SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE - Comune di Trieste

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SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE - Comune di Trieste
RETE SERVIZI EDUCATIVI DOMICILIARI TRIESTE “Una casa per crescere”
Educatrice Armelle Narezo
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SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE “Una casa per crescere”
SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE
«Les Petits Poissons»
di Armelle Narezo
PROGETTO PEDAGOGICO
“È necessario che l’insegnante guidi il bambino, senza lasciargli
sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto
a fornire l’aiuto desiderato, ma senza mai essere l’ostacolo tra il
bambino e la sua esperienza”.
Maria Montessori
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RETE SERVIZI EDUCATIVI DOMICILIARI TRIESTE “Una casa per crescere”
Queste parole di Maria Montessori, ci rinnovano il pensiero dell’adulto come
guida, che si pone accanto a ogni bambino affinché si senta a proprio agio,
libero di agire spontaneamente, sicuro di sé.
Les Petits Poissons, con sede a Trieste in Via cesare Battisti n°12, fa parte della
Rete dei Servizi Educativi Domiciliari di Trieste “Una casa per crescere”. Il
servizio Educativo Domicialiare accoglie in un ambiente tranquillo, ludico,
socializzante ed educativo fino a cinque bambini tra i 3 e i 36 mesi di età (di
cui massimo due sotto i 9 mesi) ai sensi della Legge Regionale 18/08/2005 n.
20 ed integrazione con DPReg 230/2011 e modificato con DPReg 153/2013.
Il lavoro dell’educatrice pone tra i suoi vari obiettivi, il rispetto dei tempi, con
la consapevolezza di non anticipare le azioni dei bambini ma di favorirne
l’autonomia.
Inoltre valorizza l’attenzione individualizzata al singolo bambino e raggiunge
gli obiettivi grazie al gruppo piccolo, all’ambiente domestico e alla volontà di
creare buone relazioni con le famiglie.
Il servizio educativo «Les Petits Poissons» opera con la volontà di offrire un
servizio integrativo e complementare ai tradizionali servizi dell’infanzia,
adeguato alla crescita e all’educazione dei bambini e che sia di supporto ai
genitori nel loro ruolo educativo cercando di rendere concreta la possibilità di
conciliare tempi lavorativi e familiari nella consapevolezza che, favorire la
famiglia significa di per sé favorire l’infanzia, prevenire quindi possibili disagi
e ottimizzare risorse economiche e sociali.
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LE CARATTERISTICHE DEGLI AMBIENTI E DEGLI SPAZI.
“Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli
consenta di svilupparsi liberamente”.
Maria Montessori
Frequentando il servizio educativo domiciliare, il bambino ha la possibilità di
riconoscere il nuovo contesto come simile a quello della propria casa,
facilitando quindi il suo ambientamento.
La strutturazione degli ambienti, per quanto già definita, pur rispondendo alle
esigenze di rassicurazione e riconoscimento è volta comunque a stimolare la
curiosità del bambino e l'esplorazione degli spazi.
Lo spazio si può dire che parla: ogni bambino e genitore che entra, già dal
primo sguardo, si fa una prima idea della struttura. Ogni spazio comunica
attraverso la sua forma, le sue dimensioni, la sua luminosità, il suo
arredamento e i suoi colori.
La casa è organizzata per angoli strutturati in cui l’accessibilità ai materiali,
differenziati in funzione dell’età, facilita l’iniziativa autonoma dei bambini
favorendone le attività di esplorazione e di scoperta.
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SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE “Una casa per crescere”
Al posto di materiali commerciali e stereotipati, che non lasciano sviluppare la
fantasia del bambino, si predilige l’utilizzo di materiali poveri e di recupero,
con la consapevolezza di come, tali materiali, stimolino nel bambino attività di
esplorazione più ricche e complesse.
Lo spazio a disposizione è suddiviso, per quanto possibile, in centri
d’interesse attrezzati:

Angolo morbido: troviamo un grande tappeto morbido, tanti cuscini
colorati e uno specchio, per favorire lo sviluppo dell’identità corporea.
Questo spazio permette al bambino di rilassarsi, cercare un momento
d’intimità o semplicemente di svolgere un’attività più tranquilla come la
lettura di libri.

Angolo del gioco simbolico: lo spazio è stato concepito per
accogliere il gioco simbolico, il gioco del travestimento e le varie
attività didattiche proposte. Il primo consente al bambino di
confrontarsi con il mondo degli adulti, imitandoli e rielaborando ciò che
vede intorno a sé (es. la cucina, il mercato, le bambole, ecc.), il
secondo è un contenitore, con dimensioni adatte ai bambini, con
all’interno stoffe colorate, abiti, cappelli da poter indossare per
divertirsi.

Angolo del gioco libero: offre la possibilità di scegliere quale gioco
utilizzare tra quelli presenti. Non tutti i giochi però sono alla portata dei
bambini in quanto, a volte, è l'educatrice che propone delle attività con
materiali che i bambini non usano tutti i giorni, andando così a
stimolare la curiosità dei bambini verso il “nuovo”.

Lo spazio nanna: per tutti i bambini sono presenti idonei materassini;
vengono preparati e resi disponibili dei materiali soffici come le
bambole, i pupazzetti, i ciucci personali, gli oggetti transizionali al fine
di gestire situazioni emotivamente delicate aiutandosi anche attraverso
l’organizzazione del contesto fisico. Tutto è pensato per favorire un
tranquillo riposo.

Il cambio: viene utilizzato il bagno esistente nella casa ma attrezzato
con fasciatoio, vasino, riduttore per wc e provvisto di tutto il materiale
occorrente per la pulizia e l’igiene del bambino di ogni fascia d’età.

Lo spazio esterno: l’educatrice porta in passeggiata, con il
passeggino i più piccoli e a piedi i più grandi, al parco giochi pubblico o
un’area verde pubblica attrezzata (Il Giardino Pubblico di Trieste dista
appena 200 metri!).
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
Lo spazio per l’accoglienza/ricongiungimento: assieme ai genitori
i bambini vengono accolti in un spazio dotato di una panchina con
contenitori per il cambio delle scarpe e di appendiabiti dove il bambino
ha la possibilità di cambiarsi oppure di avere un po’ di tempo e
d’intimità da trascorrere con il proprio genitore prima di staccarsi ed
entrare appieno nelle attività quotidiane.
FINALITÀ DEL SERVIZIO

“Il bambino si costruisce un modello interno di se stesso in base a
come ci si è preso cura di lui”.
John Bowlby
La nostra attività quotidiana con i bambini ha come obiettivo fondamentale la
ricerca dello “stare bene” fra bambini e nel rapporto adulto/bambino.
“Stare bene” significa per il bambino sentirsi accolto, essere nella mente e
nello sguardo dell'educatore, potersi relazionare senza timore con i coetanei e
gli adulti presenti; avere la possibilità di giocare da solo o con gli altri, di
sperimentare, ma anche di riposare o stare solo quando ne sente il bisogno.
Il fondamento teorico di questo approccio educativo, ha come punto di
partenza l'immagine di un bambino visto come “persona in formazione”:
un bambino attivo che impara ogni giorno dall’esperienza in modo autonomo,
ma anche grazie all'imitazione degli altri bambini e alla stimolazione
dell'adulto.
La condizione necessaria affinché i bambini e le bambine abbiano
l'opportunità di vivere il servizio educativo domiciliare come un “luogo di
crescita”, consiste nella sicurezza affettiva che gli adulti gli offrono attraverso
una relazione di ascolto, di attenzione individuale, di “cura” intesa come avere
interesse per ogni singolo bambino, provare piacere nello stare con lui.
L’educatrice costruisce con ciascun bambino e la sua famiglia questa relazione
di ascolto, di attenzione e di cura.
L’educatrice accompagna il bambino nel suo viaggio alla scoperta del mondo e
degli “ambienti” del servizio educativo domiciliare:

valorizzando il bambino nella propria identità, considerandolo
protagonista primario e aiutandolo ad esprimere liberamente la
propria personalità. Ogni attività pedagogica si muove nella direzione
di cercare, riconoscere, coltivare e portare in superficie le potenzialità
di ciascun bambino;
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
osservando, accogliendo e stimolando con competenza la crescita
psico-fisica del bambino;

garantendo una crescita armonica dei bimbi alla scoperta di sé, degli
altri e del mondo che li circonda attraverso il gioco, il contatto con gli
altri bambini e con i familiari dell’educatrice, l’esplorazione degli spazi
all’aperto con la conoscenza della natura;

creando legami di solidarietà e collaborazione tra familiari ed
educatrice nel processo educativo. È cura dell’educatrice mantenere
un costante dialogo con le famiglie al fine di poter scambiare le
informazioni quotidiane sulla vita dei bambini e approfondire temi
pedagogici o di vita familiare che possono essere di interesse
comune;

puntando sulla collaborazione dei genitori che, con il loro
coinvolgimento, riduce la delega educativa alle figure professionali e
vede una maggiore partecipazione dei genitori stessi.
L’OSSERVAZIONE E GLI STRUMENTI DI
DOCUMENTAZIONE, OSSERVAZIONE E VERIFICA
L'osservazione del bambino in generale nella sua giornata è importante ma,
l’osservazione del gioco libero è fondamentale perché il bambino quando non sa
di essere osservato esprime se stesso senza inibizione.
Attraverso l'osservazione e l'analisi degli stili di gioco, l’educatrice può
comprendere eventuali difficoltà del bambino e quindi discuterle con il gruppo
formato dal coordinatore pedagogico, lo psicologo di riferimento e la rete di
educatrici. Da un’attenta osservazione si può verificare se, ciò che viene
proposto, è sufficientemente adeguato e quali modifiche eventualmente
apportare alle attività.
Attraverso la compilazione del diario quotidiano, l’educatrice descrive le
piccole conquiste di ognuno o le eventuali difficoltà riscontrate, ciò serve a
verificare e controllare le varie fasi dello sviluppo cognitivo, emozionale e
motorio di ciascun bambino. La verifica delle attività programmate utilizza
strumenti quali le schede d'osservazione degli aspetti comportamentali e
relazionali dei bambini considerando se il bambino partecipa con interesse e
divertimento, se è disponibile a giocare con tutti, se rispetta le regole
fondamentali di comportamento e di gioco, se accetta i propri errori e quelli dei
compagni, se comprende le consegne date ed accetta le proposte altrui.
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Ma il bambino viene osservato in tutti i momenti della giornata, non solo
durante il gioco libero, in quanto durante tale attività può dimostrare delle
difficoltà, ma essere a proprio agio durante quelle strutturate o di routine.
L'osservazione serve anche per individuare le attività preferite da ognuno e
quindi per strutturare la programmazione, per analizzare le dinamiche
relazionali che intercorrono tra i bambini, per valutare lo sviluppo armonico
della personalità del bambino e, più in generale, per conoscere il bambino.
È difficile prendersi cura di un bambino se non lo si conosce!
Durante l'inserimento, l'osservazione viene effettuata attraverso un documento
chiamato diario d’inserimento sul quale si descrivono il comportamento di
ogni singolo bambino e le sue tappe fondamentali.
Documentare le esperienze, gli itinerari didattici e la vita in un servizio
educativo domiciliare significa rendere visibile e leggibile la vita al suo interno
ma anche il modello pedagogico che ci sta dietro, quindi raccontarsi e
raccontare. Documentare significa anche scrivere la storia, lasciare un segno del
percorso seguito su cui riflettere.
La valutazione deve avere una funzione formativa, ossia deve essere volta al
miglioramento continuo del servizio valutato.
Attraverso la valutazione andiamo a ricercare i punti deboli del servizio per
cercare di migliorarlo, crediamo infatti che un servizio di qualità sia un servizio
capace anche di cambiare.
STRUMENTI ADOTTATI PER L’OSSERVAZIONE
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I documenti adottati all’interno del servizio educativo domiciliare sono
molteplici, alcuni verranno messi a disposizione della famiglia se richiesti, ed
altri sono ad uso dell’educatrice per il controllo della crescita dei bambini:
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scheda informativa primo colloquio con la famiglia,
strumenti di osservazione e di verifica: indici di osservazione personale
ed indicatori di gruppo,
diario d’inserimento,
diario di bordo quotidiano,
fotografie e video delle attività quotidiane,
raccolta di tutto il materiale prodotto dai bambini in un album che alla
fine dell’anno scolastico viene consegnato alla famiglia corredato da
foto e disegni.
L’ACCOGLIENZA DELLA FAMIGLIA
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SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE “Una casa per crescere”
L’accoglienza è un momento molto delicato: la mattina staccarsi da mamma e
papà è sempre molto faticoso (anche quando l’inserimento è ormai
terminato); al bambino infatti viene richiesto di lasciare la sua casa e i suoi
cari per entrare al s.e.d. tra altri bambini, con altri adulti e altri ritmi.
L’educatrice è consapevole di questa “fatica quotidiana” di bambini e genitori
pertanto, si cercherà di offrire nel limite del possibile, un clima accogliente e
rassicurante che rispetti i tempi del distacco di ogni singola coppia bambinogenitore. Accogliere è andare incontro con il sorriso, tranquillizzare, ascoltare,
verbalizzare le emozioni della coppia madre/bambino.
Anche per la madre ogni mattina ci possono essere ansie, sensi di colpa,
problemi vari che possono tradursi in apparente desiderio di accorciare i
tempi del distacco oppure in un prolungamento dei saluti fino al punto da
indurre il pianto del bambino. Il passaggio da casa al s.e.d. può essere
facilitato da un gioco o da un altro oggetto che ricorda al bambino il suo
mondo privato e che può essere poi riposto nell’armadietto nel momento in
cui il bambino sarà pronto a farlo. Un altro metodo utilizzato per creare un
ponte tra la famiglia e il s.e.d. è quello di sfogliare assieme all’educatrice
l’album con le foto di famiglia del bambino.
Anche il momento del ricongiungimento costituisce una fatica: il bambino
piccolo ha bisogno di gradualità per tornare a comunicare con i genitori.
Una modalità molto diffusa è il “perdere tempo” chiedendo alla mamma di
aspettare perché si deve finire un gioco oppure mostrare alla mamma ciò che
si è fatto durante la giornata. Compito dell’educatrice è far capire al genitore
che il bambino non lo sta rifiutando, ma che ha solo bisogno di tempo per
ritrovarsi con lui. L’educatrice all’arrivo del genitore si limiterà a dare quelle
informazioni che possono essere date anche in presenza del bambino, mentre
chiederà al genitore di rimandare ad altri momenti (quando non sono presenti
i bambini) il confronto sul comportamento del bambino o sulle modalità
organizzative del servizio.
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L’ INSERIMENTO NEL S.E.D. «Les Petits Poissons»
Il bambino entrando al s.e.d. si trova in un ambiente diverso da quello
familiare con ritmi di vita diversi e persone sconosciute. È cura dell’educatrice
fare in modo che il passaggio casa-s.e.d. sia meno traumatico possibile.
Osservando la relazione madre/bambino, l’educatrice cerca di capire qual è la
modalità più opportuna per avvicinarsi a ciascuna coppia (madre/ bambino).
Infatti un buon ambientamento del bambino dipende anche da un buon
ambientamento del genitore (il bambino accetta di solito coloro che piacciono
alla sua mamma e al suo papà). Pertanto, è importante che l’educatrice
sappia accogliere non solo il bambino, ma anche il genitore con le sue
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preoccupazioni. Durante un colloquio individuale, che si svolge all’incirca una
settimana prima dell’inserimento del bambino, le educatrici spiegano ai
genitori come si svolge la vita al s.e.d. e come dovrà comportarsi il genitore
durante l’inserimento in modo tale che non si senta “spaesato”.
In quell’occasione i genitori parlano all’educatrice del loro bambino e delle sue
abitudini di vita, durante il quale emerge il vissuto del bambino, le sue
abitudini alimentari (diete culturali, religiose, intolleranze alimentari) e
modalità di approccio al cibo, ciò che riguarda il sonno, la sua autonomia
motoria, linguistica, sfinterica, quali sono le sue reazioni a esperienze nuove
ed inattese, le sue conoscenze e rapporti con altri bambini e adulti, le sue
reazioni a momenti di difficoltà, i suoi pianti e i “capricci”, come viene
consolato dai genitori in questi momenti, qual è l’oggetto transizionale e
quale valore ha per il bambino.
L’impatto del bambino con la nuova situazione ambientale è facilitato dalla
presenza contemporanea, nei primi giorni d’inserimento, della madre o di una
figura famigliare che costituisce per il bambino una fonte di rassicurazione.
Di solito l’ambientamento avviene in modo graduale e la presenza del
genitore è progressivamente ridotta. L’inserimento non dura molto, da una
massimo due settimane perché il numero di bambini da inserire è sempre
molto esiguo.
Durante l’inserimento è importante che i genitori salutino il proprio bambino
senza grosse titubanze, ciò gli permette di capire che il genitore non sparisce
e che è tranquillo nel lasciarlo al s.e.d. per poi riprenderlo successivamente.
Già in questa fase verrà comunicato ai genitori che il loro ruolo sarà quello di
osservare partecipando solo su richiesta del bambino, di non mostrare troppa
curiosità o attenzione nei riguardi di altri bambini per non suscitare nuove
gelosie e ansie nel loro bambino, in modo che si senta libero e sereno di
iniziare a costruire una relazione con le educatrici del s.e.d.
L’educatrice verbalizza gli stati d’animo del bambino, cercando di fargli capire
che il genitore non lo abbandona e che, vicino a lui, c’è una persona pronta
ad ascoltarlo, a giocare insieme a lui e che il genitore tornerà certamente a
prenderlo.
I bambini vengono accolti secondo modalità individuali, legate quasi
esclusivamente alla loro età e quindi ai loro bisogni primari, sperimentando
assieme (in questo periodo così delicato) i momenti importanti della giornata
come la merenda, il pranzo e il cambio.
L’educatrice, consapevole dell’importanza di tale momento, sostiene la
gradualità dell’inserimento, perché ciascun bambino e ciascun genitore
abbiano l’opportunità di elaborare l’esperienza del distacco secondo tempi e
modalità personali, ricreando un nuovo equilibrio familiare, dove la nuova
esperienza trovi una sua giusta collocazione.
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LA GIORNATA AL S.E.D. «Les Petits Poissons»
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SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE “Una casa per crescere”
L’organizzazione della giornata è pensata a misura di bimbo e si adatta per
quanto possibile alle esigenze delle famiglie. E’ importante che i tempi e i
ritmi si ripetano uguali, così da aiutare il bambino ad interiorizzare il
procedere della giornata.
L’ingresso dei bambini è previsto dalle ore 7.30 alle ore 9.00, con una certa
flessibilità ma questa non sarà l’unica possibilità per la famiglia di accedere al
s.e.d.
Il servizio, proprio in virtù della sua flessibilità, darà la possibilità ai genitori di
poter entrare ed uscire in base alle loro esigenze lavorative, salvaguardando
però quelle fasce orarie basilari per un bambino.
Parliamo del momento del pasto dalle 11.30 alle 12.30 e del momento della
nanna dalle 13.00 alle 14.30/15.00 dove non è possibile entrare o uscire
proprio per rendere tranquille queste routine fondamentali nella vita di un
bambino.
ORE 7.30 – 9.00 INGRESSO
Il bambino ha bisogno di ritrovare un “altro viso materno” rassicurante ed
affettuoso su cui riassestarsi nelle ore in cui il più importante, viene a
mancare. Il passaggio deve essere lento, condotto con raffinata sapienza
psicologica, sfruttando diverse dinamiche: prendendolo in braccio quando è
molto piccolo, oppure prendendolo per mano eventualmente con il supporto
degli altri bimbi già arrivati che gli corrono incontro, gli danno il benvenuto e
gli portano solerti e con entusiasmo le calzette antiscivolo.
Sono semplici azioni che si ripetono uguali ogni giorno rendendo più facile
vivere il distacco dai genitori con serenità e sicurezza.
ORE 9.15 – 9.45 MERENDA
Dopo il lavaggio delle manine, i bambini prendono i loro bavaglini e si
spostano nella stanza da pranzo dove i bambini più grandi si siedono attorno
a tavolini della loro misura e mangiano da soli, mentre i più piccoli vengono
accomodati sui seggioloni e vengono aiutati a mangiare.
ORE 10.00–11.30 ATTIVITA’ DI GIOCO – LABORATORI -PASSEGGIATE
Le attività di gioco e laboratorio vengono strutturate in base all’età dei
bambini presenti nel s.e.d. Quando il tempo lo permette si può andare in
passeggiata fino al parco più vicino.
Vengono effettuate delle uscite anche in librerie per bambini oppure
semplicemente si va assieme a fare piccole spese (es. il pane).
ORE 11.45 -12.00 PRANZO
Al rientro dalla passeggiata oppure alla fine dell’attività proposta, i bambini
vanno a lavarsi le manine e prendendo i bavaglini si preparano al pranzo
contribuendo alla preparazione della tavola (attività proposta ai più grandi).
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ORE 12.30 – 13.00 IGIENE PERSONALE E CAMBIO DEL PANNOLINO
ORE 13.00 – 15.00 NANNA - RISVEGLIO E CAMBIO DEL PANNOLINO
ORE 15.30 – 16.00 MERENDA
ORE 16.00
IN POI RICONGIUNGIMENTO CON I GENITORI
PARTECIPAZIONI DEI GENITORI
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 Riunione post-inserimento (lettura del regolamento interno del s.e.d. ed
eventuali osservazioni da parte dei genitori.)

Riunioni periodiche (di aggiornamento o se si presenta la necessità.)
Colloqui individuali (ogni qualvolta un genitore lo desideri e lo stesso
vale per le educatrici nei confronti dei genitori.)

Questionari sulla qualità erogata: è prevista la somministrazione di 1
questionario anonimo alla fine dell’anno scolastico per valutare e migliorare il
servizio offerto.



La possibilità di intrattenersi al s.e.d., dopo il riaffido, per scambiare
con gli altri genitori notizie e curiosità riguardanti i propri bambini.

La festicciola alla vigilia di Natale per un augurio di Buone Feste.

Gita primaverile da stabilire in accordo con i genitori.

Pranzo di fine anno scolastico alla fine di giugno per chi termina il
periodo al s.e.d. e anche per chi continua a frequentarlo.
ORGANIZZAZIONE DEI PASTI
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I pasti sono preparati in casa dall’educatrice, in possesso del certificato
H.A.C.C.P. (sistema di autocontrollo igienico), impiegando alimenti freschi,
sani, genuini e prodotti di prim’ordine; il menù é controllato e validato dalla
A.S.S di competenza. Il menu è pensato tenendo conto delle necessità di
crescita dei bambini in relazione alla loro età: le pietanze e gli abbinamenti
sono scelti in modo da fornire un apporto nutrizionale completo ed
equilibrato.
Altrettanta attenzione viene posta nel considerare il pasto come un momento
di socializzazione e un’esperienza di scoperta che stimola e gratifica la vista,
l’olfatto ed il palato dei piccoli ospiti. I colori, i profumi ed i sapori della cucina
mediterranea troneggiano sulla nostra tavola, ma non mancano le
"escursioni" nella cucina di tradizioni diverse. Quando è possibile e, in base
alle stagioni, il nostro menu si arricchisce di numerosi cibi nella preparazione
dei quali vengono coinvolti anche i bambini: dagli omogeneizzati di carne e di
verdura, alle marmellate e i biscotti, dal pane e la pizza alle classiche torte,
fino ai dolci delle occasioni speciali.
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GESTIONE DELLE EMERGENZE
L’educatrice deve essere in possesso dei recapiti telefonici di tutti i genitori e
di altre figure parentali che garantiscono la loro reperibilità nelle situazioni di
emergenza, oltre ad avere tutti i numeri telefonici delle emergenze sanitarie
poste sul territorio.
In caso di assenza dell’educatrice per malattia o quant’altro, viene assicurata
l'immediata sostituzione con un’educatrice in possesso di titolo di studio
adeguato.
Viene stipulata una polizza assicurativa infortuni a favore dei bambini
frequentanti il s.e.d. ed un’assicurazione che tutela l’educatrice durante il
lavoro.
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LA QUALITA’
E’ garantita da:
· Personale educativo:
Le educatrici in servizio sono in possesso dei titoli di studio previsti dalla
normativa vigente e nel corso dell’anno scolastico seguono programmi di
formazione e aggiornamento.
· Progetto educativo:
Le educatrici collaborano alla realizzazione del Progetto Educativo e della
Programmazione Didattica assieme all’ente gestore (Cooperativa Terranova).
· Flessibilità:
Nei limiti della salvaguardia della funzione educativa del servizio, i genitori e
le educatrici concordano l’orario di frequenza del bambino in base alle loro
esigenze e a quelle del figlio.
· Adeguamento:
Adeguamento agli standard gestionali e funzionali previsti dalla normativa
vigente.
· Questionari di verifica:
Questionari per la valutazione della qualità delle prestazioni erogate. Al
termine di ogni anno scolastico ai genitori viene somministrato un
questionario in forma anonima per la rilevazione del livello di gradimento del
servizio.
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ATTIVITA’ LUDICO-DIDATTICA
“La cultura è assorbita dal bambino attraverso esperienze individuali
in un ambiente ricco di occasioni di scoperta e di lavoro”.
Maria Montessori
Il percorso educativo è costituito da proposte differenziate di spazi e materiali
per le varie fasi d’età. Non bisogna forzare i tempi, perché ogni bambino ha le
sue esigenze, i suoi interessi; ciò che non lo attira in un primo momento, può
diventargli interessante in un secondo momento, magari proprio osservando
gli altri bambini nello svolgimento delle varie attività.
La metodologia fondamentale in ogni caso si basa soprattutto sull’ascolto e
sull’osservazione e nel far capire al bambino che è amato e che può fidarsi
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SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE “Una casa per crescere”
dell’adulto e dargli la possibilità di conoscere la realtà che lo circonda senza
paure o restrizioni, che lo blocchino nella sua spontaneità.
Obiettivi generali
Favorire lo sviluppo del progetto:
- dell’area emotiva
- dell’area creativa
- dell’area motoria
- dell’area sensoriale
- dell’area sociale
- dell’area cognitiva e comunicazione
Obiettivi specifici
L’approccio pedagogico è il più possibile personalizzato e commisurato
all’età del bambino, nella necessaria gradualità e flessibilità.

Imparare a riconoscere, capire, interpretare e comunicare i sentimenti
attraverso le espressioni del viso e delle parti del corpo. Avere consapevolezza
del proprio valore, essere sicuri di sé e sviluppare un senso di fiducia nei
rapporti con gli altri.

Alimentare la naturale predisposizione all’esplorazione e alla curiosità,
stimolando l’interesse e mantenendo vivo il senso di stupore, dare libero sfogo
alle espressioni creative, come la musica, la narrazione, la poesia e la
drammatizzazione.

Sviluppare la coordinazione grosso-motoria e fino-motoria e imparare a
controllare il corpo; sviluppare la fiducia in se stessi e il senso di padronanza e
competenza.

Stimolare l’immaginazione attraverso la consapevolezza sensoriale e
sviluppare una migliore percezione e comprensione dell’ambiente.

Imparare ad andare d’accordo con gli altri e a comportarsi in maniera
adeguata. Imparare a conoscere i ruoli e le funzioni degli individui nella società
e adattarsi alle nuove situazioni.

Espandere il vocabolario e incoraggiare scelte lessicali originali ed
espressive. Imparare i numeri e i concetti di base. Comprendere e acquisire i
concetti di tempo, spazio, distanza, dimensione e direzione.

Conoscere la natura e i fenomeni naturali. Esplorazione di spazi all’aperto
circostanti.
Le attività che vengono proposte ai bambini durante le ore che trascorrono al
s.e.d. seguono la programmazione didattica con lo scopo di divertirsi, rilassarsi
e sviluppare le capacità psicomotorie.
Il bambino impara da ciò che veramente lo attrae, le attività di apprendimento
sono giochi che hanno l’obiettivo di far divertire i bambini favorendo lo sviluppo
di abilità cognitive, affettive, motorie e sociali.
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
Attività di manipolazione con materiale informe come creta, pasta di
sale, per sviluppare e stimolare il controllo manuale, la coordinazione, la
comprensione di concetti quali forma, grandezza, spazio, volume e peso. La
presentazione e i tempi di questa attività tengono conto dell’età e delle esigenze
dei bambini.
Attività di travasi come l’acqua, farina, riso, pangrattato, semi,
sassolini, ecc… per favorire la manualità e le prime sperimentazioni mentali;
travasi strutturati con materiali naturali e contenitori che permettono al
bambino il controllo autonomo dell’eventuale errore, al quale non viene data
connotazione negativa.

Attività grafico-pittorica che permette ai bambini di esprimere,
attraverso i colori e le forme, la personale interpretazione della realtà, la
proiezione delle proprie esperienze, idee e desideri. I bambini, oltre a poter
dipingere con le mani, hanno a disposizione molti materiali (pennarelli, pastelli,
matite, gessetti, pennelli, timbri, spugne…) che diventano strumenti ad uso
della fantasia. Questa attività favorisce la produzione spontanea dei primi
scarabocchi, ma soprattutto permette ai bambini di lasciare la traccia di sé che
ha una valenza importantissima nello sviluppo psicologico del bambino, per la
costruzione della propria identità.

Attività senso-motorie per stimolare la conoscenza del proprio corpo e
portare i bambini a una sempre maggiore conoscenza dello stesso. Il corpo
rappresenta il primo strumento di conoscenza e di relazione utilizzato dal
bambino fin dalla nascita. Attraverso il corpo, il bambino, riceve ed invia
messaggi, percepisce il mondo esterno, esprime i propri bisogni, emozioni,
reazioni e sentimenti. Il senso di movimento del proprio corpo è un elemento
vitale per lo sviluppo dell’immagine di sé.
Proponendo dei semplici percorsi o lasciando che i bambini liberamente li
costruiscano da soli, essi imparano a orientarsi nello spazio, a coordinare e
controllare sempre di più i movimenti, a mettere in atto nuovi schemi motori
(saltare, strisciare, gattonare, rotolarsi, dondolarsi...). Il materiale per la
motricità può essere più o meno strutturato a seconda del tipo del gioco e
prevede materassi, cuscini, seggiole, tavolini, stoffe...

Attività di gioco simbolico e di imitazione per offrire ai bimbi la
possibilità di riprodurre le azioni vissute quotidianamente nell’ambiente
familiare. Il gioco simbolico è uno strumento che diventa di notevole importanza
per lo sviluppo psico-emotivo dei bambini, aiutandoli a comprendere e dare il
significato alle cose della vita quotidiana, sia nel senso stretto di capirne gli usi,
le routine, le regole, sia quello più ampio di riuscire affettivamente a dare un
significato al funzionamento dei rapporti sociali e alle relazioni. La cucina
(pentoline, piattini, bicchieri...) il bagno delle bambole, il lavaggio dei vestitini
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SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE “Una casa per crescere”
delle stesse e i travestimenti rappresentano un classico nella proposta di gioco
simbolico.
I travestimenti stimolano il bambino al linguaggio e alla verbalizzazione, a
diventare autonomo nell’indossare i vestiti e ad imitare il mondo degli adulti
attraverso la memorizzazione. I bambini in quest’occasione inventano storie e
piccole drammatizzazioni. Queste proposte di gioco creano delle situazioni in cui
i bambini sperimentano le prime relazioni tra pari, comunicano tra loro,
esprimono i propri desideri e le proprie aspettative.
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Attività di vita pratica come apparecchiare e sparecchiare, impastare,
pulire, ecc. che prevedono l’utilizzo di utensili vari di uso domestico per rendere
abili le mani, affinare i sensi e favorire la sicurezza personale.
Il Cestino dei Tesori di Elinor Goldschmied (di cui il gioco euristico è la
naturale evoluzione) per favorire l’esplorazione costruttiva di materiali naturali e
l’affinamento delle abilità sensoriali dei bambini nella prima fase di vita, quando
verso il sesto o settimo mese cominciano a stare seduti senza appoggio, ma
ancora non si spostano nello spazio: oggetti di uso comune - legno, metallo,
tessuti, sughero – appartenenti all’ambiente domestico, scelti e selezionati per
stimolare tutti i sensi. I bambini afferrano, agitano e mettono in bocca, in
questa maniera scoprono la forma, il peso, la dimensione degli oggetti e la loro
funzionalità.


Il gioco euristico di Elinor Goldschmied che è una continuità del
Cestino dei Tesori, proposto ai bambini dai 12 mesi in poi. La natura degli
oggetti è sempre la stessa (materiale di uso quotidiano e esclusivamente di
recupero), scatole contenenti cilindri di cartone, scatoline di varia grandezza,
coperchi piccoli, mollette , chiavi, pon-pon di lana, nastrini di vario tipo.
Questa attività permette sperimentazioni sensoriali diverse, sviluppa la
coordinazione oculo-manuale, la causalità delle azioni, facilita lo sviluppo
cognitivo e il linguaggio, l’educatrice interviene solo alla fine del gioco per il
riordino.
Attività a carattere costruttivo con questi giochi i bambini imparano a
organizzare sequenzialmente delle azioni, così come più tardi organizzeranno
sequenzialmente
operazioni
mentali,
acquisiscono
concetti
spaziali
(dentro/fuori, sopra/sotto, davanti/dietro...) e affinano il coordinamento oculomanuale. Il materiale offerto può variare da quello già pronto (puzzle, lego, la
pista delle macchinine, fattoria, incastri) a quello cosiddetto di recupero (pezzi
di legno, cartone, plastica, metallo, ecc). Questa attività permette di costruire e
distruggere infinite volte, rinforzando in questo modo il concetto che si può
sbagliare ma si può ricominciare; sviluppa la fantasia attraverso la
combinazione dei vari pezzi e la creazione di giochi ed oggetti a piacimento dei
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RETE SERVIZI EDUCATIVI DOMICILIARI TRIESTE “Una casa per crescere”
bambini, inoltre è un’ottima occasione per poter verbalizzare con i bambini e
dare un nome alle varie forme, colori, dimensioni, ecc.
Attività cognitive e di lettura per lo sviluppo del linguaggio come
raccontare fiabe e leggere libri, intonare canzoncine mimate e filastrocche,
imparare sequenze logiche, imitare i gesti ed esprimere emozioni, narrare
eventi personali. La lettura è un mezzo che permette di relazionarci con i
bambini in un modo molto intimo e caldo.
Attraverso la lettura dei libri, i bambini possono sentire la voce dell’educatrice
che cambia e in questo modo crea delle atmosfere particolarmente cariche di
emozioni. I bambini in questo modo hanno la possibilità di riconoscere le proprie
emozioni e pian piano dar loro anche un nome. Ovviamente la lettura è sempre
una buona occasione per poter arricchire il lessico dei bambini anche con una
lingua differente (Francese).
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Attività musicali per favorire lo sviluppo della percezione uditiva e
cognitiva, della capacità espressiva e dell’inventiva, la scoperta di ritmi e suoni
del proprio corpo ed esterni. Ai bambini vengono proposte canzoni e filastrocche
brevi e semplici, che implicano l’uso delle mani, dei piedi, delle dita e giochi di
voce.

MODALITÀ DI INTEGRAZIONE DEI BAMBINI IN
SITUAZIONE DI DISAGIO E/O DIVERSAMENTE ABILI
Il progetto d’integrazione dei bambini diversamente abili prevede un primo
momento di raccolta delle informazioni relative al bambino attraverso un
colloquio con la famiglia a cui partecipano l’educatrice e la pedagogista e
attraverso il dialogo con le altre figure professionali che ruotano attorno al
bambino (neuropsichiatra, psicomotricista, ecc...). In un secondo momento si
osserva il bambino nel contesto del s.e.d. per scoprirne le potenzialità e le
difficoltà, dopodiché la pedagogista ed eventualmente l'educatrice assistenziale
redigono il PEI (progetto educativo individualizzato). Il PEI viene quindi discusso
in un gruppo operativo a cui partecipano anche la famiglia e gli specialisti
dell'ASL per dare continuità agli interventi. In corso d'anno vengono effettuati
periodicamente delle verifiche dell'attività svolta e dei progressi del bambino.
Nell'ultimo anno di permanenza al s.e.d. prima del passaggio alla scuola
dell'infanzia, vengono invitate a partecipare anche le insegnanti che
prenderanno il/la bambino/a in modo tale da dare continuità al percorso.
Indipendentemente dalla difficoltà del bambino, il PEI contiene sempre la
partecipazione del bambino a momenti di vita in comune in quanto si ritiene che
una delle funzioni fondamentali del s.e.d. sia proprio quella di sviluppare le
relazioni sociali tra i bambini.
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SERVIZIO EDUCATIVO DOMICILIARE “Una casa per crescere”

MODALITÀ
DI
COLLEGAMENTO
CON
I
TERRITORIALI
EDUCATIVI,
ASSISTENZIALI
CONTINUITÀ CON LA SCUOLA DELL’INFANZIA
SERVIZI
E
DI
Per quanto riguarda la continuità educativa con la scuola dell’infanzia, si
cercherà di predisporre un progetto di continuità individuale (momenti di
scambio), che permettano al bambino che lascia il servizio, di iniziare nel
migliore dei modi la scuola dell’infanzia.
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