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UNA STORIA QUASI VERA un film di Paolo Bianchini sceneggiatura di Paola Rota, Giuseppina Capozzi, Marco Cavalieri e Paolo Bianchini (prima stesura – gennaio 2009) scena 1 Villaggio Africano (esterno giorno) Sembra un fotogramma fisso o meglio l’immagine di un poster pubblicitario: una numerosissima famigliola africana, tra cui i nostri due piccoli Yaquine e Fodè, è in posa davanti a un fotografo in uno scenario irreale, infatti totalmente finto. Li vediamo infatti immobili, raggianti, anche se naturalmente un po’ impacciati davanti allo sfondo ricostruito di una modernissima cucina superarredata e superaccessoriata. Il capofamiglia ha in testa un ridicolo cappello da cuoco e alza al cielo un mestolone. La moglie (come “la più amata dalle italiane” ) mostra orgogliosa una maestosa torta di golosissimo cartone . Gli altri componenti della famiglia sono tutti festanti, chi con bottiglie di Coca color plastica, chi brindando con drink colorati e ghiaccio finto. La scenetta di per sé già ridicola e quasi autoironica viene smascherata dall’urlo del fotografo FOTOGRAFO Cheese!!!! E la famigliola di Yaquine e Fodè si esibisce in uno smagliante e bianchissimo sorriso. (RUMORE SCATTO FOTOGRAFICO) Scattata la foto, la famigliola dopo lunghi minuti di immobilità, si allontana in tutta fretta dal set improvvisato e... Ci ritroviamo in un paesaggio ben lontano dal consumismo e dal lusso. Un villaggio poverissimo dell’Africa sub-sahariana sotto un sole implacabile, una bidonville fatta di poche capanne, case semidistrutte e un mare di gente poverissima tra cui serpeggia una strana agitazione, quasi fervessero i preparativi di un evento molto atteso. (GRIDA DI AGITAZIONE DEGLI ABITANTI DEL VILLAGGIO) scena 2 Scuola all’aperto (esterno giorno) Alcuni poverissimi “alunni” seduti per terra stanno scrivendo con bastoncini direttamente sulla sabbia operazioni di matematica, cancellano gli errori con un braccino o talvolta anche solamente soffiando. Ma la maggior parte della scolaresca è intorno a Yaquine e Fodè. Il primo, ascoltando i suggerimenti nell’orecchio dell’altro, sta ultimando un componimento su di un quaderno malandato. Dall’enfasi e la concentrazione sua e di tutti i compagni capiamo il valore che danno a quel “documento”. Infine, Yaquine, centro dell’eccitazione di tutti, mette il punto con un gesto trionfale, ingenuamente molto soddisfatto della sua opera e stacca il foglio dal quaderno, ripiegandolo come una lettera della massima importanza. 1 scena 3 Complesso sportivo Italia del nord (esterno pomeriggio) Mentre il resto della squadra di calcio giovanile ultima gli allenamenti, possiamo ammirare i palleggi di Thabo, un altro piccolo africano magrolino e un po’ triste. Tra passaggi e finte dialoga con lui e la palla Rocco un ragazzino bruno, tipico figlio del sud. Si vede subito che oltre a compagni di squadra sono veri amici. ROCCO (con ammirazione) Miiii! Grande sei! E’ proprio vero che voi neri ce l’avete nel sangue...! THABO(scherzando) Rocco, vogliamo parlare di quello che si dice di voi siciliani? ROCCO (ridacchiando) No no ... Lasciamo “peddere” ...A proposito ricorda che domani il mio Catania viene qui vicino a giocare, ci andiamo, intesi? THABO Ci puoi giurare... I due vengono interrotti dalle grida sgraziate e arroganti del loro allenatore in tuta. ALLENATORE Uhee! La piantate voi due?! Allenamento...finito, capì? E tu liquirizia come ti chiami... sì Thabo, invece di fare il ballerino pensa a mangiare!!! 33 chili.... Uh signur! Ridendosela con il suo staff prende di mira come di abitudine il piccolo africano ALLENATORE Non starla a sentire la pubblicità... la nazionale beve l’acqua minerale ma mangia pure! Per piaggeria gli addetti ridono alla battutaccia, mentre non curanti e solo un po’ malinconici, i due ragazzini si avviano verso gli spogliatoi. La loro attenzione viene però richiamata dal (ROMBARE DI AUTO) (GRIDA DI FANS) 2 Come due animaletti in gabbia, Rocco e Thabo assistono sbigottiti, ammirati, ma anche un po’ scuri in volto alla sfilata ininterrotta di jepponi, fuori serie e bolidi ultrapiatti. THABO (a Rocco) Sono loro? ROCCO Sì...la prima squadra! Contornati da fotografi, tifosi e ragazzine impazzite dai loro idoli, scendono dai loro carri dei fusti alti, grossi e muscolosi. Tutti rigorosamente firmati dalla testa ai piedi, tutti fanaticamente nascosti di luccicanti occhiali a specchio, nei quali Rocco e Thabo si vedono riflessi. Altri calciatorini gasatissimi si sono uniti a Rocco e Thabo, che ora commentano la scena tutt’altro che entusiasti. THABO Tu li conosci tutti? E Rocco annuendo quasi stilasse la formazione della squadra. ROCCO ...9 milioni di euro... 16 milioni di euro... 19 milioni... Intanto sullo sfondo un dirigente in giacca blu e stemma della squadra istruisce uno dello staff che prende in disparte Thabo. UOMO IN TUTA (misterioso) Thabo dobbiamo fare due chiacchiere... Rocco nota la scena, ma quasi come un automa continua a fare i conti ROCCO 11 milioni di euro ... 22 milioni..... A STACCO SU 3 Scena 4 Villaggio africano (esterno pomeriggio) Un mucchio di indumenti raccolti dagli abitanti del villaggio, più stracci che veri abiti. Serviranno per coprire Yaquine e Fodè, che circondati da una piccola folla di amici e parenti vengono anche ricoperti di baci e abbracci. Non è un addio, ma un grande commiato e i due ragazzini sono al centro dell’emozione e commozione che ha preso tutto il villaggio. Dopo un po’ si forma un piccolo corteo che si allontana dalla bidonville, guidato appunto da Yaquine e Fodè. Scena 5 Spogliatoi e docce impianto sportivo (interno sera) Appena uscito dalla doccia, asciugandosi con un grosso asciugamano, Rocco si guarda intorno un po’ preoccupato. Poi si rivolge ad un altro piccolo compagno di squadra ROCCO Hai visto Thabo? COMPAGNO DI SQUADRA Chi? ROCCO (scoraggiato) Sì, domani... Contemporaneamente negli spogliatoi adiacenti, controllato e sollecitato dall’uomo con la tuta visto prima, Thabo stordito e anche un po’ spaventato, sta raccogliendo frettolosamente la sua roba, infilandola alla rinfusa in un borsone. UOMO IN TUTA (sgarbato) E dai presto! Per quattro stracci, quanto ci metti?! THABO (sbigottito) Ma dov’è che si va? UOMO IN TUTA (ambiguo e risoluto) Si va a giocare, dove vuoi che andiamo. Dai forza, poche storie, ti fidi di me, no? THABO (piano, quasi tra sé) No... 4 Thabo sta infilando nel borsone anche gli scarpini e il resto del suo corredo da calcio che tratta religiosamente. Ma l’uomo subito lo ferma agguantandogli forte un braccino. UOMO IN TUTA Eh no, cioccolatino...! Questa è roba nostra! E la mette da parte. Mentre l’uomo con modi assai bruschi lo strattona verso l’uscita, Thabo si blocca e fa dietrofront, inventando una scusa. THABO Un momento, lo spazzolino! UOMO IN TUTA Pure! Che te ne fai con quelle zanne bianche... Su andiamo!!! E Thabo, come un trofeo, riesce a nascondere un bellissimo pallone regolamentare nel borsone, quindi, accelerando, esce insieme all’uomo. Scena 6 Aeroporto africano (esterno notte) Il corteo che prima abbiamo visto partire dal villaggio è ora assiepato dietro una rete di recinzione. Yaquine e Fodè dopo gli ultimi abbracci e saluti silenziosi, si intrufolano oltre la rete per raggiungere un grosso jet internazionale. BAMBINO AFRICANO Yaquine!!! Fodè!!! Li raggiunge un bambino ancora un più piccolo di loro, porgendo una busta che i due avevano dimenticato. Yaquine ci infila dentro la sua preziosa lettera e la chiude leccando gli angoli YAQUINE e FODE’ (F.C.) “Alle loro eccellenze, i signori membri....” Un ultimo saluto e i due piccoli eroi in punta di piedi raggiungono l’air bus. Intanto un paio di bambini neri srotolano uno striscione con su scritto a caratteri cubitali MERCI YAQUINE E FODE’ ! Yaquine e Fode si fermano ancora un istante a salutare con le manine, poi ,eludendo la sorveglianza riescono, agili come gatti, a montare di nascosto nel vano del carrello anteriore del grande aereo. 5 La scena è spiata con grande trepidazione dall piccola folla di africani che fanno il tifo per Yaquine e Fodè. Dopo un lunga snervante attesa arriva finalmente il ROMBARE DEL AIR BUS IN PARTENZA Il decollo viene accolto dalla piccola folla di africani da GRIDA DI GIOIA che saluta e ringrazia il cielo, tendendogli le braccia. Scena 7 Autogrill esterno \ interno sera Un auto si ferma al parcheggio. Ne escono l’uomo in tuta e il piccolo Thabo. Il bambino è sempre più insicuro e triste. THABO Io non capisco, ma questa partita tra bambini si gioca in notturna? UOMO IN TUTA Tu fai troppe domande, Pocket coffee... THABO (mormora) ...E tu mai una risposta bisteccone... UOMO IN TESTA Beh? Rispetto, eh? Vieni che ci andiamo a rifocillare che magro come sei... THABO Io non mi voglio friciolli.. cifrolli... UOMO IN TUTA (trascinandolo) Oh insomma quante storie vieni e basta! Gli occhioni neri di Thabo, appena entrati nell’autogrill si spalancano sempre più perplessi. Luci basse e una clientela un po’ inquietante: camionisti assonnati, coppiette anche un po’equivoche, turisti pittoreschi colti dalle prime ore della sera. UOMO IN TUTA Vuoi una coca? 6 THABO Non voglio niente UOMO IN TUTA (alla cassiera) Una coca e un caffé per me Thabo dal basso in alto guarda sempre più angustiato il suo accompagnatore. L’uomo fa salire Thabo col bicchierone di coca cola su uno sgabellone in un angolo appartato dell’autogrill. E guardandosi in giro circospetto, attento che nessuno lo abbia notato UOMO IN TUTA (a Thabo) Aspettami qui, vado un attimo in bagno... (diventando improvvisamente severo) Mi raccomando non ti muovere da qui per nessuna ragione!!! Thabo non sospetta ancora nulla e resta lì concentrato sulla sua cannuccia, tenendo stretto tra le gambe il suo borsone. Ma più l’uomo si allontana più possiamo intuire le sue perfide intenzioni. Dopo qualche istante, infatti, lo vediamo fuori dell’autogrill spiare furtivamente Thabo. Poi accelera il passo e raggiunta l’auto, monta in tutta fretta e riparte a tutto gas. Scena 8 Dormitorio impianto sportivo (interno notte) Un vecchio capannone è stato trasformato e adibito a dormitorio per i piccoli calciatori del vivaio. Tra gli altri ragazzini addormentati vediamo Rocco molto inquieto, fissare costantemente la brandina vuota accanto alla sua e sporgersi ogni tanto a guardare gli scarpini abbandonati accanto al letto che apparteneva a Thabo. Richiamato dall’agitazione di Rocco, un altro ragazzino dai tratti tipici sudamericani, lo apostrofa da un lettino accanto. HERNESTO (in un italiano approssimativo) Ma que tiene esta noce ,Roco? El diablo en corpo ROCCO E’ per Thabo. Dopo la doccia non l’ho visto più HERNESTO Qui es Thabo, quello che clamano Pasta e fagioli? ROCCO (con nostalgia) 7 Sì, era la sola parola di italiano che sapeva dire quando arrivò qui. Non lo vedi che il suo letto è vuoto? HERNESTO Non te preoccupe. Reternorà, qui vanno e vengono continuamente. Qui sas forse è partito emprovvisamente por un otra squadra. ROCCO Ma no...non lo vedi ? I suoi scarpini sono ancora qua. E poi Thabo è un amico non sarebbe andato via senza salutarmi... HERNESTO (stanchissimo) Ok ok Dormimo ora ne parliamo magnana, va bien? Scena 9 Autogrill (interno \ esterno giorno) Il piccolo Thabo, arrampicato su quell’alto sgabellone con ancora la sua coca davanti su un trespolo, ha ceduto al sonno. Ha la piccola testolina nera appoggiata alla mano e, nel dormiveglia in preda ad un sogno angoscioso ripete con triste dolcezza THABO (mormora tra sé) Io non riesco a ingrassare ...non riesco...che ci posso fare... non riesco... D’un tratto viene risvegliato dalla voce festosa di un gitante GITANTE Venite, vi offro la colazione! Thabo ha come un soprassalto e guardandosi intorno smarrito e impaurito, vede l’autogrill che alle prime luci dell’alba si sta animando dei primi clienti. Questo lo fa sentire ancora più solo; forse è il primo momento in cui realizza ciò che gli sta accadendo. Smonta dallo sgabello e febbrilmente scruta in giro in cerca di quella canaglia del suo accompagnatore. Quindi piccolo e magrolino percorre tutti i vani dell’autogrill che è un vero labirinto. Persino i peluche sembrano giganteschi in confronto a lui. Assiepato tra gli scaffali in cerca di un volto amico. BAMBINO Guarda mamma, beeeello! 8 Dai,me lo compri Un piccolissimo ingenuo cliente prende Thabo addirittura per un altro pupazzo in vendita. Sono momenti di crescente terrore non sa a chi rivolgersi e se qualche cliente o inserviente gli si avvicina per porgergli aiuto, Thabo si svincola, presagendo una sorte anche peggiore per lui. Alla fine si rifugia nelle toilette, un po’ per evitare altri brutti incontri e un po’ alla ricerca ormai senza speranza del suo odiato accompagnatore. Ad un tratto gli si illuminano gli occhietti nerissimi. Vede spuntare da sotto la porta di una dei bagni, i pantaloni blu di quella tuta che lui ben conosce. E facendo esplodere tutta la rabbia accumulata in quei momenti di terrore. THABO (gridando) Sei qui!!! Ti ho trovato brutto bastardo razzista!!! Gli altri avventori si voltano spaventati e scandalizzati dalla scena. Ma la porta del bagno si apre lentamente e ne esce allibito, con i suoi strumenti da lavoro, un povero idraulico, per giunta di colore. IDRAULICO (timidamente) ...Prego? Thabo sconsolato è uscito dall’autogrill. Ovviamente non ritrova più in parcheggio l’auto della società sportiva. Sembra ancora più piccolo nel viavai frenetico di veicoli sull’autostrada. Rabbia, smarrimento, disperazione sono le espressioni che si avvicendano sul suo visino. Ad un tratto però si blocca notando qualcosa che lo atterrisce ed insieme lo mette davanti alla realtà, mostrandogli e chiarendogli la sua misera sorte. Un piccolo cagnolino, un bastardello spaurito e affamato abbandonato sull’autostrada con un collare legato al guardrail. Thabo quasi rivedendosi resta immobile, impietrito a guardarlo. Dopo qualche minuto di insostenibile amarezza, Thabo si avvicina al cagnetto e slegandolo gli sussurra carezzandolo THABO Io ti porterei con me ma dove.. Con immensa tristezza cerca di indirizzarlo verso l’autogrill, al sicuro. In quel mentre fa il suo ingresso sul piazzale un rumoroso e pittoresco pullman di tifosi del Catania. Sul visino di Thabo, che forse ricorda in quel momento il suo amico Rocco, ricompare un debolissimo sorriso. 9 Scena 10 Impianto sportivo (esterno giorno) Sul campetto di calcio stanno per ricominciare gli allenamenti dei giovanissimi calciatori. Rocco però in disparte con il suo “collega” Hernesto, è ancora più inquieto della sera precedente. I due confabulano tra di loro HERNESTO (cerca di dissuaderlo) Dai Rocco già me hai fatto passar toda la noche en blanco... Su vedrai che retornerà. Non puoi mica lasciare la escola, le regole sono clare se te ne vai non retorni più...! Tu vuoi proprio renunziar a todo questo por il tuo amigo por “pasta e fagioli” ROCCO Te l’ho detto, Hernesto. Conosco Thabo e conosco i loro metodi... (ammicca rivolgendo lo sguardo allo staff tecnico) Quello che mi chiedo è dove sarà!!! Oggi dovevamo anche andare insieme a... Pronunciando queste parole il suo viso s’illumina, forse sa dove può ancora ritrovare il suo amico, è una flebile speranza ma... Contemporaneamente ad interrompere i pensieri di Rocco giungono le urla dell’ allenatore. ALLENATORE Su su sveglia, muoversi lumache! Cominciamo con una bella sgambata per il campo! (scandisce ritmicamente) Un due tre via via via via Rocco ha deciso, gli è tornato il sorriso sulle labbra e corre molto più dei suoi compagni. L’allenatore lo nota perplesso, continuando a impartire ordini. ALLENATORE Su su più veloci via via via Uhe, dico a te, ma dov’è che va quello??!! ROCCO (raggiante) Viaaaaaa!!!! Rocco prende in fretta il suo borsone da una panchina a bordo campo e continuando la frenetica corsa fugge via dal campo. 10 Scena 11 Piazzale entrata Stadio di calcio (esterno pomeriggio) Rocco scende da un auto che gli ha dato un passaggio. Si ritrova nella città del nord che questo turno di campionato ospita il suo Catania ROCCO Grazie ancora del passaggio AUTOMOBILISTA E sempre forza Atalanta!!! Il piazzale è quasi deserto. La partita è già cominciata. Si sente solo il ronzare di RADIOLINE e piccoli televisori sintonizzati sulla cronaca sportiva della partita in corso. Di tanto in tanto riecheggia (f.c.) ULULARE DELLE TIFOSERIE all’interno dello stadio che commentano le varie fasi di gioco. Man mano che si avvicina alla biglietteria dello stadio, Rocco scorge un piccolo capannello di persone che circonda non si sa chi. Si scorge solo un pallone di cuoio che ritmicamente rimbalza e vola sulle teste degli astanti. Rocco sorride istintivamente perché ha quasi un presentimento. Avvicinandosi di più infatti vede Thabo esibirsi in palleggi ed altre evoluzioni col palloni ROCCO (a gran voce) Thabooo! I due scostando la piccola folla corrono ad abbracciarsi ROCCO e THABO (all’unisono) Ma che ci fai qua?! E ridono per aver pronunciato insieme la stessa domanda. I due ragazzini, dopo i primi istanti di gioia e commozione, possiamo intuire dalle loro espressioni che si raccontino le loro ultime vicissitudini. Non udiamo le loro parole, perché all’interno dello stadio si sta vivendo una cosiddetta fase calda di gioco. Si alza il volume delle RADIOLINE e CORI DEI TIFOSI Allora i due amici, spinti proprio dalla felicità di rivedersi, come per festeggiare il loro incontro, seguendo la RADIOCRONACA 11 Anche senza pallone si mettono a mimare e a riprodurre le azioni che si svolgono in campo: finte, dribbling, colpi di testa, sotto gli occhi divertiti della gente presente. Persino gli autisti dei pullman smettono di lavare i vetri per godersi lo spettacolo di quei due fenomeni. Lo show si conclude con una favolosa sforbiciata di Thabo (girata al rallenty) che coincide con un GOAL!!!!!!!!!!!!!!! (urlato un po’ da tutti Tifosi, radio e i 2 amici) Per la felicità di questo goal immaginario Rocco e Thabo si abbandonano a capriole e infine finiscono abbracciati e sdraiati in terra. In quel momento i loro occhi rivolti al cielo vedono sfrecciare un aereo di linea che lascia una lunga scia tra le nuvole. Scena 12 Vano carrello Air bus (interno.....) Yaquine e Fodè un po’ sconvolti dal RUMORE ASSORDANTE DEI MOTORI tremano anche per il freddo. Ridendo infilano i piedini l’uno sotto i panni dell’altro. Ma nonostante la loro assurda situazione i loro volti sono quasi sognanti VOCE BAMBINO ( legge f.c.) “Alle loro eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa...” Scena 13 Piazzale Stadio (esterno pomeriggio) Si è avvicinato a Rocco e Thabo l’autista del pullman del Catania, un po’ incuriosito. E’ un personaggio pittoresco e anche simpatico nonostante le sue idee non proprio progressiste. AUTISTA Ma chi siete voi due picciriddi? Artisti girovaghi saltimbanchi? ROCCO E’ lunga da spiegare... diciamo due calciatori pentiti Rocco si consulta a bassa voce con Thabo e cerca di conquistarsi la solidarietà del compaesano puntando su un po’ di campanilismo. 12 ROCCO (accentua il suo dialetto) Senta vossia mi sembra una persona, come dire... ‘na ‘nticchia più gentile degli altri. Nun è che ci facesse ‘o favore de riportarci a Catania? Alla me casa? AUTISTA (si illumina) De Catania sei ??!! ROCCO Te sembro de Beggamo ? Al massimo de beggamotto... Ridono insieme e l’autista sembra averlo preso in simpatia. ROCCO A Catania ave ‘nu zio che tene ‘o bar abbasscio alla salita de................... AUTISTA Non mi dire!!!! Fussi ‘o nipote de Don Tanino Abba?!!! ROCCO Immancabilmente! Quello dello Very Chic Super Bar. Tanino Abba, proprio isso. AUTISTA ‘O famosissimo Very scicco superbar ...’a granita più fetusa de Catania! Ma dimme ‘na cosa, pure a iddu, sto cosu neru, aggia portari. Così a prima vista nun me pare propriamente de Catania... ROCCO (da l’out out risoluto) E’ il mio più caro amico! O tutti e due o nente! AUTISTA (storcendo un po’ la bocca) E vvvabbene! Sti cosi neri da quando ‘so diventati presidenti americani in onni vvai li trovi! Prima di salire sul pullman con il suo amico, Thabo incuriosito domanda a Rocco THABO Scusa Rocco... 13 Very chic Super... Cos’è ‘sto posto dove sta tuo zio? ROCCO Nente! Che lo poteva mai chiamare “Bar- Abba”??!! Ridendo montano insieme sul pullman. Scena 14 Pullman (interno –sera) Thabo e Rocco sono seduti accanto al conducente, mentre il pullman fila nella notte verso il sud. Mentre i tifosi catanesi continuano i loro cori scalmanati, l’autista per non annoiarsi alla guida, ha attaccato un bottone ai due ragazzini, quasi un monologo strampalato AUTISTA Oh chiariamo, io non sono razzista, mai lo fui! Pe mia tutti uguali sono: bianchi,niri, arancioni, rom, rumeni, rumanisti tutti uguali pe’ mia... Peqquanto bisogna pure riconoscere che noi italiani d’Italia un po’ più uguali lo siamo.... (poi ci ripensa e aggiungi) Peqquanto puro ‘o continente... diciamo che noi siculi siciliani siamo na ‘nticchia più uguali rispetto a ‘o continente.... (ci ragiona ancora su) Peqquanto pure ‘a Sicilia... diciamolo... rispetto ai palemmitani ai messinesi... noi catanesi più uguali siamo... Ca poi pure a Catania... che dici tu...? (interpellando Rocco) ROCCO (gli rifà il verso ironico) Peqquanto! Sospettando di essere preso in giro, l’autista ribadisce AUTISTA Oh sia chiaro, io razzista mai lo fui. ROCCO e THABO (all’unisono) Nooooo! 14 I tifosi festanti improvvisano sul pullman una tammuriata battendo sguaiatamente sul TAMBURO accompagnandolo con SLOGAN E CANTI Thabo li ascolta un po’ critico e assordato. Quindi di sua iniziativa prende anche lui uno di quei tamburelli e con le manine e i gomiti li suona come fossero dei veri bonghi. La tifoseria si azzittisce incantata dalla musicalità del ragazzino. Ma Thabo presto torna triste e va a sedersi sul suo sedile in preda ai suoi pensieri. Il pullman continua il suo viaggio nella notte. Rocco si è addormentato scomodamente sul sedile. E una tifosa notando Thabo, che con i suoi bellissimi occhietti neri spalancati guarda pensieroso e malinconico dal finestrino, gli si avvicina e maternamente gli domanda TIFOSA E tu picciriddu, tutto solo stai? Che ce venisti a fare fino a qui? THABO (sorridendo ma triste) A giocare...! Proprio in quel momento il pullman imbocca una galleria e quel buio improvviso assale il ragazzino come un terribile ricordo A STACCO SU Scena 15 Porto di Genova\ Impianto sportivo (interno-esterno giorno) E’ una sequenza fatta da rapidi flash che raccontano espressionisticamente il duro cammino che ha portato Thabo fino a quando lo abbiamo conosciuto. Le scene mute si avvicenderanno a ritmo crescente, accompagnate da un PEZZO MUSICALE che comunica un angoscia e un disagio progressivo. 15 Si comincia con un container sollevato da una nave con una mostruosa gru che lo posa a terra. Le operazioni “di sbarco”sono dirette da una giovanissima addetta in una sala dei bottoni. Appena a terra, escono spaventati e tramortiti dal viaggio alcune aspiranti prostitute già in abiti da lavoro, dei futuri venditori ambulanti e mendicanti e per ultimo il magrissimo e spaurito Thabo. L’arrivo al campo dell’impianto sportivo non è meno traumatico. Nella nostra memoria cinematografica somiglia più a un campo di concentramento che a un luogo di svago. Allenamenti durissimi, esercizi estenuanti e quasi un po’ sadici. Ogni tentativo di giocare col pallone da vero funambolo viene subito interrotto bruscamente dal severissimo allenatore delle giovanili. Unica nota lieta: i primi sorrisi e cenni d’intesa tra Rocco e Thabo, destinati a diventare amici. In un ambulatorio del complesso sportivo Thabo viene fatto salire su una bilancia, che tra gli sguardi di disapprovazione dei medici segna solo 33 kg. Smorfia di dolore di Thabo che viene martirizzato da continue flebo. Alla mensa Thabo sempre più sconsolato è l’unico dei piccoli calciatori ad avere il piatto pieno davanti a sé, senza riuscire a toccare niente. Alla fine passa tutto il suo pranzo a Rocco, prima che i loro guardiani se ne accorgano La bilancia segna sempre inesorabilmente 33 Kg. Ultimi durissimi allenamenti, quelli ai quali abbiamo assistito all’inizio del film. Rivediamo il dirigente in giacca blu confabulare con l’uomo in tuta. La sorte di Thabo è segnata. Scena 16 Strade di Catania (esterno-giorno) Rocco e Thabo sono appena scesi dal pullman e si aggirano per le vie di Catania. E’ una bellissima giornata di sole e Thabo sorride incantato dall’architettura, le strade antiche, da Catania in tutta la sua bellezza. THABO Ma è sempre Italia qui? ROCCO Così dicono... Te piace, eh? THABO (divertito gli fa il verso) 16 Beddissima! ROCCO Che fai, sfotti? E’ bedda davvero, è casa mia! La macchina panoramica sugli angoli più suggestivi di Catania, baciata da un sole quasi africano I due ragazzi camminano ora per una zona popolare, poverissima della città. Rocco fa un po’ da Cicerone all’amico. Ad un tratto Rocco indica una finestra di un caseggiato molto disagiato. ROCCO Vedi, Thabo, io lì sono nato... THABO Lassù sta la tua mamma? ROCCO Molto più su! E’ morta poverina, una domenica di qualche anno fa... Milan-Catania...6 a zero... ...Tutti perdemmo quel giorno... THABO Mi dispiace, Rocco... Immagino tu e tuo papà... ROCCO (con disinvoltura) Noooo, ‘o babbu lo seppe nel girone di ritorno... già in prigione stava... THABO (abbracciandolo) Mamma mia, Rocco che brutti ricordi che c’hai? ROCCO (sdrammatizzando) Guarda lì invece! Lì dove ci stanno quei due picciriddi. 17 Gli indica uno spiazzo pieno di calcinacci, rifiuti e anche siringhe, dove due minuscoli bambini si tirano un pallone da calcio. ROCCO Di quello sebbo ancora tanti ricordini sui ginocchi... E’ lì che ho imparato a giocare... A bassa voce Rocco con tono circospetto da adulto racconta all’amico un segreto del suo quartiere. ROCCO (mimando) Di sera ci si vanno a fare le siringhe... e di mattina ci giocavamo a pallone... (conclude scherzando) ...Insomma sempre droga è.... Si allontanano ritrovando il sorriso. Scena 17 Bar dello zio Tano (esterno-interno giorno) Insegna malandata del “VERY CHIC SUPER BAR”. Ma il locale non è affatto all’altezza del suo nome. Fuori quattro tavolini malandati dove stazionano fissi alcuni vecchi vitelloni del quartiere (tutti rigorosamente in coppola), all’interno una squallida esposizione di bottiglie e paste assai poco invitanti. L’unico oggetto che brilla nel locale è un videopoker, dove una fila di giovani del luogo fa il turno per perdere i loro pochi soldi. Uno dei clienti seduto al tavolo, riconoscendo Rocco che si avvicina con Thabo, richiama l’attenzione del gestore all’interno. CLIENTE (con sarcasmo) Tanuzzo, arrivò ‘o calciatore...! 2° CLIENTE (ridendo) Fresco fresco dalla Champions League... Dal bar esce furente con una lercia divisa da barman un omone, autentico selvaggio con i modi di un malavitoso insensibile violento, che subito aggredisce il nipote e il suo amico senza neanche lasciarli parlare. ZIO TANO Eccolo qua il fuggitivo!!! (minacciandolo con la mano) Vien’ accà vien’accà, che ti do il premio partita!!! Rocco commenta piano con Thabo 18 ROCCO Ecco, aria di casa! Zio e nipote si puntano e si fronteggiano come in duello rusticano. ZIO TANO E mò magari tu volessi pure i soldi dell’ingaggio vero? ROCCO (ribellandosi) Sono soldi miei!!! Mi hai venduto e li rivoglio, sono miei! ZIO TANO (indicando la fronte) Ccà te li do!!! Cca te li do!!! E ringrazia il padreterno che il signor presidente della squadra non ci fa pagare pure la penale! Vattinne va sparisci dagli occhi miei, disgraziato! ...Si è portato pure Ronaldinho come accompagnatore... ROCCO (quasi piangendo dalla rabbia) Sììììì, lui è mio parente, non te!!! Un parente non si vende le gambe del nipote... Certo che me ne vado ma prima.... Scarta svincolando la grossa figura dello zio, trascinandosi dietro il povero Thabo stravolto. Rapidissimo entra nel bar e va dritto alla cassa sgraffignando purtroppo solo pochi spiccioli. ROCCO (a gran voce) Miei sono!!! Miei, sfruttatore di minorenni... Scappa scappa Thabo!!!! Lo zio tenta di agguantarli e accenna anche una rincorsa poi si ferma a gridare in mezzo alla piazza. ZIO TANO Vattinne!!! Ladro ladro sei come tuo padre!!!! Bravo, coi negri devi stare coi negri!!! mentre Rocco e Thabo correndo vertiginosamente stanno sparendo all’orizzonte. 19 Scena 18 Via Etnea (esterno giorno) Come due fratelli di sangue ormai abituati alle disavventure, Rocco e Thabo hanno percorso tutta la via Etnea. E si ritrovano proprio in cima immersi in un’odore di zolfo, tra nuvole di vapore e soffioni di lava. Per Thabo è naturalmente uno spettacolo del tutto inedito e ne resta affascinato THABO Ma che cos’è neve? ROCCO Sì, domani... E’ più facile che nevichi al paese tuo... E’ lava, Thabo, fuoco liquido... Hai presente l’inferno? Beh siamo all’inferno... THABO (triste) Questo lo sapevo già... Per fugare questo momento di amarezza, Rocco cerca di consolare l’amico. ROCCO Lo sai quando ero picciriddu, mio padre mi portava qua. (indicando un punto all’orizzonte) Guarda, guarda laggiù! Se non ci sono nuvole, da qui si vede L’AFRICA!!! (abbracciandolo) ROCCO Capito, Thabo, si vede casa tua!!! Torna il sorriso sul volto dei due ragazzi che restano a guardare muti l’orizzonte. ROCCO A proposito, ma dov’è esattamente casa tua? Di dove sei? THABO Il mio paese si chiama Ndola E gli si illuminano gli occhi. 20 ROCCO Ndola? Mai sentita... (ripete scherzando) Ndola! ...come nduia ‘o salame piccante... THABO Che? ROCCO Nente nente scherzavo... Sì ma dov’è questa Ndola, a sud , al nord? THABO Non so.... in Africa ROCCO Ah andiamo bene...in Africa... Che te credi che è San Marino... Scusi dov’è Ndola? Al primo semaforo a sinistra... Ma Thabo interrompe gli scherzi dell’amico, pieno di nostalgia. THABO So solo che a Ndola c’è il più bel cielo che abbia mai visto? ROCCO (colpito da queste parole) Davvero? Più bello di questo? THABO Non lo so... ma è il mio...! Che cielo, vorrei che lo vedessi anche tu! ROCCO (ci pensa, poi) Che cos’è un invito? In quel momento sulle teste dei ragazzi passa rumorosamente un enorme airbus che copre le loro parole ROMBO DELL’AIRBUS Ma dagli sguardi felici e pieni di entusiasmo dei due ragazzi, dal loro abbraccio, si comprende che hanno deciso di intraprendere il grande viaggio. 21 Scena 19 Vano carrello airbus (interno........) I due bambini africani continuano la loro drammatica trasvolata. ROMBO DEI MOTORI DELL’ AIRBUS Fodè tira fuori dalla tasca un pezzo di pane, lo divide in due e lo divora insieme a Yaquine. Intanto ascoltiamo di nuovo l’incipit della lettera dei due bambini. VOCE BAMBINO (f.c.) “Signori membri e responsabili dell’Europa, è alla vostra solidarietà e alla vostra gentilezza che noi gridiamo aiuto per l’Africa A STACCO Scena 20 Spiaggia (esterno-giorno) Rocco e Thabo guardano estaticamente il mare in una spiaggia poco lontana dal porto. Rocco scrutando l’orizzonte, commenta incantato ROCCO L’Africa!!! Sarò il primo italiano ad andare a giocare a pallone in Africa THABO (prendendolo in giro) Più fesso di così... Ridono insieme ROCCO (tornando serio) Thabo, hai visto, qui poi non è che si campi molto meglio che a ‘Nduia... THABO (lo corregge) ‘Ndola! ROCCO (malinconico) 22 Sì, vabbè come se chiama... La casa non è dove sei nato, la casa è dove ti vogliono bene... THABO Conoscerai Pasta e fagioli! Ricordi? Te ne ho parlato, quell’italiano che mi insegnò a giocare a football. ROCCO (divertito) Certo è incredibbele... Pure a N’dola ce trovi gli italiani!!! (ridono ancora) Sì meglio così, almeno respirerò un po’ d’aria nuova....! Ma in quel mentre si scorge all’orizzonte un gommone carico di emigranti clandestini. I due ragazzi incuriositi osservano la scena. MOTORE DEL GOMMONE Ma quasi li stessero aspettando, piomba da dietro la spiaggia una pattuglia della polizia che entra velocemente in acqua per arrestarli. I clandestini si tuffano cercando di disperdersi e non farsi acciuffare. Di fronte a questo spettacolo... ROCCO (ripete le sue ultime parole) ...Un po’ d’aria nuova... (poi intima) Aria!!! Thabo aria!!! E i due fuggono prontamente in direzione contraria. Scena 21 Porto (esterno- pomeriggio) Rocco e Thabo si guardano in giro un po’ spaesati in mezzo alla confusione del porto siciliano. Thabo si incanta un attimo a fissare una grossa gru che scarica una nave. Possiamo immaginare cosa provi nel rivedere quel aggeggio mostruoso. Rocco intanto sta parlottando con un mozzo, che dopo aver 23 intascato qualche euro dal ragazzino siciliano, li rassicura mettendo loro una mano sulla spalla. MOZZO (con accento genovese) Non preoccupatevi, è la mia specialità... Qui al porto mi chiamano “Traghetto” E furtivamente li fa penetrare nella stiva di una grossa nave dove campeggia la scritta: Catania-Tunisi. Scena 22 Stiva nave (interno- notte) Rocco e Thabo hanno ritrovato un po’ di serenità. La nave è partita e loro stanno divorando merendine cioccolato e altro. THABO(furbescamente) ...Beh però gentile tuo zio... ROCCO (facendo il gesto delle botte) Come no? Mi ha sempre riempito di regali...! Thabo tira fuori altri generi alimentari ROCCO Accidenti ma che hai per tasche una 24 ore?! Intanto si avvicina a loro il mozzo con una vasta carta geografica da marittimi. MOZZO Ragazzi, io a questa ‘Ndola proprio non la trovo... Ho letto i nomi anche delle cacatine di mosca qui sulla carta, ma ‘Ndola...nisba. (a Thabo) Sei sicuro che esiste? THABO Io esisto, no? Si sente ad un tratto la 24 SUONERIA DI UN CELLULARE (Sciuri Sciuri) Rocco estrae dalla tasca il cellulare e legge sul display la parola ZIO. THABO Chi ti chiama? Rocco facendosi scuro in volto commenta ROCCO Un parente.... Lontano... Si affaccia verso l’esterno della nave e butta il cellulare tra le onde. Scena 23 Porto- Parcheggio (esterno-giorno) La nave di Rocco e Thabo è approdata in Africa. Un enorme moltitudine di gente staziona sulla banchina-parcheggio. Uscendo dalla stiva i due ragazzi sono letteralmente accecati dal sole. Perciò con le fessure degli occhi si guardano in giro spaesati e presto vengono divisi dalla folla. Tutti si salutano e si abbracciano, chi ritrova i suoi cari, chi carica o scarica camion. Soltanto Rocco e Thabo non hanno nessuno al mondo. Travolti dalla confusione si perdono di vista ed iniziano a chiamarsi ROCCO Thabooo! THABO Roccoooo! Mentre Rocco si è avvicinato, come attratto, ad un cammelliere.... Thabo ad una fermata di pullman chiede inutilmente informazioni THABO Scusate per ‘Ndola...? 25 ‘Ndola Quando finalmente, in un idioma incomprensibile, qualcuno gli indica il primo pullman in partenza, si volta a cercare Rocco e vede che litigando e dopo lunghe contrattazioni, il suo amico tutto eccitato è riuscito a montare su un cammello. THABO Rocco, che fai, giochi?! Vieni si parte!!! Su presto! Scena 24 Tetto del pullman (esterno-giorno) Rocco e Thabo hanno trovato posto solo sul tetto che è diventato una specie di bagagliaio. Altri viaggiatori una donna che allatta il suo bambino, due capre e un vecchio addormentato. Il panorama dalla loro postazione è inquietante per povertà e degrado, ma anche uno spettacolo unico della natura africana. Dopo un po’ Thabo rivedendo i luoghi che gli ricordano casa commenta con Rocco THABO Però, bello,. eh....? ROCCO (frastornato) Sì, è il niente più bello che abbia visto in vita mia...! Quando le due caprette, una bianca e una nera, iniziano a “brucare” dalle mani dei due ragazzini, Rocco indicandole a Thabo, commenta ROCCO Guarda, Rocco e Thabo... I due ragazzi si sorridono. 26 Scena 25 Oasi \ Rifugio (esterno \ interno – giorno) Rocco e Thabo mezzi nudi stanno finalmente bevendo e rinfrescandosi sotto l’acqua di fontanella. Da una specie di rifugio un po’arrangiato arriva ai ragazzi una strana voce da speaker SPEAKER (f.c.) Notiziario delle ore... Rocco e Thabo incuriositi entrano a vedere Il locale è praticamente diviso in due: un normale spaccio e sul retro, tra manifesti di leader neri, fax, computer e microfoni è sorta la redazione di una piccola radio. Il gestore del rifugio appena li vede chiede a Rocco e Thabo GESTORE E voi chi sareste? ROCCO Noi saremmo due che hanno fame... A STACCO Rocco e Thabo stanno letteralmente divorando da una stessa scodella un abbondante cous cous. Sul bancone in cambio hanno depositato ciò che rimane della roba sottratta allo zio. GESTORE ‘Ndola avete detto? Ho già detto a mio figlio Philippe di fare qualche ricerca via radio Ma intanto consulta anche una cartina aperta sul suo bancone. GESTORE ( a Thabo) Tu non hai proprio idea di quanto disti da qua? 27 THABO (buttandosi) Ma non so... diciamo cento duecento chilometri... Entra Philippe il figlio del padrone portando con sé alcune carte. PHILIPPE Volete dire mille ...duemila! Ragazzi, è praticamente un’impresa impossibile! PHILIPPE Si tratta di percorrere uno di quei lunghissimi camminamenti che qui chiamano i sentieri delle scarpe... Mentre Philippe parla Rocco e Thabo si guardano negli occhi certamente preoccupati ma anche cercando di darsi coraggio a vicenda anche solamente con lo sguardo. PHILIPPE E’ una strada per predoni, pastori, uomini del deserto... non per ragazzini... (segnando il percorso sulla mappa) E poi è anche un viaggio senza meta: ce ne sono almeno tre di villaggi che si chiamano ‘Ndola a sud del Sahara.... Rocco vedendo che Thabo sta quasi per piangere, cerca di sdrammatizzare ROCCO Vabbè e noi mica c’abbiamo fretta... E poi, si sa, i calciatori c’hanno i piedi buoni... pure senza scarpe... PHILIPPE Ma non capite? Non ce la farete mai! Su queste parole Thabo senza neanche farlo finire prende la carta geografica assieme al suo borsone e si incammina. PHILIPPE Ma che siete pazzi, disperati?! ROCCO Un po’ di tutto... 28 Salutammo... E raggiunge il compagno. Li vediamo allontanarsi lungo questo sentiero. Per rendere meno duro il cammino, Thabo tira fuori dal borsone il pallone e i due ragazzi cominciano a farsi piccoli passaggi. Philippe ha inforcato una cuffia e davanti al microfono scandisce come uno speaker PHILIPPE Ogni anno approdono in Africa decine di navi cariche di rifiuti tossici. Stanno trasformando il nostro continente in un’immensa pattumiera. E’un carico di odio e di morte che ci regalano..... Alla voce dello speaker si unisce fino a coprirla IL CANTO DEL MUEZIN In quel mentre vediamo due puntini in lontananza giocare a pallone tra le dune, la scia bianca di un aereo solca il cielo. Scena 25 Vano carrello airbus (interno........) All’interno dell’aereo Yaquine e Fodè dormono abbracciati. E quasi fosse un loro sogno vediamo attraverso IMMAGINI DI REPERTORIO la scia dell’aereo attraversare i resti di un quartiere di Baghdad, poi il muro grigio che divide Gaza ed infine una misera scuola tra le montagne del Nepal Anche su queste immagini risentiamo la solita voce infantile declamare VOCE BAMBINO (f.c.) “Alle vostre eccellenze i signori membri e responsabili...” 29 Scena 26 Sentiero delle scarpe (esterno-giorno) Il cammino di Rocco e Thabo è sempre preceduto dal pallone. Intorno a loro solo dune. I due ragazzi sembrano già un po’ provati e per non perdere l’entusiasmo giocano così: ROCCO (interroga l’amico) Allora ITALIA –GHANA , formazione dell’Italia... questa non è difficile giochi quasi in casa THABO ( si concentra) Allora... Buffon-Cannavaro-Grosso-Zaccardo-Nestad... ROCCO Nesta non Nestad, giocava con noi mica col Ghana ...E attento a come pronunci Pirlo THABO Pasta e fagioli li sapeva tutti a memoria ROCCO Per favore non nominarlo più né lui, né altri generi alimentari, che io il cous cous è da quel dì che l’ho digerito... Scena 26 A Altro paesaggio desertico (esterno giorno) Cambio lo scenario ma i due ragazzini non incontrano mai nessuno sulla loro strada. Sono visibilmente stanchi THABO ....Totti Toni e Gilardigno. ROCCO Gilardino de Biella jè... Guardandosi in giro e non vedendo che dune ROCCO (ironico) Certo che c’è un bel passeggio 30 da queste parti... Pare lo struscio de l’ora de punta... Thabo richiama la sua attenzione THABO Rocco, guarda lì! Uno strano personaggio compare all’orizzonte. Un pastore allampanato che, trascinandosi un cammello, se ne va ramingo per il deserto, come se conoscesse la strada a memoria. Subito i due ragazzi iniziano a corrergli incontro ROCCO e THABO (a gran voce) Ehi ehi... Senta... Scusi... Riescono a fermarlo, ma il pastore da’ loro la mano, non si stacca, ma non proferisce verbo THABO Ci sa indicare la strada per ‘Ndola ROCCO (lo aiuta ripetendo) ‘Ndola ‘NDOLA! Me capisti? ‘Ndo-la Thabo prova a chiederglielo anche in altre lingue, ma il pastore non batte ciglio. ROCCO (sbracciandosi) ‘Ndo......la ‘Ndo..........La!!!! Il pastore riprende la via imperturbabile ROCCO (commenta ironico) Nente...E’ stato un piacere... Mi raccomando telefoniamoci... Muto era... de origini siciliane doveva essere... 31 Scena 27 Deserto (esterno – sera) E’ calata la sera sul paesaggio desertico. Rocco stracco butta il borsone per terra, arrendendosi alla stanchezza. ROCCO Che dici ci fermiamo? THABO Sì tanto con questa poca luce rischiamo solo di perderci. I due si siedono per terra a massaggiarsi le gambe e i piedi. Si cominciano a sentire in lontananza strani VERSI DI ANIMALI ROCCO (un po’ preoccupato) E chi so’ questi? C’è pericolo? THABO Noooo ROCCO E poi anche loro tra un po’ andranno a dormire, no? THABO Non dormono mai ROCCO Ecco questa è una bella notizia... Senti per sicurezza facciamo dei turni... THABO Ok, tu sei più stanco le prime due ore dormi tu... ROCCO No no non facciamo complimenti, le prime due ore dormi tu THABO No che complimenti... comincia tu a dormir.... Crollano addormentati entrambi uno addosso all’altro. 32 Scena 28 Deserto (esterno giorno) I volti beati di Rocco e Thabo ancora nel mondo dei sogni vengono svegliati di soprassalto dal RUMORE ASSORDANTE DI UNA RUSPA Un enorme mostruosa scavatrice estrae petrolio dalle sabbie del deserto. Rocco e Thabo saltano come molle e si nascondono dietro i macchinari, quasi si trovassero di fronte a un animale feroce. Poi ancora intimoriti, guardando di lontano degli uomini tipicamente americani , si consultano tra loro ROCCO Che dici, chiediamo aiuto? THABO A quelli? ROCCO Sì hai ragione, ripartiamo. Noi non abbiamo bisogno di fare il pieno... Senza farsi notare i due ragazzi si incamminano per la loro strada. THABO Quelli il mio villaggio non lo conoscono di sicuro La grossa ombra di due ali di aeroplano incrocia il percorso di Rocco e Thabo. Scena 29 Vano carrello airbus (interno..........) Nel carrello dell’aereo un brivido di freddo scuote Fodè che si stringe ancora di più a Yaquine che è caduto in un torpore profondo VOCE BAMBINO (f.c.) “Alle loro eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa....” 33 Scena 30 Deserto \ Chiesa-capanna (esterno \ interno- giorno) Rocco e Thabo camminano stancamente dietro il loro pallone. Il sole è a picco. ROCCO (con un filo di voce) Io me rimpiangevo tanto Catania adesso sento la nostalgia della nebbia in val padana THABO Guarda lì, che cos’è? Dietro una duna vedono pararsi di fronte a loro una strana capanna costruita però con la cura e la devozione di una chiesa. Incuriositi e anche incantati si avvicinano ROCCO E’ un miraggio? THABO No, è una chiesa. Con timore e rispetto Thabo si toglie le scarpe ed entra “religiosamente” dentro la capanna, seguito da Rocco. I due ragazzi ammirano con stupore e commozione uno strano altare che raccoglie i simulacri ed ex voto più diversi. E soprattutto moltissime foto di bambini di tutte le razze. ROCCO (esclama tra sé) Oh Gesù...! MISSIONARIO (f.c.) Non nominatelo invano! ...Da queste parti è un po’ duro di orecchie... Si avvicina alla cappella un missionario vestito con una lacera tonaca che porta con sé una sporta di viveri. Ha un aspetto ascetico e un po’ spiritato (sul tipo di Simon del deserto). MISSIONARIO Vi siete persi, vero? E’ il destino di tutti i piccoli! 34 I guai cominciano quando ritrovate la strada... Rocco e Thabo si guardano perplessi. Poi Rocco timidamente tenta un approccio ROCCO E’ italiano, lei! MISSIONARIO Sì sono italiano come te... (e a Thabo) ...e anche africano come te! Sono un po’ indio, ebreo,mussulmano...tendente all’extraterrestre... Rocco cercando di non farsene accorgere si picchia con un dito la tempia, per commentare con Thabo che quel frate è mezzo matto. Anche se di spalle il missionario intuisce MISSIONARIO Sì, lo so mi si legge in faccia la follia... La sua perspicacia colpisce i due ragazzi MISSIONARIO ...Sulla vostra invece si legge la fame! Su mangiate... Mette davanti a loro i suoi viveri e Rocco e Thabo non se lo fanno dire due volte. MISSIONARIO Non vi fate pregare, eh? Neanch’io , non basta più pregare... THABO (tra un boccone e l’altro) Scusi Padre... Lei si chiama padre ...? MISSIONARIO Lascia perdere i nomi. X, chiamami padre X... THABO Dicevo, ma che chiesa è questa? Ci sta Gesù, Buddha, Maometto... tutti insieme... MISSIONARIO Perché li preferisci uno contro l’altro? Però se guardate bene il Cristo, Siddharta, Maometto sono tutti bambini... ritratti di messia da cuccioli... Qui non troverete croci! Nessuna immagine di morte! 35 ROCCO (lo interrompe un po’ confuso) Scusi X...(si corregge) sì vabbè insomma padre... ma lei che ci fa qui? MISSIONARIO (con amarezza) Pensavo me lo spiegaste voi... Tanti anni fa sono venuto qui, credendo soprattutto nell’uomo... Ma poi non ho perso la fede, ho perso la speranza! (alza la voce ) Cosa vuol dire aiutare??!!! Aiutare!!! Avanti ditemelo voi!!! Cosa vuol dire?! ROCCO e THABO (sconcertati) Aiutare? Beh.... boh... Ci da’ un aiutino...? Ma padre X neanche li ascolta e continua la sua strana predica-monologo. MISSIONARIO E’ così difficile... Dare qualcosa agli altri...ma cosa? Pane, cultura, benessere,benzina... E’ così sono rimasto qui, come una pietra, come una pianta secca... a guardarmi il deserto, cercando di togliermi tutto l’orrore dagli occhi! Siccome Rocco e Thabo continuano a guardarsi sempre più sconcertati, padre x, mostrando le foto di tutti i bambini che adornano il suo altare, spiega loro MISSIONARIO L’uomo potrebbe...dovrebbe essere questo! Dopo quello che ho visto, non ci credo più nell’uomo... Io credo solo in questi! Solo in voi! I signori del mondo, gli uomini più potenti della terra dovranno sempre fare i conti con voi!!! 36 ROCCO (gli scappa) Azz...! Poi cercando di far ritornare in sé il frate ROCCO Sì vabbè, tutto giusto, Padre X, ma noi altri c’avremmo un problemino... Diglielo tu Thabo... THABO Sì, noi stiamo cercando di tornare nel mio villaggio, ci hanno indicato questa via, ma lei lo sa dove è ‘Ndola? MISSIONARIO No, mi dispiace, io non so nemmeno dove sono io! Poi sorride loro con tenerezza e li carezza MISSIONARIO Ma lo troverete il vostro villaggio, lo troverete! ROCCO (scherza sorridendo) Com’è? Non l’aveva persa la speranza? Rocco e Thabo riprendendo i loro modesti bagagli stanno per rimettersi in marcia e salutano affettuosamente quello strano loro incontro THABO Addio Padre X, e grazie di tutto! 37 ROCCO La torneremo a trovare... MISSIONARIO No, meglio di no... sarete diventati uomini... E su queste ultime tristi parole, vediamo i due ragazzi riprendere il viaggio. Ancora una volta un aereo di linea vola sulle loro teste. Scena 31 Vano carrello airbus (interno-........) La sofferenza, il RUMORE ASSORDANTE il freddo sono i compagni di viaggio dei poveri Yaquine e Fodè. Mentre l’amico dorme lamentandosi, Fodè tira delicatamente fuori la sua preziosa lettera e VOCE BAMBINO (f.c.) “...è alla vostra solidarietà e alla vostra gentilezza che noi gridiamo aiuto per l’Africa!” Scena32 Deserto (esterno- giorno) I due ragazzi stanno seduti sulla sabbia, si stanno concedendo una sosta. Thabo sta consultando la carta che gli ha dato Philippe. THABO (indicando un punto) Più o meno dovremmo essere qua ROCCO Come fai a capirlo è mistero! Te chiamerò Tom Tom il navigatore... 38 Mostrando delle carovane che in lontananza fanno il cammino inverso al loro. THABO Sì comincio a carapez...come si dice? ROCCO (lo corregge) ...raccapezzatte THABO Vedi quelli vengono dal posto dove dobbiamo andare. ROCCO ( ironico) Pure contromano andiamo!!! Per fortuna che qui di vigili manco l’ombra... Thabo si accorge che Rocco mentre parla sta lavorando con la sabbia: ha plasmato un corpo di donna. THABO Che cosa stai facendo? ROCCO (scherzando) La mia fidanzata... Se c’era la spiaggia ferrosa pure la tua facevo... THABO Sei davvero fidanzato? ROCCO Caquale... Però pe’ queste cose buona memoria tengo... Andiamo su rimettiamoci in marcia... I due ragazzini riprendono il loro cammino e voltandosi verso la sua pupazza di sabbia, Rocco conclude ironico ROCCO E meno male che 39 i calciatori sono piene di donne... Ciao velina! Ma fanno solo pochi metri che una SVENTAGLIATA DI MITRA li fa saltare bruscamente a terra. La pupazza è stata distrutta a colpi di mitraglia. Da dietro ad una duna fa irruzione una squadriglia di ragazzi giovanissimi con le divise da soldati ed armati fino ai denti. Un istruttore urla durante l’esercitazione ISTRUTTORE Un, deux, trois, Un, deux, trois!!!! Rocco e Thabo sono ancora a terra e con le mani si coprono la testa, terrorizzati da quella scena orribile. I giovanissimi soldati corrono, strisciano per terra, sparano, proprio come durante le grandi manovre, ma l’età della truppa rende tutto ancora più agghiacciante. Thabo fissando il terribile istruttore come in un incubo lo vede trasformarsi nell’odiato allenatore del centro sportivo. ALLENATORE (in divisa militare) Un due tre ingrassa! Un due tre ingrassa! La squadriglia si allontana guidata dal loro capitano, ma un gruppetto di mini soldati si stacca e comincia a prendere di punta Rocco e Thabo ancora a terra. Sono istanti di terrore. Cinque o sei soldati circondano i nostri Rocco e Thabo, sferrano calci e puntano contro di loro lanciando URLA INCOMPRENSIBILI Rocco e Thabo sono naturalmente terrorizzati ROCCO Ma che vonno questi??!! 40 THABO Non lo so!!! La squadriglia selvaggia sequestra le loro borse e prende con sé anche il pallone. A questo punto i due amici si ribellano e si azzuffano con gli aggressori. Riescono a disarmarne un paio ma presto hanno la peggio. Rocco il più coraggioso viene scaraventato a terra e Thabo sotto la minaccia delle armi di un capetto viene tenuto per le braccia da altri due. Rocco soffrendo per l’amico lo sprona ROCCO Thabo resisti! Ti prego Thabo non mollare...! Poi gli si illumina il viso, perché ha avuto un’idea e la grida al compagno ROCCO (a tutta voce) Thabo, Zidane!!! Thabo capisce al volo il suggerimento dell’amico e con una testata nel torace mette fuori combattimento il capo branco. Quindi vertiginosamente i due recuperano borse e pallone e volano via come il vento. Scena 33 Rovi e pietre (esterno – giorno) Rocco e Thabo stanno ancora affannando per la corsa e lo spavento. ROCCO Santa Rosalia cose de pazzi In mezzo alla guerra finii...! THABO Uff! Ho avuto una paura bestiale!!! ROCCO Più che bestiale... io una paura intestinale ebbi...! Guardandosi in giro notano degli strani rifiuti accantonati su un muretto: copertoni, parafanghi e senza commentare si siedono a riposare 41 THABO Per fortuna ora siamo al sicuro... Non ha ancora finito di dirlo che sono coperti da un’enorme ombra e assaliti dal ROMBO DI UN ELICOTTERO Dopo di che rimbomba una VOCE AL MEGAFONO (f.c.) Attenzione attenzione! ROCCO (esasperato) E mo chi è ancora??!! VOCE AL MEGAFONO (f.c.) Si consiglia di sgombrare la pista! Lasciare il passaggio al primo Rally African Trophy! ROCCO Ma vaaaa......!!!! Per fortuna il ROMBO DELL’ ELICOTTERO copre la risposta di Rocco, che cambiando strada assieme all’amico, commenta ROCCO Comincia a essere un po’ troppo frequentato ‘sto deserto...! 42 Scena 34 Deserto (esterno – notte) Rocco e Thabo esausti attendono la notte. Scambiano poche parole per confortarsi a vicenda. Si sente nell’aria un acuto miagolio. THABO Che cos’è questo rumore? Cos’è il lontano canto del muezzin? ROCCO No, il vicino canto della panza mia,jè... E’ dall’altro ieri che non mangiamo... (fantasticando) Ti ho mai parlato della pasta con le sarde? THABO No, mai ROCCO Peccato...perchè ora non è proprio il momento per parlarne... (dopo un po’) Qual è il piatto tipico di ‘Ndola THABO (ci pensa un po’) Il piatto vuoto! Con le poche forze rimaste ne ridono insieme ROCCO (continuando a ridere) Allora qui possiamo aprire un ristorante...a menù fisso...! Ma poi le risate si spengono e cresce a poco a poco una certa angoscia. ROCCO Ma non è che c’è rimasto qualcosina da mangiare nella borsa? Thabo ha imparato il gesto tipicamente italiano con l’indice e il pollice per significare niente. 43 ROCCO Che so neanche un biscottino, mezza merendina... tutto finì? Vedi, non è proprio fame la mia, è che sento che gli incisivi c’hanno proprio bisogno di faticare! THABO No, la mia è proprio fame! ROCCO Che c’entra, pure la mia! Guarda bene sai alle volte... THABO (rivoltando la borsa) Rocco, solo il pallone c’è!!! ROCCO (pensieroso) ...Il pallone? A STACCO Rocco e Thabo al colmo della disperazione, con un temperino hanno bucato il pallone e ora stanno masticando faticosamente il cuoio, se non con gusto, con una certa soddisfazione. ROCCO (masticando) Pallone mio, mi dispiace tanto per te ma se non mangiavo qualcosa facevo davvero un colpo di testa! Non è poi così male, vero? THABO Uhm Uhm 44 ROCCO Certo se invece che al calcio giocavamo a tennis, la pallina era un poco più morbida... quasi un chewing gum! Accontentiamoci! Insomma non sarà un pranzo di gala, ma è sempre... THABO ...di serie A I due ragazzi hanno ritrovato il sorriso. Scena 35 Deserto (esterno – giorno) Il mattino dopo, il sole a picco è particolarmente cocente. Thabo e Rocco senza pallone hanno ormai perso la voglia di giocare. Lungo il loro cammino sempre più faticoso, non hanno più neanche la forza di parlare. Poi uno strano fagottino scuro appoggiato sulla sabbia qualche metro più in là, distoglie la loro attenzione. ROCCO Che cos’è quella cosa? THABO (guarda meglio) Chissà...Ma è un bambino! Atterriti accorono verso di lui. E scoprono un bambino africano ormai in fin di vita, disteso sulla sabbia tremante, che ha la forza solo di esalare gli ultimi respiri. ROCCO Oddio, ma questo sta male!!! Chiamiamo qualcuno! THABO E chi...? Rocco è agitatissimo e sconvolto, Thabo, più consapevole e conscio di quello a cui sta assistendo, si è chiuso nel dolore. 45 ROCCO E’ terribile! Ma è un ragazzino... solo un ragazzino come noi!! THABO No, è più piccolo..... ROCCO Ma non si può fare niente?! Che cos’ha? THABO Una e cento cose... fame, sete, aids, malaria...chissà Rocco sta quasi per piangere e inizia a scuotere disperato il piccolo morente. ROCCO Non puoi andartene così! Dì qualcosa, ti prego, dì qualcosa! Il piccolo esala l’ultimo respiro e riesce appena a mormorare BAMBINO MORENTE Goodbye..... Quindi smette del tutto di respirare. Thabo con un coraggiosissimo gesto pietoso gli chiude i nerissimi occhi. Rocco e Thabo rialzandosi si guardano negli occhi ROCCO E’..... THABO Sì Si allontanano a piccolissimi passi incerti, non riuscendo nemmeno a commentare la scena a cui hanno assistito. Solo dopo qualche minuto Thabo, divenuto più forte di Rocco, ha il coraggio di parlare. 46 THABO Hai ancora fame? ROCCO Passata Scena 36 Deserto (esterno-giorno) Rocco e Thabo ancora sconvolti dal loro ultimo incontro stanno continuando in un silenzio angoscioso. Ad un tratto in lontananza si scorge una jeep che solca il deserto. Thabo riconosce il simbolo dell’Unicef e, illuminandosi improvvisamente corre trascinandosi dietro Rocco, gridando con tutto il fiato che gli rimane THABO E’ lui! E’ lui! Vieni Rocco! Pasta e fagioli!!! Pasta e fagioli!!! Pasta e.... Quando i due ragazzini raggiungono la jeep, però, vediamo sul volto di Thabo dipingersi una certa delusione. A bordo non trova il suo amico italiano. Ma vediamo ugualmente i due distrutti caricati dalla jeep. Scena 37 Sede Unicef (esterno – giorno) Scesi dalla jeep Thabo e Rocco vengono accompagnati da un assistente dentro la sede dell’Unicef. Ma prima dietro un cancello Thabo riconosce qualcosa che gli è familiare. THABO Ecco quella era la macchina di Pasta e fagioli! Ma Rocco guardando il posteggio delle numerose jeep Toyota con il simbolo dell’Unicef, commenta 47 ROCCO E daje Ma non lo vedi che tutte uguali sono! Scena 38 Vano carrello airbus (interno-......) Yaquine e Fodè adesso sono immobili abbracciati con la lettera scritta nelle manine. Ma questa volta sentiamo la voce di un hostes: il loro viaggio è finito. HOSTES (f. c.) Avvertiamo i signori passeggeri che tra poco atterreremo all’aeroporto di Bruxelles.... Scena 39 Ufficio Unicef (interno – giorno) Rocco e Thabo stanchi e laceri sono seduti davanti ad Annie, una funzionaria dell’Unicef che, intenerita si rivolge a loro con grazia quasi materna. ANNIE Io mi chiamo Annie. Purtroppo oggi è giorno festivo, ma faremo ugualmente tutto il possibile per metterci in contatto con questo villaggio...’Ndola... E cercheremo anche di rintracciare quello che voi chiamate Pasta e fagioli... Non temete, presto avrete una destinazione.... Poi notando la reazione di Rocco a queste parole, cerca di rassicurare il ragazzino tesissimo. 48 ANNIE Purtroppo...per fortuna... oggi è chiusa anche l’ambasciata italiana... (poi affettuosamente) Ragazzi, Thabo, Rocco....ma come avete fatto ad arrivare da così lontano...? Confusi e disfatti dalla fatica i due tentano di accennare una risposta THABO Noi... ROCCO Sì noi... Ma ad entrambi mancano le parole e Rocco è il primo a scoppiare in un pianto sommesso. Thabo lo guarda e si mette a piangere anche lui. Annie davanti a questa scena si apre in un sorriso commosso. Scena 39 Corridoi e uffici Unicef (interno giorno) Mentre Rocco e Thabo in una stanza sono assistiti, visitati da medici e rivestiti, in un corridoio Annie con un altro impiegato e un funzionario di polizia stanno parlando di loro. Affrontano il loro caso con una certa perplessità. ANNIE ...Il vero problema è Rocco, quello italiano. IMPIEGATO Ma si sa niente dei genitori, di qualche parente? FUNZIONARIO POLIZIA Purtroppo sì... ANNIE Intanto fino a domani li ospiterò da me. Poi vedrete che riusciremo a trovare una soluzione! 49 Scena 40 Camera da letto (interno – notte) Dalla soglia Annie sta spiando Rocco e Thabo che sono coricati finalmente in due lettini. Si accorge che Rocco, un po’ inquieto, è ancora sveglio e allora va a sistemargli le lenzuola. E Rocco istintivamente le afferra una mano e la scongiura ROCCO Signora Annie, la prego, non mi rimandi a casa, non voglio più essere venduto! Annie con una carezza lo rassicura ANNIE Dormi tranquillo ora! Dall’immagine di Rocco e Thabo che dormono la loro prima notte tranquilla nei loro lettini, passiamo A STACCO Scena 41 Aeroporto di Bruxelles (esterno – notte) Su altri due bambini che sembra dormano: Yaquine e Fodè. Il portellone è stato aperto all’arrivo dell’airbus e quella tragica ed insieme tenerissima scoperta ha attirato l’attenzione di molta gente tra il personale dell’aeroporto. Su tutti di un giovane meccanico che guarda la scena con gli occhi spalancati e pieni di lacrime. ESCLAMAZIONI DI MERAVIGLIA E PENA DEI PRESENTI 50 Scena 42 Camera da pranzo Annie (interno – giorno) Rocco e Thabo in dei candidi vestiti nuovi quasi da cerimonia siedono davanti alla tavola imbandita con la famiglia di Annie. La famiglia è composta dal marito e una graziosa ragazzina loro figlia. Tutti guardano con affabilità Thabo e Rocco, che al centro dell’attenzione, sono un po’ intimiditi. Soprattutto dalla presenza di quella bella ragazzina. Annie porta in tavola una zuppiera ed annuncia cercando di portare allegria in tavola. ANNIE (a Rocco e Thabo) In vostro onore oggi pasta e fagioli! MARITO di ANNIE Evviva! Gli occhi dei ragazzini soprattutto quelli di Thabo brillano. Appena fatte le porzioni, i due amici si avventano subito sul piatto voracemente. Poi Thabo si accorge che la piccola Silvie li sta squadrando e da’ di gomito a Rocco. I due ragazzi all’unisono si ricompongono e, rivolgendo sguardi galanti alla ragazzina, iniziano a piluccare soltanto dal piatto con molta sufficienza. Annie notando questo li apostrofa: ANNIE Beh? Non ditemi adesso che non avete fame? E i due fingono per darsi un tono THABO Mah! ROCCO Così e così... 51 Ma appena Silvie distoglie lo sguardo, i due ricominciano a mangiare con grande appetito. In quel mentre SQUILLA IL TELEFONO Ed Annie alzandosi da tavola ANNIE Scusate, è per me! Scena 43 Aeroporto Bruxelles ( esterno – notte) L’uomo che abbiamo visto prima particolarmente colpito dalla scena, un meccanico dell’aeroporto, scansa e allontana il capannello di curiosi che si è radunato intorno al portellone. Quindi ci tiene ad entrare lui stesso nel vano carrello per prendersi cura delle due piccole salme. Trova e legge la lettera di Yaquine e Fodè che risentiamo fuori campo VOCE BAMBINO (f. c.) “Alle loro eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa...” mentre il meccanico porta pietosamente tra le braccia il cadavere del primo bambino. Scena 44 Ufficio centralino Unicef (interno – giorno) Alcuni addetti dell’ Unicef tra computer, fax e centralini si danno da fare per i nuovi arrivati Rocco e Thabo ADDETTO UNICEF Sì, esatto, è soprannominato “Pasta e fagioli”.... proprio così! Bene! Nuova Guinea? A STACCO 52 Scena 45 Nuova Guinea Officina meccanica (esterno – giorno) E’ lui, il meccanico dell’aeroporto di Bruxelles, che un po’ invecchiato e mal messo sta ora riparando un vecchio camioncino nel bel mezzo di un villaggio africano. Nell’officina attaccata al muro riconosciamo la lettera di Yoquine e Fodè. Un abitante del villaggio interrompe il suo lavoro ABITANTE VILLAGGIO Pastefagiolì!! Au telephone... Pasta e fagioli raggiunge il telefono e risponde così alla chiamata dell’ Unicef. PASTA E FAGIOLI Sì sono io! Thabo... ma sì certo che me lo ricordo! Scena 46 Camera da pranzo Annie (interno – giorno) Annie ricompare in sala da pranzo, dove la famigliola è ancora al primo, e si indovina dall’espressione la sua soddisfazione. Infatti annuncia: ANNIE Ragazzi, buone notizie!!! 53 Scena 47 Sede Unicef (interno – giorno) Rocco e Thabo sono montati su una jeep che li riporterà a casa. Annie e il marito li coprono di baci e abbracci. Prima che l’auto riparta accorre anche Silvie che finalmente rompe il silenzio. SILVIE AdieuThabo Adieu Rocco ROCCO e THABO Ciaooo!!!! E in un clima di festa e commozione la jeep riparte. Scena 48 Conakry- Guinea (esterno – giorno) Ad attendere i ragazzi nella piazza ci sono tantissimi abitanti di questa città della Guinea, oltre ai parenti di Thabo e a Pasta e fagioli. All’arrivo della jeep tutti circondano di baci e abbracci i ragazzi come due eroi. Ma tra tutti, Thabo non vede l’ora di riabbracciare il suo amato allenatore THABO Pasta e fagioli!!! Questo è Rocco!!! Il meccanico-allenatore chiude in un solo abbraccio Rocco e Thabo e pronuncia poche commosse parole PASTA E FAGIOLI Voi mi ricordate altri due ragazzi che tanti anni fa... E si allontanano mentre scorgiamo alle loro spalle un’insegna su di un piccolo campo di calcio: CAMPO DI CALCIO YAQUINE E FODE’ 54 Scena 49 Campo di Calcio Yaquine e Fodè (esterno – sera) Per festeggiare il loro ritorno è stata organizzata una gioiosa partita di calcio. Tra gli APPLAUSI E CORI DEI TIFOSI fanno il loro trionfale ingresso in campo Rocco e Thabo, abbracciati e con la stessa maglia. Pasta e fagioli li saluta con ampi gesti dalla panchina. Spetta naturalmente a Rocco e Thabo l’onore di tirare il calcio d’inizio. E sulle fasi di questa partita molto amichevole ascoltiamo finalmente il testo integrale della lettera di Yaquine e Fodè: VOCE BAMBINO (f. c.) “Alle loro eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa. Abbiamo l’onore e il piacere e la grande fiducia di scrivervi questa lettera per parlarvi del nostro viaggio e della sofferenza di noi bambini e giovani dell’Africa. Ma prima di tutto, vi presentiamo i nostri saluti più squisiti e rispettosi, a tal fine siate il nostro sostegno e il nostro aiuto, siatelo per noi in Africa, voi ai quali bisogna chiedere soccorso; VOCE BAMBINO (f. c.) ve ne supplichiamo per l’amore del vostro bel continente, per il vostro sentimento verso i vostri popoli le vostre famiglie e soprattutto per l’amore per i vostri figli che voi amate come la vita... Signori membri e responsabili dell’Europa, è alla vostra solidarietà e alla vostra gentilezza che noi gridiamo aiuto per l’ Africa. Aiutateci, soffriamo enormemente in Africa, Abbiamo dei problemi e i bambini non hanno diritti... noi africani, soprattutto noi bambini e giovani africani, vi chiediamo di fare 55 una grande organizzazione utile per l’Africa, perché progredisca. Se vedete che ci sacrifichiamo e rischiamo la vita, è perché soffriamo troppo in Africa e abbiamo bisogno di voi per lottare contro la povertà e mettere fine alla guerra in Africa! Ciò nonostante noi vogliamo studiare vi chiediamo di aiutarci a studiare per essere come voi... Infine vi supplichiamo di scusarci moltissimo di aver osato scrivervi questa lettera in quanto voi siete gli adulti VOCE BAMBINO (f. c.) a cui noi dobbiamo molto rispetto... Firmato: Yaquine e Fodè due bambini guineani.” Sui titoli di coda scorreranno le testimonianze di tutti i bambini del mondo che vorrano continuare a scrivere a nome di Yaquine e Fodè una lettera a “le loro eccellenze...” FINE UNA STORIA QUASI VERA un film di Paolo Bianchini sceneggiatura di Paola Rota, Giuseppina Capozzi, Marco Cavalieri e Paolo Bianchini Alveare Cinema 2009 Tutti i diritti riservati 56