuovamente a metà del 2010.
Nel 2010, il governo ha inaugurato una commissione d’inchiesta sulle presunte esecuzioni extragiudiziali di 26 persone da parte del governo nel 1992, inasprendo le divisioni
sul piano politico ed etnico. La graduale sostituzione di quasi 200 consulenti di alto livello del governo delle province meridionali e orientali, principalmente con sostenitori
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dell’Apc del nord del paese, ha avuto la stessa conseguenza. Durante l’anno, c’è stata
una rinascita delle identità politiche e l’acutizzarsi delle divisioni etniche e partitiche
nelle file dell’Apc e dell’Slpp, a causa delle prese di posizione sul piano etnico e legate
agli interessi territoriali, assunte da parte di alcuni tra i principali partiti politici nelle
loro campagne.
Anche le discriminazioni etniche e politiche all’interno della polizia e dell’esercito hanno
aumentato la sfiducia e l’ostilità. Sono stati sollevati dubbi riguardo all’indipendenza
dell’esercito e ci sono state tensioni tra i ranghi. Inoltre, il partito di governo Apc ha
eletto “giovani leader” e reclutato diversi ex miliziani combattenti, alcuni dei quali erano
stati implicati in gravi attacchi a oppositori politici, per farli entrare nelle file del reparto
operativo di supporto (Operation Support Division – Osd) della polizia. Se questa prassi
fosse continuata, si temeva che l’opposizione potesse analogamente attingere alle migliaia di ex combattenti riabilitati, costituendo una grave minaccia alla sicurezza di medio
e lungo termine del paese.
PENA DI MORTE
La Sierra Leone ha riveduto la propria costituzione e a quanto pare l’ultima stesura ha
mantenuto la pena di morte. A novembre, l’Alta corte di Kenema ha comminato una
nuova condanna a morte. Un membro dell’esercito, giudicato colpevole nell’agosto 2009
davanti alla corte marziale per omicidio, è stato condannato a morte per fucilazione ma
il presidente alla fine dell’anno non aveva ancora firmato la sentenza. Nel braccio della
morte rimanevano 10 uomini e tre donne.
MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati di Amnesty International hanno visitato la Sierra Leone ad aprile e ottobre.
Sierra Leone: Government launches free maternal health care (AFR 51/003/2010)
UN Secretary-General Ban Ki-moon must encourage the government of Sierra Leone to
do better on maternal mortality (AFR 51/004/2010)
Sierra Leone: Inquest or commission of inquiry into 1992 extra-judicial executions must
form part of a comprehensive plan to end impunity (AFR 51/007/2010)
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