MODULO 2 Quantità di materia
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MODULO 2 Quantità di materia
MODULO 2 Quantità di materia Alfredo Tifi 2007 La chimica fa un utilizzo diversificato e integrato di vari modi di esprimere e misurare la quantità di materia. La quantità di materia, in questo contesto, non è una grandezza fisica come lo sono, ad esempio, la massa e la quantità di sostanza. La “quantità di materia” è solo un modo vago e intuitivo utilizzato qui per dire “quanta roba c’è”. Non c’è infatti un’unità di misura per la “quantità di materia”. I modi utilizzabili per “quantificare la materia” sono le misure di massa, volume, quantità di sostanza, numero di particelle. Per queste grandezze fisiche esistono, invece, ben precise definizioni ed unità di misura del Sistema Internazionale. Massa (mass), m La massa è una grandezza fondamentale e si misura (ancora per poco) in riferimento a un singolo campione di massa (prototipo kilogrammo campione), un cilindro di platino-iridio depositato al museo di pesi e misure di Sèvres, vicino Parigi, che ha una massa predefinita di 1,0000000 kg. Per l’ultimo zero, la cifra dei decimi di milligrammo, c’è un’incertezza di ± 1 (decimi di milligrammo) (il kilogrammo campione è inspiegabilmente diminuito di 50 microgrammi, 0,05 milligrammi o mezzo decimo di milligrammo, rispetto alle sue copie depositate nei vari istituti di pesi e misure delle diverse nazioni, per cui, dato che si possono fare misure di massa con precisione maggiore di una parte su dieci milioni, è urgente trovare una nuova unità di misura del peso costante e riproducibile. Vedere ad esempio http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/09_Settembre/13/chilo_pesa_men o.shtml ). Ogni volta che pesiamo qualcosa alla bilancia, in laboratorio o dal salumiere, o pesiamo noi stessi, facciamo una misura di massa gravitazionale (non di peso), cioè rapportiamo, o ci rapportiamo, al kilogrammo campione di Sèvres, vedendo quante volte l’oggetto posto sulla bilancia, o noi stessi, siamo attratti più del kg campione dalla gravità. Per cui scriviamo m = xxx,xx kg o xx,xxx g per indicare masse e non pesi. La massa continua a esistere anche in assenza di gravità, come massa inerziale, cioè resistenza all’accelerazione (anche se una damigiana fluttua senza peso nello spazio, si fa più fatica a scuoterla in avanti e indietro se è piena). La fisica ha verificato sperimentalmente che la massa inerziale è proporzionale a quella gravitazionale, con una precisione talmente elevata che si utilizza l’unico termine di massa per definire entrambe le proprietà. In altre parole, se un corpo è attratto dalla gravità 20,0000000 volte più del kg campione, esso avrà anche una resistenza all’accelerazione di 20,0000000 volte maggiore rispetto al kg campione. La teoria della relatività generale di Einstein è nata per cercare di dare un senso a questa “troppo perfetta” coincidenza tra due proprietà apparentemente molto diverse. La massa è un concetto diverso e più importante da quello di kilogrammo o di grammo, rispetivamente l’unità di misura della massa e il suo sottomultiplo. Se dobbiamo fare un calcolo il cui risultato di deve dare la massa di alluminio, a sinistra del calcolo scriviamo massa di alluminio oppure semplicemente mAl, e non gAl, come nel libro di analisi a pag. 18. I simboli delle grandezze fisiche (m, n, V, ecc.) sono inoltre sempre indicati in corsivo e non con carattere normale, come avviene, purtroppo, nel libro di analisi. Peso atomico, peso molecolare, peso formula (atomic weight, molecular wight, formula weight) M, FW Sono queste misure di massa di oggetti atomico/molecolari, molto piccoli. Non si tratta di una grandezza fisica diversa. Quando diciamo peso atomico intendiamo “massa di un atomo”; per peso molecolare si intende la “massa di una molecola”. La massa di oggetti così piccoli si ricava con misure di “spettrometria di massa”. Nello spettrometro di massa si misura direttamente l’inerzia delle particelle, dopo averle trasformate in ioni positivi, e vedendo la deviazione che questi subiscono sotto l’azione di campi elettrici e magnetici. La deviazione è tanto maggiore quanto più piccola è la massa e l’inerzia. Queste misure sono estremamente precise. Per esempio un atomo dell’isotopo di carbonio-12 pesa esattamente 19,926465384 · 10-24 g. Trattandosi di oggetti estremamente piccoli, per gli atomi, come C-12, e le molecole, si preferisce usare delle unità relative piuttosto che i grammi. Tutte le masse del mondo atomico sono rapportate all’isotopo 12 del carbonio, a cui si assegna una massa di 12 unità esatte. Vale a dire che l’unità di massa atomica (u.m.a.) o atomic mass unit (a.m.u.) corrisponde a 1/12 dell’atomo di C-12, cioè 1.660538782·10-24 g. In queste unità, dire che la massa dell’atomo di ossigeno vale 16 significa che la massa di tale atomo equivale ai 16/12 del carbonio, cioè a 20·10-24 g · 16/12 = 27·10-24 g. La massa dell’atomo di idrogeno-1, in queste unità, vale 1,007825, cioè 1,01 arrotondato al centesimo. Avrete notato che la massa espressa in queste unità non ha dimensioni: in effetti quando diciamo che l’atomo di elio ha massa 4, o peso atomico 4, ciò sta a significare che esso ha una massa quadrupla dell’unità di massa atomica (il dodicesimo del carbonio-12) o anche pari a un terzo della massa di un atomo C-12. I pesi atomici in unità di massa atomica sono reperibili in qualsiasi tavola periodica Esempio: Qual è il peso atomico del magnesio? Risposta: massa atomo di magnesio: 4,0358·10-23 g = 24,305 (in unità relative al C-12). Volume (volume), V Il volume, a differenza della massa, è oggi considerato una grandezza derivata dalla lunghezza elevata al cubo (V = l³). Perciò l’unità di misura primaria è il m³, contenente 1000 dm³, decimetri cubi o litri. Il litro, L e non l, è, dal 1964, esattamente uguale al dm³, che contiene quindi sia 1000 cm³ che 1000 millesimi di litro (mL e non ml), per cui il mL è esattamente uguale al cm³. Sappiamo che lo “spazio occupato dalla materia” dipende dalla pressione e dalla temperatura, quindi quando si esprime con precisione il volume di un corpo (es. una soluzione acquosa in un matraccio tarato) per correttezza occorrerebbe specificare anche la temperatura e, se si tratta di un gas, la pressione. Quantità di sostanza (amount of substance), n Alcuni testi, sbagliando, riportano il termine “quantità di materia” per la grandezza misurata in moli. Lo fa per esempio il testo di analisi Crea Falchet a pag. 2, sia in tabella, sia nel testo (vedere nel modulo 1 di questo corso che differenza c’è tra sostanza e materia o materiale). In realtà la grandezza fisica e chimica quantità di sostanza è talmente importante che occorre conoscere la dizione esatta anche in più lingue. Quantità di sostanza (italiano), amount of substance, inglese, cantidad de sustancia, spagnolo, stoffmenge (tedesco) è sempre indicata col simbolo n. Mentre la massa non distingue tra i diversi tipi di materiali o sostanze, valori uguali di n misurano quantità chimicamente equivalenti di sostanze specificate, cioè quantità proporzionali al numero di particelle delle diverse sostanze. È preferibile specificare il nome chimico o la formula della sostanza, al posto della parola “sostanza”. Prendendo una quantità di carbonio n e la stessa quantità di diossigeno (O2) n, sapremo che avremo tanti atomi di carbonio nel primo campione quante sono le molecole di O2 nel secondo campione di materia. Le due quantità di sostanza sono uguali, ma le masse sono diverse. Poiché gli atomi di carbonio sono più leggeri delle molecole di diossigeno, in uguali masse di C ed O2 ci saranno quantità di sostanza diverse e diverso numero di particelle (più atomi di C che molecole O2). Tutto ciò che si è detto fin qui, è vero indipendentemente dall’unità di misura usata per esprimere la quantità di sostanza, sia essa la mole, la millimole, la nanomole o quant’altro. Perciò non esiste un termine sostituivo per quantità di sostanza (es. “le moli”). Il concetto di quantità di sostanza è più importante di quello di mole, così come il concetto di tempo è più importante di quello di secondo. A nessuno viene in mente di dire “numero di centimetri” al posto di altezza o statura. Allo stesso modo non si deve dire “numero di moli”, ma quantità di sostanza. Prima di un calcolo, se vogliamo ricavare la quantità di sostanza, scriviamo Quantità di sostanza =, o solo n =, ma non “mol =”, come accade nel libro di analisi a partire da pagina 6 in avanti. Numero di particelle N La quantità di sostanza è stata “inventata” in quanto più comoda da usare del numero di particelle (atomi, molecole, elettroni, ioni ecc.) o N, la grandezza più simile ad essa. Il numero è una quantità adimensionale, per cui non necessita di definizione alcuna da parte del CGPM (Conferenza Generale dei Pesi e Misure) o della IUPAC (International Union for Pure and Applied Chemistry). Basta contare. Ma vediamo la fattibilità di tale conteggio. Se peso 24 grammi di carbonio (mC = 24 g) posso dire di avere anche nC = 2,0 mol e NC = 12·10²³ = 1200000000000000000000000 atomi di carbonio. Non dovete chiedervi ora il perché di questi numeri (vedremo tra poco come si ricavano), né stupirvi, perché sapete benissimo che gli atomi sono piccolissimi, per cui in 24 grammi di carbonio posti sulla bilancia deve esserci per forza un numero spropositatamente grande di atomi. Si comprende quindi perché molto raramente, in chimica o in stechiometria, si quantificano le sostanze, che devono reagire o si devono formare, come numero di particelle. A meno che non si parli di atomi o molecole per leggere e bilanciare le equazioni chimiche, come nel seguente caso: 2 CO, “ogni due atomi di carbonio devono combinarsi con una molecola di diossigeno 2 C + O2 per formare due molecole di monossido di carbonio”. Risulterebbe piuttosto scomodo dire: 1200000000000000000000000 atomi di carbonio devono combinarsi con 600000000000000000000000 molecole di diossigeno per dare 1200000000000000000000000 molecole di CO. Preferirei dire: “due moli di carbonio si combinano con una mole di diossigeno per dare due moli di monossido di carbonio”. Potrei anche dire “24 grammi di carbonio si combinano con 32 grammi di diossigeno per dare 56 grammi di monossido di carbonio”, ma questi numeri sembrano quelli di una ricetta: suonano come arbitrari e potenzialmente modificabili. Potrei usarli per giocare un terno al lotto, o potrei darli a un cuoco. Essendo inesperto di chimica, costui potrebbe pensare, ad esempio, che da 20 grami di carbonio (4 grammi in meno) e 32 grammi di diossigeno si otterrebbero 52 grammi di monossido (4 grammi in meno). Rimarrebbe probabilmente sorpreso vedendo che si ottengono 45 grammi scarsi di CO e si chiederebbe il perché della scomparsa di ulteriori 7 grammi. Tutto sarebbe più chiaro misurando gli “ingredienti” come quantità di sostanza. Con mC = 20 g avremmo nC = 1,6 mol, quindi: “da 1,6 mol di carbonio e 1,0 moli di diossigeno otteniamo 1,6 mol di monossido di carbonio”, corrispondenti a mO2 = 44,8 g. Chiaramente avanzerebbero 0,2 mol (=1,0 mol – 0,8 mol) di diossigeno, poiché sarebbero solo 0,8 mol quelle che si combinerebbero col carbonio, secondo il rapporto 1:2. Mole (mol) La quantità di sostanza di “1 mol” è definita in modo da contenere lo stesso numero di particelle per qualunque sostanza. In particolare la mole è definita dal S.I. come la quantità di sostanza che contiene tante entità elementari (atomi, molecole, ioni, ecc., da specificare) quanti sono gli atomi in 0,0120000 kg di C-12. E quanti sono questi atomi? Visto che si tratta di un numero fisso, identico per tutte le sostanze, anche se convenzionale, vale la pena calcolarlo una volta per tutte. Per trovare il numero di atomi di carbonio-12 presenti in una mole di carbonio, cioè in 0,0120000 kg = 12,0000 g di C-12, basta dividere 12,0000 g per la massa di un singolo atomo di carbonio-12, massa conosciuta con estrema precisione, e pari a 19,92679·10-24 g = 0,000000000000000000001992679 g. Quindi: atomi C-12 in una mole di C-12 = 12,0000 g/mol : 19,92679·10-24 g = 6,02204·1023 mol-1 = 602204000000000000000000 atomi C-12 in una mole. Questo numero, o meglio costante (visto che ha unità di misura 1/mol o mol-1) è chiamato numero o costante di Avogadro. Grazie ad esso la definizione di mole può essere semplificata come “la quantità di sostanza che contiene un numero di Avogadro di entità elementari”. I chimici sono interessati a quantificare la materia come numero di entità, poiché sono le singole particelle: atomi, molecole, ioni, che reagiscono individualmente, e dalla combinazione di numeri interi di atomi o molecole si ottengono numeri interi di nuovi atomi e molecole dei prodotti. Essendo queste “entità” piccolissime, esse sono presenti in numeri enormi, per cui si preferisce conteggiarle per “gruppi” contenenti ciascuno 6,02204·1023 “pezzi”. È lo stesso genere di operazione che facciamo quando contiamo le sigarette come numero di pacchetti o i fogli di carta a risme da 400, anziché singolarmente. La mole è quindi un “pacchetto” di sostanza di 602204000000000000000000 “pezzi” (atomi, molecole, ecc.). Esempio 1. Quanti atomi ci sono nella quantità di rame di 1,00 mol? Risposta: 6,02·1023 atomi Cu. Esempio 2. Quanti atomi ci sono nella quantità di 1,00 mol di H2O? Risposta: le molecole sono 6,02·1023, gli atomi sono quindi 18,1·1023 (poiché ogni molecola è formata da tre atomi). Esempio 3. Quanti atomi ci sono nella massa di 24,0 g di C-12? Risposta: poiché tale massa contiene una quantità di atomi di carbonio di 2,00 mol, in essa ci saranno 6,02·1023 · 2 = 12,0·1023 atomi. Esempio 4. Qual è la quantità di sostanza presente in 6,00 g di C-12? Risposta: poiché 12,00 g di C-12 sono (per definizione) una mole, 6,00 g saranno metà mole: 0,500 mol. Esempio 5. Quale è la quantità di magnesio che contiene lo stesso numero di atomi presenti in 0,500 mol di carbonio? Risposta: 0,500 mol di magnesio contengono lo stesso numero di atomi di 0,500 mol di carbonio e di qualsiasi altro elemento formato da atomi. Esempio 6. Quante molecole ci sono in 0,2 mol di CO2 ? Risposta: ogni mole di CO2 contiene circa 6,0·1023 molecole di CO2. In 2 decimi di mole (0,2 mol) ci saranno 6,0·1023 mol-1 · 0,2 mol = 1,2·1023 molecole. Equivalenti (equivalents) eq Non si sta parlando di una nuova grandezza fisica. Gli equivalenti sono un’unità di misura della quantità di sostanza usata per scopi pratici in alternativa alla mole. Se una specie chimica è in grado di reagire in modo “polivalente” (con due gruppi acidi, scambiando due o più elettroni, con due cariche elettriche positive, ecc., è preferibile contare tali gruppi che non le molecole intere. Per esempio la quantità di 2 mmol di H2SO4 contiene (è capace di liberare) 4 mmol di H+. Quindi la quantità chimica di H2SO4 è n = 2 mmol = 4 meq di H+. Quando si esprime la quantità di sostanza in equivalenti si deve specificare la natura degli equivalenti (di acidità o protoni, di basicità, di eletttroni, di cariche elettriche ecc.). Per esempio l’acido nitrico può agire sia da ossidante: 3H+ + HNO3 + 3 e2 H2O + NO, sia da + acido: HNO3 + H2O H3O + NO3 . Pertanto, se abbiamo 0,2 mmol di HNO3 sappiamo esattamente che cosa abbiamo in mano, senza ulteriori specificazioni: abbiamo 1,2·1020 molecole HNO3. Se invece abbiamo una quantità di sostanza di 0,3 meq (milliequivalenti) di HNO3, in assenza di ulteriori specificazioni non possiamo sapere se abbiamo 0,3 mmol, ovvero 1,8·1020 molecole di HNO3 o solo 0,1 mmol, ovvero 0,6·1020 molecole. Infatti 0,3 milliequivalenti di acidità corrispondono a 0,3 millimoli di HNO3, visto che ogni molecola di HNO3 può liberare un solo protone. Invece 0,3 milliequivalenti di capacità ossidante, dal momento che ogni molecola HNO3 è capace di acquistare tre elettroni nella reazione vista, avremo 0,1 mol di HNO3, sufficienti per poter avere 0,3 mmol di elettroni. Anche la specificazione “0,3 meq di potere ossidante” è insufficiente a dirci la quantità di HNO3 che abbiamo. Infatti l’acido nitrico può agire da ossidante anche acquistando un solo elettrone per molecola: H+ + HNO3 + 1 eH2O + NO2 oppure due elettroni + per molecola: 2 H + HNO3 + 2e HNO2 + H2O. 0,3 meq di potere ossidante corrispondono allora a 0,3 mol di HNO3, nel primo caso, e a 0,15 mol di HNO3 nel secondo caso. In poche parole è possibile parlare di equivalenti solo nel contesto di uso specifico previsto o effettivmamente utilizzato per la sostanza. Dicendo 0,3 meq di HNO3, ciò potrebbe significare 0,1 mol, 0,15 mol o 0,3 mol, se non si specifica come si vuole utilizzare o come è stata utilizzata tale sostanza. Ma perché utilizzare questa unità di misura della quantità di sotanza se, facendolo, ci esponiamo al rischio di non sapere quanta sostanza mettere sul piatto della bilancia o quanta ne abbiamo effettivamente introdotta nella buretta? Il motivo è che, in contesti ben specificati, un equivalente di ossidante reagirà con un equivalente di riducente e un equivalente di acido reagirà con un equivalente di base, indipendentemente da qual è la base o il riducente. Si semplifica così ulteriormente la stechiometria delle reazioni: 2 KMnO4 m (g) 158,0 g n (mol) 1 mol n (eq) 5 eq + 5 SnSO4 + 8 H2SO4 214,8 g 2,5 mol 5 eq 2 MnSO4 151,0 g 1 mol 5 eq + 5 Sn(SO4)2 + K2SO4 + 8 H2O 310,9 g 2,5 mol 5 eq Il significato del termine “equivalente” è ora più chiaro: gli equivalenti sono definiti in modo da poter reagire con quantità uguali, cioè equivalenti, di altre sostanze reagenti, almeno in ambienti di reazione ben definiti (esempio permanganato in ambiente fortemente acido). Si può semplificare la definizione e il concetto di equivalente intendendolo come riferito alla quantità di unità reattive anziché alle molecole. Per esempio 1 eq di acido, qualunque esso sia, corrisponde a 1 mol di H+, mentre 1 eq di ossidante o riducente, qualunque esso sia, corrisponde a 1 mol di elettroni scambiati, così come un eq di ioni, indipendentemente da quale ione esso sia, corrisponde a 1 mol di cariche elettriche unitarie, cioè a 1 mol di K+, a 0,5 mol di SO42-. L’unità sottomultipla meq (milliequivalente) è molto più usata degli eq (equivalenti), sia in labortorio che nei referti delle analisi cliniche, per indicare la quantità di sostanza, poiché in queste situazioni si utilizzano o sono presenti piccole quantità delle sostanze. Massa molare (molar mass, M) La massa molare di una sostanza è la massa di una quantità di sostanza unitaria, la massa di 1 mol, ovvero la massa di un “pacchetto” di particelle pari a circa 6·1023 particelle di quella sostanza. Chiaramente il “pacchetto” di ogni sostanza, essendo formato da molecole o atomi più o meno pesanti, sarà più o meno pesante a seconda della sostanza. La massa molare ha quindi unità di misura g/mol. Per esempio la massa molare del carbonio-12 è esattamente 12 g/mol (per definizione); la massa molare del carbonio naturale è, invece, 12,011 g/mol, poiché tale carbonio contiene il 98,89% di C12 e l’1,11% di C-13 (l’isotopo con 7 neutroni), che alza leggermente la media. Come facciamo a ricavare la massa molare di qualunque sostanza (di cui sia nota la formula delle sue particelle)? In base a quanto detto sopra, se una sostanza è formata da particelle più massicce, la sua mole, cioè un numero di Avogadro di particelle di quella sostanza, avrà una massa proporzionalmente maggiore. Quindi basta conoscere il peso (o massa) di una particella per avere il peso (o massa) di una mole di quelle particelle. I pesi atomici si ricavano da ogni buona tavola periodica, e basta sommarli per avere i pesi molecolari e i pesi formula. Per esempio • Il carbonio C (peso atomico o massa atomica relativa = 12,011) ha massa molare M = 12,011 g/mol. • • • Il magnesio, Mg, ha atomi pesanti circa il doppio di quelli di carbonio, quindi una mole di magnesio peserà circa 24 grammi e la massa molare del magnesio sarà circa 24 g/mol (attenzione alle unità di misura). Il rame Cu (peso atomico = 63,546) ha massa molare 63,546 g/mol. L’ossigeno O ha peso atomico 15,9994 e l’idrogeno 1,0079, per cui la molecola d’acqua ha peso molecolare 15,9994 + 1,0079·2 = 18,0152 (peso o massa relativa di una singola molecola). Quindi la massa molare dell’acqua è 18,0152 g/mol (la massa di un numero di Avogadro di molecole). In 18 grammi d’acqua, o 18 mL, poco più di un dito d’acqua in un bicchiere, ci sono circa seicentomila miliardi di miliardi di molecole, un numero di Avogadro, una mole di H2O. Quando si deve usare la massa molare? Tutte le volte che si deve effettuare una conversione da massa a quantità di sostanza o viceversa, il calcolo più frequente effettuato da chimici e studenti di chimica. Esempio 1. Qual è la quantità chimica di acqua nella massa di 180 g? Soluzione: essendo la massa molare (massa di ogni mole) 18,0 g/mol, nel quantitativo totale di 180 g avremo 180 g : 18,0 g/mol = 10,0 mol. (18 grammi sono una mole, 180 g sono 10 moli). Esempio 2. Quale massa di NaCl si deve pesare per avere 0,1000 mol del sale? Soluzione: occorrono tre passi A) il peso formula di NaCl è 22,99 + 35,45 = 58,44 (non lo possiamo chiamare peso molecolare, perché NaCl non contiene molecole, ma ioni). B) Se 58,44 è la massa relativa di una formula, la massa molare sarà 58,44 g/mol. C) Se la massa di una mole esatta di NaCl è 58,44 g/mol, per ottenere la massa di un certo numero di mol (0,1000 mol) basterà moltiplicare la massa di una mole per il numero delle moli: m = 58,44 g/mol · 0,1000 mol = 5,844 g. Come si può notare da questi esempi, per calcolare le masse e le quantità di sostanza, a) non si usa il peso molecolare, il peso atomico o il peso formula (il peso di una sola molecola, di un solo atomo, di una sola formula) ma si usa sempre la massa molare; b). non occorrono formule, ma solo sapere che la massa molare è la massa unitaria, di 1 mol. Così come per trovare la massa di 3 mele si moltiplica la massa di una mela per 3, allo stesso modo se si vuol sapere la massa di 0,3 moli si moltiplica la massa di una mole per 0,3. La famosa formula che viene tramandata a scuola: “grammi = moli × peso molecolare”, o la sua equivalente: “moli = grammi fratto peso molecolare”, contiene i seguenti errori: 1. utilizza le unità di misura al posto delle grandezze coinvolte; 2. è errata dal punto di vista dimensionale, poiché il peso molecolare è adimensionale, per cui non si vede come le moli possano trasformarsi in grammi e viceversa; 3. è errata dal punto di vista logico, poiché, per ottenere il peso di tutte le molecole, logica vuole che si moltiplichi il peso molecolare (peso di una molecola) per il numero di tutte le molecole, e non, come purtroppo si fa, per il numero delle moli. 4. la si usa e ricorda meccanicamente, quando il ragionamento richiesto per fare gli stessi calcoli sarebbe elementare: “se conosco il peso di una mela, posso trovare quante mele ci sono in tot chili, oppure: quanto pesano n mele?” Tutto ciò che occorre sapere è che la massa molare è la massa di una mole (mela). Una volta riconosciuti questi aspetti, ci si rifugia nella seguente giustificazione: tutti sono in grado di imparare e usare quella formula e ci riescono, quindi perché cambiare? La risposta è molto semplice: perché la prospettiva di utilizzare il semplice buon senso e la consapevolezza di conoscere ciò che si sta moltiplicando o dividendo e ciò che si vuole trovare (come si fa nella vita di tutti i giorni) è, nella scuola del terzo millennio, più edificante di usare delle formule magiche che si tramandano per pura tradizione. Massa equivalente o peso equivalente (equivalent mass or weight) Meq Questa grandezza è perfettamente analoga alla massa molare, con la differenza che essa esprime la massa di una quantità di sostanza pari a un equivalente, anziché a una mole. Quindi, per quanto detto nel paragrafo dedicato agli equivalenti, la massa equivalente può cambiare a seconda del tipo di reazione. La massa molare del permanganato di potassio, KMnO4, è 158,0 g/mol in ogni caso. La massa equivalente ossidante del KMnO4 vale invece 31,6 g/eq (un quinto della massa molare) quando gli ioni permanganato acquistano cinque elettroni ciascuno, il che accade in ambiente fortemente acido, o vale 52,7 g/eq (un terzo della massa molare) quando gli ioni permanganato acquistano tre elettroni ciascuno, cosa che accade in ambiente neutro o basico. Quindi la massa equivalente ha significato solo in riferimento a una ben precisa reazione chimica, alla quale la sostanza è destinata. Esempio 1. Calcolare la massa equivalente del cloruro rameico, CuCl2. Risposta: la massa equivalente non può essere calcolata se non sappiamo per quale reazione si deve utilizzare questo sale: di semplice precipitazione degli ioni rameici o degli ioni cloruro, riduzione a rame metallico, a ossido rameoso, di complessazione con ammoniaca o con EDTA, o di ossidazione del cloro. Esempio 2. Calcolare la massa equivalente acida di H2SO4. Risposta: essendo l’acido solforico un acido diprotico, capace, nella maggior parte delle reazioni acido-base a cui partecipa, di donare due protoni, ed essendo la sua massa molare pari a 98,074 g/mol, basteranno 98,074/2 = 49,037 g/eq di acido solforico per avere a disposizione un equivalente o una mole di protoni. Va notato che non esiste una grandezza chiamata “peso equivalente” adimensionale, analoga del peso molecolare o del peso formula, eventualmente indicata con p.eq., che farebbe riferimento al peso della singola porzione di molecola. Dagli albori della chimica i pesi e le masse equivalenti hanno fatto sempre riferimento a porzioni macroscopiche di materia, contenenti cioè moltissime molecole. Pertanto la formula “grammi = peso equivalente per numero di equivalenti” contiene l’ulteriore 5° errore di far uso di una grandezza inesistente. Se si volesse salvare la regoletta sostenendo che il peso equivalente e il peso molecolare si riferirebbero in realtà non a una sola molecola o porzione di molecola, ma a una mole e a un equivalente, occorrerebbe, per coerenza linguistica e logica, restituire le unità di misura a entrambe le grandezze e modificare il nome “peso molecolare” con “peso molare”. Facendolo, però, non si creerebbe nulla di nuovo, ma semplicemente si riconoscerebbe alla massa molare (o peso molare) e alla massa equivalente (o peso equivalente) il loro ruolo. Molarità (molarity) M È facile, comodo e sufficientemente accurato manipolare con precisione volumi medio-grandi di soluzioni diluite, contenenti piccolissime masse o quantità di sostanza di soluto. Perciò in laboratorio si preferisce prelevare volumi noti di soluzioni diluite a concentrazione nota, piuttosto che fare pesate di precisione, per avere tali piccole quantità di sostanza. La molarità è una misura di concentrazione, particolarmente usata per le soluzioni liquide, che esprime la quantità di sostanza disciolta nel volume unitario di soluzione. La molarità è una grandezza anomala poiché coincide con la sua unità di misura, le mol/L (moli di soluto su litro di soluzione). In altre parole, le mmol/cm3 o le mol/m3, pur essendo misure di concentrazione, non possono essere chiamate molarità. L’unica alternativa è la molarità espressa come mmol/mL (il valore non cambia moltiplicando numeratore e denominatore per m = un millesimo). Questo modo di vedere la molarità è particolarmente utile perché in laboratorio il volume si esprime e manipola più frequentemente in mL che non in litri, mentre le piccole quantità di sostanza sciolte in tali campioni di soluzione sono espresse da numeri più semplici in mmol che non in mol. Utilizzando la molarità in mmol/mL si semplificano tutti i calcoli, evitando i passaggi da mL a litri e viceversa. Esempio 1 (ricavare n). Calcolare la quantità di sostanza contenuta nel volume di 25 mL di soluzione, avente concentrazione di 0,1 mol/L (si dice anche 0,1 molare). Risposta: la soluzione 0,1 molare contiene 0,1 millimoli per ogni millilitro, (0,1 mmol/mL). Pertanto non occorrono formule né proporzioni di sorta per capire che in 25 mL di questa soluzione ci saranno 25 × 0,1 = 2,5 mmol di sostanza. Se proprio si vuol esprimere in mol (non richiesto) la risultante quantità di sostanza, è abbastanza semplice spostare la virgola di tre posti a sinistra, cioè moltiplicare il valore 2,5 per il prefisso “milli” che vale 1/1000, cioè 0,001: 2,5 mmol = 2,5 · 0,001 moli = 0,0025 mol. Come si vede, per voler trasformare un risultato in mol (non necessario), piuttosto che lasciarlo in mmol, ci si espone al rischio di lasciare qualche zero o metterne qualcuno in più nella calcolatrice. Esempio 2 (ricavare V). Qual è il volume di soluzione 0,5 molare da prelevare per avere 20 mmol di soluto? Risposta. La soluzione contiene 0,5 mmol per mL. Cioè, prelevando un solo mL avremmo 0,5 mmol, meno di quelle richieste che sono 20. Dobbiamo quindi vedere quante volte 0,5 mmol sono 20 mmol contenute in 20 mmol per vedere quanti mL occorrono. V = 0,5 mmol/mL = 40 mL. Esempio 3 (ricavare la molarità). Se 48 mL di soluzione contengono 36 mmol di soluto, qual è la molarità della soluzione? Risposta. 36 mmol Si ricava direttamente la molarità dividendo le mmol per i mL: M = 48 mL = 0,75 mol/L. Esempio 4. Qual è la molarità della soluzione ottenuta sciogliendo 0,80 g di NaOH in 0,2 L di acqua? Risposta. A) passaggio da massa a quantità di sostanza: 0,80 g = 800 mg. Massa molare NaOH = (23,0 + 16,0 + 1,0)g/mol = 40,0 g/mol = 40 mg/mmol (anche la massa molare in g/mol coincide a quella espressa in mg/mmol). Quindi la massa totale di 800 mg contiene 20 “pacchetti” da 40 mg l’uno: 800 mg 40,0 mg/mmol = 20,0 mmol n(mol) n(mmol) 20,0 mmol B) ricavare la molarità da n e V: M = V(L) = V(mL) = 200 mL = 0,100 mol/L. Esempio 4. Qual è la massa di H2SO4 contenuta in 100 mL di soluzione 0,2 molare dell’acido? Risposta. La soluzione contiene 0,2 millimoli di H2SO4 per millilitro. Quindi in 100 mL ci saranno 100 · 0,2 = 20 mmol di soluto. Poiché una mmole di H2SO4 (peso molecolare 98) pesa 98 mg, le 20 mmol peseranno 20 · 98 = 1960 mg = 1,96 g. Normalità (normalità) N La normalità, analogamente alla molarità, è una misura di concentrazione coincidente con la sua unità di misura: l’ equivalente su litro, o eq/L = meq/mL (milliequivalenti per millilitro). Non occorre aggiungere nulla a quanto detto per la molarità e per la misura della quantità di sostanza in equivalenti. La quantità di sostanza n può essere espressa in eq o meq e la concentrazione si può esprimere in normalità, eq/L o meq/mL, solo quando si sappia a quale ambito di reazione chimica debba essere destinata la sostanza o il soluto. Il vantaggio della normalità e che, per un tipo di reazione ben definito, a parità di concentrazione normale, volumi uguali di soluzione di titolante reagiscono con volumi uguali di soluzione titolata indipendentemente dalla loro natura. Esempio 1. Calcolare la normalità di una soluzione di sodio solfito a 63 mg/L. Risposta. Impossibile da calcolare poiché non si sa se questo solfito di sodio deve fare una reazione di precipitazione (gli ioni solfito SO32- hanno due equivalenti di carica per mole) o una reazione di ossidazione a SO42- (in cui ciascuno ione solfito cederebbe due elettroni) o una riduzione a zolfo elementare, in cui acquisterebbe 4 elettroni da un riducente più forte). Esempio 2. Calcolare la normalità di una soluzione riducente di sodio solfito a 63 mg/L. Risposta. La massa molare di Na2SO3 vale (23,0 · 2 + 32,1 + 16,0 · 3) g/mol = 126,0 g/mol = 126 mg/mmol. La massa equivalente, poiché nell’agire da riducente ogni solfito cede due elettroni, è 126 : 2 = 63 mg/meq. Pertanto, visto che la soluzione contiene 63 mg di solfito in un litro, contiene anche un milliequivalente per litro, ed è quindi 0,001 N. Esempio 3. Quale volume di NaOH 0,2 N sarà capace di neutralizzare 80 mL di H2SO4 0,05 N? Soluzione. Il contesto è abbastanza chiaro: si tratta di una reazione di neutralizzazione e gli equivalenti in questione sono equivalenti di acido (moli di protoni) e di base (moli di OH-). A questo punto non abbiamo bisogno di scrivere la reazione: sappiamo che ogni equivalente di NaOH reagirà con un equivalente di H2SO4 (vantaggio dell’uso della normalità). Quindi, sapendo che i meq sono dati dal prodotto del volume in mL per il “numero di meq contenuti in ciascun mL” (normalità), ricaviamo i milliequivalenti di H2SO4: nacido(meq) = 80 mL · 0,05 meq/mL = 4,0 meq Riconosciamo che anche i meq di NaOH dovranno essere 4,0. Poiché ogni mL di NaOH 0,2 N contiene 0,2 meq, per arrivare a 4,0 meq occorreranno 20 mL di NaOH: 4,0 meq richiesti in tutto VNaOH 0,2 N = 0,2 meq in ogni millilitro = 20 mL. In alternativa, conoscendone il senso, si può anche utilizzare la celebre equazione delle titolazioni: nbase(meq) = nacido(meq) Vbase(mL) · Nbase(meq/mL) = Vacido(mL) · Nacido(meq/mL) Sostituendo: Vbase(mL) · 0,2 meq/mL = 80 mL · 0,05 meq/mL Notando che questa non è una proporzione (uguaglianza tra rapporti), ma un’uguaglianza tra due prodotti: 80 mL · 0,05 meq/mL 4 meq Vbase(mL) = = 0,2 meq/mL 0,2 meq/mL = 20 mL