Economia Parma
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14 SABATO 24 GENNAIO 2015 Economia Parma RIFORMA UN INCONTRO SULLE NOVITA' INTRODOTTE DAL GOVERNO ORGANIZZATO DALL'UNIONE INDUSTRIALI VETRARIO ALLE SPALLE 26 ANNI DI ESPERIENZA Jobs Act, nei contratti di lavoro si cerca equilibrio e flessibilità Gli esperti: obiettivo è trovare una forma comune. Ora si attendono i decreti attuativi tuativi della Legge Delega, spiega il vice direttore Upi Claudio Robuschi, «come associazione abbiamo ritenuto utile cominciare ad approfondire le novità previste, visti gli impatti che questi cambiamenti potranno comportare sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. In linea con Confindustria, riteniamo che la nuova normativa contenga aspetti favorevoli, anche se crediamo vi sia bisogno di far chiarezza su alcuni punti e fattispecie di licenziamenti. In ogni caso crediamo che provvedimenti in grado di rendere meno probabili i contenziosi fossero da tempo necessari». Antonella Del Gesso II Equilibrio. E’ la condizione che la nuova riforma del lavoro cerca di affermare tra i diritti – doveri di chi assume e quelli di chi viene assunto. Flessibilità E' per questo che all’interno del riordino in materia di lavoro, viene posto in primo piano il rapporto a tempo indeterminato, rispondendo alle ambizioni del dipendente o aspirante tale, ma al tempo stesso viene anche fatto in modo che questa tipologia contrattuale diventi economicamente più conveniente alle aziende. E perché divenga la «forma comune» di contratto applicato dalle imprese, come si auspica nel testo, non si potevano non introdurre provvedimenti che prevedessero una maggiore flessibilità, sia in entrata che in uscita. Le principali novità contenute nel Jobs Act sono state illustrate nel corso di un incontro a Palazzo Soragna, organizzato dall’Unione parmense degli industriali. Aspetti favorevoli Sebbene manchino ancora i decreti at- Palazzo Soragna Un momento dell'incontro. 36 3 anni MESI il tempo massimo della durata prevista per un'assunzione a tempo determinato LO SGRAVIO totale dei contributi per le aziende che assumono a tempo indeterminato DECRETO SODDISFATTI I PARLAMENTARI ROMANINI, MAESTRI E PAGLIARI Imu agricola, il governo esenta altri 2 mila Comuni II Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, e dei Ministri dell'Economia Pier Carlo Padoan, e delle Politiche Agricole Maurizio Martina, il decreto legge che va a ridefinire i parametri precedentemente fissati, ampliandone la platea e allargando l'esenzione totale a 3546 comuni, contro i 1498 esentati fino ad oggi. I parlamentari Giuseppe Romanini e Patrizia Maestri esprimono grande soddisfazione. «Ci eravamo impegnati nella richiesta di un provvedimento che andasse incontro alle esigenze dei comuni coinvolti nel provvedimento – spiegano a questo proposito Romanini e Maestri - Con questo decreto si sana la questione dei comuni agricoli che erano rimasti fuori dai parametri per l'esenzione dal pagamento dell'Imu, che tante polemiche aveva sollevato nelle scorse settimane». Anche il senatore Pd Giorgio Pagliari esprime «sincera soddisfazione per la soluzione di questo problema, molto delicato per il nostro Appennino. Questo caso che dimostra come la mobilitazione degli agricol- Superare gli squilibri Ci sono alcuni elementi del Jobs Act che «possono far sperare in un equilibrio tra datore di lavoro e lavoratore, ma siamo in attesa dei decreti applicativi. Quel che è certo è che nelle intenzioni del legislatore c’è la volontà di superare quello squilibrio, a favore del dipendente, come nei casi di reintegro, che c’è stato fino alle soglie della Legge Fornero, la quale ha avviato quel percorso che oggi ha portato al Jobs Act e a quanto ne conseguirà» sotto- linea l’avvocato Lucia Silvagna. Sono tre i principali strumenti messi in campo per riformare il mercato del lavoro. Ad illustrarli è Stefano Beretta, l’avvocato dello Studio Trifirò & Partners: «Il Decreto Poletti rende più flessibili le regole sui contratti di lavoro a tempo determinato, con un’assunzione a termine senza causale che può durare sino a un massimo di 36 mesi. E ancora, la Legge di Stabilità, entrata in vigore il primo gennaio scorso, offre ai datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato la possibilità di fruire per tre anni dello sgravio totale dei contributi previdenziali (limite massimo 8.060 euro su base annua). Infine vi è la Legge Delega in attesa, come detto, dei decreti attuativi». La normativa prevede, tra gli obiettivi, il riordino delle forme contrattuali, come l’introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti, ma anche con indennizzi legati all’anzianità di servizio e con le modifiche all’articolo 18, con il superamento del reintegro in determinati casi di licenziamento. Infine è prevista l’estensione del sussidio di disoccupazione (Aspi). u tori e dei Comuni, anche tramite i parlamentari, abbia trovato un governo sensibile». Nel testo si prevede che a partire dal 2015, l'esenzione si applichi ai terreni agricoli, nonché' a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati dall’Istat come totalmente montani; ai terreni agricoli, nonché' a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali (di cui all'articolo 1 del decreto legislativo del 29 marzo 2004 n. 99) iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni parzialmente montani. Tali criteri si applicano anche all'anno di imposta 2014. Per l'anno 2014 non è comunque dovuta l'Imu per quei terreni che erano esenti in virtù del decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze, di concerto con i ministri delle Politiche agricole e dell'Interno, del 28 novembre 2014 e che invece risultano imponibili per effetto dell'applicazione dei criteri sopra elencati. I contribuenti, che non rientrano nei parametri, verseranno l'imposta entro il 10 febbraio 2015. u r.eco. InBreve Bormioli Rocco: il nuovo presidente della società è Garrè II La Bormioli Rocco ha un nuovo presidente. Al vertice della società è stato nominato Riccardo Garrè, che ha alle spalle 26 anni di esperienza e di successi in diversi settori dell’industria manifatturiera, tra cui quello della fabbricazione del vetro. Garrè ricopre attualmente la carica di ceo del Gruppo Beltrame, leader europeo nella produzione di laminati mercantili. Dal 2009 al 2014 è stato prima chief operating officer e poi chief executive officer del gruppo Kme, leader globale nella produzione e commercializzazione di prodotti in rame. È stato, inoltre, presidente del Cda di Kme Ag. Il nuovo presidente ha maturato una vasta esperienza nell’industria del vetro dopo aver lavorato per 9 anni (2000-2009) per Saint Gobain. Prima ha ricoperto il ruolo di direttore generale della divisione globale, poi è diventato ad di Saint Gobain Glass Italia e, infine, è stato nominato direttore generale di Saint Gobain Glass France. Garrè si è laureato in Fisica presso l’Università di Pisa. Parla italiano, inglese e francese. Julian Mash, vicepresidente non esecutivo di Bormioli Rocco ha espresso «soddisfazione per la nomina di Riccardo Garrè. Riccardo può vantare una ricca esperienza internazionale e una comprovata capacità di far crescere le attività che dirige. Sono molto lieto di lavorare con lui e sono certo che svolgerà un ruolo importante nell’aiutare la società a cogliere le numerose opportunità». u r.eco. Aumento di capitale.Raccolti 1.433.200 euro ELETTO ALL'UNANIMITA' Andrei è il nuovo presidente di Aidea nn Paolo Andrei, professore ordinario di Economia aziendale all'Università di Parma e presidente della Fondazione Cariparma, è il nuovo presidente di Aidea (Accademia italiana di economia aziendale). Già vice presidente, Andrei è stato eletto all’unanimità dal Consiglio direttivo, su proposta di Alessandro Carretta, che ha presieduto Aidea dal 2011 al 2014. La storica Accademia di Bologna ha per oggetto lo studio, l’applicazione, il progresso e la diffusione delle discipline economico-aziendali. Banca di Parma cresce nn «Continua a crescere il numero di persone che vuole sot- toscrivere l’impegno all’aumento di capitale sociale di Banca di Parma – Credito Cooperativo, che come è noto è in fase autorizzativa da parte di Banca d’Italia». Lo scrivono in una nota i promotori dell'iniziativa. «A oggi l’aumento si concretizza in 1.433.200 euro - vienen sottolineato - e l’interesse è crescente. Per questa ragione gli uffici di via Umbria del Comitato promotore di Banca di Parma – Credito Cooperativo, rimarranno aperti anche nel prossimo week-end». Dunque oggi e domani 25 la Banca di Parma accoglierà tutti gli interessati nei seguenti orari: 9-13 e 15-18.30. La raccolta degli impegni terminerà, come è stato reso noto, il 31 gennaio alle 18. Approfondimento Mauro Ciomei Commissione fiscalità dell'Ordine dei dottori commercialisti di Parma I tanti dubbi non fermano gli studi di settore Vittorio Rotolo C hi si oppone agli studi di settore, lo strumento utilizzato dal fisco per valutare la reale capacità di produrre reddito da parte di imprenditori e liberi professionisti, parla di un metodo iniquo e che non contrasta l’evasione, costringendo il contribuente a versare più imposte di quelle dovute. Diverse sentenze poi hanno stabilito che, in sede di accertamento, l’Agenzia delle Entrate non può basarsi esclusivamente su questi calcoli statistici, in quanto gli stessi non tengono L'analisi di Confesercenti Emilia Romagna Le imprese rispettano lo strumento nostra regione il 76,8% delle imprese operanti nel commercio, turismo e servizi rispetta le risultanze degli studi di settore, ma le stesse fanno sempre più fatica a reggere l’urto della crisi. È quanto rileva Confesercenti Emilia Romagna che ha preso in esame 9.342 aziende. nn Nella Un’indagine che se, da un lato, conferma l’aumento delle imprese che rispettano lo strumento (+11,3% rispetto al 2006), dall’altro evidenzia un calo del dato che riguarda l’incidenza dei correttivi anticrisi sugli indici di congruità delle ditte, passati dal 43,1% del 2012 al 41,6% dell’anno successivo. Per alcune categorie non si arresta neppure la flessione dei ricavi medi. V.R. conto delle variabili che incidono sulla realtà economica di un’impresa. L’insieme di questi fattori non fa altro che alimentare lo scetticismo nei confronti degli studi di settore. Dubbi che sembrano evidenti leggendo i dati diffusi dalla Corte dei Conti secondo cui, nel 2012, meno del 10% dei contribuenti ha adeguato i propri ricavi o compensi dichiarati alle risultanze di Gerico, il software utilizzato per le rilevazioni. E persino l’Agenzia delle Entrate avrebbe deciso di seguire altre strade: nello stesso anno, infatti, sono stati poco più di 10 mila gli accertamenti basati sullo scostamento dagli studi di settore. «Se parliamo di giustizia fiscale, il mio parere sugli studi di settore è negativo – premette Mauro Ciomei, presidente della Commissione fiscalità d’impresa dell’Ordine dei dottori commercialisti di Parma -: in pratica si tratta di un accertamento che il contribuente compie verso se stesso, ma non conoscendo il meccanismo matematico che ne è alla base, ha meno possibilità di difendersi. Ma se si prendono in considerazione i dati della Corte dei Conti, tuttavia, emerge una lettura posi- tiva rispetto al presupposto che ha portato all’avvio degli studi di settore: se servono per misurare l’onestà dei contribuenti, il fatto che il 73% degli stessi presenti una dichiarazione congrua alle risultanze del software (inizialmente era il 49%) significa che lo strumento ha funzionato». A chi liquida alla svelta la questione, collocando gli studi di settore sul viale del tramonto, l’esperto risponde così: «Non ne sarei così sicuro, anzi da quello che vedo nella nostra realtà territoriale permangono gli accertamenti effettuati dall’Agenzia delle Entrate sulla base degli studi». E spiega: «Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una diminuzione dei soggetti non congrui che decidono di adeguarsi alle risultanze degli studi: questo è dovuto soprattutto alle sentenze che invitano l’Agenzia delle Entrate a compiere analisi più approfondite per accertare l’evasione. Bisogna comunque stare molto attenti – avverte Ciomei – perché le norme vigenti pongono sempre il contribuente in una posizione di debolezza rispetto al fisco ed il mancato accordo comporta l’applicazione della sanzione piena, che può arrivare fino al 200% dell’imposta. Con lo studio di settore si rischia di pagare qualcosa in più, ma se non altro le sanzioni possono essere ridotte, di 1/5 laddove il contribuente accetta il rilievo sollevato dal fisco, e di 1/3 nel caso vada a buon fine l’eventuale domanda di accertamento con adesione, possibile quando il cittadino ritiene di avere ragioni valide». u