Valeria Parrella PER GRAZIA RICEVUTA NAPAR per E` brava

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Valeria Parrella PER GRAZIA RICEVUTA NAPAR per E` brava
Valeria Parrella
PER GRAZIA RICEVUTA
N.A.PAR per
E' brava Valeria Parrella a raccontare storie napoletane.
C'è stile e non c'è maniera.
Ironia di vita quotidiana (Siddarta), vitacce tirate con i denti (la corsa), ma anche
benessere, cultura, inquetudine di una quarantenne (l'amico immaginato). In questo
racconto c'è anche una citazione da "Le affinità elettive"?
Per me sì. Trovatela.
Ross King
I DELITTI DELLA BIBLIOTECA SCOMPARSA
N.A.KIN del
Il titolo originale è “Ex-libris” , ma l’editore evidentemente ha preferito puntare sulla
parte “gialla” anche se meno importante, perché è un genere che “tira” molto, ma il
mio giudizio è probabilmente di parte. E’ un romanzo storico complesso e variegato,
dove storia e fantasia sono intrecciati in modo quasi inestricabile. Il periodo è quello
della Guerra dei Trent’anni, che sta per scoppiare e che farà dell’Europa un enorme
cimitero. Ovviamente non mancano numerosi excursus nelle vicende del passato. La
storia fittizia inizia a Londra nel 1659, quando un librario antiquario viene invitato da
una nobildonna a lui sconosciuta nella sua tenuta di campagna piuttosto lontana da
Londra. La signora vive in un castello abbastanza in sfacelo, perché razziato da
numerosi eserciti durante la suddetta guerra. Il libraio viene incaricato di ritrovare le
opere più importanti che sono state trafugate tra cui un introvabile “Labirinthus
mundi” che fa parte del famosissimo “Corpus Ermeticus” di Ermete Trismegistus.
All’epoca le opere di astrologia, alchimia, ed altre branche esoteriche erano all’Indice
ed il più importante filosofo ermetico, Giordano Bruno, venne mandato al rogo dopo la
pubblicazione di “Lo spaccio della bestia trionfante”. Naturalmente si parla anche del
caso di Galileo. I libri sono sempre stati considerati pericolosi da ogni tipo di potere,
religioso o politico, e non manca un elenco di tutte le biblioteche che vennero date alle
fiamme da ogni genere di conquistatori. Ma l’autore non si limita all’Europa, largo
spazio è dato alle imprese di esploratori e conquistatori, specie a quelle, fallite, di
Raleigh, che pagò con la sua testa, alla lotta sui mari tra Inghilterra e Spagna. E’
un’opera che consiglieremmo più ai cultori di storia che agli appassionati di lettura
“gialla”, anche se i misteri effettivamente non mancano.
J. G. Ballard
MILLENNIUM PEOPLE
N.A.BAL mil
Per me Ballard è uno dei più notevoli scrittori in lingua inglese. Avevo già letto
“Crash” con grande piacere e questo “Millennium people” conferma il mio giudizio
altamente positivo. Non è tanto importante ciò di cui scrive, ma come lo scrive, (nelle
mie letture ho sempre privilegiato la forma rispetto al contenuto). Se dovessi definire
il suo stile in due parole conierei l’espressione “sintetico barocco”. Le sue immagini,
descrizioni, accostamenti, giudizi, metafore, introspezioni sono rapide, talvolta
fulminanti, con una scelta di linguaggio mai banale, senza diventare obsolete,
ridondanti, prive di preziosismi superflui. Spesso leggendo viene voglia di ricopiare
una, due frasi, roba da antologia, ma certo non si può ricopiare mezzo libro. Anche qui,
come in “Crash, lo scenario è Londra, presentata nei suoi innumerevoli e diversi
aspetti, con una preferenza per le periferie e le vie di comunicazione suburbane. Tutto
incomincia quando la prima moglie del personaggio principale, un medico che ha sposato
la figlia del primario di una clinica per il quale lavora, muore ad Heathrow per una
bomba piazzata su un nastro trasportatore. La seconda moglie, che in seguito ad un
incidente stradale è divenuta, per un senso di rabbia, per l’ingiustizia subita dal
destino, una traumatizzata mentale, che continua ad usare delle stampelle ormai
inutili, dice al marito che, anche per il bene del loro matrimonio, deve cercare gli
attentatori. Così quest’uomo entra in un nuovo per lui, universo. Prima conosce “ ribelli
di Chelsea Marina” borghesi medio-alti che protestano contro il loro consumismo
indotto, che li ha resi schiavi, bruciando ogni genere di oggetto e di attrezzatura
superflua. Protestano contro le spese troppo alte e le vessazioni, tipo la riga gialla
continua di fronte alle loro case, per cui devono pagare il parcheggio. Ma iniziano, non
si sa da parte di chi, azioni ben peggiori, con incendi in supermarket, teatri, stazioni di
bus. che causano alcune vittime Siamo nel vero terrorismo in cui anche questo medico
viene coinvolto. Lui arrivava a capire le ragioni degli abitanti di Chelsea marina, ma non
quelle di questi terroristi, che conosce e che frequenta. E per alcuni dei quali ad un
certo punto ha provato anche una sorta di fascinazione malata. E quasi irresistibile.
George Dumezil
IL MONACO NERO IN GRIGIO DENTRO VARENNES…
L'orientalista Espopondie, alter ego di Dumezil, è uno studioso di Michel di
Damenotre, meglio conosciuto come Nostradamo, vissuto nel 1600 alla corte d' Enrico
II e molto apprezzato da Caterina de' Medici. A casa di Espopondie si trovano un
amico discepolo, la voce narrante, più due allievi. Durante alcuni incontri, intramezzati
da ricerche personali, si cerca di interpretare la quartina 20 della IX centuria, la più
famosa per la precisione sconvolgente della profezia
"De nuict viendra par la forest de Reine,
deux pars vaultorte herne lan pierre blanche,
.----- Le moyne noir en gris dedan Varennes
esleu cap cause tempeste, feu sang tranche “
la cui traduzione letterale è : Di notte verrà attraverso la foresta delle Regine - due
parti per una via separata (ritorta) Herne la pietra bianca, - il monaco nero in grigio
dentro Varennes - Il capo eletto causa tempesta fuoco sangue mannaia..
La foresta di Bondy, che attraversò il corteo reale in fuga è chiamata delle regine,
non solo per l'importanza di Maria Antonietta, che prese le redini ed una decisione
durante la fuga, ma anche per un episodio risalente al Medioevo, in cui una regina di
tribù germanica trovò la morte. La decisione di Maria Antonietta fu quella di far
proseguire il conte Fersen, a lei devotissimo, verso Nord, mentre i reali proseguivano
verso la trappola di Varennes, ad est, attraverso le terre bianche, argillose dello
Champagne. I reali vennero imprigionati nel Tempio, sede dei Templari dall'abito
bianco ed in seguito dei Benedettini dalla tonaca nera, (la caratteristica di
Nostradamo di mescolare passato, presente e futuro è presente in altre quartine
esaminate dagli studiosi). Luigi XVI in prigione indossava una veste grigia. Un capo
eletto (non ereditario come nelle monarchie) causa tempesta, sangue fuoco e mannaia.
Lo scoglio maggiore è Herne, ma anche di ciò viene trovata una spiegazione. I quattro
amici parlano di altre quartine e fanno giochi nostradamici. Un piccolo libro colto di
piacevole ed interessante lettura.
Paola Faccioli
LA VITA DI CHIARA DORIGO
Chi ha avuto la ventura di leggere i cinque precedenti romanzi della Faccioli (mai più
ristampati ed oggi introvabili) non può aprire questo smilzo volume senza un senso di
aspettativa, aspettativa di una realtà che, sotto un aspetto quotidiano, può
nascondere verità inquietanti ed ambigue, personaggi complicati dei quali, sino alla
fine, non si riesce a comprendere la vera natura, nei quali il confine tra il bene ed il
male si assottiglia sino quasi a scomparire. Si è scritto che in questo romanzo si
possono incontrare i "grovigli di vipere" di Mauriac, certe situazioni sentimentali ed
esistenziali alla Paul Bourget. Il primo capitolo, intestato, ci conduce subito "in medias
res" e ci propone il mistero, che solo alla fine verrà svelato con un vero coup de
teatre: è veramente morta Chiara Dorigo, dato che il corpo non è mai stato ritrovato,
e del cui possibile omicidio era stato all'inizio accusato ingiustamente il marito? La
storia viene narrata, a chi ne fa ricerca, dai tre personaggi principali, ovviamente
sotto il loro personale punto di vista e in base alle informazioni in loro possesso e cioè
dalla sorella di Chiara, dal marito ed infine dalla stessa Chiara con le pagine del suo
diario. Per comprendere, o meglio sentire, l'atmosfera ambigua che circola nelle
pagine è emblematico e chiarificatore il fatto che il marito e poi "vedovo" di Chiara, si
immerga, in modo totale e quasi ossessivo nella traduzione del "Faust" di Goethe. La
scrittura della Dorigo è divenuta, se possibile, sempre più elegante e raffinata, capace
di illuminare la complessità dell'animo femminile nelle sue infinite sfaccettature.
Silvio Raffo, nella postfazione, ha definito "La vita di Chiara Dorigo" "un giallo
dell'anima”.
Antonio Orejudo
L'INCISORE DI LIONE
N.A.ORE inc
Amo molto i romanzi di ambientazione storica, quando questa è ricca e precisa e si
possono sempre imparare cose nuove. Uno dei filoni storici più frequentati è quello
della Riforma, dell'Inquisizione e delle sette eretiche, argomento trattato da molti
scrittori a partire dal terrificante e memorabile "Q" di Luther Blisset ( pseudonimo
sotto cui scrive un gruppo di 4-5 persone.) Anche nel romanzo di Orejudo (come in
"Q") si parla, in modo più conciso, degli anabattisti assediati in Munster, dell'assedio e
del massacro operato da un esercito cattolico, a cui pochissimi scamparono. Questo
nella prima parte del libro. Nella seconda, molti anni dopo, l'Inquisizione è alla ricerca
dell'autore di un libro "eretico" e di qui inizia una vera trama"gialla" che ci introdurrà
anche nel mondo delle varie sette eretiche, delle loro idee, degli stampatori e
specialmente degli incisori, cioè di coloro che cesellano, muniti di potenti lenti, i
differenti punzoni. A questo proposito ho appreso che, nelle "grazie" delle lettere
maiuscole, molto adornate, potevano venire incise delle scenette blasfeme o oscene.
Suppongo che le "grazie" siano i riccioli delle lettere maiuscole. Come in tutti i misteri
che si rispettano la rivelazione avverrà solo alla fine.
Mario De Andrade
MACUNAIMA
N.A.AND mac
Romanzo scritto nel 1926, da De Andrade, uno dei promotori della prima avanguardia
brasiliana. L'opera non fu molto compresa dai contemporanei, per vari motivi.
Macunaìma è "l'eroe senza nessun carattere", essere dai grandi poteri e dai grandi
vizi, pigro, lussurioso, candido e violento, che mente, uccide, sessualmente sfrenato e
che non si poteva accettare come se fosse il campione dei vizi nazionali.
Il linguaggio è pieno di parole dei neri, dei mulatti, degli immigrati da ogni parte del
mondo, attinto da molte lingue degli Indios e da quelle europee (la maggior parte dei
termini non vengono tradotti in nota). Il tema del libro è quello di una ricerca di un
inconscio brasiliano, individuabile attraverso il folklore e quindi in "Macunaìma" vi è
una vastissima raccolta di leggende, cerimonie tradizionali, detti, usi e costumi della
cultura indigena.
Il romanzo non mi ha interessato per il contenuto, né per lo stile. Si dice che la
seconda parte, quando Macunaìma si trasferisce dalle foreste selvagge a San Paolo ed
a Rio de Janeiro, venendo di colpo a contatto con la "civiltà" moderna, offra acuti
spunti satirici. Siamo abituati ad una satira ben più corrosiva e sulfurea. Troppo
preponderante l'intervento della magia. Bisognerebbe chiedere l'opinione di qualche
Brasiliano!
Annie Proulx
I segreti di Brokeback Mountain
N.A. PRO seg
Un racconto d'amore omosessuale, una storia senza fronzoli.
Due cowboy, due ragazzi senza arte nè parte, passano l'estate insieme, su una
montagna, a badare ad un branco di pecore. Diventano amanti e l'attrazione erotica
condizionerà tutta la loro piccola vita di americani di paese, li seguirà negli anni;
continueranno a cercarsi e ad incontrarsi nonostante le vite"normali”.
Il linguaggio risulta vero, le situazioni pure.
Un bel racconto ruvido e commovente, perchè parla di cowboy, ma parla anche
d'amore.