la rieducazione fisico – muscolare

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la rieducazione fisico – muscolare
A.E.D.
Associazione Europea Disgrafie
Tesi conclusiva
Corso Educazione e Rieducazione del Gesto Grafico
Milano, gennaio – ottobre 2016
LA RIEDUCAZIONE
FISICO – MUSCOLARE
Angela Bianchini
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INDICE
Introduzione
Pag. 3
Esercizi che favoriscono la tonificazione
Pag. 5
Esercizi che favoriscono la coordinazione e la destrezza
Pag. 9
Esercizi che favoriscono la sensibilità tattile
Pag. 13
Conclusioni
Pag. 16
Bibliografia e Sitografia
Pag. 17
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INTRODUZIONE
Nella sua opera “Disgrafie e rieducazione della scrittura” Robert Olivaux, dopo aver trattato
diffusamente di quale sia il significato della scrittura a mano, di come essa si evolve e da quali tipi di
disgrafia possa essere caratterizzata, illustra il suo metodo di rieducazione che è costituito da due momenti
principali:
Rieducazione fisico muscolare: essa consiste in una serie di esercizi che favoriscono il
rilassamento, la tonificazione e la coordinazione dei gruppi muscolari coinvolti nelle attività di scrittura.
Rieducazione del gesto grafico che si concentra sulle forme pre-scritturali lavorando su di esse
rispetto alla pressione, velocità, ritmo e precisione in modo che, l’avvicinamento alla scrittura, sia
graduale e che si intervenga in primo luogo sulla correzione dei movimenti, della postura,
dell’impugnatura e di tutti quegli aspetti che sono propedeutici alla realizzazione di un gesto grafico
funzionale.
Anche nel testo “Disgrafie” di Cristofanelli e Lena e in particolare nel saggio di Francesca Turra dal titolo
“Disgrafie: suggerimenti per la rieducazione fisico muscolare”, si consiglia di iniziare proprio dalla
rieducazione fisico muscolare “…. in quanto iniziare con attività troppo vicine alla scrittura rischierebbe
di porre il bambino in una situazione simile a quella scolastica, cioè di difficoltà, di blocco e di rifiuto
della stessa”.
Come tutte le attività motorie anche la scrittura risente di due aspetti principali:
Capacità condizionali: sono legate alla condizione fisica e quindi agli aspetti energetici del
movimento (forza, resistenza, velocità e flessibilità) che possono essere migliorati con l’allenamento.
Capacità coordinative: che derivano dalla capacità che il sistema nervoso ha di attivare,
organizzare, regolare e controllare il movimento; nella sua azione il sistema nervoso deve tenere conto di
aspetti spaziali, temporali, ritmici, di equilibrio, situazionali ecc.
Le capacità coordinative devono consentire non solo di controllare il movimento ma, anche, di
apprenderlo e renderlo più agevole per il futuro oltre che di adattare il movimento a situazioni complesse e
instabili. L’insieme di queste capacità viene comunemente definito “destrezza”.
Perché ci sia destrezza nel movimento occorre che le capacità condizionali siano presenti e che le
abilità coordinative e sensoriali siano adeguatamente sviluppate.
Le capacità condizionali, come dice la parola stessa, dipendono dall’allenamento; la destrezza, a sua
volta, dipende dalle capacità condizionali e sensoriali.
Il presente lavoro intende proporre una serie di esercizi e di strumenti utili a sviluppare le capacità
condizionali, coordinative e sensoriali prendendo spunto dalla prima fase della rieducazione proposta da
Olivaux (quella Fisico Muscolare), dal saggio della Turra sopra citato e integrando le proposte con altri
esercizi e strumenti a disposizione oggi.
Per chiarezza di illustrazione si è deciso di dividere gli esercizi in gruppi:
- Esercizi che favoriscono la tonificazione e che sono legati alle capacità condizionali
- Esercizi che favoriscono la coordinazione e che sono legati alle capacità coordinative
- Esercizi che favoriscono la sensibilità tattile indispensabile per la destrezza.
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Questa classificazione non è stata proposta da Olivaux e non coincide esattamente con quella della Turra
ma viene operata per maggior chiarezza espositiva e tenendo conto della categorizzazione delle capacità
motorie. Si deve tener presente, inoltre, che, molto spesso, un esercizio può agire su più aspetti
contemporaneamente (es. tonificazione e coordinazione) e che la classificazione è stata fatta tenendo conto
dell’aspetto su cui, quel determinato esercizio, incide in prevalenza.
Le proposte illustrate non devono essere utilizzate sempre (e tutte) dal rieducatore ma proprio la variabilità
permette di stimolare continuamente il bambino senza che questo si annoi.
Alcuni esercizi per le loro caratteristiche e per il fatto che riprendono attività fisiche vicine alla ginnastica,
hanno il vantaggio di poter essere proposti anche ad adulti in rieducazione senza il rischio che siano
interpretati come attività troppo infantili.
Data la vastità del tema e le possibili proposte, si è deciso di concentrare l’attenzione sulla MANO ben
sapendo che essa è solo uno degli strumenti della scrittura, che altri vi sono implicati (avambraccio,
braccio, spalla ecc.) e che quando si scrive lo si fa con tutto il corpo.
Tali esercizi, quindi, andranno all’occorrenza integrati con altri che vadano a sviluppare le altre parti del
corpo a seconda delle necessità specifiche.
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ESERCIZI CHE FAVORISCONO LA TONIFICAZIONE
Il primo aspetto su cui agire sono le cosiddette Capacità Condizionali; vengono chiamate condizionali
perché dipendono da aspetti genetici (immutabili) e dall’allenamento. Agire sulle capacità condizionali
significa nello specifico migliorare:
Forza
Velocità
Resistenza
Mobilità articolare (flessibilità)
Non sempre i bambini (e gli adulti) che giungono in rieducazione possono contare su un adeguato livello
di tonicità muscolare (si definisce tonico un muscolo che, anche a riposo, rimane sodo e solido) e di
flessibilità articolare; ciò può dipendere sia da caratteristiche genetico-individuali sia dalla scarsa
abitudine a svolgere compiti manuali. Tonicità e flessibilità non adeguate possono creare problemi
all’impugnatura dello strumento grafico e ai movimenti che la mano e le dita devono compiere nella
scrittura rendendoli meno efficaci ed efficienti.
Alcuni degli esercizi sotto riportati sono stati indicati dagli stessi Olivaux e Turra; altri possono essere
affiancati / integrati utilizzando eventualmente strumenti specifici:
LE MARIONETTE / I CERCHIETTI: si tratta di un esercizio che
consiste nel ruotare i polsi e le dita tenendo i gomiti sul tavolo.
L’esercizio può essere eseguito anche con le mani chiuse a pugno
compiendo delle circonduzioni del polso sia verso l’esterno che verso
l’interno.
ABRA CADABRA: compiere delle circonduzioni come
nell’esercizio precedente con la mano aperta aprendo in successione
ogni dito.
GRAFFI DI GATTO: l’esercizio consiste nello stirare e ripiegare
le dita ripetendo per un po’ di volte.
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IL GIOCO DELLE PALLINE: in questa attività si finge di lanciare una
pallina tra il pollice e le altre dita una alla volta.
IL PIANOFORTE: consiste nel fingere di pigiare i tasti del pianoforte; questo esercizio aiuta anche la
coordinazione motoria se si richiede di eseguire determinate sequenze prestabilite.
LA SEGA: dopo aver impugnato una matita stendere e flettere le dita (allena i muscoli flessori ed
estensori delle dita).
LA PALLA: stringere e rilasciare una palla per una decina di volte; si
usano solitamente palline in gel o gomma morbida. La palla può anche
essere stretta fra le due mani.
FORBICE: aprire e chiudere le dita con un movimento a forbice utilizzando prima indice – medio, indice
e mignolo, medio e anulare.
PUGNO: chiudere le mani a pugno lasciando fuori il pollice e poi sciogliere.
LA PREGHIERA: congiungere le mani aperte all’altezza dello sterno spingendo leggermente ed
eventualmente farle ruotare verso l’esterno e verso l’interno.
VASSOIO: i gomiti sono all’altezza delle spalle e gli avambracci sono perpendicolari; i palmi verso
l’esterno. Piegare le mani verso l’esterno e verso l’interno.
FARFALLE: con le braccia sollevate si fa ruotare le mani in
un senso e nell’altro; l’esercizio può essere eseguito anche con
le braccia allungate verso l’esterno.
RUOTARE LA PALLINA: far ruotare una pallina usando pollice e indice; si può
far ruotare sia in senso orario che antiorario e si possono far usare altre coppie di
dita.
PREMERE: consiste nel premere l’unghia del dito indice contro il polpastrello del pollice; si può ripetere
l’esercizio per tutte le dita.
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GRIPMASTER: l’attrezzo consente di migliorare la forza della
mano, delle dita e del polso, sviluppando contemporaneamente
destrezza e resistenza. E’ necessario avere l’accortezza di individuare
una versione abbastanza morbida dello strumento adatta ai bambini.
FLEXEX HAND EXERCISER: si tratta di un sistema di elastici che
permette di esercitare e rinforzare dita e mani si può usare con tutte le
dita contemporaneamente, oppure con dita singole, per flessioni in
adduzione e abduzione.
FLESSIONI: con il braccio fermo si possono eseguire delle flessioni della
mano ruotando l’articolazione del polso verso destra/sinistra, in alto / basso. Si
possono flettere anche le dita singolarmente verso il dorso della mano
mantenendo la posizione di massima flessione per qualche secondo.
DITA CHE SPINGONO: con le mani all’altezza del cuore e i
gomiti all’altezza delle mani congiungere le dita (senza che i
palmi si tocchino) premere con forza le dita le une verso le altre
per una decina di volte.
DISTANZIARE LE DITA: con le dita di una mano ben distese, si utilizza
l’altra mano per allargare gli spazi fino a raggiungere una posizione di
estensione. Mantenere per qualche secondo.
DITA INTRECCIATE: si intrecciano le dita tra di loro e da questa
posizione si fa ruotare il polso in modo che i palmi siano rivolti
verso l’esterno. A questo punto si spinge in avanti prima con la
mano destra e poi con la sinistra.
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PALMO: porre il palmo della mano destra verso l’alto davanti a noi, poi
prendere tutte le dita e spingere nel verso contrario alla prensione.
Ripetere con l’altra mano.
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ESERCIZI CHE FAVORISCONO LA COORDINAZIONE E LA
DESTREZZA
Per coordinazione si intende la capacità di avviare, organizzare, regolare e controllare i movimenti del
corpo (quindi nel nostro caso delle mani) nello spazio, nel tempo e per raggiungere uno scopo. Il sistema
nervoso deve costantemente integrare le informazioni sensoriali consce ed inconsce per organizzare e
perfezionare i movimenti.
Alla base delle capacità di coordinazione ci sono 5 capacità di base:
Cinestesica: cioè la capacità di graduare finemente i movimenti sulla base delle informazioni
provenienti dai muscoli e dai tendini.
Spaziale: cioè la capacità di orientamento nello spazio che si fonda in particolare sulla vista per il
controllo del movimento
Equilibrio: che consiste nel mantenere o recuperare l’equilibrio in situazioni mutevoli risolvendo
problemi motori in situazioni di instabilità
Reazione Complessa: che si basa sulla capacità di mettere in atto, azioni di brevissima durata a
fronte di segnali specifici.
Ritmo: che dipende dalla capacità di memorizzare, comprendere e riprodurre strutture dinamico –
temporali.
La coordinazione o destrezza nel movimento, come abbiamo visto, per svilupparsi adeguatamente ha
bisogno che forza, resistenza, velocità e flessibilità siano adeguatamente sviluppate e che siano altrettanto
presenti le capacità sensoriali che contribuiscono a regolare il movimento grazie alle informazioni
prevenienti dall’esterno tramite i sensi.
Essendo un’abilità complessa esistono diversi modi per allenarla e ogni attività proposta può agire
maggiormente su una o più componenti.
IL GIRO DELLA PENNA (Matita Ballerina): questo esercizio è stato proposto anche da Olivaux e
consiste nel far ruotare la penna tra le dita senza farla cadere.
ORIGAMI la parola origami deriva dal Giapponese (ori piegare e
kami carta) si intende l'arte di piegare la carta che ha un’antica
tradizione in alcuni paesi orientali (Giappone e Cina) e paesi Arabi.
La tecnica consiste nel partire da un foglio e di piegarlo in vari modi
per ottenere forme diverse. La tecnica permette non solo di allenare
la destrezza delle dita perché è necessario realizzare pieghe precise e
ordinate ma ha anche un valore estetico poiché alla fine, si ottiene un
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oggetto (fiore, animale, scatola ecc.) che può essere conservato.
UCCELLINI è un esercizio che consiste nel toccare con la punta del pollice la punta di tutte le altre dita
(indice, medio, anulare e mignolo). L’esercizio può essere reso più complicato aumentando la velocità di
esecuzione, eseguendolo con le due mani insieme, prevedendo andata (dall’indice al mignolo) e ritorno
(dal mignolo all’indice) oppure toccando le dita a salto.
STRINGI E APRI: con i gomiti appoggiati al tavolo e gli
avambracci perpendicolari aprire e chiudere alternativamente le
mani.
PALLINA: creare una pallina di plastilina di circa due cm di
diametro; appoggiare il gomito al tavolo e posizionare
l’avambraccio perpendicolare ad esso. Far ruotare la pallina
tra il pollice e l’indice e poi tra il pollice e le altre dita.
Questo esercizio può essere eseguito anche ad occhi chiusi
per aumentare la concentrazione sul movimento.
INFILARE LE PERLINE anche l’attività di creare collane,
braccialetti o altro allena la coordinazione occhio mano
poiché è necessario infilare il filo all’interno del foro delle
perline; ovviamente più il filo è sottile e il foro stretto, più
l’operazione risulta complicata. Per questo motivo è
consigliabile procedere per gradi. Anche quest’attività ha
un risvolto estetico importante che può gratificare
l’esecutore il quale, non solo ha la possibilità di scegliere
materiali, colori e abbinamenti ma anche osservare e
conservare la propria opera al termine del lavoro.
LEGO e MATTONCINI Nel 1934 Ole Kirk Christiansen
danese di origini, inventò i famosi giocattoli che prendono
il nome dalla locuzione in lingua danese leg godt ("gioca
bene"). Con la diffusione della plastica i mattoncini,
inizialmente in legno, si trasformarono e divennero il
prodotto che oggi conosciamo. I benefici riguardano non
solo la coordinazione occhio mano ma, anche,
l’allenamento nel seguire delle istruzioni date (quando si
seguono le istruzioni per costruire un oggetto definito) e
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pianificare delle azioni complesse (quando il bambino “inventa” una propria costruzione). Questo gioco
nelle varie versioni (mattoncini grandi, piccoli e nelle versioni Technic) è adatto a tutte le età anche per
adolescenti e adulti.
SCARPINA si possono trovare in commercio a costi modici delle
scarpine giocattolo che consentono di insegnare ai piccoli ad infilare i
lacci e realizzare i fiocchi. Non sempre i bambini che arrivano alle
scuola primaria hanno raggiunto questo tipo di autonomia che, invece,
è importante non solo per vestirsi e prepararsi da soli ma anche come
attività manuale fine e organizzata.
PIOLI anche giocando con i pioli da infilare stiamo allenando la manualità
fine e la coordinazione occhio – mano oltre che stimolare la creatività e la
pianificazione del giocatore.
TRAVASI una delle attività raccomandate dal metodo
Montessori riguarda il travaso di oggetti da un contenitore
ad un altro con le mani e tramite degli strumenti; la
capacità di utilizzare strumenti finemente e con precisione
per raggiungere uno scopo, è importante perché anche
nella scrittura, l’azione è mediata da uno strumento (penna,
matita ecc.) che deve essere usato in modo il più possibile
economico e funzionale.
Il gioco può essere svolto anche con le mani afferrando
oggetti piccoli come monete, fermagli, pedine e per
rendere ancora più complesso si può chiedere di impilare
gli oggetti che lo consentono.
CUCIRE si tratta di un’altra attività che può allenare la manualità
fine avendo in sé anche una componente estetica e artistica. Si può
cucire sul cartoncino sulla stoffa ecc. Si possono via via ridurre i
punti e le dimensioni dell’ago fino ad arrivare ad attività complesse
come il ricamo, il punto croce e l’uncinetto.
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PUNTERUOLO questo strumento si presta a diversi usi ed è spesso
utilizzato nella scuola dell’infanzia; si possono creare forme
punteggiandole sulla carta, realizzare disegni tramite i punti sul
panno. Può anche essere utilizzato seguendo delle forme di
pregrafismo come quelle dell’immagine a fianco.
Esso ha il vantaggio di allenare la manualità fine ma anche la
regolarità e il ritmo se chiediamo di eseguire dei puntini alla stessa
distanza gli uni dagli altri.
TAGLIARE ed usare le forbici è un’altra attività che può
essere declinata in vari modi; possiamo far ritagliare forme
semplici o complesse, possiamo far ritagliare la carta o
altri materiali per sperimentare consistenze diverse;
possiamo utilizzare i ritagli per creare dei lavori a
decoupages o a mosaico. In quest’ultimo caso oltre ad
allenare le abilità manuali si allena la regolarità (ritagliare
pezzetti di carta di dimensioni simili) e l’uso dello spazio
(riempire armonicamente).
MECCANO il meccano è un altro gioco di costruzione costituito da barrette
metalliche perforate, viti, dadi e bulloni, che permette la costruzione di
modellini funzionanti e di apparecchi meccanici. Anche in questo caso
viene allenata la manualità fine e la capacità di pianificazione delle azioni.
LE CARTE: mescolare e distribuire la carte è un’altra attività che permette di allenare la manualità fine
poiché esse sono sottili e abbastanza difficili da maneggiare. Mescolarle, poi, richiede una certa dose di
destrezza e finezza di movimenti.
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ESERCIZI CHE FAVORISCONO LA SENSIBILITÀ TATTILE
La sensibilità tattile è fondamentale poiché, mentre la vista dà una percezione globale delle cose, l’udito e
il tatto danno percezioni lineari, cioè in successione; come udiamo i suoni uno dopo l’altro, così
percepiamo uno dopo l’altro gli stimoli tattili: si tratta di esperienze che si svolgono nel tempo. Il tatto è il
senso che permette di riconoscere le caratteristiche – forma, durezza, morbidezza, ruvidezza, e così via –
degli oggetti che vengono a contatto con il nostro corpo. Attraverso il tatto percepiamo anche il caldo, il
freddo e il dolore.
Il tatto è la sensazione che si sviluppa quando la superficie corporea viene a contatto con gli oggetti che la
deformano, anche se soltanto in un punto piccolissimo. Infatti la parte più superficiale della pelle, detta
epidermide, contiene una rete molto fitta di fibre nervose, i recettori, che percepiscono i cambiamenti di
pressione. Il numero dei recettori aumenta particolarmente in quelle regioni che presentano una maggiore
sensibilità, soprattutto quelle prive di peli come il palmo delle mani o i polpastrelli delle dita.
I movimenti, soprattutto alcuni come l’afferrare e il tenere in mano, si realizzano grazie alla
collaborazione coordinata di sensibilità e mobilità: il tatto, infatti, regola la forza e la velocità della presa e
regola conseguentemente la contrazione muscolare.
Il tatto è una delle componenti del sistema sensitivo, che mette in relazione l’organismo con l’ambiente
esterno. Le altre componenti, sempre costituite da fibre nervose e da corpuscoli della pelle, sono la
sensibilità dolorifica e la sensibilità al caldo e al freddo. Queste sensazioni elementari vengono combinate
tra di loro per generare esperienze sensoriali più complesse.
Le informazioni tattili, combinandosi con le informazioni che arrivano dai muscoli, ci fanno così percepire
la forma tridimensionale degli oggetti.
Un’altra caratteristica del tatto è che le informazioni viaggiano dalla periferia alla corteccia cerebrale
mantenendo un’organizzazione topografica molto precisa e legata alla diversa sensibilità delle varie
porzioni del nostro corpo. Nella parte sensitiva della corteccia cerebrale, le diverse parti del corpo sono
così rappresentate in modo ordinato e, le aree provviste di più elevata sensibilità, come la lingua e le mani,
risultano più estese.
Come abbiamo visto quindi la sensibilità tattile è molto importante per regolare la presa dello strumento,
la tenuta dello stesso nel tempo e lo scorrimento sul foglio del dorso della mano e a tal fine diventa utile
allenarla per renderla più precisa ed efficace. Dobbiamo tenere presente a tal proposito che una
caratteristica di molti recettori tattili è la loro capacità di adattamento, che può essere rapida o lenta.
L’adattamento consiste nella temporanea perdita di sensibilità se lo stimolo è prolungato. Questa
caratteristica ci consente di sopportare la stimolazione tattile sulla pianta del piede quando stiamo alzati
molto a lungo, oppure il contatto con i vestiti motivo per cui il soggetto deve fare ricorso alla
consapevolezza per riprendere contatto con le proprie sensazioni.
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RILASSAMENTO le tecniche di rilassamento proposte da Berges permettono di acquisire consapevolezza
del proprio corpo facendo sperimentare al bambino alcune sensazioni come la pesantezza, il calore, il
contatto con la superficie ecc.
IL MULINO: in piedi con le gambe leggermente divaricate si chiede al bambino di ruotare le braccia per
circa 5 volte in avanti e altrettante indietro; anche se questo esercizio aiuta spalle e braccia, permette una
maggiore irrorazione delle mani e pertanto una maggior attivazione e sensibilità.
SCATOLA MAGICA il gioco consiste nell’inserire le mani
del bambino in una scatola e nel far sentire degli oggetti di uso
comune. Ci sono diverse varianti a questo gioco: possiamo
chiedere semplicemente di riconoscere l’oggetto o di
descriverlo.
GIOCO DEI CONTRASTI un altro gioco che si può fare con i bambini per acuire la loro sensibilità è
quello di far sentire con le mani materiali di consistenza diversa: freddo / caldo, morbido / duro, liscio /
ruvido sono solo alcune delle molteplici possibilità a disposizione.
GIOCHI NELLA SABBIA la sabbia è senz’altro
uno dei materiali che possono essere utilizzati
proficuamente in rieducazione sia perché è molto
amata dai bambini sia perché è plasmabile e
versatile. Può essere maneggiata, si possono fare
piccole buche o rialzi; una volta bagnata le si può
dare una forma.
Non da ultimo si possono tracciare delle lettere
direttamente con il dito e quindi favorire la
sensibilità e la memorizzazione.
IMPASTARE E MODELLARE: esistono diversi
materiali che si possono utilizzare come Didò, Das, pasta
di sale, aiutano i bambini a sviluppare le loro capacità
manuali e sensoriali oltre a scaricare l’aggressività. Da
non escludere anche l’uso di farine alimentari per
impastare e fare dolci, pizzette, biscotti ecc.
La sabbia, le farine o anche superfici di plastilina possono
essere usate per incidervi le lettere andando a potenziare
in questo modo la memoria sensoriale.
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RICONOSCIMENTO DELLE LETTERE: un altro
gioco che può sviluppare la sensibilità consiste nel
tracciare con il dito delle lettere sul palmo della
mano (si può fare anche sulla schiena, sul braccio
ecc.) chiedendo al bambino di riconoscere la lettera
tracciata. Esistono in commercio delle lettere
realizzate con materiali ruvidi su dei cartoncini in
modo che il bambino possa riconoscere la lettera
solo sentendola con la mano (es. lettere smerigliate
del metodo Montessori).
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CONCLUSIONI
Il lavoro ha mostrato come, le possibilità a disposizione siano numerose sia volendo utilizzare strumenti
specifici sia lavorando con oggetti di uso comune o solo con le mani. Dobbiamo sempre ricordare che nel
percorso di rieducazione ci troviamo difronte ad un bambino (o ad un adulto) che è unico e diverso da tutti
gli altri e di conseguenza il lavoro va tarato rispetto alle sue esigenze specifiche.
E’ importante innanzitutto capire su che cosa il bambino ha bisogno di lavorare: se deve potenziare la
forza, migliorare la destrezza o acuire la sensibilità, su tutti gli aspetti insieme, su due di questi o su
nessuno perché magari le sue problematiche stanno altrove.
In secondo luogo è necessario tenere conto delle propensioni e degli interessi di quel bambino proponendo
attività che risultino il più possibile gradite senza dimenticare che in rieducazione va ricercata una
dimensione di rilassamento e piacevolezza.
La varietà di esercizi proposta punta a non cadere nella monotonia: variando le attività possiamo allenare
aspetti diversi, senza essere ripetitivi e continuando a stimolare e incuriosire il bambino.
Un’altra accortezza da avere è quella di cercare di stimolare, nei limiti del possibile e con intelligenza,
entrambe le mani: è normale che una mano abbia prestazioni migliori dell’altra ma con l’esercizio
possiamo aumentare il livello di entrambe in modo che il divario di prestazioni rimanga pressoché
invariato e non aumenti a dismisura cosa che non gioverebbe all’armonica crescita del corpo.
I giochi e le attività proposte, inoltre, hanno il vantaggio di poter essere usati in rieducazione ma di poter
anche essere proposti come spunto ai genitori che possono scegliere di proporli come giochi “intelligenti”
in momenti ricreativi e di svago al posto di altri.
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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