conoscere per prevenire - Lega Italiana Osteoporosi
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conoscere per prevenire - Lega Italiana Osteoporosi
I principali fattori di rischio per l’osteoporosi •età superiore ai 65 anni •storia familiare di fratture da osteoporosi •menopausa precoce (prima dei 45 anni) •malattie endocrine (es. amenorrea, ipogonadismo, iperparatiroidismo, ipertiroidismo, sindrome di Cushing, iperprolattinemia) •malassorbimento intestinale (es. celiachia, morbo di Crohn) •insufficienza renale cronica e altre malattie renali •malattie infiammatorie croniche (es. artrite reumatoide, connettiviti sistemiche) •anoressia nervosa •basso consumo di cibi ricchi di calcio (latticini) •scarsa attività fisica •costituzione magra e minuta •terapie croniche con corticosteroidi, antiepilettici, eparina, immunosoppressori, ecc. •consumo eccessivo di alcool, tabacco, caffè La prevenzione dell’osteoporosi L’ideale sarebbe cominciarla da giovani, ma ovviamente qualunque età va bene. Le regole principali della prevenzione sono tre: 1) alimentazione ricca di calcio (dopo i 50 anni, indicativamente 1000-1200 mg di calcio al giorno). Le fonti migliori di calcio sono latte e yogurt (anche magri) e formaggi (per chi li può mangiare). 2) moderata ma regolare attività fisica: camminare di buon passo mezz’ora al giorno mantiene sano e forte il nostro osso, costretto a “portarsi in giro” il peso del corpo. 3) assicurarsi di avere abbastanza vitamina D, che serve a assorbire bene il calcio nell’intestino, e a fissarlo nell’osso. La vitamina D normalmente si forma nella pelle per azione dei raggi solari: per cui, vita all’aria aperta e pelle un po’ scoperta nella bella stagione! Gli anziani spesso hanno bisogno di supplementi di vitamina D. E se si ha l’osteoporosi? Oggi esistono farmaci efficaci, capaci di contrastare la progressione dell’osteoporosi e ridurre significativamente il rischio di fratture. Fra i farmaci disponibili, ricordiamo: •per malati di ambo i sessi, i bisfosfonati (es. alendronato, risedronato, clodronato, ibandronato, zoledronato), che riducono il riassorbimento osseo •per le donne in menopausa, anche il ranelato di stronzio, che agisce sia riducendo il riassorbimento che stimolando la formazione ossea •le donne in menopausa possono anche usare estrogeni e SERM (raloxifene) In caso di nuove fratture durante la terapia con altri farmaci sono prescrivibili anche teriparatide e ormone paratiroideo. Ovviamente tutti questi farmaci devono essere prescritti dal medico e usati secondo le indicazioni date. I farmaci da soli non sono però sufficienti: devono sempre essere seguite le tre regole della prevenzione (calcio, vitamina D e attività fisica). Se il medico lo ritiene necessario, si possono usare supplementi di calcio e supplementi di vitamina D (colecalciferolo) o derivati attivi della vitamina D (come calcifediolo e calcitriolo). osteoporosi conoscere per prevenire e per curare LEGA ITALIANA OSTEOPOROSI onlus via Masolino da Panicate, 6 20155 Milano tel/fax 02 39211533 http://www.lios.it e-mail: [email protected] Per inviare un contributo alla LIOS: c/c postale n. 16680209 Edizione novembre 2009 Progetto informativo realizzato grazie a un supporto incondizionato di IFB Stroder Lega Italiana Osteoporosi onlus Che cos’è l’osteoporosi? La vita dell’osso Come si scopre l’osteoporosi? L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da un’eccessiva perdita di calcio dallo scheletro, che indebolisce la struttura interna delle ossa e le rende più fragili e più a rischio di fratture. La forma più comune è l’osteoporosi post-menopausale o senile, che in Italia colpisce circa una donna su tre dopo i 50 anni e un uomo su otto dopo i 65. Uno dei problemi dell’osteoporosi è che molte persone possono averla per anni senza saperlo, perché essa in genere non dà né dolori né altri disturbi. A volte, purtroppo, il primo segno è una frattura inaspettata, per una banale caduta o per aver sollevato un peso. L’osso si rinnova poco a poco ogni giorno. Questo rinnovamento, detto rimodellamento osseo avviene grazie al lavoro delle cellule ossee: alcune cellule, chiamate osteoclasti, distruggono l’osso “vecchio” o danneggiato (fase di riassorbimento), e altre cellule, chiamate osteoblasti, ricostruiscono osso nuovo (fase di formazione). Nella prima fase della vita, la formazione di osso prevale di gran lunga sul riassorbimento, e lo scheletro cresce. Quando la crescita è finita, si dice che si è raggiunto il picco di massa ossea, cioè il livello più alto di calcio accumulato nell’osso. Nell’età adulta, riassorbimento e formazione si equivalgono: l’osso non cresce né perde calcio. Da anziani, la distruzione di osso vecchio tende a superare le capacità di ricostruire osso nuovo. L’osso comincia quindi a perdere calcio fino a quando, al disotto di un certo livello di massa ossea, si parla prima di osteopenia e poi di osteoporosi (i due gradi - rispettivamente meno grave e più grave - di perdita di calcio). È intuitivo che, maggiore è il picco di massa ossea raggiunto al termine della crescita, più tardi si arriverà, se mai si arriverà, all’osteoporosi. Tutte le misure che aiutano a sviluppare un alto picco di massa ossea aiutano nella prevenzione dell’osteoporosi. Abbiamo già detto che l’osteoporosi nelle sue fasi iniziali non dà nessun segno di sé. Se non ci si pensa, può andare avanti finché l’osso è molto indebolito e improvvisamente arriva una frattura. Non c’è bisogno di spiegare quanto le fratture, specialmente quelle vertebrali o di femore, possano influire negativamente sulla qualità della vita. Ovviamente l’osteoporosi non causa necessariamente fratture, ma solo aumenta il rischio di rompersi un osso per traumi banali. Si cade mettendo le mani avanti e ci si rompe un polso. Ci si piega sulla schiena per sollevare un peso e si schiaccia una vertebra. Le fratture più gravi sono quelle di femore, che richiedono praticamente sempre un intervento chirurgico e una lunga riabilitazione. Per valutare la situazione dell’osso, e in particolare per scoprire precocemente un’osteopenia o osteoporosi, l’esame migliore è la mineralometria ossea (MOC), che misura la massa minerale ossea. Ripetuta a intervalli di 18-24 mesi, la MOC è utile anche per seguire l’evoluzione della malattia e la risposta alla terapia. In Italia, l’accesso alla MOC tramite il SSN è regolato dalla normativa sui “livelli essenziali di assistenza” (LEA), che si basa sulla presenza di fattori di rischio per l’osteoporosi. 3,-(:0+,39046+,33(4,5;66::,6 rischio di frattura Osso normale Osso con osteoporosi Ogni osso ha una struttura esterna densa e robusta (osso compatto), e una struttura interna di aspetto spugnoso (osso trabecolare). Come la pelle o i muscoli, l’osso è un tessuto vivo, ma si distingue dagli altri perché contiene una grande quantità di minerali (sali di calcio). Ed è proprio il calcio che lo rende solido e robusto, capace di sostenere il peso del corpo e di resistere agli urti. Se le ossa si impoveriscono di calcio, come succede nell’osteoporosi, diventano fragili e si possono rompere anche per lievi traumi. Osso normale 8\PLZJLUaH JLSSS\SLVZ[LVISHZ[P HSSPULH[LPUYPWVZV ([[P]HaPVUL 0WYLJ\YZVKP KLNSPVZ[LVJSHZ[PPUPaPHUV SHSVYVH[[P]P[n 9PHZZVYIPTLU[V .SPVZ[LVJSHZ[P LYVKVUVS»VZZV ]LJJOPV Osso povero di calcio Densità ossea Il nostro osso rischio di frattura 0U]LYZPVUL .SPVZ[LVJSHZ[P OHUUVJVTWSL[H[V PSYPHZZVYIPTLU[V 0UPaPHS»H[[P]P[n KLNSPVZ[LVISHZ[P -VYTHaPVUL .SPVZ[LVJSHZ[P YPJVZ[Y\PZJVUV S»VZZV 4PULYHSPaaHaPVUL KLSSHTH[YPJL PSJPJSVYPJVTPUJPH 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Età (anni)