STADI DELL`APPRENDIMENTO - Scuola di Specializzazione all
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STADI DELL`APPRENDIMENTO - Scuola di Specializzazione all
PRESTAZIONE MOTORIA E APPRENDIMENTO MOTORIO • La prestazione motoria: - Osservabile - Influenzata da diversi fattori (concentrazione, motivazione, forma fisica, …) ● L’apprendimento motorio viene valutato in base alla relativa stabilità delle esecuzioni di un compito. L’apprendimento motorio • Il miglioramento è strettamente legato all’esercizio (tipologia dell’esercizio) • Scelta dei parametri dell’esercizio • La valutazione dell’apprendimento motorio = osservare l’esecuzione di un soggetto • Il livello di apprendimento motorio nel corso di diverse osservazioni risulta essere in relazione alla stabilità delle prestazioni ottenute anche in circostanze diverse. In questo caso, la prestazione riflette il livello di apprendimento motorio. Gli stadi della prestazione e dell’apprendimento • L’inizio dell’apprendimento è caratterizzato dal tentativo di chi apprende di farsi un’idea del movimento (Gentile, 1972) o di comprendere la struttura di base della sua coordinazione (Newell, 1985). Per trovare le risposte ai numerosi quesiti si devono coinvolgere i processi cognitivi (Fitts e Posner, 1967) e verbali (Adams, 1971). Gli stadi della prestazione e dell’apprendimento • La prestazione (cioè l’esecuzione) nel primo stadio dell’apprendimento è imprecisa, lenta, instabile e rigida. La mancanza di sicurezza provoca una serie di reazioni a catena: - indeciso nelle scelte da effettuare - insicurezza sulla riuscita e di come, nel caso di risultato positivo, sia riuscito ad ottenere quella determinata prestazione. RILEVAMENTO GRAFICO DELL’IMMAGINE DEL MOVIMENTO Immagine motoria “Salto in lungo”: Valentina Macca 8 anni, (immagini e foto realizzati in data 12.04.2002). G. Paissan 2002 SEQUENZE GRAFICHE E FOTOGRAFICHE Immagine motoria Dopo 2 anni e mezzo Valentina Macca (8 anni) G. Paissan 2004 STADI DELL’APPRENDIMENTO • 1°STADIO : VERBALECOGNITIVO O DI SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE GREZZA • 2°STADIO : MOTORIO O DI SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE FINE • 3°STADIO : AUTONOMO O DI SVILUPPO DELLA DISPONIBILITÀ VARIABILE STADI DELL’APPRENDIMENTO (1) 1° STADIO: VERBALE-COGNITIVO O DI SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE GREZZA • I processi verbali assumono rilevanza nel mediare la comprensione cognitiva dell’azione • La scaletta didattica strutturata facilita il controllo passo dopo passo • La prestazione è scadente, gli errori sono frequenti, il movimento è poco economico e le sensazioni motorie sono confuse, appaiono evidenti tensioni muscolari • L’acquisizione della forma base del movimento è piuttosto rapida con incrementi superiori agli altri stadi di apprendimento. STADI DELL’APPRENDIMENTO (2) 2° STADIO: MOTORIO O DI SVILUPPO DELLA COORDINAZIONE FINE • Il compito è compreso più a fondo • L’azione è più precisa e perfezionata • Il feedback è utilizzato con successo (aumento della funzione dell’analizzatore cinestesico) • La rappresentazione interna (mentale) del gesto si arricchisce di componenti multisensoriali • I costi energetici dell’azione sono ridotti • La guida vocale assume minor importanza STADI DELL’APPRENDIMENTO (2bis) • Le capacità di anticipazione migliorano per la regolarità • In condizioni favorevoli il compito è svolto facilmente • in condizioni difficili o impreviste il compito risulta con imperfezioni ed errori tipici del 1°stadio STADI DELL’APPRENDIMENTO (3) 3°STADIO : AUTONOMO O DI SVILUPPO DELLA DISPONIBILITÀ VARIABILE • I programmi motori perfezionati consentono di controllare l’azione, il compito è svolto con sicurezza • L’esecuzione è coordinata ed efficace anche in situazioni difficili, variate ed impreviste • L’articolata rappresentazione mentale multisensoriale dell’azione consente un confronto preciso tra risultato atteso e risultato reale (importante per la correzione del movimento) Prima età scolare (6-10 anni) • Dai 6 ai 10 anni è notevole il piacere di muoversi dei bambini, che trasformano in movimento gli stimoli che provengono dall’ambiente. L’esperienza motoria fino ai 10 anni ha delle conseguenze sulle capacità cognitive. La capacità di apprendimento ha un miglioramento che, tuttavia, non è accompagnato da un capacità adeguata di conservare a lungo (memorizzare) i movimenti appresi. Prima età scolare (6-10 anni) • Per la riuscita del processo di apprendimento, quindi è necessario un tipo di esercitazione ripetuta più volte che produca, oltre alla comprensione del movimento, anche la sua esecuzione corretta e stabile [1]. [1] Riferimento a Weineck (1983) in Weineck J.: L'allenamento ottimale, Calzetti Mariucci, 2001 pag. 477 La scarsa qualità della percezione cinestesica non favorisce la precisione nell’esecuzione dei gesti, specialmente per quanto riguarda la qualità delle strutture spazio-temporali. • Il passaggio da un’attenzione di tipo globale ad una analitica e rivolta ai dettagli permette, comunque, di correggere i movimenti e dare loro una forma più precisa o uno scopo e insegnare una tecnica. • Questa fascia di età dovrà essere caratterizzata dall’aumento del patrimonio motorio e quindi dalla formazione sempre crescente di processi motori determinati da uno scopo e dallo sviluppo di tecniche sportive specifiche. Le conseguenze dal punto di vista delle capacità coordinative riguardano lo sviluppo intensivo della capacità di reazione, della differenziazione spaziale e, in particolare per le femmine, dell’equilibrio e della destrezza fine. • Dovranno essere proposte quindi tipologie di esercizi ad elevata frequenza e di coordinazione sotto pressione temporale[1]. Ad esempio, nelle esercitazioni si passa: [1] Riferimento a Ungerer (1970) in Weineck J.: L'allenamento ottimale, Calzetti Mariucci, 2001pag. 475 • dalla corsa semplice a quella di resistenza o di velocità, secondo la guida ritmica, sugli attrezzi, sui percorsi, manipolando piccoli attrezzi, secondo diverse traiettorie; • dal salto misto a quello in lungo e in alto, verso il basso, con rotazioni assiali, combinati ad altre abilità; • a diverse tipologie di lanci, a varie distanze, con traiettorie diverse ( rette, paraboliche, rimbalzate), con l’uso di entrambe le mani o di una sola mano, lanci dall’alto e lanci dal basso, esercizi individuali, a coppie, in piccoli gruppi, esecuzioni in forma statica ( sul posto) e in forma dinamica (in movimento); • esercitazioni sul volteggio di superamento di attrezzi con l’aiuto delle mani (plinto, panca svedese, trave d’equilibrio alta, tavolino) e scavalcamento laterale; • dalle preacrobatiche a terra all’utilizzo di ostacoli o altri sussidi, ecc... ; • a esercitazioni per migliorare l’ equilibrio, la fiducia in se stessi, annullare la paura da falsa vertigine e annullare l’irrigidimento da iperemotività, attraverso la traslocazione sugli attrezzi assistite da un compagno, combinate a trasporto di attrezzi, su percorsi specifici, con salti verso il basso,… ; Seconda età scolare (10-12 anni) • Dai 10 ai 12 anni i bambini solitamente si distinguono per disponibilità e impegno verso la prestazione. Rispetto agli anni precedenti c’è una maggiore capacità di attenzione e concentrazione e maggiore tenacia nel risolvere i compiti sportivi. Le capacità motorie raggiungono un buon livello e migliorano soprattutto per quanto riguarda l’esecuzione. • Il miglioramento più spiccato riguarda forse l’apprendimento e la velocità di recepire, capire e ripetere un movimento appena visto, quello che Meinel ha chiamato apprendimento “a prima vista”. I bambini dopo poche ripetizioni (o anche una soltanto) sono in grado di eseguire in maniera grezza un movimento e migliorarlo progressivamente. Questa capacità va ricercata nell’aumento delle capacità intellettive, nell’esperienza motoria acquisita negli anni precedenti e nello sviluppo fisico. • Inoltre si può notare un aumento del controllo e della capacità di dirigere i movimenti, con conseguenze sulla padronanza e la sicurezza, dovute a un incremento della forza e della rapidità. Di norma c’è una buona capacità di abbinamento che si esprime come una certa fluidità nei movimenti ciclici e combinati. Nei giochi di situazione si nota anche una buona capacità di reazione e quindi di anticipazione delle proprie azioni, di quelle altrui e degli oggetti. Per quanto riguarda il senso del ritmo c’è più possibilità di miglioramento che nel periodo precedente. • Le conseguenze sull’addestramento riguarderanno quindi una formazione di tipo multilaterale e in parallelo l’aumento dell’apprendimento delle tecniche sportive di base, comprendenti esercitazioni: • di equilibrio e corsa con arresti e cambi di direzione su percorsi aperti e chiusi • sulle andature preatletiche • su lanci e ricezioni individuali, a coppie o in piccolo gruppo, in forma statica (sul posto), dinamica (in movimento), con palloni o altri attrezzi di diversa forma e consistenza, combinati a corsa, salto, cambi di direzione, arresti. • di salto ed equilibrio di volo, con l’ausilio della funicella, del cavallo, di grandi attrezzi per esercitare il salto verso il basso (con rotazioni assiali, movimenti degli arti superiori e/o inferiori, manipolazioni della palla,…) LE VARIABILI DEL MOVIMENTO Strutturazione, attivazione e sviluppo del movimento attraverso le combinazioni delle diverse variabili. Le variabili del movimento si possono così classificare: - di tipo spaziale - di tipo temporale - di tipo qualitativo - di tipo quantitativo - di ordine tattico - di tipo ambientale Variabile di tipo spaziale 1 AVANTI-DIETRO AVANTI-DIETRO (destra-sinistra) (destra-sinistra) 2 VICINO-LONTANO VICINO-LONTANO Spazi – persone - oggetti – corpo o parti di esso – suoni – luci – colori - forme 3 DENTRO-FUORI DENTRO-FUORI Oggetti – persone – limiti di campo – aree – settori – corsie – corpo o parti di esso 4 SOPRA-SOTTO SOPRA-SOTTO Persone – oggetti – ostacoli – corpo o parti di esso 5 LUNGO-CORTO LUNGO-CORTO Distanze – spazi – misure – traiettorie – ostacoli – corpo o parti di esso 6 ALTO-BASSO ALTO-BASSO 7 LARGO-STRETTO LARGO-STRETTO Spazi – attrezzi – oggetti – ostacoli – corpo o parti di esso 8 APERTO-CHIUSO APERTO-CHIUSO Spazi – percorsi – corpo o parti di esso – schieramenti/gruppi 9 GRANDE-PICCOLO GRANDE-PICCOLO Spazi (aree, campo, settori, corsie, …) – corpo o parti di esso - ostacoli Direzioni Direzioni –– persone persone –– oggetti oggetti –– corpo corpo oo parti parti di di esso esso -- spazi spazi Direzione – ostacoli – spazi – oggetti – attrezzi – traiettorie – corpo o parti di esso (da: L’educazione motoria di base. IEI–CONI pag. 121-122 modificato G. Paissan 2002) Variabile di tipo temporale 10 10 PRIMA-DOPO PRIMA-DOPO (contemporaneamente) (contemporaneamente) 11 11 VELOCE-LENTO VELOCE-LENTO Stimoli: Stimoli:uditivi, uditivi,visivi, visivi,tattili, tattili,…… Spazi Spazi––ostacoli ostacoli––attrezzi attrezzi- -persone persone––oggetti oggetti–– corpo corpoooparti partididiesso esso––spazi spazi––direzioni direzioni––posizioni posizioni - -dimensioni dimensioni Stimoli: Stimoli:uditivi, uditivi,visivi, visivi,tattili, tattili,…… Spazi: Spazi:aree, aree,settori, settori,corsie, corsie,…… persone persone––oggetti oggetti––attrezzi attrezzi–– corpo corpoooparti partididiesso esso (da: L’educazione motoria di base. IEI–CONI pag. 121-122 modificato G. Paissan 2002) Variabile di tipo qualitativo 12 12 PESANTEPESANTELEGGERO LEGGERO Persone Persone––oggetti oggetti––attrezzi attrezzi–– corpo corpoooparti partididiesso esso 13 13 DURO(RIGIDO)DURO(RIGIDO)MORBIDO MORBIDO Persone Persone––oggetti oggetti––attrezzi attrezzi–– superfici superfici- -corpo corpoooparti partididiesso esso 14 14 RUVIDO-LISCIO RUVIDO-LISCIO Attrezzi Attrezzi––oggetti oggetti––superfici superfici corpo o parti di esso corpo o parti di esso 15 15 FORTE-PIANO FORTE-PIANO 16 16 AASCATTISCATTICONTINUO CONTINUO Suoni Suoni––rumori rumori––ritmi ritmi––battute battute–– corpo corpoooparti partididiesso esso corpo corpoooparti partididiesso esso (da: L’educazione motoria di base. IEI–CONI pag. 121-122 modificato G. Paissan 2002) Variabile di tipo quantitativo 17 17 TANTO-POCO TANTO-POCO Tempo Tempo––spazio spazio––persone persone capacità motorie (rapidità, capacità motorie (rapidità,forza, forza,resistenza) resistenza) oggetti – attrezzi oggetti – attrezzi 18 18 TUTTO-PARTE TUTTO-PARTE Corpo Corpo–– spazio spazio––tempo tempo–– oggetti oggetti––attrezzi attrezzi (da: L’educazione motoria di base. IEI–CONI pag. 121-122 modificato G. Paissan 2002) Variabile di ordine tattico 19 19 FINTARE FINTARE-ANTICIPARE ANTICIPARE 20 20 DISTRIBUIRE DISTRIBUIRELO LO SFORZO SFORZO 21 21 COMPETERECOMPETERECOOPERARE COOPERARE 22 22 STRATEGIE STRATEGIEDI DI GIOCO GIOCO Corpo Corpoooparti partididiessoesso-oggetti oggetti––attrezzi attrezzi tempo – spazio – bambini (giocatori) tempo – spazio – bambini (giocatori) Spazio Spazio––tempo tempo––forza forza––persone persone- -oggetti oggetti–– attrezzi attrezzi- -corpo corpoooparti partididiesso esso Persone Persone––compagni compagni- corpo corpoooparti partididiesso esso Attrezzi Attrezzi––oggetti oggetti––superfici superfici––compagni compagnididi squadra squadra- -corpo corpoooparti partididiesso esso (da: L’educazione motoria di base. IEI–CONI pag. 121-122 modificato G. Paissan 2002) Variabile di tipo ambientale 23 23 SPAZI SPAZIAPERTI APERTI-CHIUSI CHIUSI SpazioSpazio-tempo tempo––forza forza- -corpo corpoooparti partididiesso esso- oggetti oggetti––acustica acustica-luce -luce 24 24 SUPERFICIE SUPERFICIE LEGNO, LEGNO,ERBAERBATERRA TERRA--NEVE NEVE 25 25 AMBIENTE AMBIENTE ACQUTICO ACQUTICO Spazio Spazio––tempo tempo- -forza forza––corpo corpoooparti partididiesso esso 26 26 SIT.ATMOSFERICHE SIT.ATMOSFERICHE TEMPERATURA TEMPERATURA Spazio Spazio––tempo tempo––forza forza- -attrezzi attrezzi––oggetti oggetti–– superfici superfici- -corpo corpoooparti partididiesso esso 27 27 ATTREZZATURA ATTREZZATURASPE. SPE. RACCHET.-SCI-BICI-. RACCHET.-SCI-BICI-. Spazio Spazio––tempo tempo- -forza forza––corpo corpoooparti partididiesso esso- eqiulibrio eqiulibrio 28 28 PRESENZA PRESENZADI DI PUBBLICO PUBBLICO Spazio Spazio––tempo tempo––forza forza––persone persone- -oggetti oggetti–– attrezzi attrezzi- -corpo corpoooparti partididiesso esso––equilibrio equilibrio Emozione Emozione- -spazio spazio––tempo tempo––forza forza––persone persone- oggetti oggetti––attrezzi attrezzi- -corpo corpoooparti partididiesso esso–– equilibrio equilibrio ELEMENTI CARATTERIZZANTI L’INTERVENTO DIDATTICO Fattori che influenzano l’insegnamento Mitzel e altri autorevoli autori, tra cui M. Pièron, hanno identificato in cinque variabili i fattori primari che influenzano l’insegnamento: 1^ - il “chi é” dell’insegnante Il modo di essere dell’insegnante influisce sull’insegnamento: es. esperienza, caratteristiche personali (motivazioni, tratti della personalità, valori, atteggiamenti, …) ecc. Ci sono differenze tra le varie figure che operano nell’insegnamento dell’attività motoria e sportiva? …. l’insegnante scolastico, l’animatore, l’istruttore, il preparatore fisico/atletico, il personal trainer e l’allenatore? Per destare l’interesse dei ragazzi e per porre le basi di un intervento efficace, durante l’attività educativa l’insegnante cercherà di: Rilevare i bisogni degli ragazzi, osservarli, analizzarli e conoscere gli interessi motori in modo da pianificare attività e strategie Entrare in relazione comunicando in modo chiaro • E’ fondamentale che l’insegnante, con la sua esperienza, la sua sensibilità e la sua elasticità, sia sempre l’artefice della ricerca di nuove strade che motivino gli allievi nel lavoro quotidiano. 2^ - il prodotto I risultati dell’insegnamento, cioè i cambiamenti provocati nell’alunno dalla partecipazione all’attività scolastica (effetti educativi, miglioramento delle capacità, apprendimento verso attività motorie). Ho imparato, ho avuto difficoltà in … Per migliorare dovrei … • sono stato capace di saltare fino al 5°rotondo bia nco • ho avuto difficoltà a saltare il 5°rotondo grigio. Per migliorare dovrei fare la rincorsa più veloce • sono stato capace di fare dei salti così lunghi che non credevo che ce l’avrei mai fatta • con la palla gialla e come oggi ho fatto 100 punti • sono stato capace di lanciare i materiali fino alle “stanghette rosse” che valgono 100 punti Tratto da Gioco-Divertimento-Atletica • sono stata capace di fare il salto più lungo che avessi mai fatto • oggi sono stata capace di fare un salto lungo che ho spostato anche il materasso che c’era per terra • oggi ho migliorato la mia corsa • sono stato capace di arrivare a 200 punti in due lanci • ... di saltare gli ostacoli senza farli cadere • di lanciare il missile 3 volte sul 100 (stecchino rosso) e la palla gialla che pesava sul 50 (stecchino blu) • … di prendere la rincorsa per arrivare sul tappeto • oggi sono molto orgogliosa di me: sono stata capace di fare dei salti altissimi ma a volte mi sono impigliata nella corda-ostacolo • … di saltare il serpente, però non la parte alta, allora sono stata sulla parte in mezzo e mi è venuto più facile e a mano a mano mi alzavo un pochino. Ho ideato, ho capito… • ho ideato di fare la rincorsa dalla riga bianca • ho capito che se mi esercito posso fare tutto • non ho ideato niente perché qualcuno mi ha fregato le idee • oggi non ho ideato niente perché ero stanco ed affamato Tratto da Gioco-Divertimento-Atletica • ho capito che potevo migliorare la parte più fisica del mio corpo • ho ideato delle idee difficili • ho capito che dovevo correre alzando di più i piedi • … che bisogna impegnarsi • … che sembra facile ma è difficile • oggi ho ideato un pezzettino del gioco come una fetta di torta • ho capito, facendo questo lavoro, che l’unione fa la forza • ho ideato la posizione di partenza • ho capito che tutti i giochi possono essere facili • ho capito che è meglio prendere la rincorsa da dove si vuole • ho proposto di essere il primo della fila. 3^ - il contesto Ambiente, attrezzi, impianti, caratteristiche degli allievi (ambiente sociale, età, sesso, capacità). SPERIMENTARE ATTREZZI DI VARIO TIPO • L’insegnante può sperimentare l’utilizzo di attrezzi non convenzionali o l’utilizzo di attrezzi convenzionali in modo diverso da quello tradizionale. Alcuni esempi: 4^ - il processo E’ dato dalle attività e dai comportamenti che si verificano in classe durante l’insegnamento. Si rileva attraverso l’osservazione sistematica dei comportamenti dell’insegnante e degli allievi e della loro interazione durante la lezione (es. come l’insegnante percepisce la sua azione, la variabilità dei suoi comportamenti quando interviene e quando osserva, ecc…). Tale lavoro và completato con il confronto tra ciò che l’insegnante pensa di fare o crede di aver fatto e le interazioni e gli interventi osservati durante la lezione. Le mie emozioni, ho provato…, le mie sensazioni… • mi sono sentito soddisfatto di me • è stato proprio divertente guardare i miei compagni cadere come salami sui materassi • è stato un gran dispiacere restare in classe ma dopotutto le risate non ce le toglie nessuno! • mi sono sentito all’altezza della situazione! Tratto da Gioco-Divertimento-Atletica • sono stato contento perché le mie idee sono state accettate dal mio gruppo • mi sono sentito bene, era bello fare quei giochi • mi sono sentito forte • mi sono sentita allegra • mi sono sentita contenta perché miglioravo la mia corsa • mi sono sentito un po’ bravo • mi sono sentito più bravo nelle attività • mi sono sentito a mio agio • certe volte, quando saltavo,non mi sono sentito come una piuma ma quasi come un sasso! • ero come un fiume di sudore ma ero felice perché avevo vinto al gioco con 500 punti. Come mi sono sentito in relazione agli altri… • certi momenti ho litigato perché io litigo molto facilmente, ma dopo io mi sono scusato con i miei amici e loro hanno accettato le mie scuse perché sono sempre amici • con i miei compagni di gruppo abbiamo inventato cose belle • nel mio gruppo siamo stati molto bene insieme • qualcuno faceva lo sciocchino • … mi ha preso in giro e io ho preso in giro lui • è stato bello lavorare con loro e non ho comandato io, non ho litigato per decidere il gioco anzi ho fatto decidere più a loro perché io non sono un’ egoista • mi sono sentita benissimo. Tratto da Gioco-Divertimento-Atletica 5^ - il programma Direttamente soggetto al potere decisionale dell’insegnante (scelta degli obiettivi), è realizzato dall’insegnante ma non è di possesso dell’insegnante (il programma è di chi fruisce dell’azione educativa). Il programma ministeriale - Nuovi programmi “Scuola Infanzia – Elementari – Medie” Supplemento ordinario Gazzetta Ufficiale n.51 del 2/3/2004 è pubblicato il “Decreto legislativo 19/2/2004 n.59” concernente la “Definizione delle norme generali relative alla scuola d’infanzia e al 1°ciclo dell’istruzione, a norma dell’art.1 della legge 28/3/2003 n.53 Dalle indicazioni dei programmi generali alla stesura del programma didattico: educazione “al” – “del” – “attraverso il” movimento. Relazioni tra i fattori che influenzano l’insegnamento insegnante 1. 4. 2. prodotto processo contesto 3. 5. programma • L’insegnante deve anzitutto confrontarsi con la propria esperienza, verificando scelte e procedure metodologiche. Cercherà di costruire un piano educativo di interventi che miri all’apprendimento dell’attività proposta attraverso il coinvolgimento della persona nella sua totalità e nel gruppo classe, e/o nel gruppo sportivo scolastico. Quando si programma? • Primo momento: prima • Secondo momento: durante • Terzo momento: dopo programmazione primo momento: “prima” si realizza prima dell’insegnamento e consiste nella: • scelta delle attività da proporre • distribuzione delle attività nel tempo (anno, quadrimestre, mese) • durata delle attività • costruzione delle lezioni • preparazione dei materiali • preparazione delle verifiche • analisi e comparazione dei risultati • valutazione delle prestazioni programmazione secondo momento: “durante” si realizza durante l’insegnamento e consiste nella: • presentazione e direzione delle attività • adattamento delle attività in base alla relazione che si instaura con gli allievi • diversificazione degli interventi • verifica della differenza del livello di apprendimento tra valore medio presunto e livello medio reale • valutazione del processo programmazione terzo momento: “dopo” si realizza dopo l’insegnamento e consiste nel: • verificare e valutare il risultato dell’azione educativa • dare corso ad eventuali cambiamenti • riformulare il piano di azione • verificare nel tempo (ultimi anni) i fattori che hanno prodotto un cambiamento (argomenti, tipo di classe, materiali, …) La programmazione non deve essere rigida. rigida • L’insegnante dovrà adattarla alle caratteristiche di ogni singola classe. • Ogni programmazione è suscettibile di cambiamenti. Come realizzare un programma di lavoro? Per rendere operativo il progetto educativo si prevedono 6 passi (tappe): - 1°passo: dove sono? - 2°passo: cosa faccio? - 3°passo: come arrivo? - 4°passo: in quanto ci arrivo? - 5°passo: sono arrivato? - 6°passo: come valuto questo arrivo? La programmazione pluriennale o pianificazione degli interventi 1°PASSO Dove sono? Con chi sono? Analisi della situazione 2°PASSO Cosa fare? Dove andare? Obiettivi Generali educativo Specifici motorio 3°PASSO Come arrivare? In che modo? Con quali strumenti? Mezzi e metodi Esercitazioni, situazioni stimolo, gioco, sit. semplificate - facilitate - difficoltate, competizioni, collaborazioni ... 4°PASSO In quanto? Per quanto? Tempo Definizione dei tempi di lavoro 5°PASSO Siamo arrivati? Abbiamo raggiunto l’obiettivo? Cosa verifico e come? - Verifica: misurazione più oggettiva possibile sul prodotto - Diagnosi: cosa e come analizzo 6°PASSO Qual è il livello raggiunto? Cosa valutiamo e come? - Valutazione Risultato Prestazione Organizzazione del processo didattico Unità di apprendimento L’esercizio fisico 1°passo 6°passo Analisi della situazione Valutazione Dove sono? Verifica Diagnosi Scelta degli obiettivi 2°passo Quale è il livello? Cosa e come valutiamo? cambiamento 5°passo Siamo arrivati? Cosa fare? Prodotto e Processo 3°passo Come arrivare? Scelta ed organizzazione dei contenuti/delle attività Scelta ed organizzazione dei metodi La lezione G. Paissan 2005 4°passo In quanto tempo? CARATTERISTICHE DI INSEGNAMENTO EFFICACE ☺ 1 - Elevata percentuale di tempo dedicata all’attività motoria proposta - Partecipazione degli allievi in rapporto al compito da apprendere - Adattamento del contenuto dell’insegnamento alle abilità degli allievi (Pedagogia del successo) CARATTERISTICHE DI INSEGNAMENTO EFFICACE ☺ 2 - Sviluppo di un clima positivo nella classe - Sviluppo di attività didattiche che favoriscano l’impegno fisico senza alterare il clima positivo - Coinvolgimento della totalità degli alunni nell’attività proposta - Risultati significativi nell’apprendimento motorio rispetto al livello di partenza CARATTERISTICHE DI INSEGNAMENTO INEFFICACE 1 - Elevata percentuale di critiche degli allievi - Richiami disciplinari frequenti nei confronti degli allievi. Nel caso l’insegnante dovrebbe porsi alcune domande: 1. ho organizzato la lezione in modo stimolante? 2. ho dato ai miei alunni un traguardo raggiungibile? 3. ho presentato l’argomento collocandolo nel percorso che stiamo realizzando? - Maggior percentuale di tempo dedicata alla correzione del movimento CARATTERISTICHE DI INSEGNAMENTO INEFFICACE 2 - Maggior ricorso ad interazioni improvvisate per mantenere la disciplina - Strutturazione poco organica delle attività. - Minor tempo per l’apprendimento e meno materia insegnata. Tener conto di … • Gli insegnanti non sempre fanno ciò che dichiarano di fare • Gli insegnanti più giovani hanno più difficoltà a calcolare i tempi • Gli insegnanti non sempre si occupano della crescita dei propri allievi in termini di conoscenze, competenze e abilità • Gli insegnanti non sempre mettono in pratica le strategie per un insegnamento efficace (insegnamento inefficace) • Gli insegnanti devono tener conto dei fattori che influenzano l’insegnamento Organizzazione del movimento Emozione Capacità senso percettive Input Elaborazione dell’informazione Schemi di movimento Cap.coordinative Cap.condizionali Abilità motorie e sportive Output Schemi del movimento (Unità basiche del movimento) SCHEMI POSTURALI SCHEMI MOTORI (STATICI) Tridimensionali (spazio) (DINAMICI) Tetradimensionali (spazio e tempo) Flettere, estendere, piegare, addurre, abdurre, ruotare, circondurre, slaciare, oscillare, Camminare, correre, saltare, lanciare, afferrare, rotolare, scivolare, strisciare, arrampicare, Come organizzare l’intervento didattico? Si tende a realizzare un prodotto che sia il frutto di partecipazione all’attività scolastica, di miglioramento delle capacità e di apprendimento del movimento. Come scegliere gli obiettivi e le attività? Come presentare il compito? Come correggere l’errore? Quali conoscenze, quali abilità e quali competenze sviluppare? COSA CONOSCO di questa attività? Esempi di attività: LA CORSA GLI OSTACOLI COSA SO FARE? i miei miglioramenti QUALI OBIETT. MI PONGO in questa attività/ nelle lez.- allen.? MI SENTO MIGLIORATA/O dopo questa lezione/periodo? COSA POSSO MIGLIORARE in questa attività/in q.fondamentale? ☺ ☺ ☺ ………………… ………………… ………………… ………………… ………………… ………………… ………………… ………………… ………………… ………………… ………………… ………………… Ho imparato, ho avuto difficoltà in … Per migliorare dovrei … Ho ideato, ho capito… Le mie emozioni, ho provato…, le mie sensazioni… Come mi sono sentito in relazione agli altri… Stimolare la collaborazione • Creare cooperazione e collaborazione nella classe e nelle classi aperte (anche in situazione verticale) • Stimolare il confronto con i propri miglioramenti, le proprie capacità critiche e le possibilità di scelta. • Stimolare la competizione sportiva legata al rispetto dell’avversario, delle regole, e alla collaborazione con l’arbitro o il giudice sportivo e con i compagni di squadra QUALI PRINCIPI DIDATTICI E QUALE METODOLOGIA UTILIZZARE? Principi metodologici • Se risulta indispensabile conoscere il "cosa" insegnare, non di meno è fondamentale padroneggiare il "come insegnare cosa". L’organizzazione dell’intervento didattico si effettua tenendo in considerazione alcuni principi di riferimento: riferimento • Assiologici (A. Seybold 1982) • Rafforzamento del comportamento umano (R. Martens 1996) • Carico di lavoro Classificazione e relazione tra “metodi, orientamenti e stili” Metodi didattici Prescrittivo Misto Assegnazione dei compiti Risoluzione dei problemi Scoperta guidata Libera esplorazione Orientamenti Stili pedagogici d’insegnamento Deduttivo Direttivo Induttivo Non direttivo Fasi progressive di applicazione dei diversi metodi Situazioni stimolo ampie e diversificate risposte Libera esplorazione Scoperta guidata Risoluzione di problemi Assegnazione di compiti Misti Prescrittivo Conseguimento di abilità Pianificazione della lezione Ogni insegnante deve assolvere ai compiti di programmazione, analisi della situazione, organizzazione dei materiali, …. prima di avviare ogni tipo di attività disciplinare (vedi lezioni precedenti). L'insegnante può favorire la partecipazione attiva e responsabile degli allievi coinvolgendoli nelle attività di: • • • • • scelta degli obiettivi definizione dei contenuti scelta dei mezzi organizzazione degli spazi della palestra organizzazione dell'attività elementi che influenzano la pianificazione della lezione: La progettazione di un piano di lavoro permette di anticipare i diversi aspetti che intervengono nella gestione della seduta, sistematizzando le operazioni in modo logico ed in funzione dell'obiettivo previsto. Per tali operazioni occorre tenere in considerazione alcuni elementi che possono influire nella pianificazione della lezione: • la programmazione annuale e settimanale • il numero delle lezioni previste dal modulo di lavoro • la durata temporale dell'unità di insegnamento per le attività svolte negli incontri precedenti • le attività da svolgere nell'incontro successivo • giorno e orario della lezione (lunedì o martedì 1ª ora, sabato all’ultima ora, ora successiva all’intervallo,…) • gli spazi a disposizione • il tempo a disposizione (1-2 ore, perdita di tempo per trasferimenti,…) • i materiali a disposizione • le condizioni climatiche (città, lago, montagna,…) • il numero di allievi (1-2-3 classi) • la tipologia del gruppo • la disponibilità emotiva degli allievi • la presenza di allievi in situazione di handicap. Organizzazione della lezione • In una lezione possono essere identificate tre fasi: Fase di riscaldamento, attivazione, avviamento o introduzione Parte principale o fase centrale Fase conclusiva Fase di avvio o introduzione Inizia con l'arrivo degli allievi: è caratterizzata da un impegno fisico piuttosto blando. Vengono illustrate, attraverso spiegazioni, il tipo di attività che si dovrà svolgere e le modalità di esecuzione. In questa fase l'insegnante può utilizzare attività già conosciute e praticate da tempo. L'insegnante deve aver disposto già gli attrezzi oppure si potrà avvalere della collaborazione di alcuni allievi. Tutto ciò che viene svolto in questa parte è propedeutico a quanto si realizzerà in seguito. In questa fase: • - si devono privilegiare proposte a carattere multilaterale • - l'intensità del carico deve essere moderata con graduale e naturale progressione • - il grado di attenzione richiesto agli allievi all'inizio della seduta non deve essere eccessivo • - è utile proporre attività attinenti a quelle previste successivamente • - si possono richiamare attività svolte negli incontri precedenti L’insegnante deve sovrintendere alle operazioni con attenzione. E’ generale e specifica Parte principale o fase centrale È la fase nella quale vengono proposte e svolte quelle attività che tendono al raggiungimento degli obiettivi dichiarati in fase di programmazione. L'impostazione dipende dalle scelte dell'insegnante, il quale propone e dispone l'attività in funzione delle diverse variabili. Il suo compito è essenzialmente legato alla esigenza di mettere gli allievi nelle condizioni migliori per apprendere, organizzando le proposte in modo coerente e costruttivo, senza perdite di tempo. Primaria e secondaria Va anche sottolineato che attraverso l'esecuzione in forma variata i livelli motivazionali ed attentivi degli alunni sono costantemente elevati, consentendo così un clima di lavoro proficuo e positivo. Alcune indicazioni didattiche sono: • gli allievi più giovani devono svolgere e sperimentare variate forme di attività • si deve consentire agli alunni un adeguato e congruo numero di ripetizioni all'interno dell'esecuzione di un movimento • è utile applicare il metodo del lavoro a circuito per consentire a tutti gli allievi di lavorare contemporaneamente. Fase conclusiva Si può considerare come il periodo destinato al ripristino delle condizioni fisiologiche, recuperando un livello di normalità. Tali operazioni devono entrare a far parte delle abitudini di ogni individuo. Si dovrebbe evitare che gli allievi al termine della lezione di Educazione fisica giungano in classe sudati ed agitati, perché in questo caso non esisterebbero le condizioni per sostenere con efficacia l'impegno successivo. E' utile al termine della lezione commentare con gli allievi quanto è stato svolto durante l'incontro appena terminato, porre l'accento sui punti salienti, accennare a quanto verrà proposto nella lezione successiva, raccogliere eventuali impressioni. LA DISPOSIZIONE DEI MATERIALI • L’insegnante adotta un tipo di forma organizzativa in relazione a diversi aspetti didattici: 1. principio della quantità di lavoro dell’allievo obbliga l’insegnante ad organizzare in modo che il tempo speso per gli spostamenti, … sia il minore possibile. 2. garantire il massimo della sicurezza 3. permettere un intervento pedagogico efficace 4. garantire una miglior visione dell’insieme degli allievi Gestione del tempo Organizzazione della lezione: • con lezioni della durata di 30 minuti è opportuno limitarsi alla proposta di un'unica attività o al massimo due. • con lezioni della durata di un ora è opportuno proporre più attività. • con lezioni della durata di due ore è opportuno alternare attività statiche a quelle dinamiche effettuando anche dei lavori interdisciplinari. Comunicazione a fini didattici • All'allievo vanno fornite indicazioni riguardanti: - gli obiettivi da raggiungere - le modalità con le quali deve operare - il risultato ed il decorso della prestazione. La comunicazione didattica La comunicazione didattica comprende due momenti: • un momento informativo per presentare il compito da svolgere contraddistinto da: - un aspetto motorio - una sollecitazione motivazionale • un momento valutativo - per modificare l'azione effettuata o in corso - per ratificare l'azione effettuata o in corso Come presentare le attività? L’insegnante, per motivare l’alunno, deve considerare la presentazione delle attività come una fase essenziale del processo di apprendimento. BLA… BLA PRESENTAZIONE DEL COMPITO 1 • 1. FORNIRE INFORMAZIONI SINTETICHE, CHIARE, PRECISE, LIMITATE AGLI ASPETTI ESSENZIALI PRESENTAZIONE DEL COMPITO 2 • 2. DEFINIRE VERBALMENTE I PUNTI CHIAVE DELL’AZIONE IN MODO CHE L’ALLIEVO POSSA UTILIZZARLI PER REGOLARE IL MOVIMENTO • 3. COLLEGARE IMMEDIATAMENTE LE INFORMAZIONI FORNITE ALL’ESPERIENZA PRATICA PRESENTAZIONE DEL COMPITO 3 • 4. CON I PIÙ GIOVANI, DIRE SEMPLICEMENTE “FAI QUESTO” E PRESENTARE UNA DIMOSTRAZIONE • 5. UTILIZZARE DIMOSTRAZIONI CORRETTE O INDICARE COME DOVREBBE SVOLGERSI L’AZIONENELLA DIMOSTRAZIONE PRESENTAZIONE DEL COMPITO 4 • 6. SCEGLIERE PROSPETTIVE ADEGUATE DI OSSERVAZIONE • 7. UTILIZZARE SOLO QUANDO NECESSARIO L’ASSISTENZA DIRETTA OD ALTRI ESPEDIENTI PER FAR “SENTIRE” IL GESTO I canali di trasmissione • La comunicazione didattica non si limita soltanto ad una esposizione di contenuti impersonale ed asettica, ma deve spingere l'allievo ad operare in modo personale e positivo verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati. • Possono essere utilizzati diversi canali di trasmissione: - verbale, - visivo, - tattile - cinestesico. Ciascuno di essi ha potenzialità e limiti, che è opportuno conoscere per utilizzare le forme migliori rispetto alla situazione didattica. Le istruzioni Nella fase che precede l'inizio di un'esercitazione l'insegnante presenta l'attività, dando informazioni sul compito motorio e prospettando situazioni operative. La competenza dell'insegnante può rendere più semplice da parte dell'allievo la comprensione di quanto richiesto. La presentazione del compito è utile: • talvolta, soprattutto con i più giovani, dire semplicemente "fai questo" e presentare una dimostrazione • utilizzare dimostrazioni corrette o indicare come dovrebbe svolgersi l'azione • nella dimostrazione scegliere prospettive adeguate di osservazione • utilizzare solo quando necessario l'assistenza diretta od altri espedienti per far sentire il gesto. Va ricordato che i canali di trasmissione dell'informazione sono diversi, ma l'allievo trasforma solo le indicazioni che riesce a comprendere o che trova già nel suo repertorio di conoscenze/competenze modalità per comunicare informazioni sul compito • - Diversi sono i modi per… una dimostrazione, spiegando come si deve svolgere l'esercizio assistendo l'allievo durante una esecuzione parziale. • Ognuna di queste modalità utilizza canali di trasmissione diversi ed ha caratteristiche positive e negative, vantaggi e svantaggi; spetta all'insegnante scegliere ed utilizzare le forme richieste dall'obiettivo da raggiungere e che quindi più si adattano alle realtà di una data situazione all'interno dell'unità didattica. Canale preferenziale • Ogni persona ha un canale di informazione che preferisce rispetto agli altri (più immediato e che gli permette di ascoltare/vivere meglio l’informazione) • Ogni persona ha una diversa risposta a seconda del canale di informazione scelto. • Spesso le persone non sono a conoscenza del loro tipo di canale preferenziale. Modalità verbale • Vantaggi - è comodo, facile da fornire, economico • Svantaggi - satura l'attenzione degli allievi - crea difficoltà nella decodifica del messaggio - è difficile trasmettere informazioni sui movimenti complessi, ossia sulla combinazione e simultaneità di movimenti parziali Modalità visiva • Vantaggi - globalità del messaggio - analisi di tutti i parametri del movimento - non satura i canali attentivi • Svantaggi - se l'allievo è inesperto non riesce a focalizzare i punti chiave del movimento - vi è percezione globale, ma vengono perse informazioni dettagliate - è necessaria la correttezza del modello (gli allievi copiano ciò che vedono) Modalità cinestesica Vantaggi - l'allievo "sente" il movimento - l'allievo si forma una idea del movimento • Svantaggi - crea dipendenza - crea informazioni e sensazioni irreali grazie per l’attenzione