Economia Parma

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Economia Parma
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SABATO 24 GENNAIO 2015
Economia Parma
RIFORMA UN INCONTRO SULLE NOVITA' INTRODOTTE DAL GOVERNO ORGANIZZATO DALL'UNIONE INDUSTRIALI
VETRARIO ALLE SPALLE 26 ANNI DI ESPERIENZA
Jobs Act, nei contratti di lavoro
si cerca equilibrio e flessibilità
Gli esperti: obiettivo è trovare una forma comune. Ora si attendono i decreti attuativi
tuativi della Legge Delega, spiega il vice direttore Upi Claudio
Robuschi, «come associazione
abbiamo ritenuto utile cominciare ad approfondire le novità
previste, visti gli impatti che
questi cambiamenti potranno
comportare sia per i datori di
lavoro che per i dipendenti. In
linea con Confindustria, riteniamo che la nuova normativa contenga aspetti favorevoli, anche
se crediamo vi sia bisogno di far
chiarezza su alcuni punti e fattispecie di licenziamenti. In ogni
caso crediamo che provvedimenti in grado di rendere meno
probabili i contenziosi fossero
da tempo necessari».
Antonella Del Gesso
II Equilibrio.
E’ la condizione
che la nuova riforma del lavoro
cerca di affermare tra i diritti –
doveri di chi assume e quelli di
chi viene assunto.
Flessibilità E' per questo che all’interno del riordino in materia
di lavoro, viene posto in primo
piano il rapporto a tempo indeterminato, rispondendo alle
ambizioni del dipendente o aspirante tale, ma al tempo stesso
viene anche fatto in modo che
questa tipologia contrattuale diventi economicamente più conveniente alle aziende. E perché
divenga la «forma comune» di
contratto applicato dalle imprese, come si auspica nel testo, non
si potevano non introdurre
provvedimenti che prevedessero una maggiore flessibilità, sia
in entrata che in uscita.
Le principali novità contenute
nel Jobs Act sono state illustrate
nel corso di un incontro a Palazzo Soragna, organizzato dall’Unione parmense degli industriali.
Aspetti favorevoli Sebbene
manchino ancora i decreti at-
Palazzo Soragna Un momento dell'incontro.
36 3
anni
MESI
il tempo massimo
della durata
prevista
per un'assunzione
a tempo determinato
LO SGRAVIO
totale dei contributi
per le aziende
che assumono
a tempo
indeterminato
DECRETO SODDISFATTI I PARLAMENTARI ROMANINI, MAESTRI E PAGLIARI
Imu agricola, il governo
esenta altri 2 mila Comuni
II Il
Consiglio dei ministri ha
approvato, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, e dei Ministri dell'Economia Pier Carlo
Padoan, e delle Politiche Agricole Maurizio Martina, il decreto legge che va a ridefinire i
parametri precedentemente
fissati, ampliandone la platea e
allargando l'esenzione totale a
3546 comuni, contro i 1498
esentati fino ad oggi.
I parlamentari Giuseppe Romanini e Patrizia Maestri esprimono grande soddisfazione.
«Ci eravamo impegnati nella
richiesta di un provvedimento
che andasse incontro alle esigenze dei comuni coinvolti nel
provvedimento – spiegano a
questo proposito Romanini e
Maestri - Con questo decreto si
sana la questione dei comuni
agricoli che erano rimasti fuori
dai parametri per l'esenzione
dal pagamento dell'Imu, che
tante polemiche aveva sollevato nelle scorse settimane».
Anche il senatore Pd Giorgio
Pagliari esprime «sincera soddisfazione per la soluzione di
questo problema, molto delicato per il nostro Appennino.
Questo caso che dimostra come
la mobilitazione degli agricol-
Superare gli squilibri Ci sono
alcuni elementi del Jobs Act che
«possono far sperare in un equilibrio tra datore di lavoro e lavoratore, ma siamo in attesa dei
decreti applicativi. Quel che è
certo è che nelle intenzioni del
legislatore c’è la volontà di superare quello squilibrio, a favore
del dipendente, come nei casi di
reintegro, che c’è stato fino alle
soglie della Legge Fornero, la
quale ha avviato quel percorso
che oggi ha portato al Jobs Act e
a quanto ne conseguirà» sotto-
linea l’avvocato Lucia Silvagna.
Sono tre i principali strumenti
messi in campo per riformare il
mercato del lavoro. Ad illustrarli
è Stefano Beretta, l’avvocato dello Studio Trifirò & Partners: «Il
Decreto Poletti rende più flessibili le regole sui contratti di
lavoro a tempo determinato, con
un’assunzione a termine senza
causale che può durare sino a un
massimo di 36 mesi. E ancora, la
Legge di Stabilità, entrata in vigore il primo gennaio scorso, offre ai datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato
la possibilità di fruire per tre anni dello sgravio totale dei contributi previdenziali (limite
massimo 8.060 euro su base annua). Infine vi è la Legge Delega
in attesa, come detto, dei decreti
attuativi».
La normativa prevede, tra gli
obiettivi, il riordino delle forme
contrattuali, come l’introduzione del nuovo contratto a tutele
crescenti, ma anche con indennizzi legati all’anzianità di servizio e con le modifiche all’articolo 18, con il superamento del
reintegro in determinati casi di
licenziamento. Infine è prevista
l’estensione del sussidio di disoccupazione (Aspi). u
tori e dei Comuni, anche tramite i parlamentari, abbia trovato un governo sensibile».
Nel testo si prevede che a partire dal 2015, l'esenzione si applichi ai terreni agricoli, nonché' a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati dall’Istat come totalmente montani; ai terreni agricoli, nonché' a
quelli non coltivati, posseduti e
condotti dai coltivatori diretti e
dagli imprenditori agricoli professionali (di cui all'articolo 1
del decreto legislativo del 29
marzo 2004 n. 99) iscritti nella
previdenza agricola, ubicati nei
Comuni parzialmente montani.
Tali criteri si applicano anche
all'anno di imposta 2014. Per
l'anno 2014 non è comunque
dovuta l'Imu per quei terreni
che erano esenti in virtù del decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze, di concerto
con i ministri delle Politiche
agricole e dell'Interno, del 28
novembre 2014 e che invece risultano imponibili per effetto
dell'applicazione dei criteri sopra elencati. I contribuenti, che
non rientrano nei parametri,
verseranno l'imposta entro il 10
febbraio 2015. u r.eco.
InBreve
Bormioli Rocco:
il nuovo presidente
della società è Garrè
II La Bormioli Rocco ha un nuovo
presidente. Al vertice della società
è stato nominato Riccardo Garrè,
che ha alle spalle 26 anni di esperienza e di successi in diversi settori dell’industria manifatturiera,
tra cui quello della fabbricazione
del vetro.
Garrè ricopre attualmente la carica di ceo del Gruppo Beltrame,
leader europeo nella produzione
di laminati mercantili. Dal 2009 al
2014 è stato prima chief operating
officer e poi chief executive officer
del gruppo Kme, leader globale
nella produzione e commercializzazione di prodotti in rame. È stato, inoltre, presidente del Cda di
Kme Ag. Il nuovo presidente ha
maturato una vasta esperienza
nell’industria del vetro dopo aver
lavorato per 9 anni (2000-2009)
per Saint Gobain. Prima ha ricoperto il ruolo di direttore generale
della divisione globale, poi è diventato ad di Saint Gobain Glass
Italia e, infine, è stato nominato
direttore generale di Saint Gobain
Glass France.
Garrè si è laureato in Fisica presso l’Università di Pisa. Parla italiano, inglese e francese.
Julian Mash, vicepresidente non
esecutivo di Bormioli Rocco ha
espresso «soddisfazione per la nomina di Riccardo Garrè. Riccardo
può vantare una ricca esperienza
internazionale e una comprovata
capacità di far crescere le attività
che dirige. Sono molto lieto di lavorare con lui e sono certo che svolgerà un ruolo importante nell’aiutare la società a cogliere le numerose opportunità». u r.eco.
Aumento di capitale.Raccolti 1.433.200 euro
ELETTO ALL'UNANIMITA'
Andrei è il nuovo
presidente di Aidea
nn Paolo
Andrei, professore
ordinario di Economia aziendale all'Università di Parma
e presidente della Fondazione Cariparma, è il nuovo presidente di Aidea (Accademia
italiana di economia aziendale). Già vice presidente,
Andrei è stato eletto all’unanimità dal Consiglio direttivo, su proposta di Alessandro
Carretta, che ha presieduto
Aidea dal 2011 al 2014. La
storica Accademia di Bologna ha per oggetto lo studio,
l’applicazione, il progresso e
la diffusione delle discipline
economico-aziendali.
Banca di Parma cresce
nn «Continua a crescere il numero di persone che vuole sot-
toscrivere l’impegno all’aumento di capitale sociale di Banca di
Parma – Credito Cooperativo, che come è noto è in fase autorizzativa da parte di Banca d’Italia». Lo scrivono in una nota i
promotori dell'iniziativa. «A oggi l’aumento si concretizza in
1.433.200 euro - vienen sottolineato - e l’interesse è crescente.
Per questa ragione gli uffici di via Umbria del Comitato promotore di Banca di Parma – Credito Cooperativo, rimarranno
aperti anche nel prossimo week-end». Dunque oggi e domani 25
la Banca di Parma accoglierà tutti gli interessati nei seguenti
orari: 9-13 e 15-18.30. La raccolta degli impegni terminerà, come
è stato reso noto, il 31 gennaio alle 18.
Approfondimento Mauro Ciomei Commissione fiscalità dell'Ordine dei dottori commercialisti di Parma
I tanti dubbi non fermano gli studi di settore
Vittorio Rotolo
C
hi si oppone agli studi
di settore, lo strumento
utilizzato dal fisco per
valutare la reale capacità di produrre reddito da parte di imprenditori e liberi professionisti, parla di un metodo
iniquo e che non contrasta l’evasione, costringendo il contribuente a versare più imposte di
quelle dovute.
Diverse sentenze poi hanno stabilito che, in sede di accertamento, l’Agenzia delle Entrate
non può basarsi esclusivamente
su questi calcoli statistici, in
quanto gli stessi non tengono
L'analisi di Confesercenti Emilia Romagna
Le imprese rispettano
lo strumento
nostra regione il
76,8% delle imprese operanti
nel commercio, turismo e
servizi rispetta le risultanze
degli studi di settore, ma le
stesse fanno sempre più
fatica a reggere l’urto della
crisi. È quanto rileva
Confesercenti Emilia
Romagna che ha preso in
esame 9.342 aziende.
nn Nella
Un’indagine che se, da un
lato, conferma l’aumento
delle imprese che rispettano
lo strumento (+11,3%
rispetto al 2006), dall’altro
evidenzia un calo del dato
che riguarda l’incidenza dei
correttivi anticrisi sugli indici
di congruità delle ditte,
passati dal 43,1% del 2012 al
41,6% dell’anno successivo.
Per alcune categorie non si
arresta neppure la flessione
dei ricavi medi. V.R.
conto delle variabili che incidono sulla realtà economica di
un’impresa.
L’insieme di questi fattori non
fa altro che alimentare lo scetticismo nei confronti degli studi
di settore.
Dubbi che sembrano evidenti
leggendo i dati diffusi dalla Corte dei Conti secondo cui, nel
2012, meno del 10% dei contribuenti ha adeguato i propri ricavi o compensi dichiarati alle
risultanze di Gerico, il software
utilizzato per le rilevazioni. E
persino l’Agenzia delle Entrate
avrebbe deciso di seguire altre
strade: nello stesso anno, infatti, sono stati poco più di 10 mila
gli accertamenti basati sullo
scostamento dagli studi di settore.
«Se parliamo di giustizia fiscale, il mio parere sugli studi di
settore è negativo – premette
Mauro Ciomei, presidente della
Commissione fiscalità d’impresa dell’Ordine dei dottori commercialisti di Parma -: in pratica si tratta di un accertamento
che il contribuente compie verso se stesso, ma non conoscendo il meccanismo matematico
che ne è alla base, ha meno possibilità di difendersi. Ma se si
prendono in considerazione i
dati della Corte dei Conti, tuttavia, emerge una lettura posi-
tiva rispetto al presupposto che
ha portato all’avvio degli studi
di settore: se servono per misurare l’onestà dei contribuenti,
il fatto che il 73% degli stessi
presenti una dichiarazione congrua alle risultanze del software
(inizialmente era il 49%) significa che lo strumento ha funzionato».
A chi liquida alla svelta la questione, collocando gli studi di
settore sul viale del tramonto,
l’esperto risponde così: «Non
ne sarei così sicuro, anzi da
quello che vedo nella nostra
realtà territoriale permangono
gli accertamenti effettuati dall’Agenzia delle Entrate sulla base degli studi».
E spiega: «Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una diminuzione dei soggetti non congrui
che decidono di adeguarsi alle
risultanze degli studi: questo è
dovuto soprattutto alle sentenze che invitano l’Agenzia delle
Entrate a compiere analisi più
approfondite per accertare l’evasione. Bisogna comunque
stare molto attenti – avverte
Ciomei – perché le norme vigenti pongono sempre il contribuente in una posizione di debolezza rispetto al fisco ed il
mancato accordo comporta
l’applicazione della sanzione
piena, che può arrivare fino al
200% dell’imposta.
Con lo studio di settore si rischia di pagare qualcosa in più,
ma se non altro le sanzioni possono essere ridotte, di 1/5 laddove il contribuente accetta il
rilievo sollevato dal fisco, e di
1/3 nel caso vada a buon fine
l’eventuale domanda di accertamento con adesione, possibile
quando il cittadino ritiene di
avere ragioni valide». u