Gli strumenti chirurgici di Gio Pietro Pitt
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Gli strumenti chirurgici di Gio Pietro Pitt
GlistrumentichirurgicidiGioPietroPitt Schede di Silvia De Marco Gio Pietro Pitt (1756-1848), medico carnico Dalla “collezione Ciceri” proviene la serie di strumenti chirurgici del carnico Gio Pietro Pitt, figlio e nipote di cramârs, originario di Cercivento, laureatosi all’Università di Padova il 14 gennaio 1777. Gli oggetti riportano allo stato della scienza medica al volgere del settecento. Pitt era vulnerum medicus, operava cioè sulle carni e sulle ossa dei pazienti, una figura distinta rispetto al medico fisico che invece era diagnosta e poteva prescrivere farmaci. Salassi e clisteri erano ancora gli interventi più praticati per il perdurare del dogma ippocrateo secondo il quale era necessario espellere il “residuo della malattia” per riportare in equilibrio gli umori di cui si pensava composto il corpo umano. Altri interventi riguardavano forme traumatiche (ferite, lussazioni, fratture), mentre le operazioni chirurgiche vere e proprie non erano mai di grande entità: incisioni di porri, estrazioni dentarie, taglio del frenulo della lingua nei neonati (si pensava facilitasse l’apprendimento della parola). NICOLOSO CICERI 1997. A. Nicoloso Ciceri, Gio Pietro Pitt. Chirurgo nell’ambiente carnico tra ‘700 e ‘800, estratto da Memorie Storiche Forogiuliesi, volume LXXVII, 1997, pp. 103-183. Manifattura di area tedesca, sec. XVIII-XIX Scatolina con lancette (bisturi tascabili) Legno, metallo/2,5x6,8x8 cm./Inv. 472 Bibliografia: NICOLOSO CICERI 1997, pp. 159-162 Scatolina con lancette appartenuta al chirurgo carnico Gio Pietro Pitt (1756-1848), in legno d’acero, rivestita internamente in tessuto. All’interno, tre bisturi con corpo in ottone ed uno scomparto con i ricambi delle lamette che venivano montate su una doppia cassa mobile, di diversa misura a seconda dell’uso particolare di questi strumenti. Sopra la cassa, una molla regolava l’inserimento della lama. Un cartiglio all’interno della scatola, con testo a stampa in tedesco, incompleto, sembrerebbe indicare una provenienza dell’oggetto dall’area tedesca. Tale provenienza verrebbe confermata da Andreina Ciceri nel saggio dedicato alla figura del chirurgo carnico (NICOLOSO CICERI 1997, pp. 103-183) dove, oltre a comparire la fotografia dell’oggetto in esame, sono citate lancette simili a piccoli rasoi che Pitt faceva arrivare dalla Germania in scatolette (cm. 7x2) di acero, di fattura casalinga, talune con scritte a mano (NICOLOSO CICERI 1997, pp. 159-162). Manifattura di area tedesca, sec. XVIII-XIX Scatolina con bisturi Legno, cuoio, metallo/2,2x7x3 cm./Inv. 473 Bibliografia: NICOLOSO CICERI 1997, pp. 159-162 Scatolina a bauletto chiusa da un piccolo uncino, contenente un bisturi in ottone finemente cesellato, appartenuta, come l’esemplare precedente (Inv. 472) al chirurgo carnico Gio Pietro Pitt (1756-1848). L’interno è foderato in panno rosso, con bordino decorato da canutiglia dorata. Il corpo su cui è innestata la lama del bisturi è elegantemente inciso con un motivo “alato”. E’ verosimile una provenienza comune a quella dell’esemplare precedente, Inv. 472 (NICOLOSO CICERI 1997, pp. 159-162), anche se, nel succitato testo, Andreina Ciceri riferisce di lancette appartenute a Pitt cesellate come gioielli, di fabbricazione italiana (NICOLOSO CICERI 1997, p.162). Manifattura del sec. XVIII-XIX Scatolina con lancette Legno, ottone, ferro/25 cm. h/Inv. 1006 Scatolina provvista di manico, con coperchio scorrevole. All’interno, due vani: uno per il coltello estraibile a 3 lame usate nei salassi, l’altro per contenere le lame di scorta. Il corpo del coltello è in ottone con tracce di ossidazione. Per la teoria ippocratea degli umori, interventi come flebotomie ed enteroclismi si rendevano necessari per espellere i residui della malattia, riportando così in equilibrio gli umori di cui si credeva composto il corpo umano. Manifattura del sec. XVIII-XIX Scatola contenente strumenti chirurgici Legno foderato di cuoio/13,6x23,4x18,9 cm./Inv. 1240 Scatola lignea rivestita di cuoio e decorata da cornicetta dorata che corre lungo il perimetro di tutti i lati. La stessa decorazione, sbiadita, orna il coperchio che, internamente, è rivestito in velluto rosso cupo. All’interno della scatola è ora conservata una serie di strumenti medico-chirurgici, alcuni dei quali appartenuti al chirurgo di Cercivento Gio Pietro Pitt. Manifattura di area ? del sec.? Timbro recante le iniziali “N P” Legno/4,8 cm. h/Inv. 1241 Timbro in legno con le iniziali “N P”. Manifattura di area del sec. XX Piccola siringa con stantuffo graduato Ottone e vetro/7,5 cm. lunghezza/Inv. 1242 Siringa mancante della punta aghiforme. Il corpo in vetro, lo stantuffo graduato e la predisposizione all’inserimento dell’ago, fanno ritenere l’esemplare di fattura più recente rispetto agli altri esemplari della collezione (Inv. 1248 a,b,c). Manifattura del sec. XVIII-XIX Coppia di bisturi tascabili Ottone e ferro/a)5,8 cm.; b)4 cm./Inv. 1243a;b Bisturi montati su casse in ottone, di cui, quella dell’esemplare Inv. 1243 b, appare finemente lavorata, incisa con motivi floreali e fogliati. Decorata anche la molla applicata al corpo, che regola l’inserimento della lametta. Tracce di ossido sul corpo dell’esemplare Inv. 1243a. Manifattura proveniente dall’area carnica, sec. XVIII-XIX Lancette per salassi Plastica, ferro, ottone/a)11cm.; b)10 cm./Inv.1244 a;b Bibliografia: NICOLOSO CICERI 1997, p.160 Coppia di coltelli estraibili a più lame su cui sono montati i bisturi a forma di foglia di ulivo impiegati nelle flebotomie, appartenuti al chirurgo carnico Gio Pietro Pitt (17561848). Se l’esemplare Inv. 1244a presenta un corpo in legno scuro su cui sono montate tre lame, l’inventario 1244b è in ottone con inciso un marchio, “G C M”, ed è a cinque lame. La pratica del salasso è rimasta a lungo in auge, fino al decadere della teoria ippocratea degli umori, per la quale, interventi come salassi e clisteri si rendevano necessari per espellere gli umori corrotti. Manifattura del sec. XIX Coppia di pinzette a forbice chirurgiche Ferro/ a)15,4 cm.;b)12,4 cm./Inv.1245 a;b Coppia di pinzette a forbice ad uso chirurgico, con estremità zigrinate, impiegate per non toccare con mano materiali sterili. Alcune tracce di ruggine sull’esemplare Inv. 1245a. L’esemplare Inv. 1245b appare di dimensioni ridotte rispetto al precedente. Manifattura del sec. XVIII-XIX Pinzetta chirurgica con molla Ferro/13,9 cm. lunghezza/Inv. 1246 Dilatatore chirurgico a forbice con punte ripiegate e molla inserita nei manici per mantenere la chiusura a pressione. Manifattura proveniente dall’area carnica, sec. XVIII-XIX Ferro per operazione del frenulo della lingua Ferro/11,4 cm. lunghezza/Inv. 1247 Bibliografia: NICOLOSO CICERI 1997, p. 165. Strumento appartenuto al chirurgo carnico Gio Pietro Pitt (1756-1848), di forma piatta terminante da un lato con un incavatura ricurva e tagliente. Il ferro veniva impiegato nelle operazioni di taglio del frenulo nei neonati, praticato perché il bambino, crescendo, non avesse difficoltà di parola, in particolare problemi di balbuzie. Nicoloso Ciceri riferisce di questo ed altri piccoli interventi chirurgici normalmente praticati da Pitt, come “sglizzature” nelle orecchie e incisioni di “panerizzi” (NICOLOSO CICERI 1997, p. 163). Manifattura del sec. XVIII-XIX Siringhe metalliche per endovenose Ottone, legno, ferro, osso/a)12,8cm. lunghezza;b)11 cm.;c)8,5/Inv. 1248 a;b;c Serie di siringhe per endovenose. La prima, Inv. 1248a, ha corpo metallico, con strombatura superiore ed inferiore, e becco in legno con estremità aperta. Lo stantuffo termina ad anello. L’esemplare Inv. 1248b è invece in ottone decorato con un motivo ad anelli in corrispondenza della parte inferiore e superiore e della metà del corpo della siringa. Il becco, bombato alla base, e il rinforzo dell’estremità inferiore, dove penetra lo stantuffo, sono in osso. L’esemplare Inv. 1248c è invece completamente metallico, con becco poco pronunciato e anello a segnare la metà del corpo della siringa. I primi esemplari di siringhe per endovenose non avevano punta aghiforme ma lunghi becchi che andavano inseriti nelle ferite da salasso, al fine di iniettare il medicamento. Le siringhe, compreso il becco, erano per lo più di stagno, peltro, argento, legno, in funzione del liquido da iniettare, soprattutto sostanze toniche, purganti, eccitanti, narcotiche, astringenti, emollienti ecc. (ROSSI 1998, p.188) Manifattura del sec. XVIII-XIX Siringa per enteroclisma Ferro, legno/ 21,8 cm. lunghezza/Inv. 1249 Clistere a stantuffo di peltro e legno, con corpo tornito e lungo becco per iniettare il liquido nell’intestino. Insieme ai salassi, i clisteri rimasero, fino al decadere della teoria ippocratea degli umori, una delle terapie più praticate, impiegata per eliminare dal corpo i “residui della malattia” e riportare ad equilibrio gli umori che di cui si pensava fosse composto il corpo umano. Manifattura del sec. XVIII Siringa di Maurcieau? Ferro/14,4x6,5 cm. ø base/Inv. 1250 Strumento che potrebbe corrispondere ad una siringa di Maurcieau, dotata di una cannula in gomma (Inv. 1256?) utilizzata per introdurre nell’utero acqua benedetta per battezzare feti che, durante il travaglio, rischiavano di non sopravvivere al parto, intervento resosi obbligatorio per le disposizioni del cardinale Borromeo che imponevano l’acqua lustrale alla nascita e prima della sepoltura. Manifattura del sec. XVIII-XIX Coppia di ferri nettaorecchie Ferro/15 cm. ca/Inv. 1251 a,b Bibliografia: CICERI 1997, p. 165, ill. Inv. 1251b Ferri con scanalatura centrale, terminanti a punta da un lato, e dall’altro, con una sorta di piccolo cucchiaio per l’asportazione del cerume. Nell’esemplare Inv. 1251 b), il “cucchiaio” è piatto (è l’impugnatura?). Compresi nello strumentario chirurgico di Gio Pietro Pitt (1756-1848), questi strumenti venivano impiegati nella “sglizzatura” delle orecchie (CICERI 1997, p. 163)… Manifattura di area carnica del sec. XVIII-XIX Nettaorecchie o cucchiaio chirurgico con impugnatura a foglia Ferro/15,7 cm. lunghezza/Inv. 1252 Bibliografia: CICERI 1997, p. 165. Ferro simile ai precedenti, Inv. 1251 a) e b), con impugnatura lavorata a foglia, scanalatura centrale ed estremità appuntita. Come i precedenti è appartenuto al chirurgo carnico Gio Pietro Pitt (1756-1848). Manifattura di area del sec. XVIII-XIX Uncino ad uso dentistico Ferro/14 cm. lunghezza/Inv.1253 Ferro con impugnatura dentellata, terminante ad uncino, probabilmente per uso odontoiatrico. Manifattura del sec. XVIII-XIX Sondino con impugnatura decorata inserito in un astuccio di ferro Ferro/24,5 cm. lunghezza/Inv. 1254 Manifattura del sec. XVIII-XIX Strumento odontoiatrico Ferro e legno/16 cm. ca lunghezza/Inv. 1255 Attrezzo con uncino mobile ed impugnatura lignea e bombata di impiego odontoiatrico (ROSSI 1998, p. 173). Manifattura del sec. XVIII Tubo per pompa o per stetoscopio Gomma /93 cm. lunghezza/Inv. 1256 Tubo in gomma probabilmente abbinato alla siringa di Marcieu, Inv. 1250 Manifattura del sec. XVIII-XIX Siringa in osso Osso/ 9 cm. lunghezza/Inv. 1257 Siringa in osso, mancante del becco. Manifattura di area ? del sec.? Parte di guarnizione per flebo Materiale ?/9 cm. lunghezza/Inv. 1258 Stato conservativo: Ottimo Manifattura di area ? del sec.? Tre guarnizioni per flebo? materiale ?/a)11,8cm. lunghezza; b)10,8 cm.; c)9,8 cm./Inv. 1259 a;b;c Guarnizioni per flebo. L’esemplare Inv. 1259 conserva la vite che serviva a regolare il flusso del liquido della fiala.