Un evento del tutto inaspettato in via delle Mandorle 31

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Un evento del tutto inaspettato in via delle Mandorle 31
Storia
Un evento del tutto inaspettato
in via delle Mandorle 31
Tema: Responsabilità
Età: 11-15 anni
Il progetto è cofinanziato dal Programma
Comenius della Commissione Europea
Il progetto è finanziato con il supporto della Commissione Europea. La pubblicazione presenta le idee degli autori, e la
Commissione non ha alcuna responsabilità per qualsiasi uso venga fatto delle informazioni ivi contenute.
Ethos si rivolge alla scuola
secondaria, primaria e
dell'infanzia.
www.ethos-education.eu
Ci auguriamo che questi
materiali siano utili per il vostro
lavoro e vi siano di stimolo per
promuovere tra i giovani la
tolleranza, la comprensione e il
rispetto per gli altri.
Questi strumenti didattici sono stati sviluppati
nell'ambito del progetto Ethos: Ethical education for
a sustainable and dialogic future.
I cinque temi scelti da insegnanti e genitori dei paesi
partner
Austria,
Bosnia-Erzegovina,
Croazia,
Germania, Italia, Slovenia e Spagna sono:
• Amicizia
• Responsabilità
• Rispetto
• Tolleranza
• Valori morali
I materiali didattici sono accompagnati da un
manuale per l’insegnante e da suggerimenti su come
stimolare tra i giovani una discussione su temi etici in
diversi ambiti educativi.
Ciascun materiale è
indirizzato principalmente a una specifica classe d’età
e a un particolare tipo di intelligenza.
I materiali possono essere
utilizzati secondo la licenza
Creative Contents
Non Commercial Share Alike
Autore:
© Marina Katinić
Coordinatore:
© Bruno Ćurko
Ogni materiale ha specifici obiettivi chiave, e
comprende informazioni e concetti su cui ragionare,
pensati per stimolare ulteriori discussioni e
affrontare nuovi argomenti a essi collegati.
Quando è stato possibile, abbiamo inserito delle
attività pratiche da svolgere insieme con gli studenti,
e una serie di domande e problemi da porre loro, al
fine di presentare il tema proprio del materiale
didattico.
Infine vengono proposti alcuni collegamenti ad altri
materiali, in modo da fornire un aiuto a chi desidera
approfondire alcuni temi e attività. Viene inoltre
proposto un elenco di altri materiali educativi relativi
ai cinque temi di nostro interesse.
I materiali educativi ETHOS sono stati sviluppati per
essere utilizzati in modo autonomo. Essi sono quindi
pensati per fornire un quadro generale a partire dal
quale è possibile selezionare gli elementi più
interessanti per le proprie attività. Possono essere
utilizzati in diversi paesi e ambiti didattici, in quanto
trattano argomenti di interesse universale.
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STORIA
“UN EVENTO DEL TUTTO INASPETTATO IN VIA DELLE MANDORLE 31”
Mi chiamo Michele e vivo in una grande città del mio paese, in un quartiere non
lontano dal centro. Vi lascio indovinare qual è. Vi voglio raccontare dell’evento
straordinario che ha diviso gli abitanti del palazzo in cui vivo. Forse voi direste che li
ha addirittura sconvolti, cotti a puntino e messi sui carboni ardenti!
Il nostro palazzo è sopravvissuto alla guerra, ma è molto più vecchio e rovinato delle
case vicine, che sono state restaurate. Ci sono quattro piani con due appartamenti
per piano. All’apparenza sembra un edificio come tutti gli altri, ma è molto
interessante, se vi fermate a guardarlo, per le persone che ci abitano. Sono tutti
molto diversi tra loro, come cioccolatini in una scatola di cioccolatini assortiti.
Il signor Sarfatti, un anziano ebreo di origine spagnola, abita al pian terreno. Fa molta
fatica a sentire, così bisogna ripetergli le cose almeno quattro volte: “Signor Sarfatti, il
postino ha portato il giornale! Signor Sarfatti, il postino ha portato il giornaleeee!
SIGNOR SARFATTIII, IL POSTINOOO HA PORTATOOO IL GIORNALEEE!!!”. Alla quarta
volta sono già stanco e gliela do su. Il signor Sarfatti ha un cane di nome Pimi, un
bassotto nevrotico. Si dice che abbia ereditato una grande fortuna dai suoi antenati, e
che sia depositata in una banca svizzera. Il signor Sarfatti voglio dire, non Pimi.
La signora Mariani abita di fronte a lui. Conosce tutto, ma veramente tutto quello che
vi viene in mente! Per esempio sa sempre se qualcuno ha dei problemi con il gas o
con l’acqua oppure se l’arrosto di qualcuno si è bruciato. È molto religiosa e va
regolarmente a messa nella Chiesa di San Paolo.
La famiglia Esposito abita al primo piano. Sono molto carini, il solo problema è che
qualche volta il signor Esposito beve un po’ troppo e allora si sente un gran baccano
venire dal loro appartamento… e qualche volta anche un frastuono di piatti rotti.
Di fronte a loro abitano Marco e Maia, due studenti universitari. Quando hanno degli
amici, gli inquilini sopra di loro sono costretti ad ascoltare la musica hip-hop per tutta
la notte. Che figata! Io e mia sorella Gabriella balliamo sempre quando succede!
La famiglia Li abita al secondo piano. Vengono dalla Cina, sono molto silenziosi e
tranquilli. Il signore e la signora Simoni abitano nell’appartamento di fronte al loro.
L’anno scorso gli è capitata una cosa molto triste. La loro primogenita Gianna è nata e
morta nello stesso giorno. Mi sembra che la signora Simoni sia inconsolabile. Sono
arrivato a questa conclusione perché da quel momento non ha più messo vasi di fiori
sul davanzale. Anche con loro andiamo molto d’accordo.
Il professor Baccini, un intellettuale buddista, abita al terzo piano. Non ho nessuna
idea su che cosa vogliano dire le parole “intellettuale” e “buddista”. Mio padre dice
che gli intellettuali sono delle persone col cervello in testa, tanto fortunate al punto
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da riuscire a prendere un diploma universitario. Mamma però non è d’accordo: lei
pensa che gli intellettuali siano delle persone straordinarie che non fanno un lavoro
come tutti gli altri, ma scrivono libri e articoli. Non so se scrivere libri sia un lavoro:
qualche volta credo di sì, qualche volta no.
Nell’appartamento di fronte abita Maria. Nessuno sa niente di lei, neppure la signora
Mariani. Si è trasferita da poco e viene da molto lontano. È giovane, alta, magra, di
carnagione pallida e parla poco. Esce al mattino presto e ritorna a casa la sera tardi.
Il nostro appartamento è al quarto piano. Siamo una famiglia normale. Forse vi
chiedete che cosa voglia dire quest’espressione, “normale”. Credo che voglia dire che
non siamo né poveri né ricchi. Gli stipendi di mamma e papà sono nella media, il
nostro appartamento è nella media e non siamo strani. Voglio dire, rispetto agli altri
inquilini del palazzo.
Di fronte a noi abita la famiglia De Lupis, compreso il loro figlio Dario. Sono un po’
poveri. Io e Dario giochiamo spesso a pallone con gli altri ragazzi del quartiere. Si
capisce che non se la passano bene dal fatto che il cavo della loro TV è sempre
staccato. Che disgrazia!
Prima che vi racconti quello che è successo, vi devo dire un’altra cosa. Di recente è
stata approvata una nuova legge. Per l’esattezza dice che se qualcuno si trova ad
affrontare una situazione complicata o ingarbugliata, non può decidere per conto
suo, ma deve far riferimento al Servizio Urbano per i Problemi Complessi. Si sa, la
gente pensa in modi diversi e talvolta prende delle decisioni non corrette, e così
succede che qualcuno prenda la decisione sbagliata o danneggi un altro… Per evitare
che si possano prendere delle decisioni sbagliate, gli addetti del Servizio Urbano
vengono a casa vostra, analizzano il problema e lo risolvono con metodi a prova di
incidente. Non so che cosa siano questi sistemi a prova di incidente, ma sembra che
siano molto buoni. Anche se trovi un mucchio di soldi o altri oggetti smarriti, li devi
consegnare a loro. Quando la legge è stata approvata, quasi tutti gli inquilini del
nostro palazzo erano contrari. Solo il signor Sarfatti e la signora Mariani erano
d’accordo. Dicevano che finalmente in città c’era un po’ di legge e di ordine.
Una mattina, mentre il signor De Lupis stava scendendo le scale, è inciampato in
qualche cosa ed è caduto. Un po’ di sangue ha iniziato a scendergli sul mento. Un
attimo dopo si è sentito qualcuno piangere a dirotto. Però non era il signor De Lupis a
piangere. L’oggetto in cui era inciampato era un grande scatolone di cartone, con una
coperta e un bambino piccolo. Provate a immaginare cosa è successo! In meno di
dieci minuti erano tutti ammucchiati per vedere di che cosa si trattava, poi la signora
Simoni ha preso il bambino, che non avrà avuto più di dieci giorni di vita, tra le sue
braccia, così che tutti hanno visto che nello scatolone c’erano duemila euro. Per
rendere il tutto ancora più interessante, nello scatolone c’era anche un cane, un bel
cane di razza pura! Il bambino si era tranquillizzato e aveva smesso di piangere.
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- Povero piccolino! Chi è stato così malvagio da abbandonarlo? – ha detto la signora
Mariani.
- Come potete dirlo, forse i suoi genitori sono così poveri che non si sono potuti
prendere cura di lui, perché sono in difficoltà. – ha detto la signora De Lupis.
- Non ha senso! Quale situazione può essere così dura da farti abbandonare un
bambino sulla porta di casa di un altro? – ha protestato la signora Esposito.
- Controllate se nella scatola c’è un messaggio di qualche tipo! – ha proposto mio
padre con una voce da investigatore.
Se c’era un messaggio, non siamo stati capaci di trovarlo. Nessuno sapeva che fare.
Che cosa dovevamo fare con il bambino, il cane e il denaro? Allora il signor Sarfatti ha
detto con tono solenne:
- La legge dice che se non sappiamo cosa fare, dobbiamo chiamare il Servizio Urbano
per i Problemi Complessi. Gli addetti vengono, si prendono cura del caso e lo
risolvono senza incidenti con i loro metodi. Inoltre la legge ci obbliga a consegnare
loro tutto quello che abbiamo rinvenuto. Guardiamo allora quanti oggetti ci sono...
uno... due...
- In ogni caso il bambino non è un oggetto, è un essere umano. Il bambino è una
persona! – ha detto il Professor Baccini, l’intellettuale, ad alta voce.
- Perché, il cane è forse un oggetto? – ha chiesto il signor Li, che è sempre tranquillo.
- Non so se il cane è un oggetto, ma senz’altro i soldi sono un oggetto. Un oggetto
prezioso anche. Questo è senz’altro un oggetto di valore. – ha detto Maria
all’improvviso.
- Ad ogni modo, pensate di poter risolvere il problema per conto nostro, senza l’aiuto
del Servizio ? – ha chiesto Marco, lo studente hip-hop. Tutti hanno fatto silenzio.
- Sono certa di sì! E dobbiamo farlo! Teniamo noi quello che abbiamo trovato! – ha
esclamato Maia, la studentessa hip-hop.
A questo punta alla mia sorella più grande Gabriella è venuta un’idea: - Credo che la
signora Simoni dovrebbe tenere il bambino, Maria dovrebbe tenere il cane e i nostri
vicini, la famiglia De Lupis, dovrebbe tenersi il denaro.
- Ma sentitela! E perché la pensi così?
- Perché la signora Simoni ha perso il suo bambino, Maria vive da sola, è giovane e
non ha nessuno a farle compagnia, e i signori De Lupis hanno bisogno dei soldi per
pagare il canone della TV. È una soluzione giusta.
- Sono d’accordo! – ho gridato. Non potevo proprio trattenermi.
- E perché sarebbe la soluzione giusta? – ha detto l’intellettuale, il professor Baccini –
Il più intelligente tra noi dovrebbe decidere quello che ognuno dovrebbe avere.
Credo che dovrei farlo io, perché sono un professore. Per questo, penso che quello
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che abbiamo trovato nel palazzo debba essere distribuito in parti uguali tra tutti i
residenti.
- Potete distribuire il denaro, ma come potete distribuire il cane e il bambino? Solo
uno può avere il bambino, e solo uno il cane, e questo non è giusto! – ha urlato Maia.
- Quello che è giusto, è anche una cosa buona? – ha chiesto la signora Li – Credo che
sia bene pensare agli altri prima che a noi stessi.
- Penso che è bene dare a ognuno quello che gli è dovuto, ed è una cosa buona dare a
ciascuno quello di cui ha più bisogno. – ha detto la signora Esposito.
- Credo che sia una cosa buona innanzitutto dar da mangiare al bambino, e solo dopo
decidere che cosa dobbiamo fare. – ha detto la signora De Lupis.
- La cosa buona da fare in questo caso è lasciare che a decidere sia la persona che per
prima ha trovato bambino, cane e soldi, e quindi a me! – ha detto il signor De Lupis.
- Qualunque cosa facciamo, dobbiamo deciderla insieme, con un voto! – ha detto
Maia.
- Dovremmo cercare i genitori del bambino, e restituirglielo. – ha detto la signora
Mariani.
- Sì, ma non dobbiamo dar loro indietro il cane e i soldi. – ha detto il signor Sarfatti – Il
mio Pimi ha bisogno di compagnia, e tutti hanno sempre bisogno di soldi.
- Non ci sono dubbi che i soldi spettino a me, perché sono io che li ho trovati per
primo! – ha esclamato il signor De Lupis.
Anche il signor Esposito ha deciso di dire la sua opinione: - Il bambino vale molto di
più del cane e dei soldi messi insieme, ne sono certo!
- Forse, mio caro, ma questo non ci aiuta a risolvere il problema. Non è meglio
chiamare proprio il Servizio Urbano per i Problemi Complicati, dopo tutto? – ha
osservato la signora Esposito.
A questo punto hanno iniziato a parlare tutti insieme: sembrava di ascoltare un disco
rotto. E chissà per quanto tempo sarebbero andati avanti a discutere della questione,
se il bambino non avesse ricominciato a piangere e il cane ad abbaiare.
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