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Transcript

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UNA STORIA QUASI VERA
un film di Paolo Bianchini
sceneggiatura di Paola Rota, Giuseppina Capozzi, Marco Cavalieri e Paolo Bianchini
(prima stesura – gennaio 2009)
scena 1
Villaggio Africano (esterno giorno)
Sembra un fotogramma fisso o meglio l’immagine di un poster pubblicitario: una
numerosissima famigliola africana,
tra cui i nostri due piccoli Yaquine e Fodè, è in posa davanti a un fotografo in uno scenario
irreale, infatti totalmente finto. Li vediamo infatti immobili, raggianti, anche se
naturalmente un po’ impacciati davanti allo sfondo ricostruito di una modernissima cucina
superarredata e superaccessoriata. Il capofamiglia ha in testa un ridicolo cappello da cuoco
e alza al cielo un mestolone. La moglie (come “la più amata dalle italiane” ) mostra
orgogliosa una
maestosa torta di golosissimo cartone . Gli altri componenti della famiglia sono tutti
festanti, chi con bottiglie di Coca color plastica, chi brindando con drink colorati e ghiaccio
finto. La scenetta di per sé già ridicola e quasi autoironica viene smascherata dall’urlo del
fotografo
FOTOGRAFO
Cheese!!!!
E la famigliola di Yaquine e Fodè si esibisce in uno smagliante e bianchissimo sorriso.
(RUMORE SCATTO FOTOGRAFICO)
Scattata la foto, la famigliola dopo lunghi minuti di immobilità, si allontana in tutta fretta
dal set improvvisato e...
Ci ritroviamo in un paesaggio ben lontano dal consumismo e dal lusso.
Un villaggio poverissimo dell’Africa sub-sahariana sotto un sole implacabile, una bidonville
fatta di poche capanne, case semidistrutte e un mare di gente poverissima tra cui
serpeggia una strana agitazione, quasi fervessero i preparativi di un evento molto atteso.
(GRIDA DI AGITAZIONE
DEGLI ABITANTI DEL VILLAGGIO)
scena 2
Scuola all’aperto (esterno giorno)
Alcuni poverissimi “alunni” seduti per terra stanno scrivendo con bastoncini direttamente
sulla sabbia operazioni di matematica, cancellano gli errori con un braccino o talvolta anche
solamente soffiando.
Ma la maggior parte della scolaresca è intorno a Yaquine e Fodè. Il primo, ascoltando i
suggerimenti nell’orecchio dell’altro, sta ultimando un componimento su di un quaderno
malandato. Dall’enfasi e la concentrazione sua e di tutti i compagni capiamo il valore che
danno a quel “documento”. Infine, Yaquine, centro dell’eccitazione di tutti, mette il punto
con un gesto trionfale, ingenuamente molto soddisfatto della sua opera e stacca il foglio dal
quaderno, ripiegandolo come una lettera della massima importanza.
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scena 3
Complesso sportivo Italia del nord (esterno pomeriggio)
Mentre il resto della squadra di calcio giovanile ultima gli allenamenti, possiamo ammirare i
palleggi di Thabo, un altro piccolo africano magrolino e un po’ triste. Tra passaggi e finte
dialoga con lui e la palla Rocco un ragazzino bruno, tipico figlio del sud.
Si vede subito che oltre a compagni di squadra sono veri amici.
ROCCO (con ammirazione)
Miiii! Grande sei!
E’ proprio vero che voi neri
ce l’avete nel sangue...!
THABO(scherzando)
Rocco, vogliamo parlare di quello
che si dice di voi siciliani?
ROCCO (ridacchiando)
No no ...
Lasciamo “peddere”
...A proposito ricorda che domani
il mio Catania viene qui vicino a giocare,
ci andiamo, intesi?
THABO
Ci puoi giurare...
I due vengono interrotti dalle grida sgraziate e arroganti del loro allenatore in tuta.
ALLENATORE
Uhee! La piantate voi due?!
Allenamento...finito, capì?
E tu liquirizia come ti chiami...
sì Thabo, invece di fare il ballerino
pensa a mangiare!!!
33 chili.... Uh signur!
Ridendosela con il suo staff prende di mira come di abitudine il piccolo africano
ALLENATORE
Non starla a sentire la pubblicità...
la nazionale beve l’acqua minerale
ma mangia pure!
Per piaggeria gli addetti ridono alla battutaccia, mentre
non curanti e solo un po’ malinconici, i due ragazzini si avviano verso gli spogliatoi.
La loro attenzione viene però richiamata dal
(ROMBARE DI AUTO)
(GRIDA DI FANS)
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Come due animaletti in gabbia, Rocco e Thabo assistono sbigottiti, ammirati, ma anche un
po’ scuri in volto alla sfilata ininterrotta di jepponi, fuori serie e bolidi ultrapiatti.
THABO (a Rocco)
Sono loro?
ROCCO
Sì...la prima squadra!
Contornati da fotografi, tifosi e ragazzine impazzite dai loro idoli, scendono dai loro carri dei
fusti alti, grossi e muscolosi. Tutti rigorosamente firmati dalla testa ai piedi, tutti
fanaticamente nascosti di luccicanti occhiali a specchio, nei quali Rocco e Thabo si vedono
riflessi.
Altri calciatorini gasatissimi si sono uniti a Rocco e Thabo, che ora commentano la scena
tutt’altro che entusiasti.
THABO
Tu li conosci tutti?
E Rocco annuendo quasi stilasse la formazione della squadra.
ROCCO
...9 milioni di euro...
16 milioni di euro...
19 milioni...
Intanto sullo sfondo un dirigente in giacca blu e stemma della squadra istruisce uno dello
staff che prende in disparte Thabo.
UOMO IN TUTA (misterioso)
Thabo dobbiamo fare due chiacchiere...
Rocco nota la scena, ma quasi come un automa continua a fare i conti
ROCCO
11 milioni di euro ...
22 milioni.....
A STACCO SU
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Scena 4
Villaggio africano (esterno pomeriggio)
Un mucchio di indumenti raccolti dagli abitanti del villaggio, più stracci che veri abiti.
Serviranno per coprire Yaquine e Fodè, che circondati da una piccola folla di amici e parenti
vengono anche ricoperti di baci e abbracci. Non è un addio, ma un grande commiato e i
due ragazzini sono al centro dell’emozione e commozione che ha preso tutto il villaggio.
Dopo un po’ si forma un piccolo corteo che si allontana dalla bidonville, guidato appunto da
Yaquine e Fodè.
Scena 5
Spogliatoi e docce impianto sportivo (interno sera)
Appena uscito dalla doccia, asciugandosi con un grosso asciugamano, Rocco si guarda
intorno un po’ preoccupato.
Poi si rivolge ad un altro piccolo compagno di squadra
ROCCO
Hai visto Thabo?
COMPAGNO DI SQUADRA
Chi?
ROCCO (scoraggiato)
Sì, domani...
Contemporaneamente negli spogliatoi adiacenti, controllato e sollecitato dall’uomo con la
tuta visto prima, Thabo stordito e anche un po’ spaventato, sta raccogliendo
frettolosamente la sua roba, infilandola alla rinfusa in un borsone.
UOMO IN TUTA (sgarbato)
E dai presto!
Per quattro stracci, quanto ci metti?!
THABO (sbigottito)
Ma dov’è che si va?
UOMO IN TUTA (ambiguo e risoluto)
Si va a giocare, dove vuoi che andiamo.
Dai forza, poche storie, ti fidi di me, no?
THABO (piano, quasi tra sé)
No...
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Thabo sta infilando nel borsone anche gli scarpini e il resto del suo corredo da calcio che
tratta religiosamente. Ma l’uomo subito lo ferma agguantandogli forte un braccino.
UOMO IN TUTA
Eh no, cioccolatino...!
Questa è roba nostra!
E la mette da parte.
Mentre l’uomo con modi assai bruschi lo strattona verso l’uscita, Thabo si blocca e fa
dietrofront, inventando una scusa.
THABO
Un momento, lo spazzolino!
UOMO IN TUTA
Pure! Che te ne fai
con quelle zanne bianche...
Su andiamo!!!
E Thabo, come un trofeo, riesce a nascondere un bellissimo pallone regolamentare nel
borsone, quindi, accelerando, esce insieme all’uomo.
Scena 6
Aeroporto africano (esterno notte)
Il corteo che prima abbiamo visto partire dal villaggio è ora assiepato dietro una rete di
recinzione.
Yaquine e Fodè dopo gli ultimi abbracci e saluti silenziosi, si intrufolano oltre la rete per
raggiungere un grosso jet internazionale.
BAMBINO AFRICANO
Yaquine!!! Fodè!!!
Li raggiunge un bambino ancora un più piccolo di loro, porgendo una busta che i due
avevano dimenticato.
Yaquine ci infila dentro la sua preziosa lettera e la chiude leccando gli angoli
YAQUINE e FODE’ (F.C.)
“Alle loro eccellenze, i signori membri....”
Un ultimo saluto e i due piccoli eroi in punta di piedi raggiungono l’air bus. Intanto un paio
di bambini neri srotolano uno striscione con su scritto a caratteri cubitali MERCI YAQUINE E
FODE’ !
Yaquine e Fode si fermano ancora un istante a salutare con le manine, poi ,eludendo la
sorveglianza riescono, agili come gatti, a montare di nascosto nel vano del carrello
anteriore del grande aereo.
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La scena è spiata con grande trepidazione dall piccola folla di africani che fanno il tifo per
Yaquine e Fodè.
Dopo un lunga snervante attesa arriva finalmente il
ROMBARE DEL AIR BUS
IN PARTENZA
Il decollo viene accolto dalla piccola folla di africani da
GRIDA DI GIOIA
che saluta e ringrazia il cielo, tendendogli le braccia.
Scena 7
Autogrill esterno \ interno sera
Un auto si ferma al parcheggio. Ne escono l’uomo in tuta e il piccolo Thabo.
Il bambino è sempre più insicuro e triste.
THABO
Io non capisco, ma questa partita tra bambini
si gioca in notturna?
UOMO IN TUTA
Tu fai troppe domande,
Pocket coffee...
THABO (mormora)
...E tu mai una risposta
bisteccone...
UOMO IN TESTA
Beh? Rispetto, eh?
Vieni che ci andiamo a rifocillare
che magro come sei...
THABO
Io non mi voglio
friciolli.. cifrolli...
UOMO IN TUTA (trascinandolo)
Oh insomma quante storie
vieni e basta!
Gli occhioni neri di Thabo, appena entrati nell’autogrill si spalancano sempre più perplessi.
Luci basse e una clientela un po’ inquietante: camionisti assonnati, coppiette anche un
po’equivoche, turisti pittoreschi colti dalle prime ore della sera.
UOMO IN TUTA
Vuoi una coca?
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THABO
Non voglio niente
UOMO IN TUTA (alla cassiera)
Una coca e un caffé per me
Thabo dal basso in alto guarda sempre più angustiato il suo accompagnatore.
L’uomo fa salire Thabo col bicchierone di coca cola su uno sgabellone in un angolo
appartato dell’autogrill. E guardandosi in giro circospetto, attento che nessuno lo abbia
notato
UOMO IN TUTA (a Thabo)
Aspettami qui, vado un attimo in bagno...
(diventando improvvisamente severo)
Mi raccomando non ti muovere da qui
per nessuna ragione!!!
Thabo non sospetta ancora nulla e resta lì concentrato sulla sua cannuccia, tenendo stretto
tra le gambe il suo borsone. Ma più l’uomo si allontana più possiamo intuire le sue perfide
intenzioni.
Dopo qualche istante, infatti, lo vediamo fuori dell’autogrill spiare furtivamente Thabo. Poi
accelera il passo e raggiunta l’auto, monta in tutta fretta e riparte a tutto gas.
Scena 8
Dormitorio impianto sportivo (interno notte)
Un vecchio capannone è stato trasformato e adibito a dormitorio per i piccoli calciatori del
vivaio.
Tra gli altri ragazzini addormentati vediamo Rocco molto inquieto, fissare costantemente la
brandina vuota accanto
alla sua e sporgersi ogni tanto a guardare gli scarpini abbandonati accanto al letto che
apparteneva a Thabo.
Richiamato dall’agitazione di Rocco, un altro ragazzino dai tratti tipici sudamericani, lo
apostrofa da un lettino accanto.
HERNESTO (in un italiano approssimativo)
Ma que tiene esta noce ,Roco?
El diablo en corpo
ROCCO
E’ per Thabo.
Dopo la doccia non l’ho visto più
HERNESTO
Qui es Thabo, quello che clamano
Pasta e fagioli?
ROCCO (con nostalgia)
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Sì, era la sola parola di italiano che
sapeva dire quando arrivò qui.
Non lo vedi che il suo letto è vuoto?
HERNESTO
Non te preoccupe.
Reternorà, qui vanno e vengono
continuamente. Qui sas forse è partito emprovvisamente
por un otra squadra.
ROCCO
Ma no...non lo vedi ?
I suoi scarpini sono ancora qua.
E poi Thabo è un amico
non sarebbe andato via
senza salutarmi...
HERNESTO (stanchissimo)
Ok ok
Dormimo ora
ne parliamo magnana,
va bien?
Scena 9
Autogrill (interno \ esterno giorno)
Il piccolo Thabo, arrampicato su quell’alto sgabellone con ancora la sua coca davanti su un
trespolo, ha ceduto al sonno. Ha la piccola testolina nera appoggiata alla mano e, nel
dormiveglia in preda ad un sogno angoscioso ripete con triste dolcezza
THABO (mormora tra sé)
Io non riesco a ingrassare
...non riesco...che ci posso fare...
non riesco...
D’un tratto viene risvegliato dalla voce festosa di un gitante
GITANTE
Venite, vi offro la colazione!
Thabo ha come un soprassalto e guardandosi intorno smarrito e impaurito, vede l’autogrill
che alle prime luci dell’alba si sta animando dei primi clienti.
Questo lo fa sentire ancora più solo; forse è il primo momento in cui realizza ciò che gli sta
accadendo.
Smonta dallo sgabello e febbrilmente scruta in giro in cerca di quella canaglia del suo
accompagnatore.
Quindi piccolo e magrolino percorre tutti i vani dell’autogrill che è un vero labirinto. Persino
i peluche sembrano giganteschi in confronto a lui. Assiepato tra gli scaffali in cerca di un
volto amico.
BAMBINO
Guarda mamma, beeeello!
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Dai,me lo compri
Un piccolissimo ingenuo cliente prende Thabo addirittura
per un altro pupazzo in vendita.
Sono momenti di crescente terrore non sa a chi rivolgersi e se qualche cliente o inserviente
gli si avvicina per porgergli aiuto, Thabo si svincola, presagendo una sorte anche peggiore
per lui.
Alla fine si rifugia nelle toilette, un po’ per evitare altri brutti incontri e un po’ alla ricerca
ormai senza speranza del suo odiato accompagnatore.
Ad un tratto gli si illuminano gli occhietti nerissimi. Vede spuntare da sotto la porta di una
dei bagni, i pantaloni blu di quella tuta che lui ben conosce.
E facendo esplodere tutta la rabbia accumulata in quei momenti di terrore.
THABO (gridando)
Sei qui!!! Ti ho trovato
brutto bastardo razzista!!!
Gli altri avventori si voltano spaventati e scandalizzati dalla scena.
Ma la porta del bagno si apre lentamente e ne esce allibito, con i suoi strumenti da lavoro,
un povero idraulico, per giunta di colore.
IDRAULICO (timidamente)
...Prego?
Thabo sconsolato è uscito dall’autogrill. Ovviamente non ritrova più in parcheggio l’auto
della società sportiva.
Sembra ancora più piccolo nel viavai frenetico di veicoli sull’autostrada.
Rabbia, smarrimento, disperazione sono le espressioni che si avvicendano sul suo visino.
Ad un tratto però si blocca notando qualcosa che lo atterrisce ed insieme lo mette davanti
alla realtà, mostrandogli e chiarendogli la sua misera sorte.
Un piccolo cagnolino, un bastardello spaurito e affamato abbandonato sull’autostrada con
un collare legato al guardrail.
Thabo quasi rivedendosi resta immobile, impietrito a guardarlo.
Dopo qualche minuto di insostenibile amarezza, Thabo si avvicina al cagnetto e slegandolo
gli sussurra carezzandolo
THABO
Io ti porterei con me
ma dove..
Con immensa tristezza cerca di indirizzarlo verso l’autogrill,
al sicuro.
In quel mentre fa il suo ingresso sul piazzale un rumoroso e pittoresco pullman di tifosi del
Catania.
Sul visino di Thabo, che forse ricorda in quel momento il suo amico Rocco, ricompare un
debolissimo sorriso.
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Scena 10
Impianto sportivo (esterno giorno)
Sul campetto di calcio stanno per ricominciare gli allenamenti dei giovanissimi calciatori.
Rocco però in disparte con il suo “collega” Hernesto, è ancora più inquieto della sera
precedente. I due confabulano tra di loro
HERNESTO (cerca di dissuaderlo)
Dai Rocco già me hai fatto passar
toda la noche en blanco...
Su vedrai che retornerà.
Non puoi mica lasciare la escola,
le regole sono clare
se te ne vai non retorni più...!
Tu vuoi proprio renunziar a todo questo
por il tuo amigo
por “pasta e fagioli”
ROCCO
Te l’ho detto, Hernesto.
Conosco Thabo e conosco i loro metodi...
(ammicca rivolgendo lo sguardo allo staff tecnico)
Quello che mi chiedo è dove sarà!!!
Oggi dovevamo anche andare insieme a...
Pronunciando queste parole il suo viso s’illumina, forse sa dove può ancora ritrovare il suo
amico, è una flebile speranza ma...
Contemporaneamente ad interrompere i pensieri di Rocco giungono le urla dell’ allenatore.
ALLENATORE
Su su sveglia, muoversi lumache!
Cominciamo con una bella sgambata
per il campo!
(scandisce ritmicamente)
Un due tre
via via via via
Rocco ha deciso, gli è tornato il sorriso sulle labbra e corre molto più dei suoi compagni.
L’allenatore lo nota perplesso, continuando a impartire ordini.
ALLENATORE
Su su
più veloci
via via via
Uhe, dico a te, ma dov’è che va quello??!!
ROCCO (raggiante)
Viaaaaaa!!!!
Rocco prende in fretta il suo borsone da una panchina a bordo campo e continuando la
frenetica corsa fugge via dal campo.
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Scena 11
Piazzale entrata Stadio di calcio (esterno pomeriggio)
Rocco scende da un auto che gli ha dato un passaggio. Si ritrova nella città del nord che
questo turno di campionato ospita il suo Catania
ROCCO
Grazie ancora del passaggio
AUTOMOBILISTA
E sempre forza Atalanta!!!
Il piazzale è quasi deserto. La partita è già cominciata. Si sente solo il ronzare di
RADIOLINE
e piccoli televisori sintonizzati sulla cronaca sportiva della partita in corso.
Di tanto in tanto riecheggia
(f.c.) ULULARE DELLE TIFOSERIE
all’interno dello stadio che commentano le varie fasi di gioco.
Man mano che si avvicina alla biglietteria dello stadio, Rocco scorge un piccolo capannello
di persone che circonda non si sa chi. Si scorge solo un pallone di cuoio che ritmicamente
rimbalza e vola sulle teste degli astanti.
Rocco sorride istintivamente perché ha quasi un presentimento.
Avvicinandosi di più infatti vede Thabo esibirsi in palleggi ed altre evoluzioni col palloni
ROCCO (a gran voce)
Thabooo!
I due scostando la piccola folla corrono ad abbracciarsi
ROCCO e THABO (all’unisono)
Ma che ci fai qua?!
E ridono per aver pronunciato insieme la stessa domanda.
I due ragazzini, dopo i primi istanti di gioia e commozione, possiamo intuire dalle loro
espressioni che si raccontino
le loro ultime vicissitudini.
Non udiamo le loro parole, perché all’interno dello stadio si sta vivendo una cosiddetta fase
calda di gioco.
Si alza il volume delle
RADIOLINE e CORI DEI TIFOSI
Allora i due amici, spinti proprio dalla felicità di rivedersi, come per festeggiare il loro
incontro, seguendo la
RADIOCRONACA
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Anche senza pallone si mettono a mimare e a riprodurre le azioni che si svolgono in campo:
finte, dribbling, colpi di testa, sotto gli occhi divertiti della gente presente.
Persino gli autisti dei pullman smettono di lavare i vetri per godersi lo spettacolo di quei
due fenomeni.
Lo show si conclude con una favolosa sforbiciata di Thabo (girata al rallenty) che coincide
con un
GOAL!!!!!!!!!!!!!!!
(urlato un po’ da tutti Tifosi, radio e i 2 amici)
Per la felicità di questo goal immaginario Rocco e Thabo si abbandonano a capriole e infine
finiscono abbracciati e sdraiati in terra.
In quel momento i loro occhi rivolti al cielo vedono sfrecciare un aereo di linea che lascia
una lunga scia tra le nuvole.
Scena 12
Vano carrello Air bus (interno.....)
Yaquine e Fodè un po’ sconvolti dal
RUMORE ASSORDANTE
DEI MOTORI
tremano anche per il freddo. Ridendo infilano i piedini l’uno sotto i panni dell’altro.
Ma nonostante la loro assurda situazione i loro volti sono quasi sognanti
VOCE BAMBINO ( legge f.c.)
“Alle loro eccellenze i signori membri
e responsabili dell’Europa...”
Scena 13
Piazzale Stadio (esterno pomeriggio)
Si è avvicinato a Rocco e Thabo l’autista del pullman del Catania, un po’ incuriosito. E’ un
personaggio pittoresco e anche simpatico nonostante le sue idee non proprio progressiste.
AUTISTA
Ma chi siete voi due picciriddi?
Artisti girovaghi saltimbanchi?
ROCCO
E’ lunga da spiegare...
diciamo due calciatori pentiti
Rocco si consulta a bassa voce con Thabo e cerca di conquistarsi la solidarietà del
compaesano puntando su un po’ di campanilismo.
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ROCCO (accentua il suo dialetto)
Senta vossia mi sembra
una persona, come dire...
‘na ‘nticchia più gentile degli altri.
Nun è che ci facesse ‘o favore de riportarci
a Catania? Alla me casa?
AUTISTA (si illumina)
De Catania sei ??!!
ROCCO
Te sembro de Beggamo ? Al massimo de beggamotto...
Ridono insieme e l’autista sembra averlo preso in simpatia.
ROCCO
A Catania ave ‘nu zio che tene
‘o bar abbasscio alla salita de...................
AUTISTA
Non mi dire!!!!
Fussi ‘o nipote de
Don Tanino Abba?!!!
ROCCO
Immancabilmente!
Quello dello Very Chic Super Bar.
Tanino Abba, proprio isso.
AUTISTA
‘O famosissimo Very scicco superbar
...’a granita più fetusa de Catania!
Ma dimme ‘na cosa,
pure a iddu, sto cosu neru, aggia portari.
Così a prima vista nun me pare propriamente
de Catania...
ROCCO (da l’out out risoluto)
E’ il mio più caro amico!
O tutti e due o nente!
AUTISTA (storcendo un po’ la bocca)
E vvvabbene!
Sti cosi neri
da quando ‘so diventati
presidenti americani
in onni vvai li trovi!
Prima di salire sul pullman con il suo amico, Thabo incuriosito domanda a Rocco
THABO
Scusa Rocco...
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Very chic Super...
Cos’è ‘sto posto dove sta tuo zio?
ROCCO
Nente!
Che lo poteva mai chiamare
“Bar- Abba”??!!
Ridendo montano insieme sul pullman.
Scena 14
Pullman (interno –sera)
Thabo e Rocco sono seduti accanto al conducente, mentre il pullman fila nella notte verso il
sud. Mentre i tifosi catanesi continuano i loro cori scalmanati, l’autista per non annoiarsi
alla guida, ha attaccato un bottone ai due ragazzini, quasi un monologo strampalato
AUTISTA
Oh chiariamo, io non sono razzista,
mai lo fui!
Pe mia
tutti uguali sono:
bianchi,niri, arancioni,
rom, rumeni, rumanisti
tutti uguali pe’ mia...
Peqquanto
bisogna pure riconoscere che
noi italiani d’Italia
un po’ più uguali lo siamo....
(poi ci ripensa e aggiungi)
Peqquanto
puro ‘o continente...
diciamo che noi siculi siciliani
siamo na ‘nticchia più uguali rispetto a ‘o continente....
(ci ragiona ancora su)
Peqquanto
pure ‘a Sicilia...
diciamolo... rispetto ai palemmitani ai messinesi...
noi catanesi più uguali siamo...
Ca poi pure a Catania...
che dici tu...? (interpellando Rocco)
ROCCO (gli rifà il verso ironico)
Peqquanto!
Sospettando di essere preso in giro, l’autista ribadisce
AUTISTA
Oh sia chiaro,
io razzista mai lo fui.
ROCCO e THABO (all’unisono)
Nooooo!
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I tifosi festanti improvvisano sul pullman una tammuriata
battendo sguaiatamente sul
TAMBURO
accompagnandolo con
SLOGAN E CANTI
Thabo li ascolta un po’ critico e assordato.
Quindi di sua iniziativa prende anche lui uno di quei tamburelli e con le manine e i gomiti li
suona come fossero dei veri bonghi. La tifoseria si azzittisce incantata dalla musicalità del
ragazzino.
Ma Thabo presto torna triste e va a sedersi sul suo sedile in preda ai suoi pensieri.
Il pullman continua il suo viaggio nella notte.
Rocco si è addormentato scomodamente sul sedile. E una tifosa notando Thabo, che con i
suoi bellissimi occhietti neri
spalancati guarda pensieroso e malinconico dal finestrino,
gli si avvicina e maternamente gli domanda
TIFOSA
E tu picciriddu, tutto solo stai?
Che ce venisti a fare fino a qui?
THABO (sorridendo ma triste)
A giocare...!
Proprio in quel momento il pullman imbocca una galleria e quel buio improvviso assale il
ragazzino come un terribile ricordo
A STACCO SU
Scena 15
Porto di Genova\ Impianto sportivo (interno-esterno giorno)
E’ una sequenza fatta da rapidi flash che raccontano espressionisticamente il duro cammino
che ha portato Thabo fino a quando lo abbiamo conosciuto.
Le scene mute si avvicenderanno a ritmo crescente, accompagnate da un
PEZZO MUSICALE
che comunica un angoscia e un disagio progressivo.
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Si comincia con un container sollevato da una nave con una mostruosa gru che lo posa a
terra. Le operazioni “di sbarco”sono dirette da una giovanissima addetta in una sala dei
bottoni.
Appena a terra, escono spaventati e tramortiti dal viaggio alcune aspiranti prostitute già in
abiti da lavoro, dei futuri venditori ambulanti e mendicanti e per ultimo il magrissimo e
spaurito Thabo.
L’arrivo al campo dell’impianto sportivo non è meno traumatico. Nella nostra memoria
cinematografica somiglia più a un campo di concentramento che a un luogo di svago.
Allenamenti durissimi, esercizi estenuanti e quasi un po’ sadici. Ogni tentativo di giocare col
pallone da vero funambolo viene subito interrotto bruscamente dal severissimo allenatore
delle giovanili.
Unica nota lieta: i primi sorrisi e cenni d’intesa tra Rocco e Thabo, destinati a diventare
amici.
In un ambulatorio del complesso sportivo Thabo viene fatto salire su una bilancia, che tra
gli sguardi di disapprovazione dei medici segna solo 33 kg.
Smorfia di dolore di Thabo che viene martirizzato da continue flebo.
Alla mensa Thabo sempre più sconsolato è l’unico dei piccoli calciatori ad avere il piatto
pieno davanti a sé, senza riuscire a toccare niente.
Alla fine passa tutto il suo pranzo a Rocco, prima che i loro guardiani se ne accorgano
La bilancia segna sempre inesorabilmente 33 Kg.
Ultimi durissimi allenamenti, quelli ai quali abbiamo assistito all’inizio del film.
Rivediamo il dirigente in giacca blu confabulare con l’uomo in tuta. La sorte di Thabo è
segnata.
Scena 16
Strade di Catania (esterno-giorno)
Rocco e Thabo sono appena scesi dal pullman e si aggirano per le vie di Catania. E’ una
bellissima giornata di sole e Thabo sorride incantato dall’architettura, le strade antiche, da
Catania in tutta la sua bellezza.
THABO
Ma è sempre Italia qui?
ROCCO
Così dicono...
Te piace, eh?
THABO (divertito gli fa il verso)
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Beddissima!
ROCCO
Che fai, sfotti?
E’ bedda davvero, è casa mia!
La macchina panoramica sugli angoli più suggestivi di Catania, baciata da un sole quasi
africano
I due ragazzi camminano ora per una zona popolare, poverissima della città. Rocco fa un
po’ da Cicerone all’amico.
Ad un tratto Rocco indica una finestra di un caseggiato molto disagiato.
ROCCO
Vedi, Thabo, io lì
sono nato...
THABO
Lassù sta la tua mamma?
ROCCO
Molto più su!
E’ morta poverina,
una domenica di qualche anno fa...
Milan-Catania...6 a zero...
...Tutti perdemmo quel giorno...
THABO
Mi dispiace, Rocco...
Immagino tu e tuo papà...
ROCCO (con disinvoltura)
Noooo, ‘o babbu lo seppe
nel girone di ritorno...
già in prigione stava...
THABO (abbracciandolo)
Mamma mia, Rocco
che brutti ricordi che c’hai?
ROCCO (sdrammatizzando)
Guarda lì invece!
Lì dove ci stanno quei due picciriddi.
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Gli indica uno spiazzo pieno di calcinacci, rifiuti e anche siringhe, dove due minuscoli
bambini si tirano un pallone da calcio.
ROCCO
Di quello sebbo ancora tanti ricordini sui ginocchi...
E’ lì che ho imparato a giocare...
A bassa voce Rocco con tono circospetto da adulto racconta all’amico un segreto del suo
quartiere.
ROCCO (mimando)
Di sera ci si vanno a fare le siringhe...
e di mattina ci giocavamo a pallone...
(conclude scherzando)
...Insomma sempre droga è....
Si allontanano ritrovando il sorriso.
Scena 17
Bar dello zio Tano (esterno-interno giorno)
Insegna malandata del “VERY CHIC SUPER BAR”. Ma il locale non è affatto all’altezza del
suo nome.
Fuori quattro tavolini malandati dove stazionano fissi alcuni vecchi vitelloni del quartiere
(tutti rigorosamente in coppola), all’interno una squallida esposizione di bottiglie e paste
assai poco invitanti. L’unico oggetto che brilla nel locale è un videopoker, dove una fila di
giovani del luogo fa il turno per perdere i loro pochi soldi.
Uno dei clienti seduto al tavolo, riconoscendo Rocco che si avvicina con Thabo, richiama
l’attenzione del gestore all’interno.
CLIENTE (con sarcasmo)
Tanuzzo, arrivò ‘o calciatore...!
2° CLIENTE (ridendo)
Fresco fresco dalla Champions League...
Dal bar esce furente con una lercia divisa da barman un omone, autentico selvaggio con i
modi di un malavitoso insensibile violento, che subito aggredisce il nipote e il suo amico
senza neanche lasciarli parlare.
ZIO TANO
Eccolo qua il fuggitivo!!!
(minacciandolo con la mano)
Vien’ accà vien’accà,
che ti do il premio partita!!!
Rocco commenta piano con Thabo
18
ROCCO
Ecco, aria di casa!
Zio e nipote si puntano e si fronteggiano come in duello rusticano.
ZIO TANO
E mò magari tu volessi
pure i soldi dell’ingaggio vero?
ROCCO (ribellandosi)
Sono soldi miei!!!
Mi hai venduto e li rivoglio,
sono miei!
ZIO TANO (indicando la fronte)
Ccà te li do!!!
Cca te li do!!!
E ringrazia il padreterno che il signor presidente
della squadra non ci fa pagare pure la penale!
Vattinne va
sparisci dagli occhi miei, disgraziato!
...Si è portato pure Ronaldinho come accompagnatore...
ROCCO (quasi piangendo dalla rabbia)
Sììììì, lui è mio parente, non te!!!
Un parente non si vende le gambe del nipote...
Certo che me ne vado ma prima....
Scarta svincolando la grossa figura dello zio, trascinandosi dietro il povero Thabo stravolto.
Rapidissimo entra nel bar e va dritto alla cassa sgraffignando purtroppo solo pochi spiccioli.
ROCCO (a gran voce)
Miei sono!!!
Miei, sfruttatore di minorenni...
Scappa scappa Thabo!!!!
Lo zio tenta di agguantarli e accenna anche una rincorsa poi si ferma a gridare in mezzo
alla piazza.
ZIO TANO
Vattinne!!!
Ladro ladro sei
come tuo padre!!!!
Bravo, coi negri devi stare
coi negri!!!
mentre Rocco e Thabo correndo vertiginosamente stanno sparendo all’orizzonte.
19
Scena 18
Via Etnea (esterno giorno)
Come due fratelli di sangue ormai abituati alle disavventure, Rocco e Thabo hanno percorso
tutta la via Etnea. E si ritrovano proprio in cima immersi in un’odore di zolfo, tra nuvole di
vapore e soffioni di lava.
Per Thabo è naturalmente uno spettacolo del tutto inedito e ne resta affascinato
THABO
Ma che cos’è neve?
ROCCO
Sì, domani...
E’ più facile che nevichi al paese tuo...
E’ lava, Thabo, fuoco liquido...
Hai presente l’inferno? Beh siamo all’inferno...
THABO (triste)
Questo lo sapevo già...
Per fugare questo momento di amarezza, Rocco cerca di consolare l’amico.
ROCCO
Lo sai quando ero picciriddu,
mio padre mi portava qua.
(indicando un punto all’orizzonte)
Guarda, guarda laggiù!
Se non ci sono nuvole, da qui si vede
L’AFRICA!!!
(abbracciandolo)
ROCCO
Capito, Thabo,
si vede casa tua!!!
Torna il sorriso sul volto dei due ragazzi che restano a guardare muti l’orizzonte.
ROCCO
A proposito, ma dov’è esattamente casa tua?
Di dove sei?
THABO
Il mio paese si chiama Ndola
E gli si illuminano gli occhi.
20
ROCCO
Ndola? Mai sentita...
(ripete scherzando) Ndola!
...come nduia ‘o salame piccante...
THABO
Che?
ROCCO
Nente nente scherzavo...
Sì ma dov’è questa Ndola, a sud , al nord?
THABO
Non so.... in Africa
ROCCO
Ah andiamo bene...in Africa...
Che te credi che è San Marino...
Scusi dov’è Ndola?
Al primo semaforo a sinistra...
Ma Thabo interrompe gli scherzi dell’amico, pieno di nostalgia.
THABO
So solo che a Ndola
c’è il più bel cielo che abbia mai visto?
ROCCO (colpito da queste parole)
Davvero?
Più bello di questo?
THABO
Non lo so...
ma è il mio...!
Che cielo, vorrei che lo vedessi anche tu!
ROCCO (ci pensa, poi)
Che cos’è un invito?
In quel momento sulle teste dei ragazzi passa rumorosamente un enorme airbus che copre
le loro parole
ROMBO DELL’AIRBUS
Ma dagli sguardi felici e pieni di entusiasmo dei due ragazzi,
dal loro abbraccio, si comprende che hanno deciso di intraprendere il grande viaggio.
21
Scena 19
Vano carrello airbus (interno........)
I due bambini africani continuano la loro drammatica trasvolata.
ROMBO DEI MOTORI DELL’ AIRBUS
Fodè tira fuori dalla tasca un pezzo di pane, lo divide in due e lo divora insieme a Yaquine.
Intanto ascoltiamo di nuovo l’incipit della lettera dei due bambini.
VOCE BAMBINO (f.c.)
“Signori membri e responsabili dell’Europa,
è alla vostra solidarietà
e alla vostra gentilezza
che noi gridiamo aiuto per l’Africa
A STACCO
Scena 20
Spiaggia (esterno-giorno)
Rocco e Thabo guardano estaticamente il mare in una spiaggia poco lontana dal porto.
Rocco scrutando l’orizzonte, commenta incantato
ROCCO
L’Africa!!!
Sarò il primo italiano
ad andare a giocare a pallone
in Africa
THABO (prendendolo in giro)
Più fesso di così...
Ridono insieme
ROCCO (tornando serio)
Thabo, hai visto, qui poi
non è che si campi molto meglio
che a ‘Nduia...
THABO (lo corregge)
‘Ndola!
ROCCO (malinconico)
22
Sì, vabbè come se chiama...
La casa non è dove sei nato,
la casa è dove ti vogliono bene...
THABO
Conoscerai Pasta e fagioli!
Ricordi? Te ne ho parlato, quell’italiano
che mi insegnò a giocare a football.
ROCCO (divertito)
Certo è incredibbele...
Pure a N’dola ce trovi gli italiani!!!
(ridono ancora)
Sì meglio così,
almeno respirerò
un po’ d’aria nuova....!
Ma in quel mentre si scorge all’orizzonte un gommone carico di emigranti clandestini. I due
ragazzi incuriositi
osservano la scena.
MOTORE DEL GOMMONE
Ma quasi li stessero aspettando, piomba da dietro la spiaggia una pattuglia della polizia che
entra velocemente in acqua per arrestarli. I clandestini si tuffano cercando di disperdersi e
non farsi acciuffare. Di fronte a questo spettacolo...
ROCCO (ripete le sue ultime parole)
...Un po’ d’aria nuova...
(poi intima)
Aria!!! Thabo aria!!!
E i due fuggono prontamente in direzione contraria.
Scena 21
Porto (esterno- pomeriggio)
Rocco e Thabo si guardano in giro un po’ spaesati in mezzo alla confusione del porto
siciliano.
Thabo si incanta un attimo a fissare una grossa gru che scarica una nave. Possiamo
immaginare cosa provi nel rivedere quel aggeggio mostruoso.
Rocco intanto sta parlottando con un mozzo, che dopo aver
23
intascato qualche euro dal ragazzino siciliano, li rassicura mettendo loro una mano sulla
spalla.
MOZZO (con accento genovese)
Non preoccupatevi,
è la mia specialità...
Qui al porto mi chiamano
“Traghetto”
E furtivamente li fa penetrare nella stiva di una grossa nave
dove campeggia la scritta: Catania-Tunisi.
Scena 22
Stiva nave (interno- notte)
Rocco e Thabo hanno ritrovato un po’ di serenità. La nave è partita e loro stanno divorando
merendine cioccolato e altro.
THABO(furbescamente)
...Beh però gentile tuo zio...
ROCCO (facendo il gesto delle botte)
Come no?
Mi ha sempre riempito di regali...!
Thabo tira fuori altri generi alimentari
ROCCO
Accidenti
ma che hai per tasche una 24 ore?!
Intanto si avvicina a loro il mozzo con una vasta carta geografica da marittimi.
MOZZO
Ragazzi, io a questa ‘Ndola
proprio non la trovo...
Ho letto i nomi anche delle cacatine di mosca
qui sulla carta, ma ‘Ndola...nisba. (a Thabo)
Sei sicuro che esiste?
THABO
Io esisto, no?
Si sente ad un tratto la
24
SUONERIA DI UN CELLULARE
(Sciuri Sciuri)
Rocco estrae dalla tasca il cellulare e legge sul display la parola ZIO.
THABO
Chi ti chiama?
Rocco facendosi scuro in volto commenta
ROCCO
Un parente....
Lontano...
Si affaccia verso l’esterno della nave e butta il cellulare tra le onde.
Scena 23
Porto- Parcheggio (esterno-giorno)
La nave di Rocco e Thabo è approdata in Africa.
Un enorme moltitudine di gente staziona sulla banchina-parcheggio.
Uscendo dalla stiva i due ragazzi sono letteralmente accecati dal sole. Perciò con le fessure
degli occhi si guardano in giro spaesati e presto vengono divisi dalla folla.
Tutti si salutano e si abbracciano, chi ritrova i suoi cari, chi carica o scarica camion.
Soltanto Rocco e Thabo non hanno nessuno al mondo.
Travolti dalla confusione si perdono di vista ed iniziano a chiamarsi
ROCCO
Thabooo!
THABO
Roccoooo!
Mentre Rocco si è avvicinato, come attratto, ad un cammelliere....
Thabo ad una fermata di pullman chiede inutilmente informazioni
THABO
Scusate per ‘Ndola...?
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‘Ndola
Quando finalmente, in un idioma incomprensibile, qualcuno gli indica il primo pullman in
partenza, si volta a cercare Rocco e vede che litigando e dopo lunghe contrattazioni, il suo
amico tutto eccitato è riuscito a montare su un cammello.
THABO
Rocco, che fai, giochi?!
Vieni si parte!!!
Su presto!
Scena 24
Tetto del pullman (esterno-giorno)
Rocco e Thabo hanno trovato posto solo sul tetto che è diventato una specie di bagagliaio.
Altri viaggiatori una donna che allatta il suo bambino, due capre e un vecchio
addormentato.
Il panorama dalla loro postazione è inquietante per povertà e degrado, ma anche uno
spettacolo unico della natura africana.
Dopo un po’ Thabo rivedendo i luoghi che gli ricordano casa
commenta con Rocco
THABO
Però, bello,. eh....?
ROCCO (frastornato)
Sì, è il niente più bello
che abbia visto in vita mia...!
Quando le due caprette, una bianca e una nera, iniziano a “brucare” dalle mani dei due
ragazzini, Rocco indicandole a Thabo, commenta
ROCCO
Guarda, Rocco e Thabo...
I due ragazzi si sorridono.
26
Scena 25
Oasi \ Rifugio (esterno \ interno – giorno)
Rocco e Thabo mezzi nudi stanno finalmente bevendo e rinfrescandosi sotto l’acqua di
fontanella.
Da una specie di rifugio un po’arrangiato arriva ai ragazzi
una strana voce da speaker
SPEAKER (f.c.)
Notiziario delle ore...
Rocco e Thabo incuriositi entrano a vedere
Il locale è praticamente diviso in due: un normale spaccio e sul retro, tra manifesti di
leader neri, fax, computer e microfoni è sorta la redazione di una piccola radio.
Il gestore del rifugio appena li vede chiede a Rocco e Thabo
GESTORE
E voi chi sareste?
ROCCO
Noi saremmo due che
hanno fame...
A STACCO
Rocco e Thabo stanno letteralmente divorando da una stessa scodella un abbondante cous
cous.
Sul bancone in cambio hanno depositato ciò che rimane della roba sottratta allo zio.
GESTORE
‘Ndola avete detto?
Ho già detto a mio figlio Philippe
di fare qualche ricerca
via radio
Ma intanto consulta anche una cartina aperta sul suo bancone.
GESTORE ( a Thabo)
Tu non hai proprio idea
di quanto disti
da qua?
27
THABO (buttandosi)
Ma non so...
diciamo cento duecento chilometri...
Entra Philippe il figlio del padrone portando con sé alcune carte.
PHILIPPE
Volete dire mille ...duemila!
Ragazzi, è praticamente
un’impresa impossibile!
PHILIPPE
Si tratta di percorrere uno di quei
lunghissimi camminamenti
che qui chiamano i sentieri delle scarpe...
Mentre Philippe parla Rocco e Thabo si guardano negli occhi certamente preoccupati ma
anche cercando di darsi coraggio a vicenda anche solamente con lo sguardo.
PHILIPPE
E’ una strada per predoni, pastori,
uomini del deserto...
non per ragazzini...
(segnando il percorso sulla mappa)
E poi è anche un viaggio senza meta:
ce ne sono almeno tre di villaggi
che si chiamano ‘Ndola
a sud del Sahara....
Rocco vedendo che Thabo sta quasi per piangere, cerca di sdrammatizzare
ROCCO
Vabbè e noi mica c’abbiamo fretta...
E poi, si sa, i calciatori
c’hanno i piedi buoni...
pure senza scarpe...
PHILIPPE
Ma non capite?
Non ce la farete mai!
Su queste parole Thabo senza neanche farlo finire prende la carta geografica assieme al
suo borsone e si incammina.
PHILIPPE
Ma che siete pazzi, disperati?!
ROCCO
Un po’ di tutto...
28
Salutammo...
E raggiunge il compagno.
Li vediamo allontanarsi lungo questo sentiero. Per rendere meno duro il cammino, Thabo
tira fuori dal borsone il pallone e i due ragazzi cominciano a farsi piccoli passaggi.
Philippe ha inforcato una cuffia e davanti al microfono scandisce come uno speaker
PHILIPPE
Ogni anno approdono in Africa
decine di navi cariche di rifiuti tossici.
Stanno trasformando il nostro continente
in un’immensa pattumiera.
E’un carico di odio e di morte
che ci regalano.....
Alla voce dello speaker si unisce fino a coprirla
IL CANTO DEL MUEZIN
In quel mentre vediamo due puntini in lontananza giocare a pallone tra le dune, la scia
bianca di un aereo solca il cielo.
Scena 25
Vano carrello airbus (interno........)
All’interno dell’aereo Yaquine e Fodè dormono abbracciati.
E quasi fosse un loro sogno vediamo attraverso
IMMAGINI DI REPERTORIO
la scia dell’aereo attraversare i resti di un quartiere di Baghdad, poi il muro grigio che
divide Gaza ed infine una misera scuola tra le montagne del Nepal
Anche su queste immagini risentiamo la solita voce infantile declamare
VOCE BAMBINO (f.c.)
“Alle vostre eccellenze
i signori membri e responsabili...”
29
Scena 26
Sentiero delle scarpe (esterno-giorno)
Il cammino di Rocco e Thabo è sempre preceduto dal pallone. Intorno a loro solo dune. I
due ragazzi sembrano già un po’ provati e per non perdere l’entusiasmo giocano così:
ROCCO (interroga l’amico)
Allora ITALIA –GHANA ,
formazione dell’Italia...
questa non è difficile giochi quasi in casa
THABO ( si concentra)
Allora... Buffon-Cannavaro-Grosso-Zaccardo-Nestad...
ROCCO
Nesta non Nestad,
giocava con noi mica col Ghana
...E attento a come pronunci Pirlo
THABO
Pasta e fagioli li sapeva tutti a memoria
ROCCO
Per favore non nominarlo più
né lui, né altri generi alimentari,
che io il cous cous è da quel dì
che l’ho digerito...
Scena 26 A
Altro paesaggio desertico (esterno giorno)
Cambio lo scenario ma i due ragazzini non incontrano mai nessuno sulla loro strada. Sono
visibilmente stanchi
THABO
....Totti Toni e Gilardigno.
ROCCO
Gilardino de Biella jè...
Guardandosi in giro e non vedendo che dune
ROCCO (ironico)
Certo che c’è un bel passeggio
30
da queste parti...
Pare lo struscio de l’ora de punta...
Thabo richiama la sua attenzione
THABO
Rocco, guarda lì!
Uno strano personaggio compare all’orizzonte. Un pastore allampanato che, trascinandosi
un cammello, se ne va ramingo per il deserto, come se conoscesse la strada a memoria.
Subito i due ragazzi iniziano a corrergli incontro
ROCCO e THABO (a gran voce)
Ehi ehi...
Senta...
Scusi...
Riescono a fermarlo, ma il pastore da’ loro la mano, non si stacca, ma non proferisce verbo
THABO
Ci sa indicare la strada per
‘Ndola
ROCCO (lo aiuta ripetendo)
‘Ndola ‘NDOLA!
Me capisti? ‘Ndo-la
Thabo prova a chiederglielo anche in altre lingue, ma il pastore non batte ciglio.
ROCCO (sbracciandosi)
‘Ndo......la
‘Ndo..........La!!!!
Il pastore riprende la via imperturbabile
ROCCO (commenta ironico)
Nente...E’ stato un piacere...
Mi raccomando telefoniamoci...
Muto era...
de origini siciliane doveva essere...
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Scena 27
Deserto (esterno – sera)
E’ calata la sera sul paesaggio desertico.
Rocco stracco butta il borsone per terra, arrendendosi alla stanchezza.
ROCCO
Che dici ci fermiamo?
THABO
Sì tanto con questa poca luce
rischiamo solo di perderci.
I due si siedono per terra a massaggiarsi le gambe e i piedi.
Si cominciano a sentire in lontananza strani
VERSI DI ANIMALI
ROCCO (un po’ preoccupato)
E chi so’ questi?
C’è pericolo?
THABO
Noooo
ROCCO
E poi anche loro tra un po’
andranno a dormire, no?
THABO
Non dormono mai
ROCCO
Ecco questa è una bella notizia...
Senti per sicurezza
facciamo dei turni...
THABO
Ok, tu sei più stanco
le prime due ore dormi tu...
ROCCO
No no non facciamo complimenti,
le prime due ore dormi tu
THABO
No che complimenti...
comincia tu a dormir....
Crollano addormentati entrambi uno addosso all’altro.
32
Scena 28
Deserto (esterno giorno)
I volti beati di Rocco e Thabo ancora nel mondo dei sogni
vengono svegliati di soprassalto dal
RUMORE ASSORDANTE
DI UNA RUSPA
Un enorme mostruosa scavatrice estrae petrolio dalle sabbie del deserto.
Rocco e Thabo saltano come molle e si nascondono dietro i macchinari, quasi si trovassero
di fronte a un animale feroce.
Poi ancora intimoriti, guardando di lontano degli uomini tipicamente americani , si
consultano tra loro
ROCCO
Che dici, chiediamo aiuto?
THABO
A quelli?
ROCCO
Sì hai ragione,
ripartiamo.
Noi non abbiamo
bisogno di fare il pieno...
Senza farsi notare i due ragazzi si incamminano per la loro strada.
THABO
Quelli il mio villaggio non lo conoscono di sicuro
La grossa ombra di due ali di aeroplano incrocia il percorso di Rocco e Thabo.
Scena 29
Vano carrello airbus (interno..........)
Nel carrello dell’aereo un brivido di freddo scuote Fodè che si stringe ancora di più a
Yaquine che è caduto in un torpore
profondo
VOCE BAMBINO (f.c.)
“Alle loro eccellenze i signori membri
e responsabili dell’Europa....”
33
Scena 30
Deserto \ Chiesa-capanna (esterno \ interno- giorno)
Rocco e Thabo camminano stancamente dietro il loro pallone. Il sole è a picco.
ROCCO (con un filo di voce)
Io me rimpiangevo tanto Catania
adesso sento la nostalgia della
nebbia in val padana
THABO
Guarda lì, che cos’è?
Dietro una duna vedono pararsi di fronte a loro una strana capanna costruita però con la
cura e la devozione di una chiesa.
Incuriositi e anche incantati si avvicinano
ROCCO
E’ un miraggio?
THABO
No, è una chiesa.
Con timore e rispetto Thabo si toglie le scarpe ed entra “religiosamente” dentro la capanna,
seguito da Rocco.
I due ragazzi ammirano con stupore e commozione uno strano altare che raccoglie i
simulacri ed ex voto più diversi. E soprattutto moltissime foto di bambini di tutte le
razze.
ROCCO (esclama tra sé)
Oh Gesù...!
MISSIONARIO (f.c.)
Non nominatelo invano!
...Da queste parti è un po’ duro di orecchie...
Si avvicina alla cappella un missionario vestito con una lacera tonaca che porta con sé una
sporta di viveri.
Ha un aspetto ascetico e un po’ spiritato (sul tipo di Simon del deserto).
MISSIONARIO
Vi siete persi, vero?
E’ il destino di tutti i piccoli!
34
I guai cominciano quando ritrovate la strada...
Rocco e Thabo si guardano perplessi. Poi Rocco timidamente tenta un approccio
ROCCO
E’ italiano, lei!
MISSIONARIO
Sì sono italiano come te... (e a Thabo)
...e anche africano come te!
Sono un po’ indio, ebreo,mussulmano...tendente all’extraterrestre...
Rocco cercando di non farsene accorgere si picchia con un dito la tempia, per commentare
con Thabo che quel frate è mezzo matto.
Anche se di spalle il missionario intuisce
MISSIONARIO
Sì, lo so mi si legge in faccia la follia...
La sua perspicacia colpisce i due ragazzi
MISSIONARIO
...Sulla vostra invece si legge la fame!
Su mangiate...
Mette davanti a loro i suoi viveri e Rocco e Thabo non se lo fanno dire due volte.
MISSIONARIO
Non vi fate pregare, eh?
Neanch’io , non basta più pregare...
THABO (tra un boccone e l’altro)
Scusi Padre... Lei si chiama padre ...?
MISSIONARIO
Lascia perdere i nomi. X, chiamami padre X...
THABO
Dicevo, ma che chiesa è questa?
Ci sta Gesù, Buddha, Maometto... tutti insieme...
MISSIONARIO
Perché li preferisci uno contro l’altro?
Però se guardate bene il Cristo, Siddharta, Maometto
sono tutti bambini...
ritratti di messia da cuccioli...
Qui non troverete croci!
Nessuna immagine di morte!
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ROCCO (lo interrompe un po’ confuso)
Scusi X...(si corregge)
sì vabbè insomma padre...
ma lei che ci fa qui?
MISSIONARIO (con amarezza)
Pensavo me lo spiegaste voi...
Tanti anni fa sono venuto qui,
credendo soprattutto nell’uomo...
Ma poi non ho perso la fede, ho perso
la speranza!
(alza la voce )
Cosa vuol dire aiutare??!!!
Aiutare!!!
Avanti ditemelo voi!!!
Cosa vuol dire?!
ROCCO e THABO (sconcertati)
Aiutare?
Beh.... boh...
Ci da’ un aiutino...?
Ma padre X neanche li ascolta e continua la sua strana predica-monologo.
MISSIONARIO
E’ così difficile...
Dare qualcosa agli altri...ma cosa?
Pane, cultura, benessere,benzina...
E’ così sono rimasto qui,
come una pietra, come una pianta secca...
a guardarmi il deserto,
cercando di togliermi tutto l’orrore dagli occhi!
Siccome Rocco e Thabo continuano a guardarsi sempre più sconcertati, padre x, mostrando
le foto di tutti i bambini che adornano il suo altare, spiega loro
MISSIONARIO
L’uomo potrebbe...dovrebbe essere questo!
Dopo quello che ho visto, non ci credo più nell’uomo...
Io credo solo in questi!
Solo in voi!
I signori del mondo,
gli uomini più potenti della terra
dovranno sempre fare i conti con voi!!!
36
ROCCO (gli scappa)
Azz...!
Poi cercando di far ritornare in sé il frate
ROCCO
Sì vabbè, tutto giusto, Padre X,
ma noi altri c’avremmo un problemino...
Diglielo tu Thabo...
THABO
Sì, noi stiamo cercando di tornare
nel mio villaggio,
ci hanno indicato questa via,
ma lei lo sa dove è ‘Ndola?
MISSIONARIO
No, mi dispiace, io non so
nemmeno dove sono io!
Poi sorride loro con tenerezza e li carezza
MISSIONARIO
Ma lo troverete il vostro villaggio,
lo troverete!
ROCCO (scherza sorridendo)
Com’è?
Non l’aveva persa la speranza?
Rocco e Thabo riprendendo i loro modesti bagagli stanno per rimettersi in marcia e
salutano affettuosamente quello strano loro incontro
THABO
Addio Padre X,
e grazie di tutto!
37
ROCCO
La torneremo a trovare...
MISSIONARIO
No, meglio di no...
sarete diventati uomini...
E su queste ultime tristi parole, vediamo i due ragazzi riprendere il viaggio.
Ancora una volta un aereo di linea vola sulle loro teste.
Scena 31
Vano carrello airbus (interno-........)
La sofferenza, il
RUMORE ASSORDANTE
il freddo sono i compagni di viaggio dei poveri Yaquine e Fodè.
Mentre l’amico dorme lamentandosi, Fodè tira delicatamente fuori la sua preziosa lettera e
VOCE BAMBINO (f.c.)
“...è alla vostra solidarietà e alla vostra gentilezza
che noi gridiamo aiuto per l’Africa!”
Scena32
Deserto (esterno- giorno)
I due ragazzi stanno seduti sulla sabbia, si stanno concedendo una sosta. Thabo sta
consultando la carta che gli ha dato Philippe.
THABO (indicando un punto)
Più o meno dovremmo essere qua
ROCCO
Come fai a capirlo è mistero!
Te chiamerò Tom Tom il navigatore...
38
Mostrando delle carovane che in lontananza fanno il cammino inverso al loro.
THABO
Sì comincio a carapez...come si dice?
ROCCO (lo corregge)
...raccapezzatte
THABO
Vedi quelli vengono dal posto
dove dobbiamo andare.
ROCCO ( ironico)
Pure contromano andiamo!!!
Per fortuna che qui di vigili manco l’ombra...
Thabo si accorge che Rocco mentre parla sta lavorando con la sabbia: ha plasmato un
corpo di donna.
THABO
Che cosa stai facendo?
ROCCO (scherzando)
La mia fidanzata...
Se c’era la spiaggia ferrosa
pure la tua facevo...
THABO
Sei davvero fidanzato?
ROCCO
Caquale...
Però pe’ queste cose buona memoria tengo...
Andiamo su rimettiamoci in marcia...
I due ragazzini riprendono il loro cammino e voltandosi verso la sua pupazza di sabbia,
Rocco conclude ironico
ROCCO
E meno male che
39
i calciatori sono piene di donne...
Ciao velina!
Ma fanno solo pochi metri che una
SVENTAGLIATA DI MITRA
li fa saltare bruscamente a terra.
La pupazza è stata distrutta a colpi di mitraglia.
Da dietro ad una duna fa irruzione una squadriglia di ragazzi giovanissimi con le divise da
soldati ed armati
fino ai denti. Un istruttore urla durante l’esercitazione
ISTRUTTORE
Un, deux, trois,
Un, deux, trois!!!!
Rocco e Thabo sono ancora a terra e con le mani si coprono la testa, terrorizzati da quella
scena orribile.
I giovanissimi soldati corrono, strisciano per terra, sparano, proprio come durante le grandi
manovre, ma l’età della truppa rende tutto ancora più agghiacciante.
Thabo fissando il terribile istruttore come in un incubo lo vede trasformarsi nell’odiato
allenatore del centro sportivo.
ALLENATORE (in divisa militare)
Un due tre ingrassa!
Un due tre ingrassa!
La squadriglia si allontana guidata dal loro capitano, ma un gruppetto di mini soldati si
stacca e comincia a prendere di punta Rocco e Thabo ancora a terra.
Sono istanti di terrore. Cinque o sei soldati circondano i nostri Rocco e Thabo, sferrano
calci e puntano contro di loro lanciando
URLA INCOMPRENSIBILI
Rocco e Thabo sono naturalmente terrorizzati
ROCCO
Ma che vonno questi??!!
40
THABO
Non lo so!!!
La squadriglia selvaggia sequestra le loro borse e prende con sé anche il pallone.
A questo punto i due amici si ribellano e si azzuffano con gli aggressori. Riescono a
disarmarne un paio ma presto hanno la peggio.
Rocco il più coraggioso viene scaraventato a terra e Thabo
sotto la minaccia delle armi di un capetto viene tenuto per le braccia da altri due.
Rocco soffrendo per l’amico lo sprona
ROCCO
Thabo resisti!
Ti prego Thabo non mollare...!
Poi gli si illumina il viso, perché ha avuto un’idea e la grida al compagno
ROCCO (a tutta voce)
Thabo, Zidane!!!
Thabo capisce al volo il suggerimento dell’amico e con una testata nel torace mette fuori
combattimento il capo branco.
Quindi vertiginosamente i due recuperano borse e pallone e volano via come il vento.
Scena 33
Rovi e pietre (esterno – giorno)
Rocco e Thabo stanno ancora affannando per la corsa e lo spavento.
ROCCO
Santa Rosalia cose de pazzi
In mezzo alla guerra finii...!
THABO
Uff! Ho avuto una paura bestiale!!!
ROCCO
Più che bestiale...
io una paura intestinale ebbi...!
Guardandosi in giro notano degli strani rifiuti accantonati su un muretto: copertoni,
parafanghi e senza commentare si siedono a riposare
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THABO
Per fortuna ora siamo al sicuro...
Non ha ancora finito di dirlo che sono coperti da un’enorme
ombra e assaliti dal
ROMBO DI UN ELICOTTERO
Dopo di che rimbomba una
VOCE AL MEGAFONO (f.c.)
Attenzione attenzione!
ROCCO (esasperato)
E mo chi è ancora??!!
VOCE AL MEGAFONO (f.c.)
Si consiglia di sgombrare la pista!
Lasciare il passaggio al primo Rally
African Trophy!
ROCCO
Ma vaaaa......!!!!
Per fortuna il
ROMBO DELL’ ELICOTTERO
copre la risposta di Rocco, che cambiando strada assieme all’amico, commenta
ROCCO
Comincia a essere un po’ troppo
frequentato ‘sto deserto...!
42
Scena 34
Deserto (esterno – notte)
Rocco e Thabo esausti attendono la notte. Scambiano poche parole per confortarsi a
vicenda. Si sente nell’aria un acuto miagolio.
THABO
Che cos’è questo rumore?
Cos’è il lontano canto del muezzin?
ROCCO
No, il vicino canto della panza mia,jè...
E’ dall’altro ieri che non mangiamo...
(fantasticando)
Ti ho mai parlato della pasta con le sarde?
THABO
No, mai
ROCCO
Peccato...perchè ora non è
proprio il momento per parlarne...
(dopo un po’)
Qual è il piatto tipico
di ‘Ndola
THABO (ci pensa un po’)
Il piatto vuoto!
Con le poche forze rimaste ne ridono insieme
ROCCO (continuando a ridere)
Allora qui possiamo aprire
un ristorante...a menù fisso...!
Ma poi le risate si spengono e cresce a poco a poco una certa angoscia.
ROCCO
Ma non è che c’è rimasto
qualcosina da mangiare nella borsa?
Thabo ha imparato il gesto tipicamente italiano con l’indice e il pollice per significare niente.
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ROCCO
Che so neanche un biscottino, mezza merendina...
tutto finì?
Vedi, non è proprio fame la mia,
è che sento che gli incisivi
c’hanno proprio bisogno di faticare!
THABO
No, la mia è proprio fame!
ROCCO
Che c’entra, pure la mia!
Guarda bene sai alle volte...
THABO (rivoltando la borsa)
Rocco, solo il pallone c’è!!!
ROCCO (pensieroso)
...Il pallone?
A STACCO
Rocco e Thabo al colmo della disperazione, con un temperino hanno bucato il pallone e ora
stanno masticando
faticosamente il cuoio, se non con gusto, con una certa soddisfazione.
ROCCO (masticando)
Pallone mio, mi dispiace tanto per te
ma se non mangiavo qualcosa
facevo davvero un colpo di testa!
Non è poi così male, vero?
THABO
Uhm Uhm
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ROCCO
Certo se invece che al calcio
giocavamo a tennis,
la pallina era un poco più morbida...
quasi un chewing gum!
Accontentiamoci!
Insomma non sarà
un pranzo di gala,
ma è sempre...
THABO
...di serie A
I due ragazzi hanno ritrovato il sorriso.
Scena 35
Deserto (esterno – giorno)
Il mattino dopo, il sole a picco è particolarmente cocente.
Thabo e Rocco senza pallone hanno ormai perso la voglia di giocare.
Lungo il loro cammino sempre più faticoso, non hanno più neanche la forza di parlare.
Poi uno strano fagottino scuro appoggiato sulla sabbia qualche metro più in là, distoglie la
loro attenzione.
ROCCO
Che cos’è quella cosa?
THABO (guarda meglio)
Chissà...Ma è un bambino!
Atterriti accorono verso di lui. E scoprono un bambino africano ormai in fin di vita, disteso
sulla sabbia tremante, che ha la forza solo di esalare gli ultimi respiri.
ROCCO
Oddio, ma questo sta male!!!
Chiamiamo qualcuno!
THABO
E chi...?
Rocco è agitatissimo e sconvolto, Thabo, più consapevole e conscio di quello a cui sta
assistendo, si è chiuso nel dolore.
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ROCCO
E’ terribile!
Ma è un ragazzino...
solo un ragazzino come noi!!
THABO
No, è più piccolo.....
ROCCO
Ma non si può fare niente?!
Che cos’ha?
THABO
Una e cento cose...
fame, sete, aids, malaria...chissà
Rocco sta quasi per piangere e inizia a scuotere disperato il piccolo morente.
ROCCO
Non puoi andartene così!
Dì qualcosa, ti prego, dì qualcosa!
Il piccolo esala l’ultimo respiro e riesce appena a mormorare
BAMBINO MORENTE
Goodbye.....
Quindi smette del tutto di respirare.
Thabo con un coraggiosissimo gesto pietoso gli chiude i nerissimi occhi.
Rocco e Thabo rialzandosi si guardano negli occhi
ROCCO
E’.....
THABO
Sì
Si allontanano a piccolissimi passi incerti, non riuscendo nemmeno a commentare la scena
a cui hanno assistito.
Solo dopo qualche minuto Thabo, divenuto più forte di Rocco, ha il coraggio di parlare.
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THABO
Hai ancora fame?
ROCCO
Passata
Scena 36
Deserto (esterno-giorno)
Rocco e Thabo ancora sconvolti dal loro ultimo incontro stanno continuando in un silenzio
angoscioso.
Ad un tratto in lontananza si scorge una jeep che solca il deserto.
Thabo riconosce il simbolo dell’Unicef e, illuminandosi improvvisamente corre trascinandosi
dietro Rocco, gridando con tutto il fiato che gli rimane
THABO
E’ lui! E’ lui!
Vieni Rocco!
Pasta e fagioli!!!
Pasta e fagioli!!!
Pasta e....
Quando i due ragazzini raggiungono la jeep, però, vediamo
sul volto di Thabo dipingersi una certa delusione.
A bordo non trova il suo amico italiano.
Ma vediamo ugualmente i due distrutti caricati dalla jeep.
Scena 37
Sede Unicef (esterno – giorno)
Scesi dalla jeep Thabo e Rocco vengono accompagnati da un assistente dentro la sede
dell’Unicef.
Ma prima dietro un cancello Thabo riconosce qualcosa che gli è familiare.
THABO
Ecco quella
era la macchina di Pasta e fagioli!
Ma Rocco guardando il posteggio delle numerose jeep Toyota con il simbolo dell’Unicef,
commenta
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ROCCO
E daje
Ma non lo vedi
che tutte uguali sono!
Scena 38
Vano carrello airbus (interno-......)
Yaquine e Fodè adesso sono immobili abbracciati con la lettera scritta nelle manine.
Ma questa volta sentiamo la voce di un hostes: il loro viaggio è finito.
HOSTES (f. c.)
Avvertiamo i signori
passeggeri che tra poco
atterreremo all’aeroporto
di Bruxelles....
Scena 39
Ufficio Unicef (interno – giorno)
Rocco e Thabo stanchi e laceri sono seduti davanti ad Annie, una funzionaria dell’Unicef
che, intenerita si rivolge a loro con grazia quasi materna.
ANNIE
Io mi chiamo Annie.
Purtroppo oggi è giorno
festivo, ma faremo ugualmente
tutto il possibile per metterci in contatto
con questo villaggio...’Ndola...
E cercheremo anche di rintracciare
quello che voi chiamate Pasta e fagioli...
Non temete, presto avrete una destinazione....
Poi notando la reazione di Rocco a queste parole, cerca di rassicurare il ragazzino
tesissimo.
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ANNIE
Purtroppo...per fortuna...
oggi è chiusa anche l’ambasciata italiana...
(poi affettuosamente)
Ragazzi, Thabo, Rocco....ma come avete fatto
ad arrivare da così lontano...?
Confusi e disfatti dalla fatica i due tentano di accennare una risposta
THABO
Noi...
ROCCO
Sì noi...
Ma ad entrambi mancano le parole e Rocco è il primo a scoppiare in un pianto sommesso.
Thabo lo guarda e si mette a piangere anche lui.
Annie davanti a questa scena si apre in un sorriso commosso.
Scena 39
Corridoi e uffici Unicef (interno giorno)
Mentre Rocco e Thabo in una stanza sono assistiti, visitati da medici e rivestiti, in un
corridoio Annie con un altro impiegato e un funzionario di polizia stanno parlando di loro.
Affrontano il loro caso con una certa perplessità.
ANNIE
...Il vero problema è Rocco,
quello italiano.
IMPIEGATO
Ma si sa niente dei genitori,
di qualche parente?
FUNZIONARIO POLIZIA
Purtroppo sì...
ANNIE
Intanto fino a domani
li ospiterò da me.
Poi vedrete che
riusciremo a trovare una soluzione!
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Scena 40
Camera da letto (interno – notte)
Dalla soglia Annie sta spiando Rocco e Thabo che sono coricati finalmente in due lettini.
Si accorge che Rocco, un po’ inquieto, è ancora sveglio e allora va a sistemargli le lenzuola.
E Rocco istintivamente le afferra una mano e la scongiura
ROCCO
Signora Annie, la prego,
non mi rimandi a casa,
non voglio più essere venduto!
Annie con una carezza lo rassicura
ANNIE
Dormi tranquillo ora!
Dall’immagine di Rocco e Thabo che dormono la loro prima notte tranquilla nei loro lettini,
passiamo
A STACCO
Scena 41
Aeroporto di Bruxelles (esterno – notte)
Su altri due bambini che sembra dormano: Yaquine e Fodè.
Il portellone è stato aperto all’arrivo dell’airbus e quella tragica ed insieme tenerissima
scoperta ha attirato l’attenzione di molta gente tra il personale dell’aeroporto.
Su tutti di un giovane meccanico che guarda la scena con gli occhi spalancati e pieni di
lacrime.
ESCLAMAZIONI DI
MERAVIGLIA E PENA
DEI PRESENTI
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Scena 42
Camera da pranzo Annie (interno – giorno)
Rocco e Thabo in dei candidi vestiti nuovi quasi da cerimonia siedono davanti alla tavola
imbandita con la famiglia di Annie.
La famiglia è composta dal marito e una graziosa ragazzina
loro figlia. Tutti guardano con affabilità Thabo e Rocco, che al centro dell’attenzione, sono
un po’ intimiditi. Soprattutto dalla presenza di quella bella ragazzina.
Annie porta in tavola una zuppiera ed annuncia cercando di portare allegria in tavola.
ANNIE (a Rocco e Thabo)
In vostro onore oggi pasta e
fagioli!
MARITO di ANNIE
Evviva!
Gli occhi dei ragazzini soprattutto quelli di Thabo brillano.
Appena fatte le porzioni, i due amici si avventano subito sul
piatto voracemente.
Poi Thabo si accorge che la piccola Silvie li sta squadrando e
da’ di gomito a Rocco. I due ragazzi all’unisono si ricompongono e, rivolgendo sguardi
galanti alla ragazzina, iniziano a piluccare soltanto dal piatto con molta sufficienza.
Annie notando questo li apostrofa:
ANNIE
Beh? Non ditemi adesso
che non avete fame?
E i due fingono per darsi un tono
THABO
Mah!
ROCCO
Così e così...
51
Ma appena Silvie distoglie lo sguardo, i due ricominciano a mangiare con grande appetito.
In quel mentre
SQUILLA IL TELEFONO
Ed Annie alzandosi da tavola
ANNIE
Scusate, è per me!
Scena 43
Aeroporto Bruxelles ( esterno – notte)
L’uomo che abbiamo visto prima particolarmente colpito
dalla scena, un meccanico dell’aeroporto, scansa e allontana il capannello di curiosi che si è
radunato intorno al portellone. Quindi ci tiene ad entrare lui stesso nel vano carrello per
prendersi cura delle due piccole salme.
Trova e legge la lettera di Yaquine e Fodè che risentiamo fuori campo
VOCE BAMBINO (f. c.)
“Alle loro eccellenze i signori
membri e responsabili dell’Europa...”
mentre il meccanico porta pietosamente tra le braccia il cadavere del primo bambino.
Scena 44
Ufficio centralino Unicef
(interno – giorno)
Alcuni addetti dell’ Unicef tra computer, fax e centralini si danno da fare per i nuovi arrivati
Rocco e Thabo
ADDETTO UNICEF
Sì, esatto, è
soprannominato
“Pasta e fagioli”....
proprio così!
Bene! Nuova Guinea?
A STACCO
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Scena 45
Nuova Guinea Officina meccanica (esterno – giorno)
E’ lui, il meccanico dell’aeroporto di Bruxelles, che un po’ invecchiato e mal messo sta ora
riparando un vecchio camioncino nel bel mezzo di un villaggio africano.
Nell’officina attaccata al muro riconosciamo la lettera di Yoquine e Fodè.
Un abitante del villaggio interrompe il suo lavoro
ABITANTE VILLAGGIO
Pastefagiolì!!
Au telephone...
Pasta e fagioli raggiunge il telefono e risponde così alla chiamata dell’ Unicef.
PASTA E FAGIOLI
Sì sono io!
Thabo... ma sì certo che me lo ricordo!
Scena 46
Camera da pranzo Annie (interno – giorno)
Annie ricompare in sala da pranzo, dove la famigliola è ancora al primo, e si indovina
dall’espressione la sua soddisfazione. Infatti annuncia:
ANNIE
Ragazzi, buone notizie!!!
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Scena 47
Sede Unicef (interno – giorno)
Rocco e Thabo sono montati su una jeep che li riporterà a casa. Annie e il marito li coprono
di baci e abbracci. Prima che l’auto riparta accorre anche Silvie che finalmente rompe il
silenzio.
SILVIE
AdieuThabo
Adieu Rocco
ROCCO e THABO
Ciaooo!!!!
E in un clima di festa e commozione la jeep riparte.
Scena 48
Conakry- Guinea (esterno – giorno)
Ad attendere i ragazzi nella piazza ci sono tantissimi abitanti di questa città della Guinea,
oltre ai parenti di Thabo e a Pasta e fagioli.
All’arrivo della jeep tutti circondano di baci e abbracci i ragazzi come due eroi.
Ma tra tutti, Thabo non vede l’ora di riabbracciare il suo amato allenatore
THABO
Pasta e fagioli!!!
Questo è Rocco!!!
Il meccanico-allenatore chiude in un solo abbraccio Rocco e Thabo e pronuncia poche
commosse parole
PASTA E FAGIOLI
Voi mi ricordate altri due ragazzi
che tanti anni fa...
E si allontanano mentre scorgiamo alle loro spalle un’insegna su di un piccolo campo di
calcio:
CAMPO DI CALCIO YAQUINE E FODE’
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Scena 49
Campo di Calcio Yaquine e Fodè (esterno – sera)
Per festeggiare il loro ritorno è stata organizzata una gioiosa partita di calcio. Tra gli
APPLAUSI E CORI
DEI TIFOSI
fanno il loro trionfale ingresso in campo Rocco e Thabo,
abbracciati e con la stessa maglia.
Pasta e fagioli li saluta con ampi gesti dalla panchina.
Spetta naturalmente a Rocco e Thabo l’onore di tirare il calcio d’inizio.
E sulle fasi di questa partita molto amichevole ascoltiamo finalmente il testo integrale della
lettera di Yaquine e Fodè:
VOCE BAMBINO (f. c.)
“Alle loro eccellenze i signori membri e responsabili dell’Europa.
Abbiamo l’onore e il piacere
e la grande fiducia di scrivervi questa lettera
per parlarvi del nostro viaggio
e della sofferenza di noi bambini
e giovani dell’Africa.
Ma prima di tutto,
vi presentiamo i nostri saluti
più squisiti e rispettosi,
a tal fine siate il nostro sostegno
e il nostro aiuto,
siatelo per noi in Africa,
voi ai quali bisogna chiedere soccorso;
VOCE BAMBINO (f. c.)
ve ne supplichiamo
per l’amore del vostro bel continente,
per il vostro sentimento verso i vostri popoli
le vostre famiglie
e soprattutto per l’amore
per i vostri figli
che voi amate come la vita...
Signori membri e responsabili dell’Europa,
è alla vostra solidarietà
e alla vostra gentilezza
che noi gridiamo aiuto per l’ Africa.
Aiutateci, soffriamo enormemente
in Africa,
Abbiamo dei problemi
e i bambini non hanno diritti...
noi africani,
soprattutto noi bambini
e giovani africani,
vi chiediamo di fare
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una grande organizzazione
utile per l’Africa,
perché progredisca.
Se vedete che ci sacrifichiamo
e rischiamo la vita,
è perché soffriamo troppo in Africa
e abbiamo bisogno di voi
per lottare contro la povertà
e mettere fine alla guerra in Africa!
Ciò nonostante noi vogliamo studiare
vi chiediamo di aiutarci a studiare
per essere come voi...
Infine vi supplichiamo
di scusarci moltissimo
di aver osato scrivervi questa lettera
in quanto voi siete gli adulti
VOCE BAMBINO (f. c.)
a cui noi dobbiamo molto rispetto...
Firmato: Yaquine e Fodè
due bambini guineani.”
Sui titoli di coda scorreranno le testimonianze di tutti i bambini del mondo che vorrano
continuare a scrivere a nome di Yaquine e Fodè una lettera a “le loro eccellenze...”
FINE
UNA STORIA QUASI VERA
un film di Paolo Bianchini
sceneggiatura di Paola Rota, Giuseppina Capozzi, Marco Cavalieri e Paolo Bianchini
Alveare Cinema 2009 Tutti i diritti riservati
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