Lettera aperta -rinuncia del Comune di S.Piero a

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Lettera aperta -rinuncia del Comune di S.Piero a
COMUNE DI SAN PIERO A SIEVE
GRUPPO CONSILIARE
DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
LETTERA APERTA
Oggetto: rinuncia del Comune di S.Piero a Sieve al finanziamento regionale di 1 milione e 500.000
Euro già assegnato a totale copertura della spesa per la realizzazione di n.10 alloggi di edilizia
residenziale pubblica.
L’incredibile è accaduto: la Giunta del Comune di S.Piero a Sieve ha rifiutato il
finanziamento regionale di 1 milione e 500.000 Euro già assegnato a totale copertura della spesa per
la realizzazione di n.10 alloggi di edilizia residenziale pubblica mediante recupero dell’edificio di
proprietà comunale ex Scuola materna in località Campomigliaio-Tagliaferro.
La motivazione è semplice quanto sconcertante: procedere alla vendita dell’immobile e del
terreno previa valorizzazione dello stesso mediante variante urbanistica che preveda la realizzazione
di n.10 appartamenti di edilizia privata. Il ricavato, se e quando ci sarà, prevedibilmente modesto
per di più, specie se raffrontato all’entità del finanziamento regionale rifiutato, dovrebbe contribuire
a coprire le difficoltà di Bilancio del Comune.
Vorremmo qui svolgere alcune circostanziate considerazioni nella speranza, da una parte,
che l’Amministrazione di S.Piero, alla luce anche di nuove disposizioni per la finanza locale
emanate nel frattempo, possa recedere da questa decisione autolesionista e che di fatto da’ un colpo
al cuore ad una comunità locale che ha un disperato bisogno di abitazioni a canone sociale;
dall’altra parte nella speranza che gli Organismi preposti a garantire appunto il livello ottimale di
esercizio per l’edilizia residenziale pubblica non si limitino a censurare, come pure hanno fatto,
quanto operato dalla Giunta di S.Piero, ma, ribadendo la propria funzione di valutazione e
pianificazione dei reali bisogni abitativi, confermino il finanziamento già assegnato.
Ricordiamo anzitutto che storicamente le Amministrazioni Comunali di S.Piero si sono
caratterizzate per un’attenzione tutta particolare alla creazione di alloggi di edilizia pubblica
cogliendo ogni occasione per incrementare tali opportunità per la propria popolazione: anche con
spregiudicatezza, come all’inizio degli anni ’70, quando si trattò di concedere al Comune di Firenze
una proroga di 3 mesi per l’utilizzo della discarica di Bosco ai Ronchi a Bilancino e
l’Amministrazione Comunale di S.Piero, stretta tra l’insistenza della città del Fiore invasa dai
rifiuti ed il furore della popolazione esasperata per i miasmi insopportabili della discarica, chiese ed
ottenne dall’ASNU la bella somma di £. 30 milioni da destinare alla costruzione di n.8 appartamenti
popolari per gli anziani soli.
Questa particolare attenzione alla creazione di alloggi popolari nasce dal fatto che S.Piero a
Sieve è sempre stato un paese povero di attività produttive, paese di passaggio e di pendolarismo
sulla vicina città di Firenze e quindi privo di risorse economiche anche rispetto ai paesi contermini,
con strati della popolazione con limitate possibilità di accedere alla proprietà della casa. Non a caso
proprio a S.Piero è stata realizzata una delle poche esperienze in Italia di autocostruzione, le 15
villette in via Famiglia Ubaldini che ancora oggi vengono celebrate nei convegni sul tema, un
piccolo prodigio d’ingegno e collaborazione nato tra gente semplice per soddisfare un bisogno
abitativo che altrimenti sarebbe rimasto un sogno.
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Venendo all’oggi e a quale è la situazione abitativa a S.Piero per chi ha basso reddito, è
unanime il riconoscimento di una vera e propria emergenza, nonostante gli sforzi del Comune di
cercare soluzioni presso i privati, anche facendosi garante: c’è gente disperata, che per la mancanza
di un alloggio decente vede la propria vita stravolta, avendo la casa un valore pratico e simbolico
fondamentale nella nostra società. Case da affittare a prezzi di mercato, cioè alti, e da vendere,
invece ce ne sono in abbondanza ed anzi c’è un problema di nuovo invenduto o che stenta a lungo
prima di trovare l’acquirente. Per il futuro questa situazione, con ogni ragionevole previsione, è
destinata ad aggravarsi, in quanto tutto fa pensare che la soluzione dell’acquisto mediante mutuo sia
sempre più preclusa alla stragrande maggioranza della popolazione, per i noti problemi di incertezza
economica e precarizzazione lavorativa. D’altra parte la politica dei contributi all’affitto, pur
necessaria nell’emergenza, ha dimostrato di essere uno sperpero di risorse a fondo perduto che non
costruisce niente e si risolve in un regalo alla rendita fondiaria di cui sostiene i prezzi.
Riconoscimento giusto di questa situazione di difficoltà strutturale è stata quindi
l’attribuzione del finanziamento regionale in questione: il primo posto del Comune di S.Piero nella
graduatoria della L.O.D.E. Fiorentina approvata il 25 Novembre 2010 è stato attribuito sulla base di
indicatori incontrovertibili di disagio abitativo: a S.Piero n.47 famiglie in lista d’attesa per
l’alloggio popolare e 5 sfratti su 4.239 abitanti, a fronte del secondo classificato, il Comune di
Rufina, con 33 famiglie in attesa e nessuno sfratto dichiarato su una popolazione, ben superiore, di
7.471 abitanti. Dunque un finanziamento non per grazia ricevuta, ma a seguito di una puntuale
disamina delle situazioni locali, con una griglia oggettiva di valutazione e comparazione.
Dall’approvazione della graduatoria il 25 novembre 2010 nulla è cambiato in meglio nella
situazione abitativa a S.Piero, semmai in peggio, come è comprensibile vista la crisi : quello che è
cambiato rispetto al momento della presentazione della proposta di finanziamento da parte
dell’Amministrazione Comunale è il sopravvenire di altri tagli agli Enti locali fino al colpo di scure
abbattutosi sulla finanza locale nel Luglio del 2011 che ha mandato nel panico il Comune di
S.Piero. già in evidente difficoltà, nonostante i molti provvedimenti di rientro dal disavanzo
adottati.
Diamo atto al nostro Sindaco di avere partecipato di persona ed a proprie spese a tutte le
proteste promosse dall’Anci contro i tagli agli Enti Locali, comprese le manifestazioni più colorite,
ma poi l’avvilimento e la prostrazione hanno prevalso, una presa di distanza del Revisore dei Conti,
un pesante carteggio con la Corte dei Conti ed ecco il tracollo e la decisione di seguire la cinica
indicazione “ tecnica” ricevuta: ” alienate tutto!” Così, mestamente, il Comune di S.Piero nella
delibera di Consiglio n.28 del 29 settembre 2011 nell’elenco dei beni alienabili al fine della
salvaguardia degli equilibri di Bilancio inseriva l’ex scuola materna di Campomigliaio- Tagliaferro,
con un valore orientativo di 160.000 euro, non senza rassicurare il nostro gruppo consiliare ,
esterrefatto, che la stessa sarebbe stata “l’ultima ad essere venduta”. Ma come si sa, gli ultimi
saranno i primi e così l’amara decisone di vendere e rinunciare al finanziamento, presa nel chiuso
della stanza della Giunta e senza la minima consultazione e partecipazione dei cittadini, ignari di
tutto, è arrivata al suo epilogo nella lettera di rinuncia del 30 Dicembre alla L:O.D.E.
Fiorentina”…si fa presente che per esigenze connesse alla gestione finanziaria di questo Ente, ci
vediamo costretti, ns malgrado, a rinunciare a tale intervento.” A quanto ci consta, secondo le
disposizioni, un finanziamento già assegnato può essere rifiutato solo per motivi di forza maggiore,
intendendosi con ciò un impedimento sostanziale, ad esempio lo sprofondamento del terreno cui è
destinato il finanziamento e la conseguente inedificabilità, non certo una opzione di vendita tra
varie possibilità e pertanto riteniamo che la rinuncia possa essere invalidata dagli Organismi
riceventi.
Inoltre ci preme sottolineare l’effetto distorsivo sulla graduatoria della L.O.D.E. di un
eventuale scorrimento della stessa, tanto maggiore se, per la ristrettezza di tempi e la complessità
della documentazione da presentare, anche il Comune secondo classificato dovesse rinunciare e
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beneficiare invece del finanziamento il Comune che era stato classificato terzo. Questo risultato
vanificherebbe la funzione stessa di pianificazione e valutazione dei bisogni abitativi delle comunità
locali e la razionale ed equa distribuzione delle risorse.
Per questa che è una vicenda esemplare delle difficoltà degli Enti Locali privi di risorse per
cui a chi non ha sarà tolto anche quello che ancora non ha ricevuto, chiediamo giustizia: per la
nostra popolazione che ha diritto a vedere riconosciuta nei fatti oltre che nelle graduatorie la propria
situazione di grande disagio abitativo. Una popolazione che ha subito pesantemente l’impatto dei
lavori dell’Alta Velocità, che ha perso il proprio torrente, la Carza, che attraversando il paese lo
rendeva ridente ed ora è, a seconda delle stagioni, una pietraia bianca o un rigagnolo maleodorante.
Una popolazione di pendolari infuriati e delusi dalle fantomatiche contropartite dell’Alta Velocità,
dalla promessa elettrificazione della ferrovia Faentina, 31 milioni di Euro pattuiti e firmati, poi
ridotti e convertiti nel rinnovo del parco rotabile, infine spariti nel nulla, mentre si continua a
viaggiare su carrozze degli anni ’50, sottoposti ogni giorno ad una incredibile via crucis fatta di
guasti, ritardi, soppressioni, incendi per surriscaldamento dei freni, carrozze sfasciate, gelide
d’inverno e bollenti d’estate.
Da questa vicenda traiamo un invito e un impegno: non permettiamo che nei nostri territori
la crisi economica si confermi come l’occasione ghiotta per privatizzare e rastrellare nelle solite
mani quel poco che resta dello Stato Sociale.
Capogruppo PRC del Comune di S.Piero a Sieve
Alessandra Alleva
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